Trascrizione dell’italiano e di
alcune sue varietà
Amedeo De Dominicis
1
 Da: Bertinetto & Loporcaro 2005
2
Diffusione e Varietà
 60 milioni di parlanti
 Lingua Romanza
 ST: basata sul fiorentino (14° e 16° sec.)
 RM: Roma
 MI: Milano
 FI: Firenze
3
Consonanti
Bilabiali
Occlusive
Labiodentali
pb
Alveolari
Post-Alveolari
Palatali
td
Affricate
Fricative
Dentali
fv
kg
ts dz
t d
sz
 ()
n

Laterali
l

Vibranti
r
Nasali
Approssimanti
m
w
Velari
j
w
4
Distribuzione consonanti
 Solo 4 luoghi distintivi di articolazione: no
opposizioni bilabiale/labiodentale,
dentale/alveolare, postalveolare/palatale.
 in nesso con le occlusive dentali,
sonoranti alveolari (tranne /r/)  dentali:
dentro ["de1tro], scalzo
["skal1tso].
 /r/  [], []
5
Continua …
 /z/ ha distribuzione difettiva o mista, in
quanto contrasta con /s/ solo nei morfemi
lessicali (es. ST – e FI – ["kjEse]
’(egli) chiese’ vs. ["kjEze]
‘chiese’), e non compare in posizione iniziale
di parola davanti a vocale e approssimante.
 //, appare tra parentesi nella tavola perché
si trova solo marginalmente in prestiti, in
posizione intervocalica: abat-jour
[aba"ur].
6
Continua …
 opposizione pertinente di durata
consonantica: es. ["kalo] vs.
["kalo], ["ato] vs.
["ato], caccio ["kato]
vs. cacio ["kato]. Queste
consonanti geminate si trovano in posizione
intervocalica (come negli esempi prima citati)
o davanti a approssimanti: es. occhiali
[o"kjal], assieme
[a"sjEe], commuovere
[ko"ere], annientare
[aje"tare], arruolare
7
Continua …
 un sottoinsieme di ostruenti geminate che
consiste di occlusive orali e /f/ può combinarsi
con le laterali e le vibranti per formare
attacchi sillabici complessi: accludere
[a"kludere], attrezzo
[a"tretso], offro
["ro].
 */z/, a causa della sua distribuzione
difettiva (cfr. prima), e così pure */j/,
*//.
8
Continua …
 L’opposizione di durata è neutralizzata in
[ tsdz] (geminate
intrinseche), cf. ragno ["rao], aglio
["ao], ascia ["aa],
organizzazione [
orgadza"tsjoe].
9
Processi allofonici
 /s/ si assimila in sonorità alla consonante
successiva: svelto ["zel1to] vs.
stanco ["stako]
 Le nasali si assimilano nel luogo di
articolazione alla consonante successiva:
canto ["ka1to], anfora
["aora], banco ["bako].
Anche postlessicalmente: con Carlo
[ko"karlo], in vetta
["eta], in barca
["barka].
10
MI
 In posizione iniziale di parola, neutralizza il
contrasto /ts/ vs. /dz/ in favore di /dz/.
 l’articolazione di /td / è
sensibilmente più anteriore di quanto accada
in ST, al punto che – nella gamma bassa del
continuum sociolinguistico – / / possono
essere realizzate come [ljj].
11
MI continua…
 In
posizione intervocalica all’interno di
morfema /s/ è sonora, sicché le coppie
minime di ST come quella menzionata
precedentemente sono neutralizzate in
["kjeze]in MI. La sorda [s] in
posizione intervocalica si presenta solo dopo
prefissi terminanti in vocale (es. risollevare
[rsole"are]), a meno
che il prefisso non sia più analizzato
sincronicamente
come
tale
(es.
riserva[r"zEra]).
Questo
comportamento ai confini morfologici è tipico
di tutte le varietà settentrionali.
12
MI continua…
 Le opposizioni di durata consonantica non
sono realizzate (e spesso nelle parlate
settentrionali è invece presente l’opposizione
di durata vocalica).
 Si trova []in coda anche non seguita da
segmenti velari, in particolare davanti a /s/.
13
RM
 In posizione intervocalica /s/ è sorda in RM,
sicché le coppie minime di ST come quella
menzionata precedentemente sono
neutralizzate in ["kjEse]in RM.
 /j/ è sempre lunga: es. maiale
[a"jale].
 // [j]
14
RM continua …
 Affricazione di /s/ dopo sonorante dentale/alveolare: es.
penso RM ["E1tso]vs. ST
["E1so], col sole RM
[kol1"tsole]vs. ST
[kol1"sole]. FI e RM presentano anche
deaffricazione di /t/ intervocalico (cf. pace
["ae], la cena [la"ea]). In
