Lo sport come
strumento di prevenzione
alla devianza minorile
– il bullismo Riva Marina Resort 15 settembre 2012
Avv. Katia Di Cagno
Responsabile psico-sociale
Unione Nazionale delle Camere Minorili
[email protected]
La devianza
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Si definisce la devianza quell’insieme di comportamenti che infrangono
il complesso dei valori che, in un dato momento storico e in un
determinato contesto sociale, risultano validi e fondanti in base alla
cultura del gruppo sociale dominante.
Sin dal sorgere della Criminologia , le teorie che si proponevano di
spiegare la criminalità e la devianza in genere, si distinsero, secondo le
scuole di pensiero che le elaborarono, in due orientamenti:
- indirizzo individualistico (incentrò il suo studio sulla personalità del
singolo individuo delinquente individuando le cause nei fattori
endogeni, ovvero predisposizione individuale alla delinquenza);
- indirizzo sociologico (considerò il reato non un fatto individuale
isolato ma un prodotto dell’ambiente, ed incentrò lo studio della
criminalità sulla realtà socio ambientale, ricercando le cause in fattori
esogeni.
Il parametro discriminativo della condotta deviante, quale oggetto di
studio da parte della psicologia criminale, è quello dei fattori socio-biopsicologici cui è correlata.
Fattori di rischio
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La psicologia criminale ha scopi diagnostici e
prognostici per la predizione di comportamenti
devianti o pericolosi.
In questa prospettiva sono stati identificati con
metodiche statistiche alcuni fattori di rischio, la
cui conoscenza facilita la costruzione di
strumenti diagnostici.
La delinquenza minorile
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Lo studio della delinquenza minorile costituisce un campo di
particolare interesse scientifico.
In passato l’interesse della ricerca in campo criminologico era
orientato ad individuare quali erano le cause del comportamento
deviante.
L’approccio biologico e neurofisiologico (deterministico)
individua nei fattori personali o in certe deficienze
cromosomico-genetiche, la predisposizione al crimine, e nel
ritardo o debolezza mentale le cause del divenire delinquente.
Teorie insufficienti
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Queste teorie, pur offrendo un contributo importante
alla spiegazione del come l’individuo viene coinvolto in
esperienze devianti, risultano insufficienti per una
completa comprensione del fenomeno.
Di fronte a queste tematiche si è sottolineato il fatto
che il tentativo di rispondere al “perché” non è
sufficiente a soddisfare il quesito del “come modificare
la realtà criminale”.
Le caratteristiche
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Le teorie sono state molteplici, ma nessuna è stata in
grado di offrire un quadro epistemiologicamente chiaro
e operativamente applicabile al reale problema della
devianza minorile.
La delinquenza si caratterizza come una frattura nei
processi di cooperazione e socializzazione, un deficit
nella capacità dell’individuo di adattarsi al clima sociale.
Ambiente deviante
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L’attrazione verso il crimine appare una risposta al
bisogno di appartenenza , di autoverifica, di
accettazione. Molti adolescenti a causa di esperienze
mortificanti, delusi per i loro insuccessi (es. in campo
scolastico, sportivo, o nei rapporti di relazione con la
famiglia) trovano rifugio in quegli ambienti dove non si
sentono “diversi”. L’ambiente deviante spesso riveste
questo ruolo.
Senso di inadeguatezza . . .
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Molti minori cercano, proprio attraverso il crimine, di
conquistare il rispetto del gruppo dei pari e di
dimostrare il proprio coraggio e la propria autonomia.
Gli adolescenti sono particolarmente sensibili nel
percepire favoritismi o ingiustizie.
Il concetto di disparità percepite risulta un aspetto
probabilmente più importante e significativo della
deprivazione in se, e per molti di loro il comportamento
delinquente è una risposta al senso di incompetenza ed
inadeguatezza rispetto agli standard sociali.
