INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Mario Caputi Giuseppe Fiorentino Dipartimento di Scienze Cardiotoraciche e Respiratorie: Sezione di Malattie, Fisiopatologia e Riabilitazione Respiratoria INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. DEFINIZIONE CAUSE CLASSIFICAZIONE STADI EVOLUTIVI ETIOPATOGENESI FISIOPATOLOGIA CLINICA DIAGNOSI TERAPIA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE “Si parla di insufficienza respiratoria (IR) quando il polmone non è in grado di procedere ad un’adeguata ossigenazione del sangue arterioso e/o non è in grado di prevenire la ritenzione di CO2”. West J. B., Fisiopatologia polmonare. Mc Graw Hill 1999 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA ACUTA CRONICA Insufficienza respiratoria • pneumogena • cardiogena • ematogena • tissutale West J. B., Fisiopatologia polmonare. Mc Graw Hill 1999 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE “I sintomi ed i segni clinici non sono sufficienti per la diagnosi; è indispensabile la misurazione della PaO2 e della PaCO2 del sangue arterioso, emogasanalisi, per determinare la presenza ed il grado di ipossiemia e di capnia, che consentono la diagnosi di insufficienza respiratoria.” La pulso-ossimetria a riposo, in corso di sforzo, durante il sonno costituisce esame diagnostico preliminare e di monitoraggio della patologia. CRITERI EMOGASANALITICI DI I.R. PaO2 < 60 mmHg IPOSSIEMIA PaCO2 > 50 mmHg IPERCAPNIA pH < 7.35 ACIDOSI RESPIRATORIA West J. B., Fisiopatologia polmonare. Mc Graw Hill 1999; Newsletter Gold 3;1 Ago 2003 CURVA DI DISSOCIAZIONE DELL’Hb Il valore della PaO2 scelto è il punto critico sotto il quale la curva diventa più ripida e piccoli cambiamenti di PaO2 corrispondono a variazioni consistenti della saturazione dell’Hb. lnoltre valori di PaO2<60mmHg determinano sofferenza dei sistemi ossidativi cellulari ed impongono, quindi, una correzione con ossigeno terapia INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. DEFINIZIONE CAUSE CLASSIFICAZIONE STADI EVOLUTIVI ETIOPATOGENESI FISIOPATOLOGIA CLINICA DIAGNOSI TERAPIA VARIAZIONI DELLA PaO2 CON L’ETA’ Riduzione della PaO2 di circa 0,4 mmHg/anno dall’età di 18 anni INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. DEFINIZIONE CAUSE CLASSIFICAZIONE STADI EVOLUTIVI ETIOPATOGENESI FISIOPATOLOGIA CLINICA DIAGNOSI TERAPIA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 2. CLASSIFICAZIONE I.R. ACUTA I.R. CRONICA I.R.C. RIACUTIZZATA IPOSSIEMICA IPOSSIEMICA IPERCAPNICA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 2. CLASSIFICAZIONE: IR ACUTA Quadri clinico funzionali di severa entità, che si concretizzano in tempi molto brevi Ipossiemica, ipossiemica ed ipercapnica con acidosi respiratoria scompensata, poichè i meccanismi di compenso renale richiedono tempi prolungati per instaurarsi (almeno 24h). PaO2 < 60 mmHg PaCO2 > 50mmHg pH < 7.35 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 2. CLASSIFICAZIONE: IR CRONICA Quadro clinico di minore severità a lenta insorgenza Ipossiemica, ipossiemica ed ipercapnica: in genere con aumento dei bicarbonati plasmatici e un pH vicino alla norma per il compenso renale PaO2 < 60 mmHg PaCO2 > 50 mmHg pH > 7.35 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 2. CLASSIFICAZIONE: IRC RIACUTIZZATA Un aumento rapido della PaCO2 in un paziente con IR cronica, che non riesca ad essere compensato da meccanismi già in atto determina riduzione del pH e comparsa di un quadro di IR cronica riacutizzata. Risolta la/le cause della riacutizzazione, si ripristina il quadro dell’insufficienza respiratoria cronica compensata, spesso con un quadro clinico-funzionale più severo, che denunzia un danno anatomo-funzionale aggiuntivo. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 2. CLASSIFICAZIONE TIPO 1 (non-ventilatoria o parziale) ipossiemica ipocapnica o normocapnica, in genere da patologie del parenchima polmonare: enfisema primitivo, patologie interstiziali (I.L.D.), vasculiti etc. TIPO 2 (ventilatoria o globale) ipossiemica ipercapnica, da alterazioni della capacità ventilatoria polmonare: ipov. polm., bronchite cronica, enfisema post-bronchitico, etc. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. DEFINIZIONE CAUSE CLASSIFICAZIONE STADI EVOLUTIVI ETIOPATOGENESI FISIOPATOLOGIA CLINICA DIAGNOSI TERAPIA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 3. STADI EVOLUTIVI III STADIO INSUFFICIENZA RESPIRATORIA GLOBALE IMPEGNO POMPA EMATICA I STADIO C.P.C. - I.A.P.P. DOPO SFORZO LIEVE (40 Watts) Watts) II STADIO C.P.C. - I.A.P.P. A RIPOSO - IMPEGNO SECONDARIO VENTRICOLO SINISTRO CLINICA IV STADIO C.P.C. - I.A.P.P. - SEGNI ECOCARDIOGRAFICI ed ECG DI C.P.C. - SEGNI CLINICI DI I.V.D. ECOCARDIOGRAMMA ELETTROCARDIOGRAMMA III STADIO C.P.C. - I.A.P.P. A RIPOSO SEGNI ECG E/O ECOCARDIOGR. INTERESSAMENTO CUORE DESTRO CATETERISMO DESTRO II STADIO INSUFFICIENZA RESPIRATORIA PARZIALE WALKING TEST I STADIO INSUFFICIENZA RESPIRATORIA LATENTE TEST CARDIOPOLMONARE DA SFORZO IMPEGNO POMPA AEREA M. Caputi et al.; Malattie dell’Apparato Respiratorio in Varricchio M., Coppola L. – Geriatria e Gerontologia pag 624 – Idelson Gnocchi 1998 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA SEVERA STADIO SEGNI RESPIRATORI SEGNI CARDIOVASCOLARI SEGNI NEUROLOGICI GAS EMATICI I - Dispnea ingravescente - Espettorato purulento - Cianosi -Tachicardia -Cefalea PaO2>40mmHg PaCO2<70mmHg Ph > 7,25 II -Dispnea persistente -Reclutamento muscoli accessori -Cianosi marcata -Epatomegalia III Fatica m. respirat. Respiro asincrono Apnea -Aritmie -Ipotensione sistemica -Shock frontale - Edemi periferici -Turgore venoso -Insufficienza tricuspidale -Sonnolenza -Agitazione -Confusione mentale -Flapping tremor - Stato stuporoso PaO2 30-40mmHg PaCO2 70-80mmHg pH 7,20-7,25 Coma PaO2<30mmHg PaCO2>80mmHg pH<7,20 Modificata da Weitzenblum et .al; .al; Bull Acad Natl Med. Med. 1998;182(6):11231998;182(6):1123-36; discussion 11361136-7 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. DEFINIZIONE CAUSE CLASSIFICAZIONE STADI EVOLUTIVI ETIOPATOGENESI FISIOPATOLOGIA CLINICA DIAGNOSI TERAPIA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 4. ETIOPATOGENESI L’ IR può essere causata da un danno che interviene a livello di qualsiasi anello della catena di eventi anatomo-funzionali, che consentono la ventilazione alveolare e, quindi, lo scambio dei gas. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 4. ETIOPATOGENESI I R C R O N I C A P N E U M O G E N A - da turbe della ventilazione - cause extrapolmonari -neuromuscolari -osteo-articolari -dell’insieme pleurico -coma mixedematoso - cause polmonari -atelettasia, pneumotorace, collasso polmonare, exeresi, etc. -infezioni bronco-polmonari -danno ventilatorio prevalente - alterato rapporto V/Q -danno circolatorio prevalente - da alterato scambio del gas - alterata diffusione - interstiziopatie - F.I.D. - pneumoconiosi - sarcoidosi - etc. -malattie ostruttive -malattie restrittive -embolia polmonare -vasculiti -shunt INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 4. ETIOPATOGENESI Alcune cause determinano solo IR di Tipo 2 (ipossiemica ipercapnica, globale): Cerebrali: incidenti cerebro-vascolari, poliomielite bulbare, “overdose” (narcotici, sedativi), depressione postoperatoria da anestetici, etc. Midollo spinale: SLA, poliomielite, traumi, etc. Sistema neuromuscolare: Sindromi miasteniche, miastenia, tetano, avvelenamento (insetticidi organofosforici),distrofia muscolare, etc. Torace e pleura: cifoscoliosi, obesità, pneumotorace, etc. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 4. ETIOPATOGENESI Altre cause invece, possono determinare sia IR di Tipo 1 sia IR di Tipo 2, a seconda del meccanismo fisiopatologico che risulti predominante. Alte vie aeree: ostruzione tracheale, OSAS Basse vie aeree ed alveoli: ARDS, asma, BPCO, fibrosi cistica, polmonite bilaterale. Interstizio: I.L.D., vasculiti Sistema cardiovascolare: edema polmonare cardiogeno. I.L.D.: Interstitial Lung Desease INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. DEFINIZIONE CAUSE CLASSIFICAZIONE STADI EVOLUTIVI ETIOPATOGENESI FISIOPATOLOGIA CLINICA DIAGNOSI TERAPIA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 5. FISIOPATOLOGIA IMAGING MIP MEP Spirometria DLCO TEST DA SFORZO West J. B., Fisiopatologia polmonare. Mc Graw Hill 1999 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 5. FISIOPATOLOGIA MECCANISMI DELL’IPOSSIEMIA Esami diagnostici ALTERAZIONI VENTILAZIONE MIP, MEP Spirometria, E.G.A. IPOVENTILAZIONE ALTERAZIONI SCAMBIO GAS E.G.A., DLCO, test da sforzo ALTERATA DIFFUSIONE SQUILIBRIO Va/Q Eliminazione gas inerti multipli SHUNT Test di Rossier IMAGING INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 5. FISIOPATOLOGIA MECCANISMI DELL’IPERCAPNIA Esami diagnostici ALTERAZIONI VENTILAZIONE IPOVENTILAZIONE ALTERAZIONE SCAMBIO GAS SQUILIBRIO Va/Q MIP, MEP Spirometria, E.G.A. E.G.A., DLCO, test da sforzo Eliminazione gas inerti multipli Test di Rossier IMAGING INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 5. FISIOPATOLOGIA: Ipoventilazione alveolare Nella ipoventilazione alveolare il volume di aria inspirata che arriva agli alveoli nell’unità di tempo (ventilazione alveolare) è diminuito. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 5. FISIOPATOLOGIA: Ipoventilazione alveolare Equazione della ventilazione alveolare: PaCO2 = VCO2 K VA VCO2 = CO2 espirata K = costante VA = ventilazione alveolare Una riduzione della ventilazione alveolare provoca sempre un aumento della PaCO2 e ciò costituisce un importante parametro diagnostico. Se, ad esempio, si dimezza la ventilazione alveolare la PaCO2 raddoppia. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 5. FISIOPATOLOGIA: Ipoventilazione alveolare Equazione dell’aria alveolare: PAO2 = PiO2 – PaCO2 + F R PAO2 = PO2 alveolare PiO2 = PO2 inspirata PaCO2 = CO2 arteriosa R = rapporto di scambio respiratorio Ogni riduzione della PO2 inspirata nell’unità di tempo induce sempre una corrispondente riduzione della PO2 alveolare. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 5. FISIOPATOLOGIA: Squilibrio VA/Q I polmoni, anche in condizioni di normalità, presentano un limitato squilibrio tra ventilazione e perfusione. Nel soggetto normale, in posizione eretta, il rapporto ventilazione-perfusione decresce dall’apice verso la base. Nel soggetto con patologie bronco-polmonari si osserva una ingravescente e progressiva disorganizzazione di tale profilo. Questo meccanismo è, per la maggior parte, responsabile dell’ipossiemia che si determina nelle patologie croniche ostruttive, nelle malattie interstiziali del polmone e nelle patologie vascolari come l’embolia polmonare, il polmone da stasi, etc... INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 5. FISIOPATOLOGIA: Squilibrio VA/Q Nelle patologie polmonari ventilazione e perfusione non sono accoppiate in diversi settori polmonari, per cui la diffusione gassosa diventa inefficace Difetto Ventilatorio Normale Difetto Perfusivo INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 5. FISIOPATOLOGIA: Squilibrio VA/Q . . Lo squilibrio V/Q . . determina ipossiemia e ritenzione di CO2; squilibri V/Q con PaCO2 nella norma sono riconducibili alla risposta dei chemocettori, che determina incremento della VA, sufficiente al mantenimento di una normocapnia. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 5. FISIOPATOLOGIA: SHUNT Una certa quota di sangue raggiunge il circolo arterioso dopo aver attraversato regioni alveolari non ventilate Normale Consolidazione INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 5. FISIOPATOLOGIA: SHUNT Shunt intrapolmonari Settori polmonari non ventilatati ma perfusi, come ad esempio un lobo in fase di consolidamento polmonitico Alterazioni da “distress respiratorio” Fistole artero-venose, rare Shunt extrapolmonari difetti del setto interatriale difetti del setto interventricolare INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 5. FISIOPATOLOGIA: Alterazioni della diffusione In condizioni normali a riposo la PO2 dei capillari polmonari raggiunge quasi quella alveolare dopo circa 1/3 del tempo totale di contatto (3/4 di secondo). Allorchè la membrana alveolo-capillare è ispessita l’equilibrio tra la PO2 dei capillari polmonari e la PO2 alveolare non viene raggiunta in tempo utile. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 5. FISIOPATOLOGIA: Alterazioni della diffusione Nelle patologie interstiziali la membrana ispessita rallenta la diffusione, contribuendo all’instaurarsi dell’ipossiemia. Patologie interstiziali: polmonite interstiziale, fibrosi polmonare idiopatica, sarcoidosi, pneumoconiosi (asbestosi, silicosi, etc.), connettiviti (sclerodermia, artrite reumatoide, etc.), vasculiti (Wegener, Churg Strauss, etc.), etc. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. DEFINIZIONE CAUSE CLASSIFICAZIONE STADI EVOLUTIVI ETIOPATOGENESI FISIOPATOLOGIA CLINICA DIAGNOSI TERAPIA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA E’ condizionata da: Entità e velocità di comparsa delle alterazioni degli scambi gassosi Prontezza ed efficienza dei meccanismi di compenso dell’ipossiemia e dell’ ipercapnia Comorbilità, che aumenta la mortalità INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA: Segni Respiratori IPOSSIEMIA IPERCAPNIA DISPNEA - TACHIPNEA --SIBILANTE SIBILANTE Da sforzo --NON NONSIBILANTE SIBILANTE A riposo < 30 apm > 30 apm Di ridotta intensità e/o oligopnea Comparsa di ingorgo tracheo-bronchiale Oligopnea evidente Alterazioni del ritmo respiratorio (respiro paradosso, alternante, di Cheyne – Stokes) apm = atti per min. Estrema bradipnea Arresto respiratorio INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA: Segni Respiratori CIANOSI IPOSSIEMIA - Di tipo centrale - “Calda” con iperidrosi cutanea - Condizionata IPERCAPNIA -dalla poliglobulia -dall’anemia -da coesistenti alterazioni del circolo periferico: acrocianosi, acroasfissia -da coesistenti variazioni del colore cutaneo: ittero, melanodermia, emocromatosi INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA: Segni Respiratori -Segni da alterazione della meccanica ventilatoria -Segni clinici della malattia causale - MV -Reperto broncostenotico e/o umido -Segni clinici da ingorgo tracheo – bronchiale - Ipertono simpatico - tachicardia IPOSSIEMIA LIEVE - Stimolazione chemorecettori periferici da sforzo - Stimolazione centro vasocostrittore a riposo -inibizione centro cardio-inibitore del vago Q - Stimolazione diretta centri vasocostrittori IPERCAPNIA LIEVE - I.A.S. sisto-diastolica (incostante) > Ritorno venoso al cuore - polso ampio > P vena cava ed atrio destro “Riflesso di Brainbridge” IPERCAPNIA GRAVE ACIDOSI MISTA GRAVE IPOSSIEMIA GRAVE IPERTONO VAGALE - STIMOLAZIONE CENTRO CARDIO – INIBITORE - ANNULLAMENTO EFFETTI VASCOLARI CATECOLAMINE - vasodilatazione periferica - P.arteriosa differenziale - bradicardia, Q - STIMOLAZIONE d./i. CENTRO VASODILATATORE - PVC - collasso cardiocircolatorio - INIBIZIONE d./i. CENTRO VASOCOSTRITTORE - dilatazione cardiaca - arresto cardiaco in diastole INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA SINTOMI CARDIO-VASCOLARI -da sforzo -improvvise, senza alcuna causa apparente -da sforzo a riposo - CRISI DISPNOICHE -TACHICARDIA SINUSALE -IPERTENSIONE ARTERIOSA SISTEMICA LIEVE -> IPOTENSIONE -ARITMIE Ipercinetiche - Sopraventricolari - battiti ectopici - flutter atriale - fibrillazione atriale - Ventricolari Ipocinetiche - battiti ectopici - tachicardia - fibrillazione - bradicardia nodale - BAV I, II, III grado -EPATALGIE - EPISODI ANGINOSI -EPISODI SINCOPALI - EMOFTOE RIPETUTE SEGNI CARDIO-VASCOLARI DI I.A.P.p. e di I.V.DS. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA: SEGNI CARDIOVASCOLARI -Turgore -Polso sistolico - GIUGULARI - PARASTERNALE SINISTRA 1/3 INFERIORE - - FOCOLAIO DELLA POLMONARE - FOCOLAIO DELLA TRICUSPIDE OBIETTIVITA’ ADDOME - CONTRAZIONE DIURESI EDEMI ARTI INFERIORI - -galoppo presistolico destro -percezione contrazione ventricolo dx dilatato (segno di Harzer) -galoppo xifoideo REGIONE EPIGASTRICA - - itto -II tono accentuato -click protosistolico -soffio sistolico da eiezione polmonare -soffio proto-diastolico di Graham-steel -soffio sistolico da insufficienza tricuspidale -epatomegalia da stasi -polso sistolico epatico -reflusso epato-giugulare -ascite INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA - ENCEFALOPATIA FUNZIONALE pH - Cefalea, anoressia, nausea, vomito, vomito, edema della papilla ottica 7,30 - ipossia tissutale - acidosi tissutale - Turbe caratteriali: caratteriali: depressione, Irritabilità, Irritabilità,angosciaangoscia-euforia - iposodiemia - Agitazione psichica, psichica, episodi di confusione mentale - ipomagnesiemia - Disturbi della vigilanza: sonnolenza ingravescente soprattutto diurna (insonnia notturna); altre turbe sonno etc. - Fatica muscolare – Rallentamento riflessi - Progressivo ingravescente stato di confusione mentale e di torpore 7,25 - Alterazioni visive: visive: visione turbata etc. - Disorientamento nel tempo e nello spazio -Scosse miocloniche; miocloniche; ‘flappyng ‘flappyng tremor’; tremor’; tremori; convulsioni 7,15 - Stupor, Coma vigile - Abolizione dei riflessi osteoosteo-tendinei con riflesso plantare in estensione - Coma profondoprofondo-areflessico – danno cerebrale irrev. (PaCO2 80 mmHg, PaO2 30 mmHg) 7,10 ESAME NEUROLOGICO - Alterazioni funzioni intellettive: intellettive: rallentamento mentale, attenzione; deficit memoria recente, recente, ideazione, eloquio. - ipopotassiemia - iperammoniemia - poliglobulia - alterata viscosità ematica - sclerosi dei vasi cerebrali A A INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA - ENCEFALOPATIA FUNZIONALE SINTOMI E SEGNI NEUROLOGICI DI INCOSTANTE RILIEVO - - - Deficit VI nervo cranico Polso raro Vertigini Modificazioni dell’umore e del carattere Turbe sensoriali Crisi epilettiche ] da ipertensione endocranica A A INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA - ENCEFALOPATIA FUNZIONALE SEGNI OCULARI - - Visione turbata, difficoltà alla lettura Allucinazioni elementari Cianosi congiuntivale e retinica Esoftalmo Diminuzione del campo visivo, dell’accomodazione, dell’acuità visiva notturna Aumento della pressione arteriosa retinica Edema papillare e retinico Emorragie – trombosi retiniche INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA - NEFROPATIA FUNZIONALE (Urine 24h: Na+, Cl-, urea) -Oliguria - Ipossiemia – Acidosi -Pollachiuria - Ipertensione venosa sottodiaframmatica -Stranguria ( pH urinario) -Azione catecolamine -Albuminuria modesta (<0,50 gr.%) - PRE -Ematuria microscopica - RVR -Iperazotemia modesta (< 1gr %0) - FG (discreta – tardiva) - Clearance creatinina (<50 c.c.) - Risparmio tubulare delle basi -Edemi periferici - Escrezione in forma libera Sali di ammonio ed acidi -Danno tubulare (D.D. con ischemia da bassa gittata e/o stasi renale. Urine 24h: Na+, Cl-, urea) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA Alterazioni gastro-intestinali: Alterazioni epatiche: scialorrea, dispepsia, ipersecrezione, gastrite, ulcera gastro duodenale, emorragie, etc. steatosi centrolobulare, necrosi cellulare centro lobulare, sclerosi sostitutiva, etc. Alterazioni emocoagulative poliglobulia. anemia, trombosi, trombo-embolie, emorragie (turbe fibrinolisi), etc. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA QUADRO CLINICO DA IMPEGNO DELL’APPARATO GASTRO-INTESTINALE - Scialorrea - Ipossiemia - Fenomeni dispeptici - ipercapnia - Iperchilia, ipersecrezione gastrica (pirosi) - Stasi splancnica (I.V.Ds) - Gastrite cronica - Ulcere gastro – duodenale - Emorragie gastro – enteriche - tabagismo, abitudini alimentari, terapie corticosteroidee, equilibrio ormonale, fattori emozionali - turbe emocoagulative A A INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA ALTERAZIONI EPATICHE urobilinuria; comparsa di - urobilinogeno bilirubinemia - transaminasi A.P. < 50% fattori emocoagulativi di origine epatica - ritenzione anomala della B.S.F. - iperammoniemia - iperalbuminemia - - Ipossiemia - I.V.Ds - steatosi centrolobulare - necrosi cellulare centrolobulare - sclerosi sostitutiva A A INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA ALTERAZIONI EMO - COAGULATIVE - - - Poliglobulia MCV MCH Hct Viscosità ematica Possibile anemia iposideremica ed ipotransferriniemica Emoconcentrazione (diuretici) Aggregabilità piastrinica ed eritrocitaria Aumento fibrinogeno sierico Trombosi o tromboembolie Emorragie (turbe fibrinolisi) - anziani PC PX - decubito supino prolungato - stasi ematica - impegno epatico - sindrome da fibrinazione defibrinazione A A INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA : SEGNI e SINTOMI di IPOSSIEMIA Dispnea con tachipnea Cianosi Tachicardia (per aumento delle catecolamine) Poliglobulia (nell’ipossiemia cronica) “P” polmonare: comparsa o incremento Sintomi e segni di I.V.DX da Cuore polmonare cronico Alterazioni neurologiche (attenzione, umore, incoordinazione motoria, agitazione psicomotoria, insonnia) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 6. CLINICA : SEGNI e SINTOMI di IPERCAPNIA Encefalopatia ipercapnica: da sofferenza dell’encefalo per l’ipossiemia, ma soprattutto per l’ipercapnia. Turbe della coscienza (attenzione,orientamento, comprensione, percezione, vigilanza) Turbe motorie (tremori, asterixis, mioclono multifocale) Stupor Coma 6. CLINICA: PROGRESSIONE DELL’IR pH 7.30 7.25 Segni respiratori Tachipnea Respiro superficiale >30apm Segni neurologici Rallentamento mentale, cefalea Segni cardiovascolari Tachicardia I.A.S. lieve (incostante) Encefalopatia ipercapnica (turbe di coscienza) Edemi periferici 6. CLINICA: PROGRESSIONE DELL’IR pH 7.15 Fatica muscoli Segni respiratori respiratori (respiro paradosso, o alternante) Encefalopatia Segni neurologici ipercapnica (turbe di coscienza, e motorie) Aritmie Segni Ipotensione cardiovascolari 7.10 Bradipnea Stupor, coma Shock INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. DEFINIZIONE CAUSE CLASSIFICAZIONE STADI EVOLUTIVI ETIOPATOGENESI FISIOPATOLOGIA CLINICA DIAGNOSI TERAPIA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 7. Diagnosi Pulso-ossimetria E.G.A. M.I.P. M.E.P. Spirometria con curva Flusso / Volume D.L.C.O. Test da sforzo Polisonnografia Pulsossimetria notturna INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 7. Diagnosi Pulso-ossimetria E.G.A. M.I.P. M.E.P. Spirometria con curva Flusso / Volume D.L.C.O. Test da sforzo Polisonnografia INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA 7. Diagnosi Segni clinici di insufficienza respiratoria e/o di scompenso cardiaco destro indicano l’esecuzione di una emogasanalisi arteriosa per determinare la pressione parziale dei gas nel sangue. PaO2 <= 60 mmHg con I.A.P. <= 55 mmHg con o senza I.A.P. OSSIGENOTERAPIA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA BPCO: IC quale indice di limitazione funzionale Milic Emili J. Can. Respir. J. 2000; 7, 3: 282-285 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA BPCO: IC quale indice di limitazione funzionale Milic Emili J. Can. Respir. J. 2000; 7, 3: 282-285 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CRONICA BPCO: IC quale indice di limitazione funzionale Milic Emili J. Can. Respir. J. 2000; 7, 3: 282-285 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 7. DIAGNOSI ASSISTENZA RESP. GRADIENTE ALVEOLO-ARTERIOSO in O2 = ∆A-aO2 valori normali: ~ 10 mmHg alteraz. Va/Q, Diff.; Shunt: > 20 mmHg Test di ROSSIER: O2 % per >= 20 min. shunt: ∆A-aO2 resta elevato ( persiste ipossiemia) alteraz. VA/Q, Diff.: ∆A-aO2 fino normalità PaO2 / FiO2 v.n. ~ 450 (90 mmHg / 0,2 ) deficit ossigenazione: < 300 ALT(“Acute Lung Iniurny”); < 200 ARDS PvO2 v.n. 40 mmHg a riposo ipossia tissutale < 40 mmHg INSUFFICIENZA RESPIRATORIA A A 7. DIAGNOSI Il Gradiente Alveolo-Arterioso in O2 consente di determinare l’efficace assunzione di O2 GRADIENTE ALVEOLO-ARTERIOSO in O2 ∆A-aO2 = PAO2* – PaO2 *PAO2 = FiO2 x (PB – 47) – PaCO2/R ∆A-aO2 valore normale: ~ 10 mmHg ∆A-aO2 valori patologici: > 20 mmHg INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 7. DIAGNOSI “∆A-aO2 consente precisare fattori patogenetici ipossiemia” Non sensibili modifiche ∆A-aO2 Ipoventilazione alveolare Aumento significativo ∆A-aO2 Alterazioni rapporto V/Q Difetto di diffusione Shunt significativo A A INSUFFICIENZA RESPIRATORIA A A 7. DIAGNOSI TEST DI ROSSIER: O2 puro al 100% per >= 20 min. Ipossiemia da shunt : non è abolita dall’inalazione di O2 al 100% per almeno 20 minuti ∆A-aO2 resta elevato Ipossiemia da alterazioni V/Q e/o da difetto di diffusione: inalazione di O2 al 100% riduce, fino alla normalità, il ∆A-aO2 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 7. DIAGNOSI: Test di ROSSIER Consente di calcolare l’entità degli shunts intrapolmonari, creando artificialmente una condizione in grado di eliminare tutte le altre possibili cause di ipossiemia. A A INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 7. DIAGNOSI Test di ROSSIER: Modalità di esecuzione Il paziente respira ossigeno puro al 100% da un’apposita sacca. Con il susseguirsi degli atti respiratori tutto l’azoto contenuto nei polmoni viene progressivamente eliminato fino a raggiungere una concentrazione prossima allo zero in pochi minuti in condizioni di normalità, in un tempo più o meno lungo nei pazienti affetti da malattie bronco – polmonari A A INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 7. DIAGNOSI Test di ROSSIER: Modalità di esecuzione Il prolungamento del test oltre i 20 min. assicura in ogni caso l’eliminazione di tutto l‘azoto dai polmoni, consentendo di superare i problemi derivanti da una eventuale alterata distribuzione della ventilazione. Al termine della prova, 1’arricchimento estremo dell’aria inspirata con l’ossigeno elimina l’ipossemia eventualmente derivante da ipoventilazione alveolare globale e quella dovuta ad alterata diffusione e/o disomogeneità ventiloperfusiva. A A INSUFFICIENZA RESPIRATORIA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 7. DIAGNOSI Test di ROSSIER: Modalità di esecuzione Alla fine del test la PAO2 sarà, ad esempio, nel soggetto normale circa 660 – 670 mmHg (pressione inspiratoria di O2 (76OmmHg) - PACO2 (40 mmHg) – P H2O (47 mmHg) = 673 mmHg) ed una pressione identica, o solo di poco inferiore (quando esistono delle alterazioni della diffusione), si ritroverà anche a livello dei capillari polmonari delle vene polmonari e del sangue arterioso periferico dove potrà essere agevolmente misurata con l’esecuzione di un esame emogasanalitico. In tali condizioni la caduta della PaO2 non potrà, infatti, che esprimere l’esistenza di uno shunt intrapolmonare. A A INSUFFICIENZA RESPIRATORIA A A 7. DIAGNOSI TEST DI ROSSIER Soggetto Normale PaO2 ~ 660-670 mmHg Shunt Anatomico 20 mmHg x % quota Shunt Quota Shunt > 30% FiO2 (=> 0,5) PaO2 immod.(1) Quota Shunt < 30% FiO2 (=> 0,5) PaO2 Alterazione VA/Q (effetto shunt) Alterazione diffusione FiO2 => 0,5 PaO2 > 10 mmHg Alterazione VA/Q + alterazione diffusione + Shunt a. non preval. FiO2 => 0,5 PaO2 < 10 mmHg (1) Marazzini L.: Fisiopatologia semeiotica e funzionale della respirazione. R. Cortina ed. – Milano 1992 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 7. DIAGNOSI Valutazione ossigenazione ematica e tissutale PaO2/FiO2 Soggetto normale 90 mmHg / 0,2 ~ 450 Deficit ossigenazione < 300 PvO2 ~ 40 mmHg a riposo : Normale < 40 mmHg a riposo : sofferenza ipossica Influenzato da: gittata cardiaca, estrazione periferica O2, Hb, Hct, volemia, etc... PvO2: Pressione parziale di O2 del sangue venoso misto A A INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. DEFINIZIONE CAUSE CLASSIFICAZIONE STADI EVOLUTIVI ETIOPATOGENESI FISIOPATOLOGIA CLINICA DIAGNOSI TERAPIA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA 8.TERAPIA IPOSSIEMIA Terapia farmacologica Ossigenoterapia della patologia di base Ventilazione meccanica (se l’ossigenoterapia risulti inefficace) IPERCAPNIA Terapia farmacologica della patologia di base Ventilazione meccanica INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia L’ossigenoterapia a lungo termine, l’OTLT, fa parte del trattamento dell’I.R. ed in particolare dell’I.R.C, secondaria a BPCO Le BPCO costituiscono circa il 50% di tutte le patologie respiratorie La necessità di ricorrere all’O2-terapia deve essere documentata mediante monitoraggio quotidiano dei livelli di O2 Ciò consente di determinare se l’ipossiemia è continua o intermittente e stabilire, quindi, le modalità di somministrazione di O2 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia La prescrizione di OTLT prevede la presenza di ipossiemia significativa e persistente Il livello di ipossiemia richiesta