TEOCRITO
Le fonti della
tradizione sono
concordi
nell'affermare che
nacque a Siracusa nel
periodo a cavallo tra
il IV ed il III sec.a.C.
e che i suoi genitori
si chiamavano
Prassagora e Filina.
L'anno della sua
morte si colloca,
sempre secondo la
tradizione, poco dopo
il 260 a.C.
Tre ambienti:
SIRACUSA
Le Grazie
o Gerone
dalla Sicilia: tradizione pastorale
Egli amò viaggiare e dai suoi componimenti si ha notizia di
lunghi soggiorni nell'isola di Cos, sua dimora prediletta.
2. COS:
cenacolo di amici poeti
Filita di Cos
VII: Talisie
Locus amoenus
3. ALESSANDRIA: polo cittadino e borghese
Alla corte di Alessandria d'Egitto entrò in
rapporti con il poeta Callimaco;
a lui lo legò l’affinità di idee sull'arte poetica.
OPERE DI TEOCRITO
(idilli=breve componimento di carattere descrittivo)

•
•
•
CORPUS
30 CARMI: non tutti autentici
22 epigrammi
Un carme figurato:
“La zampogna”
 TIPOLOGIA: varia
• Encomi
• Poemetti mitologici
• Mimi
• Poesie pastorali
IDILLI
1. Encomi :
Le Grazie o Gerone (XVI)
Encomio per Tolemeo (XVII)
Conocchia (carme d’occasione)
2. Amore efebico: XII, XXIX, XXX
3. Amore: I: Tirsi: un capraio chiede al poeta di cantare
la morte di Dafni.
*ritornello >residuo dell’antica struttura
del canto pastorale
*tazza: ecfrasis
Un guardiano di capre chiede al pastore-poeta Tirsi un canto
sulla morte di Dafni, personaggio mitico emblematico del
genere bucolico. Per convincerlo gli dona una tazza istoriata,
la cui descrizione è il pretesto per una digressione artistica
e dotta, tipica della poesia ellenistica.
III: Serenata:un pastore rivolge un canto amoroso ad una
fanciulla che non lo corrisponde; il canto presenta, a tratti, dotti
riferimenti mitologici, che svelano l'artificio letterario del pastore
erudito. (paraclausithyron)
IV: I pastori: è un vivace e realistico dialogo tra due pastori.
V: Il capraio e il pastore: descrive una gara di canto svolta
sotto forma di canti brevi. Comata (capraio) Lacone (pecoraio),
giudice un taglialegna (Morsone)
VI: Pastori poeti: in forma di epistola poetica ad Arato,
descrive una gara di canto che ha come argomento la storia d'amore
di Polifemo e Galatea vista al contrario: e' Galatea che si strugge
d'amore, mentre Polifemo fa il ritroso e finge di avere un'altra
donna.
VII: Talisie
TALISIE
• L'azione si svolge nella campagna
di Cos durante la stagione estiva,
dopo la trebbiatura. Mentre
Simichida, come racconta egli
stesso, si reca con alcuni amici
dalla città al podere di due nobili
cittadini di Cos, per celebrare, in
onore della dea Demetra, le
Talisie (da cui deriva il titolo di
questo idillio), ossia la festa del
raccolto, incontra lungo la strada
il capraio Licida.
Tra i due personaggi nasce subito un
dialogo vivace, prima sul motivo
occasionale del loro incontro, poi sui poeti
amici e infine sui problemi letterari allora
in questione, poiché entrambi erano abili
cantori di carmi bucolici. Lo scambio di
battute fra i due protagonisti, termina con
l'invito, accettato da entrambi, ad
alleviare la fatica del cammino, offrendo
un saggio della loro arte; Licida canta il
suo amore per un fanciullo e Simichida,
dopo aver accennato brevemente a Mirto,
A questo punto, il capraio consegna a Simichida il suo
bastone, già precedentemente promesso, come dono
delle Muse e quindi simbolo dell'investitura poetica, e
poi va per la sua strada, mentre Simichida si reca con
gli amici a celebrare le Talisie. Questo idillio si
conclude con la rappresentazione di una serena
cornice agreste, con la descrizione della festa delle
Talisie e con l'invocazione a Demetra affinché torni a
sorridere con le mani ricche di spighe e di papaveri.
Alla fine di questo idillio, si trova una delle più
splendide descrizioni dell'estate che la poesia abbia
mai offerto: gli amici di Simichida godono
gioiosamente la stagione estiva, l'aria è calda, ma da
ogni cosa si sprigiona una fragranza e si distinguono a
una a una le varie voci del campo, gli alberi sono
ricchi di frutti, il vino rallegra come un nettare
favoloso, le ninfe gioiscono insieme agli uomini.
X: I mietitori: il mietitore Milone
deride il compagno Buceo, che non riesce
a mantenere lo stesso ritmo di lavoro
degli altri. Questi gli confessa di essere
innamorato e, dietro invito di Milone,
descrive con un canto dalle delicate
immagini la sua innamorata e Milone gli
risponde con un canto celebrativo del
lavoro campestre.
in forma di
epistola
poetica
all’amico
Nicia.
Polifemo è infelicemente innamorato di
Galatea, alla quale dedica un canto in
cui esalta la sua bellezza. Per
allettarla le descrive le sue ricchezze
agresti e si ripromette di imparare a
nuotare per seguirla in fondo al mare.
Infine si consola pensando di poter
suscitare l'interesse di altre donne.
XI: Il Ciclope
I MIMI
II: L’incantatrice: Simeta tenta di riconquistare con pratiche
magiche l'uomo che l'ha sedotta, il bell'atleta Delfi. Dopo
aver compiuto il rito, rievoca la loro storia d'amore
ripercorrendo ad una ad una le tappe della sua passione.
Delfi, che l'ha sedotta giurandole eterno amore, adesso ama
un'altra, e Simeta è tentata di dargli la morte con pratiche
malefiche, ma infine desiste e si rassegna levando un canto
malinconico alla luna ed al cielo stellato.
XIV: Per amore di Cinisca: presenta delle caratteristiche di
approfondimento psicologico, che l'accostano alla commedia.
Eschina racconta all'amico Tionico il tradimento della bella
Cinisca, della quale e' innamorato. Ferito dalla gelosia, vuole
andare soldato e Tionico gli consiglia di arruolarsi
nell'esercito del re egiziano Tolomeo, del quale tesse un
lungo elogio.
XV:
Le Siracusane: Assai ben costruiti sono i caratteri delle due
protagoniste: Prassinoa e Gorgo. La prima, pur essendo di origine siceliota, vive
ad Alessandria d'Egitto, ed e' nella sua casa che viene a trovarla l'amica Gorgo.
La conversazione che si svolge tra le due donne e' vivace e realistica: entrambe
parlano male dei loro mariti, Gorgo ammira il vestito dell'amica, Prassinoa
maltratta la serva. Esse, poi, escono di casa e, durante la loro passeggiata,
osservano e commentano quanto accade intorno a loro. Entrano, poi, nel palazzo
di re Tolomeo, aperto al pubblico in occasione di una festa, e qui Prassinoa
rimbecca un visitatore, che ha notato con scherno la loro cadenza dorica. Si
leva il canto di una donna, che descrive la festa in onore di Afrodite e Adone,
ma Gorgo si accorge che si e' fatto tardi e deve correre a casa a preparare il
pranzo, se vuole evitare gli acidi rimbrotti del marito.
POEMETTI MITOLOGICI
XIII:
Ila: Narra di un giovanetto amato da Eracle e rapito dalla ninfa di
una fonte. L'episodio e' tratto dalle "Argonautiche" di Apollonio Rodio.
XVIII: Epitalamio di Elena: è il canto nuziale dedicato ad Elena e
Menelao da parte delle piu' nobili fanciulle di Sparta. E' un canto dotto,
che documenta le capacita' eclettiche di Teocrito, tipiche dei poeti
alessandrini, che attingono temi e forme dalla tradizione per variarli ed
inserirli in contesti nuovi.
XXII:Dioscuri: narra alcune imprese di Castore e Polluce, i divini
gemelli, che trionfano dei loro avversari
XXIV:Eracle bambino: Il tema dell'osservazione dell'infanzia, caro
all'età ellenistica, è l'oggetto di questo componimento. Eracle bambino,
insieme al fratello Ificle, è minacciato, mentre dorme, da due serpenti
mandati dalla dea Era. La madre Alcmena si precipita con il marito
Anfitrione nella stanza dei piccoli, ma Eracle ha già stritolato i due
serpenti e li mostra, ridendo, ai genitori, che se ne tornano a dormire.
L’ARTE DI TEOCRITO
• Tra i poeti alessandrini è il più accessibile
• Forse il più grande
• È l’unico di cui non risulta un’attività erudita,
anche se l’erudizione non manca come ingrediente
della sua poesia.
• È l’iniziatore della poesia bucolica (genere
letterario che ha per protagonisti pastori, vita
agreste, ambienti naturali)
precedenti: - ambito popolare
- tradizione doriche siciliane
 Teoria di Hempel: la mascherata bucolica
Teocrito= poeta travestito da pastore, che vagava con altri poeti
per i campi, modulando i suoi canti.
Sodalizio poetico di Cos__________TALISIE
 TEORIA DEGLI AGONI PASTORALI
Veri agoni poetici si svolgevano tra autentici pastori nelle campagne.
Elementi costitutivi:
•
due concorrenti,
•
un giudice,
•
proclamazione di un vincitore,
•
un premio.
 Teocrito manifesta grande attenzione verso i ceti sociali
che rappresentano la maggioranza della società, e ciò in
contrasto con l'aristocratico distacco dei poeti
alessandrini. Nonostante si rivolgesse ad un pubblico
elitario e usasse uno stile raffinato, egli aprì la sua arte ad
un'ampia dimensione sociale, uscendo da un esclusivismo
letterario chiuso nel mito.
Teocrito non usa la koiné (lingua unificata su base
prevalentemente attica con elementi ionici ed infiltrazioni
di parlate straniere), che l'età ellenistica adottò per
superare il particolarismo dialettale ed avere un'unica
lingua in tutto il mondo ellenistico; nelle sue opere prevale il
dialetto dorico, ma sono presenti anche l'eolico e lo ionico.
Il metro da lui più usato è l'esametro di stampo epico, ma
usa anche metri lirici.
• Scrive anche mimi:
genere in forma drammatica che
riproduce scene di vita reale,
ambientate soprattutto fra gente
comune
precedenti: Sofrone – Epicarmo
• Non sappiamo se ci fosse qualche
forma di rappresentazione scenica.
Risultano adatti alla recitazione, ma
normalmente la loro fruizione
avveniva attraverso la lettura.
Teocrito sa fondere:
 immaginazione e realtà
 Malinconia ed umorismo
 Verità concreta e libertà della fantasia
Il tema dell’amore
• Viene indagato nella sua durata e nelle sue
manifestazioni, ma gli è negato
l’appagamento (che è invece presente in
Menandro). Tutt’al più gli è concessa la
speranza. Il più delle volte è disilluso o
frustrato.
• Rifugge comunque da ogni sentimentalismo
e dalla commiserazione.
NATURA E PAESAGGIO
• Oggetto di contemplazione
• Sede di una primigenia felicità
• Risposta forse al crescente fenomeno
dell’urbanesimo
• Nostalgia della genuinità e degli spazi
aperti e verdi
• Talvolta sembra un altrove irreale
• Si tratta di un’arte della realtà che non è
realismo.
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