Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata
"Dalle Indicazioni Nazionali al curricolo di scuola»
24 FEBBRAIO 2015 - I.I.S. «Nitti» – Potenza
"Comunità professionale, Comunità di pratica,
Aula Magna I.I.S.formazione
“F.S. Nitti” in
Viaservizio"
Anzio
Documentazione,
D.T. Gerardo Antonio PINTO
Perché documentare
• In ogni professione esiste un “sapere teorico”
ed un “sapere pratico”
• Il “sapere teorico" è un sapere astratto,
"accademico"
• Il “sapere pratico” è tangibile, vivo, ricco,
prezioso
• Ma è anche "un sapere che rimane non saputo"
La documentazione / 1
• Necessità di attuare nella scuola una politica
«documentalistica» in grado di capitalizzare
ciò che si ha a disposizione a livello di
conoscenze, di materiali, di esperienze e di
risorse: un patrimonio a disposizione che
spesso, così come si presenta, rischia di
rimanere inaccessibile.
La documentazione / 2
La documentazione, non è un prodotto conclusivo,
che riassume a posteriori le vicende educative di un
gruppo, ma un processo che si sviluppa nel tempo,
in quanto segue le fasi di progettazione, diventando
una sorta di lente di ingrandimento su passaggi
fondamentali e su nodi concettuali che trasformano i
vissuti in un “accadere pedagogico”
La documentazione/ 3
• Si connota quale processo che concorre alla
costruzione sia delle identità professionali, sia di quelle
istituzionali.
• Può essere intesa quale memoria organizzata delle
esperienze che una scuola ha progettato e realizzato,
narrazione di storie collettive alle quali diversi soggetti
hanno preso parte e che continuano ad essere punti di
riferimento per ri-progettazioni e ri-formulazioni.
La documentazione / 4
• Si configura quale strumento per il confronto e
l’apprendimento di buone pratiche, “azione mentale”
capace di costruire una nuova conoscenza e non solo
come raccolta e catalogazione archivistica di
documenti
• E’ uno strumento per il confronto e l’apprendimento
delle migliori pratiche, per la diffusione di un
knowhow qualitativamente fondato
La documentazione /5
La documentazione educativa mette in evidenza ciò che
è significativo ed essenziale ed è strettamente
collegata al concetto di buone pratiche, vale a dire
tutto ciò che, all’interno di un determinato contesto,
consente il raggiungimento di un risultato atteso,
misurato nella sua efficienza ed efficacia e che può
essere assunto come modello generalizzato o
applicato ad altri contesti.
Come documentare /1
• Le modalità di documentazione sono molteplici (diari
di bordo, osservazioni, report, video, ecc.)
• Oggi si parla di documentazione multimediale o
addirittura crossmediale, mettendo l’accento sul
riflettere, sul comprendere, sul rielaborare, sul
generare nuovi saperi.
Report
Diario di
bordo
Video…
Come documentare
/2
• Utilizzare diversi tipi di codice (testuale, audiovisivo,
interattivo), coinvolgendo la parte cognitiva, affettiva
e relazionale del soggetto, avvalendosi delle nuove
tecnologie, dell’ipertesto e della navigazione per
obiettivi
• Non si documenta soltanto un prodotto, ma anche il
processo sottostante, le fasi in cui si è articolato un
determinato percorso
Documentare perché
• Perché al termine dell’esperienza le singole
istituzioni e le singole reti scolastiche possano
saperne di più e saper fare meglio
• Per restituire il valore aggiunto frutto della
formazione e della ricerca
• Perché l'esperienza diventi patrimonio comune e
contributo prezioso per la crescita del sistema
LE DOMANDE
• A che punto è la documentazione educativa e didattica in Italia, nella
nostra regione, nella nostra scuola?
• Perché gli insegnanti documentano poco il loro lavoro?
• Quali modalità organizzative possono favorire l’effettiva adozione di
un ciclo di progettazione, documentazione e ricerca?
Progettazione
curricolare
Documentazione
Valutazione
• Come dovrebbe essere un «sito ideale» dove cercare e
offrire materiale didattico?
• Quali sono le esperienze e i modelli di riferimento?
Alcune risposte… /1
• Generalmente la cultura della documentazione appare molto carente.
• Ci sono esperienze, variamente diffuse, di documentazione delle
cose agite (esperienze, attività…), molto meno sulla documentazione
della progettazione: curricoli, strumenti per la gestione del curricolo
e della didattica (piano di lavoro, unità di apprendimento, prove di
verifica…).
• Esistono lodevoli esperienze di siti istituzionali o anche individuali
(repository, blog, siti di dialogo, piattaforme e-learning) che però non
arrivano a fare sistema.
• Servirebbe un percorso formativo sulla documentazione non
solo come memoria, ma come condivisione e costruzione di percorsi
ripetibili
Alcune risposte /2
• Per scarsa consapevolezza del valore e del senso del
documentare
• Per mancanza di riflessione metacognitiva sul proprio lavoro
• Per poca pratica della rendicontazione e diffidenza verso la
valutazione
• Per resistenza alla esplicitazione del proprio agire "solo
nelle carte"
• Per poca familiarità e abilità nei riguardi dei protocolli della
progettazione e della valutazione
Modalità organizzative
• I docenti documentano spontaneamente il proprio lavoro se
ne comprendono il senso, l’intrinseca utilità, l’importanza
della condivisione.
• Ciò si realizza meglio attraverso attività formative, ad
esempio tramite percorsi di ricerca-azione in cui i
docenti sono guidati nel condividere un quadro di
riferimento comune, strumenti e attività, anche in modalità
miste (presenza e on line)
Come dovrebbe essere sito
• Ricchezza e proficuità di siti interattivi e piattaforme
strutturate per favorire comunità di apprendimento e di
pratiche
• Tali strumenti comunicativi devono essere moderati da figure
professionali che validino i materiali, controllino gli accessi,
medino i forum, ecc.
• Al momento il sito www.indicazioninazionali.it può essere
utilizzato per la condivisione di documenti, materiali, prodotti,
ma è a disposizione anche un sito regionale dove pubblicare
prodotti di scuole o reti di scuole validati dal gruppo di
coordinamento USR
LA COLLEGIALITA’
• Le possibilità di condivisione e di costruzione di percorsi
comuni documentati, aumenta nelle istituzioni a collegialità
più strutturata, dove si condivide una cultura
organizzativa, una consuetudine al confronto e una cultura
della corresponsabilità, della trasparenza e del
monitoraggio dei processi
• La struttura organizzativa per commissioni e dipartimenti
finalizzati aiuta questa leadership diffusa.
• Costruire Comunità di pratiche
PARTIRE DAL CURRICOLO
• E' fondamentale partire dalla costruzione del curricolo come
"progetto di scuola" che contiene, organizza, finalizza, tutte le
possibili attività e proposte che attualmente vengono definite
«progetti didattici»; anche le c.d. «educazioni» dovrebbero
rientrare dentro l’ordinarietà olistica di un curricolo
finalizzato allo sviluppo di competenze.
• Le competenze sono il fine, lo scopo, il significato del curricolo
e dell’intera azione didattica.
• La progettazione del curricolo e della didattica per competenze
richiedono alta strutturazione, documentazione e
comunicazione
Cosa può fare lo staff regionale
• Favorire la costituzione di reti di scuole per la costruzione di
strumenti per la progettazione e la gestione del curricolo;
• Coordinare e supportare il loro lavoro delle reti di scuole;
• Raccogliere e validare i materiali prodotti per la loro diffusione
• Favorire l’esercizio di una libertà di insegnamento collocata in un
quadro di responsabilità e progettualità condivisa, in relazione
con il diritto degli studenti ad apprendere
Implementazione delle I.N.
• Riorganizzazione del sistema di "governance" delle scuole
(introduzione di figure di sistema - "mentor" – e, magari,
estensione della figura dell’assistente tecnico anche nel
primo ciclo di istruzione)
• Utilizzo della valutazione di sistema, come strumento di
miglioramento del servizio
• Obbligatorietà della formazione da parte dei docenti su
tematiche definite come prioritarie dall’organizzazione
(art. 16, L. 128/2013).
Quale formazione
per le Indicazioni
Primo livello: Conoscere il documento, capire perché è stato
modificato, scoprire le valenze, contestualizzarlo …
Secondo livello: Approfondire le singole parti (specialmente
le discipline,) attraverso diverse tipologie di interventi
(gruppi di studio, presenza esperti, richieste consulenze,
applicazioni mirate in classe, ecc.).
