Fondamenti di assistenza infermieristica - Concetti e abilità cliniche di base
Barbara K. Timby
© 2011, The McGraw-Hill Companies srl
Esercizi di Fine Unità 7
Per i Capitoli 28, 29 e 30
SEZIONE 1: VERIFICA QUELLO CHE HAI APPRESO
Attività A:
1. Trombo.
2. Curativo.
3. Leucocitosi.
4. Idrocolloidali.
5. Mediante sondino.
6. Nasointestinali
Attività B:
1. Vero.
2. Vero.
3. Falso – L’infiammazione, azione di difesa fisiologica spontanea che l’organismo mette
in atto a seguito di un danno tissutale può durare approssimativamente da 2 a 5 giorni, ma
può variare in ragione del tipo di ferita e/o di situazione clinica del paziente.
4. Vero.
5. Falso – La nutrizione enterale prevede la somministrazione di sostanze nutritive
direttamente nello stomaco o nel piccolo intestino.
Attività C:
1. Anestesista.
2. Donatori concordati.
3. Proliferazione.
4. Risoluzione.
5. Misurazione NEX.
Attività D:
1.
1. B.
2. E.
3. D.
4. A.
5. C.
2.
1. C.
2. A.
3. B.
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Attività E:
1.
Drenaggi aperti
Sono cannule piatte e flessibili
che fungono da via d’uscita per i
liquidi drenati che vengono
assorbiti dalla medicazione.
Il drenaggio del materiale
avviene passivamente grazie alla
forza di gravità e per capillarità
(movimento di un liquido verso
il punto di contatto con una
superficie solida, in questo caso
la medicazione di garza)
Definizione
Metodo di
drenaggio
Trattamento della Generalmente il drenaggio viene
fissato al punto di uscita della
lesione
ferita tramite un punto di sutura
per evitarne lo scivolamento
all’interno o la fuoriuscita
completa dalla ferita stessa.
Quando si medica una ferita con
drenaggio, l’area cutanea in cui
esso è inserito deve essere
detersa con soluzione salina
sterile; un drenaggio aperto
potrebbe necessitare di strati
aggiuntivi di garza perché non vi
è un contenitore di raccolta dei
materiali drenati.
Drenaggi chiusi
Sono cannule che terminano
all’interno di un contenitore (es:
Hemovac).
Sono più efficienti di quelli aperti
perché aspirano i liquidi creando
un vuoto o una pressione negativa.
Questo avviene aprendo la
connessione del contenitore,
spremendo la camera di raccolta di
drenaggio e, infine, richiudendo la
valvola.
Dopo aver deterso l’area cutanea è
necessario applicare una garza
pretagliata attorno al punto di
inserzione del drenaggio.
Attività F:
1.
a) Gli elementi rappresentati in figura che mostra l’inserimento di un sondino
nasogastrico sono: (1) faringe; (2) esofago; (3) sondino naso gastrico; (4) sfintere
cardiale; (5) sfintere pilorico; (6) stomaco.
b) I potenziali effetti avversi di questa procedura sono: (1) inserimento erroneo nelle vie
respiratorie; disagio localizzato a naso e gola; (3) irritazione tissutale o lacerazione se
il diametro della sonda è troppo largo o la pressione originata dal tubo è prolungata;
(4) dilatazione dello sfintere esofageo con conseguente reflusso gastrico; (5) trauma
alle narici durante l’inserimento.
Attività G:
1.
