Notizie e curiosità
Geografia di Canicattì
Il centro abitato giace, a
465 metri s.l.m., in una
conca naturale (l'alta
valle del fiume Naro)
circondata da basse
colline, assai fertile e
tradizionalmente vocata
alle colture frutticole
(un tempo il mandorlo,
oggi l'uva Italia, l'uva da
mosto, la pesca e
l'albicocca).
L'area si differenzia notevolmente dal territorio circostante, ove è diffusissima la
cerealicoltura e, in generale, un'agricoltura estensiva e povera.
Storia
Il nome di Canicattì è di origine araba,che vuol dire
fossato d’argilla. Ai normanni successero i
Francesi, cacciati poi dagli Aragonesi. Nel 1448 il
feudo di Canicattì venne ceduto da Antonio
Palmeri, che non aveva figli, al nipote Andrea De
Crescenzio. Sotto il De Crescenzio, Canicattì era
una comunità rurale che contava da mille a
millecinquecento abitanti, insediati nella parte alta
della città. Ad Andrea succedette il figlio Giovanni,
che non avendo figli maschi, lasciò la baronia al
genero Francesco Calogero Bonanno, nel 1507.
Con il casato Bonanno la città conobbe un considerevole incremento demografico; i
feudatari, prima baroni, poi duchi e infine principi della Cattolica, fecero costruire
splendidi edifici e fontane. Dopo le sommosse e rivoluzioni del 1848 e 1859/61, raggiunta
l'unità d'Italia a Canicattì sorsero banche, mulini e stabilimenti che incrementarono il
commercio. Per la sua prosperità agricola, fondata soprattutto sulla coltura dei vigneti di
uva da tavola, Canicattì è stata annoverata nel 1987 tra i Cento Comuni della PiccolaGrande Italia Degni di nota sono gli studi sulla parlata, sulla sintassi e sulla grammatica
canicattinese del salesiano don Fausto Curto D'Andrea
Economia
Favorita dalla posizione strategica e dalla tradizionale laboriosità
degli abitanti, già verso la fine dell'Ottocento la città ferveva di
attività commerciali e industriali di rilievo; l'agricoltura vi
appariva avanzata ed era presente anche un forte comparto
minerario, con estrazioni di salgemma e zolfo Negli anni settanta
del Novecento l'economia locale prese un forte slancio grazie
all'esplosione del fenomeno della coltura intensiva dell'uva
bianca da tavola della varietà "Italia", di cui Canicattì divenne
centro eponimo. In quegli anni la ricchezza apportata
dall'agricoltura fu improvvisa e ingente, tanto da porre la città fra
i centri italiani più dinamici durante il c.d. "boom" economico
degli anni ottanta, al pari di cittadine del centro-nord del Paese.
Nel 1997 è stato riconosciuto dall'Unione Europea il marchio
IGP (indicazione geografica protetta) "Uva da tavola di
Canicattì".
Nel 2005, dopo alcuni anni di inerzia, è stato costituito il Consorzio di Tutela e sono stati
attivati i meccanismi di certificazione che hanno portato all'ingresso effettivo dell'uva a
marchio IGP sui mercati nazionali e comunitari; ne è conseguito un immediato aumento
di valore del prodotto, con evidente vantaggio dell'economia locale.
Chiese di Canicattì
Chiesa Madre
In Via Duomo si slancia al
cielo la chiesa Madre datato
1908 e dovuto all’arte di
Ernesto Basile. Sulla parte
alta della facciata si staglia il
bassorilievo
di
San
Pancrazio,patrono
di
canicattì.
Edificata
nel
settecento
in
stile
“Rinascimento” ,con una sola
navata a croce latina,tre
absidi e numerose cappelle
laterali, i lavori si protrassero
per circa mezzo secolo,finché
tra il 1760-65 vennero
ultimati.
.
Padre Gioacchino
Gioacchino Fedele La Lomia (Canicattì, 3 marzo 1831
- 30 luglio 1905) fu sacerdote, frate cappuccino,
missionario e predicatore. Entrò col nome di Gioacchino
Fedele nella famiglia dei Cappuccini a Palermo, nel
1852, e fu ordinato sacerdote nel 1855.
Missionario apostolico nella foresta amazzonica del
Brasile per dodici anni, fonda, insieme ad altri
confratelli,
ben
tredici
villaggi,
dedicandosi
all'evangelizzazione e alla promozione umana e
culturale.
Rientrato in Italia nel 1880, fonda il convento dei
cappuccini di Canicattì annesso alla chiesa della
Madonna della Rocca.
Povero tra i poveri, fu celebre per i miracoli attribuiti
alla sua intercessione La causa di beatificazione ebbe
inizio nella Curia di Agrigento nel 1928.
Il 23 aprile 2002, nella Sala Clementina del Vaticano,
Giovanni Paolo II lo ha proclamato Venerabile.
Chiesa Padre Gioacchino
Sorge lontana dal centro del
paese nella parte più alta della
città ed è attigua al convento
dei cappuccini fatto costruire
da Padre Gioacchino La Lumia
nel 1882. La chiesa è moderna
in quanto realizzata negli anni
’70 sul luogo di una più antica
ed è meta di pellegrinaggi da
parte della popolazione locale
che vi si reca per visitare il
sepolcro di Padre La Lumia
morto in odore di santità nel
1905
Chiesa del Redentore
La costruzione della chiesa del
redentore,su
progetto
del
geometra Vincenzo Bennici,ebbe
inizio il 21 novembre 1905 con la
posa della prima pietra da parte
del barone Francesco Lombardo.i
lavori
,per
mancanza
di
fondi,andarono
molto
a
rilento,mentre nel frattempo le
cerimonie religiose venivano
officiate in una improvvisata
sacrestia. solo il 29 giugno del
1929 si poté celebrare la prima
messa nella chiesa, pur tra i
disaggi di una navata ancora
grezza e non pavimentata. E ’
tuttora
l’unica
chiesa
del
popoloso quartiere d’ Oltre-ponte
Villa Firriato
Villa Firriato, progettata da Ernesto Basile è
uno splendido esempio di quell’arte liberty
famosa nel mondo per uno stupefacente mix
neogotico di esotismo e modernità. Alla fine
dell’Ottocento il barone Francesco Lombardo,
noto anche per aver donato l’Ospedale alla
città, ospedale che ne porta ancora il nome,
commissionò all’architetto del liberty Ernesto
Basile la costruzione di una villa nelle
campagne canicattinesi, in contrada Firriato.
Negli anni del suo splendore, gli anni della
belle epoque, la Villa aveva ospitato
prestigiosi eventi mondani, banchetti e feste
molto
frequenti,
che
vedevano
la
partecipazione
del
jet-set
isolano.
Teoricamente, Villa Firriato non avrebbe nulla
da invidiare alle altre pur straordinarie
realizzazioni del Basile, giustamente note in
tutto il mondo, se non un diverso destino.
Ernesto Basile disegnò un edificio ispirato
agli elementi più caratteristici allo stile
liberty Antonella Mazzamuto, nel libro Teatri
di Sicilia, parlando del Teatro Sociale di
Ernesto Basile a Canicattì del 1899, afferma
che
nel
ripercorrere
le
modalità
dell'eclettismo del tardo ottocento introduce
già elementi del linguaggio basiliano
modernista…. E quindi il Teatro di Canicattì
costituisce nell’evoluzione artistica del Basile
un passo avanti verso nuove esperienze
architettoniche. Quando Ernesto Basile
redigerà il progetto per il Kursaal Biondo
(oggi Teatro Nazionale) a Palermo, darà alla
sala del cinema-teatro una forma rettangolare,
proprio quella forma rettangolare – rileva la
Mazzamuto - che il Basile aveva già
sperimentato nel teatro di Canicattì
Le feste
La festa di "li tri re"
La festa del 6 gennaio, giorno dell’Epifania, è una sacra rappresentazione rievocante il
viaggio dei Re Magi verso la grotta di Betlemme. La pittoresca manifestazione, svolta per
la prima volta tra il 1870 e il 1886, desta ancora grande interesse tra i canicattesi. Dopo la
processione ha inizio la sacra rappresentazione con i Magi che partono a cavallo da
differenti punti della città, si incontrano nella piazza della Chiesa di San Diego, e
proseguono il loro viaggio verso la grotta, su per le strade che portano a Borgalino.
Raggiunta la grotta, i Magi si prostrano davanti al Bambino e offrono i loro doni.
Tri di Maiu
La festa del Crocifisso organizzata a Borgalino, viene chiamata a Canicattì
semplicemente tri di maiu, (tre di maggio) e si articola in una processione solenne con le
vale del Cristo e dell’Immacolata. Contestualmente si svolge la tradizionale sagra
"dell’uovo sodo
La Madonna del Rosario
In occasione della festa della Madonna del Rosario si svolge una fiera, purtroppo non più
come quella di una volta, quando vi partecipavano mercanti da ogni parte della Sicilia.
Arte contemporanea in città
A Non tutti piacciono questi murales e monumenti
Il corso di Canicattì
Si trova in viale
regina margherita
ed è il viale con
varie
attività
commerciali ed in
fondo a questa
via si trova la villa
comunale ….
Il 24 aprile del 2006 dopo vari mesi di lavori è stato inaugurato il
murales del ponte di ferro situato nella zona dell’oltre ponte
dedicato principalmente a papa Wojtyla ma raffigurante anche
molta gente conosciuta del posto e non solo.
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Chiese di Canicattì