Produzione di qualità e sostenibilità come sfida per il futuro, con un’attenzione allo slow food e magari al risparmio. Parte giovedì il primo Salone dei prodotti tipici dei Parchi d’Italia all’interno del complesso industriale ex Italtel all’Aquila. Un’iniziativa che coinvolge oltre 250 produttori, radunati intorno ai Parchi e alle Camere di Commercio italiane. Il Salone non scopre sapori nuovi, ma è un viaggio attraverso le ricette che hanno fatto crescere l’Italia. Quei sapori che oggi alimentano anche l’economia del Paese fiaccata dalla crisi e che riconducono chi li prova ad un’Italia che sa d’Italia, come recita il motto che accompagna la quattro giorni espositiva. È l’Italia della cucina di famiglia, dei prodotti che arrivano direttamente dai territori, è un’occasione per valorizzare l’agricoltura tipica e di filiera e dare così un senso anche economico allo sviluppo delle identità locali, tenendo alta la cultura e le tradizioni italiane. Il Salone racconta e rappresenta la cucina e le produzioni tipiche dei territori italiani in cui, anche grazie a politiche di conservazione della natura, la cultura del cibo è strettamente connessa alla sostenibilità. La decisione di collocare all’Aquila la location dell’evento è dovuta alla volontà di dare un segnale forte a tutto il Paese di una rinnovata vitalità del capoluogo abruzzese dopo il terremoto. Nelle quattro giornate della manifestazione, Slow Food Abruzzo e Molise organizzerà sei Laboratori del Gusto, ma si terranno anche workshop, degustazioni, appuntamenti tematici sulle eccellenze abruzzesi. Tra i confronti principali, è previsto per sabato 4 maggio il dibattito dal titolo “Il valore della biodiversità”, coordinato da Luigi Vicinanza, direttore editoriale Finegil. In programma anche iniziative dedicate ai più piccoli, come nel caso delle fattorie didattiche, eventi in cui si gioca, s’impara e ci si diverte mentre si scoprono i segreti della mungitura delle pecore o della lavorazione del miele. L’organizzazione è a cura di Cia (Confederazione italiana agricoltori) e Coldiretti. «Abbiamo riscontrato tanto interesse dalle scuole elementari e medie della zona», spie- QUATTRO GIORNI DA GUSTARE TESORI IN MOSTRA ❙❙ ZAFFERANO DI NAVELLI LOZAFFERANO SIOTTIENE DAGLISTIMMI DELFIOREDAL CARATTERISTICOCOLORE VIOLACHE DANNO ILCOLORE ROSSO ALLASPEZIA. ❙❙ OLIO DOP DEL CILENTO OLIVETISECOLARI RICOPRONOGRAN PARTEDELLAFASCIACOSTIERA CILENTANA.UNASPECIE TIPICA,L'OLIVO PISCIOTTANO,PRODUCE OLIO DI ECCELLENTEQUALITÀ. ❙❙ ALICI DI MENAICA UNATECNICA DIPESCAUNICAINITALIA PERMETTEDIMANTENERE UNGUSTO PARTICOLAREA QUESTE ALICIPESCATE DAUNA DECINADIPESCATORISOLOA PISCIOTTA.PRESIDIO SLOWFOOD. ❙❙ PASTA FILATA DEL MOLISE IFORMAGGIA PASTAFILATA SONOUNA CATEGORIATIPICADELMERIDIONE. ACCOMUNATIDALLALAVORAZIONE DELLACAGLIATAMATURA CONACQUA BOLLENTECHE RIDUCE LA CASEINAIN FILISOTTILISSIMI ELUNGHISSIMI. La mungitura quotidiana del gregge per la produzione del pecorino di Farindola, prodotto tipico per cui è stato creato un presidio Slow Food (foto Deidda) L’Italia dei pranzi in famiglia si siede alla tavola dell’Aquila Giovedì parte la rassegna dei sapori d’Italia: stand e convegni fino a domenica La promozione delle produzioni tipiche passa dal coinvolgimento dei bambini La raccolta dello zafferano avviene ancora a mano ga entusiasta il presidente di Cia L’Aquila Filippo Rubei. «In un Salone concepito per valorizzare i nostri prodotti, siamo entusiasti di mettere a disposizione dei bambini degli importanti strumenti didattici». Sulla stessa linea il direttore Coldiretti, Massimiliano Volpone: «Abbiamo avuto una risposta molto importante dalle scuole, ben oltre le nostre aspettative». Annunciata la partecipazione di oltre 500 alunni. «Si tratta di un percorso», ha detto il presidente di Carsa Edizioni (ente organiz- zatore) Roberto Di Vincenzo, «che intende raccontare la cucina e i prodotti delle aree protette italiane». Tra i principali sostenitori c’è la Camera di Commercio dell’Aquila, insieme al Comune dell’Aquila e alla Regione, con l’adesione di Federparchi-Europarc Italia. «Le tipicità d’Italia si confrontano», ha detto Lorenzo Santilli, presidente della Camera aquilana. «Si tratta di un nuovo cammino di grande promozione delle economie basate sulle produzioni tipiche locali». Fabio Iuliano ❙❙ VINI DEI CASTELLI L’AGRICOLTURADEI CASTELLIROMANI, FAMOSAANCHEPERLEPRODUZIONI ORTOFRUTTICOLESIE’SPECIALIZZATA NELLACOLTIVAZIONE DELLEVITI. IVINI HANNOFAMAINTUTTAEUROPA. ❙❙ CUNEESE AL RHUM ILCUNEESEAL RHUM ÈUNTIPO DI CIOCCOLATINOFORMATODA DUE CIALDEDIMERINGACHE RACCHIUDONO UNACREMAPASTICCERA AL CIOCCOLATOFONDENTE ERHUM. ❙❙ LENTICCHIE DI SANTO STEFANO ÈPICCOLAEMOLTOSAPORITA: UNA MINUSCOLALENTICCHIA DIPOCHI MILLIMETRIDIDIAMETRO,GLOBOSAEDI COLORESCURO, MARRONE-VIOLACEO. ❙❙ RICOTTA SCHOTTE QUESTARICOTTA,PRODOTTA NEL BELLUNESECONSIERO DILATTE VACCINO,SIPRESENTA CON FORMEDI DUETIPI: A CACIOTTAOPERA. ❙❙ PECORINO DI FARINDOLA ÈUNFORMAGGIOFATTOCONILLATTE DI PECORAECAGLIOSUINO. PRENDEIL NOMEDAL PAESE, MA VIENE PRODOTTO ANCHEINALTRICENTRIDELVERSANTE TERAMANODELGRAN SASSO. ❙❙ VINO MONTEPULCIANO D’ABRUZZOLA PRODUZIONE DEL MONTEPULCIANODOCROSSO È CONSENTITASOLO INABRUZZO. NEL 2007ILMONTEPULCIANO ÈSTATOIL PRIMOVINOITALIANOPERPRODUZIONE. 