Istituto di Istruzione Superiore “Vincenzo Dandolo” SEDE COORDINATA DI LONATO DEL GARDA (BRESCIA) CANDIDATO : FRANCISCO FANTONI V°L 1 1. BREVI CENNI STORICI…………………………pag 3 2. DESCRIZIONE E FISIOLOGIA DELLA PIANTA…………………pag 4 2.1 DESCRIZIONE DELLA PIANTA 2.2 IMPOLLINAZIONE E FECONDAZIONE 3. IL FRUTTO………………………… pag 6 3.1 LE CULTIVAR 3.2 LE PESCHE 3.3 LE NETTARINE 3.4 LE PERCOCHE 4. PROPAGAZIONE…………………………pag 9 4.1 PORTAINNESTO FRANCO 4.2 PORTAINNESTI IBRIDI PESCO-MANDORLO 4.3 PORTAINNESTI SUSINI 5. FORME DI ALLEVAMENTO……………………pag 10 5.1 IL VASO RITARDATO 5.2 LA PALMETTA 5.3 IL FUSETTO 5.4 L’IPSILON TRASVERSALE 6. CURE COLTURALI…………………………pag 12 6.1 GESTIONE DEL SUOLO 6.2 POTATURA DI PRODUZIONE 6.3 IRRIGAZIONE 6.4 CONCIMAZIONE 7. RACCOLTA…………………………pag 15 8. AVVERSITA’…………………………pag 16 9. CONCLUSIONI E SITOGRAFIA…………………pag 19 2 Il frutto della pesca è anche chiamato pomo persico o pomo di Persia: proprio l’origine del nome pesca, infatti, si deve all’abbreviazione latina "persica o persicum", che letteralmente significa “frutto persiano”, anche se per molti secoli è stato ritenuto originario della Persia, oggi è certo che il pesco sia un albero originario dell’ovest della Cina. Le pesche furono introdotte in Europa grazie ad Alessandro Magno, ma furono i romani ad apprezzarle e a diffonderne la coltivazione tanto che, nel Medioevo, la Francia divenne il secondo centro di origine di questa specie dopo la Cina, raggiunsero una fama tale che, nella simbologia cristiana, rappresentano la salvezza; infatti le si possono ammirare rappresentate in vari affreschi accanto alle figure bibliche. L’introduzione delle pesche nel continente americano invece avvenne secondo due ondate distinte: la prima, nella prima metà del XVI secolo, operata dagli Spagnoli in Centro America e la seconda, molto più recente, nella metà del 1800, tramite l’importazione diretta dalla Cina negli USA, dal 1800 in poi le pesche segnarono un successo sempre maggiore, tanto che, ad oggi, risultano tra i frutti freschi che contano il maggior numero di varietà prodotte e commercializzate sul mercato ortofrutticolo internazionale. 3 2.1:DESCRIZIONE DELLA PIANTA La pianta di pesco se lasciata crescere liberamente può raggiungere le dimensioni di 4-6 metri, le sue radici , come nella maggior parte delle piante arboree , si sviluppano più in larghezza che in profondità; il tronco può essere più o meno contorto a seconda della specie. Le gemme invece, a legno e a fiore , sono inserite isolate o a gruppi, a questo proposito di ritiene utile tenere ben presente le formazioni fruttifere di questa pianta che sono molto utili per poter effettuare una potatura corretta. Le formazioni fruttifere del pesco sono le seguenti: ramo misto, ramo di media vigoria, è provvisto di gemme a fiore e gemme a legno ,con gemma distale a legno. Brindillo, corto rametto con gemme a fiore lungo tutto l’asse, termina al suo apice con una gemma a legno Dardo a mazzetto, rametto lungo pochi centimetri, presenta una corona di gemme a fiore con una gemma a legno nel centro Per quanto riguarda le altre parti della pianta invece: FOGLIE: sono lanceolate, verdi nella pagina superiore e grigie in quella inferiore, con la lamina liscia a margine seghettato. Il picciolo è lungo circa la metà della lamina e porta alla base delle ghiandole di forma globosa . FIORI: possono essere solitari o riuniti in gruppi, compaiono prima delle foglie e possono essere di due tipi: - Rosacei , con petali aperti, grandi e di colore rosa chiaro - Campanulacei, con petali piccoli che non si distendono del tutto, di colore rosa intenso 4 La corolla è formata da 5 petali (più numerosi nei peschi da fiore), colorati generalmente di rosa, gli stami sono di colore rosso scuro e sono 20-30 inseriti al di sotto della corolla. L’ovario contiene due ovuli che danno origine ad un solo seme. 2.2: IMPOLLINAZIONE E FECONDAZIONE Il pesco è una pianta autofertile, per cui non richiede particolari impollinazioni , fatta eccezione per alcuni casi isolati; l’impollinazione avviene pressappoco nella seconda metà di marzo e dura 8-10 giorni. L’impollinazione del pesco è perlopiù entomofila , operata da insetti pronubi come l’ape; per cui risulta conveniente all’arboricoltore posizionare alcune arnie all’interno del frutteto (circa 4-6 arnie/ha) in modo da facilitare il lavoro degli insetti. 5 Il frutto del pesco è una drupa di forma tondeggiante , divisa in due parti da un solco più o meno profondo detto linea di sutura. Il mesocarpo o polpa , presenta consistenza diversa a secondo delle cultivar, di colore giallo o bianco con venature rosse verso l’interno e può essere aderente o meno al nocciolo. L’endocarpo o nocciolo è legnoso e provvisto di solcature ; contiene un seme aromatico dal gusto amaro a causa dell’ amigdalina, uno zucchero tossico per l’uomo. Infine vi è l’epicarpo che corrisponde alla parte esterna(o buccia) 3.1: LE CULTIVAR Le varietà di pesco diffuse al giorno d’oggi sono innumerevoli, se ne contano circa 6000 in tutto il mondo . Nonostante la grande possibilità di scelta che , da un lato offre molte possibilità ai frutticoltori e ai consumatori , allo stesso tempo può confondere e disorientare appunto per l’eccessiva presenza di cultivar. 6 Le cultivar di pesche si classificano in base a : EPOCA DI FIORITURA: per cui si distinguono cultivar che fioriscono presto da quelle che invece fioriscono più tardi EPOCA DI MATURAZIONE, le cv si dividono in : - Precocissime, maturano in giugno - Precoci, maturano nei primi 15 giorni di luglio - A media maturazione, maturano nella seconda metà di luglio/ primi 10 giorni di agosto Tardive, maturano oltre il 10 agosto COLORE E CONSISTENZA DELLA POLPA: quelle a pasta gialla, con polpa gialla e soda; a pasta bianca, con polpa in genere poco consistente UTILIZZO DEL FRUTTO: pesche comuni e nettarine per il consumo fresco , percoche per l’industria. 3.2: LE PESCHE Le pesche attualmente coltivate sono per il 90% a pasta gialla e per il 10% a pasta bianca. In base all’epoca di maturazione la loro produzione è cosi suddivisa: - Precocissime, rappresentano il 23% dell’intera produzione, sono coltivate prevalentemente nell’Italia del centro sud ; le cv principali sono: springcrest, maycrest, springtime . - Precoci, sono il 30% della produzione , le cv più famose sono : june gold, cardinal , favorcrest e coronet. - Medie, sono il gruppo maggiormente rappresentato con il 32% , le cv più diffuse sono: redhaven,suncrest,red top e glohaven. - Tardive, sono il 15% della produzione, le cv sono: hale j.h, elberta e michelini. 7 3.3: LE NETTARINE Le nettarine o pesche noci hanno il frutto glabro, in parte colorato di rosso vivo , di polpa gialla o bianca, spesso con venature rosse. In Italia la loro diffusione è iniziata verso gli anni ’70 con cv di provenienza americana e in poco tempo hanno trovato il consenso dei consumatori diventando dei prodotti di spicco nell’alimentazione italiana. Il successo di queste pesche è dato in gran parte dal loro aspetto glabro, dalla buccia brillante e dal sapore caratteristico, infatti rappresentano circa il 40% della produzione nazionale ; arrivando in certi casi anche al 50% nelle zone del nord. Le nettarine sono produttive come le pesche comuni ma si differenziano per alcune caratteristiche : - Sono più sensibili a certi parassiti animali e parassiti vegetali - Non sono compatibili con alcuni portainnesti - La potatura di produzione è diversa rispetto alle pesche normali 3.4:LE PERCOCHE Le percoche presentano frutti gialli o lievemente colorati di rosso, con polpa gialla non fondente, soda e idonea alla sciroppatura, sono coltivate per i 2/3 in Campania e per la restante parte nelle altre regioni interessate alla peschicoltura. L’industria di trasformazione , cui viene destinata la maggior parte delle percoche richiede alcune caratteristiche del frutto: - Pezzatura media - Polpa omogenea e compatta - Nocciolo di piccole dimensioni - Epoca di maturazione ampia , in modo da pianificare il lavoro degli stabilimenti La tecnica colturale è la stessa delle pesche comuni . 