Quale formazione
per le Indicazioni
Terzo livello
Percorsi di ricerca-azione su temi disciplinari
e/o trasversali (comunque sempre nell’ottica
dell’integrazione dei saperi)
Quale formazione
• Formazione per motivare i docenti e sostenerli
nel necessario adeguamento delle competenze
metodologiche e didattiche.
• Formazione come riflessione sugli aspetti
innovativi e socializzazione delle buone pratiche.
Le priorità
• Oggi la priorità è socializzare le soluzioni, le pratiche di
chi riesce a fare la differenza, creare circuiti professionali
di scambio e dar origine a nuove energie per affrontare le
nuove sfide
• L’interazione professionale, gli scambi tra docenti, il lavoro
comune attorno a un problema o un progetto sono i nuovi
terreni da predisporre e coltivare
Dall’aggiornamento
all’apprendimento professionale
L’aggiornamento come misura per insegnanti considerati
inadeguati o la partecipazione alla formazione come «conditio
sine qua non» per finalità di carriera, risultano inefficaci se
non collegati alla radice del problema che è quello di una
professionalità fatta di apprendimento continuo, di
responsabilità condivisa, di conoscenze partecipate e di
passione comune per il miglioramento!
Comunità professionale
dalle "INDICAZIONI"
"Al suo interno (della scuola) assume particolare rilievo
la “comunità professionale dei docenti” che,
valorizzando la libertà, l’iniziativa, e la collaborazione di
tutti, si impegna a riconoscere al proprio interno le
differenti capacità, sensibilità e competenze, a farle
agire in sinergia, a negoziare in modo proficuo le
diversità e gli eventuali conflitti per costruire un
progetto di scuola partendo dalle I. N.”
Comunità professionale
Il termine comunità di apprendimento professionale
definisce un gruppo scolastico composto da più componenti
uniti nell’impegno a realizzare il livello di apprendimento
migliore degli studenti. Essi condividono una visione, lavorano
e apprendono in modo collaborativo, visitano e conoscono le
altre classi e partecipano alle decisioni. Una comunità
professionale che apprende, migliora la vita professionale,
raccoglie più alti risultati degli studenti, promuove il
cambiamento e l’accetta come parte della vita della scuola.
PERCHE’ UNA
COMUNITA’ PROFESSIONALE
• cambiamento società;
• teorie apprendimento che suggeriscono processi e
pratiche più efficaci di insegnamento,
• aumento dispersione scolastica;
• perdita progressiva motivazione docenti e studenti
• elevare livelli apprendimento di fronte rapido
cambiamento;
• dare a tutti istruzione di qualità
• dare agli studenti un apprendimento significativo e non
inerte
FONDAMENTI E CONTENUTI DELLA
COMUNITA’ PROFESSIONALE
I partecipanti apprendono uno dall’altro
Uno con l’altro
Uno per l’altro
I docenti novizi imparano dai docenti esperti ma anche viceversa.
Condividono la conoscenza conseguita, l’entusiasmo, le sfide e i
vantaggi che il loro apprendimento produce.
• Una comunità professionale che apprende migliora la ricerca,
promuove il cambiamento, consegue risultati più elevati degli
studenti.
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COMUNITA’ PROFESSIONALE
• L’attività cognitiva si realizza attraverso interazioni
tra individui: è un processo intersoggettivo che è
socialmente organizzato e specifico di un contesto.
• Le azioni socialmente orientate sono: la
consultazione reciproca, la richiesta di aiuto, lo
scambio di informazioni e di saperi, il porre
questioni, l’avanzare domande, la discussione, la
negoziazione di significati condivisi.
COMUNITA’ PROFESSIONALE
La partecipazione degli insegnanti a una comunità
professionale di colleghi, che condividono le stesse
opinioni, ha un grande effetto sulla loro abilità di
conoscere meglio cosa fare in classe e di adattare le loro
strategie d’insegnamento per una soddisfazione più
efficace dei bisogni degli studenti. Dove questa collegialità
è alta, gli insegnanti hanno una visione più positiva
dell’insegnamento ed insegnano con più successo.
Le comunità di pratica
Sono gruppi di persone che condividono un interesse comune,
un set di problemi rispetto ad un certo argomento,
approfondiscono la conoscenza e la comprensione di questi
aspetti attraverso l’interazione e l’impegno reciproco.
