Il rischio, il monitoraggio ed il
recupero del credito
Giuseppe Squeo
1
Il rischio di credito
consiste nell’eventualità che alle
scadenze previste dal contratto il
cliente finanziato si riveli insolvente
in misura totale o parziale, per
quanto riguarda il rimborso del
capitale e/o il pagamento degli
interessi maturati.
2
Nella lettura della definizione si riscontra
•Il rispetto della scadenza contrattuale, per cui
non possono essere effettuate azioni di
recupero prima di questo termine.
•L’indeterminazione della perdita fino a
quanto non vengono definitivamente chiuse le
azioni di recupero.
•La perdita può riguardare sia il capitale
investito, sia gli interessi.
3
E’ un rischio collegati agli impieghi
regolamento
liquidità
Impieghi
mercato
patrimoniale
controparte
reddituale
tasso
Inflazione
cambio
prezzo
4
La politica dei prestiti
attuata in termini dinamici sull’insieme delle
posizioni di portafoglio assunte con riferimento a
a) dimensione
c) criteri
valutazione
b) composizione
portafoglio
prestiti
5
a) la dimensione del portafoglio prestiti
In termini dinamici significa individuare il tasso di
sviluppo desiderato dei prestiti in essere. Ne deriva
•Limite
individuale
•Importo max
•Livello rischio max.
•Rendimento min.
•Limite
collettivo
•Coefficienti
patrimoniali
•Dinamica di sviluppo
preventivata. Politica
Aggressiva
Mantenimento
quota mercato
Mantenimento
livello di rischio
6
b) la composizione del portafoglio prestiti
realizzata con tecniche di frazionamento
settoriale
territoriale
dimensionale
Minimizzare gli effetti di una crisi
settoriale o territoriale.
Minimizzare gli effetti della crisi di una
singola posizione.
tipologia operazioni
Min
rischio
sistemico
Min
rischio
individuale
Evitare un eccessivo
immobilizzo del portafoglio.
Min
rischio
liquidità
7
c) la valutazione del merito creditizio
Valutazione della capacità di rimborso
dei soggetti richiedenti credito e la
verifica delle compatibilità esistenti tra
le singole richieste e le scelte
riguardanti la dimensione e la
composizione del portafoglio prestiti.
8
La valutazione del merito creditizio (2)
•
•
•
•
•
L’affidamento di una unità economica comporta
l’attuazione di un processo volto a:
conoscere il cliente (capacità morali e manageriali);
valutarne la situazione reddituale in funzione della
validità attuale e prospettica;
definirne il fabbisogno finanziario;
conferire un pacchetto di opzioni creditizie adeguate al
suo fabbisogno finanziario;
monitorare l’evoluzione economica del cliente e
l’utilizzo della linea di affidamento.
Ogni fase appresso indicata è propedeutica alla
successiva per cui il venir meno di una di esse interrompe
l’intero processo.
9
La valutazione del merito creditizio (3)
selezione
concessione
monitoraggio
1) correttezza commerciale
2) capacità di generare
flussi di cassa netti
disponibili per rimborso
Linea di credito
• a breve
• a medio-lungo
Tassi e condizioni
1) impresa-mercato
2) utilizzo affidamento
3) anomalie andamentali
10
La valutazione del merito creditizio (4)
1
Ricerca di
nuovi clienti
richiedenti
2
Raccolta e analisi
delle informazioni
4
Selezione richieste
in base a criteri
accettati
5
Definizione profilo
tecnico-contrattuale
dei finanziamenti
Concessione
e utilizzo
3
Valutazione
dei risultati
delle analisi
6
Negoziazione con
il cliente e contrattualizzazione
Monitoraggio
Rinegoziazione
Revoca/recupero
11
Ricerca di nuovi clienti richiedenti
• Fase in cui si attingono una serie di informazioni
su potenziali clienti al fine di predefinirne la
potenziale selettibilità.
• Notevole importanza ha in questa fase la capacità
di poter disporre dei bilanci delle principali
aziende operanti nell’area di interesse della
banca.
• Ciò in quanto l’analisi di bilancio può già dare
utili indicazioni sulla qualità del cliente
potenziale.
12
Raccolta e ricerca delle informazioni
• La disponibilità di informazioni sull’azienda,
sull’imprenditore, sui progetti e sull’andamento del
settore e dell’area di appartenenza è fondamentale per
poter effettuare una buona valutazione del merito
creditizio.
• L’esattezza dei dati rilevati e delle dichiarazioni
rilasciate dal cliente è fondamentale per la qualità
dell’informazione. Solo da buone informazioni
potranno ottenersi buone valutazioni.
• Le informazioni saranno attinte sia all’interno
dell’azienda sia al suo esterno. Saranno utilizzate sia le
informazioni ufficiali sia quelle riservate.
13
Fonti informative
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Iscrizione a CCIAA
Proprietà immobiliari
Poteri di firma
Stato civile e regime patrimoniale individuale
Movimentazione e utilizzo rapporto bancario (c/c, assegni della
clientela, etc.)
Qualità portafoglio bancario
Bollettino protesti
Centrale rischi
Visite aziendali e colloqui
Analisi settore
Programmi di sviluppo
14
La centrale dei rischi
• Istituita nel 1962, presso la Banca d’Italia, è una
struttura alla quale le banche sono tenute a
comunicare i crediti accordati e i relativi utilizzi.
A sua volta tale struttura rende disponibili tali
informazioni per ogni nominativo segnalato
fornendo l’importo globale accordato per
tipologia di credito e il relativo utilizzato, senza
indicazione della banca affidante.
• Essa permette quindi di conoscere la posizione
di rischio globale del cliente.
15
La centrale dei rischi (2)
•
•
•
•
•
Vanno censiti i rapporti superiori a 150
milioni di affidamento.
Vengono segnalati:
Affidamenti;
Utilizzi;
Sconfinamenti
Sofferenze
Garanzie.
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Valutazione dei risultati delle analisi
Questa è la fase di elaborazione delle
informazioni ottenute, volta:
• a definire lo scenario di base in cui collocare le
le prospettive aziendali, la sua organizzazione e
la qualità dell’azienda attuale e prospettica.
• all’utilizzo di tecniche di analisi quantitative di
tipo consuntivo o previsionale con l’uso
indicatori di sintesi (analisi per indici, credit
scoring, sistemi esperti, reti neurali).
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I criteri di analisi
• Statico – patrimoniali, valutazione tra capacità di
rimborso e patrimonio del cliente, per stabilire le
eventuali garanzie collaterali che dovranno
accompagnare il fido.
• Dinamico – reddituali, volti a definire la capacità
del richiedente di generare i flussi redditualimonetari necessari a predisporre le fonti di
rimborso del prestito.
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Analisi dinamico-reddituale
Tutela da rischio
di credito
Tutela da rischio
di liquidità
indicatori
Reddituali
•risultato operativo
•reddito netto
Liquidità aziendale
•flussi di cassa
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Analisi settore
•
•
•
•
•
•
•
Situazione generale del settore
Struttura settore
Concorrenza e quote di mercato
Fatturato
Analisi della rete distributiva
Politiche di marketing
Previsioni settoriali
20
Valutazione dell’azienda
•
•
•
•
Struttura organizzativa
Qualità management
Struttura produttiva
Struttura logistica
– Approvvigionamento
– Scorte
– Vendite
• Posizione concorrenziale nel settore
• I programmi
• Le previsioni aziendali
21
Le prospettive dell’azienda
In chiave dinamica è importante valutare :
• i programmi aziendali;
– investimenti
– obiettivi di mercato
• la possibile dinamica del settore;
• la proiezione della dinamica aziendale;
• la redditività aggiuntiva.
22
.. ciò comporta la valutazione
• dei processi produttivi e commerciali;
• delle tecniche e delle risorse attivate per la
realizzazione dei processi suddetti;
• dell’equilibrio finanziario attuale e
prospettico dell’azienda;
• della compatibilità delle scelte che si
intendono operare con l’analisi
dell’evoluzione esterna generale, settoriale e
territoriale.
23
Valutazione dei risultati delle analisi (2)
• Si hanno ora tutti gli elementi soggettivi ed
oggettivi per valutare l‘azienda, per cosa è oggi
e per le sue prospettive.
• Si tratta di esprimere un giudizio sintetico e di
delineare il fabbisogno finanziario dell’azienda.
• Vi sono delle tecniche di definizione automatica
della valutazione del merito creditizio:
– credit scoring
– sistemi esperti.
24
Alcuni indici di bilancio
Quoziente di liquidità
• Rapporto corrente: attività correnti/passività correnti
• Prova acida: (attività correnti-scorte)/(passività correnti)
Quozienti impiego attività:
• Tasso rotazione capitale investito (vendite)/(capitale investito)
• Tasso rotazione capitale esercizio (vendite)/(attività correnti)
• Tasso rotazione scorte (vendite)/(scorte)
Quoziente di indebitamento (capitale investito/capitale netto)
Quozienti di redditività
• Roe = (utile netto)/(patrimonio)
• Roa = (utile netto)/(totale attivo)
• Ros = (reddito operativo)/(fatturato)
• Roi = (reddito operativo)/(capitale investito)
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Credit scoring
• Tecnica statistica con cui si cerca una funzione
discriminante in grado di definire la qualità
dell’impresa in base al bilancio della stessa.
• Con tecniche di analisi discriminante vengono
cercati i rapporti di bilancio che meglio separano
le imprese buone da quelle cattive.
• Quindi si crea in base alla funzione discriminante
una sorta di scala termometrica con cui si misura
lo stato di salute dell’azienda espresso, come per i
termometri, con dei valori numerici.
• Trovata la funzione discriminante basta inserire
per ogni azienda gli indicatori di bilancio richiesti
che si ottiene il giudizio sull’impresa.
26
Sistema esperto
Tecnica automatica di valutazione del merito creditizio,
basata non solo sulle analisi del tipo credit scoring. Ma
associando a queste indicazioni generali riguardanti i
settori di attività economica, il territorio di riferimento,
la dimensione dell’impresa e tutte le altre informazioni
necessarie a confrontare l’azienda con il mercato e con
la propria situazione di bilancio.
I giudizi del valutatore possono essere anche
discordanti con quelli di queste tecniche, in tal caso
diventa importante motivare la diversa scelta proposta.
Infatti, non necessariamente c’è un errore ma vi
possono essere motivazioni non inserite nei programmi
automatici.
27
Definizione dei profili dei finanziamenti
•
•
•
•
Accertata la qualità dell’impresa, diventa
importante definirne il fabbisogno complessivo e
le linee di credito corrispettive.
Infatti, si potrà stabilire un affidamento:
a breve, sotto forma di apercredito e/o sconto
commerciale, per consentire anticipi commerciali
ed elasticità di cassa;
a medio-lungo per finanziare gli investimenti e le
giacenze di scorte;
in valuta per supportare le necessità legate
all’attività di import-export dell’impresa;
non per cassa, concedendo garanzie.
28
Definizione dei profili dei finanziamenti (2)
Ovviamente, questa linea di affidamento,
unitamente alle condizioni (costi ed eventuali
garanzie) vanno contrattate con il cliente.
Diventa molto importante ben definire il rischio
associabile al cliente in quanto da questo
dipende:
• il costo dell’operazione, che aumenterà in
funzione del livello del rischio;
• la richiesta di eventuali garanzie collaterali.
29
Il monitoraggio e la revisione
• Una volta concesso il credito diventa
importantissimo il monitoraggio del cliente.
Sia per verificare se realizza i progetti
presentati sia per osservare il corretto
utilizzo del fido accordato.
• Importanti le forme di monitoraggio per
anomalie andamentali.
• Sul controllo del rischio di credito vi
saranno nelle prossime lezioni ulteriori
interventi.
30
Il monitoraggio
La terza fase della procedura di affidamento è quella relativa
al controllo effettuato sull’affidato.
E’ questa una fase molto importante, in quanto la situazione di
base rispetto alla quale è stato deciso l’affidamento può
mutare in meglio o in peggio e per una serie di ragioni di
mercato o riconducibili all’attività dell’affidato.
Ad esempio, una azienda che è stata affidata in una situazione
incerta di mercato, può decidere nuove strategie che la
rilanciano su mercati di sbocco diversi; in tal caso si assiste ad
un miglioramento.
Al contrario un peggioramento congiunturale può innescare
un processo di illiquidità aziendale crescente, che può
aumentare il rischio di credito o portare direttamente ad una
situazione di insolvenza.
31
Il monitoraggio (2)
Il monitoraggio può essere attuato grazie alle informazioni
fornite dal rapporto di clientela instaurato con il cliente:
 in via diretta:
con l’osservazione dei versamenti, prelevamenti effettuati
nel rapporto di c/c e nel profilo della curva di utilizzo del
fido;
con colloqui che la relazione di clientela rende possibili tra
il personale della banca ed il cliente;
 meccanicamente, sfruttando le procedure automatizzate che
consentono di definire:
uno score di anomalia;
la stesura di elenchi dei correntisti che hanno sconfinato.
32
Il monitoraggio: i movimenti di c/c
Soprattutto se il cliente ha una sola banca di riferimento i
movimenti transitati sul c/c finiscono per coincidere con il
sistema dei pagamenti dell’azienda.
I versamenti effettuati sono normalmente autorizzati per la
negoziazione dal funzionario responsabile, per cui
dall’andamento dei versamenti nel tempo e nell’analisi
quotidiana collegata alla loro negoziazione, si ha un continuo
monitoraggio della capacità di stare sul mercato dell’azienda.
Allo stesso tempo i prelevamenti definiscono gli impegni della
detta azienda, soprattutto quando il cliente è in tensione di
liquidità tali assegni vengono analizzati giornalmente anche
per sollecitare il cliente, ove ne fosse il bisogno ad anticipare i
versamenti, per evitare di sconfinare.
L’esperienza e la conoscenza giornaliera dei movimenti
aziendali, da parte del responsabile bancario, costituiscono
33
una prima efficace azione di monitoraggio.
Il monitoraggio: i colloqui
Il rapporto di clientela consente poi, in occasione delle
operazioni effettuate e dei frequenti colloqui telefonici che
intercorrono tra azienda affidata e banca, di venire a
conoscenza di tutta una serie di fatti aziendali.
E’ frequente il caso del cliente che confida i propri piani per il
futuro, che commenti l’andamento del mercato o che si
lamenti di eventuali tensioni della propria tesoreria.
Questi colloqui sono importanti non solo per conoscere le
novità, ma anche per avere in via informale ed amichevole
spiegazioni su situazioni non coerenti con un andamento
ottimale del profilo di liquidità o di utilizzo del fido.
Ancor più sono importanti questi colloqui, quando il cliente
attraversa fasi di tensione della liquidità aziendale.
34
Il monitoraggio: gli sconfinamenti
Lo sconfinamento si realizza quando un cliente preleva più di
quanto dispone sul c/c. Ciò può avvenire sia in presenza di un
affidamento, quando si va oltre il limite massimo del fido
concesso, sia quando in assenza di fido si va a debito
contabile.
Poiché lo sconfinamento è una situazione anomala, esso
costituisce un importante sintomo di una situazione che si va
degenerando.
Ovviamente, lo sconfinamento si può avere anche in una
situazione non tesa, per tutta una serie di ragioni come un
certo disordine contabile, un accavallarsi di scadenze non tutte
previste e prevedibili, un mancato o ritardato introito del
cliente che gli ha creato problemi di liquidità, etc.
35
Il monitoraggio: gli sconfinamenti (2)
Lo sconfinamento normalmente viene superato o aumentando
il fido in via permanente o provvisoria o chiedendo al cliente
un adeguato versamento. Nel primo caso l’aumento del fido
deve essere annotato sull’apposito registro dei fidi.
Il vantaggio di monitorare i clienti tramite gli sconfinamento è
dato dalla facilità di selezionare i clienti sconfinanti, essendo
questa una procedura a disposizione di tutte le banche ed
essendo, per lo più, un onere imposto ai preposti delle filiali e
agli addetti al controllo fidi.
I primi giornalmente osservano in modo completo tale elenco
al fine di far rientrare i clienti sconfinanti o proporre o
concedere aumenti di fido.
Per il controllo crediti, invece, questa operazione viene fatta
solo su gli sconfinamenti che eccedono un certo limite. 36
Il monitoraggio: gli sconfinamenti (3)
E’ evidente che l’azione di monitoraggio su chi sconfina
diventa più attenta ed, anzi, in assenza di altre procedure, per
chi permane in situazioni di eccedenza o per chi va spesso in
eccedenza, vi è la possibilità di essere inseriti nella black list,
che contiene tutti i nominativi ad alto rischio di incaglio o di
sofferenza che vanno monitorati attentamente.
Il difetto di questa procedura è che non consente di
classificare la clientela per classe di rischio, tale procedura
consente infatti di sapere se il cliente è sconfinante o non.
Poco aggiunge all’informazione del cliente ripetutamente
sconfinante e nulla fa sapere sul cliente non sconfinante.
37
Il monitoraggio: le anomalie andamentali
Questo metodo di monitoraggio si basa su due principi:
• lo sfruttamento di tutte le informazioni desumibile dal
rapporto bancario e dalla centrale dei rischi;
• l’applicazione di una metodologia che trasforma le
informazioni ottenute in un punteggio (score), che definisce
lo stato di salute dell’impresa.
Infatti, il grande vantaggio di questo metodo è quello di
consentire la classificazione delle imprese affidate in classi di
rischio fatte in funzione delle anomalie andamentali.
E’ questo un risultato notevole, poiché non consente di
selezionare i clienti potenzialmente insolventi, ma riesce a
rilevare anche i movimenti tra le varie classi di rischio in cui
sono stati classificati i clienti.
38
Le anomalie andamentali: lo score
La costruzione dello score sostanzialmente è semplice in
quanto si tratta:
a) di rilevare le situazioni di anomalia che il rapporto di
clientela o l’osservazione della centrale dei bilanci fornisce;
b) assegnare ad ogni anomalia un peso;
c) calcolare la media ponderata o, con algoritmi simili ma più
complessi, uno score baricentico;
d) assegnare la posizione in funzione del livello del punteggio
alla relativa classe.
Ovviamente, più complesso è il metodo di definizione
dell’intera operazione, si tratta infatti di definire una
funzione discriminate (media baricentrica) e le classi di
rischio, creando una sorta di scala termometrica, con la
39
definizione delle classi sane e delle altre.
Le anomalie andamentali: lo score (2)
•
•
•
•
Sostanzialmente da un rapporto di c/c si possono definire
anomalie legate:
al ritorno insoluto di assegni versati, che definisce problemi
di liquidità della clientela dell’affidato;
al ritorno insoluto di effetti o ricevute o altri strumenti di
incasso scontati o sui quali sono stati fatte operazioni di sbf
o anticipazioni su fatture;
agli sconfinamenti di conto effettuati dalla clientela affidata,
che denota momenti elevati di illiquidità provvisoria
dell’impresa;
alle anomalie riscontrabili nel profilo di utilizzo del fido,
che se non allineato al normale profilo di liquidità di
quell’azienda e di quel settore produttivo indica un
peggioramento più prolungato della liquidità aziendale;40
Le anomalie andamentali: lo score (3)
•
•
all’utilizzo di fido e agli sconfinamenti rilevati dalla centrale
dei rischi che indica a livello più generale la situazione di
liquidità dell’impresa;
alle altre possibili informazioni rilevabili meccanicamente
tramite le varie procedure utilizzate dalla banca.
In relazione alla gravità dell’anomalia viene dato un peso,
provvedendo poi a sommare i pesi delle varie anomalie sino
a definire uno “score” che è direttamente proporzionale al
rischio di insolvenza essendo direttamente associato al
grado di liquidità dell’azienda monitorata.
L’algoritmo provvederà in funzione del livello minimo e
massimo di punteggio a definire un certo numero di classi in
cui dividere la clientela,secondo una logica termometrica.
41
Le anomalie andamentali: lo score (4)
•
•
•
•
Ad esempio si possono adottare sette classi di rischio, che in
un’ottica associata alla salute delle persone possono essere:
aziende di prima classe, in cui rientrano le migliori in assoluto
con totale assenza di anomalie, associabili agli atleti allenati
per gareggiare in competizioni federali;
aziende di seconda classe, con lievissime anomalie occasionali
per lo più dovute alla propria clientela; associabili alle persone
allenate per gare amatoriali;
aziende di terza classe, con poche anomalie non strutturali per
lo più legate al momento congiunturale o a fenomeni di
crescenza, associabile alle persone che non si allenano ma
fanno molto moto;
aziende normali, con non molte anomalie che rappresentano la
normalità e sono associabili a persone mediamente sedentarie
ma sane;
42
Le anomalie andamentali: lo score (5)
• aziende con problemi di liquidità, che evidenziano diverse
anomalie che lasciano intuire una situazione non normale;
sono associabili a persone con basso livello di febbre;
• aziende con seri problemi di liquidità, che presentano
numerosissime anomalie e che sono associabili a persone con
elevati livelli di febbre;
• aziende in incaglio, che definiscono quelle posizioni per le
quali diventa importante un monitoraggio ed un
accompagnamento mirato e rappresentano le situazioni di
persone con grave malattia ed incertezza sulla sorte
immediata.
43
Anomalie e classi di rischio andamentale
incagli
anomalie
prima classe
altissimo
atleta
seconda classe
terza classe
alto sesta classe
persona in
stato
febbrile
persona
sana
basso
quinta classe
classe normale
44
Le anomalie andamentali: lo score (6)
Una volta definite le classi di rischio, delimitate tra due
punteggi limite, si assegna ogni azienda in base al punteggio
conseguente alle proprie anomalie alla propria classe di
appattenenza.
Un altro grande vantaggio di questo metodo è il continuo
aggiornamento che consente migrazioni di classe ogni volta
che viene ricalcolato il punteggio in base alle nuove anomalie.
Un’azienda che in situazione buona e che non sale di classe
non ha bisogno di essere annotata in black list, cosa che
invece è necessaria per aziende classificate nella sesta classe o
in quelle in rapida migrazione verso le classi peggiori.
Inoltre, il metodo consente di calcolare il rischio medio e la
distribuzione del rischio per filiale, per aree territoriali, per
settori economici, etc.
La stessa banca può osservare l’andamento dello score medio
45
nel tempo.
La revoca
La revoca del fido viene operata allorquando la banca, in base
alle informazioni disponibili, ritiene non più rimediabile una
situazione di illiquidità grave o che si va aggravando di una
propria affidata, per cui avvia gli atti per il blocco del fido
utilizzato ed il suo successivo recupero.
Essenzialmente, questa operazione dovrebbe essere fatta
prima che l’impresa utilizzi al massimo il fido concesso, ma
anche in sicurezza della sua situazione non più sanabile. Sono
questi due fattori in contrasto tra di loro che sostanzialmente
creano una situazione di trade off, tra “logica del
mantenimento del rapporto” e “minimo danno” in situazioni di
potenziale insolvenza.
Lo strumento legale con il quale si avviano gli atti di
interruzione del rapporto e di recupero del credito si chiama
“perentorio.”
46
La revoca e il recupero
Con il perentorio la banca comunica al cliente l’interruzione
del rapporto, con il blocco del fido e la richiesta di rientrare
nel fido ottenuto in un certo lasso di tempo (ad esempio
cinque giorni, se il fido è concesso a revoca).
Il cliente nel termine perentorio dovrebbe versare ed azzerare
il proprio debito, ove così non fosse, o si procede alla
rateizzazione del credito con un piano a medio termine e
dietro presentazione di apposite garanzie, oppure si avvia il
contenzioso e il passaggio a sofferenze dei crediti verso il
cliente.
Iniziano così le azioni legali di recupero del credito o come
avviene sempre più frequentemente la cessione insieme ad
altri “bad credit” a società specializzate nel recupero del
47
credito.
I crediti problematici
48
I crediti problematici
impresa
liquida
definitiva
provvisoria
ristrutturazioni
incagli
sani problematici
Impieghi
illiquidità
sofferenze
49
Il circuito dei crediti problematici
cassa
impieghi
ristrutturazioni
riprese
incagli
Utile lordo
sofferenze
svalutazioni
50
Sofferenze
Crediti, al
valore nominale
nei confronti dei
soggetti
in stato di insolvenza,
anche se non accertato
giudizialmente,
o in situazioni
sostanzialmente
equiparabili.
meno
Svalutazioni
contabilizzate
=
Al valore di
presumibile
realizzo
51
Incagli
L’intera esposizione (crediti per cassa, buoni fruttiferi,
certificati di deposito e crediti di firma) nei confronti di soggetti
in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, che sia
prevedibile possa essere rimossa in un congruo periodo
di tempo.
di cui: oggettivi
1) mutui fondiari per abitazione quando sia stata effettuata
la notifica del pignoramento al debitore;
2) siano scadute e non pagate (anche solo parzialmente)
almeno 3 rate semestrali e l’ammontare insoluto sia
almeno il 20% dell’esposizione
52
Crediti ristrutturati e in ristrutturazione
In corso di ristrutturazione. Crediti per i quali
ricorrano le seguenti condizioni:
– la controparte risulti indebitata presso una pluralità di
banche;
– il debitore abbia presentato istanza di consolidamento
da non più di 12 mesi.
Ristrutturati. Crediti per i quali un «pool» di
banche (o una singola banca), nel concedere una
moratoria al pagamento del debito, rinegozia il
debito a tassi inferiori a quelli di mercato.
53
Fine presentazione
54
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Lezione 20 e 21 - Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali