Pagina 1 INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI inarcos 698 15:47 1876 ANNO LXIV - APRILE 2009 (3) Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b - Legge 662/96 - Fil. Bologna - € 3,30 BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13 698 mensile di tecnica e informazione dell’associazione ingegneri e architetti e del collegio costruttori della provincia di bologna notiziario del collegio regionale ingegneri e architetti dell’emilia-romagna notiziario della federazione degli ordini degli ingegneri della regione emilia-romagna INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI 28-04-2009 aprile 2009 + copertina 698 ■ pag 249 ■ pag 261 ■ pag 282 Convegno del 18 febbraio 2009: “La nuova normativa sulla radioattività naturale, il gas radioattivo Radon nelle abitazioni, quali implicazioni sull’attività dei progettisti” La rete di stazioni fisse GPS della Regione Emilia Romagna: implicazioni sulle operazioni di rilievo topografico Un primo approccio al fotovoltaico: la guida del GSE e le ultime novità legislative ■ Intervento di restauro conservativo e miglioramento strutturale del teatro Comunale “Ebe Stignani” di Imola ANDREA BENEDETTI, ALESSANDRO BETTINI, ALESSANDRO BATTAGLIA ■ Convegno del 18 febbraio 2009: “La nuova normativa sulla radioattività naturale, il gas radioattivo Radon nelle abitazioni, quali implicazioni sull’attività dei progettisti” ■ La rete di stazioni fisse GPS della Regione Emilia Romagna: implicazioni sulle operazioni di rilievo topografico MARCO PASQUINI ■ L’impiego delle tecnologie FRP nel recupero strutturale di Edifici Storici LINO CREDALI ■ Dall’Istituto di Istruzione Professionale Edile ■ Efficienza energetica e certificazione ■ NOTIZIARI: Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna - Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna - Ancebologna - Asso ■ RUBRICHE: Corsi&Convegni @ @ @@@@ @ @@@ @ @ @@ @ @@@ @ @@@ @ @ @@ @ @ @ @ @@@@ @ @@ @ PerCorsi AREA COSTRUZIONI MURATORE CAPOCANTIERE DECORATORE TECNICA DELL’AFFRESCO IL RESTAURO DELLE FINITURE E DEGLI ELEMENTI DECORATIVI ITALIANO TECNICO PER STRANIERI ADDETTO DI CANTIERE PER MIGRANTI GRUISTA OPERATORE MACCHINE MOVIMENTO TERRA istituto professionale edile AREA PROGETTAZIONE E GESTIONE ATTESTAZIONI SOA AGGIORNAMENTO IN DIRITTO URBANISTICO USO PROGRAMMI SPECIALISTICI PER CONTABILITA’ COSTRUZIONI IN MURATURA CON RIFERIMENTI ALLA SISMICA PROGETTO DI STRUTTURE IN C.A. CON IL METODO AGLI STATI LIMITE LA PROGRAMMAZIONE LAVORI GESTIONE DELLA COMMESSA EDILE TIROCINIO PER ASSISTENTE TECNICO EDILE IIPLE Istituto per l’Istruzione Professionale dei Lavoratori Edili di Bologna e provincia Sede di Bologna Via del Gomito 7, 40127 Bologna Tel. +39 051327605 Fax +39 051326668 e-mail: [email protected] Tel. 051/327605 Sede di Imola Via Calamelli 19, 40026 Imola (Bo) Tel. e Fax: +39 0542641756 e-mail: [email protected] CPTO Edilizia Bologna Comitato Paritetico Territoriale Operativo per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro in edilizia di Bologna e provincia IIPLE è un ente con Sistema Qualità Certificato UNI EN ISO 9001/2000 CPTO Edilizia Bologna www.edili.com AREA INFORMATICA AUTOCAD DI BASE E AVANZATO ISTRUZIONI AUTOCAD UTILIZZO DELL’INFORMATICA PER LA REDAZIONE DEL POS PRIMUS CONTABILITA’ LA PROGRAMMAZIONE LAVORI CON MS PROJECT AREA SICUREZZA SICUREZZA E SALUTE PER DIPENDENTI RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA RESPONSABILE SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE E/O ESECUZIONE LAVORI ADDETTO ALLA PREVENZIONE INCENDI ED EVACUAZIONE ADDETTO AL PRONTO SOCCORSO ADDETTO ATTIVITA’ DI RIMOZIONE, BONIFICA E SMALTIMENTO AMIANTO RISCHIO CADUTE DALL’ALTO E UTILIZZO SISTEMI ANTICADUTA CORSO PER MONTATORI DI PONTEGGI MONTAGGIO, SMONTAGGIO ED USO DEI TRABATTELLI AREA APPRENDISTATO TECNICO DI CANTIERE EDILE TECNICO CONTABILE CARPENTIERE OPERATORE EDILE ALLE STRUTTURE E ALLE INFRASTRUTTURE OPERATORE AMMINISTRATIVO SEGRETARIALE FORMAZIONE PER TUTOR AZIENDALE AREA AMBIENTE&ENERGIA FONTI RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA I SISTEMI A CAPPOTTO Porotherm Plan plus. 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Bologna - € 3,30 BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13 698 organo di informazione di: Associazione Ingegneri e Architetti di Bologna - Associazione Ingegneri e Architetti di Ferrara - Associazione Ingegneri e Architetti di Modena - Associazione Ingegneri e Architetti di Ravenna - Ordine degli Ingegneri di Bologna - Ordine degli Ingegneri di PesaroUrbino - Collegio degli Ingegneri e Architetti di Cesena e Comprensorio - Collegio Regionale degli Ingegneri e Architetti Emilia-Romagna - Collegio Costruttori di Bologna - Federazione degli Ordini degli Ingegneri dell’Emilia-Romagna - Asso: Ingegneri, Architetti Liberi Professionisti in Europa rivista mensile edita dalla Associazione Ingegneri ed Architetti della Provincia di Bologna (proprietaria). Distribuita gratuitamente agli associati Spedizione in A.P. - 45% Art. 2 Comma 20/b Legge 662/96 - Fil. Bologna Chiuso in tipografia il 28/4/2009 DIRETTORE RESPONSABILE ALESSANDRO COCCHI Direttore Amministrativo: Rocco Iascone Comitato di Redazione: Barbara Bartoli, Antonio Bonora, Armando Brath, Alessandro Cocchi, Raffaele Dalle Donne, Alessandro Damilano, Pier Paolo Diotallevi, Raffaele Frattarolo, Nicoletta Gandolfi, Giovanni Gasparini, Pierluigi Gradari, Rocco Iascone, Giuseppe Lazzari, Stefano Manservisi, Alessandro Marata, Luigi Amedeo Melegari, Felice Monaco, Roberto Patitucci, Carmine Preziosi, Alberto Rosotti, Umberto Rossini, Adolfo Scagnolari, Giovanni Semprini, Alessandro Specchio, Mauro Toschi Direzione, Redazione e Amministrazione: Bologna - Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna Tel. 051.231815 - Fax 051.261819 E-mail: [email protected] Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 3131 in data 29-4-65. Abbonamento annuale: € 31,00 (Copia singola € 3,30). 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Per sottoporre articoli da pubblicare sulla rivista consultare le “norme” presenti sul sito www.assiabo.it ARTICOLI ■ Intervento di restauro conservativo e miglioramento strutturale del teatro Comunale “Ebe Stignani” di Imola ANDREA BENEDETTI, ALESSANDRO BETTINI, ALESSANDRO BATTAGLIA __________________________ 233 ■ Convegno del 18 febbraio 2009: “La nuova normativa sulla radioattività naturale, il gas radioattivo Radon nelle abitazioni, quali implicazioni sull’attività dei progettisti” __ 249 ■ La rete di stazioni fisse GPS della Regione Emilia Romagna: implicazioni sulle operazioni di rilievo topografico MARCO PASQUINI ________________________________________________________________ 261 ■ L’impiego delle tecnologie FRP nel recupero strutturale di Edifici Storici LINO CREDALI __________________________________________________________________ 267 D A L L’ I S T I T U T O D I I S T R U Z I O N E P R O F E S S I O N A L E E D I L E ■ La Seconda Gara Provinciale del Muratore CECILIA ALESSANDRINI __________________________________________________________________ 281 EFFICIENZA ENERGETICA E CERTIFICAZIONE ■ Un primo approccio al fotovoltaico: la guida del GSE e le ultime novità legislative DARIO VANNINI, SONIA SUBAZZOLI ________________________________________________________ 282 NOTIZIARI ■ Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna ________________________ 301 ■ Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna__________________________________________ 304 ■ Ancebologna ______________________________________________________________________ 320 ■ Asso ______________________________________________________________________________ 324 RUBRICHE ■ Corsi&Convegni ____________________________________________________________________ 326 La pubblicazione degli articoli non significa riconoscimento ed approvazione da parte della Direzione, delle opinioni o delle teorie espresse dagli Autori. Si accettano memorie o deduzioni anche in contrasto con quanto già pubblicato, salvo il diritto di replica da parte degli interessati. È vietata la riproduzione, anche parziale, degli scritti senza citarne la fonte. LA COPERTINA DEL MESE Adeguamento sismico come estrema sensibilità nel recepire la fondamentale importanza che ogni particolare può avere a fronte di evento eccezionale che porti l’edificio a dover contrastare forze di enorme entità che improvvisamente agiscono in direzione diversa da quella che era stata calcolata per i carichi verticali. Res.In.Tec Italia®, Restauri Innovativi Tecnologici s.r.l. risulta essere ad oggi una delle più qualificate aziende italiane per l’ adeguamento sismico e normativo mediante l’utilizzo di sistemi compositi e di molteplici tecnologie per il consolidamento di solai e murature, per l’iniezione di solfatoresistenti in pareti e murature a sacco, per la pulizia non invasiva di superfici ed ogni opera generale o altamente specifica di restauro. L'attenzione costante, l’ impegno sempre maggiore e l'esperienza acquisita ci pongono come punto di riferimento per il restauro conservativo. Siamo in grado di fornire consulenza e diagnostica a 360 gradi, assistenza per la progettazione degli interventi e per il dimensionamento di rinforzi, in sinergia con i progettisti indichiamo le corrette procedure da adottare e siamo in grado di operare per la fornitura di interventi di studio preliminari comprendenti documentazione storica, documentazione grafica, rilievo, rilevamento dello stato di conservazione, degli interventi precedenti e della tecnica di esecuzione, documentazione fotografica, indagini conoscitive e diagnostiche, saggi per la messa a punto dell’intervento, ecc. Res.In.Tec Italia oltre ad aderire a numerose associazioni del settore risulta in possesso di certificazione di qualità ISO 9001:2008 (Italiana ed Europea) e di Attestazione SOA su molteplici categorie. ...la specializzazione è la nostra forza. Via Serra, 22 – 40012 Calderara di Reno (BO) Via Statale, 88 – 44042 Cento (FE) Tel. 051.72.57.63 Fax 051.72.67.72 www.resintec.it - [email protected] Intervento di restauro conservativo e miglioramento strutturale del teatro Comunale “Ebe Stignani” di Imola Andrea Benedetti Dipartimento DISTART, Università di Bologna Alessandro Bettini Architetto,Progettista e Direttore Lavori Architettonici, Coordinamento generale Alessandro Battaglia Direttore Tecnico Impresa Res.In.Tec. Italia INTRODUZIONE Il teatro di Imola intitolato ad Ebe Stignani, è un raro esempio di teatro a pianta ellittica tra quelli esistenti in Italia; inoltre, particolarità nella particolarità, è ricavato all’interno di una chiesa gotica, la chiesa superiore di San Francesco realizzata nel XIV secolo e requisita, insieme a gran parte dei beni ecclesiastici, in epoca napoleonica. La chiesa era realizzata sul lato sud del chiostro del convento dei frati francescani, insolitamente vicina al convento dei domenicani poco più in là, oltre l’attuale via Quarto. Lunga 50 metri, larga 18 ed altrettanto alta, era a navata unica con abside a est di cinque lati (ancora quasi intatto all’esterno) di cui si può ammirare il magnifico coronamento di copertura. Il tetto era a due falde e poggiava su 17 capriate a doppia catena con luce libera di ben quindici metri. Ai due lati della navata della chiesa inferiore erano invece realizzati due ambulacri che si affacciavano l’uno sulla via Emilia, a sud a formare un portico, e l’altro sul cortile interno a nord. Si accedeva alla chiesa superiore dall’attuale piazza Abate Ferri attraverso un grande scalone esterno a due rampe contrapposte collocato sulla facciata principale orientata a ovest, chiaramente delineato nella stessa mappa di Leonardo che mostra anche una scala a rampa unica a fianco dell’abside tangente alla via Emilia. Sul lato opposto, a fianco dell’abside, svettava un massiccio campanile coevo di cui si può vedere ancora oggi la sagoma, purtroppo scapitozzata. La facciata sud sulla via Emilia era scandita dai 9 grandi pilastri, con 8 arcate che ancora si intravedono, corrispondenti alle campate che definivano lo spazio della chiesa, dall’aula al transetto, prima dell’abside. ORIGINI DEL TEATRO NELLA CHIESA All’inizio dell’ottocento a Imola c’era tanta voglia di Teatro e così alcuni facoltosi imolesi, nel 1810, si associa- SOMMARIO L’estensione delle zone a rischio sismico e soprattutto i recenti avvenimenti nazionali impongono una rivisitazione critica dei livelli di rischio associati alle varie tipologie di edifici e una decisione in merito al rischio accettabile e a quali interventi siano necessari per raggiungerlo. Sempre maggiore importanza hanno assunto soluzioni di ultima generazione nel campo del restauro e dell’adeguamento sismico e normativo che consentono sistemi progettuali non invasivi, rapidi da installare e durevoli nel tempo. Dall’evoluzione dei compositi frp nascono sistemi compositi in acciaio al carbonio che offrono ulteriori vantaggi quali la resistenza al fuoco, la traspirabilità e la possibilità di un facile pretensionamento. Nell’articolo seguente viene esposto in dettaglio la procedura seguita nel rinforzo ed adeguamento normativo con certificazione 600 Kg. di carico e R90 di resistenza al fuoco del “Teatro Ebe Stignani” di Imola (BO), che per situazioni analoghe può essere utilizzata come guida. SUMMARY The broad expanse of the seismic areas and the recent national events impose upon us the need for a critical review establishing the risk levels for different types of buildings in order to make a decision on that which is to be considered an acceptable risk and which actions are necessary to achieve it. Latest generation solutions in the restoring and compliance to the seismic rules have become more and more important as they allow projects that are not invasive, quick to install and durable. From the evolution of the frp composites come new carbon steel composite systems that offer further advantages such as fire-proofing, persperation and the possibility of easy early retirement. The following article shows in detail the procedure for the reinforcement in compliance to the rules with Certification of 600 kgs of peak load and R90 of fire-proofing of the “Ebe Stignani Theatre” of Imola Bologna. This procedures could be used as a guideline for similar situations. inarcos 233 234 1 2 rono e diedero il via alla realizzazione del “Teatro dei Signori Associati” o “Teatro di Cerere”. Non è il teatro di Cosimo Morelli, l’architetto che tanta parte aveva avuto nel “rinnovo” architettonico e urbanistico del settecento imolese ; il magnifico teatro a tre bocche del foro boario, costruito nella seconda metà del ‘700 per conto di sedici cavalieri associati, che era stato il suo orgoglio e per il quale aveva pubblicato in proprio un piccolo trattato in folio di architettura teatrale dedicato a sua eccellenza la Signora Marchesa Lilla Cambiaso, era già andato a fuoco la notte del 5 febbraio del 1797. Dopo vari tentativi di costruire un nuovo teatro, nel 1810 i Signori Associati, acquistano dalla Direzione Demaniale la chiesa soppressa di San Francesco per trasformarla in teatro. Il progetto venne affidato a Giuseppe Magistretti, imolese, che lo realizzò in due anni terminandolo nel 1812, e la vendita sulla carta dei palchi servì a sostenere l’impresa. Con un’operazione tanto geniale quanto semplice, ma solo apparentemente, Magistretti, e non Morelli, realizza il nuovo teatro romantico, ricco di ori e di velluti, a pianta ellittica tagliando i due pilastri della quarta campata e scaricando poi le spinte conseguenti attraverso due grandi arconi simmetrici posti tra i pilastri della terza e della quinta campata, come ben si vede ancor oggi dalla via Emilia e dal cortile interno. L’opera di Magistretti è splendidamente documentata con una sua planimetria a colori, conservata presso la Biblioteca Comunale di Forlì, e con tre sue tavole, anch’esse colorate, conservate all’Archivio di Stato di Milano, che rappresentano rispettivamente la facciata e lo spaccato trasversale , lo spaccato longitudinale , tre piante ai piani terra, primo e secondo del “Nuovo Teatro della Città di Imola nella soppressa chiesa di S. Francesco”. L’ellisse che definisce la sala è una figura perfetta con asse da 16,60 metri in direzione est-ovest e 11,40 metri in direzione nord-sud, contornato da tre ordini di 19 palchi e soprastante galleria. Il progetto della facciata era caratterizzata, al primo ordine, arretrato rispetto al secondo, da un grande arco sull’ingresso principale affiancato da due simmetrici più piccoli ai lati e da tre grandi finestre con lunette sulla sala del ridotto, al secondo ordine, con quattro lesene e timpano superiore sormontato da tre figure ai vertici. Il nuovo teatro, inaugurato nell’agosto del 1812 fu chiuso al pubblico poco dopo nel 1815, con Pio VII e la restaurazione, perché ricavato all’interno di un edificio sacro. Per sedici anni gli imolesi si adattarono, come già prima era avvenuto, ad un teatro provvisorio sistemato nella Sala del Consiglio Comunale. Solo nel 1831, grazie all’impegno di Cesare Codronchi Angeli, il papa Gregorio XVI ne permise la riapertura a condizione che venisse rimossa ogni apparenza di chiesa. Furono avviati gli indispensabili lavori di restauro; in quell’anno il Magistretti elabora un ulteriore progetto della facciata principale ( Pianta ed elevazione della facciata del nuovo teatro d’Imola - disegno acquerellato conservato presso la Biblioteca Comunale di Imola) per modificare la facciata e dotarla di una balconata, poco profonda con balaustra. Il teatro riprende la sua attività e in breve tempo la sua fama si espande oltre i limiti del ristretto ambito regionale. Probabilmente a quel momento la facciata non era ancora stata del tutto completata, venne infatti eseguita più tardi con modifiche ed in particolare con l’aggiunta di un portico e sovrastante terrazza con accesso dal ridotto, come nell’uso dell’epoca e come ancor oggi vediamo dalla piazza Abate Ferri (figura 1). Nel 1846 i Signori Associati vendettero il teatro al Comune, da quel momento divenne appunto Teatro Comunale, ma i palchi rimasero di proprietà privata. Vi furono rappresentate importanti opere liriche e si sparse la fama dell’ottima acustica del luogo; l’attività proseguì intensamente fino al 1852, quando il teatro venne temporaneamente chiuso per essere completamente restaurato. L’opera fu condotta sotto la direzione dell’architetto Ricciardelli tra il 1853 e il ’56. L’ingegnere comunale Antonio Cerchiari si occupò della ristrutturazione del inarcos 3 4 coperto e del plafone. La decorazione pittorica fu affidata al pittore imolese Francesco Galassi e al figurista Paolo Sarti. Il palcoscenico si affacciava sulla sala avanzando col proscenio a contenere il primo e l’ultimo palco dei tre ordini. La sala era di 122 m2 circa e il palcoscenico, grandissimo, di circa 300 compresi gli spazi annessi fino all’abside. La volta leggera di sala era realizzata con una rigorosa orditura di centine e tambocci in legno con superficie d’intradosso in incannicciato e gesso, poggiante al perimetro e sostenuta dalle due capriate in legno tangenti, raddoppiate per questo nei loro elementi componenti (figura 2-3 e 4). L’elegante e profondo arco scenico, con l’intradosso inclinato verso il palco e appoggiato su quattro grandi mensole con volute ai lati, venne realizzato con una struttura “scatolare” in travi di legno racchiusa verso il palco e verso la sala con incannicciati intonacati a gesso, per accogliere nella superficie le decorazioni pittoriche. Il teatro riaprì nell’estate 1855; l’attività riprese da allora con regolarità se si esclude il periodo tra il 1859 e il 1866 tra fermenti risorgimentali e terza guerra d’indipendenza , nel 1931 il teatro offrì la sua ultima stagione di opera lirica poi venne chiuso dalle autorità perché non rispondeva alle nuove norme di sicurezza. L’Amministrazione dell’epoca non ritenne di dare corso ai lavori di adeguamento; di lì a poco la guerra, poi gli anni della ricostruzione in cui occorreva rispondere ai bisogni primari della popolazione rimandarono nel tempo il recupero dell’edificio cui si mise mano solo nella metà degli anni ’60 in uno stato di grave e generalizzato degrado. Nel 1965 e ‘66 il Genio Civile avviò i primi lavori di recupero. Venne fatto l’impiantito del palcoscenico, che è quello attuale e l’impiantito grezzo in muratura della platea, un tempo con struttura in legno. Venne rifatto il pavimento del ridotto del teatro con l’attuale veneziana, sostituendo il preesistente pavimento in listoni in legno, ancora presenti invece nelle due sale attigue. Furono rifatti parte dell’impianto elettrico e degli intonaci. Fu l’avvio di una lenta operazione di recupero complessivo della struttura, che prese una decisa accelerazione a partire dall’inizio del 1970, dopo l’approvazione del progetto definitivo e portò, al suo termine, alla riapertura del teatro nel 1974. Il problema più complesso fu quello delle uscite in quanto il teatro si trova al primo piano. Furono allargate o rifatte quasi completamente le scale che portavano al loggione e quelle a fianco della sala. Furono demolite alcune superfetazioni aggiunte nel tempo alla facciata interna al cortile della biblioteca. Quell’ala fatiscente fu sostituita con un nuovo fabbricato che ospita i camerini degli attori, i servizi di scena e di custodia. Furono costruiti ex novo i bagni, rimessi in ordine i palchi, ricavato il bar. Fu rifatta al piano terra l’abitazione del custode poi trasformata in uffici, furono rinnovate le coperture. Non si intervenne invece sulle strutture principali del tetto, sostenuto dalle poderose capriate in legno a doppia catena. L’intervento permise di riaprire il teatro ed anche di mettere in risalto alcuni elementi della chiesa trecentesca. Vennero messi in luce gli arconi superiori sulla facciata di via Emilia, si evidenziarono le finestrine gotiche originarie chiudendo le forature di epoca successiva. I lavori vennero portati a termine nel 1974 e nella primavera di quell’anno il teatro comunale, intitolato ad Ebe Stignani, venne riaperto al pubblico e riprese con regolarità la sua attività qualificandosi come uno dei più vivaci della regione (si vedano le piante e sezioni delle figure 5.a-5.f). L’indispensabile restauro ha mantenuto la struttura e le decorazioni eseguite alla metà dell’800. GLI INTERVENTI IN CORSO DI ULTIMAZIONE L’attuale progetto “2007-2009” degli interventi di conservazione e di recupero funzionale del Teatro Comunale “Ebe Stignani” di Imola si articola in più fasi temporali. inarcos 235 A Nelle pagine precedenti: 1 - Vista del porticato d’ingresso del Teatro Stignani (anni ‘70). 2 - Decorazioni della cupola in gesso di copertura della sala. 3 - Vista dell’orditura in legno a sostegno della cupola in gesso. 4 - Decorazioni della cupola : vista dalla sala (anni ’70). In queste pagine: 5 - Piante e sezioni della configurazione attuale del teatro. 6 - Vista di una volta in pietra in foglio dei corridoi. 6.1 - Palchetto 17-19 del III° ordine. B C L’intervento in corso è stato preceduto nel 2005-‘06 da un’operazione preliminare molto impegnativa di “bonifica” generale delle protezioni antincendio contenenti amianto – prescritte negli anni ’60-’70 dal ministero degli interni per la protezione antincendio in tutti i teatri - che interessavano la totalità delle strutture lignee di copertura, dalle principali fino ai più minuti travicelli della volta di sala. Il progetto ora in corso di realizzazione si pone i seguenti obiettivi: – l’abbattimento delle barriere architettoniche non solo per la fruizione da parte di persone diversamente abili che devono utilizzare sedie a ruote, ma anche per una più agevole accessibilità ai vari piani del teatro da parte persone di qualsiasi età e capacità motoria; – il riassetto funzionale delle parti di servizio dell’edificio e delle vie di fuga; – il restauro conservativo degli elementi storico-architettonici, pittorici e decorativi presenti; – il rinnovo della “macchina scenica” teatrale e dei suoi arredi. Si tratta di un progetto complesso su di un edificio articolato in più parti, di epoche diverse e trasformate in relazione alle funzioni assolte, connesse funzionalmen- D E 5 236 inarcos F 6 6.1 te tra loro a formare la struttura teatrale così come è giunta fino a noi. La pregnanza formale e la rilevanza storico – architettonica delle parti risultano anch’esse differenziate e articolate dalla maestosità e raffinatezza del teatro ottocentesco calato nel volume ecclesiastico del trecento, fino alle modeste strutture di servizio degli anni ’70, connotate da una certa povertà formale ed anche strutturale, passando per la dignitosa sobrietà del coevo edificio per gli uffici e i camerini. In sintesi il progetto comprende: – il consolidamento delle strutture lignee di copertura attualmente inadeguate, attraverso l’inserimento di capriate in acciaio, – la messa in opera di nuovi impianti di trattamento aria e climatizzazione per gli ambienti della sala, palchetti, sala del ridotto e spazi annessi, al fine di ottenere un adeguato comfort ambientale sia in estate che in inverno. La climatizzazione sfrutterà i fluidi caldi e freddi prodotti dal sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento di HERA Imola Faenza Srl con macchine remote non in ambiente, lontane dalla struttura teatrale. – Il restauro strutturale delle volte leggere d’incannicciato e gesso. – Il consolidamento di voltine sottili in mattoni nei palchi e nei loro corridoi. – La protezione passiva dal fuoco degli elementi strutturali e la dotazione di specifici elementi separanti e compartimentazioni antincendio; la protezione attiva attraverso la realizzazione di appositi impianti e dotazioni antincendio con la realizzazione di adeguate “vie di fuga”. – All’interno del cortile tra la Biblioteca ed il Teatro verrà realizzato un nuovo corpo di collegamento, con involucro a “facciata continua” in metallo e vetro, in luogo di quello preesistente in muratura. – In sotterraneo, al di sotto della biglietteria esistente e del nuovo corpo di collegamento, 5 metri al disotto della quota della via Emilia, verranno ricavati i nuovi servizi ed i vani tecnici della struttura. – Al 2° livello verranno realizzati i servizi igienici dedicati privi di barriere architettoniche. – Una sobria “torre ascensore” a pianta quadrata, collocata all’interno del cortile e dello stesso corpo di collegamento, metterà in comunicazione i livelli accessibili della struttura. – Verranno adeguati e rinnovati gli spazi della biglietteria, degli uffici e dei camerini dell’edificio “anni ‘70” entro il cortile. – Verranno restaurati attraverso operazioni di restauro scientifico gli ambienti costituenti il Teatro storico ottocentesco. – La “macchina scenica” del palcoscenico e le dotazioni ed apparati e arredi di scena verranno integralmente adeguati e rinnovati nel rispetto dei caratteri storicoartistici ed architettonici dell’edificio. L’intervento verrà completato con i restauri pittorici delle superfici decorate della volta e delle pareti di sala e del ridotto e dagli elementi d’arredo degli ambienti. I lavori, avviati il 26 febbraio 2007, verranno terminati nel dicembre 2009. L’INTERVENTO STRUTTURALE Le demolizioni dei pavimenti operate nel corso della prima fase di apertura del cantiere hanno mostrato l’esiguità delle strutture portanti del sistema dei palchi. Tale caratteristica è sicuramente derivata dall’aver eseguito il sistema dei palchi all’interno di uno spazio chiuso di dimensioni assegnate (figura 6). Nella situazione precedente ai consolidamenti, l’organismo murario del teatro presenta una notevole vulnerabilità sismica, conseguente alla possibilità che nel corso di uno scuotimento sismico le volte realizzate con mattonelle di cotto disposte a pietra in foglio possano perdere la forma geometrica e cadere per annullamento dell’effetto ad arco. A tale problematica si è cercato di dare risposta progettando e realizzando un sistema di rinforzo basato inarcos 237 7 - Vista dello schema di rinforzo mediante reticoli di strisce di rinforzo. 7.1 - Vista di sezione area di intervento. 8 - Vista degli elementi di rinforzo SRCM. 8.1 - Modellazione delle volte. 8.2 - Modello tridimensionale. 8.3 - Vista interna dei palchetti. 7 7.1 su di un reticolo di strisce di fili metallici unidirezionali applicati esternamente all’estradosso delle volte per mezzo di un legante idraulico (figura 7). Gli impalcati dei corridoi comprendono le volte in muratura di circa 30 mm di spessore, un riempimento di ulteriori 10 mm in chiave e un pavimento seminato alla veneziana. La necessità di mantenere le quote esistenti, ha limitato lo spazio disponibile agli interventi ai 10 mm di spessore superiormente alle volte in muratura. Gli interventi di consolidamento sono stati realizzati valutando lo stato di sollecitazione statica dell’edificio allo stato attuale, lo stato di sollecitazione statica dell’edificio con l’aumento di carico accidentale, lo stato di sollecitazione sismica dell’edificio ed i criteri e le tecniche di consolidamento e loro localizzazione spaziale. Si è pertanto optato per l’applicazione all’estradosso delle volte di compositi SRCM (steel reinforced cement matrix) che consentissero di ottenere il sovraccarico utile netto di 600 kg./m2 pur rispettando la condizione di resistenza al fuoco R90 per le strut238 inarcos ture portanti (figura 8). La soluzione prescelta, pur consentendo il passaggio degli impianti rispetto ai compositi in FRP realizzati con tessuto secco di carbonio rende accettabili le temperature che inevitabilmente si manifestano nelle volte in muratura in caso d’incendio. Le volte dei palchi essendo dei padiglioni sono state modellate con degli archi incrociati lungo le diagonali dei palchi stessi, costituite da elementi beam in muratura di rigidezza equivalente, quelle dei corridoi che sono di tipo a botte, sono state, invece, modellate con archi paralleli equidistanti. Le strisce unidirezionali di micro trefoli di acciaio nichelato hanno una larghezza di 100 mm ed un’area specifica di 0,19 mm2/mm. Resistono a tensioni fino a valori di circa 2800 MPa, ma come è usuale per le armature applicate esternamente per incollaggio, la tensione critica risulta essere quella di de laminazione. Come accade per le strisce FRP, tale tensione dipende dall’energia di frattura specifica dell’interfaccia, e nel caso di mattoni di laterizio in generale si raggiungono alla de laminazione circa 1000 MPa di tensione. I materiali SRCM consentono tuttavia una notevole miglioria rispetto alle soluzioni con C-FRP, in conseguenza della loro capacità di essere attorcigliati senza creare nessun danno alle fibre stesse. Nel caso in esame per ciascuna striscia di SRCM sono state eseguite due perforazioni a trapano nelle murature di confine delle volte, inserendo in tali fori due code attorcigliate ottenute dalla parte terminale della striscia. Attraverso tale accorgimento la tensione di de laminazione effettiva può essere anche notevolmente superiore al valore teorico. METODO DI ANALISI Per determinare le sollecitazioni si è adottata un’analisi dinamica modale di tipo lineare con spettro di risposta. Di fatto sono stati considerati 200 modi di 8.3 8 8.1 8.2 vibrare riuscendo ad eccitare l’85% della massa in entrambe le direzioni X e Y. La combinazione dei modi, al fine di calcolare sollecitazioni e spostamenti complessivi, è stata effettuata adottando una combinazione quadratica tipo CQC avendo rispettato la condizione che il periodo di vibrazione differisca di almeno il 10% da tutti gli altri. Le analisi di tipo elastico lineare costituiscono un buon compromesso per la modellazione delle strutture murarie fornendo risultati nel complesso attendibili senza pregiudicare il costo computazionale dei calcoli e garantendo un controllo ottimale dei parametri di modellazione; tale tipo di analisi infatti è previsto dalle più aggiornate normative antisismiche. Con questo modo di procedere naturalmente, si riesce a valutare il comportamento della struttura nel suo complesso, rimandando l’indagine su problematiche locali e di tipo particolare, a tecniche diverse e più appropriate alla risoluzione del singolo problema. Il progetto è stato svolto predisponendo un modello agli elementi finti per l’analisi sismica del complesso murario e definendo il sistema di rinforzo sulla base dei valori delle azioni interne e delle direzioni principali di trazione e compressione. In particolare la resistenza a flessione di una volta si esplica attraverso l’incurvamento della curva delle pressioni fino a toccare le superfici superiore o inferiore della volta. La presenza di un rinforzo all’estradosso è in grado di incrementare la capacità a sostenere momenti negativi della volta attraverso la traslazione verso l’alto della zona ove il passaggio della curva delle pressioni risulta ammissibile. DESCRIZIONE DELL’AZIONE SISMICA Il modello di riferimento per la descrizione del moto sismico in un punto della superficie del suolo è costituito dallo spettro di risposta elastico. Lo spettro di riferimento è quello indicato nella Norma vigente D.M. 14/09/2005. Inoltre il moto orizzontale è consi- inarcos 239 9 - Piante delle griglie di rinforzo disposte ai tre piani strutturali. 10 - Vista dello schema di rinforzo della galleria. 11 - Particolare di un rinforzo dei parapetti della galleria. In ultima pagina: 12 - Vista della sala dal palcoscenico ( anni ’70). 13 - Vista della sala dal palco reale ( anni ’70). 9 derato composto da due componenti orizzontali indipendenti, caratterizzate dallo stesso spettro di risposta. Per definire correttamente tale spettro è necessario valutare il tipo di terreno presente. Nel caso in studio è stata adottata la seguente categoria di profilo stratigrafico del suolo di fondazione: categoria C - depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate o di argille di media consistenza. PROGETTO DEL RINFORZO La lunghezza ottimale di ancoraggio è stata valutata considerando Dove: Ef è il modulo di elasticità normale della fibra in direzione della forza; fmtm è la resistenza media a trazione della muratura. L’energia specifica di frattura del legame di aderenza rinforzo-muratura è definita come: nella quale fcm è la resistenza media a compressione della muratura. Il valore di progetto della massima forza, trasmissibile da un rinforzo di lunghezza pari o superiore a quella ottimale di ancoraggio dipende dalle caratteristiche geometriche e meccaniche del rinforzo stesso e dalle caratteristiche dell’ interfaccia in accordo con la relazione: 240 inarcos 10 11 Dove: γR,d il coefficiente parziale di sicurezza del modello di resistenza (aderenza); κm è un coefficiente correttivo di natura sperimentale. Al quale corrisponde la seguente tensione: no appena inferiori a quelle ottenute con la combinazione agli SLU. Nei calcoli di progetto dei rinforzi che seguono per le aree sopra descritte, i valori delle caratteristiche delle sollecitazioni sono state riferite al filo con la muratura di appoggio dei solai, evitando di essere eccessivamente pessimisti nella scelta delle sollecitazioni di progetto, considerando le sollecitazioni delle travi di solaio in corrispondenza degli assi delle pareti. Considerando che l’intervento è stato eseguito all’estradosso di ogni solaio, non potendo rinforzare per il momento positivo, ma solo per i negativi di estremità, il diagramma del momento flettente è stato opportunamente traslato verso l’alto per considerare la plasticizzazione della sezione centrale. Nelle successive figure sono illustrate le distribuzioni di strisce di rinforzo adottate per i differenti impalcati a servizio dei palchi (figure 9.a-9.c). Nel caso di volte a crociera, il sistema strutturale si comporta come una griglia composta di due archi incrociati, e dunque la capacità portante può essere aumentata disponendo croci di tessuti d’acciaio (figura 10) Lo schema a tirante d’estradosso si presta a molte soluzioni e consente notevoli risparmi per raggiungere un miglioramento della resistenza di strutture curve. Jurina (2004) ha presentato una notevole varietà di soluzioni per eseguire rinforzi con catene curve anche pretese. Attraverso lo schema adottato si raggiunge una notevole connessione tra il sistema delle volte e le pareti perimetrali, impedendo di fatto l’allontanamento delle pareti stesse e la perdita di appoggio delle volte. Lo stesso schema di rinforzo è stato adottato anche per i parapetti dei palchi, utilizzando un composito di assi di legno con interposto un tessuto di fili d’acciaio per realizzare il sistema resistente alle forze orizzontali del pubblico. Allo scopo di prevenire il meccanismo di delaminazione, è stato possibile ricorrere ad una procedura semplificata consistente nel verificare che allo SLU la tensione nel composito fibrorinforzato non ecceda un valore massimo, ffdd,2, fornito dalla seguente relazione: Come precedentemente detto nella fase di descrizione del modello, i solai delle volte a botte dei corridoi e dei padiglioni dei palchi sono stati modellati con delle “beam” disposte ad arco per cogliere le caratteristiche della sollecitazione della porzione di orizzontamento compresa tra due archi consecutivi. Ogni arco è stato approssimato con una poligonale di sei lati. In questo modo è stato possibile cogliere lungo lo sviluppo di ciascun arco il valore dello sforzo assiale e del momento flettente. Dallo studio d’insieme della struttura e dalla successiva analisi dei risultati si è appurato che le condizione di carico più svantaggiose sono quella agli stati limite ultimi e quelle con azione sismica dominate agente in direzione ortogonale all’asse di simmetria del teatro. Infatti questa azione sismica produce degli effetti torsionali nella struttura a seguito dell’elevata eccentricità tra il centro di massa e quello di taglio per ogni impalcato. Tuttavia, sempre nel caso di carico sismica descritta, le sollecitazioni prodotte sugli orizzontamenti resta- inarcos 241 12 13 CONCLUSIONI Costruzioni di Imola e l’ing. Gianfranco Zoli per aver messo a disposizione gran parte del materiale fotografico e progettuale relativo agli interventi effettuati sul Teatro Ebe Stignani; in tale modo è stato possibile presentare un esempio di realizzazione che può essere di qualche utilità anche in altri casi analoghi. Nella nota si è descritta la storia costruttiva e gli interventi di protezione sismica attualmente in corso presso il teatro Comunale Ebe Stignani di Imola. Il teatro è un’importante costruzione del tessuto edilizio del Centro Storico di Imola, e in quanto tale ha sempre svolto una funzione di spazio pubblico formale nelle attività della città. Attualmente, i gravi problemi sismici e le problematiche di sicurezza dei luoghi pubblici ne hanno richiesto un adeguamento strutturale, che fermi restando i vincoli architettonici e tecnologici non poteva essere risolto se non facendo ricorso ad una tecnica di consolidamento basata su materiali compositi innovativi. Proprio per le problematiche di resistenza al fuoco la scelta è caduta sui tessuti unidirezionali di fili metallici che mostrano una notevole versatilità nella realizzazione di interventi geometricamente complessi nei quali la resistenza anche in caso d’incendio possa essere una delle richieste qualificanti. Il progetto delle reti di strisce necessarie a garantire la sicurezza in caso di sisma è stata svolta con tecniche di calcolo tradizionali ma introducendo concetti di consolidamento appropriati per la tecnica adottata. Il risultato ha mostrato le notevoli potenzialità di tecniche di rinforzo basate sulla scelta di traiettorie di tensione come griglia portante del sistema di rinforzo. La scelta di rinforzi SRCM ha evidenziato la possibilità di soddisfare contemporaneamente esigenze di tipo sismico con esigenze di resistenza alle alte temperature, sebbene ad oggi un metodo di calcolo per la resistenza al fuoco dei rinforzi non sia ancora assodato. RINGRAZIAMENTI Si ringraziano la ditta RES.IN.TEC Italia Srl di Calderara di Reno, la ditta CESI Impresa Generale 242 inarcos BIBLIOGRAFIA 1. CNR, (2005), Guidelines for Design, Execution and Control of Strengthening Interventions by Means of Fibre-reinforced Composites, Bulletin DT 200/2004, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma, Italy (english version). 2. Benedetti A., (2003), “Composite Innovative Materials in Structural Repairing”, CDS 2 - The Conceptual Design of Structures, CI Premiere Ltd, Singapore. 3. Benedetti A., Mangoni E., Montesi M., Steli E., “Verifiche di sicurezza ed interventi di consolidamento della chiesa di S. Martino in Casola”, INARCOS, LXII(680), Bologna. 4. Aprile A., Benedetti A., Cosentino N., “Seismic Reliability of Masonry Structures Strengthened with FRP Materials”, 100th Anniversary Earthquake Conference, San Francisco, April 18-22, 2006, paper n° 1677 5. Benedetti A., Steli E., “Analytical Solution of the Shear – Displacement Curve for Reinforced Masonry Panels”, The Tenth North American Masonry Conference, St. Louis, Missouri - June 3-6, 2007, ISBN 1929081-28-6 6. Benedetti A., Camata G., Mangoni E., and Pugi F., “Out of Plane Seismic Resistance of Walls: Collapse Mechanisms and Retrofit Techniques”, The Tenth North American Masonry Conference, St. Louis, Missouri - June 3-6, 2007, ISBN 1-929081-28-6 7. Poggi C., Fava G., (2008), “Il controllo di accettazione dei materiali fibrorinforzati per il rinforzo strutturale”, I Quaderni Tecnici di Assocompositi, 1, Milano. ■ ISOLTES: feltri isolanti elastici di elevata densità in fibre di poliestere con caratteristiche fonoimpedenti e antivibranti ISOLGUMMI: materassini isolanti elastici composti da granuli di gomme riciclate da impiegare nei sistemi di pavimento galleggiante ISOLESP: materassini isolanti elastici in PE o PP da impiegare principalmente come fasce perimetrali e desolidarizzanti per massetti e calze antivibranti per colonne di scarico ISOLNAT: pannelli in fibra di legno naturale da utilizzare singoli o accoppiati per soddisfare criteri di isolamento acustico e termico Tecnoacustica ti offre le migliori soluzioni di termoacustica, anche personalizzate, realizzate nel completo rispetto dell’ambiente. 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E questo grazie all’inerzia termica delle pareti pesanti, come quelle in blocchi Alveolater® e Alveolater®Bio Stabila, che sono dotate non solo di elevate qualità isolanti, ma anche di una massa che accumula e rilascia il calore in maniera complessa, smorzando i picchi della temperatura esterna e differendoli nel tempo. L’inerzia termica, dimostra la ricerca, esalta le prestazioni energetiche delle pareti tanto in inverno quanto e soprattutto d’estate, creando le migliori condizioni di benessere abitativo con una drastica riduzione dei consumi energetici, sia per il riscaldamento che per il raffrescamento. i Soddisfa nno a l’ r e p ri valo 2e0i de1cre0ti d 5 192/200 6 311/200 Blocchi Alveolater®Stabila 38. Scheda di valutazione termoigrometrica interno esterno Parete in blocchi Alveolater® Stabila 38(1) • spessore complessivo cm 41,5 Trasmittanza U(2) 0,33 W/m2K Peso parete 415 kg/m2 Potere fonoisolante 54 dB Resistenza al fuoco R.E.I.min. 180 1,5 38 41,5 2 (1) Posti in opera con malta termica e intonaco isolante. (2) Valore determinato sulla base della norma Uni En 1745:2005. Alla verifica di Glaser la parete non forma condensa. Consigli e soluzioni per la progettazione Laterpoint - Isola Vicentina (Vi) - Via Capiterlina 141 tel. 0444 599011 - fax 0444 599040 - [email protected] - www.gruppostabila.it Gruppo Stabila - Isola Vicentina (Vi) - Via Capiterlina 141 • Stabilimenti: Capiterlina Isola Vicentina (Vi) - Atesina/Zaf Ronco all’Adige (Vr) - Sel Modena - Fornace di Dosson Dosson di Casier (Tv) Ricerca Analisi delle prestazioni termiche dell'involucro in laterizio valutate in regime dinamico nel sistema edificio in un contesto climatico mediterraneo patrocinata dal Consorzio Alveolater® e dal Dipartimento di architettura e pianificazione territoriale dell'Università di Bologna. La ricerca ha confrontato le prestazioni energetiche e le condizioni di benessere abitativo di un edificio in muratura “pesante” realizzato secondo criteri bioclimatici e di uno “leggero”. L'analisi dei fabbisogni energetici per riscaldamento è stata condotta mediante simulazione in regime dinamico (Energy plus) e con l'ausilio di tre strumenti informatici operanti in regime stazionario (Casaclima, Edilclima, EcoDomus). Il progetto dell’edificio è dello Studio Ricerca & Progetto, Mingozzi, Galassi e Associati in Bologna. a r d a u q s o t t fa o m a i b Ab Calcestruzzi Preconfezionati S.p.A. Sede legale-amministrativa Via Romitino, 9 • 40055 Castenaso (BO) Tel. 051.788056 • Fax 051.788317 www.livabeton.it - e-mail: [email protected] Conglomerati bituminosi Calcestruzzi preconfezionati Costruzioni stradali Movimenti di terra Noleggi macchine per l’edilizia e lavori stradali Forniture di sabbie e di ghiaie Sede legale-amministrativa Via Romitino, 9 • 40055 Castenaso (BO) Tel. 051.6051034 - 051.788338 • Fax 051.789395 e-mail: [email protected] Convegno del 18 febbraio 2009: “La nuova normativa sulla radioattività naturale, il gas radioattivo Radon nelle abitazioni, quali implicazioni sull’attività dei progettisti” PREMESSA Il convegno sugli aspetti legati al gas Radon che la Commissione Macchine ed Energia ha organizzato il 18 febbraio e che ha visto coinvolti, il Presidente ed il Segretario dell’Associazione Nazionale Professionale Esperti Qualificati in Radioprotezione (ANPEQ) (rispettivamente i dott ingg Cazzoli e Cucchi) è stato introdotto dal Presidente dell’Ordine della Provincia che ha portato i suoi saluti e quelli dell’Ordine Successivamente dopo un introduzione del coordinatore la commissione Macchine ed Energia dott. ing. Raffaele Dalle Donne, ha preso la parola il dott. ing. Roberto Sparla, promotore dell’avvenimento. Egli con un paragone sugli effetti di malanni che vengono percepiti dal nostro corpo e quindi possono essere curati e su quelli che non sono percepiti fino a quando non si hanno effetti gravi e molte volte tali da non poter essere curati è arrivato ad introdurre il Radon presente in natura, un gas naturale proveniente dal decadimento del radioisotopo Radium 226 i cui effetti, in alcuni casi, possono essere veramente pericolosi ed addirittura letali se non opportunamente monitorati e posti sotto controllo. Riprendendo le parole del suo intervento: “Il Radon per la maggior parte rimane intrappolato nelle rocce dove avviene il decadimento del Radium 226; emerge solo quello posto ai bordi delle zone solide, sviluppandosi dal suolo o disciogliendosi nell’acqua per poi diffondersi nell’aria. Il Radon di per sé non è dannoso, lo sono i suoi discendenti α-emittenti solidi Po-218 e Po-214 legati al pulviscolo atmosferico che si depositano sui bronchi rilasciando dosi notevoli di radioattività……” Ricollegandosi poi ai due relatori ed alla loro Associazione egli concludeva: “Lo scopo di questa Organizzazione é quello di proteggere i lavoratori e la popolazione contro i rischi di radiazioni ionizzanti e quindi anche contrastare l’ingresso sul Territorio Nazionale di materiali radioattivi. Si è evitato ad esempio di importare grano radioattivo e lamiere pure radioattive. Entrambi gli stock non differiscono in nulla da quelli non emittenti radiazioni, ma ben differenti sono gli effetti su chi si trovasse nelle vicinanze.” Dopo gli interventi dei due relatori i cui abstract vengono riportati qui di seguito, il convegno si è concluso con un dibattito che l’interesse dei partecipanti ha reso particolarmente vivace. SOMMARIO Il giorno 18 febbraio 2009, la commissione “Macchine ed Energia” dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Bologna presso la Sala dell’Ordine (Palazzo Gioanetti Strada Maggiore 13, Bologna) ha organizzato il convegno sul Radon. L’interessante convegno ha approfondito la nuova normativa sulla radioattività naturale ed altri aspetti legati alla presenza del gas radon. Nell’articolo vengono forniti gli abstract dei relatori con una premessa introduttiva. SUMMARY At February 18th, 2009 the “Macchine ed Energia” committee of the Order of the Engineers of the province of Bologna in the room of the Order (Gioanetti Palace Strada Maggiore 13, Bologna) has organized the conference on the Radon gas. The interesting conference has analysed the new regulations on the natural radioactivity and other aspects attached to the presence of the radon gas. In the article the abstracts of the speakers are given with an introductory preface. inarcos 249 1-2. Saluto del Presidente dell’Ordine dott. Ing. Felice Monaco. 3. Un’altra immagine con i due relatori ed il moderatore. 4. Vista del sistema elettrico di blocco posizionato sotto l’aspiratore. 5. Il tubo di estrazione dell’acqua, contenente Radon, inizia dal pozzo dell’idrovora. Questo pozzo è sigillato ermeticamente per mantenere l’aspirazione sotto le fondamenta. 6. Ventilatore per estrazione dell’aria contenente Radon montato nel sottotetto. 1 La normativa di radioprotezione relativa al radon gas ed altre sorgenti naturali di radiazione ionizzanti Aziende interessate, adempimenti e scadenze Prof. Ing. Giorgio Cucchi INTRODUZIONE Con l’emanazione il 26 maggio 2000 del Decreto Legislativo n. 241 per l’attuazione della direttiva 29/96 Euratom in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti si dà piena attuazione al D. Lgs. 230/95 il quale, nell’allegato 1 comma 5 del campo di applicazione relativo alle modalità di applicazione specifiche, rimandava a dei decreti da emanarsi relativamente ai seguenti casi: a) radon negli ambienti di lavoro; b) esposizione del Personale Navigante delle Linee aeree commerciali alla radiazione cosmica; c) esposizione ai radionuclidi naturali in materiali e prodotti; d) radionuclidi come residui di lavorazioni di minerali particolari; e) esposizione al radon per la popolazione in particolari condizioni. 2 3 La foto 2 mostra un altro momento del saluto del presidente dott. ing Felice Monaco ; si possono notare da destra a sinistra: il dott. ing. Raffaele Dalle Donne coordinatore della commissione Macchine ed Energia, Il prof. Ing. Giorgio Cucchi segretario dell’ANPEQ, il prof. Ing. Silvano Cazzoli Presidente dell’ANPEQ ed il moderatore del convegno dott ing. Roberto Sparla componente della commissione Macchine ed Energia. Dott Ing Raffaele Dalle Donne 250 inarcos LA RADIOATTIVITÀ NATURALE NEL DECRETO LEGISLATIVO 26 MAGGIO 2000 N. 241 L’emanazione di questo decreto amplia anche il campo di applicazione della radioprotezione in alcuni settori specifici che sono elencati nel decreto stesso quali: a) attività lavorative durante le quali i lavoratori ed eventualmente, persone del pubblico, sono esposti a 4 5 prodotti di decadimento del radon e del toron, o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in particolari luoghi di lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei o interrati; b) attività lavorative durante le quali i lavoratori ed eventualmente, persone del pubblico, sono esposti a prodotti di decadimento del radon e del toron, o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in luoghi di lavoro in superficie in zone ben individuate; c) attività lavorative implicanti l’uso o lo stoccaggio di materiali abitualmente non considerati radioattivi, ma che contengono radionuclidi naturali e provocano un aumento significativo dell’esposizione dei lavoratori e, eventualmente, di persone del pubblico; d) attività lavorative che comportano la produzione di residui abitualmente non considerati radioattivi, ma che contengono radionuclidi naturali e provocano un aumento significativo dell’esposizione dei lavoratori e, eventualmente, di persone del pubblico; (per es.: l’industria petrolifera, la produzione di fertilizzanti che dà luogo ai fosfogessi come prodotti di scarto, ecc); e) attività lavorative in stabilimenti termali o attività estrattive non disciplinate dal capo IV; f) attività lavorative su aerei per quanto riguarda il personale navigante. TEMPI E MODI DI APPLICAZIONE DEL NUOVO DECRETO IN MATERIA DI RADIOATTIVITÀ NATURALE Vediamo in modo schematico, per i singoli settori specifici, quanto segue: a) i tempi di applicazione del nuovo decreto, b) gli obblighi dell’esercente e le figure professionali ed istituzionali coinvolte, c) gli interventi a carico dell’Esperto qualificato. 6 1. Prima tipologia di attività’, di cui all’Art. 10 bis, comma 1, lettera a) “attività lavorative durante le quali i lavoratori ed eventualmente, persone del pubblico, sono esposti a prodotti di decadimento del radon e del toron, o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in particolari luoghi di lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei” che indicheremo nel prosieguo come “radon nei sotterranei”. Ricordiamo che le “Linee guida per le misure di concentrazione di radon gas in aria nei luoghi di lavoro sotterranei”, emesse dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province autonome il 06 febbraio 2003, individuano come luogo di lavoro sotterraneo: – un locale o ambiente con almeno tre pareti interamente sotto il piano di campagna, indipendentemente dal fatto che queste siano a diretto contatto con il terreno circostante o meno; – un locale o ambiente nel quale il personale trascorre almeno 10 ore al mese. a) tempi di applicazione entro ventiquattro mesi dall’inizio della attività l’esercente procede alle misurazioni; regime transitorio: i ventiquattro mesi erano da contare a partire dal 1 marzo 2002, per cui attualmente la norma risulta immediatamente applicabile ; b) livelli di azione le grandezze misurate non devono superare il livello di azione fissato in: – 500 Bq.m-3 di concentrazione di attività di radon media in un anno1, – con l’ulteriore livello di azione di 3 mSv per anno2, se si supera il livello precedente (questo ulteriore livello di azione non risulta valido per esercenti di asili nido, di scuola materna o di scuola dell’obbligo). 1 Deve intendersi l’isotopo 222 del radon. Per la valutazione dell’esposizione dei lavoratori al radon si applica il fattore di conversione 3.10-9 Sv per Bq.h.m-3. 2 inarcos 251 7. Manometro montato sulla tubazione di trasporto aria per verificare che vi è flusso. 8. Quando la tubazione passa un muro resistente al fuoco (ad esempio compartimentazione fra garage ed abitazione) è indispensabile installare un collare intumescente di classe adatta. 7 8 c) obblighi dell’esercente – fare eseguire misure di esposizione di radon, della durata di un anno, nei luoghi di lavoro, avvalendosi di organismi riconosciuti o, nelle more dei riconoscimenti, di organismi idoneamente attrezzati; a questo proposito le linee guida già citate riportano la seguente indicazione: “se l’organismo è costituito da una sola persona fisica questa deve essere in possesso di formazione professionale adeguata ed esperienza documentata in materia” il che corrisponde alla preparazione professionale degli Esperti qualificati di 2° e 3° grado; – far eseguire le misure di radiazioni gamma da un Esperto qualificato di 2° o 3° grado; – richiedere una Relazione tecnica contenente il risultato delle misurazioni; – fare ripetere ogni anno le misurazioni se le grandezze misurate hanno valori compresi tra 0,8 e 1,0 dei livelli di azione; – in caso di superamento dei livelli di azione, inviarne comunicazione, con allegata Relazione tecnica delle misure, a: ARPA o APPA, S.S.N. e Direzione prov.le del lavoro, entro 1 mese dal rilascio della relazione; – adottare, con urgenza, azioni di rimedio, avvalendosi dell’Esperto qualificato, se il risultato delle misurazioni riscontra valori superiori ai livelli di azione. Le operazioni, aventi lo scopo di ridurre il valore delle grandezze misurate al di sotto dei livelli di azione, devono essere completate entro 3 anni dal rilascio della Relazione tecnica; – se, nonostante le azioni di rimedio le grandezze misurate risultano ancora superiori ai livelli di azione prescritti, l’esercente deve porre in atto la sorveglianza fisica di radioprotezione ad esclusione di: art. 61 comma 2 (Relazione di valutazione rischi), art. 61 comma 3, lettera g) (segnaletica), art. 69 (limitazioni particolari per le lavoratrici), art. 79 comma 2 (prima verifica), art. 79 comma 3 (verifica dell’efficacia dei dispositivi e delle tecniche di radioprotezione); – fare ripetere le misurazioni in caso di variazioni del 252 inarcos processo lavorativo o delle condizioni in cui esso si svolge. d) attività’ dell’Esperto qualificato – esegue misure di esposizione nei luoghi di lavoro usando propria strumentazione o avvalendosi di organismi idoneamente attrezzati; – effettua le misure di concentrazione di radon per periodi brevi e per periodi lunghi al fine di determinare l’andamento nel tempo ed il valore medio nell’anno; – effettua una mappatura di rateo di irraggiamento gamma negli ambienti interessati; – verifica il superamento o meno dell’80 per cento e del cento per cento dei livelli di azione; – ripete le misurazioni in caso di variazioni del processo lavorativo o delle condizioni in cui esso si svolge; – ripete le misurazioni l’anno successivo se i valori riscontrati sono superiori all’80 per cento del livello di azione ed inferiori al livello di azione; – redige la Relazione tecnica contenente il risultato delle misurazioni; – progetta le azioni di rimedio (quali isolamenti, ventilazioni, metodologie e precauzioni atte a ridurre l’esposizione) se il risultato delle misurazioni riscontra valori superiori ai livelli di azione; – ripete le misurazioni dopo gli interventi di rimedio, che devono essere completati entro 3 anni dal rilascio della relazione tecnica; – pone in atto la sorveglianza fisica di radioprotezione, come imposto dal Capo VIII ad esclusione degli aspetti già indicati per l’esercente, se, nonostante le azioni di rimedio, le grandezze misurate risultano ancora superiori ai livelli di azione prescritti; – progetta le azioni di rimedio per asili-nido, scuola materna o scuola dell’obbligo interrati se la concentrazione di radon supera il valore di 500 Bq.m-3; – registra separatamente le dosi se il lavoratore è esposto ad altre sorgenti di radiazioni (ad esempio il caso del personale addetto alla conduzione di un Ciclotrone, che lavora in un interrato); 9. Uscita della tubazione dal tetto. Il Radon esce al di sopra dell’abitazione e si disperde nell’aria. L’uscita è protetta dalla caduta di detriti e piccoli animali. 9 – fa rispettare l’art. 72 (ottimizzazione) (es.: i locali di sosta e riposo per i lavoratori non potranno essere sotterranei); – fa in modo che siano rispettati i limiti massimi di dose di cui agli artt. 73 e 96. 2. Seconda tipologia di attività, di cui all’Art. 10 bis, comma 1, lettera b) “attività lavorative durante le quali i lavoratori ed eventualmente, persone del pubblico, sono esposti a prodotti di decadimento del radon e del toron, o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in luoghi di lavoro diversi da quelli di cui alla lettera a) in zone ben individuate o con caratteristiche determinate” che indicheremo nel prosieguo come “radon in ogni ambiente”. a) tempi di applicazione entro ventiquattro mesi dall’inizio dell’attività l’esercente procede alle misurazioni, cominciando da seminterrati e piani terreni (per i locali sotterranei si rinvia alla prima tipologia di attività); regime transitorio: le regioni e le provincie autonome sono incaricate di individuare le zone o i luoghi di lavoro ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon entro il 31 agosto 2005; i ventiquattro mesi sono da contare a partire dalla data di individuazione delle zone; b) livelli di azione le grandezze misurate non devono superare il livello di azione fissato in: – 500 Bq.m-3 di concentrazione di attività di radon media in un anno; – con l’ulteriore livello di azione di 3 mSv per anno, se si supera il livello precedente (questo ulteriore livello di azione non risulta valido per esercenti di asili nido, di scuola materna o di scuola dell’obbligo); c) obblighi dell’esercente sono gli stessi del caso 1 d) attività dell’Esperto qualificato sono le stesse del caso 1 3. Terza tipologia di attività, di cui all’Art. 10 bis, comma 1, lettera c), d) ed e) “attività lavorative implicanti l’uso o lo stoccaggio di materiali abitualmente non considerati radioattivi, ma che contengono radionuclidi naturali e provocano un aumento significativo dell’esposizione dei lavoratori e, eventualmente, di persone del pubblico” “attività lavorative che comportano la produzione di residui abitualmente non considerati radioattivi, ma che contengono radionuclidi naturali e provocano un aumento significativo dell’esposizione dei lavoratori e, eventualmente, di persone del pubblico” “attività lavorative in stabilimenti termali o attività estrattive non disciplinate dal capo IV3” per i primi due punti il decreto si applica limitatamente alle seguenti attività lavorative: a) industria che utilizza minerali fosfatici e depositi per il commercio all’ingrosso per fertilizzanti; b) lavorazione di minerali nell’estrazione di stagno, ferro-niobio da pirocloro e alluminio da bauxite; c) lavorazione di sabbie zirconifere e produzione di materiali refrattari; d) lavorazione di terre rare; e) lavorazione ed impiego di composti del torio, per quanto concerne elettrodi per saldatura con torio, produzione di vetri e reticelle per lampade a gas; f) produzione di pigmento al biossido di titanio; 3 Le attività estrattive sono disciplinate dal Capo IV quando la concentrazione media dell’attività del materiale grezzo coltivato é superiore o uguale al’1% in peso di Uranio e/o di Torio naturali. inarcos 253 g) estrazione e raffinazione del petrolio ed estrazione di gas, per quanto concerne la presenza e rimozione di fanghi e incrostazioni in tubazioni e contenitori. che indicheremo nel prosieguo come “radioattività naturale” e “stabilimenti termali” a) tempi di applicazione entro ventiquattro mesi dall’inizio dell’attività l’esercente procede alle misurazioni; regime transitorio: i ventiquattro mesi sono da contare a partire dal 1 settembre 2003; b) livelli di azione – 1 mSv per anno di dose efficace per i lavoratori, con esclusione del contributo dovuto al radon presente nell’ambiente per caratteristiche geofisiche e costruttive; – 0,3 mSv per anno di dose efficace per la popolazione, fatta eccezione degli stabilimenti termali; c) obblighi dell’esercente – fare effettuare dall’Esperto qualificato di 2° o 3° grado una valutazione dei rischi e cioè una valutazione dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti dei lavoratori ed eventualmente del gruppo di riferimento della popolazione; – richiedere una Relazione tecnica contenente il risultato delle valutazioni; – fare ripetere ogni 3 anni le misure nel caso in cui non si sia superato nessun livello di azione o nel caso di variazioni significative del ciclo produttivo; – fare ripetere ogni anno le misure se le grandezze misurate hanno valori compresi tra 0,8 e 1,0 dei livelli di azione; – in caso di superamento dei livelli di azione, inviarne comunicazione, con allegata Relazione tecnica delle misure, a: ARPA o APPA, S.S.N. e Direzione prov.le del lavoro, entro 1 mese dal rilascio della relazione; – adottare con urgenza azioni di rimedio, avvalendosi dell’Esperto qualificato, se risulta che la dose efficace ricevuta dai lavoratori o dai gruppi di riferimento della popolazione supera i livelli di azione. Le operazioni, aventi lo scopo di ridurre il valore delle gran254 inarcos dezze misurate al di sotto dei livelli di azione, devono essere completate entro 3 anni dal Rilascio della Relazione tecnica; – se, nonostante le azioni di rimedio l’esposizione risulta ancora superiore ai livelli di azione l’esercente deve porre in atto i provvedimenti del capo VIII (pone cioè in essere la sorveglianza fisica dei lavoratori), con le esclusioni già viste. d) attività dell’Esperto qualificato sono le stesse del caso 1. 4. Quarta tipologia di attività, di all’Art. 10 bis, comma 1, lettera f) attività lavorative su aerei per quanto riguarda il personale navigante. Concludiamo qui questa rapida sintesi ricordando che si applicano le Norme del Capo VIII alle attività lavorative su aerei che effettuano voli a quota non inferiore a 8000 metri, con esclusione di alcuni articoli, fra i quali l’obbligo per l’Esperto qualificato di classificazione e segnalazione delle zone a rischio, nonché di prima verifica e sorveglianza ambientale. L’Esperto qualificato dovrà essere di 3° grado e deve provvedere alla valutazione della dose individuale assorbita dal Personale Navigante per mezzo di Codici di calcolo accettati a livello internazionale, che dovranno venire validati ogni anno, a cura del datore di lavoro, con misure di radiazioni cosmiche effettuate su almeno due rotte a lungo raggio a latitudini diverse. Il radon negli ambienti sotterranei Dott. Ing. Silvano Cazzoli 1. IL RADON NEGLI AMBIENTI SOTTERRANEI Il problema del radon negli ambienti chiusi era noto fino dalla scoperta di danni ai polmoni nei minatori delle miniere di uranio. 10. Mappa schematica del contenuto di uranio nel suolo e nelle rocce nel territorio italiano (Elaborazione a cura di P. Nascimben ENEA). 10 Owens e Rutherford avevano osservato disturbi di misura negli elettrometri di misurazione dei sali di torio nel 1899. Nel 1901 Dozn trovò che i sali di radio emettevano un gas radioattivo simile a quello del torio della serie dell’attinio. Già dal 1990 la Commissione Europea aveva posto il problema e prodotto una raccomandazione sulla tutela della popolazione contro l’esposizione al radon in ambienti chiusi. (90/143/Euratom). Molti Stati membri dell’Unione Europea, Italia compreso, hanno già impostato o stanno impostando politiche di controllo delle dosi da radon in ambienti chiusi. Il radon è un gas radioattivo presente in natura, il suo isotopo più importante è il radon-222, un componente della famiglia radioattiva dell’uranio 238, che ha un tempo di dimezzamento di 3,82 giorni. Vi sono in natura altri due isotopi radon: radon-219 e radon 220 che discendono dai progenitori primordiali attinio e torio ma hanno scarsa importanza ai fini della dose per i motivi che verranno analizzati in seguito. La causa principale delle concentrazioni di radon nelle abitazioni è il gas emanato dai terreni che si insinua nell’atmosfera degli ambienti chiusi attraverso i pavimenti a causa delle differenze di pressione e di concentrazione tra i vari ambienti. Salvo rare eccezioni, l’incidenza del radon emanato dai materiali da costruzione dell’edificio è trascurabile rispetto al radon diffuso dal sottosuolo. rispettivamente: l’uranio-238, il torio-232 e l’uranio-235. I due isotopi dell’Uranio presenti in natura (U-235 e U-238) e il Th-232 producono per decadimento radioattivo lunghe catene di “discendenti” tutti radioattivi (16 per l’U-238; 15 per l’U-235; 9 per il Th-232). Uranio, Torio e Potassio sono distribuiti quasi ubiquitariamente su tutta la crosta terrestre: pertanto tutti i materiali naturali ed i prodotti delle loro trasformazioni sono radioattivi con un grado di radioattività che dipende dalla concentrazione in essi di questi capostipiti radioattivi. Si riportano di seguito le concentrazioni medie nella crosta terrestre dei principali radionuclidi naturali. In assenza di perturbazioni esterne queste famiglie radioattive sono generalmente in equilibrio secolare nel senso che l’attività di ciascun membro è uguale (cambia solo il numero di atomi radioattivi presenti che sarà più grande dove l’emivita del radioisotopo è più grande). In natura però molto spesso eventi chimici e fisici perturbano questo equilibrio, non ultimo la migrazione e fuga degli elementi gassosi quali gli isotopi del radon. La concentrazione dell’U-238 può variare da zona a zona a seconda delle caratteristiche e della natura dei terreni sottostanti. In Italia vi è una grande variabilità nella concentrazione delle famiglie radioattive naturali nel terreno e quindi vi è anche una grande variabilità delle emanazioni di radon dal sottosuolo. (nella figura 10 si riporta la mappa schematica della concentrazione dell’uranio nel suolo e nelle rocce del territorio italiano). 2. LE FAMIGLIE RADIOATTIVE NATURALI 3. PERCHE’ SOLO IL RN-222 Gli isotopi radioattivi gassosi del radon sono componenti delle famiglie radioattive naturali che hanno come capostipiti gli elementi primordiali Il Rn-219 (Attinon) appartenente alla famiglia dell’Attinio che ha come capostipite l’U-235 è il inarcos 255 11. General techniques for reducing radon daughter concentrations in buildings. 12. Details of subfloor ventilation system. meno abbondante sia perché l’U-235 ha una concentrazione piccolissima sia per la sua brevissima emivita (4 s) per cui è assai difficile misurarlo in ambiente. Tab. Proprietà fisiche del RN 222 Vengono riportate le proprietà fisiche del radon (la tabella è presa dall’NCRP REPORT n. 97) Numero atomico Peso atomico Proprietà del gas Densità a 0 °C e a 1 atm (in g/l) Solubilità in acqua a 1 atm di pressione parziale (in cm3/kg di liquido) A 0°C A 20°C A 30°C Solubilità in vari liquidi a 1 atm di pressione (in cm3/kg di liquido) In glicerina In anilina In alcool assoluto In acetone In alcool etilico In petrolio (paraffina liquida) In xilene In benzene In toluene In cloroformio In etere In exane In olio d’oliva 256 86 222 incolore 9,73 510 230 169 a 18 °C 0,21 3,8 6,2 6,3 7,4 9,2 12,7 12,8 13,2 15,1 15,1 16,6 29,0 viscosità (in cm3/kg di liquido) a 20 °C a 25 °C 229,0 233,2 Altre proprietà Punto di ebollizione Temperatura critica -62 °C 105 inarcos a 0 °C 4,4 8,3 8,0 9,4 12,6 18,4 20,5 20,1 23,4 - 11 Il Rn-220 (Toron) appartenente alla famiglia del Torio-232 che è assai abbondante in natura, un pò più dell’U-238 ma avendo una emivita brevissima non è facilmente rilevabile nell’ambiente. Il Rn-222 (Radon) appartenente alla famiglia dell’Uranio-238 che è assai abbondante in natura, ha anche un emivita consistente (3,82 giorni) è presente nell’ambiente e costituisce un problema radioprotezionistico in quanto progenitore di due altri elementi radioattivi a breve vita che sono alfa emettitori e precisamente il polonio 218 e il Polonio-214 (vedi tab.). 4. CENNI SULLE UNITA DI MISURA Il rischio dovuto alla presenza del radon nell’ambiente è dovuto all’inalazione dei suoi figli a emivita breve che vengono intrappolati negli alveoli polmonari dove decadono cedendo al tessuto polmonare l’energia delle radiazioni alfa emesse. • RaA RaB RaC RaC’ • Ra-226 -> Rn-222 -> Po-218 -> Pb-214 -> Bi214 -> Po-214 -> Pb-210 • 1600 y 3,82 d 3,11 m 26,8 m 19,8 m 0,0002s • 6,00 Mev beta beta 7,69 Mev tot= 13,69 Mev Una prima unità di misura introdotta per la protezione dei minatori delle miniere di uranio è il Working Level (WL). La quantità di energia delle particelle alfa che può essere potenzialmente depositata nei polmoni è proporzionale concentrazione di figli del radon a breve 11 vita presenti nell’aria respirata e alla energia di ciascuna particella alfa fino a produrre il piombo 210. Un Working Level significa una combinazione di figli del radon a breve vita in un litro di aria con una energia potenziale di emissione di 1,3 105 Mev di particelle alfa fino al loro completo decadimento in Pb-210. Ciò significa che se all’inizio nell’ambiente vi è una certa concentrazione di radon saranno presenti un corrispondente numero di atomi radioattivi che si trasformeranno nei loro figli fino a diventare Pb210. Oggi la normativa di radioprotezione esprime la quantità di Radon in Bq/ m3 • 3.7 Bq/ m3 corrispondono a 100 pCi/ m3 Art. 10 bis, comma a) a) attività lavorative durante le quali i lavoratori ed eventualmente, persone del pubblico, sono esposti a prodotti di decadimento del radon e del toron, o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in particolari luoghi di lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei; La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano ha emanato le linee guida per le misure di concentrazioni di radon in aria nei luoghi di lavoro sotterranei. Le linee guida fissano i criteri e le modalità di applicazione. • Individuazione di locale interrato: Locale o ambiente con almeno tre pareti sotto il piano di campagna, indipendentemente dal fatto che queste siano a diretto contatto con il terreno circostante o meno. Nella individuazione dei locali si dovrà tener conto che le misure devono essere rappresentative dell’esposizione del personale. Le linee guida stabiliscono poi quante misure devono esser fatte a seconda della dimensione del locale e indica le modalità di misura che saranno poi definite dall’Esperto qualificato idoneamente attrezzato che effettuerà le misure. 