Il merito creditizio
Giuseppe Squeo
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Il rischio di credito
Il rischio di credito consiste consiste nell’eventualità:
• che alle scadenze previste dal contratto il cliente
finanziato si riveli insolvente in misura totale o parziale,
per quanto riguarda il rimborso del capitale e/o il
pagamento degli interessi maturati;
• che si modifichi (in meglio o in peggio) il suo merito
creditizio senza scivolare in situazioni di insolvenza (nei
rating: downgrading se peggiora o upgrading se
migliora ).
2
La politica dei prestiti
attuata in termini dinamici sull’insieme delle
posizioni di portafoglio assunte con riferimento a
a) dimensione
c) criteri
valutazione
b) composizione
portafoglio
prestiti
3
a) la dimensione del portafoglio prestiti
In termini dinamici significa individuare il tasso di
sviluppo desiderato dei prestiti in essere. Ne deriva
•Limite
individuale
•Importo max
•Livello rischio max.
•Rendimento min.
•Limite
collettivo
•Coefficienti
patrimoniali
•Dinamica di sviluppo
preventivata. Politica
Aggressiva
Mantenimento
quota mercato
Mantenimento
livello di rischio
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b) la composizione del portafoglio prestiti
realizzata con tecniche di frazionamento
settoriale
territoriale
dimensionale
Minimizzare gli effetti di una crisi
settoriale o territoriale.
Minimizzare gli effetti della crisi di una
singola posizione.
tipologia operazioni
Min
rischio
sistemico
Min
rischio
individuale
Evitare un eccessivo
immobilizzo del portafoglio.
Min
rischio
liquidità
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c) la valutazione del merito creditizio
Valutazione della capacità di rimborso dei soggetti
richiedenti credito e la verifica delle compatibilità
esistenti tra le singole richieste e le scelte riguardanti la
dimensione e la composizione del portafoglio prestiti.
6
La valutazione del merito creditizio (2)
•
•
•
•
•
L’affidamento di una unità economica comporta l’attuazione di un
processo volto a:
conoscere il cliente (capacità morali e manageriali);
valutarne la situazione reddituale in funzione della validità attuale
e prospettica;
definirne il fabbisogno finanziario;
conferire un pacchetto di opzioni creditizie adeguate al suo
fabbisogno finanziario e determinarne i riskcost;
monitorare l’evoluzione economica del cliente e l’utilizzo della
linea di affidamento.
Ogni fase appresso indicata è propedeutica alla successiva per
cui il venir meno di una di esse interrompe l’intero processo.
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La valutazione del merito creditizio: fasi
ricerca
selezione
concessione
monitoraggio
Cercare clienti
potenzialmente interessanti
1) correttezza commerciale
2) capacità di generare
flussi di cassa netti
disponibili per rimborso
Definizione:
• linea di credito
• tassi e condizioni
1) impresa-mercato
2) utilizzo affidamento
3) anomalie andamentali
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La valutazione del merito creditizio (4)
1
Ricerca di
nuovi clienti
richiedenti
2
Raccolta e analisi
delle informazioni
4
Selezione richieste
in base a criteri
accettati
5
Definizione profilo
tecnico-contrattuale
dei finanziamenti
Concessione
e utilizzo
3
Valutazione
dei risultati
delle analisi
6
Negoziazione con
il cliente e contrattualizzazione
Monitoraggio
Rinegoziazione
Revoca/recupero
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Ricerca di nuovi clienti richiedenti
• Fase in cui si attingono una serie di informazioni su
potenziali clienti al fine di predefinirne la potenziale
selettibilità.
• Notevole importanza ha in questa fase la capacità di poter
disporre dei bilanci delle principali aziende operanti
nell’area di interesse della banca.
• Ciò in quanto l’analisi di bilancio può già dare utili
indicazioni sulla qualità del cliente potenziale.
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Raccolta e ricerca delle informazioni
• La
disponibilità
di
informazioni
sull’azienda,
sull’imprenditore, sui progetti e sull’andamento del settore e
dell’area di appartenenza è fondamentale per poter effettuare
una buona valutazione del merito creditizio.
• L’esattezza dei dati rilevati e delle dichiarazioni rilasciate dal
cliente è fondamentale per la qualità dell’informazione. Solo
da buone informazioni potranno ottenersi
buone
valutazioni.
• Le informazioni saranno attinte sia all’interno dell’azienda sia
al suo esterno. Saranno utilizzate sia le informazioni ufficiali
sia quelle riservate.
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Fonti informative
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Iscrizione a CCIAA
Proprietà immobiliari
Poteri di firma
Stato civile e regime patrimoniale individuale
Movimentazione e utilizzo rapporto bancario (c/c, assegni della
clientela, etc.)
