ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA” ANNO I - NUMERO 2 - APRILE 2009 UN NUOVO NUMERO DI “PIANETA SCUOL@” ENTUSIASMA I RAGAZZI • di MARIA GRAZIA D’APOLLONIO C EURO 0,30 CONCORSO “PINOCCHIO IN BICICLETTA”, PRIMO E SECONDO POSTO ALLA V ELEMENTARE E ALLA II MEDIA DI PESCO SANNITA. ari lettori, siamo giunti con molto entusiasmo alla pubblicazione del secondo numero del giornale scolastico dell’I.C. di Pietrelcina, elaborato da noi ragazzi della Scuola Secondaria di Pesco Sannita nell’ambito del laboratorio pomeridiano. Siamo lieti che il primo numero abbia riscosso tanto successo e che sia stato apprezzato dai nostri compagni e dagli adulti. Ciò è stato un ulteriore stimolo a continuare e a migliorare il lavoro intrapreso. Non neghiamo che inizialmente i nostri timori erano tanti perché, dovendo creare un giornale tutto nostro per la prima volta, avevamo paura di non riuscire nell’impresa e di Luigi Trusio, consigliere comunale, premia gli alunni della scuola "F. S. Viglione" di Pesco Sannita In alto a dx il cartellone che ha vinto il secondo premio deludere così le aspettative del pubblico. Ribadiamo che siamo solo dei giornalisti in erba, che abbiamo ancora tanto da imparare, ma ce la stiamo mettendo tutta per ottimizzare gradualmente il nostro lavoro. Ci siamo impegnati per questo secondo numero ancora con più passione, grazie all’interesse che voi avete dimostrato verso il nostro giornale. Ci auguriamo di colpire nel segno anche questa volta e vi invitiamo a farci conoscere le vostre opinioni che per noi saranno fondamentali e costruttive per progredire in questo settore. Buona lettura! IL COMMENTO ELUANA, UNA VITA NON VITA • di Maria Grazia D’Apollonio S e n’è parlato tanto in tv. I giornali hanno dedicato all’argomento centinaia di pagine. Oggetto di dibattito e di accese discussione tra persone determinate ad esprimere la propria opinione. Stiamo parlando di un dramma, di una sofferenza durata 17 lunghi anni che e’ stata bloccata con il cosiddetto “stacco della spina”. La protagonista è, o meglio era, una ragazza 37enne, Eluana Englaro, che come ogni ragazza aveva dei sogni nel cassetto che un giorno avrebbe voluto aprire e realizzare. Purtroppo la vita non ha voluto consentirglielo e ha spento le sue speranze. Un gravissimo incidente stradale, all’età di 20 anni, ha costretto la povera ragazza a “vivere” in uno stato vegetativo, alimentata solo da un sondino... segue a pag.10 I l progetto Pinocchio in bicicletta è iniziato per noi ragazzi di Pesco Sannita ad ottobre 2008, quando abbiamo partecipato alle gare di Montecatini Terme. L’avventura è proseguita con il concorso “Il mio sentiero”, promosso dal Comitato Provinciale della Federazione Ciclistica Italiana di Benevento, in collaborazione con il Comitato Provinciale CONI, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Provinciale, del Comune e della Provincia di Benevento e dell’Università degli Studi del Sannio. L’iniziativa, aperta a tutte le scuole della provincia, era finalizzata a sollecitare gli alunni “a osservare, esaminare e considerare il territorio in cui vivono ed operano, per scoprirne le bellezze paesaggistiche, difendere il proprio ambiente, per creare uno spazio dove giocare e socializzare in libertà”. Il regolamento prevedeva la realizzazione di un cartellone nel quale fosse evidenziato, su mappa ufficiale del Comune, un sentiero percorribile in bicicletta o a piedi. Bisognava inoltre indicare l’inizio, i punti intermedi più interessanti (ponti, sorgenti, alberi secolari, casolari…) e la fine del percorso, descrivendo brevemente il sentiero e l’ambiente che at- traversava. Tutto doveva essere arricchito da racconti o leggende in riferimento ai luoghi rappresentati. I premi in palio erano diversi. Ai primi classificati sarebbero state assegnate due bici, una per la classe ed una per l’insegnante che ha curato il progetto; ai secondi, invece, cinque caschi da distribuire agli alunni maggiormente meritevoli. La premiazione è avvenuta il giorno 13 gennaio 2009 a Benevento presso l’Auditorium Giovanni Paolo II del Seminario Arcivescovile, nel corso della Festa del Ciclismo “UNA BICI PER TE”. Le scuole che hanno partecipato hanno realizzato lavori di grande interesse, ma la scuola di Pesco Sannita si è particolarmente distinta per aver ricevuto ben due premi. Al 1° posto, infatti, nell’ordine delle scuole primarie si è qualificata la classe 5^ sez. A e al 2°, nell’ambito delle scuole secondarie di primo grado, la classe 2^ media sez. A. La vittoria, anche se del secondo premio, ci ha resi orgogliosi e ci ha fatto credere fermamente nelle nostre capacità. Non avevamo mai ricevuto nulla per la nostra creatività, per cui non credevamo minimamente in un tale risultato. Tra l’altro, il tempo a disposizione era veramente poco, ma non ci siamo scoraggiati, anzi ci siamo sentiti entusiasti, “carichi di energia” e pronti alla sfida. Ci siamo impegnati nell’impresa perché sapevamo di potercela fare e di dimostrare a tutti, come dicono spesso i nostri insegnanti, che “VOLERE è POTERE”, così con la nostra determinazione e con l’aiuto dei professori siamo riusciti a concludere nel tempo prestabilito un lavoro apprezzabile e originale. “Una corsa nel passato… immersi nel verde e nella natura”, questo il titolo della nostra laboriosa opera artistica, arricchita da leggende locali cariche di storia e di valori. A premiarci è stata la giuria formata da alcuni esponenti del CONI, tra cui il presidente provinciale Mario Collarile. Le biciclette e i caschi sono stati offerti dalla ditta di Mario Scanio di Frattaminore. Ringraziamo fortemente chi ha saputo apprezzare il nostro lavoro e non possiamo negare che questo riconoscimento abbia stimolato in noi il senso della competizione, anche per il costruttivo confronto con studenti di altre realtà, per cui questa partecipazione sicuramente non sarà l’ultima. 27 GENNAIO LEGALITA’ CULTURA L’I.C. DI PIETRELCINA CELEBRA La II media di pesco sannita “World in War”, un racconto LA GIORNATA DELLA MEMORIA realizza un cd multimediale sul scritto dagli alunni della bullismo III media di Pago Veiano Gli alunni emozionati dal film di Carmen De Simio, Maria Girardi, Francesca L’Altrelli, Linda Russo • a pagina 2 i vincitori del Istituto Comprensivo “S. Pio da Pietrelcina” Scuola Secondaria di I grado di Pesco Sannita Classe II sez. A EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’ Mark Herman Anno scolastico 2008/09 • a pagina 10 • a pagina 2 • a pagina 6 PAGINA 2 SCUOLA Ancora una volta vincitori! N oi alunni della 5 sez.A ci siamo classificati al primo posto del concorso "Una bici per te". Sorpresa, gioia ed emozione sono queste le sensazioni che abbiamo provato tutti noi alunni di 5^ A quando ci è stato comunicato che avevamo vinto, per il secondo anno consecutivo, il concorso promosso dalla Federciclismo avente come tema "Il sentiero ideale". L'elaborato raffigurava un sentiero del nostro paese, Pesco Sannita, da noi prima esplorato, poi riprodotto anche su una mappa per meglio mettere in evidenza la zona interessata e i nostri suggerimenti su come essa dovrebbe essere preservata e migliorata. Ognuno di noi si è dato da fare mettendo a disposizione tanto impegno e volontà per la buona riuscita del lavoro. I nostri commenti su questo risultato sono stati i seguenti: Francesco: “Non credevo di poter vincere ancora una volta” Serena: “Certo il lavoro era molto bello, ma la vincita è stata inaspettata” Fabiola: “Bisogna sempre partecipare per sperare poi di vincere” Elia: “In fondo me l'aspettavo perchè avevamo già vinto e questo ci dà tanta fiducia e ci sprona a partecipare sempre ai concorsi proposti” Maria Grazia: “Sono molto felice perchè è sempre bello vincere” Marco R.: “Sono molto contento di questa vincita e penso che sia un risultato da noi meritato” Il giorno 13 gennaio ci siamo recati al Seminario Arcivescovile per ritirate il premio che consisteva in una bici per la classe partecipante e una anche per l'insegnante che aveva collaborato al lavoro. La cerimonia è stata molto bella; abbiamo ricevuto tanti complimenti e tutto questo costituisce per noi motivo e stimolo a fare meglio e a partecipare sempre alle iniziative che verranno in futuro. Il nostro motto è: “Se i sogni vuoi realizzare, a tutte le iniziative devi partecipare." Gli alunni della V A di Pesco Sannita, vincitori del primo premio In basso a dx il cartellone che ha vinto il primo premio E’ PASQUA! La Redazione porge a tutti voi i migliori auguri di una felice e serena Pasqua affinché questa festa santa porti amore e soprattutto pace a chi vive situazioni difficili e dolorose. Un particolare augurio vogliamo rivolgerlo alla prof.ssa Amelia Scognamiglio, per essere diventata per la prima volta nonna, e alla prof.ssa Paola Zingone, per aver coronato il suo sogno d’amore, le quali sicuramente sapranno apprezzare in questa occasione le gioie più care della vita. AUGURI! La Redazione Tiziana Maio PIANETA SCUOL@ Periodico dell’I.C. “S. Pio da Pietrelcina” Viale Cappuccini 114, 82020 Pietrelcina Tel.0824.991221 - fax 0824.99122148 E-mail: [email protected] www.istitutocomprensivopietrelcina.it ******************************************** Aprile 2009 - n.2 - Anno I Realizzato dal Laboratorio di giornalismo della Scuola Secondaria di I grado di Pesco Sannita ******************************************** DOCENTI RESPONSABILI Rosa Iavarone, Francesca Maio, Amelia Scognamiglio DIRETTORE DI REDAZIONE Maria Grazia D’Apollonio Comitato di redazione Simona Avella, Mariapia Boffa, Giovanna Capozza, Federica Carpentieri, Giuseppe Caruso, Concetta D’Apollonio, Luigi Delle Serre, Carmen De Simio, Elisa De Tata, Johann Fregin, Antonio Fusco, Silvia Georgescu, Maria Girardi, Elena Iadanza, Luigi Iannelli, Alfonso Iannelli, Francesca L’Altrelli, Tiziana Maio, Giovanni Marrone,Valerio Meola, Federico Mirra, Luigi Nicola Pennucci, Aristotelis Pertsemlis, Mariarita Procino, Linda Russo, Chiara Salomone, Laura Sorrentino, Pietro Sorrentino, Silvia Sorrentino, Francesco Vetere, Raffaele Zenca. I RAGAZZI DELLA SECONDA MEDIA DI PESCO SANNITA APPROFONDISCONO UN FENOMENO DIFFUSO NELLE SCUOLE: IL BULLISMO Riflessioni, documenti,slogan, poesie, racconti, immagini,disegni e sottofondi musicali in tema arricchiscono il CD multimediale Il sue diverse tipologie ( dominante, gregario o appartenente a gruppi); la vittibullismo nelle scuole è un ma, le sue caratteristiche e le conse- fenomeno molto diffuso. guenze nel tempo di questi atteggia- Sempre più frequentemente i mass menti aggressivi subiti. Il bullismo è un’oppressione psicologica o fisica ripetuta e continuata nel tempo effettuata da una persona (bullo) o da un gruppo di persone più potenti nei confronti di un'altra considerata più debole (vittima). media riportano notizie di atti compiuti Un’ulteriore sezione è dedicata alle da gruppi di piccoli bulli ai danni di possibili modalità di intervento da parvittime incapaci di reagire. Esiste una te sia dei genitori che dei ragazzi coin- IL BULLISMO necessità di approfondire l’argomento smo possa manifestarsi e per aiutare con la realizzazione di un cd multime- chi è coinvolto a denunciare in maniera diale. Il nostro obiettivo è stato quello decisa. Fattori caratteristici Il bullo Come si riconosce La vittima Come si riconosce Genitori Come intervenire Diverse forme I “generi” Segnali d’allarme Conseguenze Prevenire è meglio che curare Ragazzi Non tutto è bullismo vera e propria emergenza bullismo e volti e crediamo sia utile per evitare per questo motivo abbiamo sentito la che anche nella nostra realtà il bulli- Che cos’è? Dati Comportamenti microcriminali Bulli… Bulli…News Come intervenire Noi e il bullismo I genitori (i nostri elavori) Ascoltare dialogare con i figli. Bulli … di fantasia Intervenire al più presto per evitare l’instaurarsi della relazione bullo-vittima. Spiegare al proprio figlio che chiedere aiuto non è mostrarsi deboli, ma un modo per potersi difendere. I RAGAZZI Il bullismo Non chiudersi in se stessi, ma parlare con un in versi adulto di fiducia di quello che sta succedendo. Mettersi sempre dalla parte della vittima, non lasciarla sola e cercare di aiutarla a sottrarsi alla situazione difficile. Far capire al bullo che i suoi atteggiamenti non lo rendono più stimato o rispettato. Osservare e controllare a distanza, senza farlo Sollecitare i compagni a non appoggiare il bullo. pesare ai ragazzi, i loro comportamenti. SE la cattiveria avesse un nome si Assumere un atteggiamento vincente: imparare a chiamerebbe… “Pinocchio” Favorire la socializzazione, anche attraverso valorizzare le proprie capacità e accettare i attività sportive. C’era una volta un luogo scuro limiti. dove tutti si odiavano e si facevano gli scherzi a propri vicenda. Un signore buono e generoso, che non faceva male ad una mosca, di nome Consultare uno specialista per aiutare Geppetto, il proprio decise di costruirsi un viene burattino. Lavorò dal giorno e notte, finchè la sua opera Se si isolati gruppo, mostrarsi decisi e figlio. non fu completa. Quella sera una stella entrò nel laboratorio di Geppetto e fece un imporre la propria presenza, anche senza incantesimo. Il burattino prese vita e la stella, dopo aver fatto il suo dovere, tornò a parlare. brillare nel cielo. La mattina dopo, il povero falegname vide tutto il suo laboratorio distrutto e scorse che il suo burattino aveva una fionda e stava per lanciare un sasso Rispondere decisione aipronto soprusi contro la finestra del vicino. Il falegname,“NO” avendo con visto che Pinocchio era a bulli. lanciarlo, urlò: - Pinocchio, noo!!- ma il burattino non lo ascoltò e tirò il sasso rompendo la finestra. dei Rispondere per le rime. Quando il vicino sentì il rumore dei vetri infrangersi, tuonò con una bella voce possente: - Chi è stato?- Geppetto cominciò a preoccuparsi, così studiò un sistema per farsi perdonare dall’uomo e cucì immediatamente un bel vestito da far indossare a Pinocchio per andare a chiedere scusa di quel gesto da “bullo”. Il burattino con disprezzo disse: -Puah! Che schifo, questo vestito e non ci penso proprio a chiedere scusa!”. Sbattè la porta di casa e se ne andò via, obbligando con la forza Geppetto a dargli pure del denaro. In giro, mostrò a tutti i bambini del quartiere quelle monete che aveva estorto al suo genitore e formò una vera baby gang.Ad un tratto incontrò una volpe e un gatto. La volpe, l’unica a saper parlare, disse a Pinocchio: “ Ciao! Ti prego, puoi darci qualche soldino perché noi abbiamo fame e tanto freddo?” dei segnali di allarme per la vittima chePerché devono peròaiutare uno Pinocchio scoppiò in una fragorosa risata e rispose:” mai dovrei e un muto?” una spinta fece cadere amaggiormente terra e tutti gli altri bambini il storpio mondo degliE con adulti a liprestare ridevano e li prendevano in giro. di responsabilizzare ragazzi e genitori L'ultima parte del lavoro è dedicata alle CAMPANELLI D’ALLARME affinchè potessero prevenire tali situa- nostre originali e personali produzioni Esistono indurre attenzione a quello dei giovani, al fine di intervenire I due, intristiti, se ne tornarono a casa. Il burattino, che aveva ormai sperperato il tempestivamente. denaro estorto a Geppetto, non sapeva più come fare per vivere, così tornò a casa. Geppetto, nonostante tutto, lo riaccolse, ma a patto di un suo cambiamento. capì che aveva commesso degli errori, che gli altri vanno aiutati soprattutto nel momento del bisogno, e divenne buono con tutti. Questi sono: Pinocchio zioni e intervenire secondo strategie sull'argomento. Abbiamo trasformato utili ad arginare o a eliminare il feno- favole note in episodi di bullismo, rea- Non voler andare a scuola In seguito ill gatto e la volpe andarono a bussare, senza saperlo, alla porta di Caro diario, chiedere l’elemosina. Pinocchio aprì. La volpe appena lo riconobbe si Tornare a Geppetto casa per frequentemente senza materiale scolastico spaventò, ma il burattino li accolse amorevolmente e disse che ormai era cambiato. personale Da quel giorno i tre formarono una compagnia…la compagnia della bontà. Trovare abiti sporchi e rovinati ho bisogno di sfogarmi, di parlarti di un fenomeno, molto diffuso tra noi adolescenti, che mi fa veramente rabbia: il bullismo. Individuare segni di violenza fisica Il bullismo è un atto di violenza compiuto da un ragazzo più forte, il bullo, nei confronti di uno più debole, la vittima. Non voler parlare di cosa è avvenuto a scuola Questa è la definizione che si dà a quella parola che in realtà nasconde molti significati. IMPAGINAZIONE E GRAFICA prof.ssa Rosa Iavarone meno. lizzato acrostici, poesie, disegni sul Abbiamo messo in risalto, documen- bullismo e creato slogan che inneggiatandoci opportunamente, che cos’è il no alla libertà individuale, al rispetto COORDINAMENTO PLESSI SCOLASTICI prof.ssa Amelia Scognamiglio PUBLI ART di Vincenzo Crovella - Pietrelcina Calo del rendimento scolastico Disturbi fisici (scarso appetito, sonno disturbato…) In molti casi, il bullo ha problemi a volte gravi all'interno dell'ambito familiare. Il bullo è accerchiato solo da ragazzi che fingono di aiutarti, ma in realtà puntano solo alla popolarità. Se poi parliamo del gruppo parliamo di tante pecore che vanno tutte in una direzione: VIOLENZA! Gli appartenenti al gruppo non hanno carattere, personalità e non si fanno amare. Riesco ad immaginare la povera vittima, attaccata da sette, otto…bulli, rannicchiata in un angolo, senza parole, che trattiene il respiro e aspetta quello che ormai è la consuetudine: SUBIRE!. Il bullo che si impossessa con la forza della sua merenda o di altro; la vittima che non ha nessuno che l’appoggia, che non può ribellarsi, che torna a casa incappucciata per non far vedere i suoi lividi. E’ possibile che tra ragazzi si sviluppi così tanta cattiveria? Se un qualsiasi ragazzo si permette di toccare qualcuno solo per sfizio io mi infurio! Un consiglio che voglio dare a tutte le vittime è di non rimanere soli, di restare uniti per sconfiggere le avversità e con questo concludo le mie pagine di diario, speriamo che con le mie parole, con l'aiuto di tutti, il bullismo diventerà solo un ricordo lontano. A presto, caro diario, per pagine speriamo più liete! Francesca bullismo, le sue forme, in che modo si reciproco e al confronto pacifico. Il manifesta e le conseguenze sui prota- tutto è reso più piacevole e interessante gonisti. STAMPA Il bullo anche se può sembrare strano non se la prende con ragazzi del suo stesso livello, bensì con i ragazzini più piccoli. Io al posto di un qualsiasi ragazzo cercherei di attirare l'attenzione degli amici non attraverso atti di violenza, ma dimostrando umiltà e generosità. dai sottofondi musicali legati alla te- Abbiamo esaminato: “il bullo” nelle matica in oggetto. Alcune delle 50 diapositive del CD “Il bullismo” ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA” PAGINA 3 SCUOLA PICCOLI DONI PER UN SORRISO Il Consiglio Comunale Junior di Pesco Sannita offre peluches e giocattoli alla CRI. • di Giuseppe Caruso e Antonio Fusco 31 GENNAIO, GIORNATA DELLA GIOVENTU’ A TE DON BOSCO A Te Don Bosco, che aiuti i giovani meno fortunati a trovare la strada della vita; a Te che aiuti le persone che non sanno dove andare prendendole per mano e portandole con Te. A Te