SISTEMA IMMUNITARIO DIFESE ASPECIFICHE: DIFESE SPECIFICHE •Barriere anatomiche •Effettori cellulari •Fagocitosi •Effettori umorali •Lisozima •Complemento •Interferon •Febbre •Infiammazione Fattori solubili DIFESE ASPECIFICHE 1. BARRIERE ANATOMICHE CUTE MUCOSE SIEROSE: Peritoneo Pleura Barriera fisica Desquamazione pH 4-6.5 Muco Pericardio Granulociti 2. FAGOCITOSI Monociti - Macrofagi Pseudopodi Lisosoma Distruzione della particella Particella da fagocitare Vacuolo 3.LISOZIMA •Antibatterico •Si trova nella saliva, lacrime, secrezioni mucose 4. INTERFERON •Antivirale •Prodotto dai globuli bianchi infettati dai virus, per proteggere le cellule vicine 5. COMPLEMENTO •9 Proteine •Si attivano a cascata •Formazione finale di una macromolecola che provoca la lisi (rottura) della cellula infettante 6. FEBBRE •Aumento della temperatura corporea da 1 a 4 gradi •Stimola le difese immunitarie •Crea un ambiente meno favorevole alla moltiplicazione dei microrganismi 7. INFIAMMAZIONE •Serve a circoscrivere l’infezione •Richiamo di globuli bianchi nell’area infettata DIFESE SPECIFICHE CARATTERISTICHE FONDAMENTALI: •Riconoscimento dell’antigene estraneo: “self” (appartenente allo stesso organismo) dal “non self” (l’estraneo) •Eliminazione selettiva dell’antigene estraneo: cellule e anticorpi specifici per quel microrganismo o per quella sostanza estranea •Sviluppo della memoria immunitaria. Cellule attivate contro un determinato aggressore possono sopravvivere molto a lungo: mantengono il ricordo dell’aggressore. In caso di successiva aggressione: risposta più rapida ed efficace Cos’è un ANTIGENE? Sostanza o organismo estraneo capace di indurre una risposta immunitaria. Principali caratteristiche di un antigene: •Molecola sufficientemente grande •Struttura molecolare non ripetitiva •Struttura rigida •Molecola non eliminata rapidamente dall’organismo Solitamente un batterio, un virus o un qualsiasi agente infettivo possiede più antigeni che vengono riconosciuti dagli effettori cellulari e umorali (anticorpi) EFFETTORI DELLA RISPOSTA IMMUNITARIA SPECIFICA EFFETTORI CELLULARI Linfociti T: T helper T citotossici T di memoria T soppressori EFFETTORI UMORALI Anticorpi EFFETTORI CELLULARI Linfociti T helper: intervengono per primi e coordinano la risposta immunitaria Linfociti T citotossici o killer: distruggono le cellule estraneee Linfociti T di memoria: mantengono la memoria dell’antigene anche per tutta la vita Linfociti T soppressori: sopprimono l’attività degli altri linfociti quando la difesa non è più necessaria EFFETTORI UMORALI Sono gli anticorpi (o immunoglobuline) prodotti dalle plasmacellule che a loro volta derivano dai linfociti B Specificità tra anticorpo e antigene: un anticorpo per ogni antigene Gli anticorpi si legano agli antigeni in modo da immobilizzarli e rendere più facile la loro distruzione da parte delle cellule del sistema immunitario e del complemento STRUTTURA DELLE IMMUNOGLOBULINE (Ig)) Sono macromolecole proteiche, a forma di Y Sono formate da 2 catene leggere e 2 catene pesanti unite da ponti disolfuro (S-S) Ponti S-S Catene leggere (L) Catene pesanti (H) Sono individuabili 2 regioni variabili e 1 regione costante Regioni variabili: sito combinatorio per legare l’antigene specifico Regione costante: determina la classe a cui appartiene l’Ig: •Ig G •IgE •IgM •IgD •IgA •IgG: monomeriche.Possono attraversare la placenta.Sono Ig di memoria •IgM: pentameriche. Sono le prime ad intervenire quando c’è un’infezione •IgA: dimeriche. Presenti nei secreti (latte, lacrime, mucose) •IgE: monomeriche. Intervengono nelle allergie IgD •IgD:monomeriche. Associate alla membrana dei linfociti B EVENTI DELLA RISPOSTA IMMUNITARIA SPECIFICA PRESENTAZIONE DELL’ANTIGENE RECLUTAMENTO DEGLI EFFETTORI LEGENDA Macrofago Linfocita T helper Antigene T di memoria T helper Linfocita B Anticorpi Plasmacellula PRESENTAZIONE DELL’ANTIGENE 1. Particella estranea fagocitata dai macrofagi 2. Antigene estraneo associato al complesso MHC di classe II 3. Il complesso MHC classe II “presenta” l’antigene al linfocita T helper 1 2 3 RECLUTAMENTO DEGLI EFFETTORI (RISPOSTA UMORALE) 4. Linfocita T helper attiva Linfociti T di memoria (grazie alla produzione di interleuchine) 5. Vengono attivati anche altri Linfociti T helper (grazie alle stesse interleuchine) 4 55 6. Linfocita B ha anch’esso il complesso MHC II 7. Con MHC II si lega all’antigene 8. Antigene presentato ad un Linfocita T helper attivato 7 6 8 9. Linfocita B viene attivato (grazie ad altre interleuchine) a produrre Linfociti B di memoria 10. Altri linfociti B si trasformano in plasmacellule 11. Le plasmacellule producono anticorpi 12. Gli anticorpi si legano in modo specifico all’antigene “immobilizzandolo”, facilitando così la sua successiva eliminazione 9 12 11 10 RECLUTAMENTO DEGLI EFFETTORI (RISPOSTA CELLULARE) 1. Particella estranea fagocitata dai macrofagi 2. Antigene estraneo associato al complesso MHC di classe II 3. Il complesso MHC classe II “presenta” l’antigene al linfocita T helper 1 2-3 4. Linfocita T helper attiva (interleuchine) linfociti T citotossici 5. Linfociti T citotossici uccidono le cellule infettate (o le cellule tumorali) con l’intervento delle “perforine” (provocano la lisi cellulare con la fuoriuscita del citoplasma) 4 5 COMPLESSO MHC (Complesso Maggiore di Istocompatibilità) Formato da glicoproteine di membrana CLASSE I Presente in tutte le cellule: •Sono una sorta di impronta digitale •Diversi da individuo a individuo •Permettono di distinguere il “self” dal “non self” •Entrano in gioco nel rigetto da trapianti CLASSE II Presente solo nei macrofagi e linfociti: •Permettono la presentazione dell’antigene per scatenare la risposta specifica A cosa servono i LINFOCITI B e T di memoria? • Sono linfociti B e T specifici per un determinato antigene che rimangono in circolo anche dopo che l’infezione è cessata: • Mantengono la memoria del contatto con quell’antigene • Se l’organismo viene nuovamente a contatto con l’antigene: si ha una risposta secondaria: 1. Più immediata 2. Più efficace 3. Più stabile • Questa caratteristiche sono dovute all’effetto “booster” (sfruttato nei vaccini) EFFETTO BOOSTER VACCINI Un vaccino è un agente infettivo o una parte di esso che viene introdotto in una persona sana (per via ematica o per via orale) al fine di stimolarne il sistema immunitario, senza essere causa di malattia. Tipologie di VACCINI: 1. VACCINI UCCISI. Microrganismi uccisi con il calore o con sostanze chimiche. Hanno potere antigenico limitato (sistema immunitario poco stimolato) ma sono più sicuri. Es. vaccino antipolio di Salk 2. VACCINI ATTENUATI. Microrganismi vivi ma resi meno virulenti. Hanno elevato potere antigenico ma in rare occasioni possono essere causa di malattia. Es. antipolio di Sabin 3. ANATOSSINE. Tossine batteriche modificate (non più causa di malattia). Es. antidifterica e antitetanica 4. VACCINI SUBUNITARI. Non contengono il microrganismo completo ma solo l’antigene capace di stimolare il sistema immunitario. Estremamente sicuri. Es. vaccino anti-epatite B CALENDARIO DELLE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE 3°MESE 1° dose POLIO ORALE 1° dose DIFTERITE TETANO 1° dose ANTIEPATITE B 2° dose POLIO ORALE 2° dose DIFTERITE TETANO 2° dose ANTIEPATITE B 3° dose POLIO ORALE 3° dose DIFTERITE TETANO 3° dose ANTIEPATITE B 3° ANNO 4° dose POLIO ORALE (il richiamo) 6° ANNO 4° dose DIFTERITE - TETANO 12° ANNO tutti gli adolescenti che non hanno effettuato le vaccinazioni di antiepatite b 5° MESE 11°-12° MESE 14-15° ANNO: RICHIAMO ANTITETANICA CALENDARIO DELLE VACCINAZIONI RACCOMANDATE 3° MESE 1° dose antipertosse (difterite + tetano + pertosse cioè TRIVALENTE) oppure: - ANTIPERTOSSE - DIFTERITE + TETANO 5° MESE 2° dose antipertosse 11° - 12 MESE 3° dose antipertosse 15° MESE antimorbillo unica dose somministrazione sottocutanea oppure MORBILLO - ROSOLIA - PAROTITE 11° ANNO MORBILLO – PAROTITE – ROSOLIA + ANTI-PAPILLOMA VIRUS unica dose somministrazione sottocutanea solo bambine prepuberi La vaccinazione contro la rosolia è una vaccinazione consigliata a tutte le bambine all’età di 11 anni che non hanno contratto la malattia o alle donne che intendono programmare una gravidanza e non sono immunizzate verso la rosolia TIPI DI IMMUNITA’ NATURALE ATTIVA A seguito di infezioni PASSIVA Ig G e IgA da madre a bambino ARTIFICIALE ATTIVA Vaccini PASSIVA Sieri immuni (immunoglobuline preformate) SIERI IMMUNI OMOLOGHI: ETEROLOGHI: Ottenuti nell’uomo Ottenuti in animali Protezione di 4-6 settimane Protezione di circa 3 settimane Il siero inizia a proteggere 48-72 ore dopo la sua somministrazione Come si produce un siero immune? Es. siero immune contro tetano 1.Tossina tetanica inattivata inoculata in animale (es. cavallo) 2. Il cavallo inizia a produrre gli anticorpi contro la tossina 3. Iniezioni di richiamo per rafforzare la produzione di anticorpi 4. Dopo qualche settimana viene prelevato il siero del cavallo a questo punto ricco di anticorpi anti-tetano 5. Gli anticorpi presenti nel siero vengono purificati ed utilizzati per curare individui che hanno contratto l’infezione tetanica