5. INTERVENTI DI RISANAMENTO Nel caso le misure ambientali riscontrino valori superiori ai livelli di riferimento il datore di lavoro deve porre in atto azioni di rimedio e di riduzione delle dose da radon per i lavoratori. Senza entrare nello specifico delle tecniche di riduzione delle concentrazioni di radon e del risanamento dei locali interrati, si riportano nelle figurealcuni suggerimenti del Canada Mortgage and Housing Corporation riportate nell’NCRP REPORT No. 103, Control of Radon in houses. ■ inarcos 257 CAODURO® s.p.a CAVAZZALE - VICENZA [email protected] - www.caoduro.it La rete di stazioni fisse GPS della Regione Emilia Romagna: implicazioni sulle operazioni di rilievo topografico Marco Pasquini Ingegnere - Libero professionista, docente di Topografia presso l’IIS Luigi Fantini di Vergato (BO) Le operazioni di rilievo topografico, come è sotto gli occhi di tutti gli “addetti ai lavori”, sono state profondamente modificate dall’avvento e dall’evoluzione dell’elettronica digitale. Mentre permangono, soprattutto nell’uso di cantiere, gli strumenti tradizionali, sebbene sempre più “contaminati” dall’elettronica, nel rilievo su grande scala o, ultimamente, finanche nel rilievo di dettaglio e catastale, si stanno sempre di più affermando strumenti basati sulla tecnologia GPS (Global Positioning System). Come è noto, la tecnologia, nata con finalità militari degli USA (sistema di satelliti NAVSTAR) e subito clonata dall’ex Unione Sovietica (sistema GLONASS), costituisce un sistema per la determinazione della posizione spaziale di punti sulla superficie terrestre esteso a tutto il pianeta, basato su misure di distanza 1 e tempo fornite da satelliti in navigazione orbitale. La precisione finale che si ottiene con questi metodi SOMMARIO (in configurazione topografica) è dell’ordine del centimetro o anche del millimetro, del tutto compatibiLa topografia, disciplina ultimamente un po’ trascurale, cioè, con le necessità della pratica topografica corta, ma che storicamente fa parte di quelle di più stretrente. ta attinenza ingegneristica, attualmente vive sulla Se si pensa alla difficoltà logistica dell’esecuzione dei dicotomia tra strumenti ottico-meccanico-elettronici rilievi con i metodi tradizionali, alla sterminata serie ed elettronici digitali a collegamento satellitare, con di calcoli cui questi costringevano gli operatori e alla questi ultimi che segnano continuamente dei punti a difficoltà, oltre che ai costi spropositati, di ottenere loro vantaggio. Ultimo della serie, una rete di stazioni precisioni paragonabili a quelle ottenibili con il sistefisse a tecnologia GPS che copre l’intero territorio ma GPS, sorprende non poco la spinta evolutiva della Regione Emilia Romagna. impressa alla tecnica topografica dalle tecnologie satellitari. SUMMARY Storicamente, anche se di storia estremamente recente dobbiamo parlare, essendo nato il sistema GPS Topography is a discipline that lately has been a little nei primi anni 80 del secolo scorso, i principali ostaneglected, but that historically has always been very coli alla diffusione capillare del metodo anche presso close to engineering. At the moment it is based on the gli studi professionali, fino ad oggi, sono stati, neldichotomy between electronic-mechanical-optical l’ordine: instruments and satellite-linked digital ones, the latter in constant growth. The last of the series is a net of 1. il prezzo di acquisto dell’attrezzatura; fixed GPS technology spots covering the whole of the 2. il tempo di apprendimento di una nuova tecnoloregion of Emilia-Romagna. gia da parte degli operatori; inarcos 261 2 3. la necessità di avere nella dotazione strumentale, almeno due stazioni GPS complete. In particolare questa ultima condizione ha pesantemente limitato la diffusione della tecnologia: per l’impiego corrente, infatti, devono essere utilizzate due o più stazioni GPS, di cui almeno una deve essere posizionata su un punto di coordinate note, men3 tre le altre potranno essere posizionate su punti di coordinate incognite, dai quali le antenne in stazione devono “vedere” almeno 4 satelliti contempora- vincia di Piacenza a quella di Rimini: le possibili neamente (normalmente sono 5 o 6, essendo il perio- applicazioni dei servizi di posizionamento di precido di rotazione di ciascun satellite intorno alla terra sione offerti da una siffatta rete sono davvero innupari ad 11h e 58’). merevoli, andando dall’inquadramento plano-altiOggi, con l’inaugurazione e la messa a disposizione metrico finalizzato a lavori cartografici, al tracciadi un’ampia utenza della rete di stazioni permanen- mento di opere infrastrutturali a media e grande ti della Regione Emilia Romagna, organizzata e volu- scala, all’appoggio a terra di riprese aerofotogramta dalla Fondazione Geometri Emilia Romagna metriche, laser scanning e immagini satellitari, alla So.G.E.R., si può proprio dire che la pratica topogra- creazione e all’aggiornamento di sistemi informatifica con strumenti tradizionali si avvia all’estinzione, vi territoriali (GIS) di tipo scientifico, naturalistico e e che, nei prossimi anni, rimarrà sempre di più confi- urbanistico. nata al cantiere, in cui il topografo (molto spesso il Anche la protezione civile ed il disaster managedirettore tecnico o il capo cantiere) continuerà a ment traggono enorme giovamento dalla messa a svolgere il prezioso lavoro di tracciamento e di veri- disposizione della rete di stazioni permanenti, confica del posizionamento dei manufatti e delle opere sentendo questa posizionamenti rapidi in situaziod’arte che sempre ha contraddistinto il rilievo locale ni di emergenza, rilevamento di danni e mappatuspicciolo. ra del rischio anche a piccola scala, monitoraggio di La rete si basa sulla tecnologia GNSS (Global Na- deformazioni del suolo, di pendii o di opere e vigation Satellite System), costituita cioè da stazio- infrastrutture, analisi geofisiche e sismiche a livelni permanenti installate in zone esenti da disturbi di lo locale. ricezione dei segnali satellitari che devono essere in Infine, il rilievo finalizzato all’aggiornamento catatal modo captati in permanenza durante tutto l’ar- stale o di dettaglio per applicazioni professionali co delle 24 ore e durante tutto l’anno. Un certo diverse, quali il tracciamento di precisione e il rilienumero di tali stazioni, gestite da un unico centro e vo di tipico taglio celerimensorio, possono essere distribuito su di un’area più o meno vasta di terri- grandemente facilitati da una rete di stazioni pertorio, costituisce appunto una rete GNSS. La rete manenti come quella della Regione Emilia Romadella Regione Emilia Romagna è costituita da 15 gna: il servizio è infatti utilizzabile da utenti che disstazioni, collocate ciascuna ad una distanza di circa pongano di un qualsiasi ricevitore, indipendente50 km dall’altra, distribuite in modo da coprire uni- mente dalla marca, con il solo vincolo che questo formemente tutto il territorio regionale, dalla pro- debba possedere caratteristiche adatte e compatibi262 inarcos In apertura: 1. Stazione totale, strumento di collegamento tra i goniometri tradizionali e le tecnologie GPS, in cui l’elettronica digitale convive con l’ottica e la meccanica. (Cortesia Geotop s.r.l.). In queste pagine: 2. Oggi neppure in cantiere è più possibile trovare un operatore che rileva quote altimetriche con un livello ottico come quello della foto (da Wikipedia, alla voce Topografia). 3. Autolivello laser di precisione, per applicazioni topografiche e di cantiere. (Cortesia Geotop s.r.l.). 4. Stazioni permanenti sul territorio dell’Emilia Romagna. (Cortesia Società dei Geometri dell’Emilia Romagna e Geotop s.r.l.). 4 li con l’impiego nei servizi dei quali si intende usufruire. I vantaggi cui il professionista può accedere mediante la rete sono di ordine economico, potendo utilizzare (e dunque acquistare) un solo ricevitore, di risparmio di tempo, in quanto la configurazione del ricevitore consiste unicamente in una connessione di tipo GPRS o UMTS, che permette di essere subito operativi senza il bisogno di posizionare una stazione base, e quelli intrinsecamente connessi alla tecnologia GPS, ad esempio lo svincolarsi dalla necessità di rilevare dei punti di coordinate note per orientarsi. La rete, completata nel 2007, è stata resa disponibile, in fase sperimentale, per circa un anno a tutti gli iscritti della Società dei Geometri della Regione, ed oggi è disponibile per le Amministrazioni, gli Studi professionali e tutti gli utenti che ne fanno richiesta. Le 15 stazioni della Regione (si veda, a tal proposito, la figura 4) sono posizionate nel capoluogo e a Bobbio per quanto concerne la provincia di Piacenza, a Borgo Val di Taro e a Collecchio in provincia di Parma, a Guastalla, Castelnovo Monti e nel capoluogo della provincia di Reggio Emilia, a Vergato, San Giovanni in Persiceto e Imola nella provincia di Bologna, a Codigoro e Ferrara per l’omonima provincia, a Ravenna, a Civitella nella provincia di Forlì – Cesena ed infine a Rimini. Ogni stazione permanente è dotata di un ricevitore GPS di elevate prestazioni Topcon Odyssey-RS (NAVSTAR+GLONASS) inserito in un rack, e di un’antenna geodetica choke ring della Topcon, modello CR-3 montata in sommità ad un palo in acciaio. Essa acquisisce con continuità tutti i segnali (codice, fase e frequenze) emessi dai satelliti visibili e li trasmette al centro di controllo, dal quale vengono resi accessibili all’utenza. In figura 5 è riprodotta la monografia della stazione di Vergato, posizionata sul terrazzo del secondo piano dell’Istituto “Luigi Fantini”, sede di una nota scuola supe- riore per geometri della provincia di Bologna. La conformazione della scheda ricorda molto le monografie della Rete Geodetica Italiana dell’Istituto Geografico Militare, anche se, al contrario di queste ultime, riveste assai modesta importanza, in quanto i dati in essa riportati, e riferiti alla stazione o alle stazioni “agganciate” in fase di rilievo, sono disponibili dal server del centro di controllo già all’atto della connessione. In conclusione, la tecnologia GPS, che appare oramai completa e matura (basti pensare ai navigatori satellitari montati sulle nostre autovetture) si può proprio dire che abbia rivoluzionato la topografia in generale e la pratica topografica professionale nello specifico. Gli strumenti tradizionali, in particolar modo i goniometri ottico-meccanici quali i teodoliti e i tacheometri, sono oramai relegati solamente in spazi di nicchia, utilizzati prevalentemente per applicazioni di cantiere da parte di operatori che hanno difficoltà ad apprendere le nuove tecnologie, mentre ancora sopravvivono (bene, oggi, con difficoltà sempre crescenti, domani) le stazioni totali, che coniugano un goniometro, un distanziometro laser e un’unità computerizzata di processo dei dati, anche se per questa tipologia di strumento si assiste ad un continuo calo dei prezzi associato ad un costante miglioramento delle prestazioni, collegato, a sua volta, alle aumentate capacità di calcolo dei moderni processori e alla miniaturizzazione sempre più spinta dei componenti elettronici. Se dal punto di vista dello sforzo dell’intelletto umano, teso ad alleviare la fatica dei lavoratori e a diminuire i costi del prodotto finito, tutto questo può apparire come un notevolissimo passo in avanti, ed in effetti lo è, dal punto di vista della didattica, e dunque della possibilità di muovere il cervello verso nuove conquiste, la perdita della memoria degli strumenti topografici tradizionali è senza dubbio un danno notevole. Come si è verificato per altre inarcos 263 5. Monografia della stazione permanente di Vergato (BO). (Cortesia Società dei Geometri dell’Emilia Romagna e Geotop s.r.l.). nici. Per questo auspico che per ancora un po’ di tempo si insegni nelle scuole e nelle università la topografia, approfondendo, come è giusto e doveroso, la tecnica del rilievo satellitare in quanto tecnica principale dell’attività professionale futura per gli aspiranti topografi, ma senza dimenticare di toccare con mano le procedure per lo stazionamento del teodolite o per la rettifica dei livelli, incubo di noi ex studenti di qualche (ma neanche tantissimi) anni fa. Il rischio? Quello che la topografia si evolva come si è evoluta l’algebra dall’introduzione delle calcolatrici elettroniche: chi è, nel 2009, più in grado di eseguire una moltiplicazione a tre cifre? E chi sa estrarre una radice quadrata utilizzando solo un foglio di carta ed una matita? BIBLIOGRAFIA 5 tecnologie, quali, ad esempio, quella fotografica analogica, l’evoluzione dell’elettronica digitale ha significato la messa in secondo piano di aspetti intimamente collegati con discipline imprescindibili per un ingegnere o per un tecnico evoluto, quali l’ottica e la meccanica di precisione, esattamente quelle coinvolte nella progettazione e nella costruzione degli strumenti topografici tradizionali. Siccome il sapere, nelle discipline tecniche, non può essere disgiunto dal “saper fare”, e siccome chiunque non sia intellettualmente miope non può non riconoscere all’ottica e alla meccanica fine un ruolo di grande importanza per gli ingegneri, si comprende facilmente quale carenza possa rappresentare il trascurare dette discipline nel percorso formativo dei tec264 inarcos • A. Manzino - Lezioni di Topografia - Progetto didattica in rete - Edizioni Otto • Renato Cannarozzo, Lanfranco Cucchiarini, William Meschieri – Misure, Rilievo, Progetto - Moduli di topografia per il triennio degli ITG - voll. 1,2,3 - Ed. Zanichelli • Roberto D’Apostoli - Prontuario di topografia per i professionisti tecnici - Maggioli Editore LINK UTILI • Wikipedia – voce “topografia” (http://it.wikipedia.org/wiki/topografia) • Sito della Fondazione Geometri Emilia Romagna (http://www.gpsemiliaromagna.it) • Il portale della cartografia catastale (http://www. fiduciali.it) • Portale dei topografi (http://www.topografi.it) ■ L’impiego delle tecnologie FRP nel recupero strutturale di Edifici Storici prof. Lino Credali Libero Docente in Chimica Macromolecolare, Amministratore Unico Ardea Progetti e Sistemi Srl 1 - PREMESSA L’impiego di materiali compositi nel settore dell’edilizia, ha avuto inizio in Italia a partire dalla metà degli anni ‘90 e nell’arco di un solo decennio ha ottenuto un’importante diffusione e sviluppo, in particolare nel recupero strutturale di edifici storici. Fra gli interventi più significativi si ritiene utile ricordare il restauro della Corte Benedettina di Legnaro, dove tali tecnologie furono applicate per la prima volta in un edificio storico su vasta scala (1), (2). E’ altresì possibile citare gli interventi relativi alla Basilica di S.Antonio, alla Chiesa di Santa Giustina di Padova, alla Reggia di Venaria Reale (Torino), alla Basilica di S. Petronio (Bologna), al Convento di S. Francesco (Massa Carrara), all’Accademia Navale di Livorno, e altri di grande prestigio. La tecnologia dei materiali compositi ha dunque goduto di una notevole diffusione nel settore dell’Edilizia in questi ultimi anni, divenendo di uso sempre più generale. Un importante sviluppo di studi e ricerche condotte presso Laboratori specializzati e Università, ha permesso di indagare le diverse problematiche individuando nuovi criteri per risolvere, in modo semplice e veloce, molti problemi difficilmente affrontabili mediante le tecniche tradizionali (3), (4). Il recente documento del CNR DT200/2004 (5), frutto di un’eccezionale collaborazione tra Università e Aziende specializzate, ben rappresenta la sintesi del lavoro svolto, riporta le Norme di Riferimento per l’applicazione dei compositi in edilizia e dà grande impulso all’affermarsi di queste tecnologie sul mercato. Allo stato attuale dell’arte ci è sembrato opportuno fare una breve sintesi delle esperienze maturate nel settore , per meglio presentare sia ai progettisti sia alle imprese le straordinarie opportunità offerte da queste tecnologie. 2 - PERCHÉ I MATERIALI COMPOSITI I grandi vantaggi offerti dai materiali compositi, in particolare da quelli a base di fibre di carbonio, nascono dalle particolari proprietà delle fibre in combinazione con le caratteristiche peculiari delle resine: le fibre infatti conferiscono al composito le proprietà meccaniche, mentre le resine conferiscono la forma al componente e trasmettono i carichi alla fibra, consentendo l’adesione al supporto. Nel caso delle applicazioni in edilizia i materiali compositi presentano i seguenti vantaggi: – Elevate proprietà meccaniche. Le fibre di carbonio sono cinque volte più resistenti dell’acciaio – Leggerezza della struttura. La densità della fibra è pari a 1,8g/cm3 (nell’acciaio è di 8 g/cm3) SOMMARIO L’utilizzo di tecniche scarsamente invasive, di facile esecuzione e allo stesso tempo sicure e innovative (FRP) rappresenta un grande progresso e un’eccezionale opportunità per il recupero strutturale, in particolare dell’edilizia storica. Le esperienze maturate ad oggi in Italia pongono senza dubbio il nostro paese all’avanguardia nel mondo, sia per l’importanza delle opere realizzate sia per la messa a punto di un importante know how in termini di materiali, sistemi e tecniche applicative. L’articolo riporta numerosi esempi di soluzioni tecniche e di interventi di consolidamento realizzati con l’ausilio di queste tecnologie. SUMMARY The application of technologies both not-invasive and simple, sure and innovative is a significant chance for structural recovery of historical buildings. Thanks to its large experience reached up to today in composite technologies, Italy is actually in the van in the world both for exceptional works realized and know how in terms of materials, systems and application methods. The present article reports on several technical solutions with FRP technologies in recovery works of most famous historical buildings in Italy. inarcos 267 1 - Esempio di connettore Ardfix di tipo passante. 2 - Immagine della struttura della grafite in una fibra di carbonio. Nel processo di grafitizzazione ad alta temperatura, la struttura si evolve fino a una forma lamellare formata dai piani degli anelli in pura grafite (8). 3 - Rinforzo Complesso monumentale Ex Corte Benedettina di Legnaro (PD). Sezione corpo principale con cordoli in fibra di carbonio. 4 - Rinforzo Complesso monumentale Ex Corte Benedettina di Legnaro (PD). Cordoli orizzontali e verticali sulle murature, ottenuti per laminazione di nastri in carbonio sui due lati della muratura. 1 – Scarsa invasività. Il materiale viene applicato sulla superficie esterna della struttura e, con uno spessore aggiunto di pochi millimetri, è facilmente occultabile da uno strato d’intonaco – Assenza di fenomeni di corrosione. Non si richiede manutenzione, né a breve né a lungo termine – Grande resistenza alla fatica. L’elevata capacità di dissipazione dell’energia di deformazione è particolarmente importante in zone sismiche o per gli edifici in aree sottoposte ad elevati livelli di vibrazione dovuti a traffico pesante. In questi casi lo stato fessurativo di elementi rinforzati con le fibre si riduce drasticamente. – Reversibilità dell’intervento. In quanto applicati in superficie sono facilmente rimovibili e non richiedono ripristini particolari della struttura – Semplicità e rapidità nella messa in opera. Non si richiede l’ausilio di apparati di sollevamento, evitando le ben note problematiche di cantiere. ni: dal rinforzo di strutture in calcestruzzo al consolidamento di murature e strutture lignee. Più specificamente, secondo l’esperienza maturata ad oggi, si possono schematizzare, in linea di massima, le seguenti destinazioni applicative: 3a - Strutture in calcestruzzo – Rinforzo di travi a flessione – Rinforzo di travi a taglio – Rinforzo dei nodi trave pilastro – Rinforzo a compressione per confinamento di pilastri e rinforzo a flessione – Rinforzo di cordoli in calcestruzzo – Rinforzo di solai – Cerchiatura di edifici 3b - Strutture in muratura 3 - DOVE UTILIZZARLI Le tecnologie dei materiali compositi hanno trovato in questi anni un numero sempre più elevato di applicazio2 268 3 inarcos – Rinforzo di murature – Rinforzo a compressione per confinamento di pilastri e rinforzo a flessione 4 5-6 - Rinforzo del complesso monumentale Ex Corte Benedettina di Legnaro (PD). Le arcate del chiostro sono state rinforzate con tessuti unidirezionali in fibra di carbonio. A sinistra l’immagine dello stato iniziale e a destra quella dello stato finale dell’edificio prospiciente il chiostro. 7-8 - Villa Bertani a Reggio Emilia. Cordoli orizzontali e verticali sulle murature, interne ed esterne. 5 6 – Rinforzo di archi e volte – Creazione di cordoli e cerchiatura di edifici – Rinforzo scale 3c-Connettori e tiranti Nelle applicazioni di cui sopra è essenziale dare garanzie di adesione al fine di eliminare qualsiasi possibile fenomeno di delaminazione (debonding). L'uso di connettori, di sistemi di ancoraggio e di precompressione delle strutture, assume quindi un'importanza sostanziale per conferire elevate rese al rinforzo, insieme agli standard di sicurezza. I connettori di tipo Ardfix® (6) nascono dalla necessità di trasferire il carico che il rinforzo esercita sulla superficie dell’elemento rinforzato, all’interno dello stesso, o di creare dei collegamenti sui due lati di una muratura o tra due parti di un elemento che richieda questo tipo di rinforzo. I connettori Ardfix, inoltre, possono essere utilizzati a modo di piolatura per aumentare la sicurezza dell’adesione tra rinforzo e substrato; un aspetto, questo, particolarmente importante nel caso di murature o supporti fortemente degradati. I connettori Ardfix possono essere ciechi o passanti e vengono ottenuti mediante introduzione di una barra di carbonio in un foro, accompagnata da un nastro i 7 cui lembi vengono poi risvoltati alla base del foro, sul rinforzo precedentemente applicato. Questo tipo di connettore, brevettato da Ardea s.r.l (6), trova numerosi riferimenti in letteratura ed è diventato di uso pressoché comune (fig. 1) e comprende importanti sviluppi in sistemi di tirantatura per la precompressione delle strutture già collaudati presso il cantiere Ex Reale Albergo dei Poveri (Napoli). 4 - LA SCELTA DELLE FIBRE E DEI MATERIALI Le attuali tecnologie in composito offrono una vasta gamma di soluzioni tra le quali il progettista ha facoltà di scegliere quella che ritiene più idonea, caso per caso. Ecco che dunque, accanto all’impiego di fibre di carbonio, altre soluzioni possono essere vantaggiosamente individuate, quali l’utilizzo di fibre di vetro, di fibre aramidiche o di fibre da polimeri a cristalli liquidi (PBO), queste ultime da utilizzarsi preferibilmente con resine epossidiche. Inoltre la struttura e la morfologia del rinforzo possono assumere forme diverse; infatti il mercato offre la possibilità di impiegare componenti diversi, quali nastri da impregnare in situ oppure componenti semplici come barre e lamine in composito appositamente progettate, nonché l’utilizzo di com8 inarcos 269 270 9 10 ponenti strutturali più complessi, leggeri e capaci di svolgere più funzioni in un unico componente. Poiché dunque le soluzioni offerte dalle tecnologie dei compositi sono molteplici e tutte di sicuro interesse, è importante considerare alcuni criteri di scelta, affinché i progettisti possano orientarsi tra un’offerta alquanto diversificata (7). 4a - Fibre 11 13 12 14 inarcos Nell’applicazione dei materiali compositi in edilizia la scelta della fibra rappresenta un parametro di importanza fondamentale per individuare una soluzione tecnica ottimale e garantire un risultato duraturo. La scelta deve com- 15 16 piersi sulla base di dati progettuali ben precisi e in funzione di tutte le caratteristiche tecniche dei materiali (fig. 2). Le fibre di carbonio. Costituite da carbonio purissimo, presentano una struttura cristallina esagonale tipica della grafite, con cristalli lamellari perfettamente orientati e sostanzialmente privi di difetti (fig.2). Questa particolare 17 18 9-10 - Villa Bertani a Reggio Emilia. A sinistra lo stato iniziale, a destra a fine lavori. 11-12 - Grand Hotel di Alassio (SV). Recupero strutturale della facciata a mare mediante cordolature e controventamenti posti ai due lati della muratura e collegati con sistema Ardfix. 13 - Chiesa di S. Maria in Sovana (GR). Rinforzo delle pareti laterali della navata centrale mediante fresatura della parete e inserimento di lamine in carbonio con andamento orizzontale e verticale a formare una trave-parete che riporta i carichi sulle colonne. 14-15 - Biblioteca Basilica di S.Antonio a Padova. Rinforzo dei timpani mediante applicazione di nastri in carbonio e aramidici sui due lati della muratura e inserimento connettori Ardfix. 16-17 - Schema di rinforzo di una volta a padiglione e sua realizzazione. Da notare il cordolo in fibra sulla muratura. 18 - Convento di S. Geminiano (Modena). Schema di volta a crociera con rinforzo intradossale in fibra di carbonio unidirezionale. struttura “inorganica”, comune a tutte le fibre di carbonio, rende tali fibre uniche nel loro genere, influenzando in modo determinante tutte le caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche del materiale (8-10). Le fibre di vetro. Da sempre utilizzate nei compositi tradizionali per il loro basso costo, sono un materiale di larghissimo consumo nei settori tradizionali dei materiali compositi. Per quanto riguarda le applicazioni in edilizia, si deve considerare che le loro inferiori proprietà meccaniche rispetto alla fibra di carbonio richiedono nel dimensionamento, a parità di sollecitazioni, sezioni molto importanti, con notevole aumento del costo di applicazione e conseguente riduzione del vantaggio economico e tecnico. Le fibre aramidiche e le fibre PBO. Derivanti da polimeri a struttura “organica”, sono caratterizzate da “mesofasi”, ovvero fasi in grado di conservare un’elevata cristallinità (LCP) anche in particolari stati fisici della materia: allo stato fuso (termotropico) o in soluzione (liotropico). In virtù di questa struttura, non comune ai più tradizionali materiali polimerici, le fibre aramidiche presentano altissime proprietà meccaniche e un’elevata capacità di assorbire l’energia vibrazionale. Nella scelta di queste fibre occorre tuttavia tenere conto che essendo costituite da polimeri organici, presentano, seppure in forma relativamente ridotta, una minore resistenza ad agenti esterni e una certa sensibilità all'umidità e all'ambiente alcalino (12) oltre a evidenti fenomeni di “creep” (10). In particolare le fibre di PBO sono notevolmente sensibili a queste situazioni. 4b - La tipologia del rinforzo Tra le diverse tipologie di rinforzo (il mercato ne offre un numero elevato), i nastri unidirezionali sono i più utilizzati nelle applicazioni di ingegneria civile. Altre tipologie di rinforzo, come i tessuti a trama e a ordito, i biassiali, i multiassiali e le reti, trovano impiego in situazioni particolari. inarcos 271 19 20 5 - ESEMPI DI REALIZZAZIONI CON COMPOSITI IN FIBRA DI CARBONIO Cordolatura con placcaggio di murature 21 I rinforzi pre-impregnati quali le lamine trovano principalmente applicazione per il rinforzo di solai. Le barre, che trovano generalmente largo impiego nella creazione di collegamenti e staffature, possono essere utilizzate anche in strutture precompresse. Anche in questo caso la scelta tra le diverse tipologie di rinforzo deve essere dettata da determinati criteri che, oltre alle sezioni di rinforzo utilizzate, tengano conto della morfologia e dei parametri strutturali e funzionali dei diversi tipi di rinforzo (7). 272 inarcos La cordolatura di edifici o di porzione di questi mediante placcaggio di murature, effettuata secondo sistemi tradizionali in acciaio, può essere eseguita mediante sostituzione della lamina d’acciaio con nastri in fibra di carbonio di spessore e larghezza variabili, in funzione delle resistenze e delle sezioni di fibra richieste. Nella pratica corrente, sulla base di nostre esperienze largamente consolidate, la cordolatura viene realizzata applicando nastri unidirezionali di fibra di carbonio di larghezza 10-20 cm, preferibilmente sui due lati della muratura, stabilendo dei collegamenti tra i due nastri mediante connettori di tipo Ardfix (passanti). Il dimensionamento viene eseguito attraverso il calcolo delle sezioni di fibra di carbonio applicata. Si possono utilizzare nastri eventualmente sovrapposti per raggiungere le sezioni di fibra richieste. I connettori, secondo la tecnologia Ardfix, possono anche essere limitati allo spessore del muro (non-passanti). In ogni caso l’applicazione dei connettori viene realizzata sempre con resina fresca (fresco su fresco), in modo da creare una struttura unica che, nel caso della messa in opera di due strati di rinforzo sui due lati di una muratura, permette di ottenere un reticolo perfettamente tridimensionale. Da notare che il basso spessore del rinforzo (1-2 mm) rende superflua la fresatura della muratura per alloggiare il rinforzo, il quale invece può essere nascosto all’interno dello spessore dell’intonaco. Nel caso di murature a vista, in particolare per quelle in tufo, la fresatura può essere un buon sistema per nascondere il rinforzo all’interno del muro. La Corte Benedettina di Legnaro rappresenta uno dei primi esempi nel recupero strutturale di edifici storici. La soluzione di creare delle cordolature per rinforzare l’edificio è stata usata in larga misura: l’intervento ha previsto la creazione di due cordoli che corrono 19 - Basilica di S. Petronio (Bologna). Rinforzo estradossale della navata centrale. 20 - Duomo di Carpi (Modena). Rinforzo volte cappelle laterali. 21-22 - Chiesa di San Giorgio di Varignana (Bologna). Rinforzo estradossale delle volte e della navata centrale danneggiate dal sisma del 2003. 23-24 - Particolare dell’inserimento di connettore Ardfix. Condominio con scale a voltine estese per quattro piani in civile abitazione. 22 23 24 all’altezza del tetto e del soffitto, come evidenziato nella sezione di fig.3. I cordoli sono stati ottenuti laminando le due facce del muro, sul lato esterno e sul lato interno, e collegando i due laminati con rinforzi disposti a ± 45°, secondo lo schema riportato in figura (figg. 3/4/5-6). Nel caso di Villa Bertani, in provincia di Reggio Emilia, dove la struttura aveva subito notevoli danni a causa del sisma (1996), le cordolature interne ed esterne a livello del solaio del sottotetto hanno sostituito i cordoli in calcestruzzo previsti da un progetto precedente. Nel corso dei lavori, dopo la messa in opera delle prime cerchiature, l’edificio ha subìto una serie di scosse sismiche dovute a un nuovo terremoto (2000) senza subire ulteriori danni nonostante la situazione di precarietà in cui si trovava al momento la muratura (figg. 7-8/9-10). Particolarmente significativo l’intervento al Grand Hotel di Alassio, dove la facciata di muratura in laterizio forato presentava uno stato fessurativo notevole. In questo caso le cerchiature e i controventamento, realizzati con nastri di fibra di carbonio, applicati esternamente e internamente, sono stati collegati mediante connettori Ardfix. Per la natura del laterizio, l’operazione di foratura per l’applicazione dei connettori è stata eseguita previa iniezione di malta localizzata nel punto di connessione. In tale modo è stata ottenuta una struttura reticolare sui due lati della facciata, che ha efficacemente svolto il compito assegnato (fig. 11-12). Nel caso della Chiesa di S. Maria in Sovana (Grosseto) la cerchiatura esterna dell’edificio, costituito da blocchi in tufo a vista, ha obbligato alla fresatura del tufo, per uno spessore di circa 10 cm. nelle aree in cui il rinforzo in carbonio doveva essere applicato. Il ripristino della parte fresata di tufo è stato realizzato con elementi dello stesso materiale, così che il rinforzo, incorporato nella parete, non ha sollevato problemi estetici. Nella parte interna, dove la presenza del tufo a vista poneva lo stesso problema, e in particolare per il rinforzo degli archi della navata principale, è stato previsto un taglio della parete con inserimento di lamine in fibra di carbonio, aventi la funzione di contenimento della fessurazione degli archi e ridistribuzione dei carichi sulle colonne e sui muri di appoggio (fig. 13). Un altro esempio degno di essere citato è l’intervento realizzato sui timpani della Biblioteca nella Basilica di S. Antonio a Padova, dove sono stati impiegati rinforzi ibridi in fibra carbonio-aramidica, per una miglio- inarcos 273 25 26 27 28 re dissipazione dell’energia di deformazione. Anche in questo caso i nastri di rinforzo sono stati applicati sui due lati della muratura e collegati tra loro mediante connettori Ardfix, formando una struttura reticolare (fig. 14-15). legati alle pareti di appoggio o ad eventuali cerchiature delle stesse. Nel caso di interventi all’estradosso non sono necessarie piolature in quanto con questa configurazione non si esercitano forze di distacco tra rinforzo e superficie della volta; nel caso di interventi all’intradosso è invece opportuno applicare dei connettori a modo di piolatura, per prevenire possibili distacchi. Questa tipologia di intervento risulta essere particolarmente efficace, come dimostrato dagli innumerevoli interventi eseguiti negli ultimi anni. Uno schema tipico utilizzato per una volta a padiglione è riportato nelle figure seguenti: i rinforzi posti all’estradosso vengono collegati con la cerchiatura sulla parete mediante connettori Ardfix (fig. 16-17/18/19/ 20/21-22). Consolidamento intradossale ed estradossale di volte La tecnologia dei materiali compositi ben si adatta al recupero di strutture voltate. La tecnica tradizionale, che normalmente utilizza cappe in calcestruzzo rinforzate con reti elettrosaldate, risulta estremamente invasiva: appesantisce la struttura creando di fatto una seconda volta e snaturando la funzione della prima, e inoltre rende complesso e oneroso il lavoro in cantiere. L’intervento con il materiale composito consiste nell’applicazione di nastri di rinforzo in carbonio, lasciandone inalterata la funzionalità, la traspirabilità e il peso. I nastri di rinforzo possono essere applicati sia all’intradosso che all’estradosso della volta e possono essere col274 inarcos Rinforzo intradossale di scale e balconate Il rinforzo di balconate o scale in muratura può essere realizzato sostituendo le lamine in acciaio usate 25 - Condominio Viale Silvani (Bologna). Progetto di rinforzo scale in civile abitazione. 26 - Palazzo S. Geminiano - Facoltà di Giurisprudenza Università di Modena. Intervento di rinforzo scale. 27-28 - Intervento di rinforzo su una balconata in pietra di luserna a Busca (Cuneo) e messa in sicurezza dei decori facciata Cattedrale di San Pietro (Bologna). 29 - Fonderia di Savigliano in Corso Mortara (Torino). Schema di rinforzo con materiali in fibra di carbonio. 29 tradizionalmente con nastri unidirezionali in fibra di carbonio. Il dimensionamento viene eseguito attraverso il calcolo delle sezioni di fibra di carbonio applicata. Si possono utilizzare nastri di larghezza 10-20 cm e peso pari a 300-400g/m , eventualmente sovrapposti per raggiungere le sezioni di fibra richieste e applicati secondo schemi già consolidati. Nel caso di strutture voltate può rendersi opportuno utilizzare dei connettori (Ardfix) per prevenire eventuali fenomeni di distacco in condizioni estreme. I vantaggi del composito sono dunque numerosi: dalla semplicità della messa in opera (il nastro essendo laminato in “situ”, prende immediatamente la forma del supporto) al basso spessore del rinforzo (inferiore a 2-3 mm) facilmente occultabile all’interno dell’intonaco; dalla mancanza di fenomeni di corrosione (non sono da prevedere trattamenti protettivi o di manutenzione) a una maggiore efficienza. Infatti i bassi spessori di adesivo richiesti e la continuità dell’adesione al supporto consentono al rinforzo di lavorare in modo puntuale e mirato lungo tutta la superficie. Il ridottissimo peso aggiunto per la struttura consente di evitare l’insorgere di fenomeni negativi in caso di eventi sismici. Di seguito si riportano le immagini di tre tipologie di scale in muratura, di cui due ad arco ribassato e una a volta in civile abitazione. Quest’ultima si trovava in condizioni di grande precarietà (ne era prevista la demolizione) e ha richiesto un largo impiego di un numero elevato di connettori al fine di garantire una buona adesione e un’efficace collaborazione dei rinforzi posti nelle diverse direzioni (fig. 23-24/25/26). 2 La messa in sicurezza dei materiali lapidei Nel recupero strutturale degli edifici storici possono presentarsi di sovente diversi problemi sui decori di facciata, sulle balconate e su cornicioni, colonnine, statue. Per queste tipologie di intervento le fibre di carbonio o le fibre aramidiche ben si prestano sia per il consolidamento strutturale sia per la messa in sicurezza. L’applicazione di questi rinforzi su materiali lapidei è stata attentamente studiata e sperimentata con la messa a punto di tecnologie reversibili e poco invasive. Un esempio, che sarà oggetto di una comunicazione specifica, è il consolidamento della facciata e del paramento della Basilica della SS. Natività di Vicoforte a Cuneo, altre applicazioni sono state eseguite sui decori della facciata della Basilica Arcivescovile di San Pietro a Bologna. Di seguito vengono riportate le immagini di interventi su balconate, tematica molto frequente nei centri storici Piemontesi (fig. 27-28). Il recupero delle strutture in calcestruzzo Il recupero di strutture in calcestruzzo diventa una vera e propria opera di restauro allorché riguarda edifici dell’inizio del Novecento di grande pregio architettonico e appartenenti alla prima storia del calcestruzzo, che sempre più frequentemente vengono riattivati per impieghi più attuali. I compositi ben si adattano al recupero di queste strutture e in particolare al rinforzo di travi, sia a flessione che a taglio, e al rinforzo di pilastri, essendo in grado di migliorarne la capacità portante (tramite cerchiatura) e la resistenza alla flessione nonché di ottimizzare il collegamento trave-pilastro mediante intervento sul nodo. I vantaggi presentati dall’impiego di materiali compositi, come già riportato nei punti precedenti, sono: semplificazione del cantiere, minore invasività, ridottissima aggiunta di peso, nessun trattamento di protezione (necessario nel caso di rinforzi in acciaio), nessun intervento di manutenzione. L’applicazione di rinforzi per migliorare la resistenza al taglio delle travi, per il rinforzo dei nodi o per la cerchiatura di pilastri risulta molto semplificata e par- inarcos 275 30-31 - Fonderia di Savigliano in Corso Mortara (Torino). Rinforzo travi e pilastri, rinforzo nodi collegamento trave-pilastro per cambiamento d’uso. 32 - Biblioteca Civica di Verona (costruita su progetto Arch. Nervi). Rinforzo travi, pilastri, nodi: miglioramento sismico. 30 31 ticolarmente efficiente, in virtù di una maggiore adattabilità alle superfici su cui i rinforzi sono applicati e dei minori ingombri che si creano (pochi millimetri per il carbonio, svariati centimetri per l’acciaio) (fig. 29/30-31/32). Nella fig. 32 vengono riportate alcune interessanti immagini del rinforzo di travi e pilastri della Biblioteca Civica di Verona, a suo tempo costruita su progetto dell’Architetto Nervi. Oggi, dovendo la struttura rispondere ad esigenze normative diverse, si è reso opportuna questa tipologia di intervento, che non ha minimamente alterato le forme, i volumi e l’aspetto dell’opera originaria. CONCLUSIONI La documentazione riportata ben presenta lo stato dell’arte e le possibilità offerte dalle tecnologie dei materiali compositi nel recupero strutturale degli edifici storici. Queste tecniche infatti ben si adattano ad essere utilizzate in tutte le occasioni, ma principalmente evidenziano i loro aspetti positivi nel restauro delle strutture. Il recupero strutturale sull’antico è operazione complessa e delicata, che spesso deve anticipare il più importante restauro delle superfici e delle componenti artistiche dell’opera. La possibilità di utilizzare tecniche scarsamente invasive e di facile esecuzione rappresenta sicuramente un grande progresso e un’eccezionale opportunità. Le esperienze maturate ad oggi in Italia hanno senza dubbio posto il nostro paese all’avanguardia nel mondo, sia per l’importanza delle opere realizzate, sia per la messa a punto di un importante know how in termini di materiali, sistemi e tecniche applicative. Ardea s.r.l. con la sua linea di prodotti Betontex derivante da un importante brevetto (12) e grazie a una decennale esperienza di progettazione, ricerca e assistenza tecnica, si pone come leader in questo settore 276 inarcos 32 e presenta tutto il potenziale per un concreto approccio ai problemi di ristrutturazione. Bibliografia (1) L.Credali, A. Santini L’Edilizia – Building and Construction for Engineers – Il rinforzo di strutture con FTS Betontex®, Luglio /Agosto 1999, n° 7/8 , pag.78, Anno XIII. (2) R.Poluzzi, L.Credali, E.Schiavina: “Impiego di fibre di carbonio nella ristrutturazione statica ed architettonica del complesso ex Corte Benedettina di Legnaro (PD)” - Secondo Seminario AICO SAIE (1999). (3) R.Poluzzi: “Verifiche sperimentali sui benefici ottenibili nel rinforzo di membrature di cemento armato con applicazioni di fibre sintetiche”- Atti Giornate AICAP Torino (1999). (4) L.Credali: “Rinforzi per edilizia Betontex®”, XXVI Convegno ATE - Strutture in Composito - Milano 21 Giugno 1999 - L’Edilizia, 8, 82 (1999). (5) C.N.R. - Consiglio Italiano delle Ricerche: “Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione ed il controllo di interventi di consolidamento statico mediante l’utilizzo di compositi fibrorinforzati” - DT200 /2004 (2004). (6) IT. Patent – MI 2062A000100, L. Credali - Ardea Progetti e Sistemi Srl. (7) L. Credali “Criteri di scelta per la progettazione e l’applicazione di materiali compositi in edilizia” Inarcos-,n 676, 33-43 , gennaio 2007. (8) H.H.Yang: “Aromatic High Strength Fibers”,- SPE Monograph Series - John Willey & Sons (1989). (9) A.R.Bunsell: “Fibre Reinforcements For Composites Materials”, R.B.Pipes Series Editor Elsevier (1988). (10) M. H. Lafitte, A.R. Bunsell: “The creep of Kevlar-29 fibers”, Polym. Eng. Sci.(1985), 25, 3. (11) N.L. Hancox: “Fibre Composite Hybrid Materials”, Applied Science Publishers, London (1981). (12) EP. 0994223, L.Credali – Ardea Progetti e Sistemi Srl. ■ © 2009 - Cosa nasconde un pavimento che sta per cedere? I vespai possono col tempo provocare cedimenti nelle abitazioni. Il sistema Leca e Uretek Cavity Filling è la soluzione veloce e definitiva per riempire il vuoto e mettere in tensione la pavimentazione soprastante,mantenendo la funzione isolante dell’intercapedine. Le proprietà dell’argilla espansa Leca® e della resina espandente Uretek Geoplus® garantiscono un intervento che offre molteplici vantaggi: non è invasivo, è semplice e non servono scavi, non produce vibra- zioni dannose, non appesantisce il terreno, è applicabile in aree di difficile accesso ed ha costi e tempi sensibilmente ridotti rispetto agli altri sistemi. 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Antonio Mazza, presidente di IIPLE, di illustrarci i motivi alla base della decisione di promuovere nuovamente questo evento e qual è, secondo lui, il valore aggiunto di questa iniziativa. “Abbiamo deciso di investire su questa proposta anche nel 2009 sulla base di alcune importanti riflessioni che coinvolgono in generale il concetto di lavoro e in particolare il lavoro nel settore edile. Già da qualche anno ci troviamo davanti ad una vera e propria “rivoluzione virtuale”, siamo sempre più abituati al concetto di “virtualità” che pervade ogni ambito della nostra vita ed inevitabilmente il nostro lavoro. Le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di organizzare e gestire il lavoro ma soprattutto hanno cambiato il concetto stesso di lavoro appannando sempre di più quelle attività nelle quali la manualità svolge un ruolo fondamentale. Anche l’arte muraria è tra quelle professioni che, nonostante una lunga ed importante storia alle spalle, hanno subito una forma di svalutazione ed attualmente rischiano di risultare poco attrattive soprattutto per i giovani. La gara del muratore vuole essere un’occasione per far uscire dall’ombra la grande ricchezza di competenze e conoscenze che i lavori manuali offrono e che può riemergere come valore utile ad affrontare anche le situazioni più difficili. Non bisogna infatti mai dimenticare che le idee sono impor- tanti ma che solo attraverso il lavoro manuale queste si possono realizzare nel concreto. Può farci un esempio concreto di quello che intende dire? “In edilizia non si può non pensare all’importanza di costruire in modo adeguato per resistere al tempo ed alle calamità naturali. Il triste evento del terremoto in Abruzzo ha portato alla ribalta un grande tema che sarà centrale per lo sviluppo del settore edile nei prossimi anni: l’intervento sul patrimonio edilizio esistente attraverso un’accresciuta competenza tecnica ed un’adeguata formazione degli operatori. Sarà una grande sfida da raccogliere nei prossimi anni ed necessario che tutti gli addetti del settore siano consapevoli dell’importanza del ruolo che dovranno svolgere in questo processo per la salvaguardia del patrimonio artistico del nostro paese e per la sicurezza di coloro che lo abitano. La gara del muratore sarà una buona occasione per ribadire tutto questo. Raccogliere questa sfida in un settore in continuo movimento e soggetto a cambiamenti molto rapidi potrebbe non essere semplice, cosa può dirci a proposito? Il settore edile è sicuramente un settore produttivo complicato tuttavia ha molte potenzialità ancora nascoste. Per esempio l’anno scorso la gara provinciale del muratore è stata vinta da una squadra formata da padre e figlio di origine rumena. Questa vittoria ha rappresentato davvero un bel segnale all’interno di un settore produttivo del quale spesso si tendono ad evidenziare le criticità ed è servita a dimostrare come l’integrazione passi anche, anzi soprattutto, attraverso il lavoro qualificato. Come è organizzata la gara e chi può partecipare? Alla gara possono partecipare 20 squadre composte da due persone ciascuna. La partecipazione è riservata ai dipendenti ed ai titolari delle imprese iscritte alle casse edili di Bologna che non abbiano partecipato alla precedente edizione. Chi vuole partecipare alla gara può consultare il regolamento scaricandolo dal sito dell’Istituto Edile all’indirizzo www.edili.com o richiedendolo alla nostra segreteria. Sono previsti premi per ciascuno dei partecipanti delle prime squadre classificate. Da questa iniziativa sono nate alcune interessanti sinergie nazionali ed internazionali tra le quali ricordiamo in particolare la collaborazione con il SAIE, che ospiterà l’edizione “Edil Trophy 2009” e con l’”Institut Gaudì de la Construcciò” di Barcellona che ogni due anni promuove un evento simile al nostro. inarcos 281 EFFICIENZA ENERGETICA e certificazione Dario Vannini, Sonia Subazzoli Un primo approccio al fotovoltaico: la guida del GSE e le ultime novità legislative A circa un anno e mezzo dalla nascita della rubrica su efficienza energetica e certificazione ci è parso utile cominciare ad aprire alcuni “squarci” sul settore delle energie rinnovabili, settore in forte fermento a livello mondiale e dalle aspettative occupazionali molto alte. Fra le varie fonti rinnovabili si è deciso di partire dal fotovoltaico, prendendo a spunto l’uscita della terza edizione della “Guida al conto energia” del Gestore dei Servizi Elettrici s.p.a. (GSE). il caffè energetico La “Guida al conto energia”: terza edizione La guida è un agevole e completo strumento di consultazione per coloro che intendono realizzare un impianto fotovoltaico e richiedere gli incentivi. Il documento è stato elaborato in collaborazione con 282 gli uffici tecnici dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG), in particolare per quanto riguarda le indicazioni relative alla vendita dell’energia, alla connessione degli impianti alla rete elettrica e alla misura dell’energia prodotta. Il sistema di incentivazione del settore fotovoltaico, il cosiddetto “nuovo conto energia” ha preso avvio con il DM 19 febbraio 2007 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 febbraio 2007), subentrando ai precedenti DM del 28 luglio 2005 e del 06 febbraio 2006 in materia di incentivazione dell’energia fotovoltaica; il decreto, tuttavia, è diventato operativo solo dopo la pubblicazione della delibera dell’AEEG n. 90/07, avvenuta il 13 aprile 2007, che ha definito le condizioni e le modalità per l’erogazione delle tariffe incentivanti. Le modifica più significativa riguarda l’aboli- zione della fase istruttoria preliminare all’ammissione alle tariffe incentivanti; in base al nuovo decreto, infatti, la richiesta di incentivo deve essere inviata al GSE solo dopo l’entrata in esercizio degli impianti fotovoltaici. Inoltre il nuovo decreto, da una parte favorisce le applicazioni di piccola taglia architettonicamente integrate in strutture o edifici, attraverso una maggiore articolazione delle tariffe, dall’altra cerca di collegare fotovoltaico ed efficienza energetica, introducendo un premio nei casi di installazioni abbinate ad interventi di risparmio energetico. Infine vengono abolite alcune soglie poste in precedenza: il limite annuo di potenza incentivabile, sostituito da un limite massimo cumulato della potenza incentivabile; il limite di 1000 kW, quale potenza massima incentivabile per un singolo impianto; l’im- L’IMPROROGABILE NECESSITÀ DEL FOTOVOLTAICO L’inchiesta, di Niccolò Aste da FV Fotovoltaici, n. 2/2009 In questi tempi di incertezza e preoccupazione, guardare ai forti cambiamenti in atto negli USA è divenuto un rito collettivo e consolatorio. La crisi si combatte opponendo la speranza alla paura, l’azione all’inerzia, come insegna il neoeletto presidente Obama. La sua attenzione per le questioni ambientali sta già facendo storia e la forte apertura verso le fonti rinnovabili costituisce un imprescindibile punto di riferimento a scala planetaria. Come insegna l’esempio di oltre oceano, l’energia pulita, probabilmente, sarà una delle nostre ancore di salvezza ed il fotovoltaico, anche in questo frangente, si pone inevitabilmente in prima linea. Certo, i costi sono ancora elevati e non possiamo ritenerlo una generica panacea, ma le prospettive inarcos (si è detto più volte ed i fatti lo confermano) sono decisamente promettenti. Le installazioni aumentano, l’industria si sviluppa, la tecnologia migliora, i prezzi scendono. Non è un processo casuale, ma il risultato di una precisa strategia che vede l’Europa tra i protagonisti principali. Come raramente accade, inoltre, in questo momento è proprio l’Italia a trainare letteralmente il mercato, con un Conto Energia che dà respiro tanto alle aziende ed ai professionisti nazionali, quanto a quelli esteri, che trovano nel Bel Paese un contesto applicativo ottimale. Secondo gli studi svolti da più parti a livello internazionale, siamo vicini a “scollinare”, e cioè al superamento della soglia di competitività rispetto alle fonti energetiche convenzionali. In pochi anni si stima che l’energia solare sarà accessibile ad possibilità di utilizzare la tecnologia fotovoltaica a film sottile, molto utilizzata nell’ambito dell’integrazione architettonica. La guida si articola in due parti. Nella prima sono presentate le innovazioni introdotte dal nuovo DM 19 febbraio 2007, le indicazioni generali per la realizzazione e la connessione dell’impianto alla rete e le modalità da seguire per richiedere l’incentivazione al GSE. Nella seconda sono approfonditi alcuni aspetti generali e specifici per coloro che, non esperti del settore, intendano acquisire informazioni di base sugli impianti fotovoltaici e sull’evoluzione del meccanismo d’incentivazione in “conto energia”. Tra le novità di questa terza edizione, le nuove regole dello scambio sul posto (innalzamento della soglia incentivabile per im- pianti fino a 200 kW), l’aggiornamento delle nuove tariffe incentivanti ai valori del 2009 e le nuove condizioni procedurali, economiche e tecniche per la connessione alla rete stabilite dall’Autorità (AEEG). Novità legislative e normative La Delibera AEEG ARG/elt 161/08, di recente pubblicazione, consente, inoltre, di realizzare un impianto fotovoltaico suddiviso in più parti (sezioni) ciascuna con la propria tipologia d’integrazione architettonica. La potenza dell’impianto, quindi la relativa tariffa, sarà data dalla somma delle potenze di tutte le sezioni che obbligatoriamente bisognerà dichiarare (potenza totale dell’impianto, numero di sezioni e potenza di ogni sezione) al momento della richiesta dell’incentivo per la prima sezione. un costo uguale o addirittura inferiore rispetto a quella derivata dai combustibili fossili. Maggiore sarà nel frattempo il tasso di diffusione del fotovoltaico, più rapido sarà il decorso del processo. In questo senso il ruolo delle istituzioni, come insegnano l’esperienza tedesca e giapponese, tra le tante, continuerà ad essere fondamentale. Alle logiche individualistiche dell’immediato si dovranno contrapporre ancora quelle tese al soddisfacimento delle esigenze collettive sul medio e lungo periodo. La preferenza degli utenti per il fotovoltaico, anche se non motivata da una convenienza solo e strettamente economica, dovrà essere stimolata soprattutto tramite incentivi analoghi a quelli in atto, ma anche con contestuali imposizioni che abbiano altrettanta efficacia. A questo proposito le norme emanate recentemente relativamente all’efficienza energetica del settore edilizio e quelle ad esse collegate rappresentano uno strumento di estrema importanza. Riconoscendo come ambito strategico l’integrazione architettonica del fotovoltaico, infatti, si è cominciato ad introdurre l’obbligo di installazione sulle nuove costruzioni di piccole quote di potenza, avendo cura che le misure non gravassero eccessivamente sulle L’ultima novità in ordine temporale è rappresentata dal DM 2 marzo 2009 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 59 del 12 marzo 2009) che estende il diritto al premio aggiuntivo per gli impianti fotovoltaici fino a 200 kw operanti in regime di scambio sul posto per la produzione di energia in edifici pubblici e residenziali. L’art. 7 del decreto interministeriale 19 febbraio 2007 prevede, infatti, che gli impianti fotovoltaici che accedono alle tariffe incentivanti, operanti in regime di scambio sul posto e destinati ad alimentare, anche parzialmente, utenze ubicate all’interno o comunque asservite a unità immobiliari o edifici, possano beneficiare di un premio aggiuntivo qualora siano effettuati interventi di efficienza energetica sull’edificio. Il premio consiste in una maggiorazione finanze dei privati e non fossero, dunque, vessatorie. La Finanziaria 2008, ad esempio, stabiliva che ai fini del rilascio del permesso di costruire per gli edifici di nuova costruzione fosse necessaria l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una potenza non inferiore a 1 kW per ciascuna unità abitativa. È facile osservare come il riferimento, o comunque l’apertura, al fotovoltaico appaiano evidenti. L’imposizione, inoltre, non sembra poter essere gravosa: se 1 kWp costa al giorno d’oggi sui 5.000 €, secondo una rapida stima si parlerebbe di un extracosto intorno ai 50-60 € per metro quadrato di superficie residenziale che, se paragonati agli attuali valori del mercato immobiliare, sembrano ben poca cosa. A questo si deve aggiungere il vantaggio economico legato alla fruizione dell’energia elettrica prodotta, da non sottovalutare soprattutto in vista degli aumenti previsti per i prossimi anni. Ciononostante, il cosiddetto decreto Milleproroghe, licenziato da poco dal Senato, differisce l’obbligo di cui sopra al 2010. Certo, siamo in tempo di crisi e bisogna puntare alla sopravvivenza, ma siamo sicuri che non stia prevalendo la paura sulla speranza? inarcos 283 dell’impianto FV, perdendo il diritto agli incentivi. Tutti questi soggetti potranno infatti sanare la situazione riguadagnando l’accesso alla tariffa incentivante per il periodo rimanente. percentuale della tariffa così come prevista dal “conto energia”, pari alla metà della percentuale di riduzione del fabbisogno di energia conseguita ed attestata, bonus che non può comunque eccedere il 30% dell’incentivo. Per accedere al premio aggiuntivo, il soggetto responsabile dell’edificio si deve dotare di un primo attestato di certificazione energetica relativo all’immobile, comprensivo di indicazioni di possibili miglioramenti delle prestazioni energetiche. Successivamente (o contestualmente) alla data di entrata in esercizio dell’impianto fotovoltaico, il soggetto responsabile effettua o rende operativi anche tali interventi a patto che essi determinino una riduzione certificata di almeno il 10% dell’indice di prestazione energetica (cioè del fabbisogno specifico di energia primaria per la climatizzazione invernale e la produzione di acqua calda) rispetto allo stesso indice individuato nella certificazione energetica iniziale. L’esecuzione degli interventi e l’ottenimento della riduzione del fabbisogno di energia primaria dell’edificio sono dimostrati mediante nuova certificazione e da una relazione tecnica asseverata. Al fine di ottimizzare la pianificazione dei lavori, soprattutto nel caso in cui gli interventi di efficienza energetica interessino le superfici strutturali su cui andrebbe a poggiare l’impianto FV, è con- 284 inarcos sentito che l’esecuzione degli interventi e la realizzazione dell’impianto possano avvenire contemporaneamente. Come ha affermato Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, questo è “un incoraggiamento per la promozione di impianti domestici e di media taglia poichè l’estensione fino ai 200 kW è l’ideale per le aziende di piccole e medie dimensioni, altamente energivore, con capannoni industriali in grado di ospitare un impianto fotovoltaico sul tetto senza alcun impatto ambientale.” Inoltre, il DM 2 marzo 2009 fornisce un’interpretazione dell’art. 4, comma 4, del decreto interministeriale 19 febbraio 2007, stabilendo che “per «componenti non già impiegati in altri impianti» si intende che i medesimi componenti non sono già stati utilizzati in impianti per i quali sono stati concessi altri incentivi in conto energia o nelle altre forme richiamate all’art. 9 dello stesso decreto interministeriale 19 febbraio 2007”. L’ulteriore novità introdotta con l’art. 2 del decreto è l’interpretazione dell’art. 5 comma 4 del “conto energia” attraverso la quale si risolve positivamente il problema insorto con numerosi soggetti (tipicamente gestori di impianti a carattere domestico) che, per cause varie, hanno ritardato oltre il sessantesimo giorno la comunicazione al GSE di entrata in esercizio Semplificazioni degli adempimenti in campo urbanistico-edilizio Sul versante autorizzativo giova infine ricordare il recepimento da parte di molti Comuni, all’interno dei propri regolamenti urbanistico-edilizi, dell’art. 11 comma 3 del D.Lgs 115/2008, che inserisce l’installazione di impianti solari termici o fotovoltaici, complanari alla falda, fra le attività di edilizia libera, cioè non soggetti a titolo abilitativo (cfr. Inarcos n° 689); tale semplificazione dell’iter burocratico dovrebbe incentivare soprattutto la realizzazione di impianti medio-piccoli, nei quali l’incidenza dei costi di progettazione è percentualmente maggiore. Rimandiamo ai prossimi numeri per ulteriori approfondimenti sulla tecnologia del fotovoltaico e sulla valorizzazione dell’energia prodotta da tale fonte, nonché per una panoramica sulle altre energie rinnovabili. DITE LA VOSTRA! Continuate a inviarci suggerimenti, contributi e articoli sull’efficienza energetica all’indirizzo [email protected], oppure contattandoci dal sito www.assiabo.it, nella sezione SPECIALE CERTIFICAZIONE ENERGETICA; gli interventi più interessanti potranno trovare spazio nella sezione “Il caffè energetico”. LE AZIENDE INFORMANO MATERASSINI ISOLANTI ELASTICI ISOLGUMMI by TECNOACUSTICA: la nuova gamma di materassini isolanti in gomma La vasta gamma Tecnoacustica, prodotti e soluzioni di progettazione per l’isolamento termo-acustico anche personalizzate, si arricchisce grazie a ISOLGUMMI, una serie di materassini isolanti elastici composti da granuli di gomme provenienti dal riciclo di pneumatici e gomme pregiate (SBR, EPDM, lattici, siliconi, neopreni), conglomerati a mezzo di leganti poliuretanici e successivamente sfogliati in rotoli o pannelli. Tali materassini possono essere impiegati come materiali resilienti nei sistemi di pavimento galleggiante in virtù della loro buona rigidità dinamica fungendo da antivibranti. Se correttamente dimensionati in relazione alle specifiche caratteristiche tecniche dei solai in cui vengono impiegati e delle prerogative acustiche di cui necessita il cantiere, contribuiscono sensibilmente a soddisfare i requisiti di isolamento al rumore da calpestio, se impiegati singolarmente, e al rumore aereo, se accoppiati con altri prodotti massivi Tecnoacustica quali la gamma DBstop. Caratteristiche peculiari di ISOLGUMMI sono le elevate resistenze meccaniche soprattutto alla compressione e alla lace- razione che rendono i materassini particolarmente indicati per l’utilizzo in cantiere anche da parte di una manodopera non propriamente specializzata e attenta a particolari accorgimenti di posa (non necessitando di alcuna rete per la ripartizione di carico nei massetti data l’assenza di cedevolezza). Questo, come tutti gli altri prodotti Tecnoacustica, si colloca ai più elevati standard di mercato per qualità e durata nel tempo: caratteristiche che l’azienda è in grado di garantire grazie ad un reparto di ricerca e sviluppo interno costantemente impegnato nello studio di nuovi materiali, a macchinari tecnologicamente avanzati e ai fornitori di materie prime altamente selezionati. Tecnoacustica: tecnologie a servizio del benessere Tecnoacustica, grazie ad una decennale esperienza nel settore dell’isolamento, offre le soluzioni più innovative di progettazione acustica, anche personalizzate in base alle singole esigenze, nel massimo rispetto dell’ambiente, utilizzando materiali riciclati e realizzando a sua volta prodotti riciclabili. Grazie a selezionati fornitori di materie prime e all’avanzato sistema di ricerca e sviluppo interno, Tecnoacustica propone prodotti innovativi, anche a brevetto esclusivo, dalle performance di altissimo livello: una vasta gamma di soluzioni in grado di rispondere ad ogni esigenza di isolamento termico e acustico, con la garanzia di un comfort esclusivo. Caratterizzata dall’orientamento al miglioramento continuo e dallo spirito volto all’evoluzione, l’ azienda, che si estende su una superficie di 10.000 mq ed utilizza macchinari all’avanguardia, ha sviluppato nuove tecnologie per l’accoppiaggio dei materiali risolvendo così le più comuni problematiche presenti nel settore edile. TECNO ACUSTICA Viale del Lavoro, 18/S 37069 Villafranca di Verona (VR) Tel. 045 9698418 - Fax 045 9698419 [email protected] - www.tecnoacustica.net inarcos 285 LE AZIENDE INFORMANO RISTRUTTURAZIONE E SICUREZZA Ristrutturare un edificio comporta sempre un intervento invasivo sul fabbricato esistente; le problematiche che possono insorgere sono di diversa natura e comprendono il mantenimento dell'isolamento del tetto durante lo svolgimento dei lavori e la garanzia costante della sicurezza per chi opera in quota. Laddove sia previsto dal regolamento locale di igiene è di fatto obbligatorio, in caso di rifacimenti sostanziali di una copertura, prevedere e applicare idonei sistemi di ancoraggio per prevenire e cadute dall'alto. Cribis s.n.c si è occupata della messa in sicurezza di coperture ristrutturate sin dal suo esordio e ora dispone di un bagaglio conoscitivo esteso a tutte le tipologie di coperture esistenti. In particolare Cribis si è speciaizzata nella messa in sicurezza di edifici storici che per loro stessa natura hanno delle caratteristiche progettuali molto particolari, se non uniche, e che spesso sono tutelati da vincoli architettonici. A prova di questa affermazione possiamo citare importanti lavori eseguiti nel cuore della vecchia Bergamo (come il Teatro Sociale, la sede dell' Università e la sede del Museo di Scienze Naturali), i numerosissimi interventi su chiese e 286 inarcos su edifici tutelati come patrimoni storico-artistici protetti da vincoli e gli interventi eseguiti su edifici di importanza istituzionale. In caso di intervento su un edifici in ristrutturazione (e a maggior ragione se si tratta di ufficio storico) è necessario seguire un iter ben preciso che considera tutte le variabili che entrano in gioco quando si decide di metterlo in sicurezza. Innanzitutto possiamo affermare che la criticità maggiore la si incontra nello stato delle strutture portanti: metodologie costruttive datate come l'utilizzo di travi tipo varese, l'utilizzo di una struttura portante inadeguata come ad esempio muratura in mattoni forati sormontati da listelli e, soprattutto, l'usura del tempo e il degrado causato da agenti esogeni come nel caso di travi di legno marce sono alcuni dei fattori che entrano in gioco quando bisogna considerare la validità degli elementi strutturali sulla quale si andranno a fissare i sistemi anticaduta. Cribis garantisce sempre la tenuta dei propri sistemi anticaduta: il nostro modus operandi ci impone sempre uno studio attento della copertura che si esplica nell'analisi progettuale dell'edificio nella sua totalità, nella verifica preliminare di tenuta su un elemento strutturale preso a campione e nell' utilizzo di soluzioni di fissaggio studiate e realizzate ad hoc per una specifica copertura. Garantiamo sempre la sicurezza dei lavoratori che andranno a operare in quota e siamo in grado di intervenire anche dove non è possibile l'utilizzo di ponteggi peri- metrali mettendo in sicurezza l' edificio "in tempo reale". La nostra politica aziendale presuppone l'interazione con tutte le figure coinvolte: dai progettisti ai committenti fino alle maestranze di cantiere; il valore aggiunto che offriamo ai nostri clienti è una totale collaborazione sotto tutti gli aspetti e una flessibilità sia nel proporre molteplici soluzioni progettuali sia nella differenziazione dell' intervento cantieristico. Per esempio possiamo proporre diverse tipologie di fissaggio al fine di modificare il carico strutturale sugli elementi portanti della copertura, oppure possiamo adottare differenti ancoraggi per migliorare l' impatto architettonico sull'edificio. Cribis offre un servizio completo che risolve totalmente la messa in sicurezza di una copertura, garantiamo ogni fase, dalla progettazione all'installazione e siamo strutturati per seguire un iter lavorativo che vi assicura rapidità di intervento e certezza dei tempi di consegna. Affidare a noi la messa in sicurezza di una copertura vi garantisce il massimo della professionalità e della sicurezza con in più la certezza di un lavoro eseguito a regola d'arte e certificato. Via del Lavoro, 22 - 24050 Spirano (BG) Tel. e Fax 035/877130 e-mail: [email protected] web: www.sa-anticaduta.com inarcos 287 LE AZIENDE INFORMANO LA VERSATILITÀ APPLICATIVA DELLE SOLUZIONI TECNOCUPOLE PANCALDI NELLE DIVERSE STRUTTURE ARCHITETTONICHE AD USO PUBBLICO E PRIVATO Tecnocupole Pancaldi - azienda leader nella produzione e commercializzazione di lucernari ed evacuatori di fumo e calore – grazie ai continui investimenti in ricerca e sviluppo, crea soluzioni versatili in grado di garantire luce naturale, ventilazione, aerazione e sicurezza antincendio in diversificati contesti applicativi. Le richieste di prescrittori e imprese, raccolte grazie ad un approccio sistematico di “ascolto” dell’Ufficio Tecnico interno, sono i principi ispiratori che orientano continuamente Tecnocupole Pancaldi a sviluppare una gamma sempre più ampia di soluzioni. Centri commerciali, scuole, poli sportivi, aeroporti, industrie, centri direzionali, sono solo alcune tipologie di opere in cui la sicurezza antincendio ed un uso più funzionale della luce naturale sono assicurati dai sistemi studiati dall’Azienda. I lucernari monolitici, impiegati generalmente nelle strutture prefabbricate, sono stati inseriti in numerosi contesti per assolvere la funzione di illuminazione zenitale e di aerazione. Esempi di tali installazioni sono: lo Shopping Village Gran Sasso di Piano d’Accio (TE) e l’Interporto campano di Nola (NA). Disponibili in diverse forme, possono essere a parete semplice (Simplex) o doppia (Duplex) e nei colori opale o trasparente, sono realizzati principalmente in policarbonato compatto e alveolare e si distinguono per l’elevata resistenza meccanica prolungata nel tempo. Particolarmente indicati per uso industriale, i moduli continui, scelti per la loro flessibilità di impiego, sono concepiti per soddisfare ogni esigenza di tipo estetico ed architettonico. Dalla copertura del Centro Sociale di Medicina (BO), all’edificio commerciale Panorama “Roma Est” di Lunghezza (Roma), i moduli continui LMC XT, in metacrilato estruso o policarbonato, compatto o alveolare, a parete semplice o doppia, grazie alle caratteristiche intrinseche del materiale e alla possibilità di abbinare le due pareti, garantiscono l’ottemperanza ai requisiti di legge in materia di conducibilità, assicurando un ottimale isolamento termico. 288 inarcos Atrii di edifici pubblici, mercati coperti, ospedali, centri fieristici, rappresentano solo alcuni esempi delle diverse applicazioni dei sistemi di copertura di grandi dimensioni di Tecnocupole Pancaldi. Soluzioni personalizzate, progettate per coprire qualsiasi tipo di superficie. Ottenute dal termostampaggio di “spicchi” di lastre in policarbonato (trasparente, opale o fumé), sono componibili tra loro per mezzo di profilati in acciaio zincato e verniciato. Comfort ambientale e massima circolazione dell’aria sono ottenuti grazie ad un lucernario circolare, fisso o apribile con comando elettrico, montato in corrispondenza del colmo. Le cupole in batteria sono ideali per la copertura di ampie superfici orizzontali: gallerie di centri commerciali, passaggi coperti tra edifici adiacenti e padiglioni espositivi. Tra le realizzazioni che hanno previsto l’utilizzo di queste tipologie di lucernari si distinguono, l’Ospedale Garibaldi di Catania, il Centro Commerciale Auchan di Cinisello Balsamo (MI), la Fiera di Bologna, la sede della Casa Editrice Zanichelli di Bologna ed il Centro Natatorio di Cermenate (CO). Apribili manualmente o tramite comando elettrico, possono essere dotate anche di Free Smoke per l’evacuazione del fumo e del calore. I sistemi Free Smoke, disponibili anche nella versione Light, creano uno strato a terra libero da fumi, riducono il rischio di intossicazione, aumentando la visibilità e faci- sura in condizioni di non emergenza, fialetta termosensibile e bombola CO . L’ultimo nato all’interno dell’ampia gamma di prodotti di Tecnocupole Pancaldi è Kappashed, la soluzione integrata di copertura a shed che fornisce, con un unico elemento, le risposte alle esigenze di illuminazione, aerazione e sicurezza antincendio, in quanto può essere dotato di dispositivi di evacuazione di fumo e calore Free Smoke V. Studiato per i moderni edifici industriali per cui è sempre più diffuso l’utilizzo di sistemi di copertura “leggeri” a tegoli alternati, Kappashed è concepito per contenere anche l’alloggiamento di pannelli fotovoltaici. Laura Pancaldi, Amministratore di Tecnocupole Pancaldi, dichiara: “Gli investimenti di Tecnocupole Pancaldi nella ricerca e nello sviluppo hanno portato eccellenti risultati in termini di versatilità applicativa, permettendo alla nostra Azienda di consolidare la sua posizione nel mercato, registrando, nel 2008, un fatturato di 10,3 milioni di euro, con un aumento del 38% rispetto all’anno precedente”. 2 Tecnocupole Pancaldi è specializzata nella termoformatura di policarbonato e metacrilato per la produzione di sistemi di illuminazione zenitale abbinati a sistemi di evacuazione di fumo e calore. L’Azienda, con sede a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna, opera dal 1958 come partner qualificato delle più importanti imprese di costruzione e prefabbricazione nel settore dell’edilizia industriale e civile sia in Italia sia all’estero. litando lo sfollamento delle persone e le operazioni dei soccorritori. Sono stati installati in diversi contesti quali ad esempio: le scuole di Torre del Moro (FO), Mascagni di Melzo (MI) e Giovanni XXIII di Ormelle (TV), lo storico Hotel Danieli di Venezia, i nuovi locali del Centro Meccanografico Poste Italiane di Peschiera Borromeo (MI) e l’aerostazione di Milano Malpensa. Il dispositivo di apertura di Free Smoke è composto da un cilindro telescopico a tre sfili con funzionamento misto CO /OLIO fulcrato tra due staffe parallele in acciaio, valvola termica con chiavistello di ritegno dell’anta mobile nello stato di chiu2 Via Cà Bianca, 700 - 40024 Castel San Pietro Terme (BO) Tel. 051.6954911 - Fax 051.6954929 web: www.tecnocupole.com - mail: [email protected] inarcos 289 LE AZIENDE INFORMANO VERONI SRL – L’AZIENDA La Veroni S.r.l. è un’azienda di produzione, fabbricazione e commercializzazione di attrezzature per l’edilizia che nasce nel 1977 a Rubiera di Reggio Emilia. Tra le principali gamme produttive di sistemi anticaduta permanenti, protezioni provvisorie collettive e attrezzature per l’edilizia in genere, spicca il settore trainante della sicurezza in cantiere: linee vita di classe A1, A2 e C secondo UNI EN 795. La Veroni, in quanto produttrice degli elementi di carpenteria metallica, è in grado di realizzare sia elementi standard applicabili a qualsiasi tipologia di copertura, che di elementi speciali appositamente studiati per potersi meglio adattare alla complessa varietà di strutture alle quali non è sempre possibile applicare ancoraggi di comune utilizzo. Offre infatti la possibilità di produrre pali di ancoraggio speciali per caratteristiche diverse, creando e studiando articoli che si possano adattare al meglio alle esigenze di ogni tipologia di tetto, esistente, in fase di costruzione o ristrutturazione, accompagnan- 290 inarcos do l’utilizzatore finale dalla fase di progettazione sino alla fornitura di materiali. I vantaggi principali del sistema anticaduta ‘linea vita’ sono dati dal fatto che, essendo una tipologia di protezione permanente, permette di essere installata e di rimanere a disposizione dell’operatore in maniera continuativa e duratura, eliminando la condizione di montare ponteggi ogni qual volta sia necessario fare manutenzione: dal montaggio di un’antenna TV alla riparazione di gronde, o per manutenzioni ordinarie e straordinarie alla copertura. In caso di caduta dell’operatore la linea vita Veroni non va sostituita. a novità per il 2009 è un gancio di sicurezza che permetta il passaggio del moschettone da un ancoraggio all’altro senza doversi staccare; viene inoltre ristretta la gamma prodotti a tre torrette per ciascuna tipologia di base, piana, inclinata o a doppia pendenza, in modo tale da favorire la progettazione standard della linea vita e semplificando notevolmente l’installazione. Sempre più attenzione viene dedicata alla formazione e agli aggiornamenti: la Veroni organizza infatti corsi che analizzano le normative europee vigenti estrapolandone gli aspetti più significativi e trasmettendoli di pari passo alle varie applicazioni in cantiere. NORMA UNI EN 795: NUOVE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ANCORAGGI E LINEE VITA ORIZZONTALI – VERONI SRL I lavori in quota possono esporre i lavoratori a rischi particolarmente elevati per la salute e la sicurezza, in particolare a rischi di caduta dall’alto. Il miglioramento della sicurezza, dell’igiene e della salute sul luogo di lavoro è un obiettivo essenziale, per il cui conseguimento, le direttive europee devono costituire il mezzo più appropriato assieme alle disposizioni nazionali e regionali vigenti. È pertanto opportuno un esame sulla normativa europea UNI EN 795: la classe A1, che comprende ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a superfici verticali, orizzontali ed inclinate, come ad esempio pareti, colonne, architravi; la classe A2, che comprende ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a tetti inclinati, e infine la classe C, che comprende dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio flessibile orizzontale (ai fini della norma, per linea orizzontale, si intende una linea che devia dall’orizzontale per non più di 15°). La Linea Vita Veroni è una linea di ancoraggio flessibile orizzontale con deviazione massima di 15° ed è normalmente costituita da un’insieme di ancoraggi e funi in acciaio che consente a più operatori, fino a tre su ciascun ancoraggio e uno sulla campata, di agganciarsi con dispositivi di protezione individuale e di lavorare su coperture edili con ampia libertà di movimenti in completa sicurezza. Il cordino dell’imbracatura dell’operatore può scorrere lungo la fune di acciaio consentendogli di spostarsi liberamente lungo tutta la copertura, oppure può essere semplicemente fissato ad una torretta di ancoraggio. Una Linea Vita è principalmente costituita da elementi quali torrette di ancoraggio con differenti basi che permettono l’installazione degli stessi su ogni tipologia di copertura e su qualsiasi materiale, elementi antipendolo, piastre e contro piastre, e da elementi commerciali quali funi in acciaio, grilli di fissaggio, tenditori, morsetti e radance. Studiata per essere utilizzata su ogni tipo di tetto, la Linea Vita Veroni è dotata di ancoraggi a base piana inclinata e a doppia falda, gli elementi sono tutti in acciaio zincato, testati e rispondenti alle prescrizioni delle normative. Si consiglia per l’installazione di tali ancoraggi prevede il fissaggio su calcestruzzo mediante tasselli chimici, su acciaio mediante bullonatura o saldatura, e su legno con fissaggio mediante viti mordenti, tasselli, barre filettate e profili di riscontro o barre filettate e contropiastre. E’ inoltre possibile scaricare direttamente dal sito www.veroniedilizia.com il video esplicativo del fissaggio sui diversi materiali. Il primo passo è dedicato alla progettazione del sistema, nel quale il progettista indicherà i punti di ancoraggio alla struttura e la quantità degli agganci necessari, oltre allo studio delle differenti situazioni a rischio, dovute a elementi esterni alla copertura che potrebbero interferire con la caduta, la potenziale distanza libera, o tirante d’aria, adeguata alla lunghezza del cordino e alle tempistiche di arresto, alla possibilità di penzolamento ed oscillazione. L’attrezzatura viene fornita insieme al Manuale d’Utilizzo, un vero e proprio documento che contiene informazioni di carattere generale, caratteristiche costruttive e dati di identificazione del costruttore. Uno