IL LIBRO DI GIOBBE Una panoramica La vita di Giobbe è una vita colpita da una sofferenza immeritata, sulla quale si abbatte una prova immane. È una vita di fedeltà, di pazienza, ma anche di ricompensa. In questo straordinario libro l’uomo più fedele dei suoi tempi attraversa un periodo molto duro, un periodo di depressione in cui, malgrado tutto, egli non attribuisce mai nulla di mal fatto a Dio, che alla fine lo benedice doppiamente. Il libro di Giobbe è pieno di applicazioni per i nostri giorni e va assolutamente letto per comprendere il perchè delle spiacevoli prove che subiamo in questa vita. SOMMARIO Dio mette alla prova Giobbe (prosa, capitoli 1–2) • perdita di figli, di proprietà e di salute Giobbe passa l’esame Dialoghi accesi tra Giobbe e i suoi amici (poesia, capitoli 3–37) • accuse lanciate dai suoi amici • Giobbe vacilla Dio si scontra con Giobbe (poesia, capitoli 38:1–42:6) • Giobbe confessa e si pente Dio giustifica e benedice doppiamente Giobbe (prosa, capitolo 42:7–17) • Dio rimprovera gli amici di Giobbe • I figli, le proprietà e la salute gli vengono restituiti • I versi 7–17 sono un breve epilogo (195 parole ebraiche) • un inaspettato cambiamento da poesia a prosa • una sorpresa dopo l’altra • tante applicazioni • il libro si apre (2 volte) e si chiude (4 volte) con Dio che chiama Giobbe “mio servo" DUE PROVE Capitoli 1–2 • Giobbe è un credente maturo (1:1, 8; 2:3a) • la sua è stata una prova che un credente carnale o bambino non avrebbe potuto sopportare • Giobbe è un uomo ricco (1:2–3) • la sua non era una prova adatta a un credente povero o di ceto medio • le prove del libro di Giobbe furono di due tipi: finanziaria (1:13–22) e fisica (2:7–10) • entrambi le prove ebbero origine dalle accuse di Satana, l’accusatore dei fratelli (1:9–11; 2:4–5) • le accuse avevano questo presupposto: “L'uomo dà tutto quel che possiede per la sua vita" (1:11; 2:5) • principio importante: Satana non può toccare le nostre famiglie, finanze o salute, senza il permesso di Dio (1:11–12; 2:5–6) • Satana chiese a Dio di toccare il benessere e la salute di Giobbe: "stendi un po' la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia” (1:11) "stendi un po' la tua mano, toccagli le ossa e la carne ” (2:5) • e Dio concesse a Satana di toccargli salute e beni: "… è in tuo potere ” (1:12) "… è in tuo potere ” (2:6) • la natura e la portata della prova (la sua durezza) sono chiaramete stabilite da Dio • a Satana vengono imposti dei limiti: può fare solo ciò che Dio permette • Dio limitò la prima prova alle proprietà di Giobbe — escudendo la sua salute: autorizzazione: "tutto quello che possiede è in tuo potere ” (1:12b) limite: "soltanto, non stender la mano sulla sua persona ” (1:12c) • Dio limitò la seconda prova alla salute di Giobbe — impedendone la morte autorizzazione: "Ebbene, egli è in tuo potere ” (2:6b) limite: "soltanto rispetta la sua vita” (2:6c) • era impossibile che Giobbe morisse a causa di questa prova, perchè voleva dire che Satana avrebbe disobbedito a Dio — cosa che egli non fa per paura di essere incatenato nell'abisso (cf. Luca 8:31) • Satana ebbe libertà di fare tutto ciò che voleva a Giobbe — però entro i limiti stabiliti • Gli eventi attraverso i quali Giobbe subì le perdite (banditi, vento) e il tipo di malattia furono interamente a discrezione di Satana • Satana è capace di strapparvi le vostre sostanze in pochi secondi: notare il triplice "Quello parlava ancora ” (1:16, 17, 18) • Dio si prese la responsabilità di quello che era accaduto a Giobbe: “…benché tu mi abbia incitato contro di lui per rovinarlo senza alcun motivo" (2:3) • Giobbe superò entrambe le prove (1:20–22; 2:10) • 1:20–22 mostra il suo atteggiamento verso i beni materiali • 2:10 mostra il suo atteggiamento verso la propria salute • in effetti, fu come se avesse detto: “Io amo Dio più delle mie ricchezze o della mia salute!" • aspettati provocazioni a peccare — anche da quelli che ti sono più vicini (2:9) • una prova di Giobbe fu anche un test per sua moglie • lei, a differenza del marito, ebbe l’atteggiamento sbagliato nell’affrontare la prova: "Ma lascia stare Dio, e muori!” • non era una credente