30 Salone prodotti tipici DA NON PERDERE LABORATORI Sei appuntamenti con Slow Food ■■ Slow Food organizza sei Laboratori del gusto. Sabato appuntamento con lo zafferano (ore 12), prodotti a latte crudo (ore 15) e merende della tradizione. Domenica alle 12 un laboratorio sul pecorino; a seguire focus sulla tradizione norcina dell’Appennino; alle 18, confronto sui cereali antichi del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga. Il costo è di 10 euro a persona per ogni laboratorio. IL CENTRO MARTEDÌ 30 APRILE 2013 RICETTE E CURIOSITà ALIMENTAZIONE E WEB 2.0 Ogni giorno uno show ai fornelli Botta e risposta sui social network ■■ Da giovedì a domenica una serie di degustazioni e “show cooking”. Negli show Uno chef cucina dal vivo, davanti a un pubblico, trasferendo ricette, trucchi e curiosità alla platea su piatti che verranno subito dopo assaggiati. La formula è divertente: si mangia e si impara insieme. Ai fornelli chef del calibro di Rosanna Di Michele (foto) o William Zonfa; collaborano Unioncamere Lazio e Associazione italiana sommelier ■■ “iPhone-iEat” sarà un momento di confronto aperto: fisico, con la platea, e web, attraverso un cammino di sollecitazione al dialogo sui social network per interagire con chi visita, espone e racconta il Salone e le sue dimensioni. Attraverso Facebook e Twitter gli organizzatori, in collaborazione con il giornalista Carlo Cambi (foto), proveranno a stimolare spunti di riflessione sui comportamenti dei consumatori. Sotto un pastore sul tratturo della transumanza verso l’Adriatico Il salone dà uno spazio centrale agli allevatori » In cattedra i pastori e il gotha dei Parchi QUATTRO GIORNI DA GUSTARE IL PROGRAMMA Porte aperte da mattino a sera Ingresso gratuito Il Salone è ospitato nell’ex Italtel, a Pile. Per raggiungere l’area bisogna procedere dal casello di L’Aquila Ovest sulla Statale 17 bis in direzione Rieti. Il complesso si trova a ridosso della località Centi Colella. L’ingresso è gratuito fatta eccezione per laboratori e degustazioni. Da giovedì 2 a domenica 5 maggio, apertura dalle 11 alle 21 (venerdì e sabato iniziative fino alle 23). Tutte le info sul sito Internet e da promoExpò Informazioni e dettagli sul Salone si possono reperire nelle sedi delle associazioni del Comitato “promoExpò”: Coldiretti, Cia, Confesercenti, Confcommercio, Cna. L’evento è realizzato con il contributo della Camera di Commercio (tel. 0862.6671). La segreteria è a Pescara nella sede del partner Carsa (085 4303231). www.tipicideiparchi.it, e.mail [email protected]. 085-4303231) Seminari, workshop, incontri didattici e degustazioni, in una quattro giorni all’insegna del confronto e della valorizzazione dei prodotti tipici delle aree protette. Uno spirito che contraddistingue l'itinerario culturale del Salone dei prodotti tipici dei parchi a partire da giovedì 2 maggio quando, nel pomeriggio, si parlerà del marchio collettivo “Qualità controllata della Regione Abruzzo”. Intervengono Mauro Cordischi (Regione Abruzzo) , Celso Cioni, (Confcommercio), Agostino Del Re (Cna), Domenico Pasetti (Coldiretti), Giulio Petronio (Cia), Carlo Rossi (Confesercenti). Le conclusioni saranno affidate all’assessore regionale Mauro Febbo. Il giorno successivo, venerdì sarà la volta del consiglio direttivo nazionale Federparchi-Europarc Italia. A seguire, un focus sul progetto "Pollino People experience" e sulla promozione della Campania e delle aree marine. A mezzogiorno si parlerà della valorizzazione dei prodotti agroalimentari catalani. Un incontro che precede un protocollo di collaborazione tra il municipio di Barcellona, Federparchi, Legambiente e Symbola. Nel pomeriggio è previsto un focus sulla comunicazione: tavola rotonda con Rofoldo De Laurentiis (Cda Rai), Simone Ciampoli (direttore Coldiretti, Abruzzo) Franco Ferron (Wwf), Giuseppe Rossi, presidente del Parco nazionale d’Abruzzo Giampiero Sammurri, presidente Federparchi-Europarc. Appuntamento di rilievo sabato dedicato al valore della biodiversità per Slow Food. Un confronto coordinato da Luigi Vicinanza, direttore editoriale dei 18 quotidiani locali Finegil, tra cui Il Centro. Intervengono Massimo Cialente (sindaco dell’Aquila), Pietro Sardo (presidente della fonda- All’Aquila seminari, workshop e incontri didattici Sabato appuntamento