Aprile 2011 INDIALOGO n. 41 Supple m e n t o d i I n d i a l o g o . i t , a u t o r i z z . N . 2 d e l 16.6.2010 del Tribunale di Pinerolo Pinerolo: vivere la città Buone News A cura di Gabriella Bruzzone l’”ecoturismo” in ascesa tra i giovani Le vacanze sempre più ecocompatibili Con l’arrivo della bella stagione si inizia inevitabilmente a pensare alle vacanze, prime fra tutte quelle pasquali. La primavera, si sa, con i suoi profumi e i primi caldi invoglia a stare all’aria aperta e a organizzare gite fuori porta. Secondo alcuni studi, gli italiani ricercano sempre di più il contatto con la natura e preferiscono vacanze ecocompatibili a stressanti viaggi in caotiche città. Da qui il termine ecoturismo: ovvero “una forma di turismo incentrato sull’impegno ambientalista e sociale”. E quale luogo migliore se non proprio l’Italia per una vacanza di questo tipo? Il nostro Paese offre, infatti, una vasta gamma di scelte tra agriturismi, prodotti alimentari e tradizioni folcloristiche e culturali. Tra i maggiori sostenitori di questo nuovo turismo ci sono i giovani tra i 16 e i 30 anni, sintomo di una coscienza verde che ben si sta radicando tra le nuove generazioni; seguono poi le famiglie, le gite scolastiche, le coppie e infine i single. Gli ecoturisti prediligono gli agriturismi, luoghi tranquilli nei quali approfondire la conoscenza di piante ed animali e in cui poter godere la natura in pieno relax. Ma anche i bed and brekfast e le dimore storiche. Non solo: lo spirito sportivo prevale anche quando si è in vacanza, così molte strutture si sono attrezzate con campi sportivi, gite a cavallo, corsi di trekking, arrampicata e bird watching. Questi sono solo alcuni dei motivi che spingono un numero sempre maggiore di italiani a preferire questo tipo di programma rispetto alle classiche vacanze. Concorrono soprattutto la natura incontaminata e le bellezze paesaggistiche. Alcuni puntano anche alle località storico-artistiche e alle aree protette, il tutto nel rispetto dell’ambiente. È questo infatti l’obbiettivo principale di chi sceglie le vacanze ecologiche, prima ancora del costo. Senza contare oltretutto il fatturato annuo italiano di questo settore in continua crescita, pari a 10 miliardi di euro. Dati ottimisti per il futuro arrivano anche dalla associazione della Coldiretti, pronta ad incoraggiare gli imprenditori che vogliono puntare ad un green tourism. 22 33 www S o m m a r i | Editoriale | 2 Riflettere insieme sulla città in cui si vive è un parlare della propria identità individuale e soprattutto collettiva, un po’ per fare il punto sulla propria progettualità e un po’ per offrire spunti a quelli che progettano e amministrano la città. 4Eventi Studiare insieme lo spazio in cui si vive è la filosofia che anima quella che è stata definita “l’architettura partecipata”, dove s’incontrano le persone che vivono lo spazio pubblico e le persone che lo progettano al fine di realizzare una “città possibile”, come si chiama anche un’associazione di Torino che opera per questo fine. Primo piano visitare la cittÀ pinerolo multietnica le guerre non dichiarate Lettere al giornale il male e l’uomo 11Nuvole sopra i 20 12 13 14 nucleare sì o no Politica in Città caserma e società Pinerolo come la vorrei/5 una città aperta al dialogo Delibere comunali marzo 2011 15Appunti di viaggio boca do juma, in amazzonia 16Tendenze lp: ritorno al futuro? 17Giovani@Scuola 15o anni d’italia e di scuola unita 18Sociale &Volontariato 19 nasce il pinerolo fd Personaggi anna baral 20Teatro Pinerolo Indialogo, supplemento di Indialogo.it Autorizzazione del Tribunale di Pinerolo n. 2 del 16/06/2010 redazione Tel. 0121397226 - Fax 1782285085 E-mail: [email protected] 10 photo Giacomo Denanni, Irene Lo Bianco vivere la cittÀ 9Visibili &Invisibili Il questionario sul “vivere la città” di Noardo e Barale e gli interventi preelettorali su “Pinerolo come la vorrei” sono un nostro piccolo e primo contributo a questa architettura partecipata. Direttore Responsabile Antonio Denanni Hanno collaborato a questo numero: Fiammetta Bertotto, Michele Barbero, Silvio Ferrero, Emanuele Sacchetto, Valentina Voglino, Gabriella Bruzzone, Francesca Noardo, Maurizio Allasia, Andrea Obiso, Mario Rivoiro, Massimiliano Granero, Nadia Fenoglio, Giulia Antonucci, Francesca Costarelli, Michele F.Barale, Massimiliano Malvicini Con la partecipazione di Elvio Fassone Buone News le vacanze ecocompatibili 8Osservatorio Partecipare e riflettere insieme, dunque, per riqualificare e vivere meglio la città. Un’esperienza questa sviluppata in Italia nell’ultimo decennio, soprattutto nelle grandi città, in ritardo rispetto all’Europa, dove le prime esperienze in Olanda (poi estese a Germania, Inghilterra, Francia, Svizzera) risalgono a trent’anni fa. E che non sono ancora decollate nelle piccole città come la nostra Pinerolo. PINEROLO INDIALOGO 6 Antonio Denanni o A teatro la tv non sempre funzona 21Arte&Architettura dove la sera ci si da appuntamento 22Serate di Laurea psicologia e antropologia culturale 23Musica pellicans 24Sport san secondo pallavolo http://www.pineroloindialogo.it http://www.facebook.com/indialogo.apinerolo http://www.issuu.com/pineroloindialogo 4 NO PRIMO PIA Aprile: “vivere la città” A cura di Francesca Noardo e Michele F.Barale in un questionario i punti di forza e di debolezza “Vivere Pinerolo” Si vive bene, ma è una città “buia”;“manca qualcosa che la renda famosa” “Vivere la città” è uno slogan che riassume in sé l’idea di uno spazio in cui si vive la propria identità, fatta di idealità e di relazioni, di storia e di emozioni. Calando l’argomento nel locale con lo slogan “Vivere Pinerolo”, non abbiamo potuto far a meno di sentire il parere di chi Pinerolo effettivamente la vive, per individuare i punti di forza e di debolezza condivisi. Per fare ciò è stato diffuso un questionario, perlopiù tramite facebook. Il mezzo certo rende parziali le risposte, che però, data l’omogeneità dei riscontri (nonostante la diversità di età e di condizioni), sono da considerare buone. E per questo meritevoli di attenzione. ANGOLI PINEROLESI “Piazza Fontana” risulta in assoluto la più gettonata come luogo di appuntamento, prima di trasferirsi in bar o pub; non a caso è il parcheggio più utilizzato e la quasi totalità di chi ha risposto arriva a Pinerolo in auto. È interessante il caso del Centro Storico: il più frequentato, la zona che piace di più e allo stesso tempo la meno sfruttata in relazione alle potenzialità, a parere dei più. Si gira poi per i Portici, il centro commerciale, piazza Facta, molto apprezzata, seconda solo al centro storico. Può far pensare il fatto che, nonostante molti prediligano i parchi, la stragrande maggioranza ha risposto che mai si è recata al Parco Olimpico. I gruppi Scout, per finire, frequentano chiese e parrocchie. I TERMINI DI PARAGONE Mete più ambite fuori Pinerolo? Torino al primo posto, perché più interessante, offre più “vita”, iniziative e movimento di giovani. Quasi per le stesse ragioni a volte si preferisce Saluzzo: con una zona pedonale più appetibile, più luminosa e ricca di eventi culturali. Uscendo dalle città, molti amano la tranquillità e la bellezza delle valli e della montagna o dei parchi, anche per la possibilità di praticare sport. GIUDIZI DEI PINEROLESI Riguardo all’offerta pinerolese nei vari settori, i giudizi sono generalmente tra buono e sufficiente. Si considera insufficiente soprattutto l’offerta turistica, seguita dalla promozione di eventi (tra i quali vince per popolarità la Notte Bianca). A parere unanimemente diffuso è asso- 4 5 lutamente carente la pubblicità e l’informazione su ciò che a Pinerolo c’è e su quanto riguarda gli eventi, a furor di popolo potenziabili: non solo i grandi eventi organizzati dal Comune, ma anche singole iniziative di locali o singoli cittadini, a cui pare manchi appoggio e disponibilità a dar loro spazio. In particolare si chiede attenzione verso i giovani (18-35 anni), che al momento “fuggono” a Torino in cerca di fermento. Buona l’offerta di locali, ma si lamenta la scarsità di spazi per feste private, e intrattenimento. Anche per gli aspetti culturali, la cui offerta è giudicata buona, si sente la mancanza di pubblicità: pieghevoli, depliant e manifesti sono un investimento che, tra gli altri, gioverebbe all’apprezzamento della nostra città. Insomma, si chiede di incuriosire, interessare e attrarre gente! Migliorabile anche la viabilità: tanti accusano scarsità di parcheggi gratuiti e/o inefficienza (tratte, orari, prezzi) dei trasporti pubblici; anche estendibili (o migliorabili) piste ciclabili e zone pedonali. Per quanto riguarda il verde si vorrebbero parchi anche lungo i fiumi e i canali, rendendoli maggiormente fruibili ed appetibili per chi voglia sfruttarli nel tempo libero o praticarvi sport. L’offerta sportiva è comunque giudicata buona; si propone di sfruttare il parco olimpico per nuove strutture e introdurre campi comunali accessibili a tutti. Infine, due ulteriori considerazioni che meritano riflessione sono il fatto che Pinerolo sia una città “buia” e che le manchi “qualcosa che ci rende famosi”, forse indice dell’identità pinerolese che si va perdendo, e cui bisogna riportare l’attenzione. Chi frequenta Pinerolo è conscio della sua bellezza e potenzialità, e per questo auspica i miglioramenti che si spera pervengano in un prossimo futuro. Il successo di Piazza Facta Piazza Facta deve la sua esistenza al riassetto urbanistico di Pinerolo dovuto alla demolizione delle fortificazioni di difesa, avvenuta dopo la seconda dominazione francese del tardo XVII secolo. Infatti, in luogo della chiesa di San Rocco, eretta a partire dal 1744, sorgeva uno dei bastioni della cinta muraria, e si dice che sotto di essa corrano ancora antichi cunicoli che legavano tra loro tutti i bastioni. Lo slargo verso Piazza Cavour risale invece agli anni ‘60 del XX secolo, anni in cui venne demolita la Caserma Serafino. Intelligente l’intervento che ridisegnò l’edificio d’angolo di connessione tra le due piazze. Vi si riflettono i profili cittadini, la chiesa, le persone che vi transitano, le luci di Natale, i rumori del mercato. A migliorare ulteriormente la situazione, la più recente risistemazione del manto stradale e la creazione di una vasta zona integralmente pedonale, che ne ha fatto un luogo di ritrovo protetto dalle automobili, con accesso diretto sia ai parcheggi, sia all’intimità del centro storico, sia al passeggio dei portici. Piazza Facta può oggi essere considerata la piazza principale di Pinerolo, non certo per le dimensioni, ma per questa funzione di luogo di ritrovo obbligato che porta un pubblico ogni giorno più ampio: le famiglie la domenica pomeriggio, i giovani il sabato sera o anche durante la settimana nei mesi più caldi, gli anziani ogni giorno con i nipoti più piccoli non ancora attratti dai giardinetti. Come mai un simile successo? Le cause sono molteplici: senz’altro la sua posizione nel contesto urbano, forse il luogo più centrale tra gli attuali assi di transito pedonale e non della città: questo la rende la vetrina della città, prova ne sono i gazebo, le auto esposte, i banchetti delle varie organizzazioni che qui sanno di attirare l’attenzione. La possibilità di avere panchine, tante e non fisse, e un luogo sufficientemente protetto dal traffico automobilistico: questa peculiarità la contende con Piazzetta Verdi, dietro al Teatro Sociale, dove però le possibilità di seduta pubblica si riducono a due. Grazie a queste due caratteristiche prevalenti, diviene sede di tutte le manifestazioni che si svolgono in città. Michele F.Barale 6 primo piano Visitare la città A cura di Francesca Costarelli la visita di pinerolo con gli amici internazionali My Pinerolo Citadina «Entriamo nel centro storico e ci addentriamo nelle viuzze» Da quando sono tornata dall’Erasmus, tanti amici, veramente internazionali, sono venuti a trovarmi. Sono sempre stata molto orgogliosa della città in cui sono nata e dopo un po’ di tentativi, credo di aver trovato il giusto mix per un perfetto tour da proporre ai giovani forestieri. Così la visita a Pinerolo City è diventata un must, a volte giovani canadesi, olandesi, macedoni, polacchi… ripartono senza aver visto Torino per mancanza di tempo, ma lo stesso soddisfatti con Pinerolo nel cuore. Si inizia sempre con una colazione a base di cappuccino e brioche, raramente certe specialità si possono gustare fuori dall’Italia. Si punta dritti verso Piazza Fontana, e più precisamente verso le cabine telefoniche. Da che mi ricordo, ci si è sempre incontrati “alle cabine” prima di una serata, così si lasciano in piazza le auto in più e si chiacchiera sotto i viali aspettando i soliti ritardari. Poi ci muoviamo verso il centro storico passando di fronte al Comune sul quale faccio notare le finestre che stilizzano una M di mussoliniana memoria. E finalmente, ci addentriamo nel centro storico, passeggiamo di fronte al retro del Teatro Sociale e arriviamo in Piazza Facta a cui si affaccia la Casa del Gallo. Alcuni rimangono stupiti per l’accostamento della modernità con gli edifici storici e solitamente, un po’ in contrasto con l’idea dominante in città, apprezzano. Oltrepassiamo Piazza del Duomo, percepita come un vero gioiellino, e ci addentriamo nelle viuzze che portano alla Scala Santa. Lo stu- pore si dipinge sui volti dei miei amici quando racconto loro che, un tempo non troppo lontano, le processioni religiose che passavano su questa scala vedevano i credenti procedere in ginocchio su queste pietre per espiare i peccati e fare penitenza. A volte li prendo in giro dicendo che è per questo che i gradoni hanno una leggera inclinazione nella parte centrale e a volte ci cascano! Arriviamo all’entrata del Pecora, un giardinetto conosciuto dai più giovani per venire a (far finta di) studiare e a fumare le prime sigarette potendo tossire indisturbati. In questo si fa concorrenza con il giardinetto che sorge dalla parte opposta del Tribunale, conosciuto come il Napoli, chissà poi perchè. Ci affacciamo su Via Principi d’Acaja e mostro Palazzo del Senato, una meraviglia dopo la faticaccia della salita. Arriviamo al pozzo e, salendo ancora alcuni gradini, ci ritroviamo di fronte a Palazzo degli Acaja, dove sostiamo per aver il tempo di raccontare del soggiorno pinerolese della Maschera di Ferro. Infine arriviamo a San Maurizio. Qui tutti ci siamo scambiati il primo bacio… ricordo ancora il pezzo di muretto su cui ero seduta quando il primo amore si dichiarò… Taccio e lascio parlare il panorama che si estende tutto intorno. In conclusione, quando c’è tempo e i miei ospiti sono particolarmente golosi, non faccio mancare un gelato e un assaggio di torta Zurigo, una vera galuperie! 6 Piazza Fontana, il salotto dell’800 A cura di Marianna Bertolino 7 Cuore di Pinerolo, se non altro per la sua po- ora collocate nella vicina Piazza III Alpini. sizione centrale e per i mercati settimanali del Oggi resta una delle piazze più grandi del mercoledì e del sabato, Piazza Vittorio Veneto Piemonte ed è sede di numerose iniziative è da tutti i pinerolesi - e non solo - conosciuta culturali che costellano il calendario di Picome Piazza Fontana, soprannome che ai più nerolo. richiama alla mente la fontana che, insieme al monumento celebrativo del generale Filippo Brignone, frammezza la distesa di autovetture, ormai parte integrante della cartolina ricordo. In realtà la piazza prende il nome dal marchese Ignazio Fontana di Cravanzana, colui che per primo la ideò nel 1738. La sua costruzione è legata al riassetto urbanistico che seguì la seconda occupazione francese del Seicento e alla rilevante presenza di guarnigioni militari in città, che richiedevano alcuni spazi adeguati alle esercitazioni e alle parate. La prima fase di progettazione, conseguente all’abbattimento delPiazza S.Donato e il Centro storico le fortificazioni francesi, avrebbe dovuto Varcare la soglia del centro storico significa portare alla creazione di un’ampia area monumentale e al decentramento della rapportarsi con quanto di più stratificato una citcittà con l’erezione di un nuovo Duo- tà possa raccontare: il suo evolversi, i suoi rapmo. Tuttavia l’idea fu giudicata troppo porti sociali, comunitari, sono tutti impressi dal dispendiosa e l’architetto incaricato dei primo all’ultimo con modalità differenti nei suoi edifici, nella lavori, Bernardo Vittone, dovette accon- loro disposizione, nelle relazioni che intessono tra loro e che non sempre siamo ancora in grado di rileggere. tentarsi della progettazione del Palazzo Qualunque sia la via di volta in volta percorsa, ciascuna di dei Catecumeni - ovvero Palazzo Vittone esse nella Pinerolo del vecchio borgo conduce nello stesso -visibile sul lato est della piazza. luogo: Piazza San Donato. La piazza deve il suo nome attuaQuest’ultima, realizzata dal 1740 al le al santo protettore di Pinerolo a cui è dedicato il duomo, 1754, restò la piazza d’armi della città stupenda architettura medievale dal prospetto neogotico. Le fino al 1830, periodo in cui si rese ne- sue linee guida sono chiaramente quelle medievaleggianti, cessario il suo impiego civico. Il campo tipiche del restauro italiano tardo ottocentesco, che tendedi Marte fu quindi spostato negli attuali vano a riportare alla luce passati e presunti fasti dell’Italia giardini antistanti alla stazione ferrovia- dei Comuni. ria e la piazza subì alcune modifiche. InCome si vivono oggi questi luoghi? Gli interventi iniziananzitutto furono piantati gli alberi che ti negli anni ’80 consentirono il recupero di questa parte compongono il viale lungo tutto il peri- della città, fortemente degradata sia sul profilo matericometro, in seguito, nel 1843, fu costruita strutturale, sia su quello sociale. Una realtà commerciale la fontana impiegando la pietra locale del ancora più improntata ai generi di prima necessità: il settore Malanaggio e, infine, il già citato monu- alimentare vede ancora una forte componente, pressoché mento al generale Brignone, che si di- scomparsa nella zona dei portici oltre corso Torino. Minore stinse nelle guerre risorgimentali, opera la presenza del settore dell’abbigliamento. Facile trovare un affidata nel 1879 allo scultore lombardo bar durante il giorno, visto che tutto il basso centro storico ne è costellato. Odoardo Tabacchi. Purtroppo, se l’offerta è più che soddisfacente durante il giorLa piazza, insieme ai portici nuovi e no, la sera si riduce a pochi luoghi: un paio di bar, che divenal Teatro Sociale, ha rappresentato il tano il centro nodale del pre-serata dei giovani prima di andare “salotto buono” della borghesia per tut- in discoteca; poco oltre in via Trento alcuni locali che offrono to l’Ottocento, in particolar modo dopo serate al gusto di buona musica, non più di due gelaterie. l’installazione dei Nuovi Quartieri di Ca- Il tutto, diurno e notturno, è strenuamente concentrato nel valleria. basso centro storico. Chiunque provi a salire verso San MauNel secolo scorso, durante le fiere della rizio, se di certo troverà luoghi tranquilli dove passare inossercittà, ha ospitato le giostre e il Luna Park, vati la serata col partner, non si impegni a cercare una sosta dove bere qualcosa godendosi lo splendido panorama che la collina può offrire: rimarrebbe a gola secca. Michele F. Barale società Osservatorio A cura di Lidia Comparetto sempre più multietnica e multiculturale Pinerolo: 36158 abitanti, 2767 stranieri Pinerolo è sempre più una città multietnica. Facendo un’analisi della presenza degli stranieri ne risulta un costante aumento dal 2000 ad oggi con un’accelerazione negli ultimi anni; difatti nel 2000 gli immigrati erano il 2% della popolazione, nel 2004 sono aumentati al 3%, sino ad arrivare al 7,65% nel 2010. Oggi, infatti, si contano 2767 abitanti stranieri, mentre quelli pinerolesi sono 36158. Ovviamente i dati si riferiscono agli immigrati in posizione regolare. Se si facesse riferimento anche ai non regolari le percentuali sarebbero sicuramente più elevate. Inoltre si sottolinea che la maggioranza di stranieri con permesso di soggiorno è di sesso femminile (circa il 54%), presumibilmente per l’alta richiesta di badanti. Tra le diverse etnie presenti a Pinerolo quella prevalente è la popolazione rumena, che rappresenta circa il 50% degli immigrati, seguita da quella marocchina con il 14% e da quella albanese con il 10%. Le ragioni che spingono queste persone a lasciare il proprio Paese d’origine sono le più diverse, anche se prevalgono quelle economiche. «Sono scappata con la mia famiglia dal Vietnam nel 1975 – afferma Marja Sabadini - l’anno dell’evacuazione. Purtroppo però, al momento della fuga, mia sorella è rimasta intrappolata tra il filo spinato e da allora non sappiamo più nien- te di lei. A breve finalmente tornerò in Vietnam e spero di riuscire a ritrovarla… Al momento di lasciare il Vietnam ho avuto un dolore mentale così forte da sfociare anche in quello fisico. Ero solo una bambina ed i miei amici e la mia terra erano le sole cose che avevo, erano parte di me. Spesso mi capitava di sognare la mia ‘’fetta di Mondo’’ strappatami dalle mani… Mi manca l’odore della mia terra, ma soprattutto far vedere alle mie figlie quali siano le mie radici e la vera identità di Marja». Anche i pareri sull’immigrazione sono i più diversi. In un breve sondaggio fatto tra alcuni pinerolesi vi è chi vede l’immigrazione come un fenomeno positivo: afferma che la multiculturalità e il confronto con “l’altro” è fonte di un arricchimento e di un continuo scambio socio-culturale. Inoltre gli stranieri ci aiutano dal punto di vista demografico: i nuovi arrivi e le nuove nascite ringiovaniscono la popolazione di Pinerolo. Infatti, mentre nel 2004 la percentuale dei nati pinerolesi era del 94% e quella dei nati stranieri del 6%, nel 2010 si riscontra un calo dei primi all’86,5% ed un aumento dei secondi al 13,5%. Un altro pro è riferito all’opportunità dei bambini che, fin da piccoli, imparano ad accettare il ‘’diverso’’ e si integrano meglio perchè non hanno pregiudizi. Vi è poi chi si pone davanti all’immigrazione in modo negativo affermando che, a causa della crisi economica che stiamo vivendo, non è bene che aumenti la popolazione, in quanto si viene ad aggiungere ulteriore disoccupazione ai già numerosi italiani senza lavoro. C’è anche da dire che solitamente i lavori svolti dagli stranieri sono quelli che gli italiani non fanno perchè non sono considerati abbastanza ‘’nobili’’. 8 diritti umani Visibili & Invisibili Di Massimiliano Granero morti in silenzio e senza clamore Le guerre non dichiarate Forse non tutti sanno che la guerra non è un incubo del passato in ogni luogo di questo mondo. Saltando a piè pari la situazione della Libia, di cui si parla ovunque e comunque, è indubbiamente utile conoscere e comprendere quali conflitti ancora imperversino nel globo. Guerre, conflitti, lotte armate, faide, rivoluzioni. Comunque le si voglia chiamare esse esistono, portano distruzione e fame. Fanno morti. Fanno numeri. Vengono infatti suddivisi in conflitti armati, guerre- eventi sociali e politici generalmente di vaste dimensioni che consistono nel confronto armato fra due o più soggetti collettivi significativi- e LIC. LIC, ovvero Low Intensity Conflict. L’uso di forze armate contro un soggetto non statale, o non riconosciuto tale, per imporre l’osservanza di determinati obbiettivi. Operazioni di cosiddetto “peacekeeping”. Lotte che ugualmente però fanno stragi tra i civili. Morti forse meno importanti? Di serie B? Certamente morti scomodi. Forse morti fortunati, perché in guerra vivere è spesso peggio che morire. Ma lasciamo spazio a nomi e numeri, di quei conflitti che ancor oggi, duemila e undici anni dopo la nascita di Cristo, imbevono di sangue la Terra su cui camminiamo e impregnano l’aria con l’odore della morte. Ricordandoci che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Solo nel 2010: per la Ribellione Naxalito-Maoista in India 1174 morti, per la Guerra Civile Afgana 10461, per la Guerra Civile Somala più di 3000, per la Guerra d’Iraq più di 4000, per la Guerra nel Nord Ovest del Pakistan più di 5000, per le sollevazioni sciite in Yemen più di 3000, per la Guerra Messicana della droga 12456, per i conflitti in Sudan più di 1000. E chissà quanti altri sono morti nel silenzio. XVI Giornata della memoria delle vittime di mafia “Insieme verità e giustizia in terra di luce” Libera per la XVI Giornata della Memoria e dell’Impegno per le Vittime di Mafia ha scelto lo slogan “Insieme verità e giustizia in terra di luce”. A Potenza si sono ritrovati in tanti per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnovare in nome di quelle vittime il proprio impegno di contrasto alla criminalità organizzata. “Lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni”, recitava uno striscione. E, in effetti, tra le migliaia di persone - la stima di Libera è di circa 80.000 partecipanti -, la maggior parte erano proprio persone comuni, speciali solo per la voglia di vincere disagi di ogni sorta pur di camminare insieme verso un unico grande obiettivo, la sconfitta della criminalità organizzata e il ripristino della legalità, in ogni luogo dove essa venga minacciata o negata. 500 pullman, un treno speciale, macchine private, hanno portato nel capoluogo lucano gente da tutta Italia, anche da Pinerolo e le valli. Né la distanza né la pioggia quasi continua hanno demoralizzato i partecipanti, i quali, striscioni e bandiere alle mani, armati di buona volontà, hanno iniziato la loro marcia dalla parte bassa della città alla volta dei luoghi di raduno. La gioventù, il 19 marzo a Potenza, stava dalla parte dell’antimafia. Era un momento di festa, anche se Filomena Iemma e Gildo Claps, rispettivamente madre e fratello di Elisa, la studentessa potentina di 16 anni scomparsa il 12 settembre 1993, aprivano il corteo. Un corteo nato per abbracciare idealmente chi ha sofferto, per includere, non per escludere. 9 società Lettere al giornale Risponde Elvio Fassone La tragedia dello tsunami Il male e le energie dell’uomo D.- Ieri Haiti, ieri l’altro le Maldive, oggi il Giappone. Di fronte a tragedie di queste dimensioni che cosa ci possono dire la fede, la ragione e la politica? Quando il male proviene dall’uomo, come ad Auschwitz, si è sgomenti, ma è ancora possibile ricondurre le stragi e le sofferenze all’uso perverso di una libertà che è indispensabile alla moralità. Non saremmo chiamati all’avventura della scelta morale, se non avessimo nelle mani anche l’opzione della crudeltà. Ma quando il male scaturisce dalla natura è diverso: non solo il maremoto, ma la nascita del bimbo deforme, la malattia che offende la dignità, le sofferenze atroci che precedono certe morti, tutto questo richiama le domande di sempre sulla teodicea: Dio vuole queste sventure? o le permette? o semplicemente le subisce? Questi interrogativi, di riflesso, generano il noto triangolo dell’impossibilità: se Dio le vuole, non è buono; se è buono e le permette, non è comprensibile; se è buono e le subisce, non è onnipotente. Dei tre predicati, solo due stanno insieme: la teologia, la filosofia e la moralità, alle quali va ceduta la parola, su questo si arrovellano da sempre. La ragione, ammesso che possa pronunciarsi in materia, arrischia spiegazioni solo volando su un campo allargato. Dio non è artefice dei singoli eventi, ma dello spaziotempo informatizzato nel quale gli eventi si producono. Non è dentro la storia, ma accanto, o addirittura dentro l’uomo che la subisce. I terremoti ed i maremoti non sono che uno degli effetti dell’incrocio caso-necessità, secondo il quale si muove la macchina messa in moto. Il ribollire delle viscere della terra, eredità della remota esplosione originaria, provoca lo spostamento delle masse tettoniche. Questo ha frantumato la “pangea”, il blocco delle terre emerse, diversificando i rami dell’evoluzione ed impedendo per milioni di anni le successive ibridazioni. Questa pluralità di specie e di razze ha permesso un aumento delle occasioni di crescita e di miglioramento, e ci accingiamo a vederne qualche effetto oggi che la globalizzazione sta mescolando le carte ed offrendo linfa a civiltà declinanti. E’ provvidenza, allora, anche lo tsunami? Certamente no, per chi lo patisce. Ma l’angolo visuale cambia per chi lo legge sullo sfondo dei tempi dell’evoluzione. E la politica? Ben poco essa può di fronte a queste catastrofi. Ma può canalizzare la solidarietà dopo che esse si sono prodotte, e può allearsi con la scienza e la responsabilità prima che avvengano. Gli edifici rigorosamente antisismici (e non costruiti con la corruttela, come in Abruzzo); la disciplina (e non l’avventurismo anarchico); le scorte prudenti, l’allenamento all’emergenza, il senso di responsabilità e di civismo, tutto questo non è casuale, non nasce senza una lunga educazione civile: non evita il danno, ma lo riduce. Sull’educazione civile siamo poco oltre la barbarie: se pensiamo che anche noi siamo terra ad elevato rischio sismico, l’impegnare le energie della politica nel discutere di leggi ad personam ci mortifica profondamente. 10 società Nuvole sopra i 20 A cura di Fiammetta Bertotto la crisi nucleare in giappone Nucleare: sì, no, forse...? La crisi nucleare accaduta in Giappone nel marzo scorso a causa del terremoto e dello tsunami, ha fatalmente portato a riconsiderare i rischi legati all’energia atomica anche in Europa dove, per ora, i reattori in funzione sono 143. Tant’è che l’UE ha deciso di svolgere una serie di stress test per controllare il livello di sicurezza delle centrali europee; scelta prudente che segue a ruota l’iniziativa statunitense e russa. Intanto, l’Italia attende il referendum (12 giugno prossimo), per conoscere le future politiche e scelte in materia. Personalmente, non posso certo definirmi un’esperta e, di certo, questo è un argomento che esula dai confini locali per andare a toccare spazi e temi molto più ampi. Tuttavia, una volta ammessa la mia ignoranza a riguardo, devo anche dire di aver avuto la sensazione che la questione continui ad essere generalmente posta in termini soprattutto teorici e con interventi connotati da una disinformazione poco giustificata. Basti pensare al famoso spot sul nucleare mandato in onda poco tempo fa: esso ha non a caso ricevuto numerose critiche proprio per il carattere concretamente ambiguo con cui presentava l’argomento. Così, mi sono venute in mente le analoghe polemiche di, ormai, qualche anno fa a proposito del TAV: polemiche che, queste sì, nelle valli intorno a Pinerolo hanno sempre avuto una certa risonanza. Non che le due cose siano collegate, ma mi sono parse simili nel modo in cui sono state poste: da una parte una strenua lotta ideologica in difesa dell’ambiente e delle future generazioni; dall’altra, un altrettanto tenace appoggio dato alla tecnologia ed alla voglia di progresso. Insomma, si tratta ancora di quella seria diatriba che, particolarmente negli ultimi decenni, conquista giorno dopo giorno maggior peso. Ho letto da qualche parte che se tutto il mondo decidesse di ricorrere al nucleare, la durata delle riserve d’uranio estraibile a costi assennati si prolungherebbe approssimativamente tanto quanto quella del petrolio (quindi, all’incirca, un secolo); ho letto anche che, per quanto riguarda gli impatti sanitari ed ambientali dell’uso dell’energia atomica, il problema fondamentale continua ad essere quello delle scorie: essendo esse ineliminabili e radioattive, resterebbero infatti pericolose per decine di migliaia d’anni. E questi sarebbero, alla buona, i contro. Ho letto anche dei pro: sostanzialmente, se le centrali nucleari non esistessero più non si tornerebbe in ogni caso ad usare le fonti energetiche sospirate dagli ambientalisti (legna, acqua, vento, sole), ma i combustibili fossili; e, da tutti i punti di vista, il carbone sarebbe molto più dannoso dell’energia atomica. Del resto, non esistono soluzioni ideali: tutte le tecnologie energetiche hanno per conseguenza un costo, come ovviamente la loro assenza. L’impatto della spaventosa crisi giapponese sarebbe stato, nonostante tutto e secondo questa ottimistica versione dei fatti, irrisorio se posto su larga scala e sul lungo periodo. Dall’alto dell’“asineria” sopra confessata, non mi permetto di prendere qui una posizione definita; tuttavia, è sicuro che il tema meriti indagini meno superficiali, più accessibili a tutti e, in particolare, lontane da posizioni aprioristicamente estremiste. 11 politica In Città A cura di Emanuele Sacchetto “riflessioni” politiche young I Carabinieri, la caserma e la società Forse non tutti sanno dell’ultimo progetto di Pinerolo, che dovrebbe dare un nuovo tetto ai garanti della giustizia, i nostri Carabinieri. A richiederlo non è, come ben si potrebbe pensare così vicini alle urne, una promessa elettorale di una qualsiasi parte politica, bensì una imposizione dall’alto. Roma dice che quella attuale non è a norma. Un bello smacco insomma per i carabinieri. Loro che la giustizia la sentono nel cuore, “fregati” proprio dalle leggi! Eppure la caserma ci vuole. Noi tutti ne abbiamo bisogno e crediamo che sia ora che venga fatta. Negarla loro sarebbe come mandare un chirurgo a operare in una piazza, sfrattato! Ci chiediamo allora, perché Pinerolo, città della cavalleria, non si è mossa prima per dare un nuovo alloggio ai CC, come appunto chiede la legge? Mah... in tutto questo Lei, la Legge, tralascia un piccolo problemino: i fondi! Il progetto c’è, piace e procede. Ma il Comune non ha i soldi! Non si dica quindi che l’Amministrazione non abbia voluto o non sia riuscita a farla. Quale sindaco sarebbe così stupido da non volere un’opera pubblica così imponente da sventolare anche in campagna elettorale? Escluso allora ogni possibile conflitto d’interessi, rimane il dubbio. Come hanno speso i soldi che sarebbero in parte potuti servire a coprire tale spesa? Cosa si è “coperto” anziché i Carabinieri? Ecco... forse, il miglior tetto, invisibile ai più, non è fatto di cemento. Non è rivestito di tegole e pietre. Non è un tetto carico dei voti dell’evidenza... E’ invece un “tetto sociale”. Un tetto che copre molte più persone e famiglie di una qualunque caserma. Già, perché a rimanere senza casa in questi mesi non ci sono stati solo i Carabinieri. Moltissime famiglie, spesso cassaintegrate, hanno subito sfratti. La società nel suo insieme è stata sfrattata. Dunque c’è bisogno di un sostegno. Abbandonata la balzana idea di una tendopoli in Piazza Vittorio Veneto, via alle politiche sociali. La società e il tessuto che la compone nasce proprio qua, nella coesione per un problema comune crescente. Perché l’Italia Unita lo è (con qualche piccolo intoppo di percorso) da 150 anni solo per questo: il sentimento di unità che anima le persone nella collaborazione e compassione. La solidarietà è la miglior difesa per una popolazione. Se questa si fa trama stretta e forte, anche le pistole dei carabinieri non servono. 150 anni fa si è lottato per l’unione e la solidarietà di uno Stato unico. 60 anni fa si è resistito per questo Stato. E’ forse giunto il tempo di mollare? Una caserma dei carabinieri aiuta certo. Ma la difesa deve partire da tutti e per tutti. Dunque si tratta di scegliere. Una difesa nuova, alloggiata in un palazzo d’oro o una resistenza senza tempo e senza dimora…? 12 EL EZ IO NI 13 CO Pinerolo come la vorrei /5 MU NA di Giorgio Alifredi LI 20 11 Vorrei una città aperta al dialogo «Con un tavolo composto da tutte le componenti sociali del territorio» Nella prospettiva delle elezioni comunali del 2011 abbiamo messo in campo questa rubrica per riportare le aspettative dei cittadini dai futuri amministratori della nostra città. Interviene Giorgio Alifredi, Direttore Risorse Umane Corcos Mentre stiamo con difficoltà cercando di uscire dalla più grande crisi del dopoguerra paragonabile solo a quella del ‘29 e mentre cerchiamo di capire dove potremo trovare porti più sicuri per il nostro futuro può essere utile fare alcune riflessioni sulla situazione reale. Innanzitutto è stata la prima grande crisi del mercato da quando esiste l’Automotive’ che era sembrato essere un punto fermo da quando, dalla metà del secolo scorso, l’auto aveva portato benessere, occupazione, sviluppo. E’ stata anche e soprattutto una grave crisi finanziaria alla quale non mi pare, al momento, siano stati apportati i giusti correttivi per evitarne una triste ripetizione a medio–lungo termine, ma è stata anche e soprattutto una crisi figlia degli incredibili e repentini cambiamenti del mercato. Al proposito basti pensare che il mercato dell’auto si è sviluppato per oltre 100 anni al 90 % sui due mercati sino a ieri conosciuti: Europa dell’Ovest e Stati Uniti. Le modifiche dell’ultimo decennio sono sotto gli occhi di tutti e danno vita, di fatto, ad una radicale ed effettiva ‘REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO SU SCALA MONDIALE’. Peccato davvero che sia una redistribuzione assolutamente non governata dal sistema Politico e pertanto ‘gestita’ in presa diretta tra le Aziende e le parti sociali. La modifica più forte degli ultimi due anni è la crescita