Manierismo Il termine manierismo fino a qualche tempo fa veniva utilizzato esclusivamente nella sua accezione negativa e riferito a quegli artisti che dalla metà del cinquecento imitavano Michelangelo, Raffaello, Leonardo e proponevano perciò oggetti d’arte già visti. Vasari sosteneva che non fosse sufficiente imitare la natura ma che fosse necessario imitare i grandi artisti Dopo il sacco di Roma molti artisti furono costretti ad emigrare dalla città, in particolare ricordiamo Perin del Vaga di cui abbiamo testimonianza nella villa del Principe a Fassolo Elementi distintivi sono: Grazia (eleganza) libertà dalla regola, difficoltà d’esecuzione, bizzarro, inusuale, eccentrico, con dimostrazioni di grande cultura e capacità La bocca dell’Inferno Jacopo Barozzi da Vignola Sacro Bosco di Bomarzo Giambologna - Ratto delle Sabine Firenze, Loggia dei Lanzi, 1583 Giulio Romano Sala dei Giganti Mantova-Palazzo del Te Rifiuto delle regole: delle proporzioni per l’architettura della prospettiva per la pittura Rosso Fiorentino 1521 olio su tavola 375×196 Pinacoteca e Museo Civico, Volterra Giulio Romano Sala dei Giganti Mantova-Palazzo del Te Barocco La definizione non individua una precisa corrente artistica ma, piuttosto lo spirito stesso di un secolo. Indica un periodo compreso tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVIII Nasce a Roma e si sviluppa in tutta Europa manifestando caratteri differenti, per questa ragione si potrebbe parla re di “barocchi” Francesco Borromini, San Carlo alle Quattro Fontane, cupola L’arte della Controriforma • Per contrastare le riforma protestante la chiesa, con il concilio di Trento, favorisce un’intensa produzione religiosa con l’intento di rafforzare la fede • La chiesa del seicente si pone come obiettivo la persuasione tramite grandiosità, spettacolarità, • La persuasione non ricerca più la razionalità ma attraverso la capacità di suscitare emozioni e sentimenti L'Incoronazione di spine, Anton Maria Maragliano cm150x170x130. Confraternita dei SS. Agostino e Monica, Chiesa di S. Lucia. Architettura religiosa • Le facciate sono articolate su due piani ben distinti da colonne e lesene sovrapposte che creano effetti di chiaroscuro • La facciata ai lati è chiusa da due volute • All’incrocio tra navata e transetto c’è la cupola • Le composizioni sono rigorosamente simmetriche Architettura civile • Simmetriche • Facciate articolate con sovrapposizione degli ordini • Si alternano superfici concave e convesse PALAZZO REALE GENOVA San Pietro Bernini sosteneva che «la chiesa di S. Pietro, madre di tutte le altre doveva “ haver' un portico che per l'appunto dimostrasse di ricever à braccia aperte maternamente i Cattolici per confermarli nella credenza, gl'Heretici per riunirli alla Chiesa, e gl'Infedeli per illuminarli alla vera fede», dando così una felice immagine del suo intervento ancor oggi comunemente riconosciuta e accettata. La scelta del "triplo portico" era alla necessità di svolgervi le processioni, ma suggeriva un legame con l’Antico Testamento, dove il cortile del Tempio di Dio viene descritto da Ezechiele come porticus incta portici triplici (Ez. 42, 3). Infine, potrebbe evocare il mistero della Trinità Sopra il colonnato si trovano 162 statue di santi – ognuno in corrispondenza di una colonna, Le dimensioni delle sculture – realizzate da collaboratori di Bernini sotto la sua supervisione, con modelli dal vero provati sulla piazza – sono esattamente la metà di quelle sulla facciata della basilica, rappresentanti i dodici apostoli e un Gesù di mano dello stesso Bernini (la cui croce è sulla retta di quella della cupola retrostante e di quella dell'obelisco antistante) Il simbolismo del baldacchino di San Pietro Era ancora venticinquenne Bernini quando ricevette la commissione del baldacchino di S. Pietro. Era il 7 giugno 1624. La costruzione durò nove anni. Per reperire il bronzo necessario Urbano diede ordine di asportare le grandi travi bronzee del portico del Pantheon, le stesse che si erano salvate dai numerosi saccheggi degli imperatori d’Oriente, definite dal pontefice “decora inutilia”. Questo gesto fu condannato dalla celebre frase “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini”, ormai rimasta alla storia quale giudizio dell’attività edilizia del papa. L’importanza simbolica del monumento è evidentissima. Le colonne vitinee richiamano l’antichissima tradizione del tempio di Salomone a Gerusalemme, il cui dettame sarebbe stato dettato dall’Onnipotente ai sommi sacerdoti. I serti di alloro alludono alla poesia, le api alla laboriosità dei Barberini, i sauri alla rinascita dell’uomo vivificato dal messaggio cristiano. Fontana di Trevi Roma 1681 Filippo Schor- Gian Lorenzo Bernini festa per la nascita del Delfino di Francia. Committente Cardinale Antonio Barberini. Luogo della festa la scalinata di Trinità dei Monti Appare chiara l’intenzione di adattare la natura alle esigenze dell’architettura. Bernini approfitta degli alberi che salgono sulla collina trasformandoli in parte integrante della struttura: alberi cimati e adattati allo scopo sosterranno enormi candelieri con grandi torce. Al centro una grande voragine entro al quale precipitava la Discordia, come precipitasse nell’inferno. Nelle aperture dei campanili erano poste una grande L (Luigi) e una grande M (Maria Teresa) adornate da palme e legate da un nastro oro e porpora I fuochi artificiali si alzavano dietro l’apparato scenico e ricadevano giù sempre seguiti dall’applauso del popolo. Il fuoco procurò un concerto di scoppi e illuminò tutta la macchina scenica fino a consumare tutto il dirupo, ha incenerito la Discordia e reso ancor più magnifico il Delfino, con il sottofondo del suono dei tamburi , delle trombe e dell’applauso del popolo. Il cardinale Antonio per far godere la festa ai Cardinali, Principi e prelati fece fare dei palchi damascati in una casa dirimpetto, coperti di arazzi e decorati con cristalli. reggia di versailles • • Château de Vaux le Vicomte I giardini vengono organizzati attorno a viali rettilinei che si perdono verso prospettive infinite La natura viene controllata da un attento disegno così come aveva incominciato a fare Galeazzo Alessi nelle ville genovesi • • Tutte le arti:architettura, pittura, musica, letteratura convergono nell’esigenza prioritaria della macchina scenica L’effetto scenografico di interni ed esterni diventa preponderante Carlo Rainaldi Basilica di Sant'Andrea della Valle Roma F. Borromini - Sant'Ivo alla Sapienza Roma F. Borromini Chiesa di Sant'Agnese Roma • Palazzo Carrega Cataldi Genova Galleria degli specchi Palazzo Reale Villa Rovere Gavotti Albissola villa Durazzo-Faraggiana ad Albissola Marina specchiera con il mito di Narciso Palazzo Ottavio Imperiale –Palazzo Campetto (oggi Oviesse) Già prima dell'ultimazione, nel 1588, fu compreso tra i palazzi dei rolli e inserito nel secondo bussolo, mentre in seguito passò stabilmente al primo. Ottavio Sauli lo acquistò ai primi del Seicento e vi si trasferì con il fratello Gio. Antonio, lasciando il vecchio palazzo di famiglia di piazza Sauli, anch'esso iscritto nei rolli. Ancora indicato come tale alla fine del secolo passò in eredità alla famiglia De Mari e in seguito arrichito internamente da opere di numerosi artisti quali Domenico Piola.