è una PaO2 < 55 mmHg corrispondente ad una SaO2 inferiore al 90% Tale valore è suscettibile di ripercussioni negative sul circolo polmonare, sull’ossigenazione dei parenchimi nobili, etc. Una ipossiemia di 60-65 mmHg è importante ma non comporta gli stessi rischi L’ipossiemia deve essere stabile e verificata con controlli frequenti (ogni 15 gg.) per un periodo di 2-3 mesi in quanto in alcuni pazienti può migliorare fino a valori superiori a 60 mmHg INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia In caso di stabilizzazione della PaO2 tra 55 e 60 mmHg l’O2-terapia è indicata quando all’ipossiemia è associata una o più di queste situazioni: • Cuore polmonare cronico • Policitemia • Ipertensione arteriosa polmonare • Cardiopatia ischemica (con o senza aritmie) • Cardiomiopatie (con aritmie) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia L’O2-terapia deve essere considerata, inoltre, in caso di ipossiemia intermittente (con valori di PaO2 >60 mmHg durante il giorno ed a riposo) osservabili: Durante il sonno Durante il lavoro muscolare INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia In caso di ipossiemia durante il sonno, bisogna distinguere tra: 1. Forme di ipossiemia intermittente con episodi di apnea-iponee di durata <10” e con frequenza <10 eventi/ora “NON OSAS” (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) 2. Forme di ipossiemia intermittente legate ad una situazione patologica detta OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Nelle forme di ipossiemia intermittente durante il sonno l’O2-terapia è indicata: Quando è dimostrabile una accentuazione dell’ipossiemia durante il sonno (con una SaO2 <90% per almeno un terzo del sonno) Quando si riscontra una riduzione o scomparsa delle desaturazioni durante somministrazione di O2 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Nelle OSAS l’O2 – terapia può prolungare la durata delle apnee In tal caso, quindi, deve essere associata a ventilazione meccanica C – PAP (Continuous Positive Airway Pressure) In caso di associazione OSAS - BPCO (overlap syndrome) deve essere, invece, utilizzata in associazione a BiPAP (Bilevel Positive Airway Pressure) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia L’O2-terapia in caso di ipossiemia durante lavoro muscolare è da praticare quando: Le desaturazioni sono documentabili con vari test (walking test, treadmil, cyclette, etc.) La ripetizione della metodica in corso di O2-terapia riscontra la scomparsa della desaturazione e/o della riduzione della PO2 precedentemente rilevate, e quindi un miglioramento della tolleranza allo sforzo INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia L’OLT viene utilizzata rispettando il criterio di ipossiemia marcata e stabile (PaO2 <55 mmHg), quali: nelle forme di I.R. da B.P.C.O. fibrosi polmonari diffuse pneumoconiosi mucoviscidosi malattia trombo-embolica polmonare asma bronchiale moderato e severo INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Accertare la tolleranza all’O2 con un test di almeno 4 ore Nella ipercapnia cronica severa i centri respiratori si adattano all’incremento degli idrogenioni, per cui l’unico fattore capace di stimolarli è quello ipossiemico che agisce direttamente attivando i chemocettori periferici Una ipercapnia cronica severa (PaCO2 >60 mmHg) non rappresenta una controindicazione assoluta all’OLT Nella maggior parte dei casi l’aumento della CO2 è modesto o assente, se sono adeguati alla patologia in atto flusso e concentrazione di O2. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Nella ipoventilazione alveolare centrale l’O2-terapia elimina l’unico fattore capace di stimolare i centri respiratori provocando un aggravamento dell’ipoventilazione e, quindi, dell’ipercapnia Infatti l’I.R. da patologie restrittive della parete toracica (malattie neuro-muscolari, sindrome obesità-ipoventilazione, scoliosi, etc.) viene, quindi, trattata con “ventilazione meccanica” esterna o interna (invasiva o non invasiva) con o senza O2terapia INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Paziente SLA in ventilazione meccanica invasiva mediante tracheostomia e nutrizione artificiale enterale (PEG) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Le procedure diagnostiche sono di facile e routinaria esecuzione grazie alla standardizzazione delle metodiche: Emogasanalisi Pulsossimetria Capnografia INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia L’emogasanalisi (arteriosa o capillare) fornisce dati sull’efficienza globale della funzione respiratoria, in particolare sulla ventilazione alveolare (PaCO2), sugli scambi gassosi (PaO2) e sull’equilibrio acido-base (pH e parametri derivati) Si tratta di una metodica cruenta e non ben accetta dal paziente INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Pulsossimetria Metodo molto comune che viene utilizzato per monitorizzare lo stato di ossigenazione dei pazienti Utilizza due lunghezze d’onda del rosso e dell’infrarosso per misurare l’emoglobina che trasporta l’ossigeno Evidenzia la saturazione e la frequenza cardiaca INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Pulsossimetria continua E’ utile in terapia intensiva o nell’esecuzione di esami diagnostici quali la FBS Pulsossimetria spot Può essere sufficiente per valutare l’efficacia dell’ossigenoterapia ad esempio in pazienti stabili nel postoperatorio INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Pulsossimetria Posizionamento della sonda Negli adulti è preferito il dito o lobo auricolare Nei bambini è preferito il piede Limiti della metodica Movimento Non ottimale circolazione periferica Non fornisce indicazioni su lle forme emoglobinica Esposizione della probe alla luce Pigmentazione cutanea INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Pulsossimetria Monitoraggio transcutaneo La cute viene riscaldata a 44 - 45oC La cute dei neonati e dei bimbi sono ideali E’ molto più sensibile del pulsossimetro Può provocare ustioni cutanee (il terapista dovrebbe muovere gli elettrodi ogni 2-4 ore) Contraindicazioni Cute non integra Allergia ai collanti INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia La pulsossimetria, metodica non cruenta, permette la misurazione continua della SpO2, con possibilità di registrazione e di allarmi Presenta alcuni limiti tra cui una sottostima della SaO2 per valori <60% ed una lettura imprecisa per valori di PaO2 tra 80 e 160 mmHg Altre variabili sono legate ai movimenti del paziente, alla perfusione tessutale (dito, lobo auricolare), alla temperatura corporea, alla presenza di ittero, etc. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Monitoraggio SpO2 notturna AA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Monitoraggio SpO2 notturno in O2 terapia INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Monitoraggio ossimetrico notturno in A.A. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia O2+NIMV in Veglia O2+NIMV notturno con Ega al risveglio INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia La capnografia, metodica sempre incruenta, permette di misurare i valori della CO2 Esistono due metodiche: Il metodo transcutaneo (PtcCO2) Il metodo respiro per respiro (ETCO2) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia La rilevazione respiro per respiro della CO2 è l’ideale quando è necessario avere una risposta rapida ai cambiamenti di stato del paziente E’ utile sia nell’emergenza che in laboratorio (ipoventilazione centrale, malattie neuromuscolari, studio del sonno) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Ossimetria-Capnografia notturna INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Ossimetria-Capnografia notturna INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia EGA in veglia Ossimetria-Capnografia notturna EGA al risveglio INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Le principali fonti di O2 sono rappresentate da: O2 gassoso O2 liquido Concentratore di O2 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia L’O2 liquido rappresenta, per ovvi motivi, la fonte più indicata per l’OLT e rappresenta una buona opzione per: pazienti che possono svolgere attività fuori casa pazienti sottoposti a programmi riabilitativi Si definisce ottimale il flusso di O2 che induce innalzamento della PaO2 (>60 mmHg) e della SaO2 (>92%) senza provocare incrementi significativi della PaCO2 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia: Erogatori O2 Le “cannule nasali” (occhiali) utilizzate per flussi relativamente bassi 1-3 l/min) Le “ventimask” (maschere con effetto Venturi), con impiego di flussi più elevati di O2 (4-8 l/min) Cateteri naso-faringei Cateteri trans-tracheali posizionati per via transcricoidea INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia - Cannule nasali: due tubi che vengono inseriti nella parte anteriore delle narici, sostenuti da un leggero supporto. Mediante le cannule nasali, l’O2 viene erogato solo in fase inspiratoria, mentre durante l’espirazione viene disperso nell’ambiente Le cannule nasali risultano particolarmente idonee per la LTOT a bassi flussi (1- 3 l/m’) Cannula nasale INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Vantaggi: risparmiano al paziente il fastidi della maschera, possono essere tenuti in situ per lunghi periodi. Svantaggi: basse concentrazioni massimali di O2 disponibili per l’inspirazione e l’imprevedibilità di tali concentrazioni, specie se respira a bocca aperta Le cannule nasali hanno il loro limite nella scarsa possibilità di regolare la miscela aria/O2 erogata al paziente. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Maschera di Venturi: l’O2 entrando nella maschera attraverso un getto sottile, induce un flusso costante di aria che entra attraverso i fori circostanti. Con un flusso di O2 di 4 l/m si somministra al paziente un flusso totale (O2+aria) di circa 40 l/m. In questo modo la reinspirazione del gas espirato diventa trascurabile, per cui non si ha accumulo di CO2. Disponibili maschere che somministrano concentrazioni inspiratorie di O2 DEL 24%, 28%, 35%, 40% INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Le “ventimask” trovano prevalente indicazione nell’O2terapia ad alti flussi in corso di 24% 28% 35% 40% riacutizzazione dell’IRC INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia 1. 2. 3. I dispositivi che erogano O2 ad intermittenza solo nella fase inspiratoria, “risparmiatori di O2” , sono di tre tipi: Le valvole a domanda Le cannule con “reservoir” I cateteri trans-tracheali INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Le valvole a domanda forniscono, durante la fase iniziale dell’inspirazione, una dose di O2 in bolo. Si evita così lo spreco dello spazio morto e della fase espiratoria. Sono molto efficienti e permettono di risparmiare il 50 – 80% di O2 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Le cannule con “reservoir” immagazzinano l’O2 per mezzo di una membrana elastica, che crea una camera di riserva durante l’espirazione, per l’erogazione in bolo all’inizio della successiva inspirazione Consentono un risparmio di O2 di circa il 50% al flusso di 0,5-3 l/min INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia I cateteri trans-tracheali permettono un risparmio di O2 del 50% grazie alla esclusione dello spazio morto (vie aeree superiori), che anzi viene utilizzato come “reservoir”. Numerosi i vantaggi, come segnalato in letteratura: Minore consumo di O2 per la respirazione Maggiore tolleranza allo sforzo Maggiore compliance del paziente INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia I cateteri trans-tracheali : complicanze • • • • • • • • malposizionamento, infezione del tratto fistoloso, emoftoe, granulazioni stomali, enfisema sottocutaneo, broncospasmo, presenza di concrezioni di muco alla estremità del catetere, etc. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Maschera di Ossigeno Hi-Ox80 E’ composta Il flusso dei gas è da un sistema controllato da esclusivo di valvole a bassa valvole ad una resistenza (< 1,5 via e di un cm H2O/L/s); la pallone maschera non ha “reservoir” da fori che possono 0,75 L causare diluizione dell’O2 inspirato Greif et al. Supplemental perioperative oxygen to reduce the incidence of surgical wound infections. New Engl. J Med 2002; 342:161-167 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Maschera di Ossigeno Hi-Ox80 L’uso di questa maschera in Pneumologia è utile al trattamento delle fibrosi, asma acuto, ipossiemie tromboemboliche, etc. E’ l’unica che permette la terapia con alte concentrazioni di O2 anche da un “concentratore” o da ossigeno liquido INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Maschera di Ossigeno Hi-Ox80 Un sistema innovativo che permette di garantire alte concentrazioni di FiO2 anche nelle Terapie Domiciliari con riduzione dei costi Il basso consumo di O2 richiesto (max 8 L/m’) la rende utile quando manca una fonte di O2 a parete o nelle situazioni di “trasporto” paziente INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia FiO2 as a Function of Oxigen Flow and Minute Ventilation 100.0% 90.0% O2 Flow 80.0% 8 LPM 70.0% 5 LPM FiO2 % 60.0% 4LPM 50.0% 2LPM 40.0% Actual FiO2 may vary slightly with changes in breathing pattern 30.0% 20.0% 10.0% 0.0% O 5 10 VE 15 20 25 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia TEP SpO2 A.A. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Venturi 40% Maschera con “reservoir” INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia Controindicazioni alla O2 terapia a concentrazioni elevate: • • • • • soppressione dello stimolo ipossiemico sui centri respiratori: scatena o aggrava l’ipoventilazione alveolare e, quindi, l’acidosi respiratoria nei pazienti in cui l’attività respiratoria dipende dallo stimolo ipossiemico tossicità dell’O2; valori di FiO2 > 80%, per oltre 6 ore, provocano incremento dei radicali liberi, danni del tensioattivo e quindi varie complicanze: Congestione della mucosa delle vie aeree Necrosi endoteliale Aumento della permeabilità capillare Edema polmonare Atelettasie, etc.. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia I tempi di somministrazione di O2 devono essere il più possibile vicini alle 24 ore e non inferiori alle 18 ore/die Evitare, possibilmente, “finestre” terapeutiche di tre o più ore Nei pazienti con desaturazioni notturne l’O2 va somministrato solo nelle ore notturne Nei pazienti con desaturazioni sotto sforzo l’O2 va somministrato solo durante attività fisica INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia I vantaggi dell’O2-terapia • Migliora la qualità della vita • Riduce il numero dei ricoveri ospedalieri • Riduce l’ipertensione polmonare • Previene la comparsa di cuore polmonare cronico • Limita l’insorgenza delle aritmie • Controlla la poliglobulia INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Criteri di O2-terapia INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. DEFINIZIONE OBIETTIVI INDICAZIONI CLASSIFICAZIONE VENT. MECC. NON INVASIVA EFFETTI DELLA VENT. MECCANICA PEEP PROGRAMMAZIONE DEL VENTILATORE MONITORAGGIO DEL PAZIENTE VENTILATO COMPLICANZE INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 1. Definizione Ventilazione. Ingresso dell’aria nei polmoni. O2 CO2 Ventilazione meccanica. E’ il prodotto tra l’interazione ventilatore-paziente Volume. Flusso. Pressione. Tempo. O2 CO2 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 2. Obiettivi Obiettivi della Ventilazione meccanica. Conservare la ventilazione alveolare nella fase acuta della patologia respiratoria Evitare il deterioramento meccanico dei polmoni al fine di apportare il volume necessario per mantenere le caratteristiche elastiche dei polmoni. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 3. Indicazioni: ipossiemia ↓FiO2 ipoventilazione Alterazione della diffusione . . alterazione V/Q ↑↑consumo di ossigeno (VO2) periferico ↑↑consumo di ossigeno (VO2) intrapolmonare INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 3. Indicazioni: ipercapnia Ipoventilazione alveolare . . alterazione V/Q INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 3. Indicazioni: criteri Meccanici. Fr > 35 x’. Vt < 5ml/Kg. V min > 10 L Capacità Vitale < 15 ml/kg (n = 30 - 40 ml/Kg). FEV1 < 10 ml/Kg. F.M.I < -20 cms H2O. Radiologici. Edema Polmonare. Atelectasia Total. Broncogramma aereo. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 3. Indicazioni: criteri Patologie con polmoni integri: Depressione del SNC Neuromuscolari Trauma cranici Chirurgia cardiaca Fratture costali multiple Sepsi Tetano Patologia ostruttiva cronica: Asma refrattaria BPCO riacutizzata Patologia restrittiva: Fibosi polmonare Edema acuto del polmone INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 4. Cassificazione Ventilazione controllata (il ventilatore inizia e termina l’atto respiratorio e il lavoro viene svolto tutto dal ventilatore) Ventilazione assistita (il paziente inizia e termina l’atto respiratorio e il lavoro viene svolto in misura variabile dal ventilatore e dal paziente) Ventilazione assistita/controllata (il paziente attiva ogni atto respiratorio che viene successivamente aumentato dal respiratore pur potendo impostare una frequenza di sicurezza) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 4. Cassificazione Invasiva intubazione tracheale tracheostomia Non invasiva nasale-buccale-facciale INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 5. Ventilazione Meccanica Non Invasiva A pressione positiva (NPPV) maschera nasale maschera facciale casco, olive nasali, boccaglio A pressione negativa (NPV) polmone d’acciaio poncho corazza INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 5. Ventilazione Meccanica Non Invasiva Tipi di ventilatori Ventilatori pressometrici. Ventilatori Volumetrici. Pressovolumetrici. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 6. Effetti della Ventilazione Meccanica pO2 Riposo respiratorio. Prevenzione delle atelectasia. Stimolo al drenaggio linfatico polmonare. Controllo della concentrazione dell’ossigeno Modifica la relazione ventilazione/perfusione.(V/Q). pH pCO2 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 7. PEEP: Pressione Positiva di Fine Espirazione Indicazioni ipossiemia refrattaria. Quando la PaO2 < 50 mmHg con una FiO2 del 60%. PaO2 < 60 o 70 mmHg con una FiO2 alta ed infiltrati polmonari diffusi. Atelectasie lobari/segmentarie. Controindicazioni. Assolute. Cardiopatie congénite. Relative. Shock Stato di male asmatico. Trauma cranico. Ipovolemia. Fibrosi o Patologie inflitrative del polmone. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 7. PEEP: Pressione Positiva di Fine Espirazione L‘ uso della PEEP migliora l’ ossigenazione, ↓ la D(A-a)O2, ↑ CFR ↓ Qs/Qt, Curve Pressione Pressione PEEP 0 cm H2O 0 Tempo cm H2O Tempo INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 8. Programmazione del Ventilatore Volume Controllato. Volume Corrente 6 - 8 ml/kg Modalità. Pressione Controllata Pressione Inspiratoria 8 - 10 ml/Kg. 10 - 30 cm H2O. Vm = Vc x Fr. Monitoraggio Presione Rapporto I/E N = 1 : 2.0 Fr. Vc. Flusso Pressione di plateau Onde di Flusso Volumi Rapporto I/E N = 1 : 2.0 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 9. Monitoraggio del paziente ventilato Ossimetría Emogasanalisi arteriosa RX torace Glicemia ed elettroliti Esami microbiologici dell’espettorato Monitoraggio V, P, Fr, FiO2 Controllo capnografico INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica 10. Complicanze Barotrauma ↑ PIC ↓ Funzione renale ↓ Funzione epatica Non ottimale mobilizzazione delle secrezioni Polmonite in ventilazione (VAP) Tossicità dell’ossigeno Complicanze psicologene INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Ventilazione meccanica non invasiva a pressione negativa I polmoni vengono ventilati artificialmente riducendo la pressione ambiente intorno la parete toracica INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica weaning Criteri necessari: Buona attività dei muscoli respiratori Stabilità emodinamica Buoni valori emogasanalitici Assenza di processi infettivi Assenza di sedazione Criteri respiratori: Fr < 38 Vt > 4ml/kg (>325 ml) V min <15 l/min Sat O2 > 90% Pa O2 > 75 mmHg PaCO2 < 50 mmHg Fi O2 < 60% P ins max < -15 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Ventilazione volumetrica: viene preimpompostato il Vt Pressure Ventilation: Pre-set Inspiratory pressure will be delivered to the patient. Mandatory breaths: Breaths that the ventilator delivers to the patient at a set frequency, volume, flow. Spontaneous breaths: Patient initiated breath. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Triggering: The sensitivity of the ventilator to the patient’s respiratory effort. Either flow or pressure setting that allows the ventilator to detect the patient’s inspiratory effort. Allows the ventilator to be in synchronization with the patient’s spontaneous respiratory efforts improving patient comfort during mechanical ventilation. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Minute Ventilation = RR X VT VT = 10-12 ml / kg (IBW) RR = 10-12 bpm (average) PaCO2 = 35-45 mmHg ETCO2= 30-43 mmHg pH = 7.35-7.45 ( 6-10 lpm) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica FIO2 PEEP PaO2 target 80-100 mmHg PaO2 / FiO2 > 200 Pulse Oximeter Saturation > 95 % oxygen toxicity : a) can occur as early as 24 hours after high oxygen exposure b) more frequent if the FiO2 is > 0.5 c) clinically resembles adult respiratory distress syndrome d) very important to avoid since this often results in an inescapable vicious cycle of high oxygen requirements ultimately resulting in fatal respiratory failure. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Modi di ventilazione comunemente utilizzati A/C : Assistita-Controllata PSV: Ventilazione a Supporto di Pressione. PCV: Ventilazione a Controllo di Pressione. NIPPV : Ventilazione Meccanica Non Invasiva. CPAP: Pressione Positiva Continua delle Vie Aeree. BIPAP: Pressione Positiva delle Vie Aeree Bi-level INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica A/C : Assist-Control Ventilation Parameters set: VT RR FiO2 PEEP Flowrate The ventilator will deliver the set VT for all mandatory and spontaneous breaths. The VTR assumes most/all of the work of breathing. Some patients may tend to hyperventilate on this mode. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica A/C : (Cont’d) Background: ventilator provides full tidal volume at a minimum preset rate additional full tidal volumes given if the patient initiates extra breaths Advantages: provides near complete resting of ventilatory muscles an be effectively used in awake, sedated, or paralyzed patients Disadvantages: patients can hyperventilate and become alkalotic patients can "stack" breaths (air trapping) and develop barotrauma patients can develop "autoPEEP" with barotrauma or hypotension INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica PSV: Pressure Support Ventilation. Initial settings: set PS at the pressure required to generate VT of 8-10 ml/kg (this will usually be about the same as the plateau pressure) FiO2 = 1.0 PEEP Spontaneous mode of ventilation. Can be used alone or in combination with mandatory modes. Mode used to wean patients from VTR. VT is variable, dependant on PS level set above PEEP, patient effort, chest compliance, resistance to flow. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA PSV: (Cont’d) Ventilazione Meccanica Background: not a volume-cycled mode when the patient triggers the ventilator, a set pressure (1-100 cm) during the patient's inspiration; this air pressure is stopped when patient ceases to inspire. tidal volume and minute ventilation are dependent on the patient Advantages: avoids patient-ventilator aschrony patients often more comfortable since they have full control over their ventilatory pattern and minute ventilation often avoids breath stacking and autoPEEP (especially in patients with COPD) ability to permit self-determination of respiratory rate and to permit forced exhalation offers substantial advantages in status asthmaticus (Meduri, 1996) Disadvantages: cannot be used in heavily sedated, paralyzed, or comatose patients respiratory muscle fatigue can develop if the pressure support is set too low INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica PCV: Pressure Control Ventilation. Parameters set: (Mode: Either SIMV or A/C) PC (Inspiratory pressure above PEEP) PEEP FIO2 RR & (I:E) Ratio & Ti INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica PCV:(Cont’d) Background: the breath is pressure limited rather than volume limited best reserved for patients with ARDS Advantages: in ARDS, pO2 may increase 10-15% Disadvantages: there is no guaranteed tidal volume and thus there is no guaranteed minute ventilation you must be very attentive to changes in the patients respiratory mechanics since unstable reactive airways disease can dramatically affect minute ventilation air trapping can be a problem CO2 retention frequently occurs (although this may be acceptable in "permissive hypercapnia" strategies for ventilation of some patients with acute respiratory failure) in general, patients must be heavily sedated since this is an uncomfortable mode for most patients INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Whats the difference between PEEP & CPAP ? PEEP is a term used for Positive end expiratory pressure delivered invasively via a mechanical ventilator to an intubated / tracheostomized patient during mechanical ventilation. CPAP is a term used for the delivery of End expiratory pressure non-invasively via a face mask or nasal mask using a non-invasive ventilator device while the patient breaths spontaneously. (Respironics Vision or Respironics ST/D) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica PEEP: Positive End Expiratory Pressure CPAP: Continuous positive airway pressure Initial settings: 5 cm is fairly standard and in many hospitals is used on most patients initially placed on the ventilator changes in PEEP may not be reflected by changes in arterial blood gases for 20-30 minutes so changes in the PEEP setting should usually not be made faster than this the ventilator circuit should not be broken unless absolutely necessary; disconnecting the patient (for example, to transport him/her) can result in an immediate loss of the benefit of PEEP which can require 20-30 minutes or more to restore PEEP is added in increments of 2-5 cm until the "best PEEP" is obtained there is no optimal way to assess "best PEEP" some PEEP authorities choose the level which provides the highest static compliance (in other words, the lowest airway plateau pressure) in general, use the lowest amount which gives the desired effect on pO2 without lowering blood pressure, reducing cardiac output, or increasing the plateau pressure on the ventilator PEEP over 20 cm is rarely beneficial and usually results in additional pressure-induced lung injury INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica PEEP: (Cont’d) Background: ventilator provides a fixed positive airway pressure at the end of expiration when used with assist-control ventilation, the term PEEP is used when used with spontaneous breathing, the term CPAP (continuous positive airway pressure) is used Advantages: opens closed alveolar units thus improving lung compliance and oxygenation to a point, peak and plateau airway pressures actually decrease since there are more alveoli open at the beginning of inspiration may improve secretion drainage from otherwise closed alveoli can reduce right ventricular venous return and also lower left ventricular afterload can be given on the ventilator or via a CPAP mask in the non-intubated patient Disadvantages: barotrauma can be risky and counterproductive in patients with obstructive airways disease may worsen hypoxemia in patients with localized (as opposed to diffuse) lung disease (eg, pneumonia) hypotension and reduced cardiac output increased cardiac shunt (especially PFOs) increased intracranial pressure decreased renal perfusion hepatic congestion INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica NIPPV : Non-invasive mechanical ventilation. Mechanical ventilatory support delivered to the patient via face mask or nasal mask versus artificial airway. Modes: CPAP BIPAP (or Pressure-Support) Equipment: BIPAP VISION or BIPAP ST/D Mask cycled ventilation = using a conventional ICU ventilator noninvasively (by mask) with either PSV or A/C with PEEP. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica BIPAP: Bi-level positive airway pressure. Parameters set: IPAP : Inspiratory positive airway pressure EPAP : Expiratory positive airway pressure. Back-up Rate : The unit will cycle from IPAP / EPAP a predetermined number of times per minute however does not guarantee a VT delivery. FiO2: O2 flow can be added to the circuit from an external source, in which case O2 is diluted by the flow from the unit. (FiO2 max + 0.5) BIPAP Vision has an internal O2 blender allowing FiO2 1.0 INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica BIPAP: (cont’d) Indications: chronic muscle dysfunction ventilatory muscle fatigue Hypoxemia despite FIO2 0.55 post-extubation difficulty in whom you wish to avoid reintubation upper airway obstruction due to laryngeal / supra or sub-glottic edema, Sleep Apnea (Obstructive, Central) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica BIPAP: (cont’d) CONTRAINDICATIONS & Relative Contraindications: Patients requiring high FiO2 may not tolerate the BIPAP. Incapable of maintaining life sustaining ventilation in the event of malposition of the mask. BIPAP is a relatively contraindicated in patients with a full stomach or conditions that can result in delayed gastric emptying or regurg and vomiting. Full stomach or conditions that can result in delayed gastric emptying or regurg and vomiting. pre-existing bullbous lung disease represent a relative contraindication to PPV. Hypotension induced by Positive pressure ventilation. History of allergy or hypersensitivity to plastic or latex. (Face mask, nasal mask) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica BIPAP: (cont’d) COMPLICATIONS: The following is a list of some of the possible complications associated with the use of BIPAP: Skin rash, breakdown on the nose or ears, cheeks Eye problems : Drying , Conjunctivitis Aspiration of stomach contents : Aspiration Pneumonia Pressure sores from the face mask or strap Tachypnea, SOB, anxiety and panic, claustrophobia INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Causes of failure to wean: 1. Hypoxemia Diffuse pulmonary disease Focal pulmonary disease (Pneumonia) Pulmonary edema (removal of positive pressure can increase preload preload and lead to worsening heart failure) 2.Insufficient Ventilatory Drive: response to metabolic alkalosis Inadequate function of CNS drive (Ex: sedatives, malnutrition) 3. Excessive Ventilatory Drive: Excessive CO2 production (sepsis, agitation, fever, high carbohydrate carbohydrate intake) 4. Respiratory Muscle Weakness: Neuromuscular disease Malnutrition Drugs (Neuromuscular blocking agents, Corticosteroids,aminoglycosides) Corticosteroids,aminoglycosides) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Causes of failure to wean: (Cont’d) 5. Excessive Work of Breathing: Airway obstruction Bronchospasm Secretions Increased Raw (ETT) ETT too small Chest motion restriction (pain, bandages) 6. Acid base disorders 7. Phrenic nerve Injury (especially with contralateral pulmonary disease) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Troubleshooting: RULE OF THUMB: If your not sure if the Ventilator is working properly, you must manually ventilate the patient with the Ambu-bag & 100% O2 until the RT is present. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Alarms & Troubleshooting: High Peak Inspiratory Pressure: Secretions Patient biting ETT Patient coughing Low Pressure Alarm or low PEEP alarm: Disconnect (check all connections) Apnea (Servo B,C) Low Tidal Volume Spontaneous: Circuit disconnect Secretions INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Complications associated with Mechanical ventilation: Ventilation-related complications: Disconnection Malfunction hemodynamic effects: a) decreased cardiac output due to impaired venous return to the right heart and increased pulmonary venous resistance due to positive pressure alveolar distension b) autoPEEP Barotrauma or Atelectasis Oxygen toxicity Respiratory alkalosis Increased intracranial pressure INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Complications associated with Mechanical ventilation: (Cont’d) Suctioning-related complications: Hypoxemia a) patients should always be pre-oxygenated with 100% oxygen prior to suctioning b) suction time should be limited Arrhythmias Nosocomial infections INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Lung Compliance & Resistance & Auto-Peep The RT do these measurements on A/C mode, Square flow waveform and 60 lpm flow. The patient must not be triggering the VTR with every breath. Some patients may require sedation/paralysis for these measurements to be accurate. Lung Compliance: (Normal for VTR patient : Change in volume per cmH20 change in pressure. VT(Exhaled) Plateau - Peep INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Lung Compliance Compliance of the lung is defined as the volume change per unit of pressure change. Tissue elastic forces and surface tension impede inflation of the lung. Compliance measures the opposition of the lung to inflation. Elastance is the property of resisting deformation. Compliance represents the ease with which a body stretches, or its distensibility. Compliance = 1 Elastance Compliance (Lung) = Change in Volume Change in Pressure Normal Compliance of the Adult lung averages 0.2 l/cmH20 60 to 90 mL/cm H2O in the mechanically ventilated patients. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Resistance: RAW Normal value for Artificial Airway 6-8 cmH20/L/sec RAW = PIP - Plat FLOW lps Airway Resistance is a product of the frictional forces associated with ventilation. Those forces are due to the anatomical structure of the airways and the resistance of the lungs and adjacent tissues and organs, rib cage, and diaphragm. However, it is airway resistance that is evaluated during mechanical ventilation. Airway Resistance depends on four major factors; gas viscosity, gas density, the length and diameter of the airways, and the flow rate of gas through the tube. The two most important factors for the therapist however are airway diameter and gas flow. RAW across the ETT can also be measured.(RAWdistal-Raw Proximal) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA Ventilazione Meccanica Auto-Peep AKA: Intrinsic-PEEP or Air trapping Effects: Flattend the diaphragm, impares respiratory muscle function thus reducing the patient’s ability to assume the respiratory workload. The patient must also generate a larger then normal pressure differential to trigger an inspiratory breath. Techniques to minimize Auto-Peep: Decrease airflow obstruction: Aggressive bronchodilation, secretion clearance. Minimize Insp time increase Insp. Flowrate, prolong Exp time Decrease VT, RR & Permissive hypercapnia Apply PEEP to match level of autopeep. INSUFFICIENZA RESPIRATORIA: CONCLUSIONI DEFINIZIONE CLASSIFICAZIONE Tipo 1 (ipossiemica) Tipo 2 (ipossiemicaipercapnica) STADI EVOLUTIVI I.R. latente-parziale-globale ETIOPATOGENESI FISIOPATOLOGIA IPOSSIEMIA (ipoventilazione, squilibrio Va/Q, shunt, alterazione della diffusione) IPERCAPNIA (ipoventilazione, squilibrio Va/Q) INSUFFICIENZA RESPIRATORIA: CONCLUSIONI DEFINIZIONE CLINICA Impegno respiratorio, cardiovascolare, neurologico DIAGNOSI criteri emogasanalitici TERAPIA farmacologica, ossigenoterapia (metodiche di somministrazione), ventiloterapia EQUILIBRIO ACIDO-BASE pH EMATICO << 7.36 7.36 >> 7.44 7.44 ACIDOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ACIDOSI RESPIRATORIA 1. Definizione L’acidosi respiratoria è un disordine primario acido base in cui si ha ritenzione di anidride carbonica che non può essere smaltita dai polmoni e resta a livello del sangue e di conseguenza dei tessuti dove si combina con l’Hb e le proteine (tamponi cellulari): l’HHb: proteinati Hb. ACIDOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ACIDOSI RESPIRATORIA 2. Caratteristiche Soggetto normale che respira in aria ambiente a livello del mare o normale pressione barometrica: PaCO2 35-45 mmHg (PaCO2 40 +/- 5 mmHg). L’acidosi respiratoria è caratterizzata da: Aumento PaCO2 (ipercapnia)* Riduzione del pH arterioso incremento variabile HCO3 plasmatici *L’ipercapnia costituisce anche la risposta compensatoria all’alcalosi metabolica ed in questo caso non si definisce acidosi respiratoria ACIDOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ACIDOSI RESPIRATORIA 3. Etiologia L’acidosi respiratoria è causata dall’inefficienza della ventilazione polmonare, dovuta alle cause più svariate. Si distingue in: Acuta Cronica ACIDOSI RESPIRATORIA 3. Etiologia Acidosi respiratoria acuta: Cause 1. aggravamento acuto di una broncopneumopatia cronica 2. grave crisi di asma 3. polmonite 4. edema polmonare 5. inibizione del centro del respiro a causa di un arresto cardiaco, un sovradosaggio di stupefacenti, etc. 6. somministrazione di ossigeno in un paziente con ipercapnia cronica ACIDOSI RESPIRATORIA 3. Etiologia Acidosi respiratoria cronica: Cause 1. broncopneumopatia cronica ostruttiva 2. ipoventilazione alveolare per alterazione del drive centrale o della giunzione muscolo scheletrica 3. sindrome apnea-sonno ACIDOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia Dal metabolismo endogeno vengono prodotte 15.000 mmol di CO2 al giorno: la stessa in circolo si lega con H2O formando H2CO3. CO2 + H2O A.C. H2CO3 H2CO3 + Hb A.C. H+ + HCO3- HHb + HCO3- quota di HCO3- che si forma con questa reazione lascia poi gli eritrociti ed entra nei liquidi extracellulari, scambiandosi con Clextracellulare. La A.C.: anidrasi carbonica ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia • La CO2 che si forma dai processi metabolici viene principalmente trasportata in circolo come HCO3- con modificazioni solo modeste del pH extracellulare • Negli alveoli il processo è inverso. Quando l’ HHb viene ossigenata vengono rilasciati degli H+. Questi ioni H+ si combinano con HCO3- per formare H2CO3 e, in seguito, CO2 che viene escreta. ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia • La ventilazione alveolare è deputata a fornire l’O2 per i processi metabolici di ossidazione e per eliminare la CO2 prodotta dagli stessi processi metabolici • L’acidosi respiratoria è sempre dovuta ad una ridotta ventilazione alveolare ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia I fondamentali stimoli fisiologici alla respirazione sono quindi: • Riduzione di PO2 arteriosa (ipossiemia) che agisce a livello dei chemocettori del glomo carotideo • Aumento di PCO2 arteriosa (ipercapnia) che agisce soprattutto determinando un aumento degli ioni H+ a livello dei centri respiratori superiori. ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia •Lo stimolo principale alla ventilazione è costituito dalla CO2 (la ventilazione aumenta di 1-4 l/min. per ogni aumento di 1 mmHg di PaCO2) •Lo stimolo dell’ipossiema alla ventilazione diventa importante quando la PaO2 scende al di sotto di 50-60 mmHg e quando i centri respiratori si “assuefanno” all’aumento cronico degli ioni H+. ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia L’ipercapnia e l’acidosi respiratoria sono quasi sempre dovute ad una riduzione della ventilazione alveolare efficace e non ad un aumento della produzione di CO2 ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia • I pazienti con ipercapnia sono anche ipossiemici se respirano normale aria ambiente. L’ipossiemia si instaura prima ed è più imporante dell’ipercpnia. • I fattori che contribuiscono a questo fenomeno sono: 1. la diffusibilità e la solubilità della CO2, che è 20 volte maggiore dell’ O2. 2. L’ aumento della ventilazione nei settori relativemente normali che riesce ad eliminare una maggiore quantità di CO2, ma non a far captare una maggiore quantità di O2, in quanto in queste aree polmonari la saturazione dell’Hb si avvicina al 100%. ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia Acidosi respiratoria acuta In situazioni acute il pH extracellulare viene controllato in modo diverso nell’acidosi metabolica e respiratoria. Nella acidosi metabolica il tamponamento extracellulare, quello intracellulare e l’iperventilazione inducono tutti la diminuzione del pH. Nell’acidosi respiratoria non c’è la possibilità del tamponamento extracellulare in quanto l’HCO3- non può tamponare H2CO3. Infatti i tamponi cellulari, l’emoglobina e le proteine, costituiscono le sole protezioni contro l’aumento di H+ da l’ipercapnia, in quanto la risposta renale è lenta a svilupparsi. ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia EGA: valori normali pH = 7.40 +/- 0.04 PaCO2 = 40 +/- 5 mmHg PaO2 = 97 mmHg SaO2 = 97% Hb =16g% SB = Esprime i bicarbonati standard, cioè la concentrazione del bicarbonato nel plasma del sangue, equilibrato ad una pCO2 di 40 mmHg e con O2 allo stato di saturare completamente l’Hb AB = 25 +/- 2,5 mEq/l Esprime i bicarbonati attuali cioè la quantità di bicarbonato ottenuta anaerobicamente dal sangue arterioso BE = +/- 2,5 mEq/l Esprime l’eccesso di basi, vale a dire la quantità di acido che deve essere aggiunta al sangue per normalizzare il suo pH a 7.40 TCO2 = 24-33 mEq/l oppure 53/75 Vol% Esprime il contenuto di CO2 e rappresenta la somma di tutte le forme di anidride carbonica presenta nel plasma: CO2 disciolta nel plasma 6%; CO2 derivata HCO3- viaggia come bicarbonato; CO2 deriva dall’H2CO3 in combinazione con Hb circa 24% ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia Acidosi respiratoria acuta: meccanismo renale non attivo EGA pH < 7.36 PaCO2 > 45 mmHg BE normali SB normali AB normali TCO2 lievemente aumentata ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia Acidosi respiratoria cronica In situazioni croniche l’aumento di PaCO2 induce un incremento della secrezione renale degli ioni H+ed aumento della quantità di HCO3 – nel liquido extracellulare Per tale effetto dopo 3-5 giorni viene raggiunto un nuovo equilibrio in cui ogni incremento di 10 mmHg di PaCO2 corrisponde un aumento della concentrazione plasmatica di HCO3- di 3,5 mEq/L ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia Acidosi respiratoria non compensata Urine •pH fortemente acido •incremento •riduzione eliminazione NH4Cl bicarbonati Sangue •incremento •riduzione K+ e Na+ Cl- ACIDOSI RESPIRATORIA 4. Fisiopatologia Acidosi respiratoria compensata EGA pH N PaCO2 > 45 mmHg BE > 2 mmEq/l AB > 27-28 mmEq/l BS aumentati TCO2 aumentata La concentrazione di AB è maggiore di quella di SB ACIDOSI RESPIRATORIA pH EMATICO << 7.36 7.36 ACIDEMIA L’acidemia riduce la contrattilità miocardica ed induce un ipertono vagale; un pH < 7.10 comporta il rischio di arresto cardiaco. Gli effetti sul sistema nervoso sono evidenti nonostante l’incremento di flusso ematico cerebrale indotto dall’aumento degli H+. ACIDOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ACIDOSI RESPIRATORIA 5. Sintomi clinici L’acidosi respiratoria può provocare una serie di alterazioni neurologiche che determinano: Cefalea Visione offuscata Agitazione Tremori Delirio e sonnolenza (carbonarcosi) L’azione dell’acidosi sull’apparato cardio-vascolare induce riduzione della frequenza cardiaca e dell’ampiezza del polso arterioso fino all’arresto cardiaco. ACIDOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ACIDOSI RESPIRATORIA 6. Diagnosi I segni principali dell’acidosi respiratoria sono: pH acido (< 7.36) Ipercapnia ACIDOSI RESPIRATORIA pH EMATICO -<< HCO HCO33 ACIDOSI METABOLICA >> PaCO PaCO22 ACIDOSI RESPIRATORIA ACIDOSI RESPIRATORIA 6. Diagnosi Forma compensata pH 7,363 PaCO2 59,4 PaO2 51,2 HCO333,3 TCO2 35,1 ABE 5,8 SBE 7,4 mmHg mmHg mmol/l mmol/l mmol/l mmol/l ACIDOSI RESPIRATORIA 6. Diagnosi Forma scompensata pH 7,307 PaCO2 74,8 PaO2 21,6 HCO336,5 TCO2 38,8 ABE 6,7 SBE 9,5 mmHg mmHg mmol/l mmol/l mmol/l mmol/l ACIDOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ACIDOSI RESPIRATORIA 7. Terapia Rimozione causa: corpo estraneo; riacutizzazione (AECB); etc. Controllo patologia di base Utilizzo protesi ventilatorie EQULIBRIO ACIDO-BASE pH EMATICO << 7.36 7.36 ACIDEMIA >> 7.44 7.44 ALCALOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ALCALOSI RESPIRATORIA 1. Definizione E’ un disturbo dell’equilibri acido-base dovuto a cause diversissime che determinano iperventilazione alveolare e, quindi, diminuzione della PaCO2. ALCALOSI RESPIRATORIA 2.Caratteristiche Disturbo clinico caratterizzato da. Aumento del pH arterioso (o da riduzione della concentrazione degli ioni H+ Basso valore di PaCO2 (ipocapnia) Riduzione di grado variabile della concentrazione plasmatica di HCO3 Deve essere distinta dall’acidosi metabolica in cui la concentrazione plasmatica di HCO3- la PaCO2 sono ridotte, mentre il pH diminuisce ALCALOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ALCALOSI RESPIRATORIA 2. Etiologia • Ipossiemia - Malattie polmonari: polmonite, fibrosi interstiziale, embolia, edema - Insufficienza cardiaca congestizia - Ipotensione o grave anemia - Altitudine • Malattia polmonare • Stimolazione diretta del centro respiratorio midollare - Iperventilazione psicogena o volontaria - Insufficienza epatica - Setticemia da gram-negativi - Intossicazione da salicilati - Esiti di correzione di acidosi metabolica - Gravidanza e fase luteinica del ciclo mestruale (dovuta al progesterone) - Malattie neurologiche:accidenti cerebro-vascolari, tumori pontini • Ventilazione meccanica ALCALOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ALCALOSI RESPIRATORIA 3. Fisiopatologia • • Forme acute scompensate Insorgenza improvvisa Compenso renale non ancora attivo Forme croniche compensate Insorgenza lenta nel tempo Compenso renale in atto ALCALOSI RESPIRATORIA 3. Fisiopatologia Alcalosi respiratoria acuta non compensata EGA pH > 7.44 PaCO2 < 35 mmHg BE ridotti SB normali AB normali TCO2 lievemente diminuita AB e SB hanno lo stesso valore ALCALOSI RESPIRATORIA 3. Fisiopatologia Alcalosi respiratoria compensata EGA pH normale PaCO2 < 35 mmHg BE < 2 mEq/l SB > AB AB < 20 mEq/l SB diminuite TCO2 diminuita ALCALOSI RESPIRATORIA 3. Fisiopatologia Alcalosi respiratoria non compensata e compensata Urine •aumento pH •riduzione acidità titolabile •riduzione eliminazione NH4Cl •incremento eliminazione bicarbonati Sangue •riduzione K+, Na+ e Ca++ •incremento Cl- ALCALOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ALCALOSI RESPIRATORIA 5. Sintomi clinici I sintomi sono correlati a un aumento della irritabilità del SNC e SNP includono: Vertigini Parestesie circumorali Torpore e tremore delle dita delle mani e piedi Sudorazione Palpitazione Ronzio auricolare Tremore Possono, inoltre, essere presenti: dispnea, fame d’aria, sudorazione diffusa con sensazione di paura intensa o panico, o sensazione di irrealtà, crampi muscolari, gravi dolori precordiali, dolori epigastrici con nausea, diarrea, vomito. ALCALOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ALCALOSI RESPIRATORIA 6. Diagnosi I segni emogasanalitici principali sono: pH alto (> 7.44) Ipocapnia Bicarbonato: - circa 20 mEq/l in caso di alcalosi acuta - circa 16 mEq/l in caso di alcalosi cronica EQULILIBRIO ACIDO-BASE pH EMATICO ->> HCO HCO33 ALCALOSI METABOLICA << PaCO PaCO22 ALCALOSI RESPIRATORIA ALCALOSI RESPIRATORIA 1. DEFINIZIONE 2. CARATTERISTICHE 3. ETIOLOGIA 4. FISIOPATOLOGIA 5. CLINICA 6. DIAGNOSI 7. TERAPIA ALCALOSI RