numero
Anno di fondazione 1984
anno ventesimo
Tutti i diritti riservati
Reg. presso Trib. Torino
n° 5468 del 22/12/2000
Stampa F.lli Scaravaglio s.r.l. - Torino
IL MONITORE
p
ru
-
po
Marzo 2005
MEDICO
g
www.ilmonitoremedico.it
1
Periodico di divulgazione
medica realizzato in
collaborazione con il
Gruppo LARC - LAMBDA
Diffusione 10.000 copie
Distribuzione gratuita.
Il vero significato del sonno non è ancor oggi completamente conosciuto.
Quello che si può dire con certezza è
che esso non rappresenta, banalmente, un periodo di inattività, destinato
al riposo del corpo e della mente; al contrario, è un complesso fenomeno biologico, che, pur caratterizzandosi per
una particolare modificazione della coscienza, consente il mantenimento di
una attività psichica, durante la quale
vengono elaborati i dati della memoria, vengono organizzate le esperienze
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passate e progettate esperienze future.
Durante il sonno, l’organismo va incontro ad una riduzione di attività
della maggior parte delle funzioni:
il ritmo cardiaco e respiratorio rallentano, la pressione arteriosa si riduce,
il tono muscolare e la temperatura
corporea si abbassano. Queste modificazioni di attività non sono tuttavia continue, bensì periodiche.
Durante il sonno, infatti, il nostro cer(segue a pag. 2)
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PAGINA
INSONNIA
1-2
OBESITÀ:
PROBLEMATICHE
PSICOLOGICHE
E IPNOSITERAPIA
3-4
L’INSUFFICIENZA
VENOSA CRONICA
DEGLI ARTI
INFERIORI
PAGINA
IN QUESTO NUMERO
SONNO E...
PAGINA
SONNO E...
INSONNIA
NEUROLOGIA
5 -6
LA POSTA
DEL MONITORE
PAGINA
Direttore Responsabile: Antonio Tripodina
Coordinamento Redazionale: Emanuela Amadei
Segreteria di redazione: LARC - C.so Venezia, 10 - 10155 TORINO
Tel. 011.248.62.16 - Fax 011.248.24.06
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IL MONITORE
MEDICO
2
SONNO E...
INSONNIA
(segue da pag.1)
vello attraversa differenti condizioni
funzionali, che, schematicamente, si
possono ricondurre a due stati:
1) il sonno rapido, o desincronizzato, o
sonno REM (Radid Eye Movements),
così definito in quanto caratterizzato da
rapidi movimenti oculari;
2) il sonno lento, o sincronizzato, o
non-REM (non associato cioè a rapidi
movimenti oculari).
Durante il sonno non-REM si verifica un rallentamento del ritmo cardiaco e respiratorio, con tono muscolare abbastanza conservato; durante il sonno REM il tono muscolare è
pressoché abolito, mentre il ritmo
cardiaco e respiratorio presentano
una accentuata irregolarità.
Il risveglio provocato durante il sonno REM dà luogo, in un’alta percentuale di casi, al racconto di un sogno,
mentre il risveglio provocato durante
il sonno non REM solo raramente
comporta la presenza di sogni.
Qualità e quantità del sonno subiscono costanti variazioni durante i vari
stadi della vita, variazioni che sono da
considerare del tutto fisiologiche.
Nell’anziano in particolare si assiste ad
un aumento del tempo di addormentamento, del numero e della durata dei
risvegli, con conseguente riduzione della durata del tempo di sonno totale. Si
riduce anche la durata della fase REM.
CAMOMILLA
Modifiche della qualità e quantità del
NEUROLOGIA
sonno non fisiologiche caratterizzano
invece l’insonnia.
Come si può definire l’insonnia? Esclusivamente in termini molto soggettivi,
e cioè quando una persona percepisce
il proprio sonno come inadeguato, perché troppo breve e/o poco riposante.
Il giudizio soggettivo non corrisponde
però sempre a criteri oggettivi: in altre
parole, a parità di ore e qualità del sonno, ci sono persone che si definiscono
insonni ed altre no. Il sonno, in definitiva, è una esigenza molto individuale, che varia da persona a persona.
Ciò posto, l’insonnia può essere classificata sulla base delle modalità temporali con cui si manifesta.
Si distinguono:
1. l’insonnia intermittente od occasionale, che dura in genere pochi giorni,
ed è legata a fattori contingenti, relativi
alla persona (stati di malattia, ansia) o
all’ambiente (variazioni del luogo dove
si dorme, rumori, temperatura inadeguata, inversione del ritmo giorno-notte, come dopo voli intercontinentali);
2. l’insonnia transitoria, che riconosce cause analoghe alla precedente,
ma che ha durata più lunga (fino a
tre settimane);
3. l’insonnia cronica o persistente. A
differenza delle precedenti non
scompare con la rimozione della causa o non ha causa apparente.
Quali fattori possono interferire sui
meccanismi del sonno?
In primo luogo lo stress, legato a
fattori psicologici (tensioni emotive,
preoccupazioni familiari, lavorative, finanziarie, …); talvolta possono essere chiamati in causa anche
fattori ambientali; infine alcuni farmaci ed alcune malattie, sia neurologiche (depressione, psicosi, ecc.),
sia somatiche (come affanno, prurito, dolore, tosse, stimolo ad urinare
ecc.) possono impedire un adeguato
riposo.
Non dormire fa star male: durante il
giorno si avverte stanchezza, riduzione della attenzione, difficoltà a
concentrarsi e talora si diventa particolarmente reattivi agli stimoli della vita quotidiana, fino ad avere reazioni di tipo nevrotico. Frequente è
poi ovviamente la sonnolenza diurna (inversione del normale ritmo
biologico). Come vincere l’insonnia?
Premesso che nei casi più importanti
il consulto con un medico specialista
è di fondamentale importanza, nei casi
più lievi possono essere di aiuto alcuni semplici consigli pratici:
• rimuovere ogni causa potenzialmente responsabile del disturbo
• svolgere adeguata attività fisica durante il giorno
• fare uso moderato od eliminare del
tutto gli eccitanti (ad esempio caffè,
the, tabacco)
• alzarsi sempre alla stessa ora, anche se di notte si è dormito male
• usare il letto solo per dormire e non
per riposare
• evitare il sonnellino pomeridiano
• non svolgere prima di coricarsi attività impegnative (sia fisiche, sia
intellettuali)
• non utilizzare mai l’alcool come ipnoinduttore
• utilizzare bevande calde leggermente sedative (infusi di malva, melissa,
camomilla)
• fare ricorso ai sonniferi solo dopo
consiglio medico (attenzione: possono dare disturbi collaterali anche di
una certa rilevanza!)
Dott.ssa Antonella Sciarretta
Specialista in Neurologia
Consulente Poliambulatorio LARC
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PREVENZIONE
3
IL MONITORE
MEDICO
OBESITÀ:
PROBLEMATICHE PSICOLOGICHE E
IPNOSITERAPIA
L’eccesso di peso, variante da un
leggero sovrappeso a un’obesità di
alto grado, è ampiamente presente
nella popolazione italiana e costituisce, per le patologie ad esso correlate, una problematica medica della
massima importanza.
Molteplici sono le componenti che
lo possono determinare: alcune, dovute a disfunzioni ormonali o a situazioni degenerative, esigono una
terapia medica specifica, altre, pur
a variabile espressione genetica,
possono ritenersi “fisiologiche” con
l’avanzare degli anni, altre ancora,
le più frequenti, devono ritenersi
principalmente di origine comportamentale e psicologica. Se queste
ultime sono presenti in modo significativo, la sola prescrizione dietetica difficilmente è sufficiente a ridurre l’eccesso di peso ma deve essere
attuato un intervento più ampio ed
articolato che, oltre ad annullare
abitudini alimentari improprie, affronti anche le problematiche psico-
logiche che nell’ingestione eccessiva
di cibo trovano risposta. Se queste
non sono risolte, ogni dieta ha come
risultato finale il fallimento o l’instaurarsi di dimagramenti provvisori
seguiti da rapido recupero del peso
definenti la cosidetta “sindrome jo-jo”.
La gravità delle patologie legate all’eccesso di cibo varia ampiamente: si può esprimere in gravi disturbi del comportamento alimentare
come una bulimia dalle multiple abbuffate giornaliere e conseguente
vomito o in situazioni più sfumate
in cui il cibo è ingerito, in assenza
di alcuna sensazione di fame, come
sostitutivo di carenze affettive o in
risposta a difficoltà esistenziali:
spesso si associa anche la totale incapacità di controllo di fronte ad alimenti particolari, dolci soprattutto,
dal potere calorico assai elevato.
Perdere peso in situazioni simili
vuol dire non solo liberarsi del grasso in eccesso, ma riuscire anche a
cambiare stabilmente il proprio sti-
le di vita: non è solo il peso del grasso da perdere, ma “il peso” di tutto
un insieme di scelte esistenziali e
comportamentali improduttive che
spesso hanno vincolato il paziente
per tutta la vita.
Diventa essenziale, in un simile contesto, oltre all’apprendimento di
una corretta educazione alimentare
condizionata anche dalle patologie
presenti, evidenziare i comportamenti improduttivi e le problematiche psicologiche cui il cibo è immediata ed incontrollata risposta: il
loro superamento può essere ottenuto con un intervento psicologico
cognitivo-comportamentale sia individuale, sia di gruppo. Esso permetterà di prendere conoscenza dei
problemi ancora irrisolti e di imparare ad utilizzare strategie che annullino la necessità di ricorrere al
cibo come “droga rilassante, appagante, ansiolitica” ma fondamentalmente inefficace per superare difficoltà e disagi. La terapia cognitivocomportamentale inoltre, esaminando i comportamenti del paziente che
lo vincolano in maniera deformata
ed ossessiva al cibo, permetterà di
capirne motivazioni e legami nel
presente e nel passato, suggerendo
anche i cambiamenti necessari e le
modalità per attuarli. In questo
(segue a pag. 4)
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IL MONITORE
MEDICO
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OBESITÀ
PROBLEMATICHE
PSICOLOGICHE E
IPNOSITERAPIA
(segue da pag.3)
contesto di estrema utilità si è rivelata l’ipnosi, in grado sia di ottimizzare l’intervento cognitivo comportamentale sia di liberare, grazie a potenzialità sue proprie, risorse importanti e decisive.
Premesso che l’ipnosi deve essere
utilizzata solo da medici o psicologi
con preparazione specifica, alcune
sue realtà devono essere, sia pure in
modo essenziale, evidenziate al fine
di annullare ignoranza e pregiudizi
che rischiano di dare di essa un’idea
errata e distorta.
È importante sottolineare l’assenza
di eguaglianza tra sonno fisiologico
e ipnosi: l’ipnosi è uno stato psichico particolare, paragonabile ad uno
stato di profondo rilassamento in cui
possono nascere potenzialità nuove
ed essere ampliate quelle già esistenti. È possibile in ipnosi, ad esempio, attenuare o abolire le percezioni dolorose, ricordare esperienze del
passato dimenticate, annullare patologie psicosomatiche presenti da
lungo tempo. Non vi è nessuna possibilità di commettere atti contrari
alla propria struttura etico-morale,
mentre l’uscita dalla trance ipnotica, anche in caso di scomparsa dell’ipnotista, è sempre e comunque
assicurata dal suo progressivo e
spontaneo esaurimento. Potenziare
la volontà decisionale, ridurre al
minimo desiderio e bisogno del cibo
inutile, sopportare meglio o anche
annullare i disagi legati alla sua limitazione o mancanza, rompere alfine abitudini e condizionamenti
comportamentali e psicologici ossessivi che obbligano all’ assunzione
del cibo sono le finalità che l’ipnosi
si propone di raggiungere. L’ipnosi
permette anche, attraverso particolari interventi come l’ipnoanalisi
(analisi dell’io in ipnosi con liberazione di componenti istintivo emozionali profonde) o la rivivificazione
d’età (ricupero di situazioni del passato, anche profondamente traumatiche, rivissute nel loro svolgersi con
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PREVENZIONE
assunzione di comportamenti e emozioni dell’epoca ed amnesia al risveglio), di conoscere, approfondire, risolvere le problematiche che determinano l’eccessiva ingestione di cibo
consentendo al paziente di raggiungere nuovi e positivi equilibri.
Le suggestioni ipnotiche permettono di ridurre la sensazione di fame
nervosa, facilitare l’adesione alla
dieta, generare un senso di sazietà,
moderare l’appetito ed eliminare
anche la tentazione di mangiare “i
cibi proibiti”.
L’ipnosi e l’autoipnosi (ipnosi attivata in maniera autonoma dal soggetto seguendo i suggerimenti dell’ipnotista ma senza la sua presenza), inducono anche uno stato di
profondo benessere psicofisico che
consente di affrontare e superare
momenti di ansia e di disagio esistenziale cui in passato il cibo era
risposta. Inoltre attraverso particolari suggestioni, definite post-ipnotiche perché attivantisi dopo la risoluzione dell’ipnosi, può proseguire il cambiamento di modelli
esistenziali inadeguati già iniziato
durante la seduta ipnotica: questa
possibilità permette di annullare in
modo sempre più completo i condizionamenti negativi legati all’utilizzo improprio del cibo. Oltre all’ipnosi individuale egualmente
utile è l’ipnosi di gruppo: essa aggiunge ai vantaggi dell’ipnosi la
possibilità di uno scambio di esperienze personali, in relazione o
meno con il cibo, potenzialmente
assai produttivo. L’ipnosi di gruppo finalizzata al controllo del cibo
può svolgersi in un numero di sedute variabile da sei ad otto nel corso di due, tre mesi. Ulteriori incontri più distanziati, a cadenza mensile o bimensile, da valutare di volta in volta a seconda dei soggetti,
possono far seguito per stabilizzare in maniera ottimale i risultati
raggiunti e superare le tentazioni
particolarmente intense che esperienze esistenziali impreviste possono presentare. I risultati sono decisamente soddisfacenti: se il paziente è fortemente motivato, non
sussistono gravi problematiche psichiatriche o psicologiche e la terapia viene completata, si può otte-
nere una perdita stabile e
soddisfacente
di peso in una
percentuale di
pazienti oscillante dal 50 al
70%.
L’ipnosi, oltre
che per il controllo del peso
nell’obesità,
può essere utilizzata con risultati positivi
in molte patologie. A livello
clinico possono
giovarsi dell’ipnositerapia le malattie psicosomatiche, le disfunzioni
sessuali, i disturbi della condotta alimentare (anoressia nervosa, bulimia), il dolore acuto e cronico. Nella preparazione agli interventi chirurgici, specie in anestesia locale,
l’ipnosi può efficacemente controllare l’eccesso di ansia spesso presente. Assai produttiva ne è l’applicazione in campo odontoiatrico, dove
alla sedazione si associano vantaggi non indifferenti: abolizione o netta riduzione del vomito, contrazione del flusso salivare e immobilità
della lingua e delle guance, diminuzione delle emorragie capillari; è
possibile inoltre un miglior adattamento delle protesi e la correzione
di abitudini masticatorie viziate.
Traggono beneficio dall’ipnosi anche
le problematiche psicosomatiche della gravidanza e il parto: la sua componente dolorosa può essere ridotta
od annullata e i tempi del travaglio
accorciati; è possibile inoltre utilizzare per la preparazione delle gestanti al parto sedute di gruppo. In
campo neuropsichiatrico sono suscettibili di essere curati con vantaggio dall’ipnosi le sindromi da conversione, i disturbi d’ansia, gli stati fobici ossessivi, le depressioni reattive,
l’alcolismo, il tabagismo.
17/03/2005, 15.53
Dott. Aldo Nagar
Medico Psicoterapeuta Ipnotista,
già Responsabile dell’Ambulatorio
di Ipnositerapia e Dissasuefazione
dal fumo dell’Ospedale Molinette
Consulente Poliambulatorio LARC
ANGIOLOGIA
5
IL MONITORE
MEDICO
L’INSUFFICIENZA VENOSA CRONICA
DEGLI ARTI INFERIORI
Per insufficienza venosa cronica degli
arti inferiori si intende una serie di disturbi caratterizzati da un difficoltoso
ritorno venoso del sangue. Si calcola che
circa il 30% della popolazione italiana
femminile e il 15% di quella maschile
ne sia affetta in varia misura.
L’insufficienza venosa può essere
suddivisa in due grandi gruppi a seconda delle cause:
• organica
• funzionale
L’insufficienza venosa organica è
causata da vere e proprie alterazioni
delle vene (varici, esiti di trombosi
venosa, ecc.)
L’insufficienza venosa funzionale è invece dovuta a una richiesta di iper-lavoro delle vene che, seppure normali,
sono chiamate ad un lavoro eccessivo
(alterazioni della postura, linfedema, ...).
Le varici si definiscono come dilatazioni permanenti della parete delle
vene; il numero di gravidanze, l’uso
di anticoncezionali orali, la ritenzione idrica e il sovrappeso contribuiscono alla loro formazione.
La familiarità, il tipo di lavoro (commessa, fornaia, parrucchiera…), la stipsi cronica sono altri fattori di base
che ne favoriscono l’insorgenza.
Anche una pregressa trombosi venosa delle vene profonde favorisce la
comparsa di varici con un meccanismo di compenso emodinamico: il
sangue, non potendo defluire attraverso le vene profonde, si riversa tutto nelle vene superficiali, provocando un flusso eccessivo e quindi una
dilatazione venosa.
Quando invece la postura è alterata
(piede piatto o cavo, alterazioni posturali della schiena, ginocchia ecc.)
le vene sono obbligate ad un lavoro
eccessivo che comporta una serie di
disturbi tipici dell’insufficienza venosa, pur essendo le vene “sane”, dal
momento che risulta alterato il meccanismo di pompa muscolare che favorisce il ritorno venoso.
Anche il linfedema (alterazioni dei
vasi linfatici) comporta un iperlavo-
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ro delle vene, determinando uno stato di insufficienza venosa.
SINTOMATOLOGIA
In tutti i casi l’insufficienza venosa
comporta una serie di sintomi che
vanno dal semplice edema (gonfiore)
delle gambe fino ad alterazioni più
gravi con importanti disagi per il paziente: pesantezza delle gambe, crampi (specialmente notturni), senso di
tensione, alterazioni della pelle, fino
alla comparsa di vere e proprie complicanze quali le flebiti (infiammazione delle vene), le trombosi (occlusioni delle vene) o le ulcerazioni.
DIAGNOSI
La diagnosi dell’insufficienza venosa
è essenzialmente clinica. È fondamentale innanzitutto escludere che il gonfiore alle gambe sia dovuto ad altre
cause, per esempio renali o cardiache.
In molti casi è possibile fare una diagnosi precisa con un esame innocuo,
indolore e ripetibile, l’ecocolordoppler, che consente di valutare la morfologia e la funzione di quasi tutte le
vene degli arti inferiori.
TERAPIA
La terapia dipende dalla causa. In
caso di semplici varici, la loro asportazione o la loro sclerosi comporta una
guarigione totale con scomparsa dei
sintomi. Nei casi di problemi del circolo profondo vanno invece prescritte
calze elastiche.
I farmaci servono soprattutto a diminuire l’entità dei disturbi, ma non
sono in genere risolutivi della causa.
Se invece alla base dell’insufficienza
venosa sussiste un’alterazione posturale o un linfedema, oltre alla calza
elastica e ai farmaci va prescritto un
plantare specifico, che ha lo scopo di
migliorare la pompa muscolare e
quindi ridurre l’edema.
CONSIGLI PRATICI
In caso di edema, pesantezza agli arti
inferiori, dolore alle gambe, soprattutto alla sera, una visita specialistica è
generalmente sufficiente a fare la dia-
gnosi corretta e ad impostare la terapia. Un ecocolordoppler può aiutare
a discriminare i casi dubbi.
In ogni caso è importante seguire alcuni consigli pratici, semplici ma
sempre validi:
1. Evitare nel limite del possibile di
stare in piedi fermi per lunghi periodi di tempo. Quando obbligati per lavoro (commessi, fornai, parrucchieri…) alzarsi di frequente sulle punte
dei piedi: questo esercizio stimola la
pompa muscolare del polpaccio, spingendo in alto il sangue.
2. Intervallare passeggiate, di almeno
almeno cinque minuti di cammino
ininterrotto, ai periodi in cui si sta seduti o in piedi fermi
3. Camminare il più a lungo possibile, magari prendendo alcune abitudini: parcheggiare un po’ più lontano dal
luogo dove ci si deve recare o scendere dall’autobus una fermata prima
4. Dormire con gli arti inferiori sollevati di circa 15 centimetri, mettendo
un cuscino sotto il materasso (non
sotto i piedi), o addirittura sollevando il letto dalla parte dei piedi con
uno zoccolo di legno.