Qualità portafoglio bancario
Bollettino protesti
Centrale rischi
Visite aziendali e colloqui
Analisi settore
Programmi di sviluppo
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La centrale dei rischi
• Istituita nel 1962, presso la Banca d’Italia, è una struttura alla quale
le banche sono tenute a comunicare i crediti accordati e i relativi
utilizzi. A sua volta tale struttura rende disponibili tali informazioni
per ogni nominativo segnalato fornendo l’importo globale accordato
per tipologia di credito e il relativo utilizzato, senza indicazione della
banca affidante.
• Essa permette quindi di conoscere la posizione di rischio globale del
cliente.
• Vanno censiti i rapporti superiori a 75.000 euro di affidamento.
• Vengono segnalati:
–
–
–
–
–
Affidamenti;
Utilizzi;
Sconfinamenti
Sofferenze
Garanzie.
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Valutazione dei risultati delle analisi
•
•
•
•
Questa è la fase di elaborazione delle informazioni ottenute, volta:
a definire lo scenario di base in cui collocare le prospettive
aziendali, la sua organizzazione e la qualità dell’azienda attuale e
prospettica.
all’utilizzo di tecniche di analisi quantitative di tipo consuntivo o
previsionale con l’uso indicatori di sintesi (analisi per indici, credit
scoring, sistemi esperti, reti neurali).
I metodi di elaborazione possono essere:
statico – patrimoniali, valutazione tra capacità di rimborso e
patrimonio del cliente, per stabilire le eventuali garanzie collaterali
che dovranno accompagnare il fido.
dinamico – reddituali, volti a definire la capacità del richiedente
di generare i flussi reddituali-monetari necessari a predisporre le
fonti di rimborso del prestito.
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Analisi dinamico-reddituale
Tutela da rischio
di credito
Tutela da rischio
di liquidità
bisogno
indicatori
Reddituali
•risultato operativo
•reddito netto
Liquidità aziendale
•flussi di cassa
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Analisi
Settoriale
a) Situazione generale del settore; b) Struttura settore;
c) Concorrenza e quote di mercato; d) Fatturato;
e) Analisi della rete distributiva; f) Politiche di marketing;
g) Previsioni settoriali.
Aziendale
a) Struttura organizzativa; b) Qualità management;
c) Struttura produttiva, d) Struttura logistica (approvvigionamento, Scorte,
vendite);
e) Posizione concorrenziale nel settore; f) I programmi;
g) Le previsioni aziendali
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Le prospettive dell’azienda
•
•
•
•
In chiave dinamica è importante valutare :
i programmi aziendali;
– investimenti
– obiettivi di mercato
la possibile dinamica del settore;
la proiezione della dinamica aziendale;
la redditività aggiuntiva.
Ciò comporta la valutazione;
• dei processi produttivi e commerciali;
• delle tecniche e delle risorse attivate per la realizzazione dei processi
suddetti;
• dell’equilibrio finanziario attuale e prospettico dell’azienda;
• della compatibilità delle scelte che si intendono operare con l’analisi
dell’evoluzione esterna generale, settoriale e territoriale.
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Valutazione dei risultati delle analisi
• Si hanno ora tutti gli elementi soggettivi ed oggettivi per
valutare l‘azienda, per cosa è oggi e per le sue prospettive.
• Si tratta di esprimere un giudizio sintetico e di delineare il
fabbisogno finanziario dell’azienda.
• Vi sono delle tecniche di definizione automatica della
valutazione del merito creditizio:
– il credit scoring
– i sistemi esperti
– i rating interni.
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Alcuni indici di bilancio
Quoziente di liquidità
• Rapporto corrente: attività correnti/passività correnti
• Prova acida: (attività correnti-scorte)/(passività correnti)
Quozienti impiego attività:
• Tasso rotazione capitale investito (vendite)/(capitale investito)
• Tasso rotazione capitale esercizio (vendite)/(attività correnti)
• Tasso rotazione scorte (vendite)/(scorte)
Quoziente di indebitamento (capitale investito/capitale netto)
Quozienti di redditività
• Roe = (utile netto)/(patrimonio)
• Roa = (utile netto)/(totale attivo)
• Ros = (reddito operativo)/(fatturato)
• Roi = (reddito operativo)/(capitale investito)
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I metodi di valutazione automatici
• Credit scoring. Tecnica statistica con cui si cerca una funzione
discriminante in grado di definire la qualità dell’impresa in base al bilancio
della stessa.
