S. ANNA HOSPITAL
Catanzaro
Indagine sui pazienti (2001-2010)
T
ISPO Ricerche s.r.l. I Viale di Porta Vercellina 8 I 20123 Milano
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Sede Legale e Amministrativa: Viale di Porta Vercellina 8 I 20123 Milano
Al S. Anna Hospital la relazione con i pazienti non si esaurisce al momento della
dimissione. A partire dal 2006, infatti, il S. Anna Hospital ha avviato e messo a punto un
modello di rilevazione della soddisfazione dei pazienti operati per patologie cardiovascolari
rispetto alle cure ricevute. La rilevazione, inoltre, vuole monitorare anche il percorso di terapia
successivo al ricovero e il progressivo ritorno alle attività quotidiane, proprio nell’ottica di
valorizzare una relazione, quella fra medico e paziente, che dovrebbe continuare ben al di
là del periodo di degenza in ospedale.
Il monitoraggio, condotto attraverso un questionario inviato per posta ai pazienti dopo la
dimissione, è giunto ora alla terza edizione. La prima indagine, condotta nel 2006, ha
permesso di ricostruire lo “storico” dell’attività svolta dall’ospedale e delle condizioni dei
pazienti trattati a partire dal 2001. La seconda rilevazione ha riguardato l’intervallo di tempo
fra il secondo semestre del 2006 e il primo semestre 2008 e la terza va dal secondo semestre
2008 e i primi sei mesi del 2010.
La partecipazione dei pazienti al monitoraggio è stata notevole: in totale sono circa
8.000 le persone che hanno risposto al questionario, pari a circa un terzo dei pazienti
ricoverati, una considerevole mole di dati ricchi di spunti di riflessione. Vediamone alcuni.
Come si evince dalla tabella 1, negli anni si è registrata una crescita dei pazienti provenienti da
Reggio Calabria (+ 4 p.p.), mentre risultano in calo quelli che provengono da Catanzaro (- 10
p.p.). Il maggior numero di pazienti giunge al S. Anna Hospital dalla provincia di Cosenza.
Tabella 1 – La distribuzione territoriale delle risposte
I rilevazione
(anno 2001 –
I sem. 2006)
II rilevazione
(II sem. 2006 –
I sem. 2008)
freq.
%
freq.
%
freq.
%
Cosenza
1.067
26,4
712
34,4
621
32,9
Catanzaro
1.247
30,8
449
21,7
387
20,5
Crotone
562
13,9
235
11,4
270
14,3
Reggio Calabria
859
21,2
477
23,1
470
24,9
Vibo Valentia
314
7,8
194
9,4
141
7,5
4.049
100
2.067
100
1.889
100
Base casi (v.a.)
III rilevazione
(II sem. 2008 –
I sem. 2010)
Negli anni si registra un aumento di 5 punti percentuali delle pazienti di sesso femminile; gli
uomini rimangono tuttavia nettamente maggioritari, rappresentando circa il 70% dei
pazienti. Sono inoltre in crescita, anche se rimangono decisamente minoritari (5% circa del
totale), i pazienti con meno di 45 anni; in crescita anche gli over 74enni (+ 7 p.p.). La fascia
d’età in cui si concentra il maggior numero di pazienti è quella che va dai 65 ai 74
anni.
La tabella 2 mette in luce il deciso aumento dei trattamenti per patologie aritmologiche
(+19 p.p.); sono invece in calo i by-pass cardiaci, la cui incidenza è dimezzata nell’arco di
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tempo considerato. Gli interventi più frequenti, benché in calo, rimangono tuttavia
quelli di emodinamica.
Tabella 2 – Il tipo di patologia
I rilevazione
(anno 2001 –
I sem. 2006)
II rilevazione
(II sem. 2006 –
I sem. 2008)
freq.
%
freq.
%
freq.
%
AR – Aritmologia
105
2,6
386
18,7
410
21,7
BAC - By-pass cardiaco
844
20,8
297
14,4
192
10,2
2.095
51,7
841
40,7
817
43,3
522
12,9
327
15,8
276
14,6
483
12,0
216
10,4
194
10,3
4.049
100
2.067
100
1.889
100
EMO - Cardiologica
Interventistica
SV - Sostituzione valvole
cardiache
VAO/VP - Chirurgia
dell'aorta
Base casi (v.a.)
III rilevazione
(II sem. 2008 –
I sem. 2010)
Dopo questa panoramica generale, concentriamoci ora sulla terza rilevazione, quella più
recente.
1. Come stanno i pazienti oggi?
Il 57% degli intervistati giudica buono il proprio stato di salute attuale mentre il 39% lo
considera discreto. Solo 2 persone su 100 lo giudicano negativamente, cui va purtroppo
aggiunta una quota analoga di pazienti che risulta deceduta al momento della rilevazione. La
valutazione positiva del proprio stato di salute attuale è in costante crescita: nella
prima rilevazione lo giudicava buono il 47% degli intervistati, nella seconda rilevazione il 53%:
una crescita di ben 10 punti percentuali.
Lo stato di salute attuale appare strettamente collegato con lo stato di salute alla dimissione:
come mostra la figura 1, chi giudicava il proprio stato di salute positivo alla dimissione lo
ritiene più spesso buono anche oggi, e viceversa. Anche rispetto alle condizioni alla
dimissione si rileva un deciso miglioramento nel tempo: dalla prima rilevazione ad oggi
la quota di chi le giudica buone è cresciuta di 9 punti percentuali, passando dal 37% al 46%
degli intervistati.
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Figura 1 – Lo stato di salute attuale rispetto allo stato alla dimissione
I controlli dopo l’intervento giocano un ruolo fondamentale nel percorso di
guarigione e i dati raccolti lo dimostrano: dichiara di sentirsi meglio chi ha effettuato un
maggior numero di controlli dopo essere stato dimesso. Chi dichiara che attualmente le proprie
condizioni sono buone ha fatto in media 2,2 controlli (figura 2).
Va tuttavia registrata una flessione nell’abitudine ad effettuare controlli medici: dopo
una crescita del 5% circa fra la prima e la seconda rilevazione, la quota di chi dichiara di aver
effettuato controlli nella terza rilevazione ritorna ai livelli del 2006 e cioè pari all’84% degli
intervistati. Fra gli esami effettuati, risulta in calo l’elettrocardiogramma (- 8 p.p.) – che pure
resta l’esame più diffuso - e la prova da sforzo (-5 p.p.); cresce invece l’holter (+6 p.p.).
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Figura 2 – Lo stato di salute attuale rispetto allo stato alla dimissione
2. Quanto tempo serve per tornare alle normali attività?
Com’è ovvio il tempo che intercorre fra la dimissione dall’ospedale e la ripresa delle normali
attività dipende molto dal tipo di intervento effettuato. Il tipo di intervento con il tempo
di ripresa più lungo è la sostituzione delle valvole cardiache (125 giorni in media): 6 intervistati
su 10 dichiarano che la ripresa della normale attività è avvenuta dopo più di 3 mesi.
Non si riscontrano variazioni di rilievo nei tempi per la ripresa della normale attività dopo gli
interventi nel corso delle tre rilevazioni.
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Figura 3 –Il tempo di ripresa della normale attività rispetto al tipo di intervento
3. Quanto conta la tempestività di intervento?
E’ importante lasciare passare meno tempo possibile dai primi sintomi di una patologia
cardiaca e il ricovero: più breve è il tempo intercorrente, infatti, migliore è la
percezione dello stato di salute. In cifre: il 62% di chi ha lasciato passare meno di un mese
fra i primi sintomi e il ricovero giudica buono il proprio stato di salute attuale, mentre dà un
giudizio analogo solo il 52% di chi ha aspettato sei mesi o più per farsi ricoverare. Una
differenza - 10 punti percentuali - che pesa molto.
Va comunque notato che gli interventi tempestivi sono in crescita. In altre parole,
aumenta la quota di coloro che lasciano trascorrere meno di un mese fra i primi sintomi e il
ricovero: dal 37% della prima rilevazione si è passati al 40,5% della terza.
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Figura 4 – Lo stato di salute attuale rispetto alla tempestività di intervento
4. Come ci si prende cura della propria salute? Una tipologia dei pazienti del S. Anna
Hospital.
Mettendo in relazione i due indicatori di attenzione alla propria salute rilevati, ossia la
tempestività di intervento e il numero di controlli medici effettuati dopo la dimissione, è
stato possibile individuare quattro profili di pazienti:
a) Gli attenti (24%). Sono coloro che mostrano maggiore attenzione per la propria salute:
infatti, hanno aspettato meno di 1 mese fra i primi sintomi e il ricovero e hanno
effettuato 2 o più controlli dopo l’intervento.
b) I convertiti (35%). All’inizio hanno tergiversato, aspettando più di un mese fra i primi
sintomi e il ricovero, ma poi sembrano avere assunto un atteggiamento più attento e
dopo l’intervento hanno effettuato 2 o più controlli.
c) I disinteressati (25%). Non si prendono molta cura di sé stessi: infatti hanno
aspettato più di 1 mese fra i primi sintomi e il ricovero e non hanno effettuato controlli
(o 1 al massimo) dopo l’intervento.
d) Gli sfiduciati (16%). Avevano agito tempestivamente, lasciando passare meno di 1
mese fra i primi sintomi e il ricovero, però dopo l’intervento non hanno effettuato
controlli (o al massimo 1), quasi avessero perso fiducia nell’importanza delle cure.
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5. Concludendo…
L’attività di rilevazione intrapresa dal S. Anna Hospital costituisce un valido esempio di ascolto
delle esperienze dei pazienti e di monitoraggio dell’efficacia dei servizi sanitari offerti.
Uno strumento utile anche per promuovere campagne di comunicazione sulla salute ai propri
pazienti e ai cittadini più in generale.
Ad esempio è un dato confortante che la maggioranza dei pazienti ossia 6 su 10 rientri nelle
tipologie dei pazienti “attenti” o “convertiti” ossia persone che prestano molta attenzione ai
controlli nel corso del tempo. Abbiamo, a tale proposito, visto come i controlli sembrino
correlati in modo positivo anche ad un buono stato di salute.
Lo strumento presenta già un ottimo livello di definizione certamente, così come è formulato,
risulta molto utile. Mi sento quindi di consigliare, anche se è un’intenzione già radicata nella
direzione dell’Ospedale, di
dare continuità alle rilevazioni nel tempo. Rispetto alla mia
personale esperienza potrebbe essere utile integrare l’ascolto dei pazienti, con indagini mirate
anche ai professionisti della salute come medici e operatori sanitari. Quest’ultime figure ad
esempio sono testimoni preziosi dei processi di cura, spesso costituiscono il principale canale
di comunicazione tra utenti e “ospedale” ma sono anche tra le voci meno ascoltate. E’ solo
uno spunto in più, perché l’indagine in corso è già un esempio innovativo di auto-riflessività
dell’ospedale e di attenzione ai propri pazienti che altre strutture potrebbero prendere a
modello!
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