3
1
6
4
2
5
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Attività H:
1. Un dispositivo pneumatico di compressione è un apparecchio gonfiabile che esercita
pressioni alternato a livello degli arti inferiori, favorendo il ritorno venoso ed evitando la
stasi sanguigna;
2. La preparazione della cute prevede (1) la tricotomia (ove richiesta), (2) la doccia
antisettica e (3) la detersione e l’antisepsi del sito chirurgico. La tricotomia se necessaria
deve essere effettuata solo nelle aree interessate, immediatamente prima dell’intervento e
utilizzando rasoi elettrici con testine monouso (clipper). La doccia preoperatoria (o il
bagno) è utile a diminuire la colonizzazione microbica della cute. Infine, l’antisepsi del
sito di incisione chirurgica viene effettuato utilizzando prodotti antisettici (iodofori,
prodotti contenenti alcol e clorexidina gluconato);
3. Le ferite possono guarire: (1) per prima intenzione, i margini della ferita vengono
messi a contatto diretto l’uno con l’altro; (2) per seconda intenzione, i margini della ferita
sono ampiamente separati e a volte non avvicinabili a causa della perdita di sostanza. Ciò
determina un processo riparativo più lungo e complesso; (3) per terza intenzione, i lembi
della ferita sono molto distanti e vengono approssimati l’uno all’altro in un momento
successivo con dei punti di sutura, dopo aver effettuato una toilette chirurgica dei lembi
stessi;
4. Le cause di perdita della gastrostomia sono le seguenti: disconnessione tra il deflussore
e la sonda, clampaggio del tubo G mentre il deflussore viene infuso; incompatibilità tra la
sezione del tubo G e lo stoma; aumento della pressione addominale per accumulo di
formula, conati di vomito, starnuti e tosse; insufficiente insufflazione del palloncino
sottocutaneo; modesta qualità dello stoma o della sua localizzazione;
5. Le sonde gastriche o intestinali vengono utilizzati per: (1) eseguire un gavage; (2)
somministrare farmaci orali che il paziente non può deglutire; (3) prelevare campioni di
secrezioni per i test diagnostici; (4) eseguire un lavaggio; (5) decomprimere; (6)
controllare il sanguinamento gastrico (compressione o tamponamento.
SEZIONE II: APPLICA LE TUE CONOSCENZE
Attività I:
1. Le sostanze volatili come alcol e acetone non devono essere utilizzate in prossimità del
laser perché sono infiammabili;
2. Nei pazienti chirurgici la volemia può essere ridotta a causa delle restrizioni di cibo e
liquidi nella fase preoperatoria e alle perdite ematiche durante l’intervento;
3. Le medicazioni trasparenti sono meno voluminose di quelle in garza perché sono
formate da un unico strato di materiale adesivo che si inattiva quando viene a contatto
con i fluidi biologici e quindi con la superficie lesionata;
4. E’ importante perché un microambiente umido favorisce i processi riparativi e
conseguentemente, la guarigione delle ferite;
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5. Le sonde riempite di mercurio non vengono più utilizzate perché il mercurio è difficile
da smaltire completamente e in sicurezza e perché è tossico sia per la persona che per
l’ambiente;
6. Nei pazienti con sondino per decompressione gastrica l’acqua deve essere
somministrata con moderazione perché è ipotonica e richiama elettroliti nel liquido
gastrico determinando una deplezione degli elettroliti sierici.
Attività L:
1. I potenziali fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di complicanze
perioperatorie comprendono: fasce estreme di età, la disidratazione, la malnutrizione,
l’obesità, il fumo, il diabete, le patologie cardiopolmonari, abuso di droghe o alcol;
tendenza al sanguinamento, bassi valori emoglobinici e della conta eritrocitaria, la
gravidanza.
2.
a) Le informazioni preoperatorie che devono essere fornite al paziente riguardano: (1) i
farmaci preoperatori, quando assumerli e i relativi effetti; (2) il controllo
postoperatorio del dolore; (3) la descrizione della sala di risveglio post-anestesia e
area post-chirurgica; (4) la frequenza di valutazione dei parametri vitali e utilizzo
delle strumentazioni di monitoraggio; (5) le modalità di effettuazioni di respirazioni
profonde, esercizi di tosse efficace ed esercizi per gli altri inferiori;
b) La preparazione fisica che in genere viene attuata sul paziente da parte del personale
infermieristico comprende: (1) la preparazione cutanea, intestinale e urinaria; (2) la
restrizione dell’assunzione di alimenti e liquidi; (3) la rimozione e la custodia dei
monili e di eventuali protesi.