8 Il pesco si propaga per innesto a gemma dormiente ad agosto-settembre o a triangolo a febbraio-marzo; questi innesti possono essere fatti sia in vivaio che a dimora . I portainnesti franchi si propagano prevalentemente per seme, mentre i susini e gli ibridi si propagano sia per seme che per via vegetativa e alcuni in particolare(es. gf 677) con la micropropagazione. 4.1: PORTAINNESTI FRANCHI I portainnesti maggiormente totale) in franchi sono utilizzati(70% quanto quelli circa presentano del buone caratteristiche ad esempio : un ottimo vigore, elevata produttività e affinità d’innesto; per effettuare tale innesto si utilizzano semi balcanica che di danno sufficientemente comune è peschi molto luogo uniformi. di origine a piante Il indicato per franco molti pescheti, risulta però sensibile ai ristagni idrici , ai freddi invernali e ai marciumi radicali ed è quindi sconsigliato in determinati tipi di suolo. 4.2:PORTAINNESTI IBRIDI PESCO-MANDORLO I portainnesti ibridi pesco-mandorlo, sono più resistenti ai ristagni idrici e sono più vigorosi del franco, sono impiegati in zone collinari e nei reimpianti. Il GF 677 , è ottenuto da micropropagazione, si è ampiamente diffuso in quanto è resistente alla siccità, al ristagno idrico e al calcare. È un portainnesto molto vigoroso , indicato per le zone collinari o per cv di debole vigoria; resta tuttavia inadatto alle cv precoci perché ne ritarderebbe la maturazione. 4.3: PORTAINNESTI SUSINI I susini usati come portainnesto presentano buone caratteristiche come: resistenza all’asfissia radicale, resistenza al ristoppo e alla clorosi. Tuttavia presentano alcuni punti deboli come: vita breve, disaffinità d’ innesto e fertilità non molto elevata; tra questo tipo di portainnesto l’MRS 2/5 risulta essere quello con le migliori caratteristiche. 9 In genere in un pescheto moderno si tende si tende a ricercare la precoce entrata in produzione della pianta ancor prima del suo completo sviluppo, infatti la potatura nei primi anni di impianto risulta molto limitata. Contemporaneamente si cerca di limitare lo sviluppo della pianta in modo da contenere i tempi di lavoro e quindi facendo in modo che le piante raggiungano dimensioni tali che sia possibile eseguire le lavorazioni da terra. Le forme di allevamento del pesco possono essere classificate secondo la loro geometria in: Forme in volume Forme in parete verticale Forme in parete inclinata 5.1: IL VASO RITARDATO Il vaso ritardato viene chiamato cosi perchè assume la sua forma definitiva più tardi rispetto alle altre forme, dopo 3 anni dall’impianto. Infatti nei primi 3 anni la pianta prende la sua forma naturale piramidale ;dopo la raccolta del 3° anno, si elimina l’astone in modo da lasciare solo le 3-5 branche basali. La pianta assume cosi una forma a vaso la cui altezza non supera i 2.5-3 metri. 5.2 :LA PALMETTA La palmetta regolare a branche oblique era subentrata al vaso, in quanto consentiva una buona meccanizzazione delle cure colturali. Questa forma , ancora oggi presente, si è evoluta negli anni in : palmetta anticipata , palmetta libera e palmetta a due branche. La palmetta ha sesti d’impianto di 4-4,5x 3-3,5 m con una densità di 740 piante/ha; la forma non è più geometrica ma è regolare e richiede quindi meno potature in fase di allevamento. L’altezza è di 3,5-4 m , quindi in caso di freddi invernali e brinate primaverili , dannosi soprattutto fino a 2 m , il danno è solitamente più contenuto. 10 5.3: IL FUSETTO Il fusetto ha sesti di impianto di 4,5-5 m fra le file e 1,5-2m sulla fila, con una densità di 1100 piante/ha, l’ altezza della pianta è di circa 3,5 m , per cui soffre meno il freddo. La pianta è formata da un astone principale su cui sono inserite corte branchette che portano i rami a frutto; le branchette basali sono lunghe circa 1m con un inclinazione di 45°. 5.4: L’IPSILON TRASVERSALE È una forma piuttosto complessa che porta la produzione nell’interfila con piante gestibili quasi completamente da terra. L’ ipsilon si può ottenere da una sola pianta oppure da due piante già inclinate al momento della messa a dimora; in questo caso la pianta darà luogo ad una sola branca. La potatura di formazione in questo tipo di pianta è molto complesso , i sesti sono di 5-6m tra le file e 1-2 m sulla fila con una notevole densità di 1000-2000 piante/ha. 11 6.1 GESTIONE DEL SUOLO La gestione del suolo in un pescheto si avvale: delle lavorazioni , dell’inerbimento e del diserbo. In casi di terreni siccitosi e con scarse disponibilità idriche , si effettuano ripetute lavorazioni nel periodo primaverile-estivo che hanno il compito di tenere controllata la presenza di infestanti. L’inerbimento del terreno è riservato esclusivamente ai terreni freschi e fertili e ai portainnesti vigorosi che non risentono della competizione radicale delle piante erbacee; il diserbo è praticato solo sulla fila per il controllo delle infestanti e per le fasi di allevamento e produzione della pianta. 6.2 POTATURA DI PRODUZIONE Il pesco fruttifica sui rami misti , mentre le nattarine e le percoche producono anche sui dardi inseriti in rami di 2 o 3 anni, si può affermare che paragonate ad altre specie come melo, pero e ciliegio la potatura del pesco è abbastanza energica. La potatura di produzione ha lo scopo di regolare la produzione e migliorare la qualità dei frutti, si vanno infatti ad eliminare i polloni, i succhioni e i rami secchi o ammalati, inoltre si va ad eliminare il 50-70% dei rami misti , asportando quelli troppo deboli o troppo vigorosi ;tutte queste pratiche sono effettuate in modo da ottenere un giusto equilibrio tra vegetazione e produzione. Altre tecniche utilizzate sono: Diradamento: il diradamento dei frutti è indispensabile per ottenere una buona pezzatura. L’entità di questa tecnica dipende da numerosi fattori tra cui: allegagione, cultivar, vigore, irrigazione, tipo di terreno ecc.. In pratica per ottenere una buona pezzatura un ramo misto di media vigoria dovrebbe avere una media di 3-5 frutti, il diradamento del pesco avviene ancora manualmente a causa degli scarsi risultati ottenuti dalle lavorazioni meccaniche. Potatura verde: La potatura verde è molto importante nel pesco e molte volte si sostituisce addirittura alla potatura secca, può essere eseguita in diversi momenti. 12 6.3: L’IRRIGAZIONE Il pesco è una coltura irrigua, il suo fabbisogno idrico dal germogliamento fino alla caduta delle foglie è di circa 5000 m³/ha. Per la pianta sono dannosi sia la siccità che gli eccessi idrici: La carenza idrica causa: - Vegetazione scarsa - Frutti di scarsa pezzatura - Maturazione scalare L’eccesso idrico invece può determinare: - Asfissia radicale - Incide negativamente sulla qualità dei frutti L’irrigazione va eseguita tenendo conto dei seguenti aspetti: L’epoca di maturazione delle cultivar Il portainnesto, in quanto il GF 677 è più resistente alla siccità del franco La fase fenologica della pianta, in quanto durante l’ingrossamento del frutto si ha una buona risposta all’irrigazione In presenza di pioggia, devono essere considerate nulle le piogge inferiori al consumo giornaliero e allo stesso modo sono nulli i mm di pioggia eccedenti al volume di irrigazione prescelto. 6.4: CONCIMAZIONE La concimazione d’impianto, è basata sulla somministrazione di concimi organici e di concimi chimici fosfo-potassici. Nella concimazione di allevamento prevale l’impiego di azoto localizzato in prossimità delle radici . La concimazione di produzione invece si fonda sullo spandimento pluriennale di concimi organici, sull’interramento del sovescio e sull’apporto annuale di concimi chimici. I criteri che guidano la concimazione sono: l’analisi del terreno, l’analisi fogliare, i consumi della pianta e i rilievi visivi. 