Con tecniche di analisi discriminante vengono cercati i rapporti di bilancio
che meglio separano le imprese buone da quelle cattive. Quindi si crea in
base alla funzione discriminante una sorta di scala termometrica con cui si
misura lo stato di salute dell’azienda espresso, come per i termometri, con
dei valori numerici. Trovata la funzione discriminante basta inserire per
ogni azienda gli indicatori di bilancio richiesti che si ottiene il giudizio
sull’impresa.
• Sistema esperto.Tecnica automatica di valutazione del merito creditizio.
Associa alle indicazioni generali riguardanti i settori di attività economica,
il territorio di riferimento, la dimensione dell’impresa le altre informazioni
necessarie a confrontare l’azienda con il mercato e con la propria
situazione di bilancio, definendo un giudizio automatico sull’impresa.
I giudizi del valutatore possono essere anche discordanti con quelli di
queste tecniche, in tal caso diventa importante motivare la diversa scelta
proposta. Infatti, non necessariamente c’è un errore di valutazione ma vi
possono essere motivazioni non inserite nei programmi automatici. 20
Definizione dei profili dei finanziamenti
•
•
•
•
•
•
Accertata la qualità dell’impresa, diventa importante definirne il
fabbisogno complessivo e le linee di credito corrispettive.
Infatti, si potrà stabilire un affidamento:
a breve, sotto forma di apercredito e/o sconto commerciale, per
consentire anticipi commerciali ed elasticità di cassa;
a medio-lungo per finanziare gli investimenti e le giacenze di scorte;
in valuta per supportare le necessità legate all’attività di import-export
dell’impresa;
non per cassa, concedendo garanzie.
La linea di affidamento, unitamente alle condizioni (costi ed eventuali
garanzie) va contrattata con il cliente. Diventa molto importante ben
definire il rischio associabile al cliente in quanto da questo dipende:
il costo dell’operazione, che aumenterà in funzione del livello del
rischio;
la richiesta di eventuali garanzie collaterali.
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Il ruolo della banca nel finanziamento
dell’impresa
non
smobilizzo
cartolariz
-zazione
smobilizzo
sconto
factoring
Attivo
Imm.ni mat.
Imm.ni imm.
Imm.ni fin
Mat. Prime
Semilav.
Prod. finiti
Titoli
Crediti
Cassa
Altre
Anticipi
su fattura
(cessione)
Passivo
Cap. sociale
Utili
Riserve
Fondi
Titoli
Debiti m-l
Debiti breve
Debiti comm.
Altre
Imp. e rischi
prestito
titoli
Apercredito
mutuo
Sbf
anticipazione
pct,
riporto
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Il monitoraggio e la revisione
• Una volta concesso il credito diventa importantissimo
il monitoraggio del cliente. Sia per verificare se
realizza i progetti presentati sia per osservare il
corretto utilizzo del fido accordato.
• Importanti le forme di monitoraggio per anomalie
andamentali.
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Il monitoraggio
La quarta fase della procedura di affidamento è quella relativa al controllo
effettuato sull’affidato.
E’ questa una fase molto importante, in quanto la situazione di base rispetto
alla quale è stato deciso l’affidamento può mutare in meglio o in peggio e
per una serie di ragioni di mercato o riconducibili all’attività dell’affidato.
Il monitoraggio può essere attuato :
 in via diretta:
 con l’osservazione dei movimenti collegati al rapporto di clientela
(versamenti, prelevamenti, profilo della curva di utilizzo del fido);
 con colloqui che la relazione di clientela rende possibili tra il personale
della banca ed il cliente;
 meccanicamente, sfruttando le procedure automatizzate che consentono di
definire:
 uno score di anomalia;
 la stesura di elenchi dei correntisti che hanno sconfinato.
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Il monitoraggio: i movimenti di c/c
Soprattutto se il cliente ha una sola banca di riferimento, i movimenti
transitati sul c/c finiscono per coincidere con il sistema dei
pagamenti dell’azienda.
I versamenti effettuati sono normalmente osserai per la negvati nella
filiale, per cui dall’andamento dei versamenti nel tempo e nell’analisi
quotidiana collegata alla loro negoziazione, si ha un continuo
monitoraggio della capacità di stare sul mercato dell’azienda.
Allo stesso tempo i prelevamenti definiscono gli impegni della detta
azienda, soprattutto quando il cliente è in tensione di liquidità tali
assegni vengono analizzati giornalmente anche per sollecitare il
cliente, ove ne fosse il bisogno ad anticipare i versamenti, per evitare
di sconfinare.
L’esperienza e la conoscenza giornaliera dei movimenti aziendali, da
parte del responsabile bancario, costituiscono una prima efficace
azione di monitoraggio.
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Il monitoraggio: i colloqui
Il rapporto di clientela consente poi, in occasione delle operazioni
effettuate e dei frequenti colloqui telefonici che intercorrono tra
azienda affidata e banca, di venire a conoscenza di tutta una serie di
fatti aziendali.
E’ frequente il caso del cliente che confida i propri piani per il
futuro, che commenti l’andamento del mercato o che si lamenti di
eventuali tensioni della propria tesoreria.
Questi colloqui sono importanti non solo per conoscere le novità,
ma anche per avere in via informale ed amichevole spiegazioni su
situazioni non coerenti con un andamento ottimale del profilo di
liquidità o di utilizzo del fido.
Ancor più sono importanti questi colloqui, quando il cliente
attraversa fasi di tensione della liquidità aziendale.
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Il monitoraggio: gli sconfinamenti
Lo sconfinamento si realizza quando un cliente preleva più di
quanto dispone sul c/c. Ciò può avvenire sia in presenza di un
affidamento, quando si va oltre il limite massimo del fido
concesso, sia quando in assenza di fido si va a debito contabile.
Poiché lo sconfinamento è una situazione anomala, esso
costituisce un importante sintomo di una situazione che si va
degenerando.
Ovviamente, lo sconfinamento si può avere anche in una
situazione non tesa, per tutta una serie di ragioni come un certo
disordine contabile, un accavallarsi di scadenze non tutte previste
e prevedibili, un mancato o ritardato introito del cliente che gli ha
creato problemi di liquidità, etc.
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Il monitoraggio: le anomalie andamentali
Questo metodo di monitoraggio si basa su due principi:
• lo sfruttamento di tutte le informazioni desumibile dal rapporto
bancario e dalla centrale dei rischi;
• l’applicazione di una metodologia che trasforma le informazioni
ottenute in un punteggio (score), che definisce lo stato di salute
dell’impresa.
Infatti, il grande vantaggio di questo metodo è quello di consentire
la classificazione delle imprese affidate in classi di rischio fatte in
funzione delle anomalie andamentali.
E’ questo un risultato notevole, poiché non consente di selezionare
i clienti potenzialmente insolventi, ma riesce a rilevare anche i
movimenti tra le varie classi di rischio in cui sono stati classificati i
clienti.
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Le anomalie andamentali: lo score
a)
b)
c)
d)
La costruzione dello score sostanzialmente è semplice in quanto si
tratta:
di rilevare le situazioni di anomalia che il rapporto di clientela o
l’osservazione della centrale dei bilanci fornisce;
assegnare ad ogni anomalia un peso in funzionne della gravità e
della frequenza con cui si manifesta;
calcolare la media ponderata o, con algoritmi simili ma più
complessi, uno score baricentico;
assegnare la posizione in funzione del livello del punteggio alla
relativa classe.
Ovviamente, più complesso è il metodo di definizione dell’intera
operazione, si tratta infatti di definire una funzione discriminate
(media baricentrica) e le classi di rischio, creando una sorta di
scala termometrica, con la definizione delle classi sane e delle
altre.
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La matrice rischio-rendimento
Definisce la ripartizione degli impieghi in base alla classe di
rischio e di rendimento presentato dai singoli prestiti.
r
i
s
c
h
i
o
Area di rischio
golden
white
normal
grey
black
incaglio
totale
rend.to medio
sotto
prime
*
prime
sopra
prime
*
*
Area a minore
rendimento
medio
sopra
medio
top
rate
totale
Area a rischio
concorrenza
*
*
*
rendimento
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La revoca
La revoca del fido viene operata allorquando la banca, in base alle
informazioni disponibili, ritiene non più rimediabile una situazione di
illiquidità grave o che si va aggravando di una propria affidata, per cui
avvia gli atti per il blocco del fido utilizzato ed il suo successivo recupero.
Essenzialmente, questa operazione dovrebbe essere fatta prima che
l’impresa utilizzi al massimo il fido concesso, ma anche in sicurezza della
sua situazione non più sanabile.
Lo strumento legale con il quale si avviano gli atti di interruzione del
rapporto e di recupero del credito si chiama “perentorio”, atto con cui la
banca comunica al cliente l’interruzione del rapporto, con il blocco del fido
e la richiesta di rientrare nel fido ottenuto in un certo lasso di tempo. Il
cliente nel termine perentorio dovrebbe versare ed azzerare il proprio
debito, ove non si trova un accordo di rientro (un piano di rateizzazione e
presentazione di apposite garanzie) si avvia il contenzioso e il passaggio a
sofferenze dei crediti verso il cliente.
Iniziano così le azioni legali di recupero del credito o come avviene sempre
più frequentemente la cessione insieme ad altri “bad credit” a società
specializzate nel recupero del credito.
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Lezione 9 - Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali