Chi può volare senza vento?
Chi può dire senza parlare?
Chi può scrivere senza mani?
Chi può lasciare un amico
senza sentirsi solo?
Io posso dire senza parlare,
Io posso scrivere senza mani,
ma non posso lasciare un amico
Senza sentirmi solo.
indice
Carta dei Diritti della Comunicazione ............................................................ pag.
5
La C.A.A. come comunicazione multimodale .............................................. pag.
6
I luoghi della comunicazione ..........................................................................pag.
8
I libri modificati: un'opportunità per tutti ........................................................pag. 11
Progetto navigAbile ..........................................................................................pag. 14
Costruzione di un software per la scrittura con il Linguaggio Bliss ..............pag. 15
Le fasi della ricerca ............................................................................................pag. 17
Tecnologia e C.A.A. ..........................................................................................pag. 20
Enti partecipanti ................................................................................................pag. 22
Bibliografia ..........................................................................................................pag. 23
CONTENUTO DEL DVD
Comunicazione: nessuno escluso!!
Interviste a
Francesco Ganzaroli (Coordinatore del Progetto) - Stefania Buosi (Educatore) - Marisa Marchetti (Genitore)
Tiziana Di Girolamo (Mediatore L.I.S.) - Simone Minichiello (Logopedista)
Simona Punginelli (Presidente Associazione Il Volo) - Valentina Padoan (Volontaria)
2
Nel territorio ferrarese associazioni di volontariato e gruppi di auto-aiuto di familiari di persone
disabili hanno trovato un punto d’incontro sul
tema della comunicazione e dello sviluppo delle
nuove tecnologie a supporto della relazione. La
comunicazione
aumentativa
alternativa
(C.A.A.) nasce ufficialmente in Nord-America
nel 1983 con la creazione della Società
Internazionale di Comunicazione Aumentativa
Alternativa (I.S.A.A.C.), utilizza tutte le competenze comunicative dell’individuo, includendo
le vocalizzazioni o il linguaggio verbale residuo, i gesti, i segni, la comunicazione con ausili e le tecnologie avanzate. Il progetto “Comunicazione e
Inclusione” nasce con l’obiettivo di promuovere e diffondere, anche nel territorio ferrarese, lo sviluppo delle metodologie per il miglioramento della
comunicazione delle persone con diverse tipologie di disabilità.
Il supporto del CSV a questo progetto si è tradotto in un’azione di coordinamento finalizzata ad attivare una rete stabile di gruppi di lavoro tra le associazioni di volontariato e altri organismi del pubblico e del privato sociale,
per acquisire conoscenze e competenze sulle nuove tecnologie di comunicazione per persone disabili e sulla sperimentazione di buone prassi, anche
grazie ai vantaggi forniti da ausili e software presenti nel campo della comunicazione; promuovere l’informazione e forme di documentazione dei laboratori, dei seminari e dei lavori svolti.
Sono state realizzate diverse attività di formazione e informazione sulla C.A.A.
che hanno coinvolto disabili e loro familiari, volontari, educatori, operatori
dei servizi, esperti e diverse scuole primarie e secondarie del territorio ferrarese.
Sono stati organizzati incontri e convegni:
• “Utilizzo di strumenti di comunicazione aumentativa e alternativa nei diversi contesti di vita” Palazzo Bonacossi il 24 marzo 2007
• “Giornata di incontro con le famiglie e le persone che utilizzano la comu3
nicazione aumentativa alternativa”, in collaborazione con ISAAC Italy il 29
settembre 2007
• Partecipazione, in qualità di relatori, di volontari del Progetto alla II°
Conferenza Nazionale di I.S.A.A.C Italy a Roma dal 25 al 27 maggio 2007
• “Giornata introduttiva alla comunicazione aumentativa alternativa” e
“Laboratorio dei libri modificati”, 23 – 25 novembre 2007, Lagosanto (Fe);
• “Riportando tutto a casa – Comunicazione e inclusione”, tavola rotonda
sulla Comunicazione Aumentativa Alternativa”, 10 ottobre 2008, Ferrara.
Il progetto ha valorizzato e favorito la conoscenza e lo scambio di risorse e
buone prassi relative alla C.A.A., contando sulla collaborazione di:
Associazione Territoriale per l’Integrazione “Il Volo Onlus”, Associazione Lo
Specchio di Ferrara, Associazione “Dalla Terra alla Luna”, Associazione
Italiana Dislessia (A.I.D.), Ente Nazionale Sordomuti (E.N.S.), Unione Italiana
Ciechi (U.I.C.), Centro Servizi Consulenze (C.S.C.) del Comune di Ferrara,
Servizio SMRIA (Salute Mentale Riabilitazione Infanzia Adolescenza) – Servizio
Salute Mentale Infanzia e Adolescenza (S.M.R.I.A.) Ferrara, Cooperativa
sociale “Integrazione e Lavoro”, Comuni di Ferrara, Massafiscaglia, Università
di Ferrara, CentroH, Biblioteca Comunale “G. Pasini” di Massafiscaglia,
Società
Internazionale
di
Comunicazione
Aumentativa
Alternativa (I.S.A.A.C.), Istituto
professionale “L. Einaudi”, Istituto
d’arte “Dosso Dossi”, Istituto professionale“Orio
Vergani”
di
Ferrara, Istituto “IPSIA – F.lli Taddia”
di Cento, Scuola Media TassoBoiardo, Associazione Teatro
Cosquillas, Palestra Ginnastica
Ferrara
4
n
on ci può essere migliore introduzione a questo contributo che riportare fedelmente la Carta dei diritti
alla comunicazione. Con questo libretto non si ha la pretesa di aggiungere nulla a quanto già non sia stato scritto sul tema della Comunicazione e dell'Inclusione. Ma
l'esperienza maturata in questo biennio ci porta a pensare che non sia mai banale ricordare che la comunicazione è un diritto, mai una gentile concessione, e sicuramente un danno non poter fare in modo che ognuno possa
esprimersi al meglio delle proprie possibilità:
Carta dei diritti alla Comunicazione
Ogni persona indipendentemente dal grado di disabilità,ha il diritto fondamentale di influenzare,
mediante la comunicazione, le condizioni della sua vita. Oltre a questo diritto di base,
devono essere garantiti i seguenti diritti specifici:
1
Il diritto di chiedere oggetti, azioni, persone e di
esprimere preferenze e sentimenti.
2
Il diritto di scegliere tra alternative diverse.
3
Il diritto di rifiutare oggetti,situazioni,azioni non desiderate e di non accettare tutte le scelte proposte
4
Il diritto di chiedere e ottenere attenzione e di avere
scambi con altre persone.
5
Il diritto di richiedere informazioni riguardo oggetti,
persone, situazioni o fatti che interessano.
6
Il diritto di attivare tutti gli interventi che rendano
loro possibile comunicare messaggi in qualsiasi
modo e nella maniera più efficace indipendentemente dal grado di disabilità.
7
Il diritto di avere riconosciuto comunque il proprio
atto comunicativo e di ottenere una risposta anche
nel caso in cui non sia possibile soddisfare la richiesta.
8
Il diritto di avere accesso in qualsiasi momento ad
ogni necessario ausilio di comunicazione aumentativa-alternativa, che faciliti e migliori la comunicazione e il diritto di averlo sempre aggiornato e in
buone condizioni di funzionamento.
9
Il diritto a partecipare come partner comunicativo,
con gli stessi diritti di ogni altra persona, ai contesti,
interazioni e opportunità della vita di ogni giorno.
10
Il diritto di essere informato riguardo a persone,
cose e fatti relativi al proprio ambiente di vita.
11
Il diritto di ricevere informazioni per poter partecipare ai discorsi che avvengono nell’ambiente di vita,
nel rispetto della dignità della persona disabile.
12
Il diritto di ricevere messaggi in modo comprensibile e
appropriato dal punto di vista culturale e linguistico.
National Commitee for the Communication Needs
of Persons with Severe Disabilities, 1992
Membro Institutional di ISAAC-ITALY
5
La CAA come comunicazione
multimodale
D
a molti anni ormai la disabilità verbale viene
affrontata come un problema di comunicazione, e nei casi in cui non è possibile ripristinare o far evolvere la funzione verbale, mediante
terapia riabilitativa, si sono cercate altre soluzioni che
consentissero di ricreare un ponte tra il pensiero del
disabile e il mondo esterno.
Quando una persona non può accedere ai normali
mezzi espressivi ( parola - scrittura ) e desidera comunicare può ricorrere ad un codice alternativo per rendere trasmissibile il proprio pensiero. Le esperienze
hanno però dimostrato che se è possibile sostituire il
linguaggio verbale con altre modalità ( gestuali, grafiche, simboliche, ) è necessario che questo avvenga
attraverso un processo di integrazione che si articola
a più livelli: funzionale, emotivo e cognitivo. Vanno
perciò tenuti in considerazione tutta una serie di fattori, relativi all’individuo e al suo ambiente, per poter
modulare tale integrazione ed evitare il fallimento di
un lavoro mirato a un recupero comunicativo.
Emergono due aspetti significativi: la necessità di creare un reale rapporto comunicativo e il ruolo svolto
dagli strumenti in questo ambito. In altre parole, come
motivare a comunicare in modo diverso, malgrado i
costi e le difficoltà che ne derivano, e cosa succede
quando uno strumento consente di significarsi.
La C.A.A. (Comunicazione Aumentativa Alternativa)
è per definizione multimodale. Diverse sono le moda6
lità espressive che si possono utilizzare. La comunicazione verbale viene affiancata da altre modalità
comunicative; la finalità generale è sempre quella di
aumentare, potenziare le capacità espressive della
persona disabile. L’aggettivo “Aumentativa” (traduzione dal termine inglese Augmentative) indica come
le modalità di comunicazione utilizzate siano tese non
a sostituire, ma ad accrescere la comunicazione
naturale: l’obiettivo dell’intervento deve essere infatti
l’espansione delle capacità comunicative tramite
tutte le modalità e tutti i canali a disposizione.
Negli ultimi anni si è cercato di valorizzare, insieme
alla comunicazione verbale, altre modalità comunicative come le forme visuo-motorie e grafo-visive; le
prime sono riferite alla comunicazione gestuale, le
seconde ai simboli grafici.
I simboli possono essere generalmente suddivisi in:
non assistiti, assistiti.
I primi non hanno bisogno di supporti per assolvere
alla funzione comunicativa; in questa categoria rientrano il linguaggio gestuale e quello verbale vocale.
I secondi hanno invece bisogno di un aiuto, un supporto, un ausilio (carta, matita, tabelle, computer),
per assolvere alla funzione comunicativa; in questa
categoria rientrano la maggior parte dei sistemi simbolici grafici.
I simboli grafici hanno caratteristiche simili (o comunque confrontabili) alle parole scritte perché permettono di rappresentare graficamente ciò che si vuole dire.
Con C.A.A. si definisce l’insieme di conoscenze, tecniche,strategie e tecnologie che è possibile attivare
per facilitare la comunicazione con persone che presentano una carenza o un’assenza, temporanea o
permanente, nella comunicazione verbale.
Ma attenzione.....prima degli strumenti è molto importante individuare PARTNER COMUNICATIVI che si assumano la responsabilità di supportare gli sforzi comunicativi del bambino, diventando promotori di relazioni
con diversi partner comunicativi (compagni di classe,
amici, insegnanti, vicini di casa...) ed evitando di porsi
come UNICO interlocutore.
7
I LUOGHI della comunicazione
Esperienza di incontro tra genitori e figli attraverso
i segni, la relazione e il gioco
Tiziana di Girolamo
N
on ci si può esimere da una esposizione
tecnica rispetto al tema della Lingua dei
Segni. Questa scelta deriva dalla mia esperienza vissuta, convivendo e condividendo
gioie e dolori con la comunità Sorda Segnante di
Ferrara, direi più che altro dalla mia impetuosa voglia
di sfatare alcuni preconcetti e luoghi comuni che per
la comunità sorda rappresentano motivo di umiliazione quotidiana! Il Sordo segnante non è muto e non
parla a gesti! IL suo è un deficit sensoriale e non
cognitivo. La sordità di per sé non comporta, cioè,
disfunzioni a livello cerebrale e psichico. I problemi del
bambino sordo riguardano piuttosto, come sappiamo, l’acquisizione della lingua verbale, perché questa viaggia sulla modalità acustica che in lui è deficitaria. Aggiungo inoltre che soggetti non udenti con
pluridisabilità grazie alla Lis riescono a recuperare
molte delle capacità comunicative che con la
Lingua orale sembravano impossibili da sviluppare!
Che cos’è la LIS
La Lingua dei Segni è un codice visivo-gestuale, in uso
presso le diverse comunità sorde del mondo, un sistema di simboli e di regole grammaticali che, come in
tutte le lingue, possono mutare col tempo, che i
8
Alfabeto manuale
(dattilologia)
membri di una comunità possono usare per interagire, comunicare, elaborare.
Il termine “Segni” si afferma nel corso degli anni ’70
come un’etichetta che sostituisce altre denominazioni: “gesti”, “forme mimico-gestuali”, l’obiettivo è quello di sottolineare la differenza tra forme di gestualità
che accompagnano le parole e un sistema comunicativo paragonabile alla lingua vocale.
Nel 1960 William Stockoe per la prima volta applica i
metodi e i parametri della linguistica allo studio dei
Segni, riuscendo finalmente a provare che la Lingua
dei Segni è una lingua a tutti gli effetti, che si distingue
dalle lingue Orali per il canale di comunicazione utilizzato, quello visivo-mimico-gestuale.
Le unità minimali che costituiscono il Segno sono
dette CHEREMI, paragonabili ai FONEMI delle lingue
orali, il Segno può essere scomposto in QUATTRO
parametri:
Configurazione, Luogo, Movimento e Orientamento.
1. CONFIGURAZIONE: la forma della mano quando
produco un segno
2. LUOGO: la posizione della mano rispetto allo spazio
segnico (spazio limitato dalla testa al bacino) nella
produzione del Segno
3. MOVIMENTO: il movimento della mano e delle dita
quando produco un Segno
4. ORIENTAMENTO: Direzione del palmo della mano.
Stockoe aveva individuato solo i primi tre parametri,
nel 1980 Liddell e Johnson scoprono che anche
l’orientamento del palmo della mano risulta fondamentale nella costituzione del significante.
Non sono ancora considerate ufficialmente un parametro, essendo ancora oggetto di discussioni accademiche, le COMPONENTI NON MANUALI.
“E’ naturale, quando si pensa alla lingua dei Segni
pensare a mani in movimento, ed effettivamente
gran parte dell’informazione lessicale è trasmessa
dalle mani. Ma ci sono altre componenti, non manuali, che accompagnano frequentemente i Segni: queste componenti sono parte integrante dei Segni e
sono ricche non solo di informazione lessicale, ma
anche, in molti casi, di informazione morfologica e
lessicale non ridondante, ma essenziale per la grammatica della Lingua. Molti segni, ad esempio, verbi e
aggettivi, sono accompagnati da espressioni facciali
ed atteggiamenti del corpo specifici” Elena Radutzky
I segni sono sempre accompagnati anche da una
componente orale che può essere una parte di una
parola (Componente Orale Prestata) o un articolazione del suono che esiste solo in Lingua dei Segni e che
non ha un corrispondente nella Lingua Orale (ad
esempio,ai Segni Astratti, i quali non possono essere
tradotti con una parola specifica, ma solo con un
associazione di più significati, non può corrispondere
una C.O.P., sono associati quindi a una componente
orale detta Speciale).
Gli +
a
e
o
u
Gl + i
9
“Le difficoltà di comunicazione con una persona
sorda derivano spesso da una serie di pregiudizi sulla
sordità ancora molto diffusi, anche tra gli addetti ai
lavori. Si pensa, ad esempio, che i sordi siano muti,
come dimostra l’uso stesso del termine sordo-muto.
Ma l’apparato vocale dei sordi è integro e il bambino
sordo, anche mancando di una verifica da parte dell’udito, può imparare, nel corso della logopedia, a
regolare l’emissione dei suoni. Inoltre, secondo un
approccio che considera la sordità solo da un punto
di vista clinico e riabilitativo, il sordo non rieducato al
linguaggio verbale è ‘muto’.
Al contrario, in una prospettiva socioculturale, ogni
‘muto’ diventa ‘parlante’ non solo se si impadronisce
della parola parlata, ma quando riesce a far propri gli
strumenti della comunicazione, qualunque sia la
modalità di linguaggio adottata. E’ dunque la facoltà
di linguaggio, e non la sua modalità, che consente di
costruire la comunicazione e di uscire dal mutismo. E
nei sordi la facoltà linguistica è intatta.” Valentina Balit
Nella proposta laboratoriale Genitori e Figli hanno
condiviso un momento didattico alla pari. Questa
condivisione dell’esperienza è diventata maggiormente significativa dal punto di vista formativo, dal
10
Gh +
e
i
G+
a
o
u
Gn
momento in cui si è constatato che le famiglie, con
impegno, hanno proseguito e approfondito il lavoro a
casa, stimolando l’interesse dei propri figli verso questa lingua e la sua specifica modalità di comunicazione. Il gruppo ha dimostrato un reale interesse e
coinvolgimento al percorso didattico, anche i ragazzi con le maggiori difficoltà di apprendimento hanno
interiorizzato le strutture di base del programma svolto, infatti, nonostante la brevità del laboratorio, quasi
tutti i corsisti hanno una sufficiente conoscenza degli
strumenti linguistici a loro forniti.
Al di là dei buoni risultati didattici ogni famiglia ha frequentato con costanza il laboratorio, partecipando
attivamente a tutte le attività, mostrando coinvolgimento e attenzione rispetto, non solo, al tema della
lingua dei Segni, ma anche alle problematiche socialii legate alla Sordità.
I LIBRI MODIFICATI: un’opportunità per tutti
seguito delle attività formative previste dal
Progetto Comunicazione e Inclusione, presso la
Biblioteca Comunale B. Pasini di Massa Fiscaglia
è stata inaugurata la sezione di Libri Modificati
LAcchiappanuvole,
grazie
all’impegno
della
Associazione il Volo di Massafiscaglia. Di seguito un contributo teorico-pratico sull’importanza dell’utilizzo dei
libri modificati, a cura degli operatori dello Spazio gioco
“L’isola che non c’è”, del comune di Verdello (BG).
A
Libri modificati
Il libro modificato è un libro fatto “a misura di quello
specifico bambino”. Il “su misura” rappresenta infatti
un elemento fondamentale dell’incontro con la lettura, del coinvolgimento, della piacevolezza, ma diviene ancora più fondamentale nel caso di bambini
molto piccoli o disabili, che proprio per le difficoltà
che hanno rischiano di non poter attingere in modo
adeguato all’esperienza della lettura se non si metto-
11
no in campo alcune attenzioni e modifiche. Per bambini con difficoltà motorie o di comunicazione, infatti,
la possibilità di sperimentare e condividere l’esperienza della lettura, di accedere al libro, di sceglierlo,
prenderlo e sfogliarlo autonomamente può essere a
volte limitata, così come nel caso di bambini molto
piccoli. Vi sono molte possibilità di rendere i libri “su
misura”, anche in situazioni di estrema difficoltà. È possibile partire da un libro già esistente e modificarlo per
renderlo fruibile anche in queste situazioni. Si possono
fare piccole modifiche, con materiali poveri, come
mollette, feltrino, ecc. che consentano di girare
comunque le pagine, o utilizzare sistemi di “bloccaggio”. Oppure si può “smontare e rimontare” il libro a
secondo delle necessità. Si può scannerizzarlo, stamparlo senza cambiare grafica e contenuti, e plastificarne le pagine, oppure montarlo su supporti cartonati. In altre situazioni si può cambiare il testo, rendendolo più semplice o al contrario più complesso, o lo si
può scrivere anche in simboli. Si possono usare accorgimenti per rendere le immagini adatte anche a bambini con gravi difficoltà visive, o affiancare tabelle e
sistemi di comunicazione e così via. Si possono anche
creare libri che siano completamente ex novo e su
misura per “quel” bambino. Possono riguardare esperienze significative (una vacanza al mare, quando
sono nato, ecc.), interessi specifici (il libro delle ruspe)
o altro. Diversi, quindi, gli interrogativi che ci si può trovare ad affrontare a secondo dei diversi bambini:
quali libri costruire? Quanto lunghi? Che parlano di
cosa? Con che immagini? Realizzati con quali materiali? Come leggere a bambini che hanno gravi problemi motori o di comunicazione? Come non far perdere ai bambini la voglia di leggere anche quando
fanno infinita fatica a farlo? Che libri e come leggerli
per aiutare un bambino a capire di più le parole?
12
Soprattutto, non bisogna pensare che quello che
potrebbe andare bene per un bambino possa andare bene senza ulteriori modifiche anche per altri, il “su
misura” è proprio come un vestito di sartoria, non deve
fare pieghe, non è standard, deve prima di tutto essere “pensato su misura” e solo dopo essere “fatto su
misura”.
Quando leggere con i bambini
L’ora del libro è un’occasione, è un momento e un
luogo di incontro dove l’adulto e il bambino possono
stare bene insieme. È importante riservare alla lettura
uno spazio particolare della giornata, prima del sonnellino o della nanna oppure dopo i pasti, quando sia
l’adulto che il bambino possono stare tranquilli. Il libro
può anche diventare un aiuto prezioso per salvare la
situazione nei momenti di attesa, durante un viaggio,
dal medico oppure in coda presso un ufficio pubblico.
A volte un libro può essere un buon “trucco” per
addolcire il risveglio dei bambini che fanno fatica al
mattino.
Che libri offrire
I primi libri per un bambino molto piccolo è importante che siano: robusti e maneggevoli, con figure sem-
plici e chiare, facilmente comprensibili, legati all’esperienza di vita quotidiana (bagnetto, pappa, nanna,
paure, pompieri), in cui poter scegliere anche una
sola pagina che possa rappresentare qualcosa che il
bimbo ama molto (ad esempio il bagnetto). Di particolare fascino per i bambini possono essere i libri
“costruiti” insieme.
Come condividere il libro
Sedersi in un posto comodo e confortevole, in cui il
bambino si senta accolto e coinvolto nella lettura. Far
scegliere al bambino quale libro. I bambini amano
leggere gli stessi libri ancora e ancora e ancora...
Questo li rassicura e dà loro fiducia perché permette
di conoscere la storia e i personaggi, di sapere prima
cosa sta succedendo e di capire man mano anche le
parole nuove.
Come leggere
Raccontare la storia della pagina senza necessariamente leggere le parole, soprattutto le prime volte o
con bambini molto piccoli (“guarda, il bimbo fa il
bagnetto, quanta schiuma, ride proprio, gli piace,
come quando fai il bagno tu…”).
A volte, indicare le immagini che stiamo raccontando, cercando di legare le varie parti in una storia. È un
modo per facilitare la comprensione delle parole
nuove o più difficili. Drammatizzare un poco quello
che stiamo leggendo e arricchirlo di emozioni
(“che gioia! Che spavento!…”). Lasciare che sia il
bambino a decidere quando e se intervenire. Prima di
poter rispondere alle nostre domande, il bambino
deve aver potuto godere della lettura “gratis”, e
magari aver giocato a lungo a interrogare noi e a
farci ripetere all’infinito il nome delle cose che sono
sulla pagina e la loro storia.
Perchè leggere a un bambino piccolissimo
Perché è piacevole e divertente per l’adulto e il bambino.
Perché è un momento autentico di incontro tra chi
legge e chi ascolta.
Perché calma, rassicura e consola.
Perché permette di guardare insieme emozioni e
paure.
Perché consente al bambino di partecipare attivamente e di fare esperienze.
Perché aiuta a pensare e ad essere curiosi, a fare collegamenti e a costruire storie.
Perché aumenta l’attenzione, migliora la comprensione del linguaggio e la struttura
della frase.
Perché aiuta a prevenire le difficoltà di lettura.
Questo è tanto più vero per i bambini disabili che proprio per le difficoltà che hanno rischiano di non poter
attingere a questa esperienza se non si mettono in
campo alcune attenzioni e modifiche, che risultano
significative e vantaggiose anche per i più piccini.
13
Progetto navigAbile
La Cooperativa Integrazione Lavoro ha attivato un percorso formativo per alcuni suoi operatori, con l’intento
di formare persone in grado di navigare la Rete attraverso l’utilizzo di strumenti di comunicazione aumentativa e alternativa. Uno dei navi-tutor formati utilizza principalmente il Linguaggio Bliss.
Questi gli obiettivi principali del Progetto: NavigAbile ha
l'obiettivo di realizzare, validare scientificamente e rendere disponibili un insieme di servizi volti, da un lato, a
migliorare l'accessibilità del web e dei suoi contenuti e,
dall'altro, a fornire strumenti di comunicazione e relazione, attraverso il sito web www.navigabile.it. Questi servizi sono indirizzati a persone con disabilità di diverso
tipo, prioritariamente a quelle in età evolutiva e che utilizzano strumenti di comunicazione multimodale
(Comunicazione Aumentativa Alternativa, ecc.), permettendo loro di:
14
• recuperare, valorizzare e potenziare le diverse abilità
possedute, con particolare riferimento alle abilità relazionali e di comunicazione;
• utilizzare un'interfaccia multimodale in grado di adattarsi alle esigenze e alla personalizzazione del singolo
utente (e non viceversa);
• accedere, sia in modo diretto sia attraverso la mediazione di un'altra persona, agli stessi contenuti e servizi
proposti ai loro coetanei (contenuti formativi, contenuti informativi, servizi di comunicazione e relazionali
ecc.), aumentando così l'integrazione degli utenti sul
web;
• abbattere le "barriere elettroniche" del web (necessità di supporto e alti costi per utilizzo di software ad hoc,
rigidità nell'uso "solo" del proprio pc, ecc.);
• fruire di una maggiore quantità di contenuti, grazie ai
servizi abilitanti di NavigAbile che permettano a chi
produce siti e contenuti sul web di abbassare le "barriere di costo" per il loro sviluppo.
Costruzione di un software per
la scrittura con il linguaggio BLISS
D
iversi linguaggi possono consentire il ripristino della funzione comunicativa: essi possono essere mediati direttamente dal corpo
(gestuali), o rappresentati da segni grafici (disegni,
figure, simboli) per essere indicati. Uno dei sistemi di
comunicazione alternativa oggi maggiormente utilizzato nei casi di disabilità verbale sono i simboli Bliss. La
particolare grafica e logica con cui sono composti li
rende idonei per essere utilizzati con soggetti molto
diversi tra loro per livello intellettivo e quadro diagnostico. I simboli Bliss sono segni grafici, basati sul significato e non sulla fonetica. Essi sono strutturati in un
vocabolario standard e sono disponibili sia sotto forma
di francobolli adesivi, da collocarsi su supporti cartacei, cioè le tabelle di comunicazione, o in versione
informatizzata. Il disabile può così comunicare attraverso l’indicazione dei simboli posti sulla propria tabel-
la o la selezione degli stessi sul calcolatore. Il calcolatore inoltre consente la trascrizione grafica e sonora
dei messaggi. L’utente, in relazione all’età, livello intellettivo e possibilità motorie, può comporre messaggi di
diversa complessità: da forme sintetiche simili alla
parola o frase, a forme più articolate. Ai simboli è sempre abbinata la traduzione in lingua per consentire a
qualunque interlocutore di decodificare il messaggio.