strumento che va di pari passo con le esigenze dell’operatore, nel pieno rispetto delle normative vigenti: un valido ed efficace aiuto per l’installatore, al quale fornisce semplici dati tecnici che identificano la Linea Vita e ne delineano la guida: il numero di operatori abilitati all’uso in contemporanea, l’interasse massimo tra i supporti, i carichi agenti sugli ancoraggi, la deflessione massima in caso di caduta, le variabili di fissaggio. Un capitolo a parte è dedicato all’utilizzo, al montaggio, allo smontaggio e alla manutenzione delle attrezzature. La Linea Vita Veroni, dalla progettazione alla vendita, segue rigorosamente gli aspetti della normativa UNI EN 795 e accompagna il progettista e l’installatore sino alla messa in opera del sistema, per garantire massima affidabilità e sicurezza. Nelle migliori rivendite di tutt’Italia. VERONI S.r.l. Via P. Nenni, 6 - 42048 RUBIERA (RE) Tel. +39.0522.621215 – Fax +39.0522.621216 e-mail: [email protected] web: www.veroniedilizia.com inarcos 291 ENERCOVER E’ IL NUOVO SISTEMA DI COPERTURA FOTOVOLTAICO PRODOTTO DA ONDULIT ITALIANA A.R. COPER snc - Agenzia ONDULIT ITALIANA per l’Emilia Romagna 40055 - VILLANOVA DI CASTENASO (BO) - Via Cà dell’Orbo 32/4 TEL 051 780737 - FAX 051 6053772 Vi sorprendiamo con la scelta Vi soddisfiamo con la qualità DELLA NOSTRA GAMMA DI CARTE SPECIALI PER PLOTTER INKJET IN ROTOLI E FORMATI Via Edison, 18 - 20090 Cusago (MI) Tel. 02 90390727 (ric. aut.) - Fax 02 90390705 [email protected] www.asmarri.it Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna www.assiabo.it notiziari Convegno: COPERTURA AD ALTA EFFICIENZA ENERGETICA Associazione Ingegneri ed Architetti della provincia di Bologna - Mercoledì 25 Marzo 2009 Isolamento termico ed impianti fotovoltaici per costruzioni a totale efficienza energetica. L’efficienza energetica sta diventando uno degli obbiettivi primari per un corretta e consapevole progettazione. Il risparmio energetico degli edifici, e lo sfruttamento di energie rinnovabili sono le tematiche che attualmente sensibilizzano l’opinione pubblica in genere ed il mondo della progettazione, peraltro impegnato nel rispetto delle disposizioni di legge sul risparmio energetico (Dlg. 192/2005, Dlg. 311/2006 e le successive norme regionali). Una buona conoscenza dei materiali e dei sistemi costruttivi è ormai alla base della innovazione progettuale che tende a ridefinire il campo di azione del progettista, il quale deve trasferire al progetto un valore aggiunto, multi disciplinare, che comprenda la fisica dell’involucro edilizio, la tecnologia impiantistica, la compatibilità con le strategie energetiche, quindi una valutazione globale dell’edificio al fine di concorrere ad un risultato finale di efficienza energetica e di sostenibilità. Questa in sintesi la premessa tematica del convegno tecnico svolto il 25 Marzo presso la sede dell’Associazione Ingeneri ed architetti di Bologna. La partecipazione massiccia dei protagonisti del mondo della progettazione (Oltre 100 i presenti fra architetti ed ingegneri) ha confermato l’importanza e l’attualità degli argomenti annunciati nell’invito di questo evento. Il primo degli interventi in programma, con relatore l’ing. Bruno Curtoni di Brianza Plastica S.p.A., aveva come tematica: l’Efficienza Energetica delle Coperture a Falda. Il primo argomento trattato riguardava la tecnologia della copertura a falda. Il tetto è la parte progettualmente più complessa, maggiormente esposta agli agenti atmosferici, nel quale convergono molteplici funzioni molte delle quali necessarie per garantire le condizioni di confort degli ambienti interni. Il funzionamento termoigrometrico di una copertura dipende: – dall’isolamento termico, che garantisce il contenimento termico nel periodo invernale e l’attenuazione del calore nel periodo estivo; – dalla ventilazione, che contribuisce alla termoregolazione naturale, riducendo gli effetti dovuti all’irraggia- inarcos 301 notiziari un impalcato portante e facilmente pedonabile integrando in un unico elemento una serie di strati funzionali per la realizzazione di una copertura isolata termicamente e ventilata (foto 2). Foto 1 mento solare estivo, e all’asportazione della condensa nel periodo invernale (foto 1). In particolare gli strati funzionali di una copertura isolata termicamente e ventilata sono: – barriera al vapore – isolamento termico – impermeabilizzazione – ventilazione – supporto al manto di copertura – manto di copertura Brianza Plastica propone il Sistema Isotec, sistema di isolamento sottotegola per coperture a falda che realizza in Isotec richiede semplici operazioni di posa ed è ideale per nuove costruzioni così come per interventi di riqualificazione. Il sistema si applica sia su strutture discontinue (travetti in legno, travi metalliche, setti in laterizio) che su strutture continue (tavolati in legno, solai in laterocemento o calcestruzzo); ed è in grado di ospitare, grazie al passo variabile, qualsiasi tipo di manto di copertura sia discontinuo (coppi, tegole romane, portoghesi, marsigliesi, in cemento, lastre in ardesia) che continuo (lastre ondulate o grecate metalliche, in vetroresina, in fibrocemento). Parlando di efficienza energetica bisogna tenere conto delle normative in vigore: – Legge 10/1991 legge quadro sull’efficienza energetica – D.Lgs 192/2005 per l’efficienza energetica, coordinato con D.Lgs 311/2006 (attuazione Direttiva Europea 2002/91/CE) – Disposizioni amministrazioni locali (Delibera Regionale) Tali normative hanno come finalità la regolamentazione di un sistema di certificazione energetica degli edifici, e richiedono la verifica di requisiti minimi di efficienza energetica. Oltre alla verifica dell’indice di prestazione energetica dell’edificio e del rendimento globale medio stagionale dell’impianto termico, le norme richiedono la verifica della trasmittanza termica delle strutture che delimitano l’edificio rispetto ai valori limite indicati dalle norme. In termini di risparmio energetico l’ottimizzazione degli elementi che compongono l’involucro, tramite la verifica della trasmittanza termica, consente di controllare le perdite di calore attraverso l’involucro edilizio nel periodo invernale. Il pannello Isotec, prodotto in poliuretano espanso rigido rivestito in alluminio goffrato, presenta una conducibilà termica paria a 0,024 W/mK, tra le più basse presenti sul mercato dei materiali isolanti, ciò consente di ottenere elevate prestazioni di efficienza energetica con spessori di isolamento contenuti. Infine un breve cenno sulla recente evoluzione tecnologica del sistema Isotec. La ventennale esperienza di Brianza Plastica nella produzione e commercializzazione di Isotec ha consentito oltre che a migliorare le prestazioni del prodotto, di ampliare il campo di applicazione sviluppando un’innovazione tecnologica, Isotec Parete, un sistema che consente di realizzate a secco un cappotto isolante funzionale alla realizzazione di facciate ventilate da applicare sia a nuove costruzioni che ad interventi di riqualificazione energetica. Il dott. Emilio Manzoni di Brianza Plastica S.p.A., secondo relatore, ha presentato il tema riguardante i: Vantaggi Energetici ed Economici dell’Integrazione Architettonica degli Impianti Fotovoltaici. Foto 2 302 inarcos I temi trattati sono stati un’ampia panoramica sul tema del Fotovoltaico: – tecnologie fotovoltaiche – le diverse tipologie di impianti notiziari Foto 3 Foto 5 – – – – l’energia prodotta e la quantità di energia immessa in rete. Il “Nuovo Conto Energia”, normato dal DM del 19/02/2007, incentiva la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare e permette un ritorno economico dell’investimento dato dal contributo del Conto Energia e dalla valorizzazione dell’energia prodotta: il contributo del Conto Energia è differenziato in base alla taglia dell’impianto ed al grado di integrazione architettonica, mentre la valorizzazione dell’energia prodotta può essere data dalla vendita dell’energia stessa o dal risparmio dato dallo scambio sul posto. La proposta di Brianza Plastica S.p.A. è il sistema Elettrotegola: sistema di impianto FV architettonicamente integrato per l’installazione su tetti a falda con copertura in laterizio di qualunque tipo e presenza, sotto al manto do copertura, di listellatura fermategole. Facile e veloce da installare Elettrotegola garantisce la perfetta tenuta all’acqua ed un risultato estetico in grado di valorizzare le coperture tradizionali anche nei centri storici o in zone sottoposte a tutela paesaggistica come testimoniano le numerose installazioni anche in contesti pregevoli (foto 5). Il sistema Elettrotegola viene proposto completo di ogni accessorio necessario alla perfetta integrazione in falda ed è composto dai moduli in silicio policristallino, dalle staffe di fissaggio, dalla lattoneria in rame o lamiera per la tenuta all’acqua del sistema e dagli accessori di fissaggio e completamento tutti prodotti e garantiti da Brianza Plastica. la situazione attuale del FV in Italia i componenti di un impianto FV il Nuovo Conto Energia il sistema Elettrotegola di Brianza Plastica La scelta della realizzazione di un impianto FV può essere volta alla realizzazione di impianti “stand alone” (isolati) oppure di impianti connessi alla rete con ulteriore suddivisione in impianti di sola produzione elettrica o aderenti al regime di “scambio sul posto” (foto 3). Gli ultimi dati (fonte GSE) disponibili circa il numero e la potenza Fotovoltaica installata in Italia, fanno del nostro Paese uno dei mercati più interessanti al mondo con circa 25.000 impianti assoggettati al Nuovo Conto Energia (foto 4). Un impianto Fotovoltaico è principalmente composto da: moduli Fotovoltaici, normalmente in silicio cristallino, mono o poli o in silicio amorfo o thin film; l’inverter, cuore tecnologico del sistema che converte da continua in alternata la potenza prodotta dai moduli FV; le protezioni elettriche da prevedere sia sul lato C.C. che sul lato A.C. requisito fondamentale per la connessione in rete dell’impianto; i contatori, che misurano la totalità del- Foto 4 inarcos 303 www.ord-ing-bo.it notiziari ORDINE INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA OSSERVAZIONI REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO DEL COMUNE DI BOLOGNA Introduzione: Il Presidente dell’Ordine, Ing. Felice Monaco, a nome del Consiglio ringrazia tutti i Componenti la Commissione Assetto Territorio e l’Avv. Vittorio Paolucci , per il lavoro svolto, che per diversi mesi si sono riuniti, portando via tempo prezioso al loro lavoro dedicandolo alla “categoria” per predisporre le osservazioni al “Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune di Bologna” Un ringraziamento particolare alle “Ingegnere” che sempre più numerose partecipano alla “vita dell’Ordine” che con il loro competente e valido apporto stanno cambiando quella che una volta era conosciuta come una professione puramente maschile. Felice Monaco AL SIG SINDACO DEL COMUNE DI BOLOGNA (BO) A MEZZO DELL’UFFICIO SPORTELLO EDILIZIA DEL SETTORE TERRITORIO E URBANISTICA Piazza Liber Paradisus, 10 – 40129 Bologna Responsabile del procedimento: Dottor Giacomo Capuzzimati, Direttore del Settore Territorio e Urbanistica del Comune di Bologna OSSERVAZIONI AL REGOLAMENTO 304 inarcos URBANISTICO EDILIZIO (RUE) DEL COMUNE DI BOLOGNA ADOTTATO CON DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 21/01/2009, O.D.G. N. 27 P.G. 297543/2008 IN PUBBLICAZIONE DAL 26/01/2009 Il Regolamento Urbanistico Edilizio, il RUE, come disciplinato dalla Legge Regionale dell’Emilia Romagna n.20 del 2000, rappresenta una grossa innovazione nell’ambito degli strumenti che governano il territorio. Di fatto esso rappresenta al tempo stesso un’opportunità ed una difficile delicata scommessa. È in questa prospettiva che il CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA, con sede in Bologna, strada Maggiore n.13, in persona del suo Presidente, legale rappresentante, Dott.Ing.Felice Monaco, nel quadro istituzionale delle proprie funzioni, non può che esprimere, come già anticipato in alter occasioni di confronto con la P.A., seria preoccupazione per tutte quelle norme a carattere prescrittivo, i cui requisiti sono espressi attraverso parametri non misurabili e quindi non valutabili (previamente e posteriormente) a livello tecnico. Ciò, del resto, rischia di limitare sensibilmente la creatività progettuale, senza neppure garantire una adeguata “certezza del diritto”. Considerata l’esiguità dei tempi a disposizione per effettuare un’analisi approfondita e la complessità dello strumento stesso, si ritiene fondamentale la massima disponibilità da parte del Comune a porre in essere con solerzia eventuali, anche molteplici, modifiche dello strumento urbanistico e del relativo corpo normativo, soprattutto in questa fase di prima applicazione. Si reputa infatti che non sia stato possibile cogliere appieno né contenuti ed effetti di tutte le diverse norme, anche nel loro coordinamento e concreta applicazione, né tutte le possibili ricadute operative delle stesse e dell’intero strumento; e ciò anche alla luce della perdurante incompletezza della sua integrale disciplina. Alla luce di ciò, il CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA, con sede in Bologna, strada Maggiore n.13, in persona del suo Presidente, legale rappresentante, Dott.Ing.Felice Monaco, nel quadro istituzionale delle proprie funzioni, nella prospettiva collaborativa che contraddistingue il suo operato, nell’interesse non solo della categoria ma altresì della collettività tutta, e per il buon esercizio della funzione pubblica, presa lettura delle previsioni del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) adottato con deliberazione del Consiglio Comunale OdG n.27 del 21/01/2009, consapevole del fatto che non può formare oggetto di osservazioni una valutazione complessiva in ordine alla congruenza e funzionalità dello strumento adottato, formula le seguenti OSSERVAZIONI precisando sin d’ora che per più immediata comprensione le stesse sono tendenzialmente presentate in ordine sequenziale per articoli; si deve peraltro tenere presente che alcune Osservazioni ineriscono previsioni che riguardano più disposizioni (anche inserite in più articoli) e che quindi vengono esposte solo funzionalmente con riferimento ad un singolo articolo che le contempla, ma possono avere contenuto generale da intendersi riferito a tutte le norme che contemplano dette previsioni (al riguardo, si veda, a mero titolo di esempio, l’Osservazione 18.3 relativa alle limitazioni di intervento su edifici non “classificati” né come d’interesse storico-architettonico né come d’interesse documentale; o l’Osservazione 26.1). OSSERVAZIONE N.2 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 1, ART.2 ELABORATI COSTITUTIVI E CONTENUTI Osservazione 2.1 PREMESSE L’art.2, al comma 4, così dispone: “4. Complementi. Con particolare riferimento alla disciplina dei materiali urbani e agli aspetti pertinenti al “buon costruire”, costituiscono complementi del Rue, che definiscono e specificano i requisiti prestazionali della Parte 2: a) le Schede tecniche di dettaglio per la disciplina degli interventi sugli edifici, comprensive di quelle redatte ai sensi dell’art.33, comma 2, lettera a della Lr 31/2002; b) la disciplina di dettaglio oggetto di specifici Regolamenti di cui all’art.6, comma 2, compresi quelli relativi allo spazio aperto e alle infrastrutture; c) le Disposizioni tecnico-organizzative, di cui all’art.80 del presente Regolamento. gettuali -che, peraltro, diversamente da quanto disciplinato al precedente comma 4 del medesimo art.2, sembrano non avere contenuto vincolante- nonché alle previsioni di cui al comma 6 dell’art.2, con riguardo al c.d. Manuale del Restauro. * Osservazione 2.3 PREMESSE Relativamente alle Guide progettuali di cui al comma 5 dell’art.2, si rileva poi che a seconda dei loro contenuti sussiste il rischio di facilitare un sistema basato su standard di progetto semplificativi e omologanti le indicazioni ivi contenute rischiano poi di interferire con le competenze e le funzioni della Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio. SI OSSERVA pertanto la patente inopportunità (e fors’anche illegittimità) della previsione di tali Guide progettuali e della loro effettiva disciplina a discapito delle competenze specifiche della Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio. * Osservazione 2.4 CONSIDERATO quanto già rilevato nella Osservazione 2.1 che precede, RILEVATA l’assoluta opportunità che la disciplina degli edifici di interesse storico-architettonico a carattere cogente venga compiutamente disciplinata nelle rispettive norme del RUE (artt.41, 57, 58) ed altresì l’opportunità che invece tutto ciò che non comporta effetti vincolanti venga inserito eventualmente in elaborati complementari comunque privi di natura regolamentare vincolante. SI OSSERVA l’opportunità di stralciare la previsione di cui all’art.2, comma 6, inserendo l’integrale disciplina degli edifici di interesse storico-architettonico a carattere cogente nelle rispettive norme del RUE; inserendo invece -se del caso, e qualora ciò non comporti contrasto con le competenze della Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio conformemente alla Osservazione 2.3 che precede- gli orientamenti che non comportano effetti vincolanti, in eventuali elaborati complementari comunque privi di natura regolamentare vincolante. notiziari OSSERVAZIONE N.1 GENERALE PREMESSE molte delle previsioni dell’intero corpo regolamentare del RUE contemplano una disciplina che, conforme o meno alla vigente disciplina legislativa relativa, risulta comunque essere ridondante rispetto a quest’ultima. CONSIDERATO che gran parte di detta disciplina spetta dunque in via esclusiva alla legislazione vigente (e non alla disciplina regolamentare), e che comunque ripresa nel RUE comporta la ridondanza dello strumento RICHIAMATA anche l’Osservazione 26.1 SI OSSERVA la necessità di stralciare tutte quelle previsioni del RUE che non sono di competenza regolamentare, o comunque, quantomeno, la necessità di snellire il documento, eliminando le riproduzioni di norme di legge, limitandosi ad un mero richiamo di queste ultime; impostazione questa che favorirebbe il recepimento automatico dello jus superveniens e maggiore certezza nell’applicazione delle norme, con riguardo in particolare alla preordinazione delle norme di legge rispetto a quelle regolamentari. I complementi del Rue di cui alle lettere a) e b) hanno natura regolamentare e rientrano nelle competenze del Consiglio Comunale.” Si reputa tale previsione, ripresa più volte nelle diverse norme specifiche del RUE, e le altre norme del RUE a questa connesse o contenenti previsioni analoghe, non in linea con le previsioni legislative, a meno che non si considerino non vincolanti le indicazioni precisate in strumenti esterni al RUE. L’art.29 della Legge Regionale n.20/2000 dispone infatti che: “1. Il regolamento urbanistico ed edilizio (R.U.E.) contiene la disciplina generale delle tipologie e delle modalità attuative degli interventi di trasformazione nonché delle destinazioni d’uso. Il regolamento contiene altresì le norme attinenti alle attività di costruzione, di trasformazione fisica e funzionale e di conservazione delle opere edilizie, ivi comprese le norme igieniche di interesse edilizio, nonché la disciplina degli elementi architettonici e urbanistici, degli spazi verdi e degli altri elementi che caratterizzano l’ambiente urbano. …… 4. Il R.U.E. contiene inoltre: a) la definizione dei parametri edilizi ed urbanistici e le metodologie per il loro calcolo; b) la disciplina degli oneri di urbanizzazione e del costo di costruzione; c) le modalità di calcolo delle monetizzazioni delle dotazioni territoriali.” Alla luce delle disposizioni legislative in materia, i Complementi di cui al comma 4 dell’art.2, come ogni altra disposizione integrativa del RUE, se vincolante, deve essere contenuta nel RUE ed assoggettata al medesimo procedimento. Del resto, molte delle norme del RUE possono essere ragionevoli o meno anche in ragione ed in funzione delle previsioni normative specifiche contenute nella detta disciplina integrativa. SI OSSERVA pertanto che, non pubblicate unitamente al RUE, alle norme complementari e/o integrative del RUE si intenda attribuire efficacia non vincolante. * Osservazione 2.2 PREMESSE Considerato quanto già rilevato nella Osservazione 2.1 che precede, SI OSSERVA che conclusioni analoghe a quelle alle quali si perviene nella medesima Osservazione 2.1 debbono essere riferite anche alle previsioni di cui al comma 5 dell’art.2, con riguardo alle Guide pro- OSSERVAZIONE N.3 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 1 TERMINI, GRANDEZZE E INDICI URBANI- inarcos 305 notiziari 306 STICO-EDILIZI, ART.14 SUPERFICIE UTILE (SU) E SUPERFICIE ACCESSORIA (SA). * Osservazione 3.1 PREMESSE Al comma 3 dell’art.14, non vengono specificate le modalità di conteggio delle superfici di scale condominiali e pertinenziali. SI OSSERVA pertanto la necessità di precisare tali modalità di conteggio, risultando chiaro che per vano scala e ascensore si considera la superficie relativa alla proiezione sul piano di accesso, così come già previsto dal Regolamento Edilizio. * Osservazione 3.2 PREMESSE Al comma 3 dell’art.14, viene introdotta una norma che, già quando venne introdotta norma analoga nel Regolamento Edilizio, generò non poche contestazioni e ripetute censure: “Nelle unità edilizie a uso prevalentemente abitativo, le cantine si considerano superficie accessoria (Sa) e non costituiscono Su esclusivamente quando i relativi vani siano posti in piani interrati e non siano direttamente accessibili dall’interno dell’unità immobiliare di cui sono pertinenza.”. CONSIDERATO quanto già in passato precisato al riguardo dai Settori competenti del Comune, e cioè che la norma è volta a combattere l’abusivismo edilizio di chi converte la cantina in c.d. tavernetta RILEVATO che occorre mantenere distinte l’attività di regolamentazione della edificazione dall’attività di controllo, e che non si può fare anticipatamente un “processo alle intenzioni” finendo così altresì coll’indirettamente sanzionare anticipatamente ed indiscriminatamente coloro che non hanno compiuto abusi né intendono porli in essere RITENUTO incongrua e sviata la previsione in esame, a fronte del mero timore che alcuni possano porre in essere comportamenti abusivi, che invece debbono essere direttamente e singolarmente sanzionati in quanto tali nell’esercizio della funzione di controllo, e non anticipatamente ed indiscriminatamente nell’esercizio della funzione di regolamentazione dell’attività edilizia SI OSSERVA l’esigenza giuridica, prima ancora che per gli effetti che produce, di stralciare la sopra riportata previsione regolamentare. inarcos * Osservazione 3.3 PREMESSE Sembra sussistere contrasto tra quanto previsto al comma 4 (Superfici escluse dal computo di Su e Sa) con quanto disposto al comma 2 (Superficie accessoria) dell’art.14, con riguardo agli spazi condominiali (in particolare alcuni di essi). CONSIDERATO che, al fine di garantire una maggiore qualità del costruito e la presenza di spazi per attività collettive, si ritiene opportuno escludere dal computo delle superfici (sia Utili che Accessorie) tutte le parti condominiali anche qualora ubicate in piani seminterrati e fuori terra. SI OSSERVA l’opportunità di escludere dal computo delle superfici (sia Utili che Accessorie) tutte le parti condominiali anche qualora ubicate in piani seminterrati e fuori terra, eventualmente inserendo per le superfici non computate una percentuale massima di superfici escluse dal computo al pari di quanto previsto al comma 5 del medesimo art.14 con riguardo alle Superfici accessorie. OSSERVAZIONE N.4 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 1 TERMINI, GRANDEZZE E INDICI URBANISTICO-EDILIZI, ART.16 SAGOMA PLANIVOLUMETRICA. Osservazione 4.1 PREMESSE Per logica e coerenza di computo, considerato anche che, ad esempio, in alcuni casi di ristrutturazione edilizia potrebbe (anche per vincoli normativi) risultare necessario portare all’esterno vani tecnici in precedenza all’interno del fabbricato SI OSSERVA la necessità di ricomprendere i vani tecnici tra gli elementi al netto (e non al lordo) dei quali deve essere misurata la sagoma planivolumetrica. * Osservazione 4.2 PREMESSE Per logica e coerenza, e per uniformità di trattamento, al termine del primo capoverso risulta opportuno sostituire la precisazione “delle scale di sicurezza aperte e scoperte e delle scale aperte di accesso al primo piano fuori terra” con “scale esterne anche di sicurezza aperte” indipendentemente dal fatto che queste siano o meno scoperte, condominiali o meno, di accesso al primo piano od ai piani superiori, CONSIDERATO che conformi modifiche dovranno esse- re apportate anche al precedente art.14 Superficie Utile (Su) e Superficie Accessoria (Sa) [si veda anche la precedente Osservazione 3.3], con riguardo alla determinazione delle Sa, e ad altre conformi previsioni del RUE SI OSSERVA la necessità di sostituire la precisazione “delle scale di sicurezza aperte e scoperte e delle scale aperte di accesso al primo piano fuori terra” con “scale esterne anche di sicurezza aperte”, modificando altresì conformi previsioni del RUE, ivi comprese quelle di cui all’art.14 Superficie Utile (Su) e Superficie Accessoria (Sa). OSSERVAZIONE N.5 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 1 TERMINI, GRANDEZZE E INDICI URBANISTICO-EDILIZI, ART.18 ALTEZZA DEI VANI E DEGLI EDIFICI. Osservazione 5.1 CONSIDERATO che l’art.18, al primo comma, introduce modalità di computo diverse per la misurazione dell’“Altezza Utile del Vano” SI OSSERVA la necessità di adottare un criterio univoco per la misurazione dell’“Altezza Utile del Vano”, ad esempio parametrandola sempre a: Altezza Utile = Vu/Su. * Osservazione 5.2 CONSIDERATE le finalità perseguite dalla norma, e ricordato quanto già osservato alla Osservazione 4.1, per maggior chiarezza ed uniformità di soluzioni, anche in ragione del fatto che non sembra essere definito nel RUE cosa debba intendersi per “manufatto tecnologico” e cosa lo distingua dal “vano tecnico” (nessuno dei due termini venendo infatti definito nel glossario di cui all’art.20), si reputa necessario che, al comma 2, tra le esclusioni dal computo delle altezze vengano esclusi tutti i “vani tecnici” e non solo “manufatti tecnologici” e “vani tecnici particolari”, concetto quest’ultimo oltretutto vago e non definito SI OSSERVA la necessità che, al comma 2, vengano esclusi dal computo delle altezze tutti i “vani tecnici”. OSSERVAZIONE N.6 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 2 REQUISITI DI DISTANZA, ART.21 CALCOLO DELLE DISTANZE. Osservazione 6.1 PREMESSE che l’art.21, al primo comma, 1° para- OSSERVAZIONE N.7 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 2 REQUISITI DI DISTANZA, ART.22 DISTANZE MINIME DEGLI EDIFICI DAI CONFINI DI PROPRIETÀ E DALLE AREE A DESTINAZIONE PUBBLICA. Osservazione 7.1 PREMESSE L’art.22, al comma 2, dispone, diversamente da quanto oggi previsto nel Regolamento Edilizio, che: “Per interventi su edifici esistenti con variazione della sagoma planivolumetrica (in ampliamento o sopraelevazione) che comportino o non comportino pareti fine- strate sul lato prospettante il confine di proprietà e/o di area a destinazione pubblica, deve essere rispettata la distanza di 1/2 dell’altezza dell’edificio, con un minimo di 5 m.” SI OSSERVA l’opportunità di tornare alla previsione del Regolamento Edilizio che, all’art.29 prevede: “3. Per interventi di recupero con variazione della sagoma planivolumetrica, in caso di ampliamenti o sopraelevazioni che non comportino pareti finestrate sul lato prospettante il confine di proprietà e/o di zona a destinazione pubblica, deve essere rispettata la distanza di 1/2 dell’altezza dell’edificio, con un minimo di ml 3,00; 4. Per interventi di recupero con variazione della sagoma planivolumetrica, in caso di ampliamenti o sopraelevazioni che comportino pareti finestrate sul lato prospettante il confine di proprietà e/o di zona a destinazione pubblica, deve essere rispettata la distanza di 1/2 dell’altezza dell’edificio, con un minimo di ml 5,00; 5. In caso di sopraelevazioni su edifici a distanza non regolamentare dai confini di proprietà e/o di zona a destinazione pubblica, ferme restando le distanze minime tra edifici, si ritiene ammissibile l’intervento ove il ribaltamento del fronte in sopraelevazione sia compreso all’interno della superficie coperta del piano su cui appoggia la sopraelevazione stessa;” OSSERVAZIONE N.8 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 3 TIPI DI INTERVENTO, ART.25 DISCIPLINA DEGLI INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE DELLO SPAZIO APERTO EDIFICATO. Osservazione 8.1 PREMESSE Il comma 3 dell’art.25 definisce come interventi globali tutti quegli interventi che coinvolgono l’intero edificio ovvero interessano tutte le sue unità immobiliari costitutive. CONSIDERATO che la Manutenzione Straordinaria riguarda, per sua stessa definizione, interventi minori e marginali. SI OSSERVA che si ritiene opportuno escludere dall’inquadramento in “interventi globali” anche gli interventi di Manutenzione Straordinaria (MS). OSSERVAZIONE N.9 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 3 TIPI DI INTERVENTO, ART.26 REPERTORIO DELLE OPERE. Osservazione 9.1 PREMESSE La previsione regolamentare di cui all’art.26 non pare conforme alla disciplina legislativa vigente CONSIDERATO che, ad esempio, ai commi 1 e 2, in diversi casi i tipi di intervento previsti producono effetti ai fini della sicurezza statica e sismica delle strutture dell’edificio (apertura di vani in murature portanti, etc.), che risulta incompatibile col loro inquadramento tra gli interventi di Manutenzione Ordinaria, che oltretutto li escluderebbe di fatto dalla applicazione della disciplina vigente in materia di sicurezza statica e sismica delle strutture dell’edificio, rendendo tali interventi non assoggettabili all’attività di controllo e verifica cui sono chiamati sia l’Amministrazione che i professionisti, il tutto in contrasto con la richiamata disciplina in materia di sicurezza statica e sismica delle strutture. Qualora l’intervento dovesse poi richiedere un deposito strutturale, per il solo fatto di ricondurre il medesimo nell’ambito della Manutenzione Ordinaria, lo escluderebbe dalla richiesta di un titolo abilitativo, e quindi l’intervento risulterebbe privo di una pratica edilizia di riferimento, senza alcuna possibilità della pubblica conoscibilità e di verificabilità di tempi e modalità di realizzazione dell’intervento. SI OSSERVA la necessità di conformare le previsioni dell’art.26 alla disciplina legislativa vigente. * Osservazione 9.2 CONSIDERATO che le definizioni non risultano del tutto chiare SI OSSERVA la necessità di raccordare e chiarire meglio la distinzione tra i casi di cui alle lettere a2) e d6); e ciò anche in relazione a quanto sopra esposto. * Osservazione 9.3 CONSIDERATO che al punto d8) del comma 2 dell’art.26 viene previsto che rientrano tra le opere di manutenzione straordinaria quelle relative alla “realizzazione di soppalchi che non determinino aumento di Su (altezza libera sovrastante non superiore a 1,80 m); negli edifici industriali o di magazzino le strutture metalliche autoportanti, anche su più livelli, per lo stoccaggio delle merci di larghezza massima di 1,80 m e le strutture grigliate per l’appoggio degli impianti tecnologici; notiziari grafo, prevede, tra i criteri di misurazione, che “La distanza di un edificio da qualunque altro riferimento assunto (altro edificio, confine, strada, ferrovia, ecc.) si intende misurata in ragione della lunghezza del segmento minimo congiungente la sagoma planivolumetrica dell’edificio (come definita dall’art. 16) con tale riferimento.” CONSIDERATO che l’art.21, al primo comma, 2° paragrafo, prevede poi che “Nel caso di elementi in aggetto dell’edificio (balconi, pensiline o simili) la distanza si intende misurata in ragione del segmento minimo congiungente tali elementi con il riferimento assunto.” RILEVATO che -poiché l’art.16 considera che la sagoma planimetrica di un edificio deve essere determinata “al netto di balconi, sporti di gronda o copertura aggettanti per non più di 1,50 m, delle scale di sicurezza aperte e scoperte e delle scale aperte di accesso al primo piano fuori terra.”- non è chiaro dal dato normativo dell’art.21 se, nel caso in cui gli elementi in aggetto dell’edificio (balconi, pensiline o simili) abbiano profondità inferiore ad 1,50 m, la distanza dell’edificio debba essere calcolata conformemente al primo od al secondo capoverso del primo comma dell’art.21, SI OSSERVA la necessità di chiarire se il secondo capoverso del primo comma dell’art.21 si applichi qualunque profondità abbiano gli elementi aggettanti, oppure si applichi solo laddove questi abbiano rilevanza autonoma rispetto alla sagoma del fabbricato (ed abbiano quindi una profondità superiore a 1,50 m), dovendosi in caso contrario (laddove gli elementi aggettanti abbiano una profondità superiore a 1,50 m) applicare invece il primo paragrafo del primo comma dell’art.21. inarcos 307 notiziari SI OSSERVA che appare eccessivo inserire fra gli interventi di manutenzione straordinaria la realizzazione negli edifici industriali o di magazzino di strutture metalliche per lo stoccaggio delle merci di larghezza massima di 1,80 m e le strutture grigliate per l’appoggio di impianti tecnologici, risultando incongruo ed irrazionale prevedere la necessaria apertura di una pratica edilizia per la semplice redistrubuzione interna delle dette scaffalature e strutture grigliate. OSSERVAZIONE N.10 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 4 USI DEL TERRITORIO, ART.27 CLASSIFICAZIONE DEGLI USI. Osservazione 10.1 PREMESSE All’art.27, al comma 2, vengono riuniti in una unica fattispecie d’uso gli “usi industriali e artigianali (2)”. CONSIDERATO che in diverse parti del territorio ben potrebbero risultare ammessi o comunque ammissibili usi artigianali, pur restando esclusi gli usi industriali I OSSERVA la necessità di introdurre all’art.27 una definizione distinta dei due usi, valutando poi, nei diversi ambiti, in quali tra di essi possono ammettersi o ritenersi ammissibili, assoggettati a verifiche di ammissibilità, usi artigianali, pur restando esclusi quelli industriali. OSSERVAZIONE N.11 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 4 USI DEL TERRITORIO, ART.28 USI E IMPATTI URBANISTICI, ART.29 CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ URBANISTICA IN RELAZIONE AGLI IMPATTI Osservazione 11.1 PREMESSE I criteri adottati quali condizioni di ammissibilità urbanistica in relazione agli impatti non sono oggettivi bensì assai discrezionali. SI OSSERVA la necessità di ricondurre le previsioni ad indicazioni certe e precise. * Osservazione 11.2 PREMESSE I criteri adottati quali condizioni di ammissibilità urbanistica in relazione agli impatti risultano estremamente articolati e complessi con conseguenti possibili od anche probabili difficoltà applicative ai diversi casi concreti SI OSSERVA la necessità della loro semplificazione. 