3.
a) Per eseguire correttamente un’irrigazione dell’orecchio, l’infermiere deve:
ispezionare l’orecchio per verificare la presenza di un corpo estraneo che potrebbe
gonfiarsi durante l’irrigazione e incastonarsi ancora più saldamente all’interno
dell’orecchio; procedere con l’irrigazione iniettando la soluzione verso il tetto del
canale uditivo. È importante fare attenzione a non occludere il canale con la punta
della siringa per evitare che la pressione della siringa danneggi il timpano;
b) Dopo l’irrigazione l’infermiere deve inserire un batuffolo di cotone (o di garza)
nell’orecchio per assorbire il materiale drenato senza ostruirne la fuoriuscita.
4. Le sei tecniche di base per applicare un bendaggio sono: (1) bendaggio circolare, si usa
per ancorare e fermare una medicazione; (2) il bendaggio a spirale, ogni giro sormonta in
parte quello precedente; la sovrapposizione può essere della metà fino a tre quarti della
larghezza della benda stessa; (3) il bendaggio a spirale inverso, è una variante del
precedente; (4) il bendaggio a otto, realizzato con avvolgimenti obliqui; (5) il bendaggio
a spiga, una variante di quello a otto; (6) il bendaggio ricorrente, si realizza facendo
passare il rotolo di benda indietro e poi di nuovo sopra un’estremità corporea.
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5.
a) Le procedure per l’attivazione della nutrizione enterale a domicilio sono specifiche e
non uniformi nelle diverse regioni e aziende sanitarie. Informazioni di carattere
generale che l’infermiere deve comunque fornire al paziente e i familiari riguardano
le caratteristiche delle formulazioni prescritte, le modalità d’uso dei dispositivi, le
modalità per la cura della cute e delle mucose nella sede di inserimento del sondino; i
problemi potenziali correlati alla terapia enterale, i numeri di riferimento nel caso di
difficoltà, le indicazioni relative al follow-up;
b) In relazione ai dati raccolti durante la cura del paziente, l’infermiere può identificare
una o più delle seguenti diagnosi: (1) nutrizione inferiore al fabbisogno; (2) deficit
nella cura di sé: alimentazione; (3) compromissione della deglutizione; (4) rischio di
aspirazione; (5) compromissione della mucosa orale; (6) diarrea; (7) stipsi.
6. Le comuni linee guida applicate per i pazienti portatori di sonde da decompressione
intestinale comprendono: (1) preparazione di tutti i dispositivi necessari per il
posizionamento della sonda; (2) posizionare correttamente il sondino naso gastrico
(rispettare la procedura); (3) inserire la sonda in eccesso in una compressa di garza fissata
sulla fronte; (4) far camminare il paziente se possibile; (5) posizionare il paziente sul lato
destro per 2 ore (dopo che la radiografia ha confermato che la sonda è passata oltre lo
stomaco), poi sul dorso in posizione di Fowler per 2 ore e infine sul lato sinistro per altre
2 ore; (6) far avanzare, secondo le indicazioni, la sonda di alcuni cm ogni ora; (7)
osservare i segni graduati sul tubo; (8) richiedere una conferma radiografica quando la
sonda ha raggiunto la distanza prescritta; (9) assicurare la sonda al naso dopo che la sua
localizzazione distale è stata confermata; (10) arrotolare la sonda in eccesso e fissarla al
pigiama del paziente; (11) connettere l’estremità prossimale a un aspiratore a muro o
portatile.
Attività M: Non vengono formulate risposte definitive per le domande espresse in questa
attività; gli studenti possono scegliere di discutere i propri pensieri e le proprie opinioni
con i colleghi e/o con il docente e, successivamente, articolare con loro le risposte.
SEZIONE III: PREPARATI A SOSTENERE L’ESAME
Attività N:
1. D;
2. A; B; D; E;
3. A; B; C;
4. A;
5. B; D; E.
6. B.
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