Mitt Romney e i vecchi amici che possono influenzare la nuova America - Panorama del forte maltempo. Newsletter | Archivio | Page 1 of 3 inter battuta dalla roma - La Juve vola, Zeman risponde In testa anche Napoli e Lazio Foto - I bianconeri espugnano Udine, ma la Roma batte l'Inter a San Siro per 3 Meteo | Cerca nel sito... | Cerca | | | Mi piace Italia Mondo Economia Mytech Scienza Società Cultura Sport Video Foto Blog Magazine Intercettazioni: una piaga italiana, Elezioni Usa 2012, La crisi dell'Euro, E.L. James, Cinquanta sfumature, Spending review, Lady Gaga STORIE IN EVIDENZA Mobile&App | Poker | Panoramauto | GIOCHI Home - Mondo - Elezioni Usa 2012 - Mitt Romney e i vecchi amici che possono influenzare la nuova America Mitt Romney e i vecchi amici che possono influenzare la nuova America Per capire le future mosse del candidato repubblicano bisogna rileggere la sua storia (e i suoi viaggi) 06-08-2012 10:18 Mi piace 0 0 0 Un intenso primo piano di Mitt Romney, 65 anni, candidato repubblicano alla Casa Bianca. Kevin E. Schmidt TAG: ROMNEY ELEZIONI USA PANORAMA IN EDICOLA Durante un comizio in Ohio, Mitt Romney ha dichiarato di essere il candidato presidenziale più in armonia con lo spirito nazionale, e ha accusato il presidente Barack Obama di avere «perso di vista il carattere dell’America» e di promuovere una filosofia «così avulsa da noi da risultare incomprensibile ». In realtà Romney stesso, per quanto ami sottolineare il «dono speciale» della propria nazionalità, è tutt’altro che estraneo al resto del mondo: i due anni e mezzo trascorsi in missione in Francia ne hanno forgiato il credo mormone; l’internazionalismo che si respira a Harvard ne ha fortemente plasmato l’istruzione; i viaggi all’estero in veste di giovane consulente, gli investimenti in Centro America e in Italia hanno dato forte slancio alla sua capacità di capire il mondo. Infine, la presidenza del comitato organizzatore delle burrascose Olimpiadi invernali del 2002 a Salt Lake City gli ha fornito contatti e notorietà. La partecipazione di Romney alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Londra e poi il tour in Israele e in Polonia gli hanno offerto la possibilità di porre in evidenza il grande impegno profuso nel diffondere una visione incentrata sull’America. Ma il viaggio è stata anche un’occasione utile per ricordare che il percorso seguito da Romney è orientato proprio dalle esperienze vissute nel resto del mondo. Prima che Romney si avventurasse nel mondo, fu il mondo a bussare alla sua porta. Nel 1958 la famiglia Romney accolse nella sua abitazione di Bloomsfield Hills (a 30 chilometri da Detroit) Attilio http://mondo.panorama.it/elezioni-usa-2012/i-vecchi-amici-di-mitt-romney-che-possono-influenzare-la-nuova-america 03/09/2012 Mitt Romney e i vecchi amici che possono influenzare la nuova America - Panorama Page 2 of 3 Cortella, uno studente italiano che aveva vinto una borsa di studio messa in palio dall’American field service per un periodo di formazione negli Stati Uniti. Cortella non aveva idea di chi fossero i Romney e rimase colpito nel ricevere, quando ancora era in Italia, una lettera in cui la madre di Mitt, Lenore, diceva che le uniche due famiglie italiane che conosceva erano gli Agnelli e i Pininfarina. Ben presto il giovane Mitt iniziò a salutare Cortella con «ciao» e «arrivederci » e a cantare in suo onore il ritornello «Volare» dell’allora famosa Nel blu dipinto di blu. Durante un viaggio, Cortella espresse stupore per gli alti consumi delle relativamente piccole Rambler americane, rispetto a quelli di una Fiat 600. Cortella ricorda di avere commentato: «A noi un pieno dei vostri basta per un mese!». E rammenta che Mitt trovava esilarante quella piccola auto italiana. Dopo essersi iscritto a Stanford nel 1966, Romney ottenne una serie di rinvii del servizio di leva, anche per il suo ruolo di «ministro del culto o studente in teologia», che lo tennero lontano dal Vietnam. La sua missione lo portò invece in Francia. Qui Romney, nel poco tempo libero, visitò molti luoghi: si recò con gli amici a Biarritz per scattare foto alla Rocher de la Vierge, una formazione rocciosa con le sembianze della Vergine Maria, per poi scrivere «Mitt ama Ann» nella sabbia umida; tra le rovine romane fuori Le Havre si fece fotografare in posa autoritaria accanto alla statua di Giulio Cesare; mentre a Parigi, in occasione di alcune visite al Louvre, insieme ad altri missionari si concentrò sui ritratti di Cristo degli antichi maestri, evitando gli impressionisti per la mancanza di iconografia religiosa e per la loro preferenza per i nudi. Romney arrivò in Francia nel luglio 1966 e apprese la lingua in Normandia, frequentando un corso che poneva l’accento, oltre che sulla lingua francese, sulla conversazione mirata al proselitismo e sulla recitazione dei 13 articoli di fede di Joseph Smith. Così, mentre si rafforzavano i legami con i colleghi missionari, si rafforzava anche la sua fede. Al termine della missione Romney era diventato un leader. Quando gli scioperi di Parigi della primavera del 1968 fecero saltare le linee telefoniche, la missione francese della Chiesa mormone si preparò per l’evacuazione. Il presidente della missione chiese a Romney, appena 21enne e da poco promosso suo assistente, di raggiungere in auto il confine meridionale francese per rassicurare le famiglie dei missionari. Romney entrò in Spagna, trovò una linea telefonica funzionante e si rivolse ai genitori grati dicendo: «Sono l’anziano Romney, ho pensato di chiamare per tranquillizzarvi e per dirvi che tutti i missionari stanno bene». L’esperienza all’estero approfondì il rispetto di Romney per la stabilità che il suo paese, la famiglia e la fede gli fornivano: una visione del mondo che consolidò alla Brigham Young University, dove i cartelli all’ingresso annunciano: «Il mondo è la nostra università». Romney trasferì quella stessa prospettiva alla Harvard Business School. Un giorno, al campus, Romney parlò dei suoi anni da missionario al compagno di classe Patrice Caillat, figlio di un diplomatico svizzero al quale Romney spiegò come la missione gli avesse permesso di sperimentare il mondo attraverso la lente di mezzi modesti. L’esposizione di Romney a un ambiente internazionale proseguì dopo la laurea a Harvard nel 1975, quando conobbe Benjamin Netanyahu presso il Boston Consulting Group e iniziò a recarsi spesso in Europa per lavoro. I suoi viaggi d’affari internazionali non si interruppero nemmeno quando passò alla Bain & Co., sebbene la curiosità lo facesse uscire raramente dall’ufficio. Romney mostrava il suo interesse per il mondo in altri modi. Nel 1984, quando assunse la direzione della Bain Capital (nata dalla Bain & Co.), 6,5 milioni di dollari dei 37 milioni del primo fondo dell’azienda provenivano da investitori dell’America Centrale. E Peter Tornquist, a quel tempo partner anziano della Bain in Europa, aiutò Romney a individuare il primo investimento del fondo al di fuori dagli Stati Uniti: un grossista di libri tedesco. Romney partecipava ad assemblee itineranti con un comitato costituito da magnati dell’industria europea, fra cui l’ex leader della Royal Dutch Shell Andre Renard, Umberto Agnelli della Fiat e Herbert Gruenewald, professore e presidente del gruppo Bayer. In loro presenza Romney chiedeva come la Bain dovesse cambiare il proprio modo di operare per potere assorbire culture e filosofie di lavoro dei paesi in cui era presente. Quando la Bain & Co. finì in gravi difficoltà finanziarie, i partner globali chiesero a Romney di tornare per salvare la società originaria. Romney ebbe successo e definì la sua ascesa «un’eccitante opportunità per l’organizzazione mondiale» in un rendiconto aziendale datato 30 ottobre 1990, che menzionava le sedi straniere della Bain a Toronto, Bruxelles, Ginevra, Londra, Milano, Mosca, Monaco, Parigi, Sydney e Tokyo. Inoltre, il comunicato annunciava l’immediata riduzione del 15 per cento del personale a livello internazionale. Appianati i problemi della Bain & Co., Romney tornò alla Bain Capital nel 1992, entrando in una fase particolarmente redditizia. Per il raduno mondiale della società nel 1993 scese nel lussuoso hotel Pitrizza sulla Costa Smeralda in Sardegna, ballando con la moglie Ann e giocando a pallavolo con i colleghi di lavoro. «A volte ho avuto a che fare con persone, in particolare provenienti dal Midwest, veramente convinte che il mondo finisca sulla costa atlantica» racconta Gianfilippo Cuneo, responsabile della Bain a Milano. «Romney non ha mai imposto determinati modi di procedere solo perché è così che si fa negli Stati Uniti». Una decina di anni dopo, Cuneo e la famiglia erano in vacanza con i Romney nel loro chalet a Park City, nello Utah, quando il comitato organizzatore delle Olimpiadi di Salt Lake City nominò Mitt alla presidenza. Fu Cuneo a rispondere al telefono quella mattina. «C’è qui un tizio che vuole parlare con te. Sostiene di essere Ted Kennedy» esordì Cuneo, passando la cornetta a Romney. Kennedy, che aveva battuto Romney nella corsa per il senato americano nel 1994, si congratulò con il suo vecchio rivale per la nomina. Romney riagganciò e spiegò a Cuneo con un ghigno che Kennedy gli aveva detto: «Trattieniti pure per tutto il tempo che ritieni necessario; non tornare a Boston». http://mondo.panorama.it/elezioni-usa-2012/i-vecchi-amici-di-mitt-romney-che-possono-influenzare-la-nuova-america 03/09/2012 Mitt Romney e i vecchi amici che possono influenzare la nuova America - Panorama Page 3 of 3 Da tempo Romney aspirava a una carica negli Stati Uniti: questo evento internazionale era l’occasione giusta. In veste di manager chiamato a risollevare le sorti dell’organizzazione delle Olimpiadi del 2002, Romney scelse i collaboratori dagli ambienti che conosceva meglio, assumendo Fraser Bullock, un collega mormone ed ex partner Bain, come suo direttore operativo. A Mosca Romney visitò la Piazza rossa e, secondo il suo staff, strinse la mano a Vladimir Putin (l’ufficio di Putin sostiene però di non avere traccia di tale incontro), mentre durante le riunioni con il presidente del Comitato olimpico internazionale, Jacques Rogge, amava lasciarsi andare a battute in francese. Bullock, che ha viaggiato spesso con Romney, ritiene che l’amico e collega fosse profondamente toccato dalle culture straniere. Tanto che, in occasione di una cerimonia di accensione della torcia presso l’antica sede dei giochi a Olimpia, Bullock ricorda che a Romney si inumidirono gli occhi nell’ammirare il volo delle colombe bianche. ©Washington Post /Distribuione Adnkronos VAI A: NEWS ULTIMI ARTICOLI BLOG PIÙ VISTI VEDI ANCHE 8:42 03-09-2012 7:55 03-09-2012 23:26 02-09-2012 Pakistan: bimba'blasfema',domani udienza Dieci cose che accadono oggi: lunedì 3 settembre Obama: famiglia meglio di vita sociale >1234 Lascia un commento LASCIA UN TUO COMMENTO Commenti TUTTI (0) PIÙ POPOLARI Nessun commento inserito Torna su http://mondo.panorama.it/elezioni-usa-2012/i-vecchi-amici-di-mitt-romney-che-possono-influenzare-la-nuova-america 03/09/2012