matura come Giobbe • amava i beni e la condizione sociale più di quanto amasse Dio • principio: i più grandi credenti attraversano le prove più dure Giobbe era il migliore credente della sua epoca ("Non ce n'è un altro sulla terra " 1:8; 2:3) e subì due crudeli prove una dietro l’altra • più esperti siamo spiritualmente, più dure saranno le prove che potremo affrontare • Dio lo benedisse doppiamente quando le prove cessarono (42:10, 12) • Dio lo rovinò senza un motivo (2:3) e poi gli rese il doppio I DIALOGHI Giobbe capp. 3–37 Elifaz • forse il più anziano (15:10) • il più influente • parlò per primo • fece 3 discorsi (4–5, 15, 22) • gli altri discorsi si riallacciano al suo • ragionamento più chiaro • rappresenta gli altri • assicura a Giobbe la facoltà di intercedere per i peccatori se si ravvede (22:26–30) Bildad • 3 discorsi (capp. 8, 18, 25) • era un tradizionalista (8:8–10) Sofar • 2 discorsi (capp. 11, 20) • meno tatto, schietto, duro, brutale, meno maturo • suscita l'ira e una risposta fulminante di Giobbe più degli altri Una falsa dottrina: • ogni sofferenza è causata dal peccato Una falsa dottrina: • vangelo della prosperità: quelli che sono retti davanti a Dio non soffrono, godono sempre di ottima salute, ricchezza e felicità (4:6– 8) • gli amici di Giobbe furono cattivi consiglieri (5:8; 13:4b) • Giobbe li accusò di recare false testimonianza (13:7) e previde il loro castigo (13:9– 12; 19:28–29) Giudicare Giobbe in maniera sbagliata • presumevano di sapere perché Giobbe stava soffrendo • tutti e tre accusavano Giobbe di aver peccato, senza averne alcuna prova a sostegno • Giobbe fu accusato di grande malvagità e di peccati senza numero da Elifaz (22:4–5) • Giobbe fu accusato di aver commesso crimini da Elifaz (22:6–11) • fu accusato di furto (20:15, 21) e di opprimere i poveri (20:19) da Sofar • lo infangarono con bugie (13:4a) • queste false accuse erano un trattare crudelmente una vittima innocente (19:1–6, 22) • Sofar: il tuo castigo è inferiore a quello che meriti (11:6) • non furono dei consolatori (6:14–20; 21:34; 26:2–4) La difesa di Giobbe • egli ribadì la sua innocenza (23:11–12; 27:3–6; 32:1; 33:9; 34:5–6) • egli aveva dei principi morali molto nobili (31:1, 9–12) • compiva buone opere (29:12–17; 31:13–23, 31–32) • confessava regolarmente i propri peccati (31:33) • gridava ripetutamente di essere ascoltato davanti a Dio (9:32–33; 13:3; 23:3– 7; 31:35–37) Giobbe vacilla • egli fu colpevole di amarezza, di lamentarsi, di essere impaziente, di nutrire dubbi, di autocommiserarsi e di essere irriverente (3:1–26; 7:11; 9:22–35; 10:1) • Giobbe oscillò tra fede e disperazione (confronta 6:10 con 10:2, 7, 15–22; 19:7– 22) • egli raggiunse le vette più sublimi nell’ora più buia (13:15; 19:25–27; 23:10) Eliu • era molto più giovane (32:4, 6–9) • era nipote di Abrahamo (confronta 32:2 con Genesi 22:21) • Eliu comparve sulla scena più tardi • pronunciò 4 discorsi (32–33; 34, 35, 36–37) • Eliu fu più misericordioso con Giobbe • non fece alcuna accusa • Eliu giudicò e rimproverò Giobbe giustamente per il suo orgoglio e la sua insubordinazione (33:8–13; 34:9, 35–37; 35:16) • Elihu confuta la dottrina della sofferenza proporzionata al peccato; la sofferenza può anche incoraggiare l’ubbidienza e la crescita spirituale (33:14–33; 36:8–11) • egli prepara Giobbe a incontrare Dio (37:14–24) IL CARATTERE DI GIOBBE Giobbe 29 Contesto Immediato A. Giobbe chiede giustificazione (capp. 29–31) 1. Il suo passato onore e la sua passata benedizione (cap. 29) 2. Il suo attuale disonore sofferenza (cap. 30) 3. Le sue proteste di innocenza e il giuramento finale (cap. 31) e • questo è l’ultimo discorso di Giobbe (capp. 29–31) • è come un avvocato che presenta la sua arringa conclusiva in tribunale (un discorso in tre parti) riguardo il suo caso: (1) passa in rassegna le ultime benedizioni di cui aveva goduto (felicità, ricchezza e onore), e le ragioni di queste benedizioni (29) (2) lamenta le sue attuali miserie, il suo aver perso tutto, specialmente l’nore (30), e (3) pronuncia un giuramento di innocenza (31) • accusa Dio di essere crudele con lui e di trattarlo ingiustamente (30:20–24) • fa