FI, il processo riguarda anche /d/ intervocalico: agio
["ao], la gioia [la"ja] (vs.
con gioia [ko"dja]), che invece in
RM si allunga (["ado],
[la"dja]), come accade pure a /b/
sia intervocalico che davanti ad approssimante o
laterale: cubo ["kubo], la birra
[la"bra], la bietola
[la"bjEtola], libro ["lbro].
15
FI
 Spirantizzazione di occlusive sorde
intervocaliche (‘gorgia toscana’) caratteristica
del livello sociolinguistico basso e del parlato
informale: es. coca-cola [
ka"la].
16
Raddoppiamento fonosintattico
In ST, RM e FI: allungamento per assimilazione della
consonante iniziale di parola dopo vocale finale tonica non
separate
da
pausa:
es.
tre
case
["tre"kase],
parlò
latino
[ar"lla"to]. Oppure dopo un
monosillabo atono e dopo alcune parole con accento sulla
penultima sillaba, come effetto di assimilazione di una
consonante finale etimologica: a (AD) te [a"te],
come
(QUOMODO
ET)
voi
["koe"o]. Si applica a vuoto
quando la consonante è [  tsdz]; non si
applica con [j] iniziali, né con nessi /S/+C iniziali
(dove S = neutralizzazione di sonorità): tre spari
["tre"sar]. Invece, avviene con tutti gli
17
altri nessi: tre treni ["tre"trE], tre
chiavi ["tre"kja]. Differenze: (es.
Vocali
18
Valori Formanti FI (Ferrero 1972)
In
sillaba tonica: 7 vocali.
In sillaba atona: 5 vocali.
19
Durata
 No V/V
 Le vocali toniche sono lunghe in sillaba libera in
posizione interna di parola in posizione finale di frase
(perciò anche in parole isolate) o sotto enfasi: cf. casa
["kasa] vs. cassa ["kasa], casetta
[ka"seta]. L’allungamento non avviene nelle
vocali toniche in posizione finale di parola.
 Distribuzione: in posizione finale tonica si possono
presentare tutte le vocali tranne /o/ (salvo prestiti come
Bordeaux;
comunque,
adattato
in
bordò
[bor"d]): cf. città [t"ta], però
[e"r],
caffè
[ka"E],
perché
[er"ke],
virtù
[r"tu],
finì
["].
20
V in FI, RM, MI
 Variazioni regionali nella distribuzione di V toniche medio-
alte e medio-basse: es. FI e RM bicicl [e]tta vs. MI bicicl
[E]tta, FI e MI col [o]nna vs. RM col []nna.
 MI: /eE/ tendono a distribuzione complementare
(eccezioni a valore funzionale basso: es. re ["rE]
vs. re ["re]‘nota musicale’, diversamente da ST,
FI e RM). /e/ tende a apparire in sillaba libera non-finale e
davanti a nasale, anche in coda: cielo ["telo],
penso ["eso], bene ["bee]; /E/,
tende a apparire in sillaba implicata e in sillaba libera
finale: verde ["Erde], te ["tE]. In tutti gli
esempi citati ST (come pure FI, RM) fa l’opposto. Ma, non
tutte le sillabe implicate hanno /E/: es. /e/ compare
quando la vocale finale di un infinito è cancellata a
contatto di un clitico (vederlo [e"derlo]), e si
trova invece dopo /g/ (es. leggo ["lego]).
21
D’altra parte, [E] si trova in iato davanti a // (es. nei
["E]).
V atone
 In sillaba non-finale: [eaou].
 No medio-basse: legge ["lEde]
(verbo) vs. legge ["lede],
neutralizzate in leggiamo
[le"dao], leggina
[le"da]; foro
["ro](forum) vs. foro
["oro]‘buco’, neutralizzate in
forense [o"rE1se], forato
[o"rato].
 In sillaba finale: [eao]. /u/ si
trova solo in prestiti (bantu, tabu, peraltro
adattati spesso con finale tonica: bantù e
tabù [ta"bu]).
22
E  e,   o
 E  e,   o: non avviene nel primo membro
di un composto sotto accento secondario:
appendiabiti [a
E1d"abt] (cf. appendo
[a"E1do] vs. appendiamo [
ae1"djao]),
tossicodipendente [
tskode1"dEte] (cf.
tossico ["tsko] vs. intossicare [
1tos"kare]). Ma i
‘composti classici’ (2 morfemi legati), hanno
alternanza: glottologia [
23
e  E, o  
 e  E, o  : nelle vocali toniche di pochi
suffissi: cf. Platone [la"toe] vs.
platonico [la"tko], protone
[ro"toe] vs. protonico
[ro"tko], censore
[te1"sore] vs. censorio
[te1"sro], direttore
[dre"tore] vs. direttorio
[dre"tro]; cf. anche malese
[a"lese]vs. Malesia
[a"lEzja].
24
Dittonghi
e
E
a

