EVENTI Nobel a Venezia La seconda edizione del “Third Millenium Colloquia”, con otto premi Nobel che hanno discusso temi di macroeconomia, si è svolta il 2 e 3 dicembre scorso nella splendida cornice della Fondazione Cini a San Giorgio Maggiore. Temi trattati: crisi dei mercati, scandali aziendali Usa, torpore europeo, immobilismo italiano Renato Caruti, Robert Merton, James Mirrlees, Robert Mundell, Amartya Sen ormai diventato un appuntamento fisso, quello della città lagunare con i premi Nobel, che si consuma subito prima dell’annuale consegna dei prestigiosi riconoscimenti a Stoccolma. L’idea di riunire alcune grandi menti a discutere dei grandi temi di attualità che riguardano l’intero pianeta, anche quest’anno ha riunito otto Nobel dell’economia: Franco Modigliani, Robert Fogel, James Heckman, Lawrence Klein, Robert Merton, James Mirrlees, Robert Mundell, Reinhard Selten, a cui si sono aggiunti personalità dell’economia e della politica a livello internazionale fra cui Corrado Passera, Amministratore Delegato di Banca Intesa, Marco Tronchetti Provera, Presidente di Telecom Italia, Mario Baldassarri, viceministro dell’Economia, Robert Wescott, Fred Bergsten (dei dicasteri economici statunitensi), che hanno discusso dell’allargamento dell’UE ad Est, della moneta unica, della Costituente europea, del Welfare, dei mercati. È Come sempre, i colloqui, organizzati da Promostudio, sono stati promossi da Iseo, Istituto di Studi Economici e per l’Occupazione e si sono avvalsi delle attrezzature all’avanguardia messe a disposizione da Endar. ■ Crisi delle Borse. Siamo alla svolta? Crisi delle Borse alla svolta? Molti se lo augurerebbero, sperando che i parziali recuperi verificatisi non siano solo fuochi di paglia. Robert Mundell, docente alla Columbia University, azzarda caute previsioni a medio termine: «...Vivremo fluttuazioni continue, nel 2003 torneremo in carreggiata e non toccheremo più i minimi raggiunti, ma è difficile immaginare che Nasdaq e Dow Jones rivedano i massimi di due anni fa, e lo stesso dicasi per il boom dell’hi tech, anche se ciò non significa la morte della New Economy». Concorda con lui Passera che non vede ancora la fine della crisi, an- www.mastermeeting.it Febbraio 2003 25 EVENTI Macroeconomia: “Italia dei miracoli” ma con qualche problema Salari minimi troppo elevati, troppa pressione fiscale (40% contro il 12% Usa), eccessivi sussidi – leggi cassa integrazione – che incoraggiano a non lavorare sono tra i problemi più gravi dell’Italia secondo i Nobel riuniti a Venezia. Ma non solo: poca flessibilità, troppe regolamentazioni, peso eccessivo del Welfare, soffocano lo spirito imprenditoriale e la formidabile creatività italiana e provocano una scarsa concorrenzialità. Anche i sindacati hanno le loro responsabilità. che se non sarà senza fine: se il peggio è passato, le Borse non faranno più i fuochi d’artificio dei primi anni Novanta. Uno dei principali motivi della stagnazione economica americana, e in conseguenza mondiale, è, per Robert Wescott, il proliferare degli ...poca flessibilità, troppe regolamentazioni, peso eccessivo del Welfare, soffocano lo spirito imprenditoriale e la formidabile creatività che l’Italia può vantare... scandali finanziari: la mancanza di trasparenza di molte società e i conseguenti illeciti e dissesti venuti a galla hanno causato una sfiducia nei risparmiatori che ha portato ad una contrazione di 4 miliardi di dollari, pari allo 0,5% del Pil, fattore che, unito all’allarme terrorismo e guerra contro l’Iraq, dà come risultato l’attuale congiuntura. Concorda Robert Merton, docente alla Harvard Business School, che 26 Febbraio 2003 www.mastermeeting.it però sottolinea come siano state già approvate negli Usa le riforme per evitare ancora casi simili nelle compagnie private: ciò che conta è che gli amministratori della società rivolgano maggiore attenzione ai controlli, visto che oggi le banche possono valutare meglio i rischi di credito, sono controllate le Stock Option ai dirigenti e sono obbligatori in bilancio asset che pareggino i debiti dei piani pensionistici. E l’Europa? Purtroppo, sostiene Baldassarri, attualmente, come il Giappone, sta a guardare. ■ L’Usa traina, l’Europa guarda Se dunque la prima regola per uscire dalla crisi è la trasparenza, la fine della crisi sembra ormai vicina: secondo Mundell, già il prossimo anno gli Usa cresceranno di circa il 2%, mentre l’Europa resta per ora più lontana. I problemi sono annosi: invecchiamento della popolazione ed un mercato del lavoro ingessato, nonostante le grandi potenzialità di crescita produttiva. La soluzione? Aree di tassi di cambio fissi e aliquote fiscali al ribasso. La Bce, secondo l’economista canadese, dovrebbe ridurre il costo del denaro di mezzo punto percentuale, per sostenere gli investimenti. Non basta avere l’obiettivo della stabilità dei prezzi e la lotta all’inflazione, quando non si tiene presente il tasso di disoccupazione: questo spiega il divario fra Europa e Usa. Questo stato di cose, dunque, sarà risolto, secondo Modigliani, quando al Bce adotterà le linee guida della Federal Reserve, che ha come obiettivo primario di evitare la disoccupazione. ■ Italia campione di lentezza In questo contesto l’Italia è il Paese più lento ad attuare riforme del mercato del lavoro. «La crisi della Fiat è un grande test», sostiene James Heckman, docente di economia all’Università di Chicago: «poca flessibilità, troppe regolamentazioni, peso eccessivo del Welfare, soffocano lo spirito imprenditoriale e la formidabile creatività italiana e provocano una scarsa concorrenzialità. Ma anche il governo e i sindacati hanno le loro responsabilità». EVENTI ■ Miracoli? Una specialità italiana Gli fa eco James Mirrlees, che parla di un’ossessione assurda dei salari minimi. Salari minimi troppo elevati, troppa pressione fiscale (40% contro il 12% Usa), eccessivi sussidi che incoraggiano a non lavorare, scarsa disponibilità alla mobilità sul territorio dei lavoratori sono secondo Modigliani le piaghe dell’economia del nostro Paese. La proposta dell’economista italiano, contraria a quella assai discussa del governo, è di inserire il Tfr in un fondo collettivo e non in fondi privati, cosa che darebbe origine ad Mario Baldassarri sul podio dei relatori ingiuste sperequazioni ed aleatorietà delle pensioni in relazione all’andamento dei fondi. Se dunque, come sostiene Baldassarri, l’Europa è una sorta di “Bella Addormentata” (ma dovrà svegliarsi, e presto, tenuto conto che sta allargandosi a dieci nuovi Paesi, tant’è che Mundell suggerisce per la Bce un consiglio ristretto per assicurare una maggior agilità d’intervento), l’Italia dei miracoli (economici) ha bisogno di qualcosa di più di un miracolo per mettersi a pari, ha bisogno di serie riforme del sistema lavoro. Ora, però, è il caso di cambiare argomento: di un tale Evento non fanno notizia solo gli argomenti, ma anche l’eccezionale organizzazione. Ed è di questa che parliamo con Renato Caruti, colui che ha “inventato” l’organizzazione congressuale made in Italy con la sua Endar. ■ Endar: il primato delle nuove tecnologie Nel 2005 saranno 50 gli anni dell’Endar, eppure la struttura fondata nel 1955 da Renato Caruti resta all’avanguardia in Italia nel settore dei servizi tecnici congressuali, e lo dimostra con i fatti. Dopo la ridefinizione del parco tecnologico per quanto concerne gli impianti di amplificazione sonora professionale e di illuminazione scenica, che ha permesso di gestire concerti importanti come quello di Al Bano Carrisi, Laura Pausini, Anna Oxa, recentemente la Società veneziana ha rivisti e affinati anche i propri servizi relativi al settore informatico. ■ “Nessuno scappa” «Il Ministero della Sanità», spiega Renato Caruti, «ha recentemente indicato il sistema ECM (Educazione Continua in Medicina) nei Convegni Medici che rileva la presenza e la permanenza dei congressisti in sala. Il sistema consente di registrare l’ingresso e l’uscita di una persona da una o più sale, rilevando il tempo di permanenza. Mediante un badge (o tags) che include le informazioni personalizzate per l’identificazione dei congressisti e con rilevatori agli ingressi e al- 28 Febbraio 2003 www.mastermeeting.it EVENTI Slide Center informatizzato, cioè un collegamento via Lan con le sale di lavoro con distribuzione di dia in digitale preordinata per sala, con possibilità di diversa configurazione, di variare il logo del congresso o lo sponsor, ecc e sistema di interazione da ogni sala via Pc, con il computer primario dello Slide Center». Sempre in digitale, attraverso schermi al plasma, è possibile inoltre rispondere a domande, ottenere l’elaborazione dei dati ed effettuare votazioni. Robert Mundell durante il suo intervento e, sotto, Baldassarri “sbarca” alla Fondazione Cini le uscite, un software registra le permanenze. A fine congresso si procede alla stampa degli attestati e alla verifica». Se questo sistema dall’apparenza un po’ inquietante alla “Grande Fratello” si rivela utile quando si parla di migliaia di partecipanti, un grande passo avanti nel problema della lontananza è la videoconferenza a distanza attraverso collegamento telefonico, che consente attraverso una cabina di regìa di gestire interventi da più sedi, seguire dimostrazioni scientifiche, interventi chirurgici, ecc.. «Sempre in sala», prosegue Caruti , un grande progresso è dato dallo Endar snc Castello 4966 – 30122 Venezia Tel. 0415238440 - Fax 0415286846 www.endar.it ■ Post congress informatico Nell’area dei convegni, in spazi dedicati, come ad esempio in prossimità della zona bar, inoltre, l’Endar è in grado di realizzare dei Cyber & Press Points, cioè dei Pc collegati in rete per trasmettere e ricevere email, dei View & Info Points , con monitor che consentono di vedere ciò che avviene nelle altre sale, scelte da una cabina regìa, un Exibitor Info Point, ovvero monitor LCD o Touch-screen o collegato in rete che riassuma i nomi/loghi degli espositori, consenta link ai loro siti, mostri pagine pubblicitarie, dia, ecc, oltre ad una mappa virtuale dell’area congressuale. Oggi, gli atti, le immagini, il congresso stesso, possono essere inviati ovunque in tempo reale: «In fatto di registrazione audio», spiega Caruti, «oltre a quella classica in dat o cassetta, è possibile avere quella in digitale su Pc in formati MP3, WAV o in file su CD». Oltre alla comodità di archiviazione, il sistema è di grande aiuto ai giornalisti accreditati che abbiano la necessità di lavorare sui discorsi o trasmetterli rapidamente alle redazioni e che possono vedersi scaricare i files direttamente su Pc. Ma non solo: «Il modo migliore per avere, a fine congresso, la completa visione del medesimo», conclude Caruti, «è sicuramente il Congress Media Box, raccolta di dati, diapositive, filmati su CD-rom, che sostituisce per praticità e facilità di consultazione il materiale cartaceo. Personalizzato, il “Congress Media Box” può diventare un ottimo veicolo pubblicitario, sia nei mailing sia in rete». Elena Bianco 30 Febbraio 2003 www.mastermeeting.it