5. Evitare forme di calore diretto sul-
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(segue a pag. 6)
IL MONITORE
MEDICO
ANGIOLOGIA
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L’INSUFFICENZA
VENOSA CRONICA
DEGLI ARTI
INFERIORI
(segue da pag.5)
le gambe (stufe, radiatori, bagni eccessivamente caldi); il calore dilata e
pertanto aumenta la stasi venosa
6. Il sole non è controindicato in assoluto! Basta prenderlo con moderazione e avendo cura di bagnarsi
frequentemente le gambe. Non è il
sole che fa male, ma il calore che ad
esso si associa.
7. Usare scarpe comode, con tacco di
2-3 centimetri, a pianta larga, evitan-
do l’uso di ciabatte e zoccoli.
8. Correggere la deambulazione: se
avete malformazioni (piattismo, alluce valgo, scoliosi, …) correggete la
postura e la deambulazione con l’ausilio di un plantare, che svolge benefiche azioni sulla pompa muscolare
9. Evitare sport che aumentano la
pressione addominale (per esempio
sollevamento pesi) e sport che richiedono continui scatti muscolari degli
arti inferiori (per esempio tennis e
squash). A questi preferite sport morbidi e isotonici (camminare, nuotare)
10. La bicicletta non è vietata, ma parzialmente controindicata perché il
sangue incontra angolature al ginocchio che non facilitano il deflusso del
sangue. Inoltre tende a stimolare la
coscia e poco il polpaccio
11. Evitare la stitichezza, che rende
difficile il deflusso venoso a livello
addominale
12. Evitare l’eccesso di fumo e di caffè
Dott. ssa Caterina Canelli
Medico Chirurgo
Consulente Poliambulatorio LARC
INCONTRI CON IL MEDICO SU ARGOMENTI DI MEDICINA PRATICA
STAGIONE 2005
Sabato 19 marzo 2005
PLEURITI: LE MALATTIE DELLA PLEURA
Relatore: Dr. Franco Bardessono - Specialista in Pneumologia
Sabato 2 aprile 2005
IL MORBO DI CHRON E LA COLITE ULCEROSA
Relatore: Dr.ssa Elisabetta Borghesio - Specialista in Gastroenterologia
Sabato 16 aprile 2005
ARTERIE E VENE DELLE GAMBE: QUALI MALATTIE
Relatore: Dr. Vincenzo Mastrorocco - Specialista in Chirurgia Vascolare
Sabato 7 maggio 2005
I DISTURBI DEL SONNO
Relatore: Dr.ssa Antonella Sciarretta - Specialista in Neurologia
Sabato 21 maggio 2005
GLAUCOMA: IL LADRO SILENZIOSO DELLA VISTA. PREVENZIONE E TRATTAMENTO
Relatore: Dr. Roberto Galli - Specialista in Oculistica
Gli incontri con la popolazione si svolgono presso la sala riunioni LARC
C.so Venezia, 10 - Torino Tel. 011.24.84.067
INGRESSO LIBERO
INCONTRI CON IL MEDICO SU ARGOMENTI DI MEDICINA PRATICA
STAGIONE 2005
Sabato 9 aprile 2005
È PRIMAVERA: ARRIVANO LE ALLERGIE
Relatore: Dr.ssa Maria Teresa Gallesio - Specialista in Allergologia
Sabato 14 maggio 2005
CUORE: I SOFFI INNOCENTI
Relatore: Prof. Marco Abrate - Specialista in Cardiologia
Gli incontri con la popolazione si svolgono presso la sala conferenze “Riva Rocci” Ordine dei Medici di Torino Via Caboto, 35
Per informazioni Poliambulatorio LAMBDA gruppo LARC - C.so Duca degli Abruzzi, 56 - Torino Tel. 011.50.59.81
INGRESSO LIBERO
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La posta del Monitore
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1
IL PANCREAS
Quali sono le principali malattie del
pancreas?
L.S.
La ghiandola pancreatica, per la
sua posizione anatomica retroperitoneale, dietro lo stomaco e
davanti la colonna vertebrale, è
difficilmente valutabile e studiabile se non con esami molto costosi come la TAC e la RMN.
Così pure la sintomatologia delle affezioni pancreatiche è spesso subdola e tardiva, per cui
spesso la diagnosi viene completata quando le possibilità di curare radicalmente la patologia
sono modeste. Le principali patologie pancreatiche degne di
menzione sono: la malattia Fibrocistica Congenita, la Pancreatite Acuta e Cronica, le Cisti
Pancreatiche, i Tumori Benigni
e Maligni.
