COMUNICATO STAMPA
CELLULE STAMINALI: SECONDO STUDIO ISPO RICERCHE PER ASSOBIOTEC, UN
ITALIANO SU DUE NON SA COSA SONO
PRESENTATO A ROMA SONDAGGIO ISPO PER ASSOBIOTEC “CELLULE STAMINALI:
COSA NE SANNO GLI ITALIANI?”. LA METÀ DEGLI ITALIANI (20-44ENNI) DICHIARA DI NON
ESSERE INFORMATA SULLA POSSIBILITÀ DI UTILIZZARE IL SANGUE CORDONALE.
PALMISANO, VICE PRESIDENTE ASSOBIOTEC: CHIEDIAMO UN TAVOLO TECNICO
PUBBLICO-PRIVATO PER ALFABETIZZARE SULLA RILEVANZA DELLE STAMINALI
Roma, 14 novembre 2013 – Gli italiani non sono informati sulla possibilità di conservare il sangue
cordonale: il 48% afferma di non sapere esattamente di cosa si tratti e un altro 29% di averne
sentito parlare, ma di non essere al corrente della distinzione tra donazione e conservazione.
Inoltre, gli italiani confondono le cellule cordonali con quelle embrionali: l’82% ritiene infatti che
“quando si sente parlare di cellule embrionali, si intendono proprio quelle del cordone ombelicale”
e l’81% che “i problemi di natura etica di cui si sente parlare si riferiscono alle cellule staminali del
sangue del cordone ombelicale”.
È questa in breve la fotografia della conoscenza delle cellule staminali da parte degli italiani
scattata da un sondaggio realizzato su un campione rappresentativo di 600 individui dell’universo
dei 20-44enni italiani (la fascia d’età che dovrebbe essere più esposta alle informazioni relative al
sangue cordonale, in quanto in età da figli piccoli) da ISPO Ricerche per Assobiotec,
l’Associazione per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica.
“Dallo studio emerge – sostiene il prof. Renato Mannheimer, coordinatore dell’indagine – prima
ancora che una scarsa conoscenza della possibilità di utilizzare il sangue cordonale, una totale
assenza di consapevolezza circa le cellule staminali da parte degli italiani. Gli intervistati mostrano
di possedere poche e confuse informazioni a riguardo; le risposte relativamente a caratteristiche
ed utilizzo delle staminali sono fornite il più delle volte in modo orientativo (credo di sì/di no) e,
spesso, risultano errate”.
“Gli italiani 20-44enni – aggiunge Mannheimer – non conoscono la distinzione tra cellule staminali
neonatali ed embrionali. Le informazioni possedute, quindi, non permettono loro di distinguere con
chiarezza tra le diverse fonti di cellule staminali, lasciando intendere che anche i risvolti di tipo
etico, spesso protagonisti del dibattito pubblico, difficilmente possono essere correttamente
compresi.
“Il sondaggio realizzato da ISPO – dichiara il vice presidente di Assobiotec, Riccardo Palmisano –
ci consegna uno spaccato di paese bisognoso, ma anche desideroso, di maggiore conoscenza su
un tema tanto importante e delicato come quello delle cellule staminali”.
“C’è assoluta necessità – afferma Palmisano – di una maggiore cultura scientifica relativa alle
staminali e alle biotecnologie, e alle molteplici possibilità che esse aprono per la tutela della salute
e l’evoluzione sociale. Non è un caso che oggi in Italia il 97% dei cordoni ombelicali venga gettato,
trattato come rifiuto biologico. Per questo l’industria rappresentata da Assobiotec è pronta a fare la
propria parte. Ma serve soprattutto un chiaro e preciso impegno da parte delle Istituzioni
pubbliche”
“Chiediamo quindi con forza – conclude il vice presidente di Assobiotec – un Tavolo tecnico, a cui
siedano «pubblico» e «privato», che produca un documento condiviso con poche e corrette
informazioni per rendere consapevole e alfabetizzare la popolazione alle staminali, alla loro
rilevanza e al loro utilizzo. L’Italia non può rimanere anche in questo campo il fanalino di coda
dell’innovazione in Europa”
Per informazioni:
ASSOBIOTEC
Relazioni Media
Mario Bonaccorso
Tel. 0234565336
[email protected]
www.assobiotec.it
Claudia Brunelli
ISPO RICERCHE srl
Viale Porta Vercellina, 8
20123 Milano
tel. 02.48004104
[email protected]
ASSOBIOTEC
Assobiotec è l'Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di
Federchimica. Rappresenta oltre 140 soci, che sono imprese e parchi tecnologici e scientifici che
operano in Italia nei diversi campi di applicazione delle biotecnologie.
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