La loro costituzione deriva dalla condivisione di un lavoro, un
problema, un interesse, ecc. che porta più individui al
confronto reciproco attraverso un interazione informale per
mezzo della quale ci si scambiano conoscenze per accrescere
il proprio livello di competenza
LA COMUNITA’ DI PRATICA
Indispensabili 3 dimensioni:
1) impegno reciproco (lavoro di “mantenimento” della comunità,
con attenzione alle diversità e alla parzialità del punto di vista,
nonché a tutte le ambivalenze della vita reale)
2) impresa comune (risultato di un processo collettivo di
negoziazione, con conseguente responsabilizzazione reciproca)
3) repertorio comune (routines, parole, strumenti, modi di
operare, storie, gesti, simboli, ecc.)
CONDIZIONI PER SVILUPPARE UNA
COMUNITA’ DI PRATICA PROFESSIONALE
Indispensabile un clima connotato da:
• fiducia, sicurezza, apertura (per poter affrontare
limiti e debolezze)
• rispetto e collaborazione (sentire di essere valorizzati
come persone e non usati per quel che serviamo)
• disponibilità a manifestare le proprie reazioni (non
trincerarsi dietro il silenzio perché troppo egocentrati)
"Educazione tra Pari“
È una strategia volta ad attivare un
processo spontaneo di passaggio di conoscenze,
di emozioni e di esperienze da parte di alcuni
membri di un gruppo ad altri membri di pari
status
Mette in moto un processo di comunicazione
globale, caratterizzato da un atteggiamento di
ricerca di autenticità e di sintonia tra i soggetti
coinvolti
A che punto siamo?
L'intenso lavoro che si sta realizzando anche nelle scuole del
1° ciclo di Basilicata, è un buon segnale e testimonia che nella
scuola c'è bisogno di formazione in servizio (senza troppe
generiche conferenze), di ricerca didattica (per lavorare
meglio in classe!), di confronto (per consolidare la pratica
del lavoro collaborativo:
la scuola è una comunità professionale!).
Ruolo dell'insegnante
• Non servono esecutori seriali ma buoni artigiani,
ovvero almeno un po’ artisti
• Quello del docente è un lavoro ad ampio spettro. Le
sue dimensioni sono definite da saperi (le
competenze culturali e didattiche), valori (le
responsabilità educative), riflessività (la
consapevolezza professionale).
L’insegnante "artigiano" /2
• Insegnare è espressione dell' "esserpresso", presso gli allievi ed anche presso i
colleghi, i libri, i laboratori e prevedere, per il
docente innanzitutto, l'accogliersi, l'approvarsi,
il riconoscersi come soggetto, come coautore
di un campo di eventi (le discipline come
officine di senso).
L’insegnante "artigiano" /3
• Pur con tutte le difficoltà del tempo presente, nella
scuola abbiamo ragioni e forze che ci permettono di
sperare. (La buona scuola per molti aspetti c’è già..)
• L’insegnante fa vivere una tradizione rinnovandola. Per
questo lo sguardo dei docenti deve essere non quello
“dell’impiegato di concetto” ma quello del Maestro/a,
ovvero sguardo libero, lungo, disteso, largo,
profondo.
Il «contagio professionale»
• Per conquistare l’attenzione di colleghi più restii a
mettersi in gioco, nelle scuole sarebbe bello
cominciasse a circolare la notizia che
"cambiare la didattica è possibile!"
• Ancora meglio sarebbe poter dire:
“E’ possibile, venite a vedere”.
Parola d’ordine, quindi: Continuare…..
• Per dare continuità all’azione intrapresa (non c’è niente di
concluso, di definitivo……)
• Nonostante le ristrettezze finanziarie che vedono la
formazione dei docenti ridotta al lumicino, il MIUR ha deciso
di rifinanziare le reti di scuole (C.M. 49/'14)
• Perché serve il tempo per sviluppare, fare proprie,
discutere e mettere in pratica le
Indicazioni 2012
Oggi pomeriggio
racconteremo storie …
•
•
•
•
•
•
di didattica,
di cosa è successo in classe,
di cosa è stato fatto,
di cosa si pensava mentre succedeva,
di emozioni,
di documentazione didattica, nella consapevolezza
che…………..
Grazie per l’attenzione
[email protected]
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
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