L'ISTRUZIONE ROMANA:
ISTRUZIONE MASCHILE:
I maestri del bambino romano
erano il padre e la madre. La
madre si preoccupava che il
figlio crescesse con buoni
sentimenti educandolo con
dolcezza ma allo stesso tempo
con severità, mentre il padre si
curava dello sviluppo fisico e del
futuro del bambino. Gli
insegnava a nuotare, a cavalcare
e a combattere; poi gli insegnava
a scrivere e a leggere e gli faceva
conoscere le leggi dello Stato,
alle quali avrebbe dovuto obedire
una volta cresciuto.
INDUMENTI MASCHILI:
L ' uomo romano
portava degli indumenti
molto semplici :
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un perizoma in lino
annodato alla vita.
Sopra s'indossava
semplicemente la
tunica
dei semplici sandali ai
piedi.
NEL PARTICOLARE:
SUBLICACULUM:

Il subligaculum era una sorta di sottofascia
era costituito da una striscia di lino, una
sorta di semplice perizoma avvolto intorno
alle cosce e allacciato alla vita. Con il
termine subligaculum s’intendeva anche
una specie di mutandone a pantaloncino,
piuttosto aderente.
I SANDALI:

Erano dei semplici sandali in cuoio o pelle
formati da un plantare e da una serie di
lacci ,sempre in pelle, che si legavano alla
caviglia. In certi casi erano chiodati o
imbottiti in base all evenienza.
LA TUNICA:

Era una semplice tunica formata da un
pezzo di stoffa o in seta o in lino .scendeva
lungo tutto il corpo e finiva all ' altezza
delle ginocchia più corta davanti che dietro
dove arrivava a metà polpaccio.
ISTRUZIONE FEMMINILE:
Le bambine romane
imparavano a leggere,
scrivere e far di conto se i
genitori potevano
permettersi di pagare un
maestro privato. Quando
arrivavano a dodici anni
ed erano già in età da
marito, potevano
continuare con lo studio,
sempre a pagamento,
delle lettere, della danza e
della musica.
INDUMENTI FEMMINILI:
Anche le donne
indossavano degli
indumenti molto
semplici:
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Il perizoma
Una fascia per il seno
detta strophium
mamillare
una o più tuniche
subuculae
NEL PARTICOLARE:
SUBLICULUM:

Il subligaculum era una sorta di
sottofascia era costituito da una
striscia di lino, una sorta di
semplice perizoma avvolto intorno
alle cosce e allacciato alla vita.
TUNICHE SUBUCULAE:

Erano varie tuniche di lino l'
una sull ' altra che arrivavano
fino alle caviglie; inoltre la
donna romana portava un
velo sul capo e uno scialle
sempre in lino.
STROPHIUM MAMILARE:
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Era una semplice fascia di stoffa
o di pelle che permetteva alle
donne di sorreggere il seno
durante la giornata.
LE SCUOLE ROMANE:
L'educazione a Roma si articolava in:
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
Il ludus, il primo ciclo, dove si insegnava
l'alfabeto
la scuola del grammatico, dove si avviava una
conoscenza dei testi di letteratura
la scuola degli oratori, dove si insegnava la
retorica, utile per la vita politica
Il bagaglio di conoscenze apprese in quest'ultima
scuola potevano essere completati con studi in
Grecia presso i maggiori retorici del tempo.
LE ETA' DI STUDIO:
I ragazzi romani(solo sesso
maschile) studiavano in varie
“CLASSI” ,dopo l' insegnamento
del padre, dai 6 anni ai 17 anni
durante i quali gli venivano
insegnate numerose categorie di
studio che gli sarebbero potute
tornare utili dopo la fine degli
studi.
1° CICLO DI STUDIO:
A 6 anni i bambini cominciavano a
frequentare la scuola del ludi magister,
simile all’attuale scuola elementare. Si
svolgevano sei ore di lezione al giorno
con una piccola interruzione a
mezzogiorno. Si faceva vacanza ogni
nove giorni e nei giorni festivi (che a
Roma erano molti!). Non esistevano
però le vacanze estive; la scuola
cominciava alla fine di marzo, dopo
una festa dedicata a Minerva, e durava
otto mesi. In questa scuola i fanciulli
romani imparavano solamente a
leggere, a scrivere e a fare i calcoli
usando il “trittico”, un insieme di
tavolette di cera incernierate fra loro a
formare una specie di libro.
2° CICLO DI STUDIO:
A 12 anni i maschi iniziavano il secondo livello di istruzione con il
“grammatico”, un insegnante che veniva generalmente dalla Grecia,
dall’Asia o dall’Egitto. Il grammatico impartiva lezioni di lingua e
letteratura greca e latina, storia, geografia, fisica e astronomia. Le
femmine invece, quando considerate adulte, imparavano il mestiere di
casalinga: imparavano a filare, tessere e a dirigere i lavori domestici
svolti dagli schiavi. Le famiglie più ricche non mandavano i loro figli
alla scuola del grammatico perché esse potevano permettersi maestri
privati e potevano addirittura comprarli. Questi maestri erano quasi
sempre degli schiavi greci molto istruiti che insegnavano forse in un
modo meno noioso perché avevano a disposizione molti più mezzi. I
precettori privati venivano assunti dalle famiglie più ricche che
volevano garantire alle proprie figlie un’educazione più completa. In
questo modo anche le ragazze potevano imparare a suonare, a cantare
e a studiare il Greco così come facevano i maschi alla scuola del
grammatico.
3° CICLO DI STUDIO:
A 17 anni, dopo aver terminato la scuola del grammatico, i ragazzi
iniziavano il terzo livello di istruzione, affrontato solo da coloro che
avrebbero intrapreso la carriera politica o quella dell’avvocatura. Gli
studi superiori duravano due anni ed erano tenuti dai retori (rethores),
che ispirandosi agli illustri oratori greci e latini, insegnavano agli
alunni l’arte della retorica, cioè l’arte del “ben parlare”, la capacità di
parlare bene e con facilità. Alla scuola dei retori i giovani si
esercitavano in finte discussioni, si preparavano ai discorsi che
avrebbero pronunciato nel Senato o nel Foro. In seguito, i giovani
romani che volevano completare ulteriormente i loro studi dovevano
intraprendere un viaggio: ad Atene, a Pergamo, a Rodi o ad Alessandria
dove poteva trovare validi maestri di filosofia, di geografia, di
astronomia e di fisica più facilmente che a Roma, dove la maggior
aspirazione per un ragazzino romano era vincere una gara di
recitazione di poesia!
L'AULA:
L' istruzione veniva praticata in luoghi
che non avevano niente a che fare con
i grandi edifici che tutt' oggi
caratterizzano le scuole pubbliche; l'
insegnamento veniva praticato in
piccole stanze (tabernae, pergolae) o
addirittura, quando il tempo lo
consentiva, all' aperto. L' arredamento
scolastico era molto semplice non vi
erano banchi e gli scolari erano seduti
su sgabelli intorno al maestro il quale
era seduto su di una sedia con spalliera
(cathedra) o senza (sella); tenevano tra
le ginocchia la tavola cerata e l'
occorrente per la scrittura.
I FOGLI:
Si scriveva su papiro, pergamena , su
avorio, cocci o tavolette di cera, per
raccogliere più pagine insieme si usava
incollare le pagine una di seguito all'
altra formando una lunga striscia che
poi veniva avvolta formando un rotolo
, il quale si teneva arrotolato a dei
bastoncini; In età imperiale si arrivò
anche a dare ai libri la forma moderna,
unendo tra loro alcune pagine di
pergamena o tavolette cerate in modo
da formare una sorta di quaderno con
una copertina , questi però ebbero poco
sviluppo per effetto del costo molto
elevato che li caratterizzava.
L'INCHIOSTRO
L' inchiostro era di solito nero e si otteneva
mischiando insieme varie materie come:
fuliggine , feccia di vino e nero di seppia;
esisteva anche un antenato del nostro inchiostro
che veniva usato nella corrispondenza segreta, il
sistema consisteva nell' utilizzo di latte fresco
come inchiostro e chi riceveva la lettera doveva
cospargere il messaggio di cenere per leggerne il
contenuto. L'inchiostro veniva tenuto all '
interno di contenitori di varie forme, di solito
cilindriche. Per scrivere si utilizzavano,
cannucce appuntite :
per mezzo di un piccolo cannello molto sottile
terminante con una punta si incidevano le lettere
sulla cera; all' estremità opposta si trovava una
piccola spatola che serviva a cancellare la
scrittura spandendo di nuovo la cera sul solco
prodotto dallo stilo.
METODO DI INSEGNAMENTO
(LE PUNIZIONI):
Le punizioni facevano parte del programma educativo, infatti, a
volte l'unico modo per attirare l'attenzione dell'alunno e
costringerlo allo studio, era spesso quello di ricorrere alle
percosse. Lo strumento più utilizzato dai maestri per le punizioni
era la ferula, una canna provvista di nodi di legno. Per infliggere
punizioni più gravi si utilizzava la scutica, una frusta fatta di
strisce di cuoio o staffile, ed ancora la virga, uno scudiscio anche
questo formato da un fascio di strisce di cuoio. Lo scolaro veniva
appoggiato sulle spalle di un compagno, mentre un altro ne
teneva ben ferme le gambe, e quindi veniva frustato. La pena
oltre che dolorosa era anche umiliante, in quanto il ragazzo oltre
a essere percosso veniva prima denudato davanti a tutti i presenti
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tuniche subuculae