Forse sapere come nasce questo linguaggio, farà
meglio capire perché esso ha avuto un così ampio sviluppo, non solo con individui disabili verbali intelligenti, ma anche con soggetti insufficienti mentali.
Il linguaggio deve il suo nome a Charles K. Bliss (originariamente Karl K. Blitz), un ebreo austriaco, ingegnere chimico che, per le vicende della seconda guerra
mondiale, finì profugo a Shanghai nel 1941. Lì venne
profondamente influenzato dalla scrittura ideografica
cinese.
15
Aveva constatato che tutti i cinesi potevano leggere
gli ideogrammi indipendentemente dai loro diversi
dialetti perché per decodificare quei simboli non
dovevano rinunciare alla propria madre lingua. I simboli infatti potevano essere letti nel proprio dialetto
senza che ne venisse alterato il significato: era una
scrittura graficamente decodificabile.
Infine le modalità con cui l’Organizzazione
Internazionale governava Shanghai, lo aveva convinto che una cooperazione internazionale era possibile.
Tale Organizzazione era costituita da persone di nazionalità diverse, che riuscivano a lavorare pacificamente insieme, malgrado le situazioni conflittuali dei loro
paesi d’origine. Queste due realtà l’avevano fatto
riflettere sulla possibilità di creare un linguaggio universale, che tutti potessero usare senza rinunciare alla
propria lingua madre, e che consentisse una comunicazione al di là delle barriere linguistiche. Decise allora di dedicare tutto il suo tempo a questo scopo e,
dopo sei anni di studio e lavoro, pubblicò
Semanthography, il libro in cui egli spiega i fondamenti del nuovo linguaggio e le sue possibilità d’uso.
Semantography è dunque un linguaggio pianificato
16
con un obiettivo molto ambizioso: la popolazione di
tutto il mondo.
Grazie all’impegno di due ingegneri (Giacomo
Gamberoni e Dennis Ferraretti) si sta delineando sempre più il progetto di costruzione di un software per la
videoscrittura attraverso il Linguaggio Bliss. Ecco le fasi
principali di sviluppo del progetto:
Abbiamo studiato...
■ Basi di BLISS symbolics: “The fundamental rules of
blissymbolics (BCI)”
■ Un piccolo vocabolario:
■ Tratto: linea di base (linea retta, cerchio, arco)
■ Forma: simbolo fondamentale (cuore, casa)
■ Unità: forme sovrapposte di senso compiuto
■ Parola: una o più unità con un senso univoco
■ Gloss: traduzione in altra lingua
■ Modificatori
■ Pointer
Le fasi della ricerca
Ricerca simbolica
■ Cerchiamo le parole BLISS che contengono le forme
che l'utente seleziona.
■ Facciamo una ricerca “c'è o non c'è?”.
■ Si crea una tastiera virtuale su cui l'utente “schiaccia” le forme base.
Ricerca Sintattica
Le parole sono divise in 6 categorie:
■ Avverbi
■ Persone
■ Aggettivi
■ Sostantivi
■ Verbi
■ Punteggiatura
In pratica l'utente clicca una delle sei categorie da
considerare.
In pratica: l'utente digita in una classica casella di
testo.
■
Ricerca Semantica
■ Cerchiamo le parole mediante il loro significato
■ Gerarchia di significati come nel vocabolario di S.
McNaughton
Ricerca alfabetica
Inseriamo parte della parola in italiano, le parole bliss
vengono selezionate se la loro traduzione contiene
tale sequenza di lettere.
■ Mettiamo un'opzione per digitare
■ L'inizio della parola
■ Una parte della parola (anche in mezzo)
Mettendo tutto assieme...
Dopo avere usato una o più ricerche i combinazione,
avremo un ristretto insieme di
parole BLISS che soddisfa tutte le condizioni.
■ Un click e lo inseriamo nel documento.
■ Poi aggiungiamo modificatori.
■ Possiamo anche modificare il testo sotto la parola
BLISS, ad esempio per coniugare i verbi o correggere i
plurali.
■ Infine salviamo in .pdf, in .bls o stampiamo!
17
Quali strumenti
La comunicazione aumentativa viene spesso identificata con alcuni suoi strumenti e tecnologie, e con i
sistemi simbolici che sono stati sviluppati per rispondere alle esigenze di alcune classi di utilizzatori.
Indubbiamente, se è errata questa identificazione, è
certamente importante il ruolo di questi sistemi simbolici nella definizione di contesti di comunicazione ricchi ed efficaci. Fra questi i più diffusi sono Bliss, PCS,
Widgit Rebus e Picto.
lizzo di modificatori (plurale, tempi verbali, concretizzazione dei concetti: uno stesso simbolo, con modificatori opportuni, può significare cervello, mente, pensare). Il prezzo di questa potenza espressiva è una
minore trasparenza e una maggiore complessità nell'apprendimento e nell'utilizzo. Il numero di simboli
attualmente disponibile è dell'ordine dei 3000.
Il sistema simbolico PCS
Il sistema simbolico Bliss
Bliss è il capostipite dei linguaggi simbolici, ispirato alla
scrittura cinese basata su ideogrammi, un sistema
"semantografico". Il punto di forza di questo sistema
simbolico è la sua potenza espressiva, attraverso l'uti-
ciao
amico
parlare
18
caro
papà
ciao
caro
buono
amico
papà
mamma
parlare
arrabbiato
buono
mamma
arrabbiato
Il punto di forza del PCS (Picture Communication
Symbols) è la trasparenza della sua grafica che, pur
con qualche stilizzazione, mantiene una buona identificazione diretta. Il PCS ha una ricca dotazione di
simboli, attualmente nell'ordine dei 5000, è particolarmente efficace per la traduzione di concetti concreti, mentre è meno adatto a rendere aspetti più fini e
astratti del linguaggio.
Il sistema simbolico Widgit Rebus
ciao
papà
caro
mamma
buono
parlare
amico
Il sistema simbolico Picto
Infine PICTO è un’insieme di simboli fortemente stilizzati ed essenziali di colore bianco su fondo nero. Si tratta di un insieme più povero in termini di varietà di simboli disponibili (attualmente circa 1500) e di complessità rappresentabile. È infatti stato pensato per la
comunicazione di bambini, puntando sugli aspetti
funzionali, di base, in situazioni in cui l'accesso ad altri
aspetti del linguaggio siano non accessibili.
arrabbiato
ciao
Il sistema Rebus Widgit si colloca a livello intermedio
rispetto alle due precedenti proposte: pur conservando una buona trasparenza presenta una ricchezza
semantica e sintattica vicina a quella del Bliss. Il
numero di simboli sviluppati è dell'ordine dei 7000, in
grado di esprimere un vocabolario di oltre 20000
parole.
papà
caro
buono
mamma
parlare
amico
arrabbiato
19
Tecnologie e C.A.A.
Comunicare è un bisogno vitale per l’essere umano.
Chi è impossibilitato a farlo non può esprimere idee,
bisogni, necessità. Attualmente le nuove tecnologie
permettono anche a persone con disabilità molto
gravi di rimpossessarsi di questo diritto. A volte però
tanta tecnologia non serve ed è sufficiente un pannello di plastica trasparente o un foglio di carta con
delle lettere disegnate sopra per raggiungere alti livelli di comunicazione. Di seguito alcuni esempi di tecnologie per la comunicazione.
BIGMACK
Il BigMack è un comunicatore vocale monomessaggio. La superficie
di attivazione, di 12 cm è
molto ampia e può essere di diversi colori: rosso,
giallo, verde o blu.
Destinato a bambini con
disabilità motoria estremamente severa o ad adulti
che abbiano la necessitino di trasmettere ripetutamente spesso e ripetutamente un messaggio fisso (ad
esempio per richiamare l'attenzione, o chiedere di
cambiare posizione nel letto, etc.)., può essere attivato a pressione direttamente o collegato ad un sensore esterno.
Il tempo massimo di registrazione è di 20", il microfono
è integrato, il volume regolabile ed ha un feedback
tattile ed acustico.
Alimentazione: pila da 9V .
20
GO TALK
Go Talk comunicatore
vocale
portatile.
Estremamente resistente
e facile da usare.
Permette la registrazione
di 36 messaggi su 4 diversi livelli di 9 caselle ciascuno. E’ possibile applicare sui singoli tasti un’ etichetta simbolica alla quale
far corrispondere un messaggio di 10 sec. Il tempo
totale di registrazione è di 6 minuti, il volume è regolabile. Esiste nella versione a 4 caselle con celle di cm 5
x 5, a 9+, 20+ e in versione Pocket con caselle di cm
2,5x 1,3, quest’ultimo funzionante a scansione.
L’ alimentazione è a batterie.
CHATBOX
Comunicatore vocale a 16 caselle che consente di
associare ad ogni casella uno o più messaggi preregistrati. Si può lavorare su 4 diversi livelli, per un totale di
64 messaggi o in sequenza
su due caselle ampliando
notevolmente il numero di
messaggi
disponibile.
Attivabile con pressione
diretta o tramite scansione, questa prevede un
feedback acustico ed uno
visivo ed è regolabile da
0,1a 10 secondi, lineare o
automatica.
Le dimensioni ridotte lo
rendono strumento facile da trasportare. I tasti nella
configurazione a 16 sono di cm 2,5 x 2,5, in quella a 4
di cm 5,5 x 5,5. Il volume è regolabile. Dotato di microfono e altoparlanti interni è possibile però connettere
un altoparlante esterno. L’alimentazione è batteria
ricaricabile in 8 ore.
LIGHTWRITER SL5
Comunicatore alfabetico portatile a doppio display,
uno orientato verso chi scrive uno verso chi legge.
Quando il messaggio è particolarmente lungo le lettere scorrono lungo il display ma è possibile farle
ricomparire premendo un tasto che ripropone la frase
dall’inizio.
HELPITABLET
Helpitablet è un
Tablet PC dotato di
touchscreen sia resistivo che capacitivo, di sistema operativo XP Home ed
una memoria di 4
GB. La durata delle
batterie di 3 ore e la
possibilità di installazione di un software che permetta la costruzione di
griglie personalizzate o di una tastiera virtuale lo rendono un potente strumento di comunicazione sia simbolica che alfabetica.
Sono presenti inoltre 4 tasti programmabili a cui si può
associare l’apertura di altrettanti applicativi. Essendo
a tutti gli effetti un PC può inoltre essere utilizzato per
gestire tutti i contenuti multimediali.
Il case è robusto ed impermeabile agli spruzzi.
Sono presenti 2 porte USB che permettono di utilizzare
il dispositivo anche a scansione con interfaccia.
Vi è inoltre la possibilità di memorizzare alcune frasi
che compaiono automaticamente sul display quando si digita la lettera alla quale sono associate. I tasti
a seconda della tastiera utilizzata e dello scudo possono essere sporgenti, allo stesso livello della griglia o
incassati.
Esistono modelli dotati di sintesi vocale e sistema di
scansione con un sensore.
Dotato di batterie ricaricabili, ha una autonomia di
circa 12 ore.
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Enti partecipanti
• Associazione Territoriale per
l’Integrazione “Il Volo Onlus”
Simona Punginelli
Via Saraceni, 26 - Massa Fiscaglia (FE)
Tel. 338.2813982
E-mail: [email protected]
• Associazione "Lo Specchio"
via Ghiara, 37 - 44100 Ferrara
c/o Maria Teresa Graziani
Tel. 349.6610968
E-mail: [email protected]
• Associazione “Dalla Terra alla Luna”
Via Certosa 27 - 44100 Ferrara
E-mail: [email protected]
• Associazione Italiana Dislessia (A.I.D.)
Tel. 0532.909300 333.3664296
Via XX Settembre - 44100 Ferrara
http://xoomer.virgilio.it/aid.ferrara/
E-mail: [email protected]
• Ente Nazionale Sordomuti (E.N.S.)
Sede ENS di Ferrara – Via Foro Boario, 55
Tel. 0532.909181, Fax 0532.909181
E-mail: [email protected]
• Unione Italiana Ciechi (U.I.C.)
Via Cittadella 51- 44100 Ferrara
Tel. 0532.207630
• Centro Servizi Consulenze (C.S.C.)
del Comune di Ferrara
Via XX Settembre,152 - 44100 Ferrara
Tel. 0532.311420
E-mail: [email protected]
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• Servizio Salute Mentale Infanzia e Adolescenza
(S.M.R.I.A.) Ferrara
Via Messidoro, 20 - 44100 Ferrara
Tel. 0532.235052
• Cooperativa sociale “Integrazione Lavoro”
Sede legale: Via De Pisis, 43 - 44100 Ferrara
Sede operativa: Via Raffanello, 77
44100 Baura (Fe)
Tel. 346.3769771 0532.415379 Fax 0532.903994
E-mail: [email protected]
• Centro H
Via Ungarelli 43 - 44100 Ferrara
Tel. 0532.903994
E-mail: [email protected]
• Biblioteca Comunale “G. Pasini” di Massafiscaglia
Via Castello, 7 - 44025 Massa Fiscaglia (FE)
Tel. 0533.53758
E-mail:[email protected]
• Associazione Teatro Cosquillas
Sede Legale: c/o Tiziana Di Girolamo
Via Ribaltina, 20 - Codrea (FE)
E-mail: [email protected]
• intelliWARE snc
Via Vigne, 3 - 44100 Ferrara
www.i-ware.it
E-mail: [email protected] [email protected]
[email protected]
Bibliografia
Abbott Chris, Symbols Now - uso dei simboli per le difficoltà di apprendimento e di comunicazione, Auxilia, 2002
AA.VV., La Comunicazione Aumentativa e Alternativa, Leonardo s.r.l., Reggio Emilia
Burkhart Linda J., Comunicazione Aumentativa Totale nella scuola dell’infanzia, traduzione di P. Bombardi, M. Cundari, G. Fronticelli, C. Marchese, A. Molteni, M. Sabbadini,
Omega Edizioni, 2006
Gava Maria Luisa, Comunicazione Aumentativa Alternativa tra pensiero e parola.
+ cd Le possibilita' di recupero comunicativo nell'ambito delle disabilità verbali e cognitive, Franco Angeli Editore, 2007
Mingroni Severino, La mia giornata tipo: diario di un locked-in
Il file pdf (circa 2,23, Mb) è scaricabile all’indirizzo
http://staminali.aduc.it/documenti/SeverinoMingroni_LaMiaGiornataTipo_2004-06-24.pdf
Scascighini Gabriele, Comunicazione Aumentativa e alternativa. Esperienze in regioni di
lingua italiana, Edition SZH-SPC
Leonardo International, Io sonoMichele, piacere di conoscerti. Un’esperienza di CAA, 1999
Sarti Paola, Le prime facilitazioni al bambino con difficoltà di comunicazione, Auxilia, 2003
Temple Grandin, Pensare in immagini e altre testimonianze della mia vita di autistica,
Erickson Edizioni, 2007
INDIRE-MIUR-Centro@usili IRCCS E. Medea. Comunic-azione: esperienze con studenti con
difficoltà nella comunicazione orale e scritta. 2008
Warrik Anne, Comunicare senza parlare, Traduzione di P.Bombardi, E. Favero,
M. Sabbadini, A. Shindler., Omega Edizioni, 2003
Link commerciali
www.leonardoausili.it www.easylabs.it www.anastasis.it www.auxilia.it
Link non commerciali www.iocomunico.it
www.midisegni.it
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Progetto grafico studioGualandi Ferrara
Stampa: Tipolito Sangiorgio
Ferrara, Aprile 2009
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