Luce e colore nell’arte impressionista Era il 1874 quando il fotografo Nadar ospitò nel suo studio una collettiva di giovani artisti (tutti nati intorno al 1840) riuniti sotto il nome di “ Società anonima dei pittori, scultori e incisori ". Alfred Sisley Edgar Degas Claude Monet Berthe Morisot Auguste Renoir Paul Cézanne Camille Pissarro I protagonisti di quest’avventura furono: II gruppo era attivo già da qualche anno, più o meno dall'incontro, nel 1863, di Monet, Renoir, Sisley e Bazille. Renoir Monet II dipinto la Grenouillère (1869), ristorante sulla Senna, "ritratto" da Monet e Renoir durante le frequenti escursioni fuori Parigi, può essere considerato un manifesto delle poetiche impressioniste. Gli “irregolaristi”, così questi pittori amavano autodefinirsi, anno dopo anno attendevano di essere chiamati ad esporre le proprie opere al ‘Salon ufficiale ’ parigino, ma ….. …..stanchi di aspettare diedero vita, autonomamente nel 1874, alla prima mostra degli artisti indipendenti francesi, ironicamente soprannominata “Salone dei rifiutati ”. Nella mostra il padre spirituale del gruppo, Claude Monet, espose, tra le altre, una tela dipinta due anni prima (1872) : “Impression: levar del sole” Fu proprio davanti a questa tela che il critico-giornalista L. Leroy espresse il suo pensiero, definendo questa genere di pittura “solo una lontana impressione” di ciò che una vera opera d’arte avrebbe dovuto rappresentare. L'interesse per la realtà contemporanea, colta nei suoi aspetti ordinari (paesaggi, strade, interni, luoghi di ritrovo della Parigi del tempo) e il conseguente rifiuto dell'eloquenza e della retorica della pittura di storia furono sempre i temi dominanti, fin dalle origini. La centralità della luce quale tratto unificatore dello spazio, percepito come un continuum in cui i profili chiusi degli oggetti fluidificano. La scoperta, legata alla pittura en plein air e al mutare della luce, dell'istante, che trasforma l'oggetto ritratto in un evento puntuale da cogliere "alla prima visione" direttamente sulla tela. Senza disegno preparatorio, con tratto rapido, pennellate brevi, macchie, virgole e punti che trattengano le infinitesime vibrazioni della luce (materia). Nella pittura “ein plei air” gli artisti abbandonano i loro Atelier per immergersi direttamente nella natura, tra la gente. Si vuole cogliere con un colpo d’occhio, “l’attimo fuggente”. Impressionare sulla tela le variazioni cromatiche che la luce naturale va a determinare sul paesaggio. La ricerca sulle qualità della luce porta alla scelta di colori puri: accostati senza la mediazione del chiaroscuro; spariscono le mezzetinte, i toni di grigio, le ombreggiature tipiche del repertorio formale classico. Le ombre si colorano. Per esaltare la sensazione luminosa accostano il colore complementare del colore in luce. Tutti questi tratti caratteristici della pittura impressionista nel suo complesso, non riescono tuttavia a dare un'esperienza omogenea al gruppo e dopo alcuni anni dalla prima mostra……già alcuni di loro incominciano a modificare il proprio linguaggio espressivo, mentre altri se ne allontanano definitivamente. Monet trasferitosi nel sud della Francia a partire dal 1883, rielabora per anni le "Cattedrali “…… “ Il variare della visione con il variare della luce “ ….……..e poi, negli ultimi anni della sua vita ritiratosi definitivamente a Ginevry in Provence, si dedicherà ai cicli delle "Ninfee “ sfiorando l’astrazione e la dissolubilità delle forme nell’atmosfera Pierre Auguste Renoir presenta un percorso di artista che non segue sempre una linea regolare: ripensamenti e negazioni del proprio passato sono frequenti così come frequenti sono i risultati che non lo soddisfano. Egli è tra quelli che, ad un certo punto, decidono di cambiare radicalmente orientamento. E' il più giovane, solo ventitré anni, alla prima mostra degli impressionisti il 15 aprile 1874 nello studio del fotografo Nadar a Parigi. Abbandona i suoi soggetti preferiti, le scene di vita quotidiana di Parigi che lo hanno reso famoso, abbandona il presente per cercare ciò che è senza tempo, servendosi di soggetti trattati con semplicità…. ….ritratti, nudi, paesaggi rurali e nature morte. La sua pennellata non cerca più la luce ma la materia, vuole indagare la natura delle cose nella sua essenza primordiale, nella sua "mitica" nudità; le forme si arrotondano e si riempiono, illuminandosi di un cromatismo opulento e caldo. In questa sua ricerca, molto hanno influito i sempre più lunghi soggiorni nel sud della Francia - a causa della malattia, una grave forma artritica che tanto andò aggravandosi, che negli ultimi anni il pennello doveva essergli legato alla mano - dove era a più stretto contatto con l’atmosfera del mediterraneo, fonte di ogni classicità. Dalle tele d i questo periodo, tenacemente dipinte fino agli ultimi giorni, non sembra emergere il dolore per la malattia. L’evoluzione Neo-impressionista In seno al movimento si sviluppò in un secondo momento una nuova tendenza, nata dall'esigenza di dare uno statuto più scientifico alle scoperte applicate empiricamente dagli Impressionisti. Interessati al problema della percezione visiva più che alla costruzione plastica, pittori come Paul Signac e Georges Seurat elaborano una tecnica pittorica in cui la pennellata viene frantumata in piccoli tocchi, o punti, di colori puri.. accostati e contrapposti secondo le leggi ottiche di Blanc e Chevreul, così che l'osservatore, posto a una giusta distanza, sia in grado di vedere correttamente l'immagine. L’esperienza post-impressionista Paul Gauguin Vincent Van Gogh Paul Cèzanne Intorno al 1880 Cézanne ha ormai preso altre strade… …le sue forme si solidificano e il colore diventa più corposo. Da questa suo nuovo impulso creativo, qualche anno più tardi, Pablo Picasso muoverà i primi passi in direzione di quel movimento che rivoluzionerà più di tutti l’arte moderna: il “Cubismo ” Vincent Van Gogh ha concentrato nei pochi decenni della sua vita un'esperienza artistica ed esistenziale irripetibile, attraversando le principali correnti del suo tempo senza appartenere in realtà a nessuna di esse. La sua pittura, infatti, manifesta una visione esclusivamente personale dell'arte come "segno " dell'anima, come ricerca incessante di qualcosa di irraggiungibile. Sarà ciò la premessa all’espressionismo, gruppo “Die Brucke ” gruppo “Fauves ” Questo termine nacque come alternativa alla definizione di impressionismo. Le differenze tra i due movimenti sono sostanziali e profonde: l’impressionismo rimase sempre legato alla realtà esteriore, l ’espressionismo, invece, rifiutava il concetto di una pittura sensuale (ossia di una pittura tesa al piacere del senso della vista), spostando la visione dall’occhio all’interiorità più profonda dell’animo umano. Nell'estate del 1888 Paul Gauguin è in Bretagna con Emil Bernard il quale aveva da poco abbandonato la pittura "pontilliste" (introdotta da Seurat); le sue tele erano organizzate con ampie campiture di colore, composizioni di rara semplicità ed efficacia, nate soprattutto dallo studio delle stampe giapponesi. In quei mesi Gauguin dipinse alcuni capolavori di assoluta nitidezza, ricchi di evocazioni religiose e mistiche, di cui il più noto è la Visione dopo il sermone, che esposta l'anno dopo a Parigi e a Bruxelles, fu considerata immediatamente una sorta di manifesto pittorico del simbolismo, sia per il soggetto religioso e visionario, sia per l'uso antiaccademico del colore. Gli impressionisti : i ribelli del colore ©opyright 2005 Art_Studio Pasquale Bencivenga