Fattori di rischio e fattori protettivi in
relazione alla criminalità minorile
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Alcune ricerche condotte in Nord America e Nord Europa relative ai fattori
di rischio nello sviluppo della delinquenza, forniscono degli indicatori
individuali o ambientali che risultano rilevanti nell’approfondimento dinamico
del fenomeno delinquenziale:
FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO
Iperattività e impulsività;
Intelligenza, competenza linguistica e rendimento scolastico;
FATTORI FAMILIARI DI RISCHIO
Disciplina, atteggiamento e sorveglianza dei genitori;
Famiglie disgregate;
Criminalità dei genitori;
Famiglie numerose;
IL GRUPPO QUALE FATTORE DI RISCHIO
Presenza di complici;
Gruppo dei pari
Fattori protettivi
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Elevato grado di intelligenza;
Buona concentrazione;
Buona sorveglianza da parte dei genitori;
Appartenenza ad associazioni giovanili;
Buona socializzazione.
IL BULLISMO
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Non basta parlare di bullismo. Se ne parla
troppo e male. Bisogna studiarlo in quanto
problema sociale comune ed affrontarlo sotto le
diverse angolazioni possibili. Il pensiero deve
anticipare l’azione, la conoscenza deve orientarla
con sapienza.
Contrastare il bullismo in tutte le sue espressioni
e manifestazioni, equivale a compiere un passo
decisivo nella lotta alla violenza.
BULLYNG
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Tale termine designa il fenomeno della violenza tra pari.
Chiama in causa diverse forme di prevaricazione,
prepotenza ed oppressione psicologica, verbale e fisica.
Esse vengono esercitate, in modo ricorrente ed
intenzionale, da un soggetto forte e dominante nei
confronti di un altro più debole e sottomesso,
all’interno di un contesto allargato di relazioni di
gruppo.
Emergenza valori
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Recuperare la dimensione etica, nell’ambito delle
politiche socio-educative, è un aspetto
irrinunciabile.
L’educazione , per sua natura, altro non è che
“educazione ai valori”, esplicitati, espressi, ma
anche testimoniati nell’agire concreto di scelte
quotidiane sostenuti da ideali universali quali la
libertà, la verità, la giustizia, l’uguaglianza, la
pace…
Ruolo genitoriale
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Il processo di assimilazione dei valori comincia
sin dalla giovane età e scandisce i diversi stadi
evolutivi.
Fondamentale, in tal senso è il ruolo dei genitori
nell’individuare, tracciare e tradurre, in coerente
pratica quotidiana, la mappa dei requisiti che,
posti a fondamento dell’esistenza, sono destinati
a dare forma all’identità caratteriale dei figli.
“ciò che si semina si raccoglie”
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Questa sentenza popolare pone in campo l’impegno
diretto e responsabile degli adulti nel veicolare,
innanzitutto con l’esempio, principi e costumi etici che
hanno significatività sul piano personale e sociale.
Ciò comporta allenare i giovani a sperimentare
“l’autodisciplina”, il dominio del se’ pulsionale, il
controllo delle emozioni , la capacità di impegnare le
proprie energie, con volontà e perseveranza, nella
direzione del bene comune e dell’autoefficacia rispetto a
fini sostenuti dalla comunità di cui si è parte integrante.
Fisionomia e caratteristiche del
fenomeno
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INTENZIONALITA’ – atto volontario,
finalizzato a danneggiare un soggetto valutato
più debole;
PERSISTENZA NEL TEMPO – azione
sistematica, replicata e ricorsiva;
ASIMETTRIA – squilibrio di forza, potere, di
posizione di età tra tra un soggetto dominante
ed un soggetto recessivo.