308 inarcos * Osservazione 11.3 CONSIDERATO che, qui come in altre parti del RUE, i criteri adottati quali condizioni di ammissibilità urbanistica in relazione agli impatti risultano particolarmente gravosi nel caso di interventi minori SI OSSERVA la necessità di introdurre -in questo articolo come in ogni altra previsione del RUE che prevede condizioni di ammissibilità urbanistica in relazione agli impatti- una soglia dimensionale minima e una casistica di tipologie di intervento entro le quali non sia comunque richiesta la verifica d’ammissibilità. * Osservazione 11.4 PREMESSE Taluni dei criteri adottati quali condizioni di ammissibilità urbanistica in relazione agli impatti possono coinvolgere soggetti terzi, privati e non Amministrazioni Pubbliche SI OSSERVA la necessità di escludere tali criteri o comunque espressamente escludere che al procedimento partecipino soggetti che possano risultare in conflitto di interessi nel perseguimento di interessi propri di natura commerciale e non pubblici. * Osservazione 11.5 PREMESSE Taluni dei criteri adottati quali condizioni di ammissibilità urbanistica in relazione agli impatti sono riconducibili a legislazioni vigenti CONSIDERATO che dette legislazioni possono mutare, e che ciò potrebbe comportare uno scollamento tra previsioni legislative e regolamentari, con le usuali difficoltà di vedere applicati dai funzionari comunali la legislazione vigente (norma primaria) in contrasto con la disciplina regolamentare del RUE (norma secondaria) che dovrebbe quindi essere disapplicata SI OSSERVA quindi la necessità di eliminare tali previsioni, in assenza delle quali deve comunque applicarsi la legislazione vigente. OSSERVAZIONE N.12 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 4 USI DEL TERRITORIO, ART.30 DOTAZIONI DI PARCHEGGI CORRELATE AGLI USI Osservazione 12.1 CONSIDERATO che relativamente all’esistente, le dotazioni debbono ritenersi già in atto SI OSSERVA la necessità di escludere che dette dotazioni vengano richieste negli interventi sull’esistente. * Osservazione 12.2 CONSIDERATE le finalità sostanziali perseguite dalla norma SI OSSERVA che si reputa opportuno equiparare il posto auto ottenuto mediante sistemi di parcheggio meccanizzati ad un posto auto equivalente, ed altresì la possibilità di acquisizione all’interno del quartiere e dei quartieri contigui della disponibilità di un posto auto in proprietà od in diritto di superficie. OSSERVAZIONE N.13 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 2, TITOLO 1 SPAZIO APERTO PUBBLICO E D’USO PUBBLICO, E TITOLO 2 ATTREZZATURE E INFRASTRUTTURE Osservazione 13.1 PREMESSE Le previsioni introdotte dai Titoli 1 e 2 della Parte 2^ lasciano ampi margini di discrezionalità che possono essere forieri di palesi discriminazioni. SI OSSERVA la necessità che nella normativa vengano ridotti gli ampi margini di discrezionalità con la disciplina di norme tecniche di dettaglio, che contengano criteri e parametri di misurazione del soddisfacimento del requisito. Laddove ciò non sia possibile, sarà cura del progettista motivare le scelte progettuali, limitando gli interventi dell’Amministrazione alla censura di dette scelte solo nel caso di patente inadeguatezza od erroneità della motivazione presentata dal professionista, ed alle verifiche della Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio (si veda anche sopra l’Osservazione 2.3). OSSERVAZIONE N.14 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 2, TITOLO 3 SPAZIO EDIFICATO, ART.54 INTERFACCE TRA EDIFICI E SPAZIO PUBBLICO Osservazione 14.1 PREMESSE L’art.54 introduce una serie di prescrizioni di carattere progettuale che oltre a limitare la libertà espressiva non possono tener conto dei contesti in cui si opera. A titolo esemplificativo ma non esaustivo si vedano i punti: Interfacce nel territorio urbano - [Iu 1]: 1.2; 1.3; 1.6; 1.7; OSSERVAZIONE N.15 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 2, TITOLO 3 SPAZIO EDIFICATO, ART.55 AGGREGAZIONE DI EDIFICI Osservazione 15.1 PREMESSE Le previsioni riportate all’art.55 si sovrappongono in parte alla normativa nazionale, la cui disciplina è già articolata e dettagliata. Non si riscontra quindi la necessità di introdurre previsioni regolamentari che possono risultare svianti piuttosto che di ausilio ad una corretta progettazione. A titolo esemplificativo ma non esaustivo si vedano i punti: Interfacce nel territorio urbano - [A1.2]: 1.1; 1.2; 1.3 - [A3.1]: 1.3; 1.4; - [A5.1]: 2.1 Richiamata quindi anche quanto già rilevato all’Osservazione 11.5 SI OSSERVA la necessità di eliminare tali previsioni (in assenza delle quali deve comunque applicarsi la legislazione vigente). OSSERVAZIONE N.16 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 2, TITOLO 3 SPAZIO EDIFICATO, ART.56 EDIFICI Osservazione 16.1 PREMESSE L’art.56, alla scheda tecnica E6.1 che disciplina il “Controllo dell’inquinamento acustico”, riporta sia elementi prestazionali relativi ai requisiti acustici passivi, sia elementi prestazionali relativi alla rumorosità ambientale del contesto in cui l’edificio o l’intervento si colloca. CONSIDERATO che detta commistione potrebbe provocare fraintendimenti tra gli operatori. SI OSSERVA la necessità di modificare la previsione regolamentare in modo da evitare detta commistione. OSSERVAZIONE N.17 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 2, TITOLO 3 SPAZIO EDIFICATO, ART.57 EDIFICI D’INTERESSE STORICO-ARCHITETTONICO E D’INTERESSE DOCUMENTALE Osservazione 17.1 PREMESSE Al primo paragrafo del comma 1 dell’art.57, vengono riuniti nell’unica “classificazione” di “edifici d’interesse storico-architettonico” sia “gli immobili riconosciuti come “beni culturali” dalla disciplina nazionale” sia “gli edifici d’interesse storico-architettonico del moderno realizzati a partire dai primi anni del XX secolo” CONSIDERATO che la tutela degli “immobili riconosciuti come “beni culturali” dalla disciplina nazionale” ha origini e consistenza ben diversa da quella che può imporre il Comune per il tramite della “classificazione” di fabbricati, pur di interesse storico testimoniale, ma non tanto da essere vincolati in base alla normativa nazionale in materia di beni culturali SI OSSERVA la erroneità ed illegittimità di assoggettare ai medesimi vincoli sia “immobili riconosciuti come “beni culturali” dalla disciplina nazionale” sia edifici “classificati” dal Comune ma non aventi rilevanza tale da essere assoggettati al vincolo del Ministero dei Beni e Attività Culturali, e soprattutto di accomunare entrambe le tipologie di edifici -di cui solo una è assoggettata al vincolo del Ministero dei Beni e Attività Culturali- all’interno dell’unica classificazione di “edifici d’interesse storico-architettonico”. * Osservazione 17.2 PREMESSE All’art.57, comma primo, paragrafo secondo, è previsto che “Sono d’interesse documentale gli edifici che testimoniano i caratteri del paesaggio urbano e rurale, identificati convenzionalmente con quelli già esistenti al 1949 e tuttora riconoscibili.” CONSIDERATO che non pare razionale “classificare” automaticamente come edifici di interesse documentale tutti gli edifici urbani e rurali, ben potendo detti edifici non avere alcun pregio storico-testimoniale, riscontrandosi tra l’altro altresì che la quasi totalità degli edifici rurali erano esistenti al 1949. SI OSSERVA la necessità di ricondurre la “classifica- zione” di un edificio di interesse documentale, all’effettiva specifica sussistenza di elementi di pregio del singolo edificio, con esclusione di qualsivoglia criterio di “classificazione” automatica, in particolare quelli riconducibili a semplici datazioni, oltretutto sensibilmente recenti. * Osservazione 17.3 PREMESSE L’art.57, all’ultimo paragrafo del primo comma prevede che “La mappatura degli edifici d’interesse documentale è passibile di periodiche verifiche e aggiornamenti, anche sulla base di informazioni e dati forniti da tecnici abilitati” CONSIDERATO a fornire un tale tipo di informazione e di dati può a giusto titolo essere anche soggetto non professionalmente abilitato come potrebbe essere il proprietario che anche solo per passione si dedica a ricerche storiche od architettoniche tipologiche SI OSSERVA la necessità di eliminare la specifica “… forniti da tecnici abilitati” in fine all’ultimo capoverso del comma 1, sostituendola con la diversa specifica “… dati forniti dagli interessati o comunque acquisiti”. * Osservazione 17.4 PREMESSE L’art.57 introduce una serie di prescrizioni di carattere puntuale sulle modalità di intervento. CONSIDERATO che gli interventi sugli edifici di interesse storico-architettonico e documentale devono essere effettuati a seguito di analisi storico-morfologica dell’edificio medesimo, che diventa strumento imprescindibile per ogni scelta di carattere progettuale, più propriamente riferita al singolo edificio SI OSSERVA la necessità di eliminare le prescrizioni di carattere puntuale sulle modalità di intervento, quali, a mero titolo di esempio: [D.1]: 1.3; 1.4; 1.5. * Osservazione 17.5 PREMESSE L’art.57, nei requisiti specificati alla scheda S.3 Conservazione dei caratteri fisici e formali degli spazi esterni e delle relazioni tra edificio e spazio aperto), punto 1.6, prevede che: “Negli interventi che agiscono sugli spazi aperti di pertinenza di edifici di interesse storicoarchitettonico [occorra]: …… Escludere la realizzazione di autorimesse interrate sotto a giardini, chiostri e corti.” notiziari - [Iu 2]: 1.1; 1.2; 1.5; Interfacce nel territorio rurale - [Ir 1]: I contenuti delle prestazioni richieste appaiono elementi prestazionali poco confacenti al paesaggio rurale, e comunque, molto generici e limitanti di soluzioni progettuali che ben possono risultare architettonicamente conformi. Richiamata anche l’Osservazione 2.3, SI OSSERVA che v’è la necessità di eliminare tutte le prescrizioni di carattere progettuale che limitano la libertà espressiva del professionista e che oltretutto non tengono conto e non possono tener conto dei contesti specifici in cui si opera. inarcos 309 notiziari CONSIDERATA la ratio della previsione regolamentare e la diversità delle varie situazioni RILEVATA l’opportunità di contemperare detta ratio della previsione regolamentare con eventuali esigenze concrete SI OSSERVA la necessità di integrare la previsione di cui al punto 1.6 del requisito di cui alla scheda S.3, con la specificazione “se la realizzazione di queste può compromettere elementi di pregio”. * Osservazione 17.6 CONSIDERATA la ratio della previsione regolamentare SI OSSERVA la necessità di sostituire, alla previsione [D.2] punto 1.3, il riferimento alla “superficie utile lorda” con quello alla “superficie utile”. OSSERVAZIONE N.18 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 CITTÀ STORICA, ART.59 AMBITI STORICI Osservazione 18.1 PREMESSE Il comma 4 dell’art.59 disciplina gli interventi sugli edifici di interesse storico-architettonico e documentale. CONSIDERATO che desta perplessità l’ambiguità lessicale con cui si individuano le porzioni di edificio su cui intervenire col metodo del restauro; SI OSSERVA la necessità di chiarezza nell’individuazione delle modalità d’intervento sull’esistente. * Osservazione 18.2 PREMESSE Il comma 4 dell’art.59 disciplina gli interventi sugli edifici di interesse storico-architettonico e documentale. CONSIDERATO che, per quanto concerne gli edifici di interesse storico-architettonico, risulta particolarmente ed inutilmente penalizzante prevedere che gli interventi debbano necessariamente estendersi all’intero edificio, a tutti i prospetti od all’intera facciata (se l’edificio è parte di una quinta stradale), od all’intera copertura; e ciò soprattutto nei frequenti casi in cui la proprietà non è unitaria; che tale previsione potrebbe addirittura produrre effetto contrario al suo obiettivo, considerato che laddove i proprietari abbiano disponibilità economica 310 inarcos per intervenire solo parzialmente sul fabbricato, potrebbero essere indotti a non intervenire affatto, evitando anche interventi di manutenzione straordinaria, portando così al degrado invece che al recupero dell’edificio di interesse storico-architettonico; SI OSSERVA la necessità di eliminare dal primo capoverso del comma 4 lett.a) il riferimento all’“intero edificio”, e di eliminare per intero il secondo capoverso del comma 4 lett.a), potendosi in alternativa introdurre incentivi ad interventi unitari generalizzati all’intero fabbricato, piuttosto che controproducenti divieti di interventi limitati a talune parti dell’edificio. * Osservazione 18.3 PREMESSE La disciplina introdotta al comma 5 e nelle schede d’ambito dell’art.59, così come altre norme disseminate in varie parti del RUE (ad esempio all’art.60, comma 3), introduce limitazioni agli interventi su edifici non classificati né come d’interesse storico-architettonico né come documentale. CONSIDERATO che, dette previsioni risultano incongrue, considerato che, se gli edifici dovessero essere di per sé tutelati, dovrebbero essere “classificati”, e che quindi laddove non siano stati “classificati” risultano edifici pari a tutti gli altri non “classificati”, e quindi privi di per sé di qualsivoglia interesse conservativo; risulta pertanto irragionevole la previsione di assoggettare anche gli edifici non “classificati” a speciali vincoli e limitazioni agli interventi edilizi che li riguardano RICHIAMATO anche quanto già osservato all’Osservazione 2.3 SI OSSERVA la necessità di eliminare ogni previsione regolamentare del RUE che preveda limitazioni agli interventi edilizi da realizzare su edifici non “classificati” né edifici di interesse storico-architettonico né edifici di interesse documentale. * Osservazione 18.4 PREMESSE La disciplina introdotta al comma 8 dell’art.59, laddove disciplina gli usi degli edifici prospicienti strade prevalentemente dedicate al trasporto pubblico, risulta ingiustificatamente e comunque eccessivamente penalizzante. SI OSSERVA la necessità di eliminare integralmente il secondo ed il terzo capoversi del comma 8, lett.b). * Osservazione 18.5 PREMESSE Parimenti la disciplina introdotta al comma 9 dell’art.59 risulta ingiustificatamente e comunque eccessivamente penalizzante. SI OSSERVA la necessità di eliminare integralmente il penultimo capoverso. * Osservazione 18.6 PREMESSE La disciplina introdotta al comma 9 dell’art.59 risulta ingiustificatamente e comunque eccessivamente penalizzante anche, con riguardo alla disciplina fortemente restrittiva introdotta con riguardo ai c.d. dehors. SI OSSERVA la necessità di eliminare integralmente l’ultimo capoverso. * Osservazione 18.7 PREMESSE La disciplina introdotta nella scheda d’ambito relativa al NUCLEO DI ANTICA FORMAZIONE risulta ingiustificatamente e comunque eccessivamente penalizzante sotto diversi profili SI OSSERVA la necessità quantomeno di rettificare gli usi ammessi od esclusi secondo le seguenti precisazioni: - tra gli usi esclusi occorre inserire il 2b (attualmente uso ammissibile); - tra gli usi ammissibili occorre inserire tutto il 4c (alimentari e non) nonché la necessità di eliminare integralmente l’ultimo capoverso della pag. 166 e i punti a), b), c) della pag.167. All’ultimo capoverso occorre eliminare l’aggettivo “forte” prima di “interesse pubblico”. * Osservazione 18.8 PREMESSE Non si comprende la ratio di prevedere nella scheda d’ambito relativa al NUCLEO DI ANTICA FORMAZIONE la collocabilità dei servizi bancari a piano terra degli edifici unicamente sulle strade prevalentemente dedicate al trasporto pubblico. SI OSSERVA la necessità di rimuovere tale limitazione * Osservazione 18.9 PREMESSE La disciplina introdotta nella scheda d’ambito relativa ai Quartieri giardino OSSERVAZIONE N.19 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 CITTÀ STORICA, ART.60 AMBITI STORICI SPECIALIZZATI Osservazione 19.1 si veda Osservazione 18.3 con riguardo all’art.60, comma 3. * Osservazione 19.2 PREMESSE Fermo restando quanto osservato all’Osservazione 19.1 che precede, in ogni caso, stante le competenze già della CQAP, si reputa incongrua la previsione di cui al comma 3 dell’art.60 laddove, relativamente agli “Interventi sugli altri edifici presenti negli Ambiti storici specializzati.” dispone che “Gli interventi sui singoli edifici non devono contribuire al consolidamento di elementi estranei o non compatibili con i caratteri generali e le funzioni storicamente determinate dell’Ambito storico specializzato in cui si trovano.” SI OSSERVA la necessità di stralciare tale ultima previsione da “Gli interventi sui singoli edifici ……” a “…… dell’Ambito storico specializzato in cui si trovano.” * Osservazione 19.3 PREMESSE La disciplina introdotta nella scheda d’ambito relativa al Quartiere universitario di Via Zamboni (Ambito n° 17), risulta incongrua sotto diversi profili di limitazioni relative alle destinazioni d’uso ed agli interventi edilizi ammessi SI OSSERVA la necessità di rivedere limitazioni relative alle destinazioni d’uso ed agli interventi edilizi ammessi, eliminando in particolare l’esclusione degli usi 3a e 5a. OSSERVAZIONE N.20 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 AMBITI CONSOLIDATI ART. 61 AMBITI CONSOLIDATI DI QUALIFICAZIONE DIFFUSA MISTI Osservazione 20.1 PREMESSE Si reputa impropria la terminologia utilizzata, capace di ingenerare confusione in relazione alla legislazione vigente SI OSSERVA la necessità di sostituire le definizione “sostituzione di edifici” con terminologie già previste dalla normativa nazionale e riprese all’art. 26 “Repertorio delle opere”. * Osservazione 20.2 Si rinvia a quanto esposto all’Osservazione 11.3. OSSERVAZIONE N.21 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 AMBITI CONSOLIDATI ART.63 AMBITI CONSOLIDATI PIANIFICATI MISTI Osservazione 21.1 PREMESSE L’art.63, al comma 5, esclude che gli interventi di ristrutturazione edilizia possano comportare aumenti di superficie utile CONSIDERATO che tale previsione, così apoditticamente ed aprioristicamente imposta, comporta la limitazione anche di interventi in sagoma che potrebbero riqualificare l’esistente SI OSSERVA la necessità di eliminare al primo capoverso del comma 5 la limitazione “senza aumento di superficie utile”. OSSERVAZIONE N.22 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 AMBITI CONSOLIDATI ART. 66 AMBITI INFRASTRUTTURALI Osservazione 22.1 PREMESSE L’art.66, al comma 4, limita gli interventi ammissibili prevedendo: “Fino all’approvazione del Poc, sul patrimonio edi- lizio esistente all’interno degli Ambiti infrastrutturali sono consentiti i seguenti tipi di intervento:manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, a parità di volume e Su esistenti.” CONSIDERATO che l’inserimento in POC resta nella piena disponibilità del Comune e che l’effettiva approvazione di un POC dipende da molteplici fattori esogeni al singolo proprietario SI OSSERVA la necessità di eliminare la limitazione “a parità di volume e Su esistenti”. notiziari est, ovest, Murri, Collina e Bolognina Storica 1, risulta incongrua sotto diversi profili SI OSSERVA la necessità di eliminare il capoverso da “I mutamenti d’uso…a…livello sovralocale (7b)”, nonché, all’ultimo capoverso, l’aggettivo “forte” prima di “interesse pubblico”. * Osservazione 18.10 PREMESSE La disciplina introdotta nella scheda d’ambito relativa ai Tessuti compatti est, ovest e Bolognina Storica 2, risulta incongrua altresì laddove esclude che possano essere insediate medio-piccole strutture di tipologia alimentare. SI OSSERVA la necessità di eliminare il capoverso da “Fermo restando … a … tipologia alimentare”, che esclude che possano essere insediate medio-piccole strutture di tipologia alimentare All’ultimo capoverso occorre poi eliminare l’aggettivo “forte” prima di “interesse pubblico”. OSSERVAZIONE N.23 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 AMBITI CONSOLIDATI ART. 67 AMBITI DA RIQUALIFICARE MISTI Osservazione 23.1 PREMESSE Si reputa impropria la terminologia utilizzata, capace di ingenerare confusione in relazione alla legislazione vigente SI OSSERVA la necessità di sostituire le definizione “sostituzione integrale di edifici” con terminologie già previste dalla normativa nazionale e riprese all’art. 26 “Repertorio delle opere”. OSSERVAZIONE N.24 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 2 TERRITORIO RURALE, ART.69 AMBITI DI VALORE NATURALE E AMBIENTALE Osservazione 24.1 PREMESSE Si reputano inadeguate le destinazioni d’uso previste. CONSIDERATO che, ad esempio, pacifica l’incompatibilità degli usi industriali, non altrettanto si può dire con riguardo agli usi artigianali (si veda l’Osservazione 10.1) SI OSSERVA la necessità di inserire fra gli usi soggetti a verifiche di ammissibilità gli usi 2a (per quanto attiene agli usi artigianali), 3b (limitatamente agli Ambiti di valore naturale e ambientale) e 5 in quanto in linea con le scelte strategiche di rivitalizzazione delle aree di rilievo naturale e paesaggistico. OSSERVAZIONE N.25 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 2 TERRITORIO RURALE, ART.70 AMBITI AGRICOLI DI VALORE PAESAGGISTICO Osservazione 25.1 Si veda quanto già osservato all’Osservazione 24.1. inarcos 311 notiziari OSSERVAZIONE N.26 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4 Osservazione 26.1 PREMESSE molte delle previsioni del titolo I ELEMENTI GENERALI DI DISCIPLINA DELLE PROCEDURE URBANISTICHE ED EDILIZIE, del Titolo II PIANO OPERATIVO COMUNALE E PIANI URBANISTICI ATTUATIVI e del Titolo III ATTIVITÀ EDILIZIA della Parte 4, così come molte altre previsioni dell’intero corpo regolamentare del RUE, contemplano una disciplina che conforme o meno alla vigente disciplina legislativa relativa- per molti aspetti non è di competenza della disciplina regolamentare. CONSIDERATO che gran parte di detta disciplina spetta dunque in via esclusiva alla legislazione vigente (e non alla disciplina regolamentare), come, a mero titolo di esempio, con riguardo alla partecipazione agli atti (art.75), formazione del POC (art.84), alla validità ed efficacia del POC (art.85), alla individuazione degli interventi soggetti a PUA (art.86), ai titoli abilitativi (art.92), alla individuazione degli interventi soggetti a DIA (art.93), alla determinazione degli interventi soggetti a Permesso di Costruire (art.94), all’individuazione degli interventi non soggetti a titolo abilitativo (art.96), alla determinazione delle Variazioni essenziali (art.97), alla determinazione delle Variazioni minori in corso d’opera (art.98), alla regolamentazione dei titoli edilizi in sanatoria (art.99), alle procedure di DIA (art.100), alle procedure dei Permessi di Costruire (art.101), alla autorizzazione paesaggistica (art.102), alle opere in cemento armato (art.109), alla normativa antisismica (art.110), ai contributi relativi al permesso di costruire e DIA in sanatoria (124), etc. SI OSSERVA la necessità di stralciare tutte quelle previsioni che non sono di competenza regolamentare, o comunque, quantomeno, la necessità di stralciare le previsioni regolamentari almeno per quanto in contrasto o comunque difformi dalla disciplina legislativa, alla quale le norme dovranno comunque fare riferimento, specificando che, anche in caso di modifiche di questa successive all’approvazione del RUE, la disciplina legislativa prevale in ogni caso su quella regolamentare. OSSERVAZIONE N.27 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 1 ELEMENTI GENERALI DI DISCIPLINA DELLE PROCEDURE URBANISTICHE ED 312 inarcos EDILIZIE ART.78 CONCORSI DI URBANISTICA E ARCHITETTURA Osservazione 27.1 PREMESSE L’art.78 prevede diverse ipotesi di bandi di progettazione CONSIDERATO che la progettazione concerne precipuamente l’attività degli Ordini professionali dei tecnici SI OSSERVA la necessità di prevedere che le procedure concorsuali di cui all’art.78 siano regolamentate da specifico documento redatto assieme agli Ordini Professionali. OSSERVAZIONE N.28 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 1 ELEMENTI GENERALI DI DISCIPLINA DELLE PROCEDURE URBANISTICHE ED EDILIZIE ART.79 COMMISSIONE PER LA QUALITÀ ARCHITETTONICA E IL PAESAGGIO Osservazione 28.1 PREMESSE L’art.79 disciplina i casi nei quali è richiesto il parere della CQAP. CONSIDERATO che la normativa in materia aveva sostituito la Commissione Edilizia con la CQAP disciplinando casi molto più limitati nei quali era richiesto il parere della CQAP rispetto a quelli per i quali in precedenza era invece previsto il parere della Commissione Edilizia SI OSSERVA la necessità di ricondurre i casi di partecipazione della CQAP al procedimento esclusivamente a quelli disciplinati ex lege. * Osservazione 28.2 PREMESSE L’art.79 prevede al secondo comma che “Il parere obbligatorio della Commissione si esprime su: … … - interventi di nuova costruzione per opere di cui ai punti h1, h2, h3 del comma 4, art. 26 del presente Regolamento;” CONSIDERATO che, poiché la norma si richiama agli interventi di “nuova costruzione”, il riferimento deve essere rettificato con richiamo al comma 5, e riferimento agli interventi di cui punti i1, i2, i3. SI OSSERVA la necessità di rettificare (errata corrige) la previsione nei termini seguenti: “Il parere obbligatorio della Commissione si esprime su: … … - interventi di nuova costruzione per opere di cui ai punti i1,i2, i3 del comma 5, art.26 del presente Regolamento;” OSSERVAZIONE N.29 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITO- LO 1 ELEMENTI GENERALI DI DISCIPLINA DELLE PROCEDURE URBANISTICHE ED EDILIZIE ART.80 DISPOSIZIONI TECNICOORGANIZZATIVE Osservazione 29.1 PREMESSE L’art.80 richiama, ad integrazione del contenuto del RUE, anche disposizioni tecnico organizzative ancora non note. CONSIDERATO quanto già rilevato nella Osservazione 2.1 SI OSSERVA che non è possibile esperire un parere di merito sulle disposizioni tecnico-organizzative fino a quando non saranno rese note. OSSERVAZIONE N.30 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO I CONSEGUIMENTO DEI TITOLI ABILITATIVI, ART. 92 TITOLI ABILITATIVI Osservazione 30.1 CONSIDERATO che le previsioni di cui all’art.92 non trovano piena corrispondenza con le previsioni della L.R.n.31/2002 RILEVATO a mero titolo di esempio, che la L.R.n.31/2002 consente la proroga del termine di fine lavori anche nel caso di D.I.A. SI OSSERVA la necessità che tale disposizione trovi perfetta corrispondenza alle previsioni della L.R. n.31/2002. OSSERVAZIONE N.31 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO I CONSEGUIMENTO DEI TITOLI ABILITATIVI, ART.95 INTERVENTI E TITOLI ABILITATIVI IN DEROGA Osservazione 31.1 PREMESSE L’art.95 pur richiamando in epigrafe quale rubrica dello stesso “Interventi e titoli abilitativi in deroga”, nella disciplina fa esclusivo riferimento (in particolare al comma 1) al “permesso di costruire”. CONSIDERATO che, pur apparentamente in contrasto con la natura dichiarativa della DIA, anche interventi assoggettati a DIA possono necessitare e formare oggetto di deroga, SI OSSERVA la necessità di modificare l’indicazione a “permesso di costruire” con quella di “titolo abilitativo” * Osservazione 31.2 PREMESSE L’art.95 non indica tempistiche per lo OSSERVAZIONE N.32 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO I CONSEGUIMENTO DEI TITOLI ABILITATIVI, ART.97 VARIAZIONI ESSENZIALI E RELATIVO TITOLO ABILITATIVO Osservazione 32.1 PREMESSE L’art.97, al comma 1, paragrafo 2, definisce quali interventi costituiscano, per il RUE, variante c.d. essenziale. CONSIDERATO che è la legislazione vigente a definire quali interventi costituiscano variante c.d. essenziale, RILEVATO e che la previsione di cui alla lett.f) non risulta conforme alla disciplina legislativa vigente, in particolare laddove prevede che costituiscano variante essenziale anche tutti gli interventi posti in essere su “immobili che gli strumenti di pianificazione territoriale od urbanistica assoggettano a modalità d’intervento conservative (edifici di interesse storico-architettonico).” RICHIAMATO anche quanto già osservato all’Osservazione 17.1 RITENUTO che non possano considerarsi varianti essenziali quelle poste in essere su edifici “classificati” dal Comune come edifici di interesse storico-architettonico SI OSSERVA l’opportunità di stralciare l’intera previsione (spettando alla legge la definizione degli interventi che costituiscono variante c.d. essenziale), o comunque di escludere dalla previsione normativa ogni riferimento anche ad immobili “classificati”, dal Comune, come edifici di interesse storico-architettonico * Osservazione 32.2 PREMESSE L’art.97, al comma 1, paragrafo 2, definisce quali interventi costituiscano variante c.d. essenziale per il RUE. CONSIDERATO che, con riferimento alla previsione di cui alla lett.f), deve in ogni caso ritenersi essenziale solo l’intervento oggetto di variante che effettivamente incide sul bene giuridico tutelato RILEVATO quindi che debbono considerarsi come essenziali unicamente gli interventi oggetto di variante che incidano sulla porzione di edificio tutelato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, o che trovasi in relazione diretta col bene giuridico tutelato SI OSSERVA l’opportunità in ogni caso di specificare che costituiscono variante essenziale unicamente quegli interventi che “effettivamente e direttamente incidono solo sulle porzioni di edificio oggetto di tutela di leggi nazionali sovraordinate, o che si trovano in relazione diretta col bene giuridico tutelato”. OSSERVAZIONE N.33 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO I CONSEGUIMENTO DEI TITOLI ABILITATIVI, ART.99 TITOLI EDILIZI IN SANATORIA (ACCERTAMENTO DI CONFORMITÀ) Osservazione 33.1 PREMESSE L’art.99 considera nell’ambito di tolleranza costruttiva e pertanto non costituente abuso edilizio le difformità che non superano il 2% delle misure previste nel titolo abilitativo, espressamente prevedendo tuttavia che “Questi criteri di tolleranza non sono applicabili alle distanze minime fra fabbricati e dai confini prescritte dalla normativa e all’allineamento dei fabbricati, né per le misure lineari minime ……”. CONSIDERATO altresì che le tolleranze costruttive sono previste proprio per salvaguardare la regolarità edilizia degli interventi pur in presenza di un marginale errore di realizzazione che può sempre capitare in cantiere per diverse ragioni. CONSIDERATO ALTRESÌ che, le “distanze minime fra fabbricati e dai confini prescritte dalla normativa e all’allineamento dei fabbricati” diverse e maggiori rispetto a quelle previste dal codice civile sono previste dalla stessa disciplina regolamentare comunale RILEVATO quindi che non si vede alcuna ragione per la quale le tolleranze costruttive non possano essere considerate anche relativamente a “distanze minime fra fabbricati e dai confini prescritte dalla normativa e all’allineamento dei fabbricati” salvo che per quelle disposte dal codice civile SI OSSERVA la necessità di stralciare la limitazione introdotta alla applicazione delle tolleranze costruttive. * Osservazione 33.2 PREMESSE L’art.99 considera nell’ambito di tolleranza costruttiva e pertanto non costituente abuso edilizio le difformità che non superano il 2% delle misure previste nel titolo abilitativo, espressamente prevedendo tuttavia che “Questi criteri di tolleranza non sono applicabili …… per le misure lineari minime e i requisiti tecnici vigenti al momento del rilascio del titolo edilizio.”. CONSIDERATO che le tolleranze costruttive sono previste proprio per salvaguardare la regolarità edilizia degli interventi pur in presenza di un marginale errore di realizzazione che può sempre capitare in cantiere per diverse ragioni. CONSIDERATO ALTRESÌ che, il T.U. dell’Edilizia, all’art.49, pur concernente disposizioni fiscali, prevede che: “gli interventi abusivi realizzati in assenza di titolo o in contrasto con lo stesso, ovvero sulla base di un titolo successivamente annullato, non beneficiano delle agevolazioni fiscali previste dalle norme vigenti, né di contributi o altre provvidenze dello Stato o di enti pubblici. Il contrasto deve riguardare violazioni di altezza, distacchi, cubatura o superficie coperta che eccedano per singola unità immobiliare il due per cento delle misure prescritte, ovvero il mancato rispetto delle destinazioni e degli allineamenti indicati nel programma di fabbricazione, nel piano regolatore generale e nei piani particolareggiati di esecuzione.”; che nella stessa proposta contenuta nel Progetto di Legge della Regione Emilia Romagna del 2006 “Governo e riqualificazione solidale del territorio”, non ancora approvato, viene prevista l’introduzione dell’art.19 bis alla Legge Regionale n.23 del 2004, che a definitivo chiarimento della normativa vigente, espressamente con riguardo alle tolle- notiziari svolgimento dell’attività istruttoria, e perché l’istanza, unitamente alla espletata attività istruttoria venga portata alla valutazione del Consiglio Comunale per la decisione definitiva SI OSSERVA la necessità di disciplinare il procedimento, prevedendo termini massimi per la conclusione dell’istruttoria, termini massimi per la presentazione al Consiglio Comunale, con eventuali previsioni di eventuali interruzioni del procedimento medesimo sia in fase istruttoria che in fase deliberativa. * Osservazione 31.3 RILEVATO che la previsione di cui al paragrafo relativo alla Tutela della sicurezza del traffico e della buona viabilità, introduce un limite di inconsistente qualificazione tecnica e di assoluta discrezionalità SI OSSERVA la necessità di eliminare integralmente il paragrafo. inarcos 313 notiziari ranze, esplicita che: “Il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro o dimensione delle singole unità immobiliari non costituisce violazione edilizia se contenuto entro il limite del due per cento delle misure previste nel titolo abilitativo.”, senza alcuna esclusione, limitazione o precisazione; che né la legislazione statale né quella regionale prevedono che i requisiti tecnici vigenti anche con riguardo a profili igienico sanitari siano inderogabili in senso assoluto (si vedano, a mero titolo di esempio, la Legge 5 agosto 1978 n.457 e le diverse possibili deroghe dalla stessa previste, nonché la Legge Regionale 6 aprile 1998 n.11, ivi inclusa la distinzione di formulazione tra lett.a) e lett.b) del comma 1 dell’art.2, che prevede solo relativamente a quest’ultima che il requisito sia previsto come minimo) RILEVATO quindi che non si vede alcuna ragione per la quale le tolleranze costruttive non possano essere considerate anche relativamente a “misure lineari minime e i requisiti tecnici vigenti al momento del rilascio del titolo edilizio” SI OSSERVA la necessità di stralciare la limitazione introdotta alla applicazione delle tolleranze costruttive. OSSERVAZIONE N.34 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO II ESECUZIONE DELLE OPERE, CONFORMITÀ EDILIZIA E AGIBILITÀ, ART.109 DENUNCIA DELLE OPERE IN CEMENTO ARMATO Osservazione 34.1 CONSIDERATO che prima dell’inizio dei lavori strutturali i soggetti interessati dovranno adempiere agli obblighi derivanti dalla Legge 1086/71, dal DPR 380/2001 e dai loro decreti attuativi RICHIAMATE anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1 SI OSSERVA che le modalità di deposito dovranno attenersi a quanto previsto dalla Normativa vigente a livello nazionale e regionale. * Osservazione 34.2 CONSIDERATO che al termine della realizzazione delle opere strutturali i soggetti interessati dovranno adempiere agli obblighi derivanti dalla Legge 1086/71, dal DPR 380/2001 e loro decreti attuativi 314 inarcos RICHIAMATE anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1 SI OSSERVA che le modalità di deposito dovranno attenersi a quanto previsto dalla Normativa vigente a livello nazionale e regionale. * Osservazione 34.3 CONSIDERATO che in caso di mancato adempimento degli obblighi di legge previsti dalla legislazione vigente, verranno applicate le sanzioni amministrative e penali da questa previste RICHIAMATE anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1 SI OSSERVA l’inopportunità della previsione nella sua interezza. * Osservazione 34.4 CONSIDERATO che non si trova riscontro (tranne che all’art.96, comma 2, ma con esclusivo riguardo ai soli edifici tutelati), ad eventuali interventi strutturali urgenti ai fini della pubblica e privata incolumità sia su edifici tutelati (sotto qualsiasi tipo di vincolo) o meno. RITENUTO opportuno prevedere una disciplina dell’emergenza applicabile a qualunque fattispecie. SI OSSERVA che, con riguardo alla problematica specifica qui in esame, possa essere previsto che, all’atto della comunicazione, debba essere depositata una relazione, a firma di tecnico abilitato, sulle condizioni statiche del bene con l’obbligo, entra 30 giorni dalla comunicazione, di presentare progetto all’Ente od agli Enti competenti ai sensi della normativa vigente, senza incorrere in sanzioni. OSSERVAZIONE N.35 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO II ESECUZIONE DELLE OPERE, CONFORMITÀ EDILIZIA E AGIBILITÀ, ART.110 ADEMPIMENTI DI NORMATIVA ANTISISMICA Osservazione 35.1 CONSIDERATO che prima dell’inizio dei lavori strutturali i soggetti interessati dovranno adempiere agli obblighi derivanti dalla Legge 64/74, dal DPR 380/2001 e dai loro decreti attuativi RICHIAMATE anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1 SI OSSERVA che le modalità di deposito e/o autorizzazione dovranno attenersi a quanto previsto dalla Normativa vigente a livello nazionale e regionale. * Osservazione 35.2 CONSIDERATO che al termine della realizzazione delle opere strutturali i soggetti interessati dovranno adempiere agli obblighi derivanti dalla Legge 64/74,, dal DPR 380/2001 e dai loro decreti attuativi RICHIAMATE anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1 SI OSSERVA che le modalità di deposito e/o autorizzazione dovranno attenersi a quanto previsto dalla Normativa vigente a livello nazionale e regionale. * Osservazione 35.3 CONSIDERATO che in caso di mancato adempimento degli obblighi di legge previsti dalla legislazione vigente, verranno applicate le sanzioni amministrative e penali da questa previste RICHIAMATE anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1 SI OSSERVA l’inopportunità della previsione nella sua interezza, fatto salvo quanto specificato alla successiva Osservazione 35.4. * Osservazione 35.4 PREMESSE L’art.110 al comma 5 così dispone: “5. Sanzioni pecuniarie. Le richieste di applicazione di sanzione pecuniaria di cui al titolo I della Lr 23/2004, per abusi commessi dopo il 23 ottobre 2005, che hanno modificato la risposta delle strutture all’azione sismica, dovranno necessariamente contenere una certificazione/collaudo, sottoscritta da tecnico abilitato, che l’opera realizzata in assenza o difformità, rispetta la normativa antisismica, o, in alternativa, apposita dichiarazione che le opere non hanno modificato la risposta delle strutture all’azione sismica.” CONSIDERATO che detta disposizione, in parte rettificata anche per ragioni di inquadramento storico, troverebbe più congrua collocazione negli articoli afferenti alle opere in sanatoria, all’art.99 od all’art.124 oppure nelle Disposizoni Tecnico Organizzative OSSERVAZIONE N.36 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO II ESECUZIONE DELLE OPERE, CONFORMITÀ EDILIZIA E AGIBILITÀ, ART.111 ADEMPIMENTI DI NORMATIVA ANTISISMICA Osservazione 36.1 errata corrige: il periodo di cui al paragrafo 2, del comma 1, dell’art.111, risulta incomprensibile e comunque incompleto. OSSERVAZIONE N.37 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO III DOTAZIONI TERRITORIALI E CONTRIBUTI, ART. 114 DOTAZIONI TERRITORIALI PER INTERVENTI DIRETTI Osservazione 37.1 PREMESSE L’art.114, al comma 1, paragrafo 2, lett.a) prevede che “Ciascun intervento di nuova costruzione, compresi l’ampliamento e la soprelevazione di un manufatto esistente, e il mutamento di destinazione d’uso, con o senza opere, che determini un aumento del carico urbanistico, comporta l’onere: a) di provvedere al reperimento e alla cessione al Comune, dopo la loro sistemazione, delle aree per la realizzazione delle dotazioni territoriali, nelle quantità (espresse in mq di area da cedere per 100 mq di Su oggetto di intervento) di seguito fissate:- per tutti gli usi la dotazione di parcheggi PU stabilita dall’art.30 del Rue; - servizi economici e amministrativi (3): 60 mq;- servizi commerciali e l’artigianato di servizio (4): 60 mq per gli usi (4a), (4b) e (4c), 78 mq per gli usi (4d), nessuna dotazione aggiuntiva per gli altri usi;- servizi ricettivi e ristorativi (5): 60 mq per l’uso (5a), 78 mq per l’uso (5c), nessuna dotazione aggiuntiva per gli altri usi;- servizi ricreativi (6): 30% della Sf interessata all’intervento;” CONSIDERATO che la previsione è giustamente riferita al caso di aumento di carico urbanistico tra l’uso esistente e l’uso mutato, risulta conseguente che, in caso di intervento con aumento di carico urbanistico, le dotazioni territoriali richieste possono essere riferite unicamente al maggio caricor urbanistico. Conseguentemente dalle dotazioni previste per la situazione mutata dovranno essere sottratte le dotazioni imputate alla situazione preesistente, diversamente finendosi col chiedere il conferimento di dotazioni già considerate assolte nella precedente situazione con conseguente duplicazione delle stesse. Il tutto in difformità alle previsioni di legge in materia di standard e dotazioni. SI OSSERVA la necessità di modificare la disciplina dell’art.114, come ogni altra analoga disciplina del RUE, con la previsione dello scomputo dalle dotazioni richieste delle dotazioni già considerate assolte nella situazione precedente all’intervento. * Osservazione 37.2 PREMESSE L’art.114 disciplina le “Dotazioni territoriali per interventi diretti”. CONSIDERATO che dette dotazioni territoriali non risultano compiutamente definite SI OSSERVA la necessità di specificare, definendo con chiarezza quali siano le “dotazioni territoriali”. * Osservazione 37.3 PREMESSE L’art.114 disciplina le “Dotazioni territoriali per interventi diretti”. CONSIDERATO che non risulta chiaro quali siano le casistiche per le quali si debba provvedere alla realizzazione delle dotazioni ecologiche ed ambientali di cui alla lett.c) SI OSSERVA la necessità di specificare le casistiche per le quali si deve provvedere alla realizzazione delle dotazioni ecologiche ed ambientali di cui alla lett.c). OSSERVAZIONE N.38 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO III DOTAZIONI TERRITORIALI E CONTRI- BUTI, ART.117 MONETIZZAZIONE DELLE DOTAZIONI TERRITORIALI Osservazione 38.1 errata corrige: al comma 2, le disposizioni tecnico-organizzative sono indicate all’art.77, mentre il riferimento corretto sarebbe all’art.80. Si richiama in ogni caso anche quanto già osservato all’Osservazione 29.1. OSSERVAZIONE N.39 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO III DOTAZIONI TERRITORIALI E CONTRIBUTI, ART.119 CONTRIBUTO DI COSTRUZIONE Osservazione 39.1 PREMESSE Il comma 7 dell’art.119 così dispone: “7. Restituzione del contributo di costruzione. Qualora nella fase di verifica risulti accertato un credito a titolo di restituzione di somme versate e non dovute, l’Amministrazione provvede d’ufficio alla restituzione, tranne che per le somme inferiori all’importo di €. 