un ultimo appello a Dio di ascoltarlo (31:35– 37) Passato onore e benedizioni di Giobbe Capitolo 29 • Giobbe desidera i giorni passati di prosperità e felicità (29:1–11) poi enuncia i motivi per i quali ha ricevuto le benedizioni (29:12–25) • il capitolo 29 è un esempio di parallelismo invertito (con un finale rovesciato, a sottolineare l’onore, la cosa più importante in una cultura basata sull’orgoglio e sul pudore): A. Benedizione (vv. 2–6) B. onore (vv. 7–10) C. benevolenza— ragioni per le quali era benedetto (vv. 11– 17) B’. Benedizione (vv. 18– 20) A’. onore (vv. 21–25) A. Benedizione (vv. 2– 6) Giobbe riprese il suo discorso e disse: «Oh, potessi tornare come ai mesi d'una volta, come nei giorni in cui Dio mi proteggeva (29:1–2); • diversi mesi erano passati da quando la prova di Giobbe era iniziata • si rammarica più di aver perso la comunione con Dio (infatti la nomina per prima) • ha perso il suo riparo (cf. 1:10–12) quando la sua lampada mi risplendeva sul capo e alla sua luce io camminavo nelle tenebre! (29:3); • ha perso l'aiuto di Dio (raffigurato da una lampada a olio che Dio tiene sopra la sua testa per fargli luce nel buio attorno) • ha perso la guida divina (la luce della lampada non c’è più e ora cammina nelle tenebre) Oh, fossi com'ero ai giorni della mia maturità, quando Dio vegliava amico sulla mia tenda (29:4); • egli pensa di aver perso la sua comunione con Dio (amicizia, compagnia intima) • l'ebraico letterale è ‘quando Dio era intimo nella mia tenda’ — come lo erano stati i tre ospiti celesti che visitarono Abramo (Genesi 18:1– 16) quando l'Onnipotente stava ancora con me e avevo i miei figli intorno a me; (29:5); • aveva perso la presenza di Dio: si sentiva abbandonato da tutti e da Dio (29:5a) • i suoi sette figli e le tre figlie erano ormai morti (1:2, 18–19) • gli rimase solo la moglie quando mi lavavo i piedi nel latte e dalla roccia mi fluivano ruscelli d'olio! (29:6) • ha perso la prosperità di un tempo e le benedizioni di Dio • burro e olio d'oliva sono simboli di abbondanza : panna e burro venivano dalle sue numerose mucche, e l'olio dei suoi frantoi scorreva a fiumi B. onore (vv. 7–10) “Se uscivo per andare alla porta della città e mi facevo preparare il seggio sulla piazza (29:7); • Giobbe era uno degli anziani della città - un giudice locale che contribuiva a risolvere gli affari pubblici i giovani, al vedermi, si ritiravano, i vecchi si alzavano e rimanevano in piedi; i notabili cessavano di parlare e si mettevano la mano sulla bocca;(29:8–9); • era così rispettato che quando c’era lui tutti smettevano di parlare • era il più facoltoso degli orientali la voce dei capi diventava muta, la lingua si attaccava al loro palato. L'orecchio che mi udiva mi diceva beato; l'occhio che mi vedeva mi rendeva testimonianza,(29:10–11), • i funzionari della città lo ascoltavano con attenzione e celebravano le sue opinioni, quando parlava alle porte • parlava con grande saggezza C. benevolenza— motivi per i quali Giobbe era stato benedetto (vv. 11–17) perché salvavo il misero che gridava aiuto e l'orfano che non aveva chi lo soccorresse.(29:12), • era giusto con tutti e rifiutava di prendere regali • i poveri ottenevano giustizia quando gridavano aiuto agli anziani alle porte: Giobbe parlava in loro difesa • egli difendeva anche gli orfani • Dio ci insegna ad aiutarci l'un l'altro e a liberare i poveri che gridano aiuto (Giobbe 29:12) “Scendeva su di me la benedizione di chi stava per perire, facevo esultare il cuore della vedova.(29:13). • dava anche un aiuto finanziario ai poveri, agli orfani e alle vedove “La giustizia era il mio vestito e io il suo; la rettitudine era come il mio mantello e il mio turbante.(29:14). • La giustizia di Giobbe era evidente a tutti quanto la sua tunica e il suo turbante “Ero l'occhio del cieco, il piede dello zoppo;(29:15); • Aiutava i menomati fisici, forse pagando qualcuno che guidasse i non vedenti e facilitasse lo spostamento degli zoppi “ero il padre dei poveri, studiavo a fondo la causa dello sconosciuto.(29:16); • largiva soldi per i bisognosi, come se fossero suoi figli • faceva giustizia anche agli sconosciuti “Spezzavo la ganascia al malfattore, gli facevo lasciare la preda che aveva fra i denti.(29:17). • puniva gli oppressori e dava giustizia e assistenza economica agli oppressi B’. Benedizione (vv. 18– 20) “Dicevo: "Morirò nel mio nido, moltiplicherò i miei giorni come la sabbia; (29:18). • siccome era giusto, pensava che avrebbe avuto una vita lunga e fosse morto in casa, con i figli attorno a sé ‘le mie radici si stenderanno verso le acque, la rugiada passerà la notte sui miei rami;(29:19). • pensava di godersi la prosperità alla fine della sua vita (qui ci sono due figure della prosperità): (1) radici che procurano abbondanza d’acqua rendendo gli alberi sani e produttivi (cf. Salmo 1:3) (2) le viti basse in Palestina vengono per lo più irrorate dalla rugiada: la rugiada che rimane tutta la notte sui rami significa molta acqua e molta uva ‘la mia gloria sempre si rinnoverà, l'arco rinverdirà nella mia mano".’ (29:20). • pensava che avrebbe avuto gloria (autorità e prestigio) e forza (arco sempre verde) fino alla fine della sua vita • "Gloria" porta all'ultima sezione di questo parallelismo invertito: il suo onore (versi 21–24) A’. onore (vv. 21–25) “I presenti mi ascoltavano fiduciosi, tacevano per udire il mio parere.(29:21). • Giobbe era molto rispettato da quelli che consigliava (un forte contrasto con la mancanza di rispetto dei suoi tre amici) “Quando avevo parlato, non replicavano; la mia parola scendeva su di loro come una rugiada.(29:22). • non avevano niente da aggiungere né da dire, perché la saggezza del suo consiglio era equilibrata “ Mi aspettavano come si aspetta la pioggia; aprivano larga la bocca come a un acquazzone di primavera.(29:23). • gli anziani attendevano il suo consiglio come le colture inaridite aspettano le piogge primaverili “Io sorridevo loro quand'erano sfiduciati; non potevano oscurare la luce del mio volto.(29:24). “Quando andavo da loro, mi sedevo come capo; ero come un re tra le sue schiere, come un consolatore in mezzo agli afflitti.(29:25). • gli anziani guardavano a lui come a una guida e lo seguivano volentieri • la sua parola era per loro come quella di un capo o di un re IL MIO SERVO GIOBBE Giobbe 42:7–10 Dio affronta Giobbe • Giobbe è severamente rimproverato da Dio (38:1–42:6) • Giobbe entra in contesa con Dio e non può rispondere a una sola domanda • sottomissione, confessione, e pentimento • perdono • Giobbe non rinnegò né maledisse mai Dio • non mise mai in discussione la sovranità o la sapienza di Dio • alla fine ebbe un incontro con Dio L’ira di Dio • verso i suoi tre amici per esser stati cattivi consiglieri e aver dato falsi insegnamenti (gran parte della loro dottrina era vera) • per la raffica costante di accuse non fondate • per aver giudicato erroneamente • per aver ulteriormente afflitto Giobbe • per aver involontariamente aiutato Satana Dio rimprovera Elifaz, Bildad, e Sofar Giobbe 42:7–9 • Eliu non viene rimproverato: " Sarà un bene per voi quando egli vi scruterà a fondo?" (13:9) • un'inversione inaspettata: Dio si adirò con loro, non con Giobbe • una deliziosa ironia: ebbero bisogno delle risorse spirituali di Giobbe per evitare il loro castigo, eppure pensavano che Giobbe non ne avesse!! • Dio dà ragione a Giobbe L’intercessione di Giobbe • l’annullamento della loro punizione fu condizionato al sacrificio di sangue e di intercessione • Dio richiese un costoso olocausto di 7 tori e 7 montoni • il sacerdote officiante fu Giobbe (cf. 1:5) • sarebbero stati puniti secondo la loro follia, senza l’intervento di Giobbe • Giobbe li perdonò, pregò per loro, e offrì un sacrificio per i suoi amici • Dio perdonò lui e lui perdonò loro • giustizia è fatta: Giobbe intercede per Elifaz (cf. 22:26–30) • Dio accetta il loro sacrificio e la preghiera di Giobbe • un lieto fine: sono tutti pacificati tra di loro Ristabilimento e Benedizione Giobbe 42:10–17 • questa riabilitazione ha avuto luogo dopo l'intercessione di Giobbe per i suoi amici • restituzione di figli, beni, salute e stato sociale • Dio restituì a Giobbe ampiamente ciò che gli era stato tolto • questa fu la doppia benedizione di Dio: la ricompensa per esser passato per due prove spaventose.