Il bullismo ha una dimensione collettiva
Identikit – il gioco delle parti BULLO DOMINANTE (O ATTIVO)
 BULLO GREGARIO (O PASSIVO)
 SOSTENITORE
 SPETTATORI (MAGGIORANZA SILENZIOSA)
 VITTIMA SOTTOMESSA (O PASSIVA)
 VITTIMA PROVOCATRICE (O ATTIVA)
 DIFENSORE
L’ANALISI DELLE SPECIFICITà CARATTERIALI
CONNESSE ALL’ESERCIO DEL RUOLO, PUO’
RIVELARSI UTILE AI FINI DELL’IMPOSTAZIONE DI
PIANI DI INTERVENTO EDUCATIVO.
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PROTAGONISTI ED
INTERPRETI DEL BULLISMO
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DOCUMENTO ALLEGATO.
LA PERFORMANCE EDUCATIVA
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Educare alla non violenza con bisogni selettivi;
Sostenere le vittime
Aiutare i bulli
Incoraggiare i ragazzi meritevoli.
Cosa non è il bullismo
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I comportamenti ”quasi aggressivi”, se casuali e
non ricorrenti;
Le prese in giro, se non c’e’ squilibrio di età, di
forza, di numero e di potere;
Le lotte ed i giochi turbolenti, quando sono
condivisi, anche in modo implicito dai
partecipanti.
Non è bullismo
Attaccare un coetaneo con coltellini o altri oggetti
pericolosi;
 Minacciare in forme pesanti;
 Procurare lesioni fisiche di una certa gravità;
 Commettere furti di effetti personali di valore ed
estorcere denaro;
 Compiere molestie ed abusi sessuali.
ATTENZIONE:
QUESTI COMPORTAMENTI SONO DEI VERI E
PROPRI REATI DA SEGNALARE ALLE
COMPETENTI AUTORITA’.
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Lo sport
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Puo’ avere una funzione protettiva?
Lo sport è uno strumento di socializzazione
e inclusione sociale.
E’ uno strumento di prevenzione e cura del
disagio minorile, che non sempre è
devianza, o ancor peggio, delinquenza.
ATTIVITA’ FISICA E AMBIENTE
ARRICCHITO
Durante l’età evolutiva, lo svolgimento di una
attività fisica, in situazioni ambientali stimolanti
determinano degli effetti biologici e
comportamentali importanti, agendo da fattori
protettivi.
Le arti del combattimento
(judo-lotta-karate)
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In che modo possono prevenire ed agire da fattori
protettivi?
Sviluppano un’organizzazione mentale che regola le
sequenze psicomotorie;
Favoriscono la concentrazione;
Consentono di assumere processi decisionali e di
responsabilità;
Elevano il livello di apprendimento.
TUTTO QUESTO DETERMINA UNA
MAGGIORE INTELLIGENZA, OVVERO UN
FATTORE PROTETTIVO.
Reati e recidiva
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Questo è quanto possiamo affermare circa il
processo di prevenzione, che si inserisce nel più
vasto solco dell’educazione alla legalità.
Negli ultimi 10 anni le denunce a carico di
minori infra quattordicenni sono state circa
8.000, e in quasi 3.000 casi vi è stata
recidivazione (ripetitività da parte degli stessi
ragazzi nel commettere reati).
Il bullismo in ..cifre
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Negli ultimi 10 anni si sono registrati casi di
bambini che hanno dichiarato di aver subito atti
bullistici:
41% nella scuola primaria;
26% nella scuola secondaria.
Un valore numerico di gran lunga superiore a
quello registrato in molti paesi europei.
Sport e messa alla prova…
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Sin qui, abbiamo parlato della prevenzione, ma
possiamo pensare che lo sport in generale, e gli sport di
contrapposizione come judo, lotta e karate, possano
agire da deterrenti nei confronti della recidivazione?
Possiamo pensare che all’interno di un procedimento
penale con progetto di messa alla prova, quest’ultima
possa essere effettuata in palestra secondo protocolli e
progetti personalizzati?
Possiamo ipotizzare esiti positivi anche in termini di
prevenzione al bullismo o di recupero del bullo?
Questa è la sfida…
Se le risposte alle
mie domande
saranno
affermative,
avremo vinto
tutti!!
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