1.000,00 (e successivi aggiornamenti, come riportato nelle disposizioni tecnico-organizzative).” CONSIDERATO che previsioni legislative impongono la restituzione integrale di somme versate e non dovute (anche per fatti sopravvenuti come la mancata realizzazione dell’intervento edilizio) SI OSSERVA che le somme versate ma non dovute devono essere restituite per intero, con riconoscimento al massimo di un diritto di segreteria per l’espletamento della pratica di restituzione. * Osservazione 39.2 errata corrige: ai commi 3 e 5, le disposizioni tecnico-organizzative sono indicate all’art.77, mentre il riferimento corretto sarebbe all’art.80. Si richiama in ogni caso anche quanto già osservato all’Osservazione 29.1. notiziari SI OSSERVA la necessità di ricollocare la norma più congruamente, prevedendo che per abusi commessi dopo il 23 ottobre 2005, venga richiesta una relazione strutturale, a firma di tecnico abilitato, che affermi la congruità dell’intervento relativamente alle normative antisismiche in vigore all’epoca della data “presunta” dell’abuso (miglioramento, intervento locale o adeguamento). * Osservazione 35.5 Si veda quanto già osservato all’Osservazione 34.4. OSSERVAZIONE N.40 FORMULATA CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO III DOTAZIONI TERRITORIALI E CONTRIBUTI, ART.123 ESCLUSIONI E RIDUZIONI CONTRIBUTIVE Osservazione 40.1 errata corrige: al commi 2, i servizi ricettivi e ristorativi sono erroneamente indicati al n.(6) mentre invece risultano inseriti al n.(5). Tutto ciò premesso, considerato, e rile- inarcos 315 vato, formulate le suesposte osservazioni nel quadro istituzionale delle proprie funzioni, il CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA auspica il loro accoglimento. notiziari Bologna, 25 marzo 2009 Con osservanza (CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA Dott. Ing.Felice Monaco) COMUNE DI BOLOGNA REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO DEL COMUNE DI BOLOGNA (RUE) ADOZIONE conto che, per la mattina, il numeratore automatico cessa di erogare i biglietti d'attesa alle ore 12,30. Dette osservazioni potranno essere presentate al Protocollo Generale (Piazza Maggiore, 6) esclusivamente nella giornata del sabato e con le medesime modalità, dalle ore 8,30 alle ore 12,30. Si comunica che il Responsabile del Procedimento è il Dott. Giacomo Capuzzimati, Direttore del Settore Territorio e Urbanistica. Dalla Residenza Municipale, 22/1/09 LA DIRIGENTE (Dott.ssa Nadia Cattoli) INARCASSA *** PROGETTO “INARCASSA IN CITTÀ” P.G. n. 13491/09 LA DIRIGENTE Premesso che con deliberazione Consiliare O.d.G. n. 27 del 21/1/09, è stato adottato il provvedimento di cui all'oggetto; Vista la L.R. n. 20/00 e sue modifiche ed integrazioni; Vista la L.R. n. 31/02 e sue modifiche ed integrazioni; AVVERTE – che sono depositati presso questo Municipio - Settore Territorio e Urbanistica - U.I. Sportello Edilizia ed Urbanistica, piazza Liber Paradisus, 10 Torre A-4° piano - per sessanta giorni consecutivi e precisamente dal 26 gennaio 2009 al 26 marzo 2009 gli atti e gli elaborati costituenti il provvedimento di cui trattasi; – che durante lo stesso periodo chiunque ha la facoltà di prenderne visione dalle ore 8,30 alle 13,00 nei giorni dal lunedì al venerdì e il giovedì anche dalle ore 16,00 alle 17,30; – che entro le ore 12,30 del 26 marzo 2009 gli interessati potranno presentare osservazioni od opposizioni ai sensi di legge; Dette osservazioni, riportanti "oggetto del presente avviso, dovranno essere prodotte in quattro copie, di cui una in bollo, dirette al Sindaco e presentate all'Ufficio Sportello Edilizia ed Urbanistica del Settore Territorio e Urbanistica (piazza Liber Paradisus n. 10, Torre A) nei giorni e negli orari sopra indicati, tenuto 316 inarcos AGLI ORDINI PROFESSIONALI LORO SEDI Protocollo: 5 6/PRES./2009 Roma 4 marzo 2009 Dal mese di marzo 2009, prenderà avvio "Inarcassa in Città", una nuova iniziativa mirata a migliorare la relazione con l'associato ed a garantire una maggiore presenza delIa nostra Associazione sul territorio nazionale. SulIa scorta delIe esperienze positive avute sperimentalmente negli ultimi due anni a Milano e Napoli, il progetto intende offrire occasioni di incontro personalizzate volte a risolvere situazioni complesse non gestibili a distanza. Il progetto coinvolge le otto province a maggiore numerosità di iscritti: Bari, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Palenno, Torino, e Verona. Un team di nostri consulenti previdenziali si recherà a periodicità bimestrale, in ciascuna provincia per incontrare gli ingegneri e architetti iscritti, che desiderino risolvere situazioni complesse e ne facciano richiesta. Il calendario degli incontri sarà disponibile sul sito www.inarcassa.it nelIa sezione dedicata a "Inarcassa in Città", dove vengono pubblicate le sedi e le date in programma mese per mese con le relative istruzioni per richiedere on line un appuntamento. Analoga informativa sarà pubblicata anche sulIa rivista Inarcassa. Per permettere ai nostri consulenti di verificare con anticipo le singole posizioni, gli associati dovranno effettuare la prenotazione almeno dieci giorni prima la data delI'incontro, avendo cura di compilare l'apposita scheda disponibile sul sito specificando il motivo delIa richiesta dell'appuntamento. AI riguardo, riteniamo opportuno sottolineare che tale progetto non sostituisce le altre forme di assistenza attualmente in uso e che rimangono, pertanto, a disposizione degli Associati quali: il cal center per informazioni generali sulle posizioni personali (06.85274330 dal lunedì al venerdì 8,30-13,00/14,15-17,00); Inarcassa on Line per la verifica del proprio estratto conto e per le diverse simulazioni di calcolo; e "Inarcassa Risponde" per i quesiti più specifici. Le prenotazioni saranno gestite direttamente dalla Direzione Attività Istituzionali, che valuterà le richieste pervenute e confermerà a mezzo email, il luogo e l'orario dell'incontro, o laddove la richiesta sia altrimenti risolvibile comunicherà la modalità di contatto più adatta all'istanza delI'associato. Con i migliori saluti. IL VICE PRESIDENTE (Dott. Ing. Mauro di Martino) IL PRESIDENTE (Dott. Arch. Paola Muratorio) RASSEGNA STAMPA Il piano casa riparte da zero Tavolo Governo-Regioni per arrivare a un testo la prossima settimana G.SA. 26 marzo 2009 ROMA. Il piano casa riparte da zero. Il Governo accantona il decreto legge, anche nella sua versione ridimensionata voluta martedì dal premier. Oggi si apre un tavolo tecnico per cercare un minimo comun denominatore con le Regioni, da tradurre poi in disegno di legge o decreto legge, qualora la condomini: Il premier ha però tenuto a precisare che quello del Governo “non sarà un piano per sole villette, perché il 50% delle abitazioni sono unifamiliari o bifamiliari”. In effetti, i numeri distribuiti ieri da Confartigianato confermano quanto nei giorni scorsi aveva già detto il Cresme: l’intervento edilizio, pur limitato alle unità residenziali mono o bifamiliari, produrrà un effetto molto forte sul settore delle costruzioni. Per l’organizzazione degli artigiani il piano può contribuire a creare 97.065 posti di lavoro, aumentando del 5,3 per cento l’occupazione e del 48 per cento il fatturato del settore costruzioni. Il rapporto analizza l’impatto del provvedimento annunciato dal governo sulle piccole imprese fino a 50 addetti: stima in 11.484.582 le abitazioni potenzialmente interessate e in 300.114 il numero di interventi di ampliamento che potranno essere attivati per un maggiore fatturato complessivo di 10.804 milioni. ■ Il presidente ANCE Buzzetti “Delegandole agli enti locali c’è il rischio di un’Italia con regole a macchia di leopardo” I costruttori: per noi il dl è indispensabile M.SEN. 26 marzo 2009 ROMA - “Capisco la resistenza delle Regioni e dei Comuni rispetto al rischio di una deregulation eccessiva. Ma sono anche convinto che per varare un piano del genere il decreto legge sia indispensabile. C’è il rischio, altrimenti, di aspettare tempi lunghissimi. E soprattutto, delegando la normativa agli enti locali, di avere un’Italia a macchia di leopardo: ognuno si fa le sue regole, e questo federalismo edilizio davvero non ci piace”. Presidente Paolo Buzzetti, l’Associazione dei costruttori chiede al governo tempi rapidi. “E’ necessario. Anche perché in attesa di questo provvedimento, chi stava programmando i lavori di ristrutturazione della casa si è fermato. E’ tutto fermo. E anche per questo, considerato che quest’idea ha avuto un’ ottima accoglienza tra la gente, sono convin- to che un accordo governo e Regioni si troverà”. E’ ritornato in pista anche il piano casa originario, quello per l’edilizia popolare e agevolata. “Anche quel progetto si era clamorosamente fermato nella discussione tra governo e Regioni. E anche su quel fronte noi siamo pronti. Insieme alle infrastrutture e al piano per la messa in sicurezza delle scuole dimostra la grande attenzione del governo per l’edilizia”. Anche se voi finora non siete riusciti a mettere un mattone sopra l’altro... “Purtroppo è così. Finora, concretamente, non è stato deciso nulla. Ed il rischio che corriamo è enorme. Se non si muove niente, dopo l’estate, rischiamo di avere migliaia e migliaia di piccole imprese che chiudono i battenti. Con un impatto devastante sull’occupazione: se resta tutto fermo, avremo 250 mila disoccupati in più nel settore per la fine dell’anno”. ■ notiziari condivisione fosse davvero forte. Escluso che domani il Consiglio dei ministri possa decidere, anche se Berlusconi in serata, da Napoli, ha detto che “venerdì qualcosa ci sarà”, Cancellato anche il preconsiglio di oggi, dedicato alla casa. “Il tavolo tecnico - ha detto il ministro per le Regioni, Raffaele Fitto - entrerà nel merito di tutte le misure e concluderà il lavoro entro martedì prossimo; dopo ci sarà una nuova conferenza unificata per valutare il lavoro congiunto e anche lo strumento e il merito”. Ancora più esplicito il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, che pure si era a lungo speso per una mediazione che sbloccasse subito un decreto leggero con il consenso della Conferenza delle Regioni, “Il Governo - ha commentato - ha deciso di ritirare un decreto che, riguardando materie di competenza regionale, avrebbe sollevato discussioni e conflitti a non finire. Le Regioni hanno acconsentito a sedersi sin da subito al tavolo con l’obiettivo di raggiungere un accordo in tempi rapidi che vada nella direzione già indicata dal Governo: rilancio dell’economia, sostegno al settore edilizio, semplificazione delle norme nel rispetto delle competenze”. Il confronto riparte quindi non sulla base del decreto legge, ma di una ricognizione a tutto campo dei problemi del settore e dei freni che ne rallentano l’azione. A intestarsi la vittoria sul rinvio è anche il leader del Pd, Dario Franceschini. “Il Governo - ha detto - ha fatto marcia indietro, ora si discuta in Parlamento un vero piano casa e non un decreto cementificazione”. Alla fine è passata la linea dei Governatori del centro-sinistra, che, forti dell’appoggio del Quirinale, si erano opposti fin dall’inizio allo strappo del decreto legge. Si è capito subito che la mediazione di Formigoni ieri non avrebbe funzionato e che sarebbe stato meglio tenerla pronta per i prossimi giorni. Lo stesso Berlusconi ha introdotto la Conferenza unificata ieri mattina smussando tutti gli angoli e accorciando le distanze rispetto alla posizione delle Regioni. Non solo ha ribadito la volontà di raggiungere un accordo con le Regioni e ha escluso che l’ipotesi del decreto legge sia l’unica sul tavolo. È entrato anche nel merito delle bozze circolate nei giorni scorsi, “Non sono idee mie - ha detto il premier - né la possibilità di acquistare il diritto di ampliare la casa dal vicino né gli ampliamenti nei centri storici o nei Piano Casa, stop dalle Regioni sul decreto Tavolo con gli enti locali per un’intesa entro martedì. E il governo rilancia il progetto delle “cento città” MARIO SENSINI 26 marzo 2009 Scontro sulle competenze. Errani: urgenza incostituzionale. Oggi Fitto incontrerà ancora i governatori ROMA - Niente da fare: sul cosiddetto “Piano casa” il governo è costretto a ripartire, più o meno, da zero. Le Regioni, che ieri hanno incontrato Silvio Berlusconi, hanno bocciato la bozza del decreto legge messa a punto dagli uffici di Palazzo Chigi. Contrarie sia sullo strumento del decreto, “incostituzionale” secondo il presidente dei governatori, Vasco Errani, che sulle norme proposte. Tanto che il ministro delle Autonomie, Raffaele Fitto, ha detto di aver ritenuto “inutile e non agevole entrare nel merito del testo presentato”. Oggi stesso a Palazzo Chigi, Fitto tornerà a incontrare i rappresentati delle Regioni e dei Comuni con l’obiettivo di arrivare ad un accordo entro martedì prossimo. “Non si lavora più sulla bozza del governo, ma la base del piano la costruiamo insieme” ha detto il presidente della Lombardia, Ro- inarcos 317 notiziari berto Formigoni, dopo l’incontro con l’esecutivo. Che un paio di risultati li ha comunque prodotti. Regioni e Comuni, innanzitutto, difendono le proprie competenze, ma hanno detto di non essere affatto contrari in linea di principio al rilancio dell’edilizia come risposta alla crisi e alla semplificazione burocratica per le nuove concessioni. Il risultato più concreto, tuttavia, è la ripartenza del “Piano casa” originario del governo, quello delle “Cento città” già annunciato da Berlusconi, per l’edilizia residenziale agevolata. I fondi dello Stato, 500 milioni, sono tornati ieri sul tavolo. Dando soddisfazione a molti governatori delle Regioni “Rosse” che reclamano per chi non ha la casa, la stessa attenzione che il governo riserva ai proprietari con il nuovo provvedimento. “Siamo consapevoli dell’esigenza di tante famiglie e di tanti giovani che si sposano e che non sono in grado di avere una casa. D’accordo con le Regioni, abbiamo immaginato un progetto per la costruzione di abitazioni in tutti i capoluoghi, mobilitando anche le banche” ha detto Berlusconi. Secondo il quale “l’urgenza del provvedimento resta, anche se non è detto che il decreto sia lo strumento più opportuno”. In ogni caso, ha chiarito il premier, “Non c’è nessuna marcia indietro: il piano non riguarderà solo le ville, ma le case mono e bifamiliari, e dunque il 50% delle famiglie italiane”. “Le Regioni sono favorevoli al rilancio dell’edilizia, e pronte a impegnarsi, ma nel rispetto delle competenze” ha detto Errani. “I presupposti del decreto sono condivisibili se l’obiettivo è quello di rispondere alla crisi e favorire la semplificazione amministrativa” ha osservato il presidente dell’Associazione dei Comuni, Leonardo Domenici. ■ Mercato e riforme. Dopo l’avvio dell’istruttoria di Catricalà Antitrust, la rivolta di architetti e ingegneri “Pregiudizi ideologici contro le professioni” ANTONELLA BACCARO 25 marzo 2009 Ma i commercialisti e i giovani avvocati difendono il Garante: va nella 318 inarcos giusta direzione sulla via della riforma ROMA - L’annuncio di nuove istruttorie dell’Antitrust sugli ordini professionali, dopo quella appena conclusa dallo stesso Garante Antonio Catricalà, provoca la levata di scudi delle categorie interessate. Ingegneri, architetti, psicologi respingono le accuse di conservatorismo lanciate dall’organismo di vigilanza, quando non invocano la tutela del governo, E il caso degli ingegneri: il presidente del Consiglio nazionale, Paolo Stefanelli, ha scritto direttamente al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per segnalare come le richieste di riforma, avanzate dal Garante, siano “in evidente e frontale contrasto con gli indirizzi provenienti dagli ambienti governativi”. Per Stefanelli l’indagine dell’Antitrust è “viziata da pregiudizi ideologici”. Un’accusa che fa il paio con quella già lanciata, subito dopo la pubblicazione del provvedimento, dal Consiglio nazionale degli architetti che aveva tuonato contro la “nuova campagna di stampa antiordinistica”. Sia pure in un momento di crisi come l’attuale, argomentavano gli architetti, la riduzione delle tariffe, auspicata da Catricalà, sarebbe già stata applicata nell’ ordine del 50%. E il tema delle tariffe sembra essere il più spinoso. Dall’indagine dell’Antitrust emerge che alcuni ordini “hanno mostrato resistenze, anche fondate sull’idea che il professionista sia ancorato al rispetto del decoro della professione nella determinazione della parcella”. Una spiegazione che non convince Catricalà: “Una prestazione di alta qualità - spiega - deve avere tariffe alte. Una prestazione di qualità più bassa deve averle minori”, Sul punto il Garante ha annunciato l’apertura di nuove istruttorie a carico di “alcuni ordini nazionali e consigli territoriali”. “Ma quali tariffe minime?” - si ribella il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, Giuseppe Luigi Palma -. Noi non abbiamo un tariffarlo approvato per decreto. Ma entrando nel merito, vogliamo dire che per un colloquio di 45 minuti la tariffa minima “consigliata” è di 30-35 euro?”. Insomma anche la tariffa, secondo Palma, “deve rispondere a criteri di dignità”. I consulenti del lavoro richiamano l’attenzione su un altro aspetto: “Qui - attacca il presidente dell’ordine, Marina Calderone - non si tiene conto di come oggi i professionisti si facciano carico (a costi ridicoli) delle carenze della pubblica amministrazione e delle difficoltà dei clienti a pagare le prestazioni”. Insomma un coro di critiche da cui hanno preso le distanze i commercialisti e i giovani avvocati, soddisfatti delle conclusioni dell’Antitrust e pronti a “proseguire sulla via della riforma delle professioni economico -giuridiche”. ■ Le categorie aprono i loro codici deontologici e smontano l’indagine del garante sulla concorrenza Dall’Antitrust accuse ideologiche Le professioni: non siamo casta, ecco tutte le riforme fatte BENEDETTA P . PACELLI 25 marzo 2009 Rinviate al mittente e senza troppi giri di parole, le accuse del garante per la concorrenza agli ordini professionali. La pubblicità? Posto che sia davvero un fattore positivo per la concorrenza, ammettono le categorie interessate, è consentita senza restrizioni. I minimi tariffari? Aboliti, con tutti i disastri, però, che questo ha comportato. E poi nessuna chiusura alle società tra professionisti così come, quando è possibile per legge, alla possibilità di svolgere il tirocinio durante il corso di laurea, Insomma le categorie professionali mostrano, codici deontologici alla mano, di avere tenuto il passo delle lenzuolate di Bersani e non ci stanno alle accuse di chi, in virtù del liberismo, sembra volerli equiparare a un impresa. “E un’indagine viziata da pregiudizi ideologici”, commentano al Consiglio nazionale degli architetti guidato da Raffaele Sirica, “soprattutto a fronte della crisi economica, e di una riduzione generalizzata di quasi il 50% delle tariffe nel nostro settore”. Negli ultimi anni abbiamo proceduto ad accogliere i principi europei della professionali che lavorano con competenze diverse. E in questo senso”, chiude Savoldi, “serve un cambio di mentalità”. Dito puntato contro l’Antitrust da parte del presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri Paolo Stefanelli a dir poco sconcertato da un’indagine “che non ha alcun fondamento di verità”. Stefanelli mostra anche grande disappunto rispetto alle proposte di Catricalà “assolutamente incostituzionali”, come l’istituzione di lauree abilitanti. “Non accettiamo che la Bersani sia l’unico riferimento normativa, oltre al fatto che i ribassi sono tali da andare a discapito della qualità della prestazione. “Sembra proprio”, puntualizza ancora, “che sia in atto un attacco non al sistema ma proprio ai professionisti”. Soprattutto, per il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Amedeo Bianco, forse sarebbe stato necessario distinguere la professione medica rispetto alle altre: “Svolgiamo un servizio connesso alla tutela dei diritti fondamentali e quindi, per esempio, verificare i messaggi pubblicitari nel nostro caso è una necessaria tutela verso il cittadino. Non abbiamo più tariffari, però bisogna dare un’informazione corretta sui determinanti costi di una prestazione”. “Ci serviva un Antitrust che desse dignità al nostro lavoro, non che ci mettesse i bastoni tra le ruote”, tuona Lorenzo del Boca, al vertice dell’Ordine dei giornalisti. E sui minimi tariffari? “Abolirli vorrebbe dire garantire stipendi ancora più bassi di quelli che già la maggior parte di questi professionisti percepisce”. Respinge “con determinazione” la considerazione di una chiusura alle esigenze dei consumatori e della modernizzazione del paese Paolo Piccoli presidente del Notariato che sottolinea come l’approccio dell’Antitrust “oltre a essere meccanicistico e parziale, rischia seriamente di indebolire le garanzie sostanziali per il cliente, poiché non tiene conto di una serie di elementi che caratterizzano la prestazione professionale rispetto all’impresa”. Soddisfatti i periti industriali che, dopo le segnalazioni dell’Antitrust hanno adeguato il loro codice deontologico rispetto alle tariffe e alla pubblicità. Certo è che per il presi- dente del Consiglio nazionale dei periti industriali Giuseppe Jogna “l’abolizione dei minimi ha portato ad affidamenti delle p.a. vengono affidati a ribassi semplicemente scandalosi ed è impossibile eseguirli nel rispetto della qualità e di standard di livello delle prestazioni. Il problema vero, per Jogna, “è semmai quello di abolire la Bersani: speriamo che il nuovo Cup se ne faccia carico”. Respingono le accuse di corporativismo gli psicologi. Questo attacco agli ordini per il presidente Giuseppe Luigi Palma non fa bene a nessuno: non tutela l’utenza, non stimola il cambiamento ma costringe alla difesa. Entrando nel dettaglio poi spiega che “per quanto riguarda la pubblicità la categoria ha riposto approvando l’atto di indirizzo sulla pubblicità nel pieno rispetto della normativa vigente”. Sulle tariffe minime invece spiega che “gli psicologi non hanno un tariffario approvato con decreto, quindi nulla da abrogare”. I rilievi di Catricalà non preoccupano invece Claudio Siciliotti presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili la cui categoria ha invece ricevuto apprezzamento al codice deontologico in materia di tariffa e pubblicità: “le aperture contenute nel nostro codice sono per Siciliotti, uno dei frutti di quella grande operazione riformista di cui ci siamo resi protagonisti con la nascita dell’Albo unico”. ■ notiziari concorrenza, modificando il codice deontologico e introducendo la pubblicità anche commerciale e norme per la tutela del cliente. Il nuovo Codice è stato a lungo sottoposto all’esame dell’Antitrust accogliendone le loro indicazioni. Cauto Guido Alpa presidente del Consiglio nazionale forense che si dice soddisfatto che l’Antitrust abbia vagliato “favorevolmente il codice deontologico come aggiornato di recente e che abbia apprezzato alcuni dei principi ora espressi nel progetto di riforma dell’ordinamento forense”. Perché, se è vero che permangono alcune riserve, i rilievi sono stemperati grazie alle modifiche al codice deontologico e a quelle contenute nella riforma, Per Marina Calderone numero uno del Consiglio nazionale dell’ordine dei Consulenti del lavoro l’indagine non fa altro che evidenziare il preconcetto verso le classi professionali: “si vuole colpire la figura del professionista e in un momento di crisi come questo, una tale impostazione, non solo non corrisponde alle caratteristiche degli ordini, ma non è neanche rispettosa del ruolo che stiamo svolgendo. “I nostri minimi tariffari”, chiude la Calderone, “sono puramente indicativi e abbiamo un codice deontolgico aggiornato rispetto alle segnalazioni passate dell’Antitrust”. Soddisfazione invece da parte presidente della Federazione nazionale degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli che ritiene importante sottolineare che il Garante riconosce all’ordine la disponibilità a confrontarsi sui punti controversi e allo stesso modo è molto significativo che nella relazione si giudichi degna di menzione la disponibilità dei farmacisti a farsi carico dell’informazione al pubblico sui farmaci equivalenti. “Ci siamo adeguati a tutte le leggi vigenti e alla Bersani in particolare”, puntualizza Pietro De Paola presidente del Consiglio nazionale dei geologi e “non abbiamo intentato procedimenti disciplinari neanche quando le tariffe sono state abbattute dell’8090%”. Si sofferma, invece, sull’unico rilievo fatto alla categoria rispetto alla costituzione di società professionali Fausto Savoldi numero uno al Consiglio nazionale dei geometri: “questo percorso è ostacolato dalla magistratura perché non ci riconosce competenze quando ci sono delle associazioni inarcos 319 notiziari Collegio Costruttori Edili ed Imprenditori Affini Elenco delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA – Collegio Costruttori Edili dal 1° marzo al 31 marzo 2009 alle imprese associate Circ. num. 320 Prot. Data 131/2009 414 03/03/2009 132/2009 416 03/03/2009 133/2009 134/2009 417 418 03/03/2009 03/03/2009 135/2009 422 03/03/2009 136/2009 423 03/03/2009 137/2009 424 03/03/2009 138/2009 425 04/03/2009 139/2009 426 04/03/2009 140/2009 141/2009 427 428 04/03/2009 04/03/2009 142/2009 430 04/03/2009 143/2009 434 04/03/2009 144/2009 435 04/03/2009 145/2009 438 05/03/2009 146/2009 441 05/03/2009 147/2009 443 05/03/2009 inarcos Oggetto Equo canone e disciplina delle locazioni. Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativo al mese di gennaio 2009. Disponibilità di figure professionali da parte dell’Agenzia per il lavoro “Life In Spa” per l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni edili. Elenco circolari diramate nel mese di febbraio 2009. Incontro di Ance Rimini sul tema: “Novità fiscali nel settore immobiliare”, Mercoledì 18 marzo 2009, ore 15.00, Sala A di Confindustria Rimini, Piazza Cavour n. 4 – Rimini. Legge 27 febbraio 2009 n. 14 – Proroga di termini relativa a norme tecniche sulle costruzioni, energie rinnovabili (non operativa in Emilia Romagna), sicurezza sul lavoro. Locazioni non abitative di durata superiore a 6 anni: libero l’aggiornamento del canone. INAIL. Rateazione premio relativo all’autoliquidazione 2008/2009. Tasso d’interesse e coefficienti. Legge n. 14/2009 di conversione del D.L. n. 207/2008 – c.d. “Decreto milleproroghe” – Misure fiscali di interesse per il settore edile-immobiliare. Rivalutazione aree agricole ed edificabili. Disciplina delle spese di rappresentanza nell’ambito del reddito d’impresa – Art. 108, comma 2, del TUIR – Nuovi criteri e limiti di deducibilità (Decreto 19 novembre 2008 del Ministero dell’Economia e delle Finanze). Decorrenza: periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31.12.2007. Denuncia di Inizia Attività (DIA) e tutela dei terzi lesi. Autorizzazioni paesaggistiche: disciplina transitoria fino al 30 giugno 2009. Disponibilità di figure professionali da parte dell’Agenzia per il lavoro “METIS SPA” per l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni edili. Determinazione della misura del tasso di mora per l’anno 2008 da applicarsi ai sensi e per gli effetti dell’art. 30 del Capitolato Generale d’Appalto (ritardato pagamento degli acconti e della rata di saldo). Istruzioni per l’applicazione delle norme tecniche per le costruzioni. Proroga regime transitorio al 30 giugno 2010. Autorizzazioni ANAS S.p.A. trasporti eccezionali. Rimborso dell’indennizzo convenzionale d’usura per rimorchi/semirimorchi. Contratto di appalto e DURC nei lavori pubblici. Procedura INPS per accertare la regolarità per “singolo appalto” attraverso il rilascio di apposito verbale. Interpello 15/2009 Ministero del Lavoro. Comune di Bologna: - avviso d’asta pubblica per la vendita di porzione di fabbricato in Bologna, Via Brugnoli 6. Importo a Autore Servizio CP/vc Tecnico CP/df Lavoro CP/aa CP/aa A.G. - Segr. - Amm. A.G. - Segr. - Amm. CP/df Tecnico CP/df Tecnico LD/df Lavoro CP/vc Tributario CP/vc Tributario CP/aa CP/aa Tecnico Tecnico CP/df Lavoro CP/aa Tecnico CP/df Tecnico CP/aa Tecnico CP/aa Lavoro CP/aa A.G. - Segr. - Amm. 445 05/03/2009 149/2009 150/2009 446 447 06/03/2009 06/03/2009 151/2009 451 09/03/2009 152/2009 456 09/03/2009 153/2009 457 09/03/2009 154/2009 466 10/03/2009 155/2009 469 10/03/2009 156/2009 473 10/03/2009 157/2009 475 10/03/2009 158/2009 476 10/03/2009 159/2009 478 11/03/2009 160/2009 480 11/03/2009 161/2009 482 11/03/2009 162/2009 483 11/03/2009 163/2009 484 11/03/2009 164/2009 485 11/03/2009 165/2009 488 11/03/2009 166/2009 491 11/03/2009 167/2009 494 11/03/2009 168/2009 495 11/03/2009 CP/vc A.G. - Segr. - Amm. CP/vc CP/vc Tributario Tributario CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tecnico CP/aa Tributario LD/df Lavoro CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/df A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/df A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Lavoro CP/aa Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tecnico LD/df Lavoro CP/aa Tributario CP/vc Tributario CP/aa A.G. - Segr. - Amm. LD/ld Lavoro CP/df Tributario notiziari 148/2009 base d’asta: 3.480.000,00 euro. Scadenza presentazione delle offerte: ore 13,00 del 30 marzo 2009; - avviso d’asta pubblica per la vendita di fabbricato in Bologna, Via Masi 51 e 51/2. Importo a base d’asta: 675.000,00 euro. Scadenza presentazione delle offerte: ore 13,00 del 30 marzo 2009; - avviso d’asta pubblica per la vendita di complesso immobiliare denominato “Villa Melloni” in Comune di Dozza Imolese (BO), Via Calanco nn. 87/89/91. Importo a base d’asta: 872.865,00 euro. Scadenza presentazione delle offerte: ore 13,00 del 30 marzo 2009. Manuale “L’IVA in edilizia” edito da Assoservizi S.r.l. – Confindustria Trento. Dichiarazioni fiscali: proroghe ed invio telematico. D.L. 10.02.2009 n. 5: le novità del Decreto incentivi. Misure di interesse per i consumatori e le imprese. Incontro sul tema “D.Lgs. 231/01 e sicurezza sul lavoro: modelli organizzativi di controllo e gestione per le imprese edili”, Lunedì 16 marzo 2009, ore 15,00, sede dell’Unione Parmense Industriali a Palazzo Soragna, Strada al Ponte Caprazucca 6/A - Parma. Accordi di collaborazione. Comune di Castenaso (BO): entrati in vigore i nuovi strumenti urbanistici (P.S.C. - R.U.E.) dal 25 febbraio 2009. Imponibilità ed esenzione IVA per le cessioni e le locazioni immobiliari. Vademecum riepilogativo della disciplina. Anno 2009 – Attività di vigilanza, linee di intervento. Carattere prevenzionale delle ispezioni. Contrasto al lavoro nero. Utilizzo anomalo del parttime nel settore edile. Workshop sul tema “La crisi finanziaria: strumenti di valorizzazione degli asset inespressi delle imprese di costruzione”, 12 marzo 2009 – ore 10.0, presso l’Auditorium ANCE – Via Guattani, 16 – Roma. Fondazione Ramazzini. Vendita a trattativa privata di complesso edilizio-immobiliare costituito da case coloniche e terreni in Comune di Minerbio – Via Marconi. Provincia di Bologna: Delibera di Giunta n. 32/2009 avente ad oggetto “Comune di Sasso Marconi. Formulazione di riserve previste nell’ambito del procedimento di approvazione del Piano Operativo Comunale, adottato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 76 del 29.10.2008. Espressione del parere previsto dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS)”. Convegno “Copertura ad alta efficienza energetica – Isolamento termico ed impianti fotovoltaici per costruzioni a totale efficienza energetica”. Mercoledì 25 marzo 2009 alle ore 16.30, sede dell’Associazione Ingegneri ed Architetti della Provincia di Bologna, Strada Maggiore, 13 – Bologna. Richiesta di disponibilità ad accogliere in azienda allievi degli istituti tecnici per geometri e periti edili, partecipanti al: “Progetto di alternanza scuola lavoro per Istituti Tecnici”, promosso dall’Istituto Professionale Edile di Bologna. Legge 133/2008: pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regione Emilia Romagna il Piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio non strategico della Regione Emilia-Romagna. Comune di Bologna: avviso d’asta pubblica per la vendita di terreno agricolo con sovrastanti fabbricati in Comune di Castel D’Aiano (BO), Via Castellaro. Importo a base d’asta: €. 211.500,00. Scadenza presentazione delle offerte: ore 13,00 del 30 marzo 2009. Parere n. 8/2009 dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori sui criteri da adottare per la formulazione dei ribassi percentuali delle offerte e per il calcolo della soglia di anomalia. INPS - Massimali mensili C.I.G. - Variazioni dal 1° gennaio 2009 Dichiarazione di responsabilità C.I.G. impiegati. Guida alle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie: nuovo aggiornamento alla luce della proroga sino al 2011. Abolizione libro soci ed elenco soci annuale. Scadenza presentazione pratiche: 30 marzo 2009. Manuale operativo predisposto dalla Camera di Commercio di Bologna. Incontro di approfondimento promosso dalla Camera di Commercio di Bologna, Lunedì 16 marzo 2009, ore 15,00 Sala Bolognini – Convento S. Domenico (BO). “Manuale della sicurezza, dell’igiene e dell’ambiente di lavoro nelle costruzioni edili”, edizione 2009. Fondi Paritetici Interprofessionali. Fondimpresa. Modalità di adesione. Scadenze fiscali aprile 2009. inarcos 321 notiziari 322 169/2009 498 13/03/2009 170/2009 505 13/03/2009 171/2009 508 13/03/2009 172/2009 510 13/03/2009 173/2009 515 16/03/2009 174/2009 517 16/03/2009 175/2009 519 16/03/2009 176/2009 527 16/03/2009 177/2009 178/2009 528 529 17/03/2009 17/03/2009 179/2009 530 17/03/2009 180/2009 532 17/03/2009 181/2009 533 17/03/2009 182/2009 534 17/03/2009 183/2009 542 18/03/2009 184/2009 545 18/03/2009 185/2009 546 18/03/2009 186/2009 187/2009 548 549 18/03/2009 19/03/200 188/2009 550 19/03/2009 189/2009 190/2009 551 554 19/03/2009 19/03/2009 191/2009 192/2009 559 567 19/03/2009 20/03/2009 193/2009 571 20/03/2009 194/2009 574 23/03/2009 195/2009 577 23/03/200 196/2009 582 24/03/2009 197/2009 585 24/03/2009 198/2009 588 24/03/2009 199/2009 592 25/03/2009 200/2009 593 25/03/2009 inarcos Modalità di richiesta delle detrazioni d’imposta da parte dei lavoratori - Dichiarazione di spettanza delle detrazioni d’imposta per l’anno 2009Chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate. Missione di filiera Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) nel Golfo Persico. Rinvio missione nei giorni 16-20 maggio 2009. Adesioni entro il 27 marzo 2009. Aliquota IVA al 10% per le manutenzioni delle abitazioni in via permanente. Interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e beni significativi. Riepilogo aliquote IVA interventi recupero. Questionario monitoraggio andamento del mercato del lavoro in relazione agli strumenti di flessibilità. Restituzione questionario compilato entro il 25 marzo 2009. Provincia di Bologna: asta pubblica per la vendita dell’ex casa cantoniera in Comune di Medicina (BO), località Fossatone, Via San Vitale Ovest n. 5478. Prezzo a base d’asta: € 157.500,00. Scadenza presentazione offerte: ore 12,00 del giorno 6 aprile 2009. Adozione del Piano Operativo Comunale (POC) del Comune di Granarolo dell’Emilia (BO). Osservazioni entro l’11 maggio 2009. Parere dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici sulle modalità di dimostrazione, da parte delle imprese, dell’avvenuto versamento della tassa di gara. Mancata registrazione on-line del versamento non costituisce causa di esclusione. Intervento del Presidente, Marco Buriani, sul quotidiano “Il Resto del Carlino” del 15 marzo 2009 “Alti costi, tempi lunghi. Così l’edilizia muore”. Terre e rocce da scavo: ancora una modifica. Detrazione IRPEF del 36% per opere di ristrutturazione edilizia. Sentenza della Cassazione. Nuovo modulo per la convalida dimissioni lavoratrice madre/lavoratore padre dimissionari ex art.55 D.Lgs. n.151/2001. Convertito in legge il Decreto n. 207/2008 (cd. “mille proroghe”). Concessioni autostradali affidamenti “in house”. Proroga arbitrato nei lavori pubblici. Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza comunicazione nominativi. Guida ANCE alla nuova disciplina degli interessi passivi per le imprese immobiliari. Invito all’incontro “Ufficio fabbrica creativa, lo spazio di lavoro diventa risorsa”, Venerdì 3 aprile 2009, ore 17.00, presso MAMbo - Museo d’Arte Moderna Bologna, Via Don Minzoni n. 14. Discariche - MPS - MUD - Accordi Programma: proroghe e nuove regole. IVA: responsabilità solidale dell’acquirente nelle compravendite immobiliari. Chiarimenti ministeriali. Nessuna solidarietà quando interviene accertamento basato sul “valore normale”. IVA: cessioni di fabbricati ristrutturati. Chiarimenti ministeriali. Obbligo di allegare l’attestato di certificazione energetica in caso di compravendita o locazione. Chiarimento nostra circolare n. 394/2008. Operatività dell’obbligo in Emilia Romagna. ICI – esenzioni – chiarimenti in merito alle abitazioni assimilate all’unità immobiliare adibita ad abitazione principale. ICI – esenzione per gli enti non commerciali. Convenzioni alberghiere 2009 nella città di Roma. Convenzione con catene alberghiere. Coefficiente per la rivalutazione del T.F.R. - febbraio 2009. Manuale per la Cassa Integrazione Guadagni ordinaria e straordinaria. Tavola rotonda Gabetti Corporate sul tema “Analisi e prospettive del mercato immobiliare corporate di Bologna” Giovedì 2 aprile 2009, ore 16,30, presso ANCEBOLOGNA, Via Zaccherini Alvisi n. 20. Rivalutazione dei beni immobili d’impresa. Chiarimenti ministeriali. Piano Casa: ex art. 11 D. L. 112/2008. Norme e procedure per la realizzazione di edilizia sociale. Equo canone e disciplina delle locazioni. Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativo al mese di febbraio 2009. Rilevazione trimestrale dei tassi effettivi globali medi ai fini dell’applicazione della legge sull’usura (Legge 108/1996). Applicazione 01.01.2009 al 31.03.2009. Provincia di Bologna: n. 4 avvisi di aste immobiliari. Scadenza presentazione delle offerte: ore 12 del 18 maggio 2009. Detassazione: imposta sostitutiva del 10% - codici tributo. Applicazione all’elemento economico territoriale. Il modello di dichiarazione 730/2009. Servizi CAF dell’Industria dell’Emilia Romagna S.p.a. ai dipendenti delle Imprese associate. LD/df Tributario CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/vc Tributario CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. LD/df CP/aa Tecnico Tributario LD/df Lavoro CP/aa Tecnico LD/df Lavoro CP/aa Tributario CP/aa A.G. - Segr. - Amm. LD/aa Tecnico CP/aa Tributario CP/aa CP/aa Tributario Tecnico CP/vc Tributario CP/vc CP/vc Tributario A.G. - Segr. - Amm. LD/df LD/ld Lavoro Lavoro CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tributario CP/aa Tecnico CP/vc Tecnico CP/aa Tributario CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/vc Tributario CP/vc Tributario 594 25/03/2009 202/2009 597 25/03/2009 203/2009 602 26/03/2009 204/2009 605 26/03/2009 205/2009 606 26/03/2009 206/2009 207/2009 608 609 26/03/2009 26/03/2009 208/2009 611 27/03/2009 209/2009 612 27/03/2009 210/2009 613 27/03/2009 211/2009 614 27/03/2009 212/2009 623 30/03/2009 Osservazioni al RUE del Comune di Bologna elaborate e presentate da ANCEBOLOGNA – Collegio Costruttori Edili. Comune di Castel San Pietro Terme (BO): avviso d’asta per la vendita di n. 2 lotti di terreno edificabile a destinazione residenziale nel Piano Particolareggiato “Panzacchia 2” mediante cessione di diritto di opzione a titolo oneroso. Importi complessivi a base d’asta: euro 563.000,00 ed euro 499.000,00. Termine scadenza presentazione delle offerte: ore 12,30 del 2 aprile 2009. Autotrasporto: dal 1° aprile 2009 obbligatori gli specchi posteriori. Incontro “Attualità del pensiero di Adriano Olivetti: comunità, economia e urbanistica” Mercoledì 8 aprile 2009 - ore 15,00, Sala Consiglio di Palazzo Malvezzi, Via Zamboni 13 - Bologna. Incontro Unindustria Bologna sul tema “Energia dell’architettura. Efficienza energetica per un’architettura integrata”, Mercoledì 15 aprile 2009, ore 18,00, Unindustria Bologna, Via San Domenico n. 4 – Bologna. Sanzioni per Reverse Charge – Chiarimenti Ministeriali. Segnalazione n. III/2009 elenco indicativo dei bandi di gara disponibile sul sito internet di ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili, www.ancebologna.it. Azienda USL di Bologna: bando d’asta pubblica per la vendita di immobili suddivisi in 3 lotti. Prezzi a base d’asta: euro 257.500,00 lotto 1°, euro 295.000,00 lotto 2°, euro 303.600,00 lotto 3°. Scadenza presentazione delle offerte: ore 12 del 20 aprile 2009. Contratti di solidarietà. Modalità ed ambito di applicazione in edilizia. Servizi associativi. A.S.P. “Poveri Vergognosi”: n. 4 avvisi d’aste pubbliche per la vendita di corti coloniche e/o aree agricole con relativi fabbricati ubicati nei Comuni di Ozzano dell’Emilia, Anzola dell’Emilia e Minerbio. Relative basi d’asta e scadenze. Bologna & Fiera Parking S.p.A.: concessione per un periodo massimo di anni 90 del diritto di superficie su suolo pubblico per la costruzione e gestione di una struttura alberghiera. Importo minimo dell’offerta economica: euro 5.000.000,00. Termine ultimo per la presentazione dell’offerta: 12 maggio 2009. Licenziamento individuale - Superamento del periodo di comporto - Cassazione, sentenza 3 marzo 2009 n. 5078. Mutamento del titolo d’assenza da malattia a ferie per evitare il superamento del periodo di comporto. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/vc CP/aa Tributario Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. LD/df Lavoro CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. LD/df Lavoro notiziari 201/2009 L’aggiornamento in tempo reale degli oggetti delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili alle imprese associate è consultabile sul sito internet: www.ancebologna.it. PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI G.U. DEL OGGETTO 48 27.02.2009 48 27.02.2009 49 28.02.2009 S.O.N. 28/L 28.02.2009 50 02.03.2009 50 02.03.2009 51 03.03.2009 68 23.03.2009 MINISTERO DELL’INTERNO DECRETO 16 FEBBRAIO 2009 Modifiche ed integrazioni al decreto 15 marzo 2005 recante i requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione. MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE CIRCOLARE 13 FEBBRAIO 2009, N. 11434 Istruzioni applicative dell’art. 2 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 convertito con modificazioni dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2 – Mutui prima casa (Seguito circolare del 28 dicembre 2008). LEGGE 27 FEBBRAIO 2009, N. 13 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente. LEGGE 27 FEBBRAIO 2009, N. 14 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti. Testo del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, coordinato con la legge di conversione 27 febbraio 2009, n. 14, recante: “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti”. MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO 19 FEBBRAIO 2009 Determinazione per il periodo 1° gennaio 2008-31 dicembre 2008, della misura del tasso di interesse di mora da applicare ai sensi e per gli effetti dell’articolo 133 del codice dei contratti pubblici di lavori, servizi, forniture. ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA: Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese di gennaio 2009, che si pubblicano ai sensi dell’art. 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392 (Disciplina delle locazioni di immobili urbani), ed ai sensi dell’art. 54 della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica). MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE DECRETO 12 FEBBRAIO 2009 Tasso di riferimento determinato per il periodo 1° gennaio – 30 giugno 2009, relativamente alle operazioni a tasso variabile, effettuate dagli enti locali ai sensi dei decreti-legge 1° luglio 1986, n. 318, 31 agosto 1987, n. 359 e 2 marzo 1989, n. 66, nonché della legge 11 marzo 1988, n. 67. ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA: Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese di febbraio 2009, che si pubblicano ai sensi dell’art. 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392 (Disciplina delle locazioni di immobili urbani), ed ai sensi dell’art. 54 della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica). inarcos 323 notiziari www.assoinar.it Proposta della FEDERAZIONE NAZIONALE ASSO INGEGNERI per progetti da realizzare per la promozione e lo sviluppo della libera professione di ingegnere ed architetto Premessa INARCASSA, secondo i disposti dell’art. 3 comma 5 dello statuto “Nell’ambito delle attività di cui al comma 1, Inarcassa svolge, compatibilmente con le disponibilità di bilancio e comunque nel limite massimo dello 0,34% del gettito del contributo integrativo risultante dall’ultimo bilancio consuntivo approvato, senza pregiudizio delle attività previdenziali di cui al comma 2, attività di promozione e sviluppo dell’esercizio della libera professione dei propri associati, con particolare riguardo ai giovani iscritti, anche con l’offerta di strumenti finanziari (quali ad esempio prestiti, costituzione di fondi di garanzia ed altro) e servizi”approvato alla fine del 2008, mette a disposizione quota parte del gettito del contributo integrativo per attività di promozione e sviluppo della libera professione dei propri associati; pertanto, la nostra Federazione ASSO INGEGNERI, i cui soci volontari sono tutti iscritti ad Inarcassa, sottopone al Comitato Nazionale dei Delegati i seguenti progetti che potrebbero essere realizzati con Inarcassa e finanziati con quota parte della disponibilità economica stanziata per questi scopi. In particolare: – Costituzione di un “albo” nazionale dei liberi professionisti L’esigenza di questo documento nasce dal fatto che gli albi degli ingegneri ed architetti costituiti per legge, raggruppano tutti i professionisti iscritti agli ordini, a prescindere dal modo in cui svolgono la 324 inarcos propria attività, non solo quindi i liberi professionisti. Essi inoltre contengono prevalentemente dati anagrafici e non di specifica sull’attività degli iscritti quali ad esempio le specializzazioni professionali, gli ambiti territoriali di intervento, i più importanti lavori realizzati. La costituzione di un “albo” assolutamente volontario, di scritti ad Inarcassa e quindi di liberi professionisti puri, in cui presentare le proprie caratteristiche professionali, consentirebbe sia alla committenza che ai colleghi di poter indirizzare al meglio le proprie esigenze, scegliendo il professionista più adatto al lavoro da eseguire. – Definire le procedure di qualità per gli studi professionali Gli studi professionali italiani hanno mediamente una dimensione abbastanza piccola e per essi certificarsi in qualità secondo le ISO 9001-2000 diventa abbastanza oneroso; sarebbe pertanto più opportuno definire i modi di operare in qualità dello studio e chi si attiene a tali procedure potrà affermare di operare in qualità. Sarebbe inoltre questo il primo passo verso l’individuazione di una tariffa legata alla prestazione, in quanto si definirebbe il modo di esercitare la professione. – Individuazione di una tariffa di riferimento legata alla prestazione professionale L’abolizione delle tariffe professionali che erano comunque carenti di molte tipologie di prestazioni, rende assolutamente necessario realizzare un nuovo tariffario di riferimento che preveda tutte le tipologie di prestazioni professionali ed il cui compenso economico sia legato al modo in cui la prestazione si svolge; dovranno quindi essere introdotti dei parametri che consentano di valutare il livello della prestazione professionale. – Definire le modalità di associazioni temporanee fra studi professionali La grande concorrenza ed il periodo di recessione economica, rendono necessario avere strutture più snelle, potendo comunque partecipare anche ad appalti in cui è consigliabile essere in gruppi più strutturati; ecco quindi l’esigenza di individuare le caratteristiche che devono avere gli studi per potersi associare e le modalità da seguire per effettuarla; in questo modo si amplieranno le potenzialità lavorative dei liberi professionisti. Questi sono i progetti che la FEDERAZIONE NAZIONALE ASSO INGEGNERI ha in programma di sviluppare che sottoponiamo all’Assemblea dei Delegati affinché essa valuti se possono essere anche suoi obbiettivi. Se anche solo uno di questi sarà ritenuto interessante, siamo a disposizione per meglio definire come intendiamo procedere. Affidiamo queste nostre proposte alla collega Ing. Franca Biagini che oltre ad essere delegata per Bologna è anche consigliere della Federazione Nazionale. Tale proposta è stata portata nel Comitato Nazionale del 20.02.2009 ,dal Delegato di Bologna Ing. Franca Biagini che, dopo averla presentata l’ha trasformata nella seguente mozione: Il Comitato Nazionale dei Delegati riunito in Roma il 20 febbraio 2009, relativamente al punto 6 all’ordine del giorno art. 31 lettera a): criteri generali cui deve uniformarsi I’amministrazione di Inarcassa - individuazione delle attività di promozione e sviluppo dell’esercizio della libera professione (punto inserito all’ordine del giorno ai sensi dell’art. 16.3 del Regolamento interno per le riunioni del Comitato Nazionale dei Delegati) DELIBERA che il Consiglio di Amministrazione valuti l’attuabilità dei seguenti interventi: 1) costituzione di un “Elenco Naziona- Tale mozione ha ottenuto il seguente risultato favorevole: Favorevoli 184 Contrari 63 Astenuti 17 A questo punto il passaggio successivo sarà la valutazione in Consiglio di Amministrazione di Inarcassa di come procedere e di come distribuire le risorse finanziate a disposizione, considerando che sono state presentate altre mozioni che hanno ottenuto ugualmente parere favorevole. Il risultato raggiunto è certamente molto positivo perché evidenzia che le problematiche individuate ed i progetti delineati per risolverle, sono ampiamente condivisi dai liberi professionisti in tutto il territorio nazionale; pertanto, la Federazione Nazionale ASSO INGEGNERI continuerà ad occuparsene cercando di portarli a compimento nel più breve tempo possibile, indipendentemente dal sostegno o meno di di Inarcassa. Dott. Ing. Maria Pungetti (Presidente Assonazionale) *** Asso Ingegneri: “Pronti a dare un contributo al dibattito sul nuovo Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune” COMUNICATO STAMPA Bologna, Aprile 2009 “Siamo certi di poter dare un contributo importante nell’ambito dell’acceso dibattito e confronto in atto relativo all’imminente approvazione del nuovo Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) del comune di Bologna”. Questo il messaggio lanciato forte e chiaro da Asso Ingegneri e Architetti Liberi Professionisti Emilia-Romagna che si propone come interlocutore qualificato in grado di contribuire in modo significativo su un tema importante ed attuale come quello del nuovo Rue messo a punto dal comune di Bologna. “ASSO – ha spiegato la presidente Maria Pungetti – ha tutte le carte in regola per essere coinvolta come libera associazione regionale di Ingegneri ed Architetti che rappresenta i liberi professionisti e ne promuove e tutela gli interessi morali, professionali ed economici. La nostra associazione fa parte della Federazione Nazionale ASSO Ingegneri Liberi Professionisti che ha sede a Roma e raggruppa numerose realtà regionali, operando in uno scenario di respiro nazionale ed europeo”. Non a caso, numerosi iscritti ad Asso Ingegneri Liberi Professionisti hanno partecipato, nei mesi scorsi, al dibattito sul nuovo Rue nell’ambito della Commissione Assetto Territorio (CAT) dell’Ordine degli Ingegneri di Bologna e contribuendo in modo positivo alla modifica di alcuni articoli del nuovo regolamento edilizio. Per quanto riguarda nel merito il nuovo Rue, le osservazioni e proposte di carattere generale sollevate dalla CAT sono tre: in primis, si auspica l’eliminazione dall’articolato di tutte le norme che si riferiscono a settori in cui vigono leggi e regolamenti sovraordinati; in secondo luogo, devono essere eliminate tutte le norme che danno adito ad interpretazioni discrezionali sia da parte dei tecnici comunali che dei progettisti; infine, deve essere operata una netta distinzione fra le “prescrizioni quantificabili o misurabili” (le sole a carattere cogente) e quelle “espresse in forma discorsiva” che fungono solamente da semplice orientamento o suggerimento. “Questi – ha sottolineato Pungetti – sono tre punti fondamentali della questione, ma quanto vogliamo dire non si ferma a queste considerazioni. Come associazione abbiamo, infatti, ulteriormente sviluppato e approfondito il tema del nuovo Rue con specifica competenza in quanto ASSO Ingegneri Architetti è costituita da liberi professionisti che operano sul territorio nell’interesse dei cittadini e in linea con l’interesse pubblico”. “Siamo soddisfatti – ha continuato la presidente ASSO – e approviamo l’approccio metodologico che ha dato vita al nuovo Rue in quanto ha permesso il costante ed efficace confronto fra amministrazione e tecnici esterni. Siamo poi favorevoli a nuovi strumenti normativi, seppur consci delle conseguenti difficoltà che questi comportano, e dunque auspichiamo che il nuovo regolamento urbanistico edilizio sia approvato, anche se dovrà essere migliorato in alcune sue parti affinché si realizzino norme sintetiche, chiare e non discrezionali. Il tutto con l’obiettivo di un reale ed efficace snellimento burocratico”. “La volontà di ASSO, in qualità di interlocutore qualificato – ha concluso – è quella di partecipare come associazione in modo forte all’acceso dibattito sul tema cruciale del nuovo Rue, soprattutto in questa delicata fase intermedia di pas- saggio dal vecchio al nuovo regolamento. Per questo ribadiamo la nostra disponibilità e volontà ad intervenire sulla questione con tutte le forze protagoniste della realtà sociale ed economica”. Stralci di tale comunicato sono stati pubblicati sabato 11 aprile 2009 nella cronaca di Bologna del “Resto del Carlino” e de “L’Informazione Il Domani”. Ufficio Stampa, Manuela Goldoni *** Pro-Ing per le comunità abruzzesi colpite dal terremoto: “Un centinaio di ingegneri pronti a partire per l’Abruzzo” notiziari le di Liberi Professionisti iscritti ad Inarcassa”; 2) definizione delle procedure “di qualità per gli studi professionali”; 3) definizione delle modalità per la costituzione di “associazioni temporanee fra studi professionali” 4) individuazione di una tariffa di riferimento legata alla prestazione professionale. 5) Fornire tutte le informazioni in possesso si Inarcassa al fine della revisione degli studi di settore. Ing. Franca Biagini Ing. Agide Sintoni Delegato Bologna Delegato di Ravenna COMUNICATO STAMPA Bologna, 8 Aprile 2009 Un centinaio di Ingegneri Liberi Professionisti dell’Emilia Romagna, coordinati dall’associazione regionale di volontariato Pro-Ing, sono pronti a partire per l’Abruzzo per prestare la propria opera alla popolazione colpita dal terremoto. Insieme alla Protezione Civile dell’Emilia Romagna, infatti, Pro-Ing – associazione regionale di volontariato di ingegneri liberi professionisti fondata nel 1996 su iniziativa del Sindacato Ingegneri Liberi Professionisti (SILP), oggi ASSO – sta organizzando l’invio di squadre di esperti per mettere a disposizione della società civile la professionalità e l’esperienza dei propri soci per tutte quelle attività necessarie in queste occasioni di emergenza: verifica di agibilità di fabbricati ed altre opere infrastrutturali; ausilio alle squadre di soccorso; organizzazione dei campi degli sfollati e delle squadre di soccorso; verifiche di sicurezza di opere provvisionali. Pro-Ing, fra l’altro, ha già operato negli anni passati con competenza riconosciuta per quanto concerne le agibilità in occasione degli eventi sismici avvenuti in Umbria e nelle Marche nel 1997, in Molise nel 2002 e nella provincia di Bologna nel 2004. Alcuni membri dell’associazione - che aderisce alla “Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile di Bologna” - sono già in Abruzzo a seguito della “Colonna Mobile” dell’Emilia Romagna, di cui Pro-Ing fa parte. Pronti a partire per le aree maggiormente colpite dal terremoto, in attesa delle disposizioni della Protezione Civile Nazionale che coordina gli interventi di tutte le regioni italiane, gli Ingegneri volontari andranno a formare squadre di esperti, ciascuna composta da circa quattro professionisti e predisposta per intervenire a rotazione per periodi di 5-7 giorni. Ufficio Stampa, Manuela Goldoni inarcos 325 rubriche CORSI E CONVEGNI BONOMI PATTINI E DECOSPAN SHINNOKI AWARDS Bonomi Pattini e Decospan hanno ideato un premio nazionale rivolto alle realizzazioni architettoniche che hanno saputo valorizzare le caratteristiche tecniche e le potenzialità espressive dei materiali proposti dal marchio. Possono partecipare opere realizzate o in via di realizzazione nel periodo compreso tra il febbraio 2009 e il gennaio 2010. Saranno assegnati i se- guenti premi: un premio da 7.000 euro, un premio da 5.000 euro e un premio da 3.000 euro. www.shinnoki.com. *** MANIFESTAZIONE INTERMAT 2009 Esposizione internazionale delle attrezzature e delle tecniche per i lavori pubblici, l’edilizia e l’industria dei materiali da costruzione. Date & Orari: da lunedì 20 a sabato 25 aprile 2009 dalle ore 9.00 alle ore 18.00 Periodicità: Triennale Luogo: Parc des Exposition Paris Nord Villepinte - Francia Superficie: 200.000 mq di superficie netta Specificità: Un’area esterna dedicata alle dimostrazioni di attrezzature in movimento Espositori: 210.000 visitatori internazionali previsti Sito: www.intermat.fr Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bologna in collaborazione con INDEX REQUISITI ACUSTICI PASSIVI DEGLI EDIFICI ad oltre un decennio dall’entrata in vigore del DPCM 5/12/97, qual è lo stato di applicazione, quali sono le problematiche riscontrate, quale sarà il futuro… Mercoledì 27 maggio 2009 - alle ore 15,30 Sede dell'Associazione Ingegneri ed Architetti della Provincia di Bologna Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna Il decreto sui requisiti acustici passivi (DPCM 5/12/1997), dapprima ampiamente disatteso e solo in un secondo momento terribilmente presente a tutti i protagonisti impegnati nel processo di edificazione, più a causa del notevole numero di contenziosi civili ad esso legati che ad un effettiva presa di coscienza del problema, ancora oggi, dopo più di un decennio dalla data della sua entrata in vigore, continua ad essere considerato particolarmente complesso e di difficile ottemperanza. Per capire qual è lo stato di applicazione e quali sono state le problematiche riscontrate nella ricerca di soluzioni in grado di fornire una prestazione secondo richieste, risulta interessante effettuare un’analisi statistica dei dati reperibili su pubblicazioni di settore e raffrontando quanto potuto sperimentare direttamente, analizzare quali sono le cause che non hanno concesso l’ottenimento dei corretti livelli di isolamento acustico degli edifici. Questa giornata di approfondimento e aggiornamento tecnico, si prefigge quindi come obiettivo, quello di portare a conoscenza dei convenuti lo stato attuale di ottemperanza dei requisiti acustici passivi con l’intento di valutare e analizzare quali siano state le cause delle difficoltà incontrate, per poi fornire gli accorgimenti, progettuali ed esecutivi, necessari all’ottenimento dei requisiti di Legge sia per edifici nuovi che per edifici esistenti. Verrà infine dibattuto il nuovo impianto normativo che dovrebbe portare alla stesura di una procedimento di classificazione acustica degli edifici, norma tecnica ancora in fase di studio ma che ha già indicato alcune interessanti prerogative che dovrebbero fornire la mercato un’ulteriore possibilità di differenziazione dell’offerta. 326 inarcos *** VII SIMPOSIO INTERNAZIONALE RILEM ATCBM09 Rodi (Grecia), 27-29 maggio 2009 Il comitato tecnico RILEM 206-ATB, in collaborazione con l’Università Tecnica Nazionale di Athene, promuove lo studio/sperimentazione/ analisi avanzata e la caratterizzazione dei materiali bituminosi e incoraggia la ricerca internazionale, puntando sulla sinergia e la collaborazione di ricercatori e ingegneri di tutto il mondo, invitandoli a condividere le proprie esperienze e proposte durante il corso di questo simposio. Tra gli obiettivi della conferenza, evidenziamo la promozione di una rete di contatti/consulenza e servizi internazionali, volta allo sviluppo e all’implementazione di fondamentali metodi di analisi prestazionale; l’identificazione di lacune e di eventuali nuove esigenze di ricerca; il coordinamento della ricerca, tramite l’indicazione delle aree sedi di sinergie internazionali; la valutazione della qualità e del campo di applicazione dei metodi di analisi, così come della loro idoneità normativa. *** Ordine degli Ingegneri della Provincia di Modena Modena, 29-30 Maggio 2009 QUADRO NORMATIVO Con la pubblicazione su G.U. 26.02.09 della Circolare esplicativa si completa il quadro delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni del D.M. 14.01.08 (NTC). L’anno di proroga, che sposta l’obbligo al 30 giugno 2010, è stato previsto dopo la richiesta dell’8 Commissione Permanente dei Lavori Pubblici, per diffondere i contenuti della Circolare (oltre 400 pag.). Al 2010 il CEN ha anche fissato il ritiro delle norme nazionali previgenti, in contrasto con gli Eurocodici. Le NTC vanno a sostituire le norme nazionali previgenti (D.M. 96, OPCM 3274, D.M. 2005) e consentono l’uso pieno degli Eurocodici EC-EN: per la prima volta in Italia, anche in assenza degli Annessi Tecnici Nazionali. Per altre informazioni: segreteria dell’Ordine degli ingegneri di Modena, tel. 059-223831, fax 059-237166. *** a CORSO DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE Il corso è rivolto ai professionisti che si occupano di progetto, direzione lavori e collaudo di opere strutturali. Due gli aspetti esclusivi del corso: 1. la presentazione di un procedimento di progetto e calcolo delle strutture che, partendo da un percorso completo, introduce una serie di strategie utili a semplificare e velocizzare i calcoli; 2. il rilascio del software NTCalcS, scritto sulle NTC, sulla Circolare e sugli Eurocodici, per il progetto/ verifica di strutture ricorrenti. Per rendere operativi i partecipanti verrà illustrato e inserito nel testo del corso, lo sviluppo del procedimento su un edificio, fino al progetto/verifica delle strutture con NTCalcS. NTCalcS abbandona radicalmente la tradizione dell’industria del software a scatola chiusa, risultando un EIRE Milano, giugno 2009 Si svolgerà dal 9 al 12 giugno prossimi la quinta edizione di EIRE, l’evento internazionale dedicato al real estate italiano e dell’area mediterranea. La fiera tratterà i temi di maggiore attualità: il ruolo della finanza nel real estate; lo sviluppo delle città; il retail; l’eco-sostenibilità e il social housing. EIRE è un evento che offre la possibilità di confrontarsi e lavorare in un ambiente confortevole e business oriented con tutti i principali protagonisti internazionali del settore, svolgendo in quattro giorni di fiera un lavoro altrimenti molto più dispendioso in tempo e risorse. La fiera vuole porsi come la nuova fiera di riferimento per il settore del retail e dell’industria dei centri commerciali. Un luogo di confronto sulle opportunità di sviluppo e di commercializzazione di nuove aree sul suolo italiano e, per gli operatori italiani, di apertura verso l’estero. Uno spazio espositivo e di comunicazione dedicato interamente alle amministrazioni locali italiane di media e piccola dimensione per promuoversi, far conoscere al mercato le proprie opportunità e incontrare nuovi partner per sviluppare e rendere operativi i propri progetti. www.italiarealestate.it *** CONSTRUCTEO Parigi, giugno 2009 Constructeo si terrà a Parigi il 18 e 19 giugno 2009. La manifestazione rappresenta uno dei maggiori saloni dell’edilizia internazionale e comprende un’esposizione globale di servizi e prodotti dedicati alle costruzioni. La novità dell’anno prevede tre forum specializzati nei comparti edili, nello specifico destinati al terziario maturo, alla qualità ambientale e alla gestione patrimoniale. I settori in mostra riguardano i finanziamenti, le assicurazioni, l’architettura, l’ingegneria, le struttura, le coperture le facciate, l’isolamento termo-acustico, la ventilazione e la climatizzazione. www.constructeo.fr rubriche CORSO DI AGGIORNAMENTO SU EUROCODICI E NORME TECNICHE software differente; realizzato per essere trasparente all’uso. Vengono così superati i tradizionali corsi basati su trattazioni accademiche di progettazione in zona sismica e del metodo degli stati limite. NTCalcS sarà commercialmente disponibile al costo di 1.700 euro + iva; per i partecipanti al corso sarà compreso nella quota d’iscrizione e rilasciato assieme al dispositivo di protezione e al testo delle lezioni. Descrizione del corso, di NTCalcS (11 pag.), modulo per l’iscrizione al corso o per la richiesta del testo+ software sono scaricabili dal sito www.ing.mo.it. Coordinamento per l’Ordine di Modena: dott. Ing. Roberto Tassoni. Relatore: dott. Ing. Salvatore Palermo. *** PREMIO PER STUDI E RICERCHE SUL LATERIZIO 2009 Domande entro il 26 giugno 2009 ANDIL (Associazione Nazionale degli Industriali del Laterizio), in collaborazione con ICerS (Società Italiana della Ceramica), promuove la tredicesima edizione del premio “Studi & Ricerche sul Laterizio”. Anche per il 2009, il bando di concorso mette in palio € 3000,00 per il miglior lavoro concernente i prodotti per l’edilizia a base di terracotta e lo specifico settore industriale da cui questi derivano. Il concorso è, dunque, rivolto a tutti coloro che abbiano discusso tesi di laurea o tesi di dottorato, abbiano completato l’elaborato finale di una borsa di studio o svolto attività di ricerca dedicata allo sviluppo dell’industria del laterizio, all’innovazione di prodotto e/o di processo, all’impatto ambientale, all’analisi di mercato, ecc. Ancora una volta ANDIL e ICerS, con questa iniziativa congiunta, intendono dare visibilità e valore agli sforzi e all’impegno profusi nell’ambito del mondo della didattica e dell’indagine sperimentale su tematiche che, in qualche modo, riverberano un comparto industriale nazionale che vanta tradizioni produttive saldamente radicate sul territorio, attraverso costruzioni di edilizia prevalentemente abitativa. inarcos 327 rubriche Numerose sono le ricerche, affrontate dai diversi Atenei che collaborano con ANDIL, per dare supporto scientifico e concretezza documentale alle tesi che vogliono il laterizio quale materiale leader per costruire in qualità: ad esempio, sul ciclo di vita del prodotto, oppure pertinenti alla realizzare di soluzioni massive che consentono di conseguire un maggior risparmio energetico per la climatizzazione invernale ed estiva fino al 30% in più rispetto ad involucri leggeri, a parità di condizioni climatiche e di utilizzazione. Elementi per murature, solai, partizioni interne, coperture, rivestimenti faccia a vista e pavimentazioni sono prodotti che, pur avendo origini millenarie, costituiscono da sempre oggetto di studio e indagine, oltre che prezioso e completo riferimento per la formazione professionale, grazie alla loro collaudata capacità di evolvere e di adeguare forme e prestazioni per soddisfare le richieste sempre più esigenti di progettisti e imprese di costruzione, nel rispetto della normativa vigente e in perfetta sintonia con l’ambiente. Come indicato all’art. 7 del bando di concorso, la domanda di partecipazione dovrà pervenire all’ANDIL entro il 26 giugno 2009. La Commissione giudicatrice provvederà ad una verifica della congruità delle domande ed inviterà i partecipanti ammessi a produrre il materiale originale, entro il 31 agosto 2009. Il bando di concorso per il premio “Studi & Ricerche sul Laterizio” è reperibile oltre che facendone richiesta direttamente all’ANDIL Via Alessandro Torlonia,15 00161 Roma, tel. 06.44236926, fax 06.44237930, e.mail: [email protected] anche all’interno delle news del sito www.laterizio.it. *** portante di strade, ferrovie e areoporti, promossa dall’Università dell’Illinois, consiste nella promozione di elevati livelli di design, realizzazione e manutenzione delle infrastrutture viarie, con riferimento, in particolar modo, alla capacità portante di strade, ferrovie e areoporti. I fattori che determinano la capacità portante subiscono nel tempo continui cambiamenti, a causa dei sempre più crescenti volumi di traffico e carico dei mezzi di trasporto, che richiedono pavimentazioni, strutture ferroviarie e sovrastrutture notevolmente più resistenti e a lunga durabilità. In questo contesto viene data particolare attenzione allo sviluppo e utilizzo di nuovi metodi e materiali e al ricorso ad un moderno tipo di design. *** MAIRE PAV6 Sesta conferenza internazionale sulla manutenzione e ripristino del manto stradale e di controllo tecnologico Torino, 8-10 Luglio 2009 La Conferenza internazionale sulla manutenzione e ripristino del manto stradale e di controllo tecnologico, che dal 1999 si tiene ogni due anni, ha guadagnato l’attenzione di tutto il mondo. Il valore reale della Conferenza è quello di fornire una buona rete di scambio di conoscenze e le indicazioni in merito alle più avanzate tecnologie e prodotti del comparto stradale. Un apposito spazio sarà dedicato alle società ed alle istituzioni per permettere loro di presentare le ultime realizzazioni e obiettivi futuri. *** TENDE E TECNICA Rimini, ottobre 2009 VIII CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA CAPACITÀ PORTANTE DI STRADE, FERROVIE E AREOPORTI Champaign, Illinois (USA), 29 giugno-2 luglio 2009 L’obiettivo principale dell’VIII Conferenza Internazionale sulla capacità 328 inarcos Tende e Tecnica, la biennale dedicata ai prodotti, progetti e sistemi legati ai temi della protezione, oscuramento, risparmio energetico, sicurezza e arredamento, avrà luogo presso il Quartiere Fieristico di Rimini da mercoledì 7 ottobre a sabato 10 ottobre 2009. In un momento in cui il mercato è particolarmente selettivo e richiede sforzi notevoli alle imprese, l’organizza- zione ha individuato nell’anticipo della manifestazione un plus a favore degli espositori: proprio per andare incontro alle richieste degli espositori e degli operatori del settore, i responsabili dell’organizzazione della manifestazione hanno anticipato di un giorno le date di apertura e chiusura (inizialmente indicate nei giorni 8 - 11 ottobre 2009) eliminando la domenica. Da giovedì 8 ottobre, inoltre, T&T beneficerà della concomitanza della 27° edizione di Sun, il Salone internazionale dell’Esterno. www.tendeetecnica.it *** DACH+HOLZ INTERNATIONAL Stoccarda, febbraio 2010 La fiera specializzata nelle costruzioni in legno si terrà a Stoccarda dal 24 al 27 febbraio 2010. La fiera si configura come un’indispensabile guida per artigiani e associazioni di settore poiché presenta l’offerta aggiornata dei prodotti inerenti il mercato del legno. Saranno esposti in mostra: coperture, tettoie, scale, impalcature, costruzioni a secco e tetti solari. www.dach-holz.de Pagina 1 INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI inarcos 698 15:47 1876 ANNO LXIV - APRILE 2009 (3) Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b - Legge 662/96 - Fil. Bologna - € 3,30 BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13 698 mensile di tecnica e informazione dell’associazione ingegneri e architetti e del collegio costruttori della provincia di bologna notiziario del collegio regionale ingegneri e architetti dell’emilia-romagna notiziario della federazione degli ordini degli ingegneri della regione emilia-romagna INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI 28-04-2009 aprile 2009 + copertina 698 ■ pag 249 ■ pag 261 ■ pag 282 Convegno del 18 febbraio 2009: “La nuova normativa sulla radioattività naturale, il gas radioattivo Radon nelle abitazioni, quali implicazioni sull’attività dei progettisti” La rete di stazioni fisse GPS della Regione Emilia Romagna: implicazioni sulle operazioni di rilievo topografico Un primo approccio al fotovoltaico: la guida del GSE e le ultime novità legislative ■ Intervento di restauro conservativo e miglioramento strutturale del teatro Comunale “Ebe Stignani” di Imola ANDREA BENEDETTI, ALESSANDRO BETTINI, ALESSANDRO BATTAGLIA ■ Convegno del 18 febbraio 2009: “La nuova normativa sulla radioattività naturale, il gas radioattivo Radon nelle abitazioni, quali implicazioni sull’attività dei progettisti” ■ La rete di stazioni fisse GPS della Regione Emilia Romagna: implicazioni sulle operazioni di rilievo topografico MARCO PASQUINI ■ L’impiego delle tecnologie FRP nel recupero strutturale di Edifici Storici LINO CREDALI ■ Dall’Istituto di Istruzione Professionale Edile ■ Efficienza energetica e certificazione ■ NOTIZIARI: Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna - Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna - Ancebologna - Asso ■ RUBRICHE: Corsi&Convegni