io rivolgo la mia umile preghiera: fa’ che il volto del Signore illumini tutti noi, aiutandoci a capire che la vita è festa, è canto, che la vita è importante, e che tutti i giovani possono trovare in te un amico su cui contare. Le Suore del Sacro Cuore di Gesù sensibilizzano gli alunni di Pesco Sannita alla conoscenza del Santo amico dei giovani e fondatore dell’Oratorio I n occasione della festa di Don Bosco del 31 gennaio, la comunità delle figlie di Maria Ausiliatrice, l’ ex allieve, la comunità educante e i giovani dell’oratorio hanno indetto un concorso di disegni e di poesie su Don Bosco. Per preparare queste poesie le suore ci hanno fatto visita a scuola e ci hanno mostrato un filmato che racchiudeva in breve tutta la vita del Santo. E’ stato tutto molto interessante e coinvolgente a tal punto che appena siamo tornati a casa abbiamo dato sfogo alla nostra ispirazione poetica. Vi presentiamo alcune delle tante composizioni che abbiamo realizzato e per non deludere nessuno abbiamo selezionato una per ogni classe. L’ORATORIO I l giorno 18 dicembre il Consiglio Comunale Junior dell’Istituto scolastico di Pesco Sannita si è recato al Palazzo del Governo di Benevento per consegnare alla Croce Rossa Italiana i doni generosamente offerti dall’intera scolaresca per i bambini meno fortunati. Nella stanza in cui si è svolta la cerimonia di ringraziamento c’era un enorme renna finta, pronta ad accogliere tutti i regali che simbolicamente avrebbe portato a destinazione. In quell’istante è scattato in noi un senso di solidarietà che ci ha spinti a riflettere molto su quello che inizialmente sembrava essere solo un’uscita scolastica. Hanno dato un contributo fondamentale a questa giornata anche le parole dette dal vice prefetto della Croce Rossa e da alcune sue colleghe che ci hanno invitato a considerare l’opportunità di aiutare chi più ha bisogno, rinunciando a qualcosa di cui tutti Valerio Meola, il Sindaco junior di noi potremmo fare benissimo a meno. Nei Pesco Sannita veri valori della vita c’è anche la grazia di saper donare un sorriso, un po’ di serenità a chi purtroppo non ce l’ha. Tanti bambini con un sorriso stampato negli occhi danno una soddisfazione più grande di una semplice offerta che regala solo la grazia di un attimo. Non dimentichiamolo mai! Don Bosco, padre d’amore che ha aperto il suo cuore. Un maestro solidale che ha sconfitto il male. Ha ospitato i bambini anche quelli più piccini. • di Giuseppe Caruso e Antonio Fusco a Croce Rossa nacque più di cento anni fa per porsi al servizio dell’umanità. Prima si offrì al soccorso dei feriti in guerra, mentre attualmente è la più importante associazione umanitaria. La Croce Rossa aiuta e sostiene le persone portatrici di handicap, assiste le persone in fin di vita, spezza le grandi solitudini. Da più di cento anni il suo solo pensiero è l’uomo. Il fedele fondatore della Croce Rossa è Henry Dunant che con il suo impegno ha placato tutte le sofferenze umane, senza distinzione di nazionalità, di razza, di religioni e di condizione sociale. Oggi la Croce Rossa ha saputo trasmettere questo spirito pionieristico a migliaia di volontari che concretizzano la loro vocazione umanitaria. In cento anni questa associazione è diventata sia generalista che specialista, a seconda delle necessità e si è portata vicino a coloro che il dolore non risparmia, in Italia e nel Mondo. Tu che sai prenderci per mano e condurci sulla strada della bontà, della carità, del bene. Tu che ogni giorno sai parlarci, ascoltarci, consigliarci. Tu che, con il tuo esempio, hai saputo insegnarci ad amare il prossimo, a tendere la mano a chi ha bisogno, a volerci bene. Conserviamo con ardore l’amore di colui che entrò nel cuore di chi stava solo, senza gioia e nel dolore. Tu, Don Bosco, sarai per sempre nei nostri cuori. Classe III media di Pesco Sannita Classe II media di Pesco Sannita DON BOSCO, UN SOGNO CAMBIA LA SUA VITA • di Carmen De Simio, Maria Girardi, Luigi Iannelli NATI PER SOCCORRERE Migliaia di volontari sparsi nel mondo dedicano la loro vita a bambini indifesi e sfortunati PREGHIERA A DON BOSCO Una casa abbandonata e subito ristrutturata dai bambini venne usata, per passar lì la giornata. L’oratorio fu creato e da tutti frequentato. Chi parlava, chi studiava e chi giocava, ma a fin giornata insieme si pregava. La CRI protagonista da oltre 100 anni nell’aiuto e nel sostegno all’umanità L Classe I media di Pesco Sannita D on Bosco nacque a Torino il 16 agosto del 1815. Sua madre si chiamava Margherita, il padre Francesco e i due fratelli Antonio e Giuseppe. Quando Don Bosco aveva solo due anni, il padre morì lasciando tutto in mano alla moglie, aiutata nei vari lavori domestici dai suoi tre figli. Raggiunti nove anni, fece un sogno che gli cambiò la vita. Vicino casa sua in un giardino alcuni bambini che giocavano iniziarono a bestemmiare, altri a picchiarsi e lui si arrabbiò dando anche lui pugni e calci. All’improvviso apparve un uomo, con un viso talmente luminoso da renderne fastidiosa addirittura la vista, che lo rimproverò dicendo :"Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai conquistare questi tuoi amici. Mettiti dunque a parlare loro sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù.” In quel momento i ragazzi si misero attorno allo strano uomo. Qua- si senza sapere cosa stesse dicendo, domandò: “ Chi siete voi che mi comandate cose impossibili?" e lui gli rispose: " Io sono figlio di colei che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno. Il mio nome domandalo a mia Madre”. Subito gli apparve una donna che, prendendo Giovanni per mano, gli disse: “Guarda!” e all’improvviso tutti i ragazzi sparirono e ai loro posti comparvero vari animali feroci e la donna continuò a dire: "Ecco il tuo campo, ecco dove dovrai lavorare. Renditi umile, forte e robusto: e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu lo farai per i miei figli”. Finito di parlare tutti gli animali si trasformarono in docili agnelli. Dopo questo sogno Don Bosco scelse di seguire la sua vocazione religiosa e divenne prete il 5 giugno 1841 a Torino dove nel 1846 costruì il primo oratorio. Non fu facile per lui trovare una casa dove accogliere tutti i bambini, finché un giorno un certo signor Pinardi gli offrì una vecchia tettoia dove voleva far trasmettere e insegnare ai bambini tutto quello che a lui aveva insegnato la ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA” madre, a cui era molto legato. Infatti la sua regola era : "Amare ciò che amano i giovani affinché essi amino ciò che ama l’educatore”. Il primo ragazzo dell’oratorio si chiamava Bartolomeo Farelli, questo era un orfano di quindici anni, che, poiché non sapeva né leggere né scrivere, chiese aiuto a Don Bosco. Si presentò nella sacrestia prima dell’inizio della messa, ma fu cacciato dal sacrestano poiché non serviva la messa. Don Bosco poi lo invitò ad andare da lui. Il ragazzo il giorno dopo si presentò nella vecchia tettoia insieme a tanti ragazzi come lui. L’oratorio è un luogo dove i ragazzi ancora oggi si riuniscono per giocare, per stare insieme ma il suo scopo principale era ed è quello di insegnare ai suoi ragazzi grandi valori: la famiglia, la carità, l’umiltà, l’amore per gli altri, il confrontarsi con le altre persone, la pazienza e avere fede in Dio. “Vicino o lontano io penso sempre a voi. Uno solo è il mio desiderio: vedervi felici nel tempo e nell’eternità”. PAGINA 4 SCUOLA ANNO DELLA PAROLA L’I.C. e la Parrocchia Santa Maria degli Angeli di Pietrelcina, in occasione dell’anno della Parola, bandiscono un Concorso sulla lettura del Vangelo Il 30 marzo, presso la sala maggiore del ristorante “Il Sannio”, c’è stata la prima edizione del premio letterario “Anno della Parola”. All’avvenimento è intervenuto l’Arcivescovo Mons. Andrea Mugione, il quale ha consegnato i premi ai vincitori. Il Concorso, voluto dal nostro parroco, Padre Giorgio, aveva una grande importanza: avvicinare i giovani alla lettura di alcuni brani del Vangelo. E’ stata un’esperienza molto bella che ci ha spinti a riflettere su vari aspetti della vita. I lavori, che consistevano in disegni o temi a seconda della classe, sono stati analizzati e valutati da un’apposita commissione di esperti, i quali hanno dichiarato di essersi trovati, in alcuni momenti, addirittura in difficoltà per la scelta definitiva degli elaborati, poiché tutti erano molto interessanti. L’Arcivescovo si è recato all’edificio della scuola primaria di Pietrelcina dove è stato accolto dalla Dirigente scolastica, dottoressa Anna Immacolata Colarusso, e dal Sindaco, ingegnere Gennaro Fusco. In seguito ha visitato la scuola media e ci ha raggiunto al ristorante “Il Sannio”, dove si è svolta la cerimonia. L’Arcivescovo è una persona di grande carisma religioso ed allo stesso tempo uomo di grande spirito umoristico, perché, dopo aver salutato tutti, ha intrattenuto la platea con battute e aneddoti molto divertenti. La Dirigente ha ringraziato tutti i presenti e ha dato la parola al nostro parroco, il quale ha apprezzato l’entusiasmo dimostrato dai giovani e ha illustrato ancora le motivazioni e le modalità di selezione del Concorso. Al termine, un membro della commissione, la dottoressa Maria Clorinda Mastronardi, ha chiamato i vincitori, lieti e orgogliosi di aver conseguito un tale riconoscimento. Gli alunni di Pietrelcina I VINCITORI I sezione, alunni delle classi prime, seconde e terze scuola primaria, descrizione in forma grafica della parabola: “Il buon samaritano” GILDA FONTANAROSA (3^ A) II sezione, alunni delle classi 4^ e 5^ scuola primaria, un saggio breve sulla parabola: “Il seminatore” ELENA CARUSO (5^ B) III sezione, alunni delle classi I e II scuola secondaria di I grado, elaborazione di un cartellone con la tecnica del collage utilizzando articoli e immagini ricavate dai mass-media, relativo alla parabola: “Il figliol prodigo” EMANUELE CARDONE (II B) IV sezione, alunni delle classi terze scuola secondaria di I grado, saggio breve, con riflessioni personali sul cap. 25° del Vangelo secondo Matteo (v. 31-46) ANTONIO ROSELLA (III A - Sindaco junior) ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA” PAGINA 5 SCUOLA - SPETTACOLI MUSICANDO CON LE STELLE Uno spettacolo dell’Unitalsi per raccogliere fondi • di Simona Avella, Mariapia Boffa, Giovanna Capozza, Luigi Iannelli, Luigi Nicola Pennucci Chiara Salomone Il Alcune esibizioni In basso a sinistra l’entusiasmo degli alunni dell’I.C. di Pietrelcina giorno 10 Gennaio 2009 il nostro Istituto, ci ha permesso di partecipare a una manifestazione al Palatedeschi di Benevento, organizzata dall’UNITALSI, un’associazione di volontariato nazionale, che assiste e aiuta le persone diversamente abili a integrarsi nella società e che trasporta gli ammalati nei santuari internazionali, affinché il sogno di un miracolo possa diventare magari realtà. L’inizio è stato pieno di suspence, perché c’è stata una lunga attesa, ma siamo stati intrattenuti da musiche allegre e attuali che ci hanno sin da subito coinvolti allegramente. Le esibizioni sono state numerose e molto spettacolari per i costumi, le luci e le coreografie preparate. Il momento che ha destato in noi un particolare interesse emotivo è stato l’arrivo e la testimonianza di Luigi, un uomo che sin da bambino è stato costretto a “vivere” su una sedia a rotelle, a causa di una grave malattia. Luigi vive la vita come tutti noi e pubblicamente ha confidato che da piccolo non veniva accettato dagli altri, e che anche lui non riusciva a sentirsi come tutti i suoi amici. Credeva che avrebbe trascorso la sua vita chiuso in una stanza, solo con i suoi genitori; invece non è stato così perché i ragazzi dell’UNITALSI l’hanno aiutato a integrarsi e a trasmettere a tutti il suo messaggio di vita. Durante la manifestazione diverse scuole di danza della provincia, dirette dalla maestra Saveria Cotroneo, hanno dato prova della loro bravura e competenza. Allo spettacolo hanno assistito molte scuole tra cui: l’Alberghiero, l’Agrario, lo Scientifico, il Ragioneria “Alberti”, il Marco Polo, la Pascoli e il nostro Istituto. Lo spettacolo ha riscosso grande entusiasmo da parte del pubblico e anche noi siamo stati molto felici di averlo visto perché, pagando il biglietto, abbiamo contribuito con l’UNITALSI ad aiutare le persone bisognose. GREASE Uno spettacolo in lingua inglese • di Simona Avella, Mariapia Boffa, Giovanna Capozza, Luigi Iannelli, Luigi Nicola Pennucci Chiara Salomone Il 13 gennaio 2009 noi alunni dell’I.C. di Pietrelcina abbiamo assistito al musical “ Grease”, tenutosi al teatro Massimo di Benevento. I protagonisti erano due adolescenti innamorati l’uno dell’altra che, alla fine dell’estate, dovevano separarsi. I due si rincontrano nella stessa scuola, però lui non è affatto carino e gentile come lo è stato in estate. In realtà non è cambiato, vuole solo dimostrare ai suoi amici che è “un duro”. Questo succede a molti adolescenti che dentro sono fragili, ma che vogliono ap- Alcune scene dello spettacolo parire forti e invincibili. Il musical era in lingua inglese, ma, nonostante alcune difficoltà, qualcosa siamo riusciti a capirla, anche perché avevamo visto a scuola la versione italiana del film. Questo musical è riuscito a coinvolgere tutta la platea, grazie agli attori, straordinariamente bravi, e ai pezzi musicali molto ritmati. Tutti i ragazzi presenti si sono scatenati nel ballare il Rock and Roll. Le pettinature e i costumi erano adeguati agli anni ’50: i ragazzi vestivano con pantaloni e giacche di pelle nera attillati e avevano il ciuffo brillantinato, mentre le ragazze indossavano gonne a ruota e calzettoni. Questo spettacolo è stato davvero meraviglioso e tutti sono rimasti a bocca aperta per la bravura degli attori. CRISTO SI E’ FERMATO A EBOLI Gli attori Gabriele Greco, Mario Merone e Alba Tamarazzo arrivano a Pietrelcina. Il giorno 18/03/09 i ragazzi dell’Istituto Comprensivo con molto entusiasmo hanno assistito allo spettacolo “Cristo si è fermato a Eboli” tratto dall’autobiografia di Carlo Levi. Il romanzo è ambientato in un borgo della Lucania, Gagliano, dove lo scrittore, nonché pittore, giornalista, medico, scontò un anno di confino, dal 1935 al 1936, per la sua professione di antifascismo. Eravamo ansiosi perché avendone discusso in classe la trama ci aveva incuriosito molto. E’ un’opera di densa commozione poetica, perché rappresenta il mondo contadino della Basilicata, dove “Cristo non è mai arrivato, né vi è arrivato il tempo, né il legame tra causa ed effetto, la ragione e la storia” e dove “per i contadini lo Stato è più lontano del cielo e più maligno perché sta sempre dall’altra parte”. Con stupore abbiamo scoperto, appena iniziato lo spettacolo, che ad interpretare Carlo Levi era un attore molto famoso e conosciuto, che recita in molti programmi televisivi: Gabriele Greco. E’ stato molto bravo e la sua interpretazione ci ha coinvolto tanto da farci rimanere concentrati ad ascoltarlo senza alcuna fatica. Alla fine dello spettacolo l’attore è sceso tra noi ragazzi per rispondere gentilmente alle nostre domande, soddisfacendo ogni più piccola curiosità. Anche gli altri attori, Mario Merone, che ha interpretato la parte del carabiniere, e Alba Tamarazzo, la governante, si sono dimostrati disponibili . Dopo aver finito di rispondere alle nostre domande gli attori ci hanno dedicato il loro tempo prezioso parlandoci della loro carriera e raccontandoci le loro origini. Il momento più bello è stato quando, dopo aver chiesto il permesso alle professoresse, siamo saliti sul palco per scattare le foto con gli attori e per farci firmare degli autografi. Che emozione! ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA” PAGINA 6 SCUOLA E…FANTASIA INVITO ALLA LETTURA Un racconto originale degli alunni della classe terza della Scuola Secondaria di I grado di Pago Veiano S ono stanco e non riesco a restare abbastanza sveglio per tenere a bada il nemico che incombe sulle nostre postazioni. Già due dei nostri sono andati al Creatore e credo che Willer li seguirà da qui a poco. Siamo sotto pesante attacco da più di due ore oramai e non riusciamo a trovare il modo di sfuggire ai nostri assalitori. Maledico il giorno in cui mi è stato affidato questo incarico.-Non vi preoccupate Comandante, sarà un lavoro davvero facile!Così mi disse quella carogna del maggiore Patten ridacchiando sotto quei suoi baffi ispidi e disordinati.-Per assicurarti il buon esito della missione ti daremo il comando di un team altamente qualificato-. Certo “altamente qualificato” ,infatti mi ritrovo a badare a quattro marmocchi che non sanno neppure pulirsi il naso, pensa imbracciare un fucile!Eccone un altro che cade sotto i miei colpi; già, non è la prima volta che uccido un uomo … Il primo uomo l’ho ucciso a sedici anni ed era mio padre. “Quella sera io ero a casa e mio padre era appena rientrato e come sempre ubriaco fradicio, aveva incominciato a dire cose offensive e a picchiare mia madre. Erano settimane oramai che la storia andava avanti così ed io non ce la facevo più a restare a guardare. Così scesi in cucina e prendendo mio padre alla spalle lo spinsi contro il muro. Cadde a terra picchiando violentemente la nuca contro il caminetto poi morì sul colpo”. Da quel giorno decisi di arruolarmi nell’esercito, il motivo mi è ancora oscuro. Quello è uno dei giorni che ti rimangono impressi tutta la vita. Ma ora non è proprio il miglior momento per parlarne, visto che i nemici ci hanno quasi beccato. Si sentono spari provenienti da tutti i lati.-Diamine capitano, ci hanno accerchiati e stanno per farci la pelle!- -Ma dov’è il carro armato che ho chiesto tre ore fa?- -Non arriva signore- -Ah!Ci hanno abbandonato nel bel mezzo dell’operazione. Ma perché?- D’un tratto un grosso biplano mi passa sulla testa e lancia una granata che esplode sulle formazioni nemiche ma anche a pochi metri da noi. -Ecco perché il carro non viene a salvarci noi siamo l’esca di questa sciagurata operazione organizzata per proteggere il c...o ai superiori e per levarmi di mezzo. Si perché io sono un peso, una palla tra i piedi, l’unico ad avere il coraggio di rispondere per le rime ai “superiori”. Ma potrò raggiungere gli uomini sopravvissuti. Scopro subito dopo che l’unico a sopravvivere è proprio Willer, anche se è stato colpito a morte sul fianco. Proprio la ferita lo ha salvato visto che non aveva possibilità di esporsi più al fuoco. Lo raccolgo come fosse un grosso sacco grondante di sangue e lo trascino con me al riparo nel tombino delle acque di scolo della fabbrica.- Resisti, resisti ce la puoi fare!- E’ la frase che mi ripetevano in Accademia quando dovevo fare l’allenamento o quando toccava a me pulire le latrine di quel bugigattolo di dormitorio. Ma il passato è passato ed ora devo pensare a portare me e il mio uomo fuori da questa brutta situazione. Mi carico Willer sulle spalle e incomincio a seguire l’acqua corrente che mi porterà alla fine del condotto vicino al rendez-vous dov’è attraccata la nostra imbarcazione. – Siamo arrivati sussurro a Willer uscendo dal canale.- Egli cerca disperatamente di farmi un cenno, non tanto per farmi arrivare il messaggio, ma più per assicurarsi che sia ancora padrone del suo corpo martirizzato. Sull’imbarcazione ritrovo il nostro accompagnatore, colui che ci aveva scortato sulla costa la mattina precedente. Appena deposito Willer sulla chiatta il mozzo imbraccia un fucile ad’avancarica e me lo punta in petto. Già, perché lui doveva assicurarsi del “buon esito” della missione, cioè che nessuno di noi rimanesse in vita per raccontare come veramente fossero accaduti i fatti. L’omino mi punta contro il fucile parlandomi della lauta ricompensa che avrebbe ricevuto uccidendoci, ma non finisce neanche di parlare che un colpo alla tasta gli fa esalare l’ultimo respiro. Era stato quell’avveduto di Willer che con un colpo gli aveva fatto saltare le cervella. Metto il ragazzo comodo sul sedile sottocoperta e faccio rotta verso il campo base. Due ore dopo arrivo nella zona dove risiedeva una volta il campo, ma dove ora ci sono solo un mucchio di tracce dei tendoni. – Si sono dileguati e ci hanno lasciato in pasto a quei cani rognosi dei tedeschi! Dopotutto era proprio questo il loro piano!- Po…potr…potremmo risalire il fiume e raggiungerli sulla sponda Ovest... – Poi il ragazzo si addormenta mentre io cerco di proseguire il viaggio su per il fiume. Il mattino seguente scorgo i primi camion del convoglio che tornano verso il molo dove li aspetta il battello per riportarli a casa.-Diamine dobbiamo prenderlo quel convoglio, altrimenti qui ci lasciamo le penne!Cerco di accostare la barca alla, riva intanto noto che Willer inizia a rialzarsi da solo. Cavolo quel ragazzo ha una grande volontà, spero che ce la faccia a sopravvivere! Seguiamo il lento convoglio a piedi nascondendoci tra la boscaglia secca e bruciata come le vite di tutti quei ragazzi che mi hanno accompagnato e sono morti, usati come guendo il convoglio arriviamo finalmente al molo dove potremo raggiungere i commilitoni. Confondendoci con l'ambiente prendiamo posto su un natante pronto a partire. -E’ fatta oramai! Le navi hanno tutte preso il largo e stiamo per tornare a casa!- -Si signore, lo so signore.-Avete cantato vittoria troppo presto.- Volto il capo verso il mio interlocutore che sta indicando uno strano oggetto metallico che spunta a pelo d’acqua.-E’ un UBoot tedesco!- E’ la prima volta che vedo una cosa del genere in vita mia. La balena metallica si allontana per poi virare e puntarci il muso contro. Terrorizzato osservo la scena tenendomi stretto all’inferriata della nave. Dal grosso mostro metallico vedo uscire un lungo tubo che sfreccia sott’acqua. Vedendo gli altri mi butto disperatamente a terra... poi un’ esplosione! Mi risveglio più tardi trasalendo come da un coma, mi giro con lo sguardo intorno, vedo un mucchio di letti come il mio e capisco che qualcuno ci aveva portati in salvo. Poi rammento l’accaduto e cerco dispera- tamente di ritrovare Willer.Mi scaravento giù dal letto e corro per quello che sembrava un ospedale di fortuna. superiori di cosa? Credono basti un ricamino in più sulla divisa per fare un uomo? Giusto Vins?Vins?- Ma Vins non mi risponde o meglio non può più farlo visto che la granata lo ha steso. – Ecco, ora mi metto a parlare coi morti!- Prendo in braccio la salma e la uso come scudo contro i proiettili così esche, come carne al macello sotto i colpi dei nemici. Corro all’impazzata saltando i feriti che mi trovo davanti. Ma poi, scorgo un lenzuolo bianco da cui escono due scarponi da montagna sporchi di sangue. E’ Willer, non ce l’ha fatta! Mi ha lasciato! Sono lì per fargli una preghiera che alla spalle sento un voce che mi rincuora.Capitano non sapevo che foste un tipo così sensibile e religioso-. Mi volto e vedo Willer... lo abbraccio come se fosse il fratello minore che non avevo mai avuto. -Siamo salvi Willer, vero?- -Si signore, siamo salvi, signore.- Ma mentre cammino e mi dispero, in cuor mio spira una rabbia vendicativa che mi sprona ad andare avanti. Se- ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA” PAGINA 7 SCUOLA E…FANTASIA Scuola secondaria di I grado di Pesco Sannita Scuola primaria di Pesco Sannita Classe I sez. A Classe V sez. B Storie antiche come il mondo, le favole ci divertono e ci fanno riflettere sulle vicende quotidiane, sui vizi e sulle virtù degli uomini di ogni epoca e di ogni luogo. Poesia per la festa del papà l termine favola deriva dal latino fabula e vuol dire narrazione, quindi la favola è un breve racconto fantastico di origine popolare, scritto in versi o in prosa, che ha come protagonisti gli animali e che racchiude in sé un insegnamento morale. La bontà e la crudeltà, la prepotenza e la generosità, l’astuzia, l’ingordigia, la saggezza, la fedeltà e l’amicizia sono qualità degli uomini che si possono riscontrare nei racconti di ogni tempo. Pare che le favole risalgano all’antico Egitto, infatti molte sono tramandate dai papiri, diverse appartengono alla tradizione assiro-babilonese e alcune compaiono anche nella Bibbia. Risale ad Esopo, uno scrittore greco vissuto nel VI secolo a.C., la più grande raccolta di favole del mondo occidentale: circa cinquecento, in seguito Fedro diffuse questo genere letterario nel mondo latino. Nei secoli successivi vi furono altri favolisti tra cui Jean de La Fontaine in Francia, Lev Tolstoj in Russia, Trilussa, Gianni Rodari in Italia. Sicuramente conoscete tante favole, ma ve ne proponiamo alcune realizzate da noi. Io sento sempre Come una stella luminosa Nel cielo schiarito di blu E come d’incanto ci sei tu. I Per il mio papà Mi piace stare con te papà Tra amore e gioia Tu mi dai tanta felicità. Io sento sempre Le tue mani calde Che fanno giocare me La tua bambina. Ogni mattina Guardando il tuo viso Mi fa sembrare più carina. Io penso sempre a te: Vado a scuola e penso a te Vado alla lavagna e penso a te Torno a casa e rivedo te. Oggi è un giorno pieno di gioia E di felicità perché è la tua festa papà. Sabrina, Maria Teresa e Lucrezia SCUOLE DELL’INFANZIA PAGO VEIANO - PESCO SANNITA - PIETRELCINA anno scolastico 2008/2009 Progetto I protagonisti siamo noi L a Convenzione sui diritti dell'infanzia, strumento di formazione e di protezione, ha introdotto per la prima volta l'idea del bambino soggetto dei diritti invece che mero oggetto di tutela e protezione da parte del mondo adulto. E' indispensabile,però, che si aiuti il bambino a riconoscere che la vita si radica non solo sulla rivendicazione dei diritti ma anche sull'esercizio dei doveri. Ci sono i diritti ma anche tanti doveri. Con questo progetto intendiamo prendere per mano ogni bambino e condurlo a poco a poco verso una crescita graduale, che lo porti ad essere padrone delle proprie azioni e saper gestire la propria libertà nel rispetto degli altri, attraverso regole precise. Punto di partenza è l'articolo 29 che recita : "… l'educazione del bambino deve preparare il bambino ad andare d'accordo con tutti ; rispettare l'ambiente naturale". Ancora una volta usciremo allo scoperto, ci immergeremo nell'ambiente di vita dei nostri bambini per decifrare e comprendere insieme l'universo di cose e di valori in cui si riconoscono. TRA I DUE LITIGANTI IL TERZO GODE C’erano una volta due passerotti che andavano alla ricerca di cibo. Dopo vari giri, si accorsero che un lombrico faceva capolino dal terreno. Allora si precipitarono per prenderlo, ma, tira di qua e tira di là, finirono per litigare: - É mio, lascialo andare! – No, l’ho visto prima io, lascialo tu! e per beccarsi fecero cadere il lombrico. A questa scena aveva assistito un altro passerotto che, approfittando del litigio, volò e si mangiò il lombrico. Così i due passerotti smisero di litigare e, tristi e sconsolati, tornarono ognuno al proprio nido. Mariarita Procino LA VOLPE E LA CICOGNA Un giorno la cicogna propose una sfida alla volpe e le disse: - Proviamo a saltare dall’altro lato di una buca e vediamo chi vince? La cicogna imbrogliona iniziò a volare e passò dall’ altro lato, mentre la volpe cadde nella fossa. La volpe delusa pensò di vendicarsi e, per ricambiare, volle sfidare la cicogna e le propose: - Facciamo una corsa nel bosco e vediamo chi riesce a schivare gli alberi.La cicogna si alzò in volo e andò a sbattere con la testa vicino all’ albero, mentre la volpe lesta lesta vinse la gara. MORALE: Chi la fa, l’aspetti. Giuseppe De Maria ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA” PAGINA 8 LABORATORI DÉCOUPAGE Basta un po’ di colla, qualche goccia di colore, un cucchiaio di stucco, alcuni fogli di carta riso, tovaglioli decorati, una spolverata di polvere perlescente, tanta tanta fantasia e voilà, potrete diventare dei veri artisti... C on la tecnica del découpage si possono creare fantastici oggetti, perciò non gettate mai nulla, perché tutto potrebbe servirvi ed essere riciclato: un banale vaso di terracotta può arredare un angolo della casa, un vecchio piatto può diventare un simpatico vassoio, vecchie scatole possono tramutarsi in graziosi cofanetti da regalare alla mamma, in occasione della sua festa, persino dei cd difettosi possono essere riciclati e trasformati in decori natalizi o favolosi quadretti. Insomma, basta un po’ di fantasia, tanta buona volontà, un pizzico di precisione e creatività quanto basta, per scoprire l’artista che è in voi. A scuola, durante il laboratorio di attività manualicreative, abbiamo appreso la tecnica del découpage, che troviamo molto rilassante e divertente. CURIOSITA’- Il découpage ha origini antiche, ma è diventato famoso in tutta Europa, grazie a Maria Antonietta, regina di Francia, Il termine “découpage” infatti deriva dal francese “découper” che significa ritagliare. La tecnica consiste nel ritagliare una o più figure di carta e di incollarle su un oggetto da decora- Alcuni dei lavori realizzati dagli alunni della scuola secondaria di Pesco Sannita nel laboratorio di découpage re. Buon découpage a tutti! Gli alunni del laboratorio di découpage Nel prossimo numero vi spiegheremo tutte le fasi per realizzare un oggetto. CERAMICA E CARTAPESTA Le alunne della scuola media di Pesco Sannita esprimono tutta la loro fantasia artistica nel laboratorio del prof. Salvatore Iannella P icasso, Michelangelo, Leonardo, Raffaello, Van Ghogh, Giotto e poi... noi ragazze della 2° A insieme al prof. Salvatore Iannella. Prendendo ad esempio questi grandi artisti, abbiamo creato opere belle, vivaci e interessanti. Per realizzarle, il prof. ci ha dato tanti suggerimenti e consigli, proprio come Verrocchio faceva con Leonardo Da Vinci. Seguendo alla lettera le sue istruzioni, abbiamo imparato la tecnica della cartapesta e creato vari oggetti, ad esempio le maschere. Abbiamo disegnato paesaggi e motivi floreali su tegole o su pannelli. Per la cartapesta vi è un lungo processo di preparazione, ma come prima cosa abbiamo ridotto in pezzetti la carta di giornale, contribuendo così anche al riciclaggio, per poi impastarla insieme a colla e acqua e ottenere un materiale leggero ma molto resistente e nel giro di due settimane compatto. Per le maschere ci siamo ispirati a modelli di tipo etnico e moderno. Abbiamo intrapreso la lavorazione di disegni sulle tegole, utilizzando tempere e creando sfumature tendenti al bianco per dare luce. Oltre a questi fantastici lavori, abbiamo dipinto tele con disegni astratti, dai colori vivaci e allegri, sui toni del rosso, giallo e arancione. E’ in fase di realizzazione una composizione di cartoni che, posizionati in un modo specifico, daranno vita alla sagoma di un violino che verrà colorato con tinte tenui come l'azzurro, il bianco e il verde. Altri lavori dovrebbero essere creati con l' argilla che noi aspettiamo ancora di ricevere dalla scuola. Tutte queste “opere d’arte” verranno esposte in una mostra a fine anno scolastico dove è un peccato mancare. Non perdete i lavori delle artiste del futuro! Maria Girardi Francesca L' Altrelli Carmen De Simio ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA” PAGINA 9 ADOLESCENZA UN’ETA’ DA SBALLO I giovani di oggi hanno tutto, ma non è abbastanza. Sono alla continua ricerca di forti e tragiche emozioni • di Concetta D’Apollonio, Maria Grazia D’Apollonio, Elisa De Tata, Elena Iadanza C Simona Avella RAGAZZI, MA COME PARLATE? Con le nuove tecnologie il linguaggio giovanile assomiglia ad un codice segreto, tutto da scoprire e capire • di Giovanni Marrone, Federico Mirra, Francesco Vetere usano su internet però si differenziano un po’ perché non sono lettere o simboli che esprimono pensieri, ma sono lettere o simboli che rappresentano emozioni. Piccoli esempi sono riportati qui sotto: I l linguaggio dei giovani sta cambiando con le nuove generazioni. Prendiamo per esempio il modo di parlare, le frasi e il modo di gesticolare nei discorsi. A volte si capiscono solo loro. Negli sms poi i giovani d’oggi si sbizzarriscono con simboli e parole abbreviate come ad esempio “cmq” (comunque). Ovviamente questo tipo di linguaggi viene usato anche in internet nelle Chat. Nel mondo delle chat, dato che la comunicazione si svolge soprattutto attraverso la parola scritta, si ha la necessità di abbreviare e sintetizzare i messaggi, senza che delle parole o intere frasi vengano fraintese o addirittura non capite. Nel paesi di lingua anglosassone il linguaggio delle chat, ricchissimo di abbreviazioni, frasi e parole tipiche, è diventato quasi una nuova lingua, a volte incomprensibile per chi non è abituato a utilizzarlo. I T.L.A (Three Letter Acronym), abbreviazioni (di tre o più lettere) di frasi o parole, permettono una digitazione più veloce e riducono i tempi di attesa nelle chat. Qui di seguito elenchiamo delle frasi che si dicono solitamente con gli sms: SS$ = Sono senza soldi GiàVi1Vo = Già visti una volta? Vbla = Vuoi parlare? X-( = Sei pazzo IP = Bleah Questi sono solo alcuni esempi di come i giovani parlano attraverso gli sms, poiché ce ne sono migliaia. Quelle che si XD = si mette quando qualcosa fa ridere lol = ha un significato simile a xD asd = si mette per confermare una cosa, sostituisce il classico sisi Gli “smyles” o “faccine” o “emoticons” sono invece piccoli disegni ottenuti digitando soprattutto segni di interpunzione ( ad esempio -_- oppure ^^), parentesi, asterischi o segni matematici che in genere rappresentano un volto (disposto per lo più in senso orizzontale) al quale si cerca di conferire un’espressione particolare che possa comunicare all’interlocutore le nostre emozioni o chiarire il senso di frasi o parole. Gli smyles sono molto usati e di facile comprensione, infatti chi di noi non conosce ormai il famoso :-) ? Appartengono al linguaggio internazionale delle chat e sono ormai indispensabili per questo genere di comunicazioni. Emoticon deriva da una crasi, cioè da una fusione tra le parole “emotion” e “icon”, le prime emoticon sono state inventate nel 1981 da Scott Fahlam, ricercatore di informatica presso l’università di Pittsburgh. Se ci si fa caso il linguaggio è ancora in formazione e forse potrebbe trasformarsi in una nuova lingua un giorno. Farlo proprio o rifiutarlo è una questione di scelte, ma il futuro è lì, e quindi partecipare ci può aiutare a comprenderlo meglio e renderlo anche “nostro” attraverso il contributo individuale di ognuno. rescere, come abbiamo più volte detto è difficile e alcuni adolescenti, forse perché si ritengono incapaci di superare le difficoltà che incontrano, talvolta decidono di “gettare la spugna”, di arrendersi o meglio di buttare via la vita. Alcuni lo fanno in modo immediato, violento, altri invece gradualmente e assumono sostanze ( droghe, alcol, allucinogeni, ad esempio) alla ricerca dello “sballo”. Lo sballo è quel qualcosa che fa uscire dallo stato ordinario e le droghe, l’alcool e mille altri espedienti aiutano a procurarsi quel momento di euforia, ma lo scotto da pagare è troppo alto: perdere la vita il sabato sera, dopo una nottata in discoteca a “sballarsi”. L’alcol, sebbene sia una droga legale, costituisce una sostanza altamente dannosa per la salute e la diffusione del suo consumo ha raggiunto livelli di guardia. Gli alcolisti in Italia sono oltre un milione e mezzo, molti dei quali giovanissimi. Oggi un ragazzo a 18 anni ha tutto dalla vita, soprattutto se vive in una famiglia benestante: automobile, cellulari, soldi in tasca, libertà sproporzionata rispetto all’età. Va allora alla ricerca di cose nuove, di nuove emozioni. A 20 anni si può aver già provato tutto e in una realtà come la nostra non resta molto da fare: sballo e trasgressione sembrano la soluzione a tutto. Ognuno fa ciò che vuole. Non solo non ci sono più i valori, ma non ci sono nemmeno più le regole. Se non ci sono motivazioni né obbli- ghi per rispettare le persone ed un comportamento civile nei confronti degli altri, perché farlo? Anche noi rispetto ai nostri genitori e nonni abbiamo molta più libertà, però la consideriamo una cosa scontata e nemmeno ci pensiamo. Il problema nasce quando non la si riesce a gestire, forse perché immaturi a controllare le insidie della vita e per uniformarci agli altri sembra ci si debba ubriacare, fumare a tutti i costi altrimenti non ci si diverte. Per alcuni lo sballo è la forma di ribellione verso il “sentirsi trattati da bambini” dai genitori. Il genitore per molti è visto come un limite, una persona che ti dice cosa “devi fare” e cosa “non devi fare”. Molti rispondono ai figli “ribelli” con regole più severe, ma forse sarebbe più utile trovare un punto d’incontro. I genitori dovrebbero mantenere un giusto equilibrio con i figli, ma questi dovrebbero imparare che il rispetto del padre e della madre è alla base dell’educazione. Che cos’è lo sballo allora? Lo sballo è il vuoto. È andare a cento all’ora a fari spenti, ingerire pa- Un’indagine sui bambini in rete CYBERBULLI A 7 ANNI, GRAZIE A CHAT E BLOG Già alle elementari usano internet per minacciare e impaurire • sticche, bere smodatamente o drogarsi virtualmente ascoltando musiche assordanti. Sono di moda le corse clandestine. Basta andare il sabato sera in posti conosciuti dove si scommette su corse clandestine. Giovani e adolescenti corrono con auto e moto truccate. A volte le gare sono organizzate con anticipo e diventano veri e propri raduni perché si sfidano i più bravi. Tipi che nel giro sono famosi, conosciuti da tutti perché hanno il motorino più veloce o perché sono i più spericolati. Sono centinaia le persone che assistono alle gare. Vince chi arriva per primo alla fine del rettilineo. Poi ci sono le sfide per chi resta di più impennato, gare di velocità con le gambe piegate sotto la sella, in pratica si guida lo scooter in ginocchio, alcuni guidano con il casco, altri senza; spesso anche con i fari spenti. L’obiettivo è quello di andare diritti senza cambiare la traiettoria per far spostare l’auto, ma è molto difficile. Quindi vince chi si scansa per ultimo. I carabinieri intervengono, ma loro non hanno paura di essere fermati. Si sentono sicuri perché alcune compagnie li avvisano e allora tutti spengono il motorino e lo parcheggiano nel piazzale oppure si scappa nelle stradine di campagna. Noi pensiamo che questi ragazzi che rischiano la vita, perché poi credono di essere grandi, non sono altro che degli illusi. C’è una poesia di Martin Luther King che dice esplicitamente che non bisogna essere a tutti i costi grandi, ma nel nostro piccolo dimostrare di essere grandi. Nuovi software, nuovi danni di Giovanni Marrone, Valerio Meola, Federico Mirra, Francesco Vetere A sette anni chattano in rete con amici e sconosciuti. 33 bambini delle elementari su 100 già frequentano facebook, le communities e i blog. Usano il web per giochi di ruolo, per minacciare coetanei, come dei veri cyberbulli, pronti a insultare, impaurire, escludere usando la rete. Amicizie e incontri, violenze e soprusi corrono oramai sul web oltre che in strada. Scontri e dissidi decisi con un semplice “clic” e passa la paura del confronto. Perché a volte è più facile dichiararsi, deridere, accusare a chilometri di distanza, nascosti davanti ad un video, che affrontare il “rivale” in carne ed ossa. A raccontare i bambini è un’indagine di Eurispes e di Telefono Azzurro che è stata presentata martedì 10/02/09 in occasione del Safer Day, la giornata per la sicurezza di Internet, quest’ anno dedicata ai social net-work. Dati che illustrano il mondo vissuto dai ragazzini dai 7 anni in poi su Internet con l’aiuto di esperti tra i quali Google, Microsoft, Facebook, Ebay. Nel dettaglio i numeri spiegano che, se nel 2005 vi era solo il 13% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni che comunicavano tramite chat, ora è il 33% di quelli che a casa hanno un computer che parlano con gli amici via rete. Il 24% partecipa a giochi di ruolo sul web, il 56% fa videogiochi, il 49% scarica musica, film, video, il 22% legge dei blog, il 45% cerca nei vari siti materiale utile allo studio e il 78% guarda abitualmente siti di informazione. Non solo vita di relazione virtuale trascorsa sullo schermo tra emoticon e fotografie, ma anche piccole e grandi vedette, gelosie, ripicche e minacce si consumano tramite il computer per gli adolescenti tra i 12 e i 19 anni. Il 13,1% infatti ammette di aver diffuso su internet false informazioni su coetanei, mentre è l’11% ha molestato, infastidito, minacciato altri adolescenti usando il web. E tornano alla memorie le tante storie di questi mesi che raccontano di ragazzine ricattate da ex fidanzati pronti a mettere in rete alla portata di tutti, le loro foto ingenuamente private scattate col telefonino quando le amavano ancora. Il 5% racconta di aver diffuso messaggi, foto e video minacciosi e quasi l’11% ha utilizzato la rete per escludere volontariamente una persona dal gruppo. Il 7,7% ha detto di aver incrociato sul web dei molestatori troncando ogni rapporto, evitando di rispondere, 45% evitando quella chat (13%) o semplicemente invitando il molestatore a non dare più fastidio. Solo il 3% ne ha parlato con un adulto. ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA” O • di Simona Avella ggi sono molti i ragazzi che passano il tempo, molte volte intere giornate, davanti al computer. Questo ha fatto sì che ai bambini non servisse più l’uso della classica scrittura. Alcuni bambini “nascono” con un mouse in mano, sapendolo usare senza leggere le istruzioni. I ragazzi pensano che il computer sia uno strumento che serve per crescere e per imparare ad usare le nuove tecnologie quando si troveranno ad essere adulti. Per questo cercano di avere il software più avanzato o di possedere più applicazioni. L’eccessivo uso di questa tecnologia, però, secondo alcuni esperti, può abbassare i livelli di cultura e cancellare le conoscenze definitivamente. La tastiera ha sostituito l’uso della scrittura manuale che venendo esercitata raramente diventa indecifrabile e scorretta. Un semplice clic del mouse ha sostituito la capacità di cercare informazioni e dati, tanto che anche cercare un numero telefonico in un elenco tradizionale risulta difficile e complicato. Forse, uno degli aspetti positivi di questi mezzi è l’aver favorito, in un certo senso, la memoria con i loro pin e password. Questi codici sono diventati le “chiavi della nostra vita”. E guai a perderli! Sarebbe un disastro! I giovani pensano che l’azione di questi nuovi e avanzati mezzi di comunicazione sia completamente positiva, ma anche chattare su internet, il passatempo più frequente fra i ragazzi, può riservare brutte sorprese. Attenzione ai virus, a inviare foto, ad aprire siti non controllati… Quindi computer sì, ma non senza un minimo di prudenza e di equilibrio! PAGINA 10 ATTUALITA’ Un ignobile tentativo di cancellare la memoria dello sterminio nazista PER NON DIMENTICARE 27 GENNAIO, GIORNATA DELLA MEMORIA Gli alunni dell’I.C. assistono alla proiezione del film “Il bambino dal pigiama a righe” BASTA COL NEGAZIONISMO! Il vescovo lefebvriano Williamson sostiene che la Shoah non è mai esistita. • di Giuseppe Caruso e Antonio Fusco L a giornata della memoria fu istituita nel 2000 dal Parlamento italiano, scegliendo il giorno, il 27 gennaio del 1945, in cui furono abbattuti i cancelli dei campi di sterminio di Aushwitz – Birkenau. E’ un motivo per non dimenticare le vittime dell’odio nazista e ricordare quanto l’uomo sia stato crudele verso i suoi simili, affinché quello che è accaduto nel passato non debba più ripetersi. Molte sono le testimonianze di chi ha vissuto l’esperienza dei campi di concentramento. In modo particolare siamo stati colpiti dalla storia, raccontata dai nostri professori, di un sopravvissuto che ha avuto il coraggio di narrare, nei minimi particolari quella brutta e orribile avventura. Attualmente dentro di lui non vivono solo ricordi, ma è ancora presente la paura e il terrore di quello che è stato. Alberto, questo il nome del testimone, non ha ancora la forza, il coraggio di prendere i bambini in braccio perché pensa a quando i tedeschi facevano il tiro al bersaglio con i neonati. Anche noi, con la nostra scuola, abbiamo voluto partecipare alla giornata della memoria, e per provare a capire, certamente in piccola parte, cosa sia accaduto, siamo andati a vedere un film intitolato: “IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE”. E’ la storia di un’amicizia impossibile tra due bambini innocenti e Scene tratte dal film “Il inconsapevoli della bambino con il pigiama a cattiveria umana. Li divide una rete che righe” segna i limiti dei campi di concentramento. Il film si conclude in modo drammatico, perché il bambino che si trovava all’esterno del lager, ignaro del pericolo, per dimostrare la sua fedeltà e aiutare l’amico a ritrovare il padre, scava una buca e entra nel campo. Per un errore del destino viene chiuso nelle camere a gas e ucciso. Questo film ha suscitato in noi tristezza e compassione. Le scene erano particolarmente coinvolgenti; sembrava come se ci fossimo stati noi al loro posto. Anche le musiche, i rumori erano come reali e sono riusciti a trascinarci nella storia. Quello che ci ha amareggiato di più è stato renderci conto che la cattiveria dei soldati nazisti, come traspare da questo film, non volle risparmiare neanche i bambini. Silvia Sorrentino e Linda Russo CAMBIA L’ESAME DI TERZA MEDIA Lode e percentuali per la valutazione. • di Linda Russo e Silvia Sorrentino D a quest’anno, oltre ai voti, si useranno nella scuola secondaria di I grado percentuali per la valutazione degli esiti delle prove d’esame. Per essere ammessi a sostenere il cosiddetto esame di Stato occorreranno almeno 6/10 sia nel comportamento che in ciascuna disciplina di studio. La valutazione finale si esprimerà con un voto in decimi, a cui concorreranno le prove scritte d’istituto fino al 35%, la prova nazionale alla quale potrà essere attribuito fino al 15%, il colloquio pluridisciplinare cui si potrà assegnare fino al 25%. Un ulteriore 25% potrà essere assegnato dalla sottocommissione sulla base del voto finale di ammissione all’esame e degli elementi valutativi complessivi relativi all’alunno (es. partecipazione a laboratori, a progetti, percorso di studio nel triennio…). Durante l’ultimo anno, ma anche in quelli precedenti, ogni ragazzo, quindi, dovrà impegnarsi per ottenere buoni voti e ottenere così all’esame una percentuale in più. Su proposta della sottocommissione, con decisione assunta a maggioranza da parte dei docenti, in casi particolari potrà essere attribuita anche la lode. L’esito dell’esame sarà poi illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dallo studente. E’ assurdo pensare che la Shoah, lo sterminio di tanti ebrei e non solo, non abbia mai avuto luogo nella Storia. Eppure qualcuno ne è convinto e sostiene che “quello” che è accaduto ad Auschwitz, così come in altri campi è solo una “truffa”. Un noto vescovo lefebvriano Williamson, sostenitore del negazionismo, ha ultimamente ribadito che l’Olocausto è un mito, creato per favorire gli interessi degli ebrei nel mondo e giustificare la nascita e la difesa di Israele. E’ un’invenzione per screditare la Germania e il popolo tedesco. Le tesi negazioniste affermano che: • le camere a gas non servivano per uccidere gli ebrei, ma per sterminare pidocchi, di cui Auschwitz era infettata; • i nazisti non si preoccuparono di uccidere gli Ebrei, ma di rinchiuderli nei campi come prigionieri di guerra; Il vescovo lefebvriano R. Wil- • il numero degli Ebrei morti liamson che recentemente ha durante la seconda guerra monchiesto scusa per le sue frasi diale è di gran lunga inferiore a “imprudenti” sull’Olocausto DALLA PRIMA ELUANA, UNA VITA NON VITA … Suo padre ha lottato molto per far sì che le venisse staccata la spina, sostenendo e cercando di dimostrare che quella fosse l’effettiva volontà della ragazza, espressa quando era ancora in vita, dopo un incidente simile accaduto ad un suo amico. Il padre si è rivolto alla Magistratura per far sì che la volontà della figlia fosse rispettata e si mettesse termine a quella “vita, non vita”. E così è stato. La sera del 9 febbraio 2009 alle ore 20.10, alla clinica “La Quiete” di Udine, si è spenta per sempre la dolce Eluana Englaro. Tutti l’abbiamo sempre immaginata come nella foto, come una quanto si è sempre sostenuto. Secondo alcuni l’inesistenza delle camere a gas sarebbe provata dal fatto che non sono mai stati trovati residui di cianuri nei campi di concentramento. Secondo i negazionisti è inoltre impossibile credere che gli inservienti dei campi, anche se dotati di maschere, potessero entrare subito, come invece si racconta, nelle camere a gas dove giacevano fino a 1500 cadaveri, senza che venissero a loro volta uccisi dai “veleni letali”. Per quanto riguarda le immagini dei prigionieri scarnificati, le loro misere condizioni di salute sarebbero dovute all’abbandono, alla mancanza di cibo e di medicine per giorni e giorni in seguito allo sfaldamento del fronte tedesco. Ci auguriamo che nessuno dia ascolto a queste tesi assurde e offensive per l’umanità intera. Non capiamo come ancora si possa discutere su un fatto storico evidente, testimoniato da centinaia di protagonisti che hanno vissuto direttamente la crudeltà più atroce che mai l’uomo abbia messo in pratica. La Shoah sia per tutti monito contro l’oblio, contro la negazione o il riduzionismo. Il giorno della Memoria sia un insegnamento affinchè le persone riflettano su quanto male l’uomo sia stato capace di fare ai suoi simili e capiscano che assassinare la memoria di quanto è accaduto significa avere l’opportunità di completare lo sterminio. ragazza bellissima, sorridente, piena di vitalità. Ma Eluana non era più così da ben 17 anni. Lo ha confermato Marinella Chirico, la giornalista del TG regionale del Friuli Venezia Giulia, invitata dal professor Del Monte, il medico che ha accompagnato la ragazza nel suo ultimo viaggio, a entrare nella stanza dell’agonia, in modo da testimoniare successivamente la vera e straziante condizione di un giovane corpo provato da un’immobilità, da un’insensibilità e da un’assenza di coscienza durata tanti anni. Di quel sorriso, di quell’energia esistenziale, di quella voglia di vivere e di comunicare col mondo non era rimasto nulla. C’era solo un corpo ormai spento, sfinito, “un fantoccio di gomma” adagiato in un letto d’ospedale. La giornalista ha dichiarato, infatti, che la povera ragazza era ormai irriconoscibile, era come una donna “uccisa” da anni di immobilità. Ha raccontato che gli occhi erano uno spasmo e la bava le scendeva dalla bocca. Ogni due ore la giravano ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA” per evitare le piaghe da decubito, ma per le orecchie non si poteva far nulla. Aveva le orecchie deformate perché l’una o l’altra dovevano poggiare sul cuscino. Dopo un primo momento di sconcerto e dopo aver visto i medici che parlavano alla ragazza, la cronista ha trovato il coraggio di baciarla sulla fronte. Il caso Englaro ha diviso l’opinione pubblica: da una parte le persone che volevano la morte di Eluana, dall’altra quelli che volevano che la ragazza continuasse a vivere. Per noi è molto difficile prendere una posizione precisa, ma comprendiamo il dramma di questa famiglia, tormentata da una sofferenza indicibile per una figlia che avrebbe dovuto avere le stesse opportunità di vita delle sue coetanee. Confidiamo, comunque, in una legge che possa regolamentare queste situazioni estreme, affinché non ci siano equivoci e ognuno possa disporre della propria vita ed eventualmente anche della propria morte. PAGINA 11 VIVE LA FRANCE! POUR BAVARDER... SOLIDARIETA’ LA GIORNATA DELLA MEMORIA L’ANGOLO DELLA POESIA DON BOSCO, UN VRAI AMI Oh père toi qui as aidé les jeunes à ne pas désespérer Oh père toi qui as aidé les malades à ne perdre pas l’espoir toi qui as donné la main toi qui as souhaité le bien donne l’amour à tous ceux qui nous aiment et à tous ceux qui n’aiment pas la vie ! Scuola Secondaria di I grado di Pesco Sannita Poème Mariarita Procino LA COLOMBE JOYEUSES PÂQUES Messagère de l’avril Colombe,colombe Les hommes sont en péril Apporte la paix au monde.Francis Yard Concetta D’Apollonio Pâques c’est la grande fête de la renaissance à la vie et de la victoire de celle-ci sur la mort. Quand les fêtes de Pâques arrivent, l’hiver est bien terminé. Les fêtes de Pâques sont toujours célébrées le dimanche après la première lune et après le début du printemps. Le dimanche des rameaux est célébré une semaine avant Pâques. La coutume d’offrir des œufs au début du printemps remonte à l’antiquité; l’œufs, symbole de la vie et du renouveau, est l’ image d’une vie nouvelle, il est donc devenu un symbole pour exprimer le renouveau inauguré par la Résurrection. Elena Iadanza Giovanna Capozza—Elena Iadanza Les cloches de Pâques J’ avais 18 ans quand ils m’ont déportée à Auschiwtz. Il ne faudra jamais oublier ce qui s’est passé pendant la Seconde Guerre Mondiale. Jamais oublier l’Holocauste l’ extermination, pour les nazis de six milions de personnes, juifs, resistants, gitans et homosexuels. Les survivants peuvent encore temoigner. Ils sont de moins en moins nombreux. Charlotte est de ceux-là. Née à Paris de parents juifs originaires de Pologne elle a vu disparaître une bonne partie de sa famille dans le camp de la mort. Elle-même a été arrétée le 21 juillet 1944 puis déportée à Auschiwtz en Pologne. Elle avait 18 ans. Dépuis des années elle se rend dans le colléges et les lycées pour raconter ce qu’elle a vécu. La classe terza di Pesco Sannita Charte Ruban vert pour la respect Les cloches ne sonnent pas du Vendredi Sain au. Dimanche de Pâques .Selon la légende, les cloches vont à Rome pour être bénies;à leur retour elles laissent tomber des œufs en chocolat que les enfants sages doivent trouver dans leurs jardins ou sur leurs balcons. Mariarita Procino e Johann Fregin 1 2 3 4 6 7 8 Charlotte Schapira LA VIOLENCE Mots croisés 5 IL RITRATTO IL RITRATTO 9 Complète la grille des mots croisés. Horizontal 2. La fête nationale en France c’est le 14 …..... 4. L’ ancienne monnaie français 5. Grande ville et port dans le sud de la France. 8. L’……….. de Triomphe. 9. Les 24 heures du ……… Article 1 Ces relation filles – garçons Les filles et les garçon doivent se respecter. Ils peuvent partager leurs goûts apprendre à se connaître sans abuser les uns des autres. Article 2 La prévention de toutes les formes de racisme Chaque religion, chaque culture, chaque couleur nérite le respect. Au delà des apparences, tous les élevès sont égaux et ont un même cœur. Article 3 La devoir de parole. L’indifférence est complice de la violence. Les témoins, les victime d’actes violents doivent parler pour briser la loi du silence. Article 4 Le droit à la parole Tous les jeunes sont libres de s’exprimer sans crainte. Ils doivent le faire sans cri ni vulgarité dans le respect de la parole de l’autre. Article 5 Le respect mutuel entre adultes et adolescents Chaque adolescent doit respecter les adultes et l’autorité des enseignants. De même, les adultes doivent respect et considération aux élèves. Article 6 les relation (4 – 3/6-5) ème Les grands ne doivent pas abuser de la faiblesse des petits. Ils doivent les accueillir et leur montrer le bon exemple. Article 7 Contre la violence La bagarre ne résout pas les problèmes. Aucune violence physique, aucune arme dangereuse n’a sa place au collège. Article 8 Ceux qui travaillent Non à ceux qui perturbent les cours. C’est une chance de pouvoir étudier, tout le monde doit pouvoir le faire dans le calme. Article 9 Les élevés en difficulté Les élevés en difficulté ne doivent pas être mis à l’écart. Il est du devoirs de tous de les aider, de les soutenir et de les motiver. Article 10 Le langage Le langage entre jeunes ne doit comporter ni vulgarité, ni insulte. Chacun peut réapprendre à parler à l’autre avec gentillesse et politesse. Giuseppe Caruso, Antonio Fusco, Laura Sorrentino Vertical 1. …………. d’Arc est une héroïne française. 2. Le français Pierre de Coubertin a crée les ……….Olympiques modernes. 3. Général et empereur française. 4. Le Tour de…………est une course cycliste. 6. Le fleuve qui traverse Paris. 7. Pays francophone de l’Amérique du Nord. ISTITUTO COMPRENSIVO “S. PIO DA PIETRELCINA” L’ISTITUTO COMPRENSIVO NELL’AMBITO DEL PIANO PER L’ANNO SCOLASTICO STA REALIZZANDO... Istituto Comprensivo di PIETRELCINA “S. PIO DA PIETRELCINA” INTEGRATO DI ISTITUTO 2008/09 Ministero della Pubblica Istruzione Direzione Generale Affari internazionali Ufficio V - Roma Fondi Strutturali Europei 2007/2013 - Programmi Operativi Nazionali “Competenze per lo sviluppo” annualità 2008/2009 Centro Territoriale Permanente per l’educazione degli adulti Obiettivo G1 - Migliorare i sistemi di apprendimento durante tutto l’arco della vita. Interventi finalizzati al recupero dell’istruzione di base per giovani e adulti Istituto Comprensivo B1 Interventi per la promozione delle competenze chiave matematica Dalla difficoltà all’eccellenza Cultura biologica dell’olivo (Agronomia) Al passo con i tempi (Informatica di base) Viva la Spagna (Lingua spagnola 1° livello) Leggere ascoltare comprendere (Lingua italiana) Alimentazione e salute Patente ecdl (Informatica livello avanzato) Hola! (Lingua spagnola 2° livello) B4 Interventi di formazione sulla metodologia per la didattica individualizzata Teatrando si impara B9 Sviluppo di competenze sulla gestione amministrativo - contabile L’ufficio di segreteria C1 Migliorare i livelli di conoscenza e di competenza dei giovani Bit (Informatica di base) Europa Europa (approfondimento di Lingua Inglese) D1 Interventi formativi sulle nuove tecnologie della comunicazione Un computer per amico (informatica di base) Alla lavagna!! (utilizzo della lavagna interattiva) Per ulteriori informazioni rivolgersi alla segreteria dell’istituto o visitare il sito www.istitutocomprensivopietrelcina.it