esponenziale del mercato interno dei Paesi dell’Est Europeo e della Cina che da Paese che offriva manodopera a basso costo si è velocemente trasformato in un Paese che consuma ed i cui consumi avanzano a doppia cifra percentuale, modificando così radicalmente l’approccio ad essa riservato dagli investitori istituzionali. Ci si è pertanto affrettati a costruire là i nuovissimi stabilimenti al fine di accaparrarsi un mercato ora totalmente autonomo, che da mercato di solo ‘lavoro’ è diventato appunto di ‘consumo’. Nella Pinerolo che vorrei credo sarebbe importante avere un tavolo aperto e disponibile al dialogo composto da tutte le componenti sociali che possano apportare la loro specifica esperienza e conoscenza senza essere ingessate nel proprio ruolo istituzionale. Un tavolo che cerchi un dialogo e soprattutto che cerchi delle soluzioni in merito ad uno scenario che è così mutato da non poter certo sopportare un modello di rapporto tra le parti ingessato su vecchi concetti e valori. Un’opportunità in cui ognuno ci metta la faccia tralasciando gli ‘antichi’ slogan ma pronto a sperimentare strade anche diverse. Sono strade nuove che non possiamo sapere esattamente dove potranno portarci, ma di sicuro segnerebbero la volontà di muoversi. La mia personale esperienza manageriale mi dice che in questo caso l’unico errore sicuro è quello di rimanere immobili lasciando così che a fasi alterne si esprimano ed emergano gli arroccamenti più duri tra le parti sociali passando attraverso potenziali ricatti e rifiuti al dialogo frutto di preconcetti. Vorrei concludere con un pensiero riservato all’ambiente, al quale giungo non solo a seguito dei recenti incidenti nelle centrali nucleari, peraltro buoni ultimi rispetto ad una serie ormai infinita e preoccupante di danni irreparabili, ma soprattutto perché su questo tema una partecipazione più attiva e dinamica dei cittadini porterebbe di certo frutti insperati e costi ridotti. La Pinerolo che vorrei potrebbe \ dovrebbe garantire il coinvolgimento delle Aziende, delle organizzazioni Sociali, di quelle di volontariato presenti sul territorio, che costituiscono un potenziale enorme per iniziare, pur nel nostro piccolo, una rivoluzione riferita all’informazione ma soprattutto al ‘fare’ che potrebbe, a mio parere, raggiungere livelli davvero interessanti, dimostrando che non sono sempre ‘gli altri’ che devono fare ma molto possiamo fare anche noi nel e per il nostro territorio. zione Pinerolo amministra A cura di Silvio Ferrero Mese di marzo 2011 Delibere della Giunta comunale Delibera 65, 09.03.2011 Approvazione bozza di convenzione tra il comune di Pinerolo ed il CPI di Pinerolo per l’inserimento in tirocinio formativo presso il settore commercio - polizia amm.va. Delibera 66, 09.03.2011 Progetto “Alle porte d’Italia” per il 150esimo anniversario dell’Unità: approvazione del programma. Delibera 67, 09.03.2011 Ripresa dell’inserimento formativo professionale terapeutico riabilitativo nel settore istruzione/informativo: biblioteca civica - ASL TO 3 (marzo /settembre 2011). Delibera 68 , 09.03.2011 Dismissione di volumi appartenenti al patrimonio librario della biblioteca del centro rete del sistema bibliotecario pinerolese. Delibera 69, 09.03.2011 Organizzazione XXV^ Rassegna corale Pinerolese Coro Bric Boucie presso Basilica di San Maurizio per il 12 marzo 2011 - richiesta patrocinio e contributo. Delibera 70, 09.03.2011 Conferimento al CISS di Pinerolo del servizio di assistenza per l’integrazione di alunni disabili - anni scolastici 20112012, 2012-2013, 2013-2014. Delibera 71, 09.03.2011 A.S.D. Pallavolo Pinerolo - Palazzetto dello Sport finali FIPAV Provinciali per la categoria Under 16 – concessione patrocinio. Delibera 72, 09.03.2011 Concessione patrocinio al Rotaract Club Pinerolo Distretto 2030 per iniziativa a scopo benefico. Delibera 73, 09.03.2011 Causa Comune di Pinerolo/ CO.GEN. Ricorso per decreto ingiuntivo. Autorizzazione al sindaco a stare in giudizio. Delibera 74, 16.03.2011 Concessione patrocinio alla Fondazione Pie- montese per la ricerca sul cancro. Delibera 75, 16.03.2011 Delibera 74, Concessione patrocinio all’Associazione A.N.A.P.A.C.A. per utilizzo gratuito del centro sociale di Via Clemente Lequio. Delibera 76, 16.03.2011 Concessione patrocinio all’A.S.L. TO3 per organizzazione manifestazione “Alcol Day”. Delibera 77, 16.03.2011 Art. 15 c.2 CCNL 1.4.1999 - anno 2010 - Presa atto relazioni dirigenti. Delibera 78, 16.03.2011 Approvazione inserimento in tirocinio formativo presso il servizio educativo di asilo nido - progetto “Sotto soglia” del Centro per l’Impiego. Delibera 79, 16.03.2011 Adeguamento delle tariffe all’indice ISTAT relative all’utilizzo della sala concerti “Italo Tajo” Chiesa San Giuseppe. Delibera 80, 23.03.2011 Approvazione del documento programmatico sulla sicurezza 2011 (piano operativo per l’adozione delle misure di sicurezza nel trattamento dei dati personali nell’ambito delle attività del comune) e altri adempimenti in materia di privacy. Delibera 81, 23.03.2011 Edilizia residenziale pubblica legge n. 448/98 art. 31, dal comma 45 al comma 50 - Sostituzione convenzione stipulate per la cessione del diritto di proprietà - zona CP2 lotto L13. Delibera 82, 23.03.2011 Art. 16 D.P.R. n. 380/01 aggiornamento del costo di costruzione degli edifici residenziali ai fini del calcolo della relativa quota del contributo di costruzione. Delibera 83, 23.03.2011 Civico Istituto Musicale A. Corelli - approvazione atto generale recante le norme di funzionamento. Abrogazione delibera di G.C. n. 118 del 22.3.2007. Delibera 84, 23.03.2011 Approvazione inserimento in tirocinio formativo presso mensa scolastica - corso di formazione agenzia formativa ENGIM Delibera 85, 23.03.2011 Approvazione inserimento in tirocinio formativo presso settore politiche sociali - ufficio casa. Delibera 86, 23.03.2011 Concessione patrocinio all’ASL TO3 per organizzazione evento in data 20 maggio 2011. 14 società Appunti di viaggio di Angelica Pons In mezzo alla culla della vita A Boca do Juma in Amazzonia Campeggio nella selva? Solo all’idea ero terrorizzata, ed invece la natura ci ha accolti con amore nel suo grembo ancestrale. È con questo stato d’animo che è incominciato il viaggio nella foresta amazzonica. Nella penombra, seguendo con attenzione il sentiero sicuro non c’è pericolo, anzi nella foresta vi è tutto il necessario: stilla latte da radici rosse, scorre acqua in liane cave; vi si trovano foglie di chinino contro la malaria, nidi di formiche spalmabili come repellenti. L’açaì, l’uva di palma, è fonte di ferro; vi è poi, molto proteica, la castagna amazzonica, di cui sono ghiotte le scimmie: il loro martellare per romperne i gusci si sente in lontananza... La pausa è un fuoco acceso: sulle braci le banane, sullo spiedo un pollo e noi intorno: con Alan l’indio, Mauro ed io, viaggiatori zaino in spalla da anni; Peter e Yumiko da Tokyo, nuovi compagni d’avventura, come Robinson Crusoe e M.me Butterfly. Nella notte il mormorio del fiume ci culla sulle amache, protetti nelle zanzariere. Solo il drin di un uccellino notturno come un telefono, oltre al ron ron… di Peter ci fa compagnia! L’acqua di Juma è immobile, pare inesistente, tanto fa immaginare il proseguire di tronchi ed alberi riflessi nello specchio immenso. È pulita ma buia, per la profondità del letto del Solimões che origina il Juma Lake. Siamo arrivati qui grazie al gancio con Wilson Neto, un giovanissimo ma già esperto agente di viaggio di Manaus. Alla pousada di Claide abbiamo soggiornato su palafitte ed oziato al ristorante galleggiante, dove preparano pesce e pollo con verdure fresche. Dal pontile ci siamo tuffati alla ricerca di refrigerio: i piraña qui son piccoli e innocui, ma attirano uccelli (tucani, are, cormorani, martin pescatori), caimani jacaré e delfini rosa d’acqua dolce, i boto. Nella stagione delle piogge il rio sale di oltre 20 m: si vede dal segno sulle cortecce delle radici che sembrano aeree. La luce filtra appena tra le fronde fitte degli alberi di verdi inattesi: smeraldo, vescica, bistro. Rientrando a Manaus col traghetto solchiamo “o encontro dos rios”, a 10 km dalla città: il chiaro e fresco Solimões, che nasce nelle Ande, a 4-9 km/h incontra il più lento Rio Negro, dalle acque acide e calde (25°) che discendono dalle regioni argillose dell’Equador. Viaggiano fianco a fianco per 6 km verso il mare. Immersa in questo meraviglioso ambiente osservo un insetto, una cavalletta, che all’improvviso si lascia rapire dai flutti: nell’ultima svolta ha addocchiato il verde chiaro dei gigli d’acqua ed ha preso il volo. Come questi giorni. Quando andare: da luglio a dicembre. Come: volo da Torino o Milano per Salvador de Bahia o Natal, e volo interno per Manaus; prezzi ok 4-5 mesi prima su opodo, edreams, volagratis. A Manaus in centro, vicino l’Opera House, hotel 10 Luglio, piccole agenzie offrono escursioni; sul web: www.amazonbrasil.com.br; [email protected] (Neto); www.jumalakeinn.com 15 società Tendenze A cura di Massimiliano Malvicini cultura giovanile e nuove tecnologie LP: ritorno al futuro? Si torna al vinile? Sarà proprio il classico disco nero, il microsolco, il long playing, l’LP, dichiarato obsoleto già negli anni ‘80, il mitico “successore del CD”, che l’industria discografica e musicale non ha sinora trovato per superare la lunga fase di declino di distribuzione della musica su supporti fisici? Ma cos’ha di così speciale, questo LP? Sicuramente è bello come oggetto, più bello di un compact disc, più affascinante...è grande, ha una dimensione molto fisica, colorata, visiva, lontanissima dall’immaterialità digitale...forse rappresenta meglio del compact e certo meglio di una sequenza di files l’opera creativa, l’opera d’arte... Dal punto di vista tecnico sul vinile il suono viene registrato incidendovi dei microsolchi: durante la riproduzione, ruotando, il disco viene letto da una puntina, che tramite un trasduttore converte le irregolarità superficiali in segnali elettrici, i quali diventeranno poi, magicamente, musica. Nel 2010 la partita l’ha vinta LP, che nelle vendite è salito del 14%. L’album “CD”, invece, è calato del 13%,soprattutto a causa dell’influenza di iTunes Store che ha un feeling molto particolare con le nuove generazioni che amano scaricare direttamente dal web i files musicali o che utilizzando l’ascolto in streaming risparmiano sull’acquisto materiale delle tracce audio. A questo punto, una domanda sorge spontanea: “E’ se il futuro dei supporti fisici fosse proprio all’insegna del 12”?”. Un’ipotesi, questa, con pareri molto discordanti. E per quanto riguarda il 2011? E’ vero che il vinile ha registrato un aumento delle vendite e questo è un segno che non è stato completamente dimenticato, ma se fosse solo un fenomeno modaiolo? In fin dei conti le mode lanciano delle tendenze che superato il primo periodo di successo, si sgonfiano presto surclassate da altre. E’ forse improbabile che si arrivi ad un vero fenomeno di massa, ma vinili e giradischi stanno tornando nei negozi, ed è un buon modo per sentire la musica. E’ da sottolineare però che gli LP non sono mai andati via dalla scena: sono sempre stati presenti perché è sempre stata alta la voglia di sentire la musica con una qualità maggiore rispetto a quella che poteva offrire il Compact Disc. In definitiva è però il mondo multimediale governato da iTunes e dalla “web music” che si sta veramente evolvendo. D’altra parte è anche vero che il vinile sta facendo la sua “parte”: un ponte tra il mondo analogico e quello digitale utilizzando convertitori MP3 integrati nei giradischi di nuova concezione. Una finestra tra due mondi. 16 società Giovani@Scuola A cura di Nadia Fenoglio Al via le celebrazioni nelle scuole del Pinerolese 150 anni d’Italia e di scuola unita da festeggiare L’Italia che ha dato avvio ai festeggiamenti della sua Unità statuale il 17 marzo ha contagiato, e chi se l’aspettava, un esercito di Italiani, uniti nel segno del tricolore. Malgrado la polemica istituzionale circa la commemorazione pubblica di tale evento, un day-off dall’attività lavorativa e scolastica ha permesso che, almeno un giorno, ci fermassimo per riconsiderare qual è la storia che ci ha fatti nazione. Il Piemonte, terra madre della narrazione risorgimentale, riserva un programma denso di celebrazioni in città e nei paesi, con un occhio di riguardo per le iniziative scolastiche che già hanno riempito l’agenda del Pinerolese nelle ultime settimane. A tal proposito il 12 marzo scorso si è tenuta, presso l’auditorium Baralis del liceo Porporato, la conferenza “L’aurora del Risorgimento. 190 anni dei Moti del 1821, 150 dell’Unità d’Italia”, a cui hanno preso parte il sindaco di Pinerolo e diverse personalità del mondo della cultura, dell’esercito, discendenti di protagonisti del Risorgimento... che hanno rievocato quei moti che hanno visto protagonisti diversi esponenti del Pinerolese. La Storia, dunque, tiene banco e si cala in mezzo alle nuove generazioni. In pianura si segnala l’iniziativa del comune di Cavour, il quale è stato interessato dalla proiezione del filmato “Un piccolo paese nella grande storia”, realizzato dai ragazzi della scuola media in collaborazione con l’Unitre e proiettato nel salone comunale il 17 marzo. In calendario, invece, per San Secondo di Pinerolo, in data 30 maggio, un concerto serale degli allievi delle scuole elementari e medie che si terrà in piazza Europa e che reca il titolo, emblemati- co, “Il nostro paese e l’Italia: il nostro Paese è l’Italia!”. Prevista, inoltre, la partecipazione del Quintetto degli Architorti, le cui melodie accompagneranno l’esecuzione dei ragazzi. Restando in tema di rappresentazioni artistiche, quello che gli studenti delle classi prime della scuola media di Vigone, a cui si aggiunge un gruppo di alunni di Cercenasco, hanno allestito è un vero e proprio laboratorio teatrale, in vista della messa in scena dello spettacolo “Il Risorgimento di Pulcinella”, programmato per la fine di maggio presso il Teatro Selve di Vigone. Simbolo del far festa popolare, la maschera napoletana titola un testo teatrale, elaborato dal cercenaschese Giorgio Oitana, nel quale gli stessi studenti si caleranno nel ruolo di attori. Impensato, ma forte, il senso di partecipazione che dà animo a simili iniziative e che porta in molti paesi, da Castagnole a None, un gesto simbolico: la consegna di copie della Costituzione della Repubblica ai ragazzi che, nel corso del 2011, festeggiano il diciottesimo anno di età. Celebrazione, questa, di consegna della Carta, tenutasi anche a Bibiana il 21 marzo, e che ha visto la partecipazione del presidente della provincia di Torino, Antonio Saitta. Segno che un discorso unico riassume intimamente il momento risorgimentale accanto all’esperienza della Resistenza e della rinascita postbellica. Un unico discorso di libertà e autoderminazione politica, sociale, culturale compendia un messaggio propositivo di costruzione del domani. Da testimoniare anche oggi in mezzo a chi, del domani, sarà protagonista: fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani. Ai tempi di d’Azeglio come ai giorni nostri, questo non può essere che compito della scuola. 17 società Sociale&Volontariato 18 A cura di Valentina Voglino con lo slogan “dribbliamo l’indifferenza” Nasce il Pinerolo Football for Disable 18 marzo 2011: una data da ricordare per la cittadinanza di Pinerolo. Nella gremitissima sala di rappresentanza del Comune, di fronte alle autorità, l’Associazione “Il Raggio” e il Pinerolo FC hanno presentato l’accordo di affiliazione che ha portato alla creazione del Pinerolo FD, squadra di calcio per disabili. Il progetto, denominato “Dribbliamo l’indifferenza”, è stato promosso dall’associazione “Il Raggio”, di cui già si è parlato in questa rubrica, ed è mirato a persone diversamente abili tra i 18 e i 45 anni. Come sottolineato dal presidente Marco Tealdo, l’idea, strutturata da un gruppo di volontari, ha immediatamente incontrato l’entusiasmo della dirigenza del Pinerolo FC, soprattutto nelle persone del presidente Franco Barbero e del responsabile del settore giovanile, Paolo Mensitieri. L’entusiasmo e la commozione sono state palpabili durante la presentazione, ed è stato possibile, seppure in un microcosmo come quello pinerolese, palesare gli aspetti più autentici dello sport. Il neo Mister del Pinerolo FD, il Dottor Gianluca Gallina, ha infatti sottolineato il sogno di tutti coloro che collaborano per la buona riuscita di questo progetto: “I ragazzi disabili spesso sono additati a causa del loro handicap, sarebbe bello se un domani fossero riconosciuti in quanto giocatori di una squadra di calcio!”. Il novello allenatore è stato poi premiato con la maglia ufficiale del Pinerolo FC. La dirigenza della prestigiosa squadra citta- dina ha messo a disposizione lo stadio Barbieri per gli allenamenti e per la disputa delle partite, le maglie ufficiali della squadra, gli spogliatoi e tutta l’attrezzatura necessaria per lo svolgimento delle attività. Il Pinerolo FD è la seconda realtà nazionale, dopo quella del Torino FD. Non sono, infatti, molte le società calcistiche che decidono di creare una categoria per disabili all’interno dell’apparato societario. Le selezioni calcistiche hanno cominciato a svolgersi presso lo stadio Barbieri e vi stanno partecipando numerosi ragazzi provenienti dalle diverse realtà sociali della zona, che, dopo un periodo di attento rodaggio, si confronteranno con formazioni di pari già esistenti ed operanti su altri territori. Gli allenamenti sono condotti da un team composto da preparatori atletici, educatori e infermieri professionali. Durante la serata del 18 sono giunte già le prime proposte: l’assessore allo sport e Vice Sindaco, Tiziana Alchera, ha invitato una delegazione del Pinerolo FD a partecipare alla giornata di”Porte aperte allo Sport”, che si terrà il 5 giugno in città, mentre l’Associazione degli Arbitri si è resa disponibile a condurre un corso di teoria ai novelli calciatori e ha lanciato la sfida per una amichevole da tenersi non appena la squadra sarà pronta. È stata la dimostrazione che il calcio non è fatto solo da giocatori strapagati e tifosi violenti, e che un altro sport è possibile. Convegno: Il contributo delle Società Operaie di Mutuo Soccorso al Risorgimento SABATO 9 APRILE, Ore 15.00 Pinerolo: Auditorium Baralis, via Marro A cura di Coordinamento Unitre Piemonte, Fondazione SOMS, Museo storico del Mutuo Soccorso di Pinerolo, Unitre Pinerolo Dal 6 al 13 aprile, stessa sede, mostra: «Garibaldi e il Mutuo Soccorso». Orario giorni feriali 9.00 – 17.00; domenica ore 14.00 – 18.00 pinerolese Personaggi A cura di Michele Barbero anna baral L’antropologa nel Regno del Buganda Anna Baral, originaria di S. Pietro Val Lemina, durante il suo percorso di studi in Antropologia ha compiuto numerosi viaggi di ricerca in Uganda, e attualmente si trova a Londra per un dottorato alla prestigiosa SOAS (School of Oriental and African Studies). Anna, parlaci delle tue “spedizioni” in Uganda. Ne ho compiute diverse. Uno degli oggetti delle mie ricerche è stata la musica tradizionale di corte nel Regno del Buganda, entità politico-culturale che a lungo ha giocato un ruolo chiave nella regione. I colonizzatori inglesi l’hanno infatti utilizzata per controllare il territorio, causando il risentimento degli altri gruppi etnici. Negli anni ‘60 il Regno è stato non a caso abolito dal primo dittatore dell’Uganda indipendente, Milton Obote, per essere poi restaurato negli anni ‘90 come istituzione culturale (che tende però ad assumere una marcata connotazione politica di opposizione all’attuale presidente, Museveni). Non stupisce quindi che negli ultimi due decenni la musica tradizionale del Regno abbia avuto un grandissimo revival. Un altro progetto mi ha portato a seguire le elezioni politiche che si sono svolte nel febbraio di quest’anno. Nel periodo preelettorale il paese è stato scosso da duri scontri, in particolare tra governo e sostenitori del Regno cui accennavo. Io stessa mi sono trovata in situazioni molto spiacevoli: in un caso la polizia ha sparato in aria per disperdere un corteo, e io sono stata letteralmente travolta e calpestata dalla gente in fuga; un’altra volta sono stata pedinata e poi interrogata piuttosto duramente dagli agenti di sicurezza di Museveni, solo perché stavo prendendo appunti durante un suo comizio. È stato uno dei momenti in cui ho avuto più paura di tutta la mia vita. Senza contare che è finito nei guai anche il mio assistente indigeno, che in quel momento si trovava con me: un esempio di come per l’antropologo si ponga continuamente il problema dei danni che egli può causare per effetto della sua ricerca. Le elezioni come sono andate a finire? Com’era prevedibile, grazie a brogli di vastissime proporzioni il presidente Museveni è stato riconfermato per l’ennesima volta. Egli ha però avuto l’astuzia di mascherare la spudoratezza delle irregolarità, “concedendo” circa il 20% dei voti al suo principale oppositore e salvando così le apparenze agli occhi degli osservatori internazionali. Cambiando argomento, come va il tuo dottorato londinese? È un’esperienza molto emozionante, anche se faticosissima e piuttosto stressante. Ogni settimana bisogna aggiornare il proprio progetto di ricerca e sottoporlo alle valutazioni di docenti e compagni, per non parlare poi della mole di libri e articoli da analizzare di volta in volta. Il sistema anglosassone è diversissimo dal nostro: ciascuno studente sottopone le proprie idee agli altri, e continuamente emergono pareri anche duramente sfavorevoli. Ma tutto ciò avviene senza cattiveria, come sarebbe portato a immaginare un italiano: il fine ultimo del percorso di studi è infatti proprio quello di far sviluppare il senso critico. 19 arte& spettacolo Teatro A cura di Maurizio Allasia Fotografie M.A. A teatro nel pinerolese A teatro la Tv non sempre funziona A teatro, le idee giocano spesso un ruolo più importante del cartellone. In particolare bisogna sempre diffidare quando personaggi delle fortune televisive si ributtano sulla scena teatrale: non è una regola fissa, naturalmente, ma spesso si cercano di sfruttare strascichi di pubblico e personaggi collaudati sul piccolo schermo. Un pessimo esempio del genere lo si è avuto al Teatro Sociale di Pinerolo in “Un delitto senza importanza: chi ha ucciso Oscar Wilde?”, di Alessandro Fullin (provenienza Zelig), con la regia di Roberto Piana. La commedia si regge interamente sul trio Alessandro Fullin, Anna Meacci e Filippo Pagotto, i quali forse vorrebbero rifarsi al ben più celebre Trio di Lopez, Solenghi e Marchesini, ma senza averne né la comicità né, almeno in questo caso, i testi di alto livello. Il soggetto di partenza promette molto bene: Oscar Wilde non morì tristemente di malattia ma assassinato durante un party dove gli invitati erano i più famosi personaggi delle sue commedie. Tuttavia l’“ipotesi pirandelliana” (ma perché scomodare sempre i grandi a sproposito?) prende forma tra personaggi macchiettistici, stucchevoli ironie gay-friendly (capisco che possa essere una cifra stilistica di Fullin, ma può reggere un impianto teatrale così monocorde?), e musiche ammiccanti al pubblico ma di fatto banalmente prevedibili. Se ci aggiungiamo l’attrice del trio non proprio in serata di grazia, frequentissimi i suoi inciampi, emerge ancora di più una comicità stanca e con un occhio di troppo al peggior varietà. Verso la fine, quando ci si aspettava la svolta nel testo, una forte scelta drammaturgica, un qualcosa che rendesse onore al “giallo” iniziale, l’unica cosa imprevedibile si è rivelata, sugli applausi, la marchetta di Fullin per vendere il suo ultimo libro. Uno squallore più che televisivo, da televendita Mediaset. I palcoscenici positivi di marzo li abbiamo invece trovati entrambi in Val Pellice, entrambi prodotti della cultura valdese. Il primo nasce da un autore inedito per il teatro: “Risorgimento a Peyrèt, in alta val Luserna”, regia e testi del pastore Giorgio Tourn, è un ensemble di recitazione, rappresentazione popolare, letture di documenti (frutto di una ricerca storica notevole), di canti (a cura della corale), e di immagini proiettate. La storia della borgata più estrema di Rorà, di contadini che poco e nulla avevano a che fare con il Regno e si trovarono a dover morire in suo nome, si fonde con la storia del nostro Paese e con i suoi personaggi e vicende più famosi, nei trent’anni (1845-1875) che fecero l’Italia e cominciarono a fare gli Italiani. Una divulgazione che si fa teatro e che meriterebbe di uscire dalle Valli, come il tricolore con cui Tourn e i bambini rorenghi sfilano tra il pubblico chiudendo lo spettacolo. Sempre in tema 150 anni, molto interessante il musical “150…l’Italia canta”, che ha unito le forze del coretto di Torre Pellice e del gruppo teatrale giovanile I Melodrammatici. Una rappresentazione, fatta di ottime scelte musicali e di intermezzi teatrali efficaci, il cui pregio maggiore è il coinvolgimento che riesce a trasmettere al pubblico, un reale sentimento unificante che descrive un popolo sempre in cammino, sofferente e spensierato, festoso e tragico, ma soprattutto consapevole della propria Storia. 20 arte Arte&Architettura A cura di Francesca Noardo Quella statua di Piazza Fontana Dove la sera ci si dà appuntamento La vediamo tutti i giorni, compriamo ai Lanza, uno dei padri del centro – sinistra, banchi di mercato che le si assiepano in- Ministro, Presidente del Consiglio e Pretorno, la sera ci diamo appuntamento sot- sidente della Camera del Regno d’Italia, to di lei, e le lasciamo in custodia la mac- di cui farà spostare la capitale da Torino china per “fare un giro” al pomeriggio. a Firenze. Lanza ricongiunge inoltre Roma Ma raramente ci chiediamo chi rappresen- al Regno di Italia, ed è a lui che si deve ti, chi ne sia stato l’autore e in che clima la legge delle guarentigie. Infine, lo sculstorico sia nata La Statua di Piazza Fon- tore esegue la statua dedicata ai caduti tana. del Frejus (il celebre Per quanto riguarmonumento di piazza da il periodo storico, Statuto più volte colrestiamo coerenti anlegato a significati micora una volta con stici). gli eventi celebrati Odoardo Tabacquest’anno: la statua chi nasce ad Ardena rappresenta e celebra (VA) nel 1836, esce il generale e politidall’Accademia di Breco italiano originario ra nel 1851, studia a di Bricherasio FilipFirenze, a Roma e inpo Brignone (1812segna poi all’Accade1877), conquistatore mia di Torino, percordi Spoleto, che viene rendo e precorrendo dalle truppe al suo quell’Italia che si ancomando sottratta dava formando e che allo Stato Pontificio lui contribuisce a rapnel 1860. Partecipa presentare. alla battaglia di CuLe sue sculture, stoza, ed è Senatore monumentali e classidel Regno d’Italia. ciste sono già pervase Questo in parte di una qualche natu(forse) è già noto. ralità e quotidianità Meno noto è il suo che non smentiscono autore, Odoardo Tale tendenze artistiche bacchi, che nel 1879 europee di quel periola inserisce tra le sue do. sculture, alcune celePunto di riferimenbrative di grandi perto personalizzato per sonaggi del Risorgiogni Pinerolese, la mento. Statua di Piazza FonTra queste Garibal- Corona omaggio al Generale Filippo Brignone, tana è quindi per tutti posta il 12 marzo dalla cittadinanza in occasione di, nel monumento in della commemorazione dei Moti del 1821. il collegamento con la corso Cairoli, sopra ai sua storia risorgimenMurazzi, sul lungo Po di Torino; Cavour tale e con il territorio, a ricordare che Pine(1865) a Milano, a cui collabora con A. rolo è stata anche parte attiva del mondo Tantardini; a Casale Monferrato, Giovanni artistico e storico piemontese e italiano. 21 società Generazioni in Dialogo A cura di Ruchika Tosel Martina Roggero e Marianna Bertolino a Serate di Laurea Psicologia e Antropologia Culturale Venerdì 25 marzo vi è stata un’altra “Serata di presentata dal professor Diego Priolo che si è Laurea”, dedicata questa volta a Martina Rog- complimentato con lei per la laurea brillantegero e a Marianna Bertolino, laureate entram- mente conseguita e per l’analisi accurata della be in discipline umanistiche, rispettivamente in sua tesi, svolta in modo concreto e pragmatico. Scienze e tecniche psicologiche e in AntropoMarianna nella sua tesi “Museo-grafare le logia Culturale presso l’Università degli studi di culture locali. Un caso di studio: la sezione del Torino. legno del Museo Etnografico di Pinerolo”, si è Inizia Martina che si è autopresentata. Ha dedicata al rapporto tra l’uomo e il legno, con frequentato il Liceo Scientifico “Marie Curie” particolare riferimento al Museo “Arti e tradiziodi Pinerolo e ha conseguito la laurea in Scienze ni popolari” di Pinerolo. tecniche e psicologiche presso la Facoltà di Psi- L’antropologia culturale, come studio delle culcologia di Torino ture umane, con una tesi dal nasce a fine titolo: “Il legame ‘800, mentre fraterno: un’indal’antropologia gine esplorativa museale è un attraverso il “Adult fenomeno sibling relationship molto recente questionnaire”. La che riguarda sua tesi riguarda i processi soil legame fraterno ciali e trasfored in particolare ma l’oggetto la relazione tra frain una testitelli nell’età adulta; monianza di fa riferimento agli vita, attraverMarianna Bertolino e Martina Roggero studi compiuti nel priso la ricostruziomo ‘900 dallo psicologo austriaco Alfred Adler, ne del suo uso. Mariamia per realizzare la sua anche se lo slancio, sotto questo aspetto, è av- tesi ha lavorato presso il Museo Etnografico di venuto solo negli anni ‘80-’90. Pinerolo svolgendo una catalogazione dell’esiMartina nel suo lavoro ha preparato un questio- stente ed ha condotto anche un’inchiesta tra nario molto dettagliato rivolto a venti persone, gli artigiani del legno della Val Chisone. dieci gemelli e dieci fratelli, con domande riguar- Si è pure occupata dell’aspetto iconografìco danti il calore affettivo, la conflittualità e la ri- delle lavorazioni lignee nella valle esaminando valità... Ne è risultato che il rapporto fraterno presso il centro di documentazione del mobile è unico e complesso e dura per tutta la vita. di Pinasca vari simboli ed incisioni, come quelli Che i gemelli hanno un forte appoggio emotivo sulle cassapanche che erano uno degli oggetti rispetto ai non-gemelli e che tra fratelli il primo- di arredamento dati in dote e trasmessi di genegenito, quando nasce il secondo figlio, subisce razione in generazione. Pure per lei una dedica con un canto sulla libertà una detronizzazione. Dopo i giusti applausi relativi al suo interven- di Carlo Guassone e poi il dibattito con il coinvolto Carlo Guassone, giovane chansonnier, le ha gimento del pubblico, con domande e risposte dedicato accompagnandosi con la chitarra una delle due giovani laureate. Alla fine applausi per delle sue canzoni, ottenendo molto successo di entrambe e complimenti per queste “Serate” per l’interesse che continuano a suscitare. Il pubblico. E’ stato quindi il turno di Marianna Bertolino, prossimo appuntamento è per il 29 aprile. 22 musica Officine del suono A cura di Mario Rivoiro Blind Luck Records G r uppi emergenti del pinerolese Pellicans Pellicans è il nome della band di cui vi vado a parlare. È una band della val Pellice, che suona da anni musica reggae. E il suo nome prende spunto proprio dalle radici dei suoi componenti, appunto la Val Pellice. Il 4 marzo avete presentato il vostro disco allo Stranamore. Qual è il titolo di questo vostro ultimo lavoro? Il disco si chiama Lunapark Underground. L’idea era di raccontarci per come ci sentiamo. Il lunapark è un luogo itinerante, senza radici, ogni luogo è il suo luogo. Inoltre ha a che vedere con il gioco, e con l’incanto, con luci e suoni che sanno portarti via. “Marry-go-round will ripe your tears” dice una nostra canzone, “la giostra che gira ti asciugherà le lacrime”. Invece underground perché, beh, underground è lo sguardo dal basso. Quali sono i temi più affrontati nelle vostre canzoni e c’é una canzone in particolare che avete individuato come un possibile singolo? I testi delle canzoni, quasi tutti scritti da un nostro amico che vive da anni a New York, parlano del desiderio di vivere vite appagate perché ricche di esperienze, in- contri e creazioni. Sono testi d’inquietudine, urbana e insieme di provincia. Niente spiritualità reggae. Solo canti di vita dalla testa ai piedi nel presente. Dove possiamo trovarlo? Potete ascoltarlo in streaming sul nostro sito www.pellicans.com, acquistarlo on line, ai nostri concerti oppure a Pinerolo da Rogiro’ o da Volare. Avete registrato per una etichetta in particolare e siete seguiti da un produttore artistico? Produttore artistico del disco è Ruggero Catania. Altro grande amico. Alcuni di noi collaborano al suo progetto di etichetta indipendente Lady Lovely. Quali sono le vostre aspettative? Suonare ovunque sia possibile. Quali sono i prossimi appuntamenti estivi? Sono il 15 aprile a Torre Pellice, ospiti di Villa Olanda. E poiché non abbiamo ancora presentato il disco a casa nostra, questa sarà finalmente l’occasione. Il 15 maggio invece suoniamo con i Dot Vibes a Chieri, poi a Venezia e Udine. Quindi finalmente un po’ in giro. Come ogni lunapark che si rispetti. 23 sport Pallavolo femminile A cura di Andrea Obiso nel cam pionato uis p Us San Secondo Pallavolo Per la prima volta nella nostra rubrica parliamo di una squadra sportiva completamente femminile. La disciplina in questione è la pallavolo e la società è la polisportiva U.S. San Secondo. A parlarci di questa squadra sono l’allenatore, Fulvio Rinero e il dirigente e “factotum” (come si è definito lui stesso) Guido Bruno Franco. Innanzi tutto, in che categoria agonistica militate e con quali risultati? La categoria a cui siamo iscritti è l’”Eccellenza” ed è all’interno dei campionati UISP. Attualmente siamo quinti in classifica e probabilmente questa sarà la posizione che ricopriremo fino alla fine del campionato. Le ragazze abitano a San Secondo o provengono da altri paesi? Inoltre quali fasce di età ricopre la vostra categoria? La nostra squadra è composta da dodici ragazze, solo due di esse abitano a San Secondo mentre tutte le altre provengono da di- versi paesi del pinerolese. La nostra categoria non ha limiti di età, è riservata a ragazze che vogliono divertirsi con la pallavolo ma hanno esigenze lavorative o di studio e per questo non possono o non vogliono militare in una squadra di categoria superiore, la quale prevederebbe tre allenamenti settimanali più la partita nei fine settimana. Il nostro torneo per quanto competitivo, viene affrontato con spirito amatoriale. Le nostre ragazze sono mediamente intorno ai ventitre-ventiquattro anni, sono giovani rispetto alla media del campionato che si aggira intorno ai trent’anni. Da quanto tempo esiste la squadra? Da circa cinque anni. Due anni fa la nostra squadra di allora, composta da altre ragazze rispetto ad oggi, era arrivata prima senza perdere mai una partita, così, l’anno scorso, decidemmo di iscriverle al campionato della Prima Divisione. Neanche a dirlo vinsero an- 24 25 che quello. Il gruppo odierno nella categoria Eccellenza è presente da due anni circa. Avete accennato a differenze fra il campionato UISP, da voi disputato e quelli gestiti dalla Federazione. Cosa vi ha portato a scegliere le competizioni UISP? Innanzi tutto la mancanza di disponibilità delle ragazze per vari motivi di lavoro e di studio, come già detto precedentemente; in secondo luogo l’efficienza organizzativa del campionato UISP è superiore rispetto agli altri tornei, soprattutto se si tratta di ragazze che desiderano solo divertirsi. Purtroppo i campionati della Federazione sono gestiti a livello Regionale e Provinciale. In Veneto ed in altre regioni ad esempio sono organizzati meglio rispetto al Piemonte. Inoltre Fulvio, il nostro allenatore, ha allenato per anni, ma per poter allenare nell’ambito della Federazione dovrebbe frequentare innumerevoli corsi di aggiornamento a pagamento. Una politica che andrebbe deliberatamente contro la nostra. Un’altra significativa comodità del campionato UISP è la possibilità, qualora vi fosse un qualsiasi impedimento, di spostare la data di una partita con una semplice telefonata invece di dover passare per burocrazie eccessive, considerato il nostro livello. Questo semplifica molto le cose a noi dirigenti ed allenatori. Essendo il vostro campionato estraneo alle dinamiche della Federazione, nel caso in cui una squadra vincesse la competizione, è prevista una promozione? No, perché la nostra è la categoria più alta prevista, ciononostante le prime due squadre si qualificano per le finali nazionali che hanno sede a Rimini durante il mese di giugno. Se qualcuno dei nostri lettori o lettrici fosse interessatoea vedere un vostro allenamento dove possono trovarvi e quando? Ci alleniamo tutti i mercoledì dalle 20:00 alle 22:00 alla palestra comunale di San Secondo, di fianco alle scuole. Le partite si disputano invece in settimana. Grazie e buona fortuna per i prossimi impegni! Sono a m i c i d i P i n e r o l o I n D i a l o g o 26