Fonti: Focus n° 244 Febbraio 2013 e internet. Ossessione, malattia o dipendenza? Walter Benjamin L’adolescenza è per sua natura un’età in cui si alternano stati d’animo contraddittori: il desiderio di nuove esperienze e il rifiuto di modelli tradizionali, ma anche l’insicurezza e il timore di affrontare la difficile prova della vita. I giovani, spesso, pensano di risolvere i loro problemi chiudendosi in se stessi e creando un angolo dove niente e nessuno potrà mai disturbarli. Il mondo dell’informatica è per molti uno svago, un divertimento, un piacere, ma è soprattutto una distrazione per i giovani, un modo per allontanarli dai problemi quotidiani. A volte questo strumento di distrazione si rivela il più terribile dei nemici. I Tg, spesso, riportano notizie terrificanti sulle sorti di ragazze soprattutto, che vengono attirate da parole di conforto e di falsa comprensione su di una chat diventando così facili prede. Purtroppo le innovazioni telematiche e informatiche , sia con gli aspetti positivi che con quelli negativi, fanno ormai parte della nostra vita. Bisogna saper cogliere il meglio della tecnologia moderna, saperla sfruttare per accrescere il proprio bagaglio culturale,per migliorare i rapporti interpersonali e aprirsi una finestra sul mondo,senza subirla in modo passivo addirittura diventandone dipendente. I nuovi teen-ager del 2013 non sono venuti su solo a pane e web ma hanno nel loro DNA anche la condivisione di foto, status, idee, tempo libero, in una società che cambia velocemente. Come sostiene Maurizio Tucci ( curatore dell’indagine sugli adolescenti della SOCIETA’ ITALIANA DI PEDIATRIA) “I bambini e i ragazzi assorbono più degli adulti i mutamenti in ciò che li circonda; per questo i loro comportamenti cambiano rapidamente e spesso in modo incomprensibile ai genitori” Otto adolescenti su dieci hanno già un profilo Facebook, con cui riescono a gestire molte più relazioni: gli attuali 12-15enni hanno una media di 286 amici online; L’amicizia diventerà sempre più “VIRTUALE”? Stiamo con gli amici anche da soli nella cameretta e spesso, attraverso i social network la nostra sfera intima è accessibile a tempo pieno. Sms, chat, e-mail, skype, messenger, twitter, facebook etc… sono le nuove forme verbali virtuali di comunicazione che spesso nascondono un disperato bisogno di fuga dalla solitudine. Spesso però di ciò siamo consapevoli e questo fa emergere nuove forme di insicurezza perché sappiamo che qualsiasi risorsa condivisa sarà giudicata dagli altri. Si ha paura dell’approvazione dei gruppi di cui si fa parte e si subiscono spesso forti pressioni per la popolarità: non avere abbastanza LINK può essere un problema! Se non altro una cosa abbiamo imparato: che mettere il video di una bravata o di una ubriacatura in RETE non ci favorirà quando cercheremo lavoro! E i genitori? Spesso non usano nel modo corretto la “CONNESSIONE” con i figli. Sempre più spesso sono “AMICI” su facebook dei loro ragazzi anche se questi ultimi più furbi e scaltri, sanno gestirsi un po’ di riservatezza. Ma nella vita reale? E’ la prima generazione di genitori più preoccupata di farsi amare dai figli che di educarli; per piacere ai figli diventano teen-ager anche loro. E mentre fino a qualche anno fa le adolescenti rubavano i vestiti alle mamme, oggi le mamme si affannano ad indovinare le password delle figlie! Accade così che ai giovanissimi viene a mancare quel punto di riferimento adulto di cui hanno bisogno, quello scontro attraverso il quale si vogliono far rispettare delle regole, scontro di cui spesso si ha bisogno per cercare di costruire delle personalità più forti. Una conseguenza può essere la “creazione” di adolescenti egocentrici con un’opinione troppo elevata di se stessi, ricchi di aspettative irrealistiche con il rischio di delusioni profonde che possono generare depressione ed incapacità ad affrontare le difficoltà della vita … quelle REALI e non quelle VIRTUALI! Per saggiare le abitudini più diffuse tra noi adolescenti riguardo l’uso di strumenti tecnologici abbiamo fatto svolgere a 13 alunni della nostra classe un questionario a risposta multipla e anonimo composto da 8 domande riguardanti il tempo di utilizzo del cellulare, del computer, della musica e di programmi televisivi; il livello di gratificazione derivante dall’uso di quanto sopra indicato e le abitudini quotidiane alternative. TABELLA: Questionario svolto da 13 alunni(classe 2B) riguardante l’uso delle nuove tecnologie. Grafico estrapolato. TABELLA 2: RIFLESSIONI SUL QUESTIONARIO Come si può notare,nella tabella precedente troviamo percentuali molto alte. Nella prima domanda abbiamo chiesto: “Per quanto tempo usi il cellulare?”, possiamo dire che quasi l’82% ha scelto per più di 3 ore, mentre solo il 18% ha scelto per 1 ora. Sempre usando la stessa domanda ma sostituendo il cellulare con la televisione,con la musica e con il computer possiamo notate che anche qui solo 2 persone su 13 vedono la televisione o usano il computer per meno di un’ora mentre gli altri hanno preferito mettere 1 ora, 3 ore o più di 3 ore. Nella seconda parte del questionario invece abbiamo presentato delle domande riguardanti le proprie opinioni sulla tecnologia e sul suo uso quotidiano. Ad esempio nella domanda numero 5 : “Per quanto tempo riesci a non fare uso di tecnologie?” si può notare che le 13 persone intervistate non riescono a non fare uso di tecnologie per un tempo prolungato, infatti più del 55% ha scelto per poche ore, mentre solo 2 persone su 13 ha scelto più di 1 giorno. Nelle domanda successiva invece abbiamo sondato la dipendenza dai social network che sono ritenuti dall’85% indispensabili alla comunicazione ,mentre solo il 50% ritiene che svolgere attività ( come leggere o fare sport) sia più interessante di internet. Da quanto detto possiamo dedurre che i giovani sono burattini della tecnologia. Riflettendo noi giovani dovremmo migliorare le nostre capacità di utilizzare questi strumenti tecnologici non solo come mezzi di comunicazione o divertimento, ma anche per informazioni culturali attraverso siti specializzati che trattano ad esempio informazioni universitarie e lavorative con un linguaggio facile e chiaro , comprensibile a tutti. La tecnologia non si ferma qui! Infatti tutt’ora essa continua ad evolversi e in futuro diventerà sempre più sofisticata, estendendo maggiormente il suo utilizzo e le sue applicazioni a vari settori come il campo medico. E proprio dal campo medico giunge l’allarme che vorremmo fosse chiaro ai nostri compagni ed amici : la tecnologia può essere causa di dipendenza anche grave, perché ci aliena dal resto del mondo illudendoci di stare con gli altri,ci ruba le energie che potremmo spendere all’aria aperta anzichè nel chiuso di una stanza,perché spegne il coraggio e la voglia di parlarci guardandoci negli occhi. Per concludere … Aldo Busi RINGRAZIAMENTI Un ringraziamento agli alunni che si sono dimostrati disponibili per il questionario ma soprattutto un caloroso ringraziamento alla Prof.ssa Cruscomagno che ci ha guidati in questo progetto. GRAZIE PER L’ATTENZIONE. Barone Lucia e Milione Carla classe 2 B IPSSAR Castrovillari.