sulla biodiversità con Slow Food In apertura tavola rotonda sul marchio collettivo “Qualità controllata dalla Regione Abruzzo” zione Slow Food per la Biodiversità) oltre a Silvia Angelucci (Parco della Majella), Silvia De Paulis (Parco del Gran Sasso), Dario Febbo (direttore del Parco nazionale d’Abruzzo), Giuseppe Paris (direttore Gal Gran Sasso-Velino). Spazio all’allevamento, domenica, con il vertice sulla pastorizia tra passato e futuro con Pierluigi Imperiale (direttore del servizio veterinario Asl), Lionello Liberale (medico veterinario Asl), Emilio Nusca (coordinatore sindaci aree omogenee). C’è attesa anche per i sei Laboratori del Gusto a cura di Slow Food Abruzzo e Molise, in programma sabato e dome- nica. Il primo laboratorio gioca con un’eccellenza aquilana, lo zafferano dell’altopiano di Navelli, una delle spezie più pregiate in assoluto. Peculiarità e applicazioni, saranno presentate da Nadia Moscardi del Salone prodotti tipici MARTEDÌ 30 APRILE 2013 IL CENTRO per i più piccoli 31 INCONTRI RAVVICINATI Tutti i dolci segreti di api e asini FATTORIE DIDATTICHE Mani in pasta con i formaggi ■■ Venerdì e sabato si gioca, s’impara e ci si diverte con le “Fattorie didattiche”. Mungitura e tosatura delle pecore sono solo alcune delle sorprese dedicate ai più piccoli. Si parte dal percorso del latte: dalla mungitura alla degustazione del formaggio, con la possibilità per i più piccoli di mettere le mani in pasta. Il Salone ospiterà anche un piccolo gregge della razza più diffusa nelle nostre montagne. ■■ Occhi sgranati per asini e api. Ai bambini verrà mostrato come si ferra un equino e offerto un buonissimo bicchiere di latte d’asina. Interessante anche l’itinerario didattico dedicato al mondo delle api. I più piccoli avranno la possibilità di osservare e ammirare il lavoro dell’apicoltore, le fasi di produzione del miele assistendo del miele e di altri prodotti, nettare, polline, cera e propoli. INCONTRI CON CARLO CAMBI Al mercato con consapevolezza Consigli per gli acquisti identitari Cucina popolare L’uovo dello chef a 50 centesimi Un uovo è sempre un uovo c’è poco da inventare. Non la pensa così lo chef aquilano William Zonfa che, domenica (ore 16), presenterà un’elaborazione del tutto particolare a partire dal prezzo al pubblico: 50 centesimi. In vista Salone è in arrivo anche una sorpresa di cui il giovane cuoco, attento ai riflessi della crisi, anticipa solo il prezzo: 3,50 euro. Popolare in tutti i sensi. Un mercato rionale. Il giornalista CarloCambi darà consigli sulla spesa ristorante Elodia di Camarda. Segue il laboratorio sul latte crudo, laboratorio che è insieme un viaggio nella produzione casearia abruzzese che ancora sopravvive nella provincia dell’Aquila e una scoperta delle realtà più innovative e figlie di una nuova schiera di casari. Quindi, sarà la volta di Pane, salame e vino, una merenda di qualità: con pani di solina, farro, rosciola, saragolla o di mais quarantino, frutto del recupero di antiche varietà di grano all’interno del Parco na- zionale del Gran Sasso. Il quarto laboratorio è dedicato al pecorino abruzzese e vede la partecipazione dei produttori insieme con i produttori Giulio Petronio e Fiorenzo Sarto. E, ancora, la tradizione norcina che vanta, fra i Parchi abruzzesi, la grandezza produttiva di storici macellai. Dai classici salami abruzzesi al salsicciotto frentano, dalla soppressata al salame aquilano per finire con la salsiccia di fegato e la ventricina teramana, un intero repertorio presenta- to da impareggiabili artigiani del buon mangiare, associati dal norcino Mauro De Paulis a birre del Birrificio Maiella di Casoli. Infine, l’ultimo appuntamento è dedicato ai cereali e legumi autoctoni. Alfonso D'Alfonso, dell’azienda Terre del Tirino, coltiva con metodo biologico grano solina, farro, mais e altre varietà locali di cereali. In questo laboratorio ne illustrerà segreti, virtù e modi di utilizzo, accompagnati dai vini della cantina Gentile di Ofena. Un occhio alle pentole e l’altro al portafogli, in un confronto sulla qualità, la storia e le identità territoriali di ciò che finisce nel piatto. I protagonisti sono d’eccezione, come il giovane chef aquilano William Zonfa, diventato famoso in tutta Italia per i suoi piatti prelibati a pochi spiccioli. Un percorso quotidiano che vede come “guida spirituale” il giornalista Carlo Cambi, scrittore e autore televisivo che racconta l’enogastronomia anche attraverso le sue Guide del mangiar rozzo. «Il tentativo che vogliamo fare con il Salone è far osservare a chi mangia che mangiare è un atto sociale, economico e politico», spiega. «E in tal senso vanno interpretate scelte apparentemente banali come mangiare un hamburger. L’esperimento che faremo all’Aquila è dimostrare che si può mangiare benissimo usando i prodotti agricoli di prossimità che nascono nelle aree protette. Un esperimento che dia il senso della centralità del consumo, della consapevolezza dell’acquisto e del valore delle cose che contano». Si tratta di un confronto continuo e interattivo che passerà anche attraverso i social network. «Cambiamo ogni tre mesi un cellulare, non possiamo non interessarci alla qualità del cibo che ci consente di vivere», continua Carlo Cambi. «Un approccio nuovo: non più “siamo quello che mangiamo”, ma “mangiamo quello che siamo”. Allungare la mano verso un prodotto è un gesto politico ol- tre che economico, specie quando si sceglie “male”, senza dare alla qualità l’importanza che merita, fa venire meno un pezzo di tutela, di economia e di identità di un territorio, di un prodotto e della realtà che lo produce. Il senso finale è questo», conclude, «fare in modo che la nostra mano non sia guidata solo da abitudine o dalla mera valutazione del prezzo, ma dalla consapevolezza che nel prezzo c’è il valore di ciò che mangi». Una serie di appuntamenti itineranti ha preceduto il Salone, coinvolgendo importanti ristoranti abruzzesi e romani con proposte di speciali piatti e menù degustazione a base di prodotti tipici dei parchi. Gli stessi prodotti che sono i protagonisti della fiera. 32 Salone prodotti tipici IL CENTRO MARTEDÌ 30 APRILE 2013 L’infermiera di Vasto cuoca di sagnitelle nella Grande Mela L’ASSOCIAZIONE Un ponte con gli Stati Uniti per promuovere le tipicità Rossana Di Michele ambasciatrice del gusto abruzzese A New York ha sfondato con le ricette della tradizione Un giorno sei a servizio della Asl Lanciano-Vasto-Chieti. Un altro giorno ti ritrovi a far la spesa in limousine sulla Fifth Avenue perché a tavola aspettano i rigatoncini allo scoglio. Tutto nella norma se ti chiami Rosanna Di Michele e hai trasformato una passione per i fornelli in un modo genuino e spontaneo di veicolare la cultura enogastronomica abruzzese tra Manhattan, Long Island e New Jersey. Un nome, due occhiali e un volto solare per portare in giro la tradizione culinaria della costa vastese tra segreti, peculiarità ma anche sana “improvvisazione” che non guasta mai. Tutto questo, e molto altro, è la signora Di Michele. Quarantasette anni da compiere questo mese, ha iniziato a cucinare da bambina. «Una passione che si è rafforzata sempre di più, viaggiando e misurandomi con realtà diverse», racconta. «Quando vado nei ristoranti, nei limiti del possibi- COME E QUANDO Show ai fornelli venerdì mattina Rosanna Di Michele sarà protagonista di uno "show cooking" con degustazione venerdì alle 11: "Le eccellenze del mare in montagna". «Ho deciso di puntare su piatti prevalentemente a base di pesce - spiega - per fare da contraltare rispetto a una manifestazione i cui prodotti sono prevalentemente montani». La cuoca vastese è reduce dalla serata-evento "New York Party", in programma a Pescara lo scorso week-end. Un'iniziativa tra musica ed enogastronomia in perfetto stile Grande Mela. le, finisco sempre in cucina per cercare di capire i segreti». E’ nato tutto così, quasi per gioco. Ma prima di arrivare alla Grande Mela c’è da passare per un matrimonio, due figlie e quasi venti anni di servizio nella sala operatoria dell’ospedale di Vasto. Anche questo lavoro è nato per gioco. «Mi chiamavano tutti Candy Candy anche se ho sempre avuto i capelli neri», ricorda, «così mi sono detta, perché non fare un corso per infermiera? Tutto è nato così». Poi però un bel giorno avviene un incontro. «Mi sono trovata ad ospitare una coppia di amici medici, italoamericani. Ho cucinato per loro e mi hanno detto di essere rimasti stupiti. Da lì è arrivato un primo invito informale per New York, sono stata loro ospite insieme alla mia famiglia». Una volta atterrata al Jfk tutto è possibile. Così, nel giro di poco, la signora Rosanna si ritrova dal cucinare per una cerchia ristretta di amici, al dover sfamare 90 persone del Marymount School. «Ho cucinato un giorno e una notte», sottolinea. «Poi la mattina successiva, all'ultimo minuto, ho cotto Rossana con le tipicità che promuove negli stati Uniti la pasta per il pranzo allestito nella mensa della scuola nell' ambito della settimana del ringraziamento: ogni giorno un menù di una nazione diversa. Ma con una differenza: negli altri giorni le pietanze sono state fornite da alcuni ristoranti tramite un servizio di catering, mentre il giovedì ho fatto tutto io». Si va dai rigatoncini allo scoglio, alle sagnitelle coi ceci per arrivare alle polpette della nonna, per finire con fantasia di funghi. La signora Di Michele diventa per tutti Rosanna e si guadagna così l’inserimento nel progetto Annual Benefit. La leggenda metropolitana inizia così. «L’unica chiave per conquistare Manhattan è la meritocrazia», sottolinea. «solo con quella hai tutte le porte aperte. Le conoscenze mi hanno aiutato ma solo per avere l’occasione di mostrare il mio valore. Poi sono i fornelli a parlare». (fab.i.) Promuovere la cultura enogastronomica abruzzese all’estero, in particolare negli Stati Uniti, è uno dei punti di forza di associazioni come il Cram (Consiglio regionale abruzzesi nel mondo). Più nello specifico, figure come quella di Rosanna Di Michele, lavorano come “ambasciatrici” di cultura regionale all’estero. È lo spirito dell’associazione “L’Abruzzo in tavola”, presieduta dalla stessa Di Michele, che rappresenta un po’ un mezzo per lavorare in due sensi: da un lato facilitare l’incoming turistico in Abruzzo; dall’altro ampliare l’export di prodotti locali in America, perché lo spirito del sodalizio è quello di sfruttare canali media dove promuovere le bellezze paesaggistiche e architettoniche. Inoltre, allo stesso tempo, compito dell’associazione è quello di indicare le aziende abruzzesi e cosa producono, nonché il loro relativo importatore in Usa e dove trovarlo, diffondendo queste informazioni tra i potenziali consumatori. Si punta sulle piccole e medie aziende e sui prodotti artigianali, per dare valore a tradizioni rurali consolidate di un'intera comunità. Salone prodotti tipici MARTEDÌ 30 APRILE 2013 IL CENTRO 33 Cento formaggi d’autore Occhi puntati sui pecorini Un tagliere di qualità, Slow Food presenta i presìdi di Farindola e Castel del Monte Il presidente degli allevatori: salviamo le produzioni di nicchia con la tracciabilità SPECIALITà La mortadella di Campotosto: un salame Le mortadelle di Campotosto fa parte del presidio Slow Food insieme alle lenticchie di Santo Stefano, al pecorino di Farindola e al Canestrato di Castel del Monte. Un altro motivo di orgoglio per la produzione rurale dell’Aquilano. Le mortadelle di Campotosto - paese a 1.400 metri di altitudine affacciato su un bel lago artificiale incastonato nel Parco nazionale del Gran Sasso - hanno poco a che vedere con quelle di Bologna. Sono invece dei piccoli salumi di forma ovoidale, grandi più o meno come un grosso limone, che una volta tagliati assomigliano a uno strano salame, con un impasto fine e magro di colore rosso interrotto da una grossa occhiatura centrale data da un unico lardello. È probabile che il nome derivi dall’antico “mortarius” dove un tempo venivano pestate le carni, ma è difficile stabilire l’epoca della loro origine perché manca della documentazione storica. Ernesto Berardi produce artigianalmente mortadelle e altri salumi tipici del parco a Poggio Cancelli. Sabato alle 18 sarà protagonista di un Laboratorio del gusto dedicato alla merenda con i prodotti tipici. L'Abruzzo vanta una lunga e consolidata tradizione nella produzione di formaggi con latte ovino. Tra le specialità più conosciute troviamo il pecorino e il cacio marcetto. Altri formaggi tipici sono le scamorze di Rivisondoli, di Rapino e di Isola del Gran Sasso, i provoloni e i burrini di Tornareccio, i caciocavalli di Ocre, il canestrato di Castel del Monte ed il burro di Ovindoli. Al pecorino abruzzese viene riconosciuto un grande valore gastronomico e nutritivo. Un punto forte di un alimento comunque capace di dare una fisionomia particolare alla preparazione dei piatti più vari. La produzione è artigiana e si pratica in quasi tutte le case coloniche in cui esiste l'allevamento di pecore. Il pecorino vuole spesso una lunga maturazione che deve avvenire in ambiente non troppo umido, né troppo secco. Strettamente collegato il “marcetto”. Le prime avvisaglie che una forma di formaggio pecorino possa diventare "cacio marcetto" si hanno quando sulla crosta cominciano ad apparire delle screpolature che lasciano intravedere l'interno burroso del formaggio. Un processo tutto naturale favorito da una fermentazione naturale che fa moltiplicare, all’interno della forma, i vermi di latte, piccolissimi e bianchi, molto saporiti. Il "cacio marcetto" può essere tagliato e consumato quando la fermentazione ha raggiunto un certo stadio. Nel corso della kermesse verranno proposte degustazioni con una carrellata di pecorini di diversa stagionatura provenienti dalle tante vallate delle regione, primi fra tutti il Presidio Slow Food abruzzese: il Canestrato di Castel del Monte, e il pecorino di Farindola. La produzione casearia. Il Salone si propone anche come un viaggio all’interno della produzione casearia abruzzese che ancora sopravvive nella provincia dell’Aquila e una scoperta delle realtà più innovative e figlie di una nuova schiera di casari. Piccole aziende che fanno i conti con la concorrenza delle Norcini in ovile: crudo e salsiccia di pecora In vista del Salone, i pastori e allevatori della zona non si limiteranno a presentare prodotti caseari. Un aspetto interessante, proposto in questo caso da Gregorio Rotolo, è il prosciutto di pecora. Si tratta di fatto di un coscio di pecora con lo stinco, salato e aromatizzato con erbe selvatiche e un po’ di peperoncino, lasciato stagionare per circa sei mesi. A fine stagionatura si presenta come un piccolo prosciutto che ricorda un po' i “Violini di capretto” alpini, un importante prodotto tipico dei parchi del nord Italia. Viene di solito distribuito e degustato utilizzando affettatrici manuali un attimo prima della consumazione. La pasta è compatta dal colore rosso vivo e il sapore intenso che ricorda i gusti forti di montagna . Si può condire con olio, limone e rucola, ma è ottimo anche se accompagnato con un formaggio fresco. Altro prodotto rinomato è la salsiccia di Pecora, anche detta “salsiccia Scannese”, fatta per il 70% con carne di pecora e per il 30% con carne di maiale sale e pepe. Presenta una pasta grossa con la giusta proporzione di parte magra e parte grassa. È ottima sulla brace ma si presta bene anche nella preparazione di sughi. La prima fase di lavorazione del canestrato di Castel del Monte DOVE E QUANDO Erborinato e ricotta in tavola sabato Il simpatico Gregorio Rotolo, icona dell’omonima azienda di Scanno con il suo gregoriano e il trittico, l’eclettico Nunzio Marcelli con la ricotta stagionata al fumo ginepro e la scorza nera e il bravo Giovanni del Giudice, esperto di erborinati e gli speziati. Il Salone dei prodotti tipici ha scelto i suoi protagonisti per raccontare la produzione a latte crudo. Appuntamento sabato 4 maggio alle 15 nell'ambito dei Laboratori del gusto. In abbinamento verranno proposti i vini della cantina Pasetti. Il giorno successivo, alle 12 ci sarà il focus sul Pecorino con i produttori Giulio Petronio e Fiorenzo Sarto. In questo caso, l’abbinamento proposto è con i mieli locali e dai vini della cantina Feudo Antico. Il maestro di ricotte stagionate e affumicate Nunzio Marcelli tra le sue pecore grandi realtà industriali che spesso riescono ad approfittare di un mercato locale ancora poco tutelato. «La tracciabilità è ancora minima e la trasparenza è poca anche nel mercato dei formaggi», valuta Nunzio Marcelli, presidente dell’Arpo (Associazione allevatori ovicaprini d'Abruzzo). «Eppure gli alleva- tori e produttori sani e onesti esistono: sono spesso piccole aziende, che producono in modo tradizionale, costrette a restare fuori dal grande mercato a causa di regole che sembrano fatte apposta per escluderle». Un discorso legato all’economia, ma anche alla qualità dell’offerta. «Basterebbe poco», sottoli- nea il pastore e allevatore di Anversa, «un punto fermo deve essere la difesa di quei produttori che ancora resistono sul nostro territorio, che non sono industrie ma persone che lavorano, e sanno ancora come si fa». Un tentativo in tal senso è stato l’istituzione nella Valle Peligna del sodalizio “Ars Cibandis” a tutela del marchio «No-strano». Nonostante questo, si registra un incoraggiante aumento delle vendite anche all’estero, come testimoniato dall’esperienza diretta del pastore scannese Gregorio Rotolo. «La qualità», spiega Rotolo, «riesce comunque a farsi strada anche in un momento di crisi della domanda come quello attuale». 34 Salone prodotti tipici PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO IL CENTRO MARTEDÌ 30 APRILE 2013 PARCO gran sasso e monti della laga parco della majella Borghi mozzafiato e chitarra all’uovo sulla strada dei laghi Eremi e antiche abbazie Itinerari della fede sulle orme di Celestino La bellezza di borghi come Barrea, Alfedena e Civitella Alfedena, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, è donata soprattutto dalla forza della natura che li circonda. Borghi che non sono solo il luogo di incontro di celebri sentieri del Parco, ma che sono parte di un’area ricca di prodotti tipici. Tra questi i maccheroni “alla chitarra”, fatti con il singolare oggetto a corde metalliche che ricorda lo strumento musicale, la zuppa di orapi (spinaci selvatici) e fagioli, gli gnocchetti acqua farina e orapi, le carni alla brace. Non bisogna poi dimenticare gli alimenti legati alla tradizione pastorale e alla transumanza, quindi il pecorino, la ricotta di pecora, il caciocavallo di mucca, ma anche la marzolina, un raro formaggio caprino. Piatti e prodotti che sono parte integrante della tradizione rurale del Parco. Un universo che circonda i laghi di Barrea e Vivo: paesini pittoreschi, dall’aria frizzante, ricchi di aromi e profumi antichi. E poi numerosi sentieri che fanno la gioia degli escursionisti abituali, ma Dall'abbazia di Santo Spirito al Morrone all'eremo di san Bartolomeo in Legio a Roccamorice, passando per l'abbazia di san Liberatore, a Serramonacesca, e per l'eremo di sant'Onofrio all'Orfento a Caramanico Terme. Il parco della Majella propone un viaggio a ritroso nel tempo e nella storia sulle orme di papa Celestino V, guida spirituale di questa terra. Un articolo a firma di Chiara Buccini mette a confronto quattro differenti percorsi del parco, sulla scia di una strada tracciata dall’associazione Majambiente, nell’intento di promuovere il territorio e il suo patrimonio artistico. Una prima meta da considerare è quello che fa capo all'eremo di san Bartolomeo in Legio a Roccamorice, con labbinata di una visita della suggestiva chiesa di san Tommaso Apostolo a Caramanico Terme. Un secondo percorso fa tappa a Sulmona e nei luoghi celestiniani. In programma la visita dell'Abbazia di santo Spirito a Morrone, nella frazione Badia, dell' area archeologica del santuario di Ercole Curino, dell'eremo di sant'Onofrio a Morrone, dove fra' Pietro ricevette la notizia della sua nomina a pontefice. anche di coloro che solo occasionalmente si concedono una pausa rigenerante per un week-end. Due gli itinerari classici che si conoscono: il percorso che porta al lago Vivo e il sentiero di Val di Rose. Il lago Vivo è un piccolo miracolo della natura, soprattutto in questo periodo dell’anno quando si forma dallo scioglimento delle nevi e, nel suo specchio azzurro, si riflettono le cime ancora innevate del Parco nazionale, tra cui quelle del monte Petroso (2.249 metri), la cima più alta di questa zona. Da Civitella Alfedena, invece, si diparte il sentiero che conduce alla celebre Val di Rose, dove è possibile vedere da vicino i camosci. Questo itinerario si può abbinare ad un percorso che attraversa una valle parallela alla Val di Rose, la Valle Jannanghera. Da Alfedena si raggiunge Forca Resuni, a 1.952 metri, dove si svetta e da dove è possibile scorgere il versante laziale del Parco nazionale. Uno spettacolo per tutti i gusti. Escursioni in questa zona si possono fare a piedi, in auto o a cavallo. Il maestro Nino Facciolini di Castelli (foto Deidda) Le ceramiche di Castelli esposte anche al British Nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, una delle aree protette più estese e preziose d'Europa, i prodigiosi tesori della natura convivono da millenni con un rilevante patrimonio culturale. Borghi antichi, siti archeologici, castelli, santuari, abbazie, chiesette rupestri, eremi e grotte costellano i sorprendenti paesaggi montani. È un'immensa risorsa, fatta anche di artigianato, enogastronomia e folklore. Tra i borghi più suggestivi c’è quello di Castelli, situato ai piedi del Monte Camicia. Il paese è un borgo circondato da un paesaggio agricolo e da calanchi argillosi. E’ proprio la presenza dell’argilla, insieme a quella dell’acqua (per l’impasto) e della legna (per i forni), che portò una comunità di monaci benedettini, nove o dieci secoli fa, ad iniziare la produzione della ceramica. «Siamo nella “città della ceramica” – ricorda Marialuce Latini fotografando le peculiarità del borgo, «con le sue ancora fiorenti botteghe artigiane: un paese passato alla storia grazie a dinastie di superbi artisti le cui opere sono presenti nelle più importanti collezioni pubbliche e private del mondo, compreso il British Museum di Londra». In questo itinerario è prevista anche la visita al centro storico della città. Un ulteriore percorso si sposta nell'eremo di sant'Onofrio all'Orfento a Caramanico Terme. Qui, oltre all'eremo è prevista una tappa al centro visite del Parco nazionale della Majella. Infine, viene proposto il percorso un itinerario dedicato all' abbazia di san Liberatore a Maiella e all'eremo di sant'Onofrio di Serramonacesca. Questo percorso include anche un'altra tappa significativa per la religiosità: la chiesa del Volto Santo di Manoppello, dove, qualche anno fa, è stato in visita anche il pontefice. In quest’area la cucina e le produzioni alimentari tipiche sono caratterizzate dalla produzione di olio extravergine d'oliva e del vino. A Fara San Martino è presente una tradizionale produzione di pasta e altrove la produzione di salumi e formaggi. Sulmona è nota per la tradizionale produzione di confetti e dolciumi. Tradizionale è anche la produzione del farro, capace di resistere ai climi freddi, di legumi, tartufi e funghi. Presenza immancabile nella cucina tradizionale è il peperoncino. Salone prodotti tipici MARTEDÌ 30 APRILE 2013 IL CENTRO Olio, formaggi, vino e ortaggi da tutta la Penisola. La Campania espone le alici di Menaica, il carciofo bianco di Pertosa, l'oliva sanella ammaccata. Il Molise presenta, fra le altre tipicità, la famosa pasta filata. Da Cuneo arriva un’azienda specializzata nella produzione artigianale di cioccolatini. La Camera di Commercio di Matera espone l'olio locale