La malattia fibrocistica congenita
è una malattia genetica che consiste nella fibrosi di alcuni organi, tra cui il pancreas. Colpisce
ovviamente fin dall’infanzia e la
prognosi è molto infausta, in
quanto, come già si è detto, è una
malattia multiorgano: la fibrosi
infatti determina un mancato funzionamento di pancreas, polmoni ed intestino al tempo stesso.
La Pancreatite Acuta è una patologia relativamente frequente
soprattutto in chi abusa con gli
alcolici o quale complicanza delle calcolosi della colecisti e/o del
coledoco.
Se poi tale infiammazione della
ghiandola pancreatica evolve in
una pancreatite necrotica –
emorragica allora la prognosi è
spesso infausta.
La Pancreatite Cronica Ricorrente può essere spesso l’evoluzione naturale di una pancreatite acuta. In questo caso il paziente è soggetto a coliche addominali periodiche, a volte molto violente. Una terapia continuativa
ed una alimentazione attenta
possono però consentire una
qualità della vita accettabile.
Le Cisti del Pancreas sono essenzialmente di due tipi: CISTI
VERE (spesso congenite) e
PSEUDOCISTI (esiti spesso di
pancreatite). Raramente si debbono trattare chirurgicamente
con un drenaggio, quando le
loro dimensioni superano i 7 - 8
cm di diametro. Sono sempre
benigne.
I tumori Benigni del pancreas
sono i tumori delle cellule insulari (ovvero delle cellule che producono l’insulina), il cistoadenoma
IL MONITORE
MEDICO
e altri rari tumori solidi. Solo il
cistoadenoma se non trattato chirurgicamente può, col tempo, trasformarsi in un tumore maligno.
Per le altre forme la prognosi, se
trattate correttamente, è buona.
I tumori maligni del pancreas
purtroppo non sono rari (3% di
tutti i tumori maligni annotati
nel registro Americano del
Connecticut).
Sono essenzialmente il cistoadenocarcinoma, il sarcoma ,e il carcinoma del pancreas.
Sono subdoli in quanto danno
segno di sé tardivamente, mentre danno precocemente metastasi, per cui anche la rimozione chirurgica eseguita correttamente
spesso non è risolutiva. Al giorno d’oggi tuttavia esistono nuove metodiche di studio quali la
Colangio-RMN, la P.E.T. e studi
dell’organismo tramite metodiche radio immunologiche o con
isotopi radioattivi che possono
aiutare nella formulazione di una
diagnosi sempre più precoce di
queste forme tumorali subdole
ed aggressive.
Dott. Giacomo MATTALIA
Specialista in Gastroenterologia e
Chirurgia dell’Apparato Digerente
ed Endoscopia Digestiva
Data.................................................
Cognome e nome................................................................................................................................................................
o Azienda................................................................................................................................................................................
Via .....................................................................................CAP ................... Città .................................................................
Per ulteriori
informazioni
Attenzione! Vi preghiamo di porre quesiti di ordine generale e non domande atte ad ottenere una
terapia che comunque non può essere formulata senza una visita del diretto interessato.
compilare e spedire
in busta chiusa affrancata a:
Desidero che venga trattato il seguente argomento
.................................................................................
.......................................................................................................................................................................................................
IL MONITORE
.......................................................................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................................................................
MEDICO
Corso Venezia, 10
Desidero ricevere la Carta dei Servizi del Poliambulatorio LARC
Desidero ricevere la Carta dei Servizi del Poliambulatorio LAMBDA
10155 TORINO
Autorizzo la Redazione de “Il Monitore Medico” al trattamento dei miei dati personali nel rispetto della legge 196/2003. In
base all’articolo 3 legge 196/2003 potrò avere accesso ai miei dati, chiederne la modifica o la cancellazione oppure oppormi
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Firma ........................................................
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GRUPPO LARC - LAMBDA
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LAMBDA
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LABORATORI PRIVATI
DI ANALISI CLINICHE
anche in convenzione
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(i risultati dei più comuni
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sono consegnati in giornata)
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Direttore Sanitario: Prof. MARCO ABRATE
Direttore Sanitario: Prof. MARCO ABRATE
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Marzo 2005 - Il Monitore Medico