13 Il pesco è molto esigente in fatto di azoto, per cui richiede un equilibrata concimazione che ne eviti sia le carenze sia gli eccessi, l’azoto induce infatti i seguenti benefici: - Aumenta l’attività vegetativa , con foglie più verdi e rami più vigorosi - Aumenta il numero di gemme a fiore - Incrementa la produzione di frutti e la loro pezzatura Allo stesso tempo un eccesso di azoto provoca: - Eccessivo sviluppo vegetativo - Peggiora la qualità dei frutti e ne ritarda la maturazione - Favorisce alcune malattie(es. monilia) La concimazione fosfatica non ha effetti di rilievo sulla produzione e inoltre il pescheto assorbe questo elemento in quantità limitate; è quindi consigliabile somministrare il fosforo a cadenza pluriennale. Il potassio influisce su alcuni caratteri del frutto quali: colore, acidità e grado zuccherino, inoltre migliora la vitalità del polline e la resistenza al freddo della pianta ; in media si consigliano apporti annuali di 100-150 kg/ha di potassio. La somministrazione dei concimi può avvenire con la tecnica della fertirrigazione, con questa pratica si ottiene una buona efficienza nella distribuzione e un risparmio del 30-50 % di concime. In altri casi si ricorre anche alla concimazione fogliare in quanto è una tecnica più mirata e di minor impatto ambientale . Le modalità e i tempi di concimazione del pesco non differiscono da quelli delle altre piante da frutto: - in autunno si somministrano i concimi organici e fosfopotassici - ad inizio primavera una parte degli azotati - dopo l’allegagione la seconda parte degli azotati - in post raccolta l’ultima parte degli azotati 14 La raccolta delle pesche è una pratica che richiede una grande quantità di manodopera, questo è anche dato dal fatto che non è effettuata in un unica fase, ma è frazionata in 3-4 stacchi; la manodopera dipende soprattutto dal tipo di cultivar. La resa oraria è di poco superiore al quintale. Molto importante è determinare il giusto grado di maturazione per evitare di raccogliere frutti anticipatamente e quindi con scarsi requisiti organolettici oppure frutti troppo maturi e quindi non conservabili. Per le pesche e le nettarine gli indici di maturità sono: il colore di fondo dell’epidermide, con l’uso di carte colorimetriche la durezza della polpa, al penetrometro, con valori compresi tra 4,5-5 adeguati valori dell’ l’indice rifrattometrico La produttività degli impianti peschicoli può variare notevolmente: risulta minore per le cultivar precoci mentre tende ad aumentare per quelle tardive; nelle cultivar più produttive può giungere fino a 400 q/ha. Dalle aziende le pesche passano, normalmente, ai magazzini di lavorazione dove si provvede alla cernita, alla spazzolatura, e al confezionamento in imballaggi . La pesca oltre che essere consumata allo stato fresco è largamente utilizzata nella produzione di marmellate, succhi e pesche sciroppate; in Italia l'industria conserviera di pesche occupa un posto di primo piano. Data la deperibilità del prodotto è necessario che intercorra poco tempo dalla raccolta alla lavorazione in magazzino(max. 6-8 ore), la pesca è un frutto che si conserva per una settimana circa, in certi casi anche 15-20 giorni in atmosfera normale e fino a 30-40 giorni in atmosfera controllata. 15 NON PARASSITARIE: Sono rappresentate dalle difficili condizioni climatiche, dalle alterazioni dovute a carenze o eccessi nutrizionali e idrici, da un errato uso di fitofarmaci o dagli inquinanti atmosferici. Le principali avversità meteoriche sono le basse temperature, la grandine, la neve, e il vento. I forti freddi invernali possono causare danni anche gravi. I freddi tardivi risultano particolarmente dannosi in prossimità della fioritura. La grandine è in grado di provocare gravi danni non solo alla produzione ma anche alla vegetazione. Il vento risulta molto dannoso durante la fioritura perché impedisce il volo dei pronubi, oltre che in prossimità della maturazione in quanto determina un distacco anticipato dei frutti. Di seguito si riportano alcune delle malattie più famose del pesco: BOLLA DEL PESCO: è un fungo diffuso in tutte le zone d’Italia, soprattutto nel nord, la bolla colpisce gli organi verdi della pianta del pesco, come foglie e germogli; in caso di cultivar particolarmente sensibili, i sintomi possono manifestarsi anche su altri organi come i fiori e i frutti. È la malattia più importante del pesco per i danni irreversibili che arreca alle foglie che seccano e cadono a terra, le foglie attaccate si riconoscono per le loro caratteristiche deformazioni bollose e per la colorazione anomala tendente al rosso. La lotta contro la Bolla del pesco segue ancora criteri tradizionali, pertanto è prevalentemente di tipo preventivo, effettuata prima dell'apertura delle gemme. Questa linea di difesa si basa su due interventi più un terzo attuato solo in condizioni di particolare necessità. 16 OIDIO o MAL BIANCO: è una malattia causata da funghi si tratta della formazione di un feltro, di colore biancastro e di aspetto polverulento, sulla superficie degli organi colpiti. Gli organi colpiti più frequentemente sono quelli assimilanti o con intensa attività vegetativa, quali le foglie, i germogli erbacei, i frutti in accrescimento. Nel corso dell'attacco, le aree colpite subiscono dapprima una decolorazione poi la necrosi dei tessuti. In seguito alla necrosi si verificano disseccamenti o spaccature .Attacchi gravi portano al disseccamento degli organi colpiti, al deperimento della pianta fino a giungere alla morte dell'intera pianta. Le condizioni ambientali favorevoli alla formazione dell’ oidio sono le temperature moderate; si sviluppano perciò generalmente in primavera e all'inizio dell'estate. La diffusione delle spore è favorita dal vento, mentre le piogge abbondanti hanno un effetto contrastante in quanto provocano il dilavamento delle foglie. La difesa chimica contro l'oidio si effettua tradizionalmente con trattamenti a base di zolfo in polvere e agisce per contatto come prodotto di copertura. Il trattamento deve quindi coprire uniformemente e completamente la superficie da proteggere ed ha scopo esclusivamente preventivo. Infatti, con infestazioni in atto, lo zolfo non ha alcun effetto . 17 Alcuni dei principali fitofagi del pesco invece sono: L’AFIDE VERDE: si tratta di un piccolo insetto di colore verde, si ritiene che si tratti dell’insetto più pericoloso del pesco, che manifesta danni sulle foglie, con marcati accartocciamenti, e sui germogli; su questi organi provoca arresto di sviluppo sulla pianta, con successive necrosi sui vari organi. Il danno è determinato da punture trofiche degli afidi nella pagina inferiore delle foglie ed elevata produzione di melata che imbratta gli organi, provocando parziale asfissia. La lotta è di tipo chimica; essa può seguire criteri di lotta guidata ed integrata, oppure essere effettuata preventivamente: - La Lotta preventiva si esegue in zone ad alto rischio - La Lotta guidata si deve tener conto della presenza degli afidi eseguendo il trattamento solo al superamento della soglia di intervento LA COCCINIGLIA DI S.JOSE’: è un insetto che fu probabilmente introdotta a San José nel 1870 da legname importato dalla Cina è arrivata anche in Europa all'inizio del XX secolo, probabilmente tramite le imbarcazioni americane. Questo insetto possiede uno scudetto strati spessi e, a volte, impermeabili ai trattamenti fitosanitari. La Cocciniglia di San José provoca danni sugli organi legnosi, attraverso delle punture e la loro saliva determina delle alterazioni cromatiche rossastre, in seguito i tessuti necrotizzano determinando deformazioni e disseccamenti sui rami. I gravi attacchi causano invece ingrossamenti degli strati dei follicoli, comportando asfissia sugli organi attaccati. Sulle foglie compaiono punteggiature necrotiche, i frutti manifestano macchie rossastre con un puntino centrale di colore grigio; le macchie determinano il deprezzamento dei frutti. 18 9.CONCLUSIONI E SITOGRAFIA Ho scelto di trattare questo argomento in quanto , a differenza di altri settori agricoli, l’arboricoltura suscita in me un interesse maggiore. Questo interesse è dato dal fatto che la mia famiglia possiede un appezzamento di terra nel comune di Botticino e, dato che negli ultimi anni questo terreno è rimasto incolto, è mia intenzione dopo la scuola iniziare a prendermene cura. Mi piacerebbe molto creare su questo terreno un pescheto, in questa tesina ho appunto scelto di parlare del pesco, per cercare di migliorare la mia conoscenza teorica sull’argomento, sperando che in un futuro prossimo mi possa tornare utile per realizzare questo progetto. SITOGRAFIA: “Coltivazioni erbacee e arboree” di : Rolando Valli, Claudio Corradi e Ferdinando Battini Sito internet: http://www.rosai-e-piante-meilland.it/pesco Immagini prese da internet 19