je
jE
ja
j
jo
e
E
a

o
discendenti con []
e

E

a

 o

discendenti con [u]
eu

Eu

au

V in nucleo sillabico
o
u

ju
ascendenti con [j]
ascendenti con []

u

25
Commenti
 Restrizioni fonetiche universali (OCP)
spiegano l’assenza delle combinazioni */j/,
*/u/, *//, */uu/.
26
Ascendenti & Discendenti
 ascendenti: soffietto
[so"jeto], pieno
["jEo], chiave
["kjae], chiodo
["kjdo], fiore
["jore], piuma
["jua], guida
["gda], questo
["kesto], quercia
["kErta], guasto
["gasto], quota ["kta],
acquoso [a"koso].
 discendenti: potei [o"te], sei
["sE], baita ["bata], poi
["], voi ["o], lui
27
Trittonghi
 Trittonghi (2 approsimanti+confine
morfema+V): continuiamo
[kot"jao]
(l’approssimante palatale-velare [] è
dovuta a coarticolazione). Sono rari dentro
morfema lessicale (cf. acquiescenza [
akje"Etsa]), ma più
frequenti nello stile veloce e spontaneo:
quiete [k"Ete]
 ["kjEte].
28
iato / dittongo
 In genere è l’accento a distinguere iato/dittongo: Laura




["laura] vs. paura [a"ura], faida
["ada] vs. faina [a"a]. Ma talvolta la
differenza è minima: chiosa ["kjza] vs. chi osa [
k"za].
Nel parlato connesso /i u/ atone in iato possono diventare
approssimanti: biennale [be"ale]
 [bje"ale], attualizzare
[
atual"dzare] [
atal"dzare].
iato /Vi  dittongo discendente_##: poi ["]/
["], lui ["lu]/ ["lu].
V medie  appross. nel parlato veloce: stereotipato
[stEreot"ato][stereot"ato]
, coalizione [
koal"tsjoe][koal"tsjoe
29
].
Vocali toniche  approssimanti se deaccentate contestualmente,
V  appross. o elisione
 Nel parlato connesso,le vocali atone finali
sono spesso ridotte davanti a V, generando
approssimanti (buoni amici ["bj
a"t]) o cancellazione completa
(gli amici arrivano
[a"ta"rao
]).
 In generale, poiché i confini di parola non
hanno rilevanza fonologica, una stringa come
- "V##V- tende ad essere realizzata come
dittongo discendente: proprietà inalienabile
[rore"ta
alje"able], paltò
amaranto
[al1"taa"ra1to].
30
Troncamento
 Processo a base ritmica di cancellazione di V finale post-sonorante.
 Oggi il processo non è più produttivo: è testimoniato da un piccolo
numero di allomorfi lessicalizzati (buon, bel, quel): un buon(*o)
consiglio [u"bko"so], quel(*lo) giorno
["kel"doro], bel(*lo) cane
["bEl"kae].
 Oggi è produttivo in ST solo per /e/. Obbligatorio solo in sequenze
di infinito + enclitico (finir(*e)lo, condur(*re)ci), e nei nomi di titoli
professionali + Nome proprio (cf. dottor(*?e) Rossi) o entro
espressioni lessicalizzate (a maggior(*?e) ragione) e composti
frasali (calor(*?e) bianco).
 Facoltativo in pochissime forme verbali, come infiniti o il presente
3sg. di volere: cf. finir(e) male, vuol(e) partire. Nelle forme verbali
con sillaba finale ad attacco sonorante, il troncamento di /o/ nella
1p. e 3p. è produttivo in FI, ma sentito come arcaico, poetico in ST:
es. andiam(o) bene, ST [a1"djao"bEe]
vs. FI [a1"dja"bEe], van(no) bene, ST 31
["ao"bEe] vs. FI ["a
"bEe].
Dittongazione
 [E]  [jE]; []  [j]/in sillaba
tonica libera: il processo non è più attivo (es.
tiene ["tjEe], fuoco
["ko]).
32
Sillaba: coda
 Normalmente consiste di una di queste
consonanti: /r l N S/ (maiuscole=
neutralizzazione di luogo e sonorità).
 Oppure consiste della prima parte di una /C/ o
geminata 'intrinseca'.
 Altre possibilità solo nei prestiti, in genere
grecismi: cf. ritmo ["rt.o], nafta
["a.ta].
 Le code biconsonantiche sono rarissime e
limitate a cultismi, come transfrastico
/tras.rastko/.
 La prima parte di una geminata non può
appartenere a una coda complessa (perciò:
*/CyCx.Cx/).
33
Sillaba: attacco
 Se C+approssimante  /V.CjV/ e /V.CwV/.
 Le restrizioni per le combinazioni coda +
attacco, in particolare per palatali e affricate
sono illustrate nella tavola successiva:
34
Combinazioni coda + attacco



ts
dz
t
d
(-)
(-)
(-)
+
+
+
+
dar[]i
Gar[]ano
Mar[]ano
mar[ts]o
ar[dz]illo
mar[t]o
ar[d]ento
l_
-
-
-
+
+
+
+
mil[ts]a
el[dz]eviro
fal[t]e
al[d]ido
_
-
(-)
+
+
+
+
con[]o
can[ts]one
man[dz]o
pan[t]a
man[d]are
s_
-
-
-
-
-
-
r_
-
-
“(-)” = non produttivo; “+” = produttivo.
35
Commenti
 Nessuna palatale e affricata si trova dopo /s/.
 Dopo coda in sonorante tutte le affricate sono
permesse in attacco, mentre meno frequenti
sono in attacco le sonoranti palatali e //
(parole dotte, toponimi, confine postlessicale
di clitico).
36
Attacco complesso: ostruente +
approssimante o sonorante



ts
d
z
t
d
_j
-
-
-
+
-
-
-
_
(-)
(-)
-
(-)
(-)
fi[](u)olo
gra[](u)ola
la[t](u)olo
fa[d](u)olo
_r
-
-
-
-
-
-
-
_l
-
-
-
-
-
-
-
a[ts]ione
-
+
ca[ts]uol
a
“(-)” = non produttivo; “+” = produttivo.
37
Commenti
 Non tutte le combinazioni sono possibili: es. */tl/.
 Alcune combinazioni si trovano solo in prestiti dal
greco: es. tmesi ["tEz].
 La prima posizione può essere occupata dalla
seconda porzione di una C geminata (es. quat.tro).
 La prima posizione può essere occupata da alcune
C geminate intrinseche e affricate palatali: /ts/ +
ogni approssimante; /C+/ solo in arcaismi.
 In posizione iniziale si trovano nessi
triconsonantici: /s/ + nesso biconsonantico
ammesso (es. strada ["strada]).
38
Sillaba: nucleo
 V o dittongo.
 Dittonghi discendenti = Nucleo+Coda.
 Dittonghi ascendenti=Attacco+Nucleo (alcuni
nomi masch. inizianti in /jV/ o /V/
selezionano l’allomorfo preconson. dell’art.
def. lo/la/il : cf. lo iodio, lo iato, lo iettatore o il
whisky).
39
Risillabificazione
 I confini di morfema e parola non impongono
confine sillabico ( inglese e tedesco).
 Risillabificazione derivazionale: cf. inabile
[."a.b.le].
 Risillabificazione postlessicale: cf. con Alberto
[ko.al."bEr.to]. Con
prestiti in C finale  geminazione C finale e
ambisillabicità: cf. tram azzurro
["tra. a"dzuro],
sub atletico ["sub.
a"tlEtko], lapis appuntito
["las.
au"tto]. Nella varietà bassa
40
Nessi /s/+C  /s/.C
 Dati storici: la dittongazione in sillaba libera di
// e /E/ proto-romanzi non si verifica
davanti a questi nessi: tosto ["tsto],
vesti ["Est] vs. cuore
["kre], viene
["jEe].
 In posizione iniziale di parola, in italiano
antico c’è prostesi di /i/: con isforzo, in
Ispagna:  /s/ è in coda sillabica.
 In posizione iniziale di parola, seleziona l’art.
def. lo e non il, come le geminate
‘intrinseche’: cf. lo s.pa.ro, lo s.con.tro (cf. *il
.spa.ro ecc. ma il .trac.cia.to).
 In parole come paste, /a/ è breve  sillaba
41
Prosodia
 Lessicale: accento è distintivo: fatico
["atko], fatico [a"tko],
faticò [at"k] e si colloca su una delle
ultime 3 sillabe della parola. Nella flessione verbale,
si trova sulla quart’ultima nella 3 person pl. del
presente dei verbi a radice proparossitona: abitano
["abtao].
 Postlessicalmente: con verbi a clitici si può spostare
sulla quartultima e quintultima, poiché i clitici non
alterano la sua posizione: mandaglielo
["adaelo], telefonacelo
[te"lEoatelo].
 “Legge della penultima”: una penultima sillaba
implicata l’attrae ([ko"ato],
[es"Erto]), e questo vale anche per i nessi
interni /s/+C ([ko"osto]), che perciò
sono eterosillabici. Eccezioni nei prestiti antichi (es. 42
polizza ["ltsa] e mandorla
Accento secondario
 Non è distintivo. Ma a livello postlessicale si trovano
opposizioni come attàccapánni [a
taka"a] vs. attácca pánni
[a"taka"a].
 È determinato automaticamente nei composti
(àpriscátole, càpostazióne, tèmperamatíte): si trova
sulla sillaba originaria.
 Nei polisillabi semplici è mobile e dipende dal ritmo
intonativo: es. lubrificatoio può essere realizzata:
lubrìficatóio, lùbrificatóio, o, con enfasi, lùbrifìcatóio.
43
Ritmo
 Isosillabico: manca la riduzione della sillabe
atone (al massimo si ha centralizzazione []
del nucleo).
44
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Trascrizione