della Lucania. Tra gli stand anche Unioncamere Lazio con i prodotti locali (formaggi storici romani e la strada dei vini dei Castelli e delle terre etrusco-romane). Questa è l’Italia dei Parchi in mostra all’Aquila. Il Salone dei prodotti tipici dei Parchi italiani offre una vasta varietà di piatti e alimenti provenienti dalle varie regioni di Italia, un’occasione di confronto per tutto il circuito di Federparchi che venerdì 3 maggio vedrà il direttivo nazionale riunito nel capoluogo abruzzese. Spazio anche alla promozione dei prodotti agroalimentari catalani, grazie a un protocollo d’intesa da siglare con la Diputaciò de Barcelona (insieme a Legambiente, Symbola e la stessa Federparchi). Ma il Salone è anche l’occasione per mettere a confronto modi innovativi per raccontare parchi italiani. Sono da intendersi in questo senso la presentazione del progetto “Pollino People experience” e della Campagna di promozione delle aree marine protette “le Magie del mare”, a cura di Domenico Sturabotti, direttore Fondazione Symbola. Ci sarà un confronto anche su strategie e marchi d’area. Ad esempio, il marchio d’area Dall’olio al cioccolato Profumi e sapori in trasferta al salone La treccia col mirto mozzarella tipica del Cilento La Campania porta nei suoi stand anche prodotti di mare Spazio alla Catalogna con un’intesa firmata Legambiente Un produttore presenta le sue alici di Menaica “Parco nazionale del Pollino” è sorto per tutelare l’originalità del sistema territorio. Il progetto, con un approccio integrato, lega organicamente emergenze paesaggistiche, culturali e gastronomiche. I prodotti sono riuniti sotto le filiere dei salumi, degli alimenti da forno, ortofrutta, lattiero-caseario e la segreteria del Parco ne cura la promozione, nell’ambito del “circuito breve” pubblicizzando la rete delle strutture ricettive dove si posso degustare ed acquistare i prodotti tipici a marchio Parco. Il salone si presenta come un’occasione per conoscere evoluzioni alimentari dell’area calabrese Aspromonte-Sila. Una full immersion con la tipica tradizione pastorale e contadina: il friabile pane di grano cotto nel forno a legna, il capocollo, salume ricavato dalla spalla o dal lombo del suino, i fagioli “pappaluni”, le patate d’Aspromonte. Tra i formaggi, i caprini della Limina, la ricotta affumicata, il canestraio, il pecorino dell’area grecanica dell’Aspromonte. Spazio anche alla promozione di alcuni prodotti dell’area alpina. Attesa anche la partecipazione di alcuni chef stellati i cui nomi sono legati alle aree protette coinvolte nella kermesse. Uno dei prodotti tipici del Parco del Cilento, in Campania, è conosciuto come la “Muzzarella co’ a mortedda”. Un piatto il cui sviluppo lo si deve al mirto, pianta spontanea nei boschi del Cilento. In passato, per trasportare la mozzarella e conservarla in modo ottimale, si usava avvolgerla nei rametti di mirto; da qui nasce molto probabilmente la mozzarella con la mortella. Il contatto con il mirto conferisce un sapore particolare, quasi erbaceo, ed un’acidità più pronunciata rispetto alla mozzarella classica. La tecnica di produzione è quella tradizionale con la differenza che la maturazione della cagliata avviene in assenza di siero; ciò determina un formaggio profumato, asciutto, compatto e dalla forma allungata. La mozzarella così prodotta viene confezionata con i rametti di mirto legati con germogli di ginestra o altre erbe. 35 DALLA CALABRIA Fagioli di montagna made in Aspromonte: giganti o coloratissimi Se la tradizione gastronomica dell’area costiera di Reggio Calabria è particolarmente ricca di piatti a base di pesce (pesce azzurro, tonno, pesce spada) pescato quotidianamente nello Stretto, le aree montuose dell’interno offrono invece i prodotti di un’economia tipicamente pastorale e contadina. Un esempio è costituito dai “pappaluni”, cioè i fagioli aspromontani. Sono verdolini, marroncini, tendenti al giallo ocra e picchiettati da macchioline rossicce, oppure grandissimi e candidi. I “pappaluni” sono coltivati nelle fasce medio-alte del massiccio all’interno del parco. Qui microclima, terreni e acque sono ideali per la produzione di legumi, non a caso il loro posto nella tradizione gastronomica locale è di primaria importanza. Si seminano a fine aprile e si raccolgono in ottobre. Esistono due tipi di pappaluni: quello bianco è una variante del bianco di Spagna ma di dimensioni più grandi e con la buccia esterna più morbida (a volte arriva a misurare anche 3,7 centimetri di lunghezza). Si presta benissimo alla preparazione di contorni o di minestre, sia asciutte che in brodo, in abbinamento ad altre verdure. Il “colorato”, dai colori cangianti e con una dimensione nettamente inferiore rispetto al bianco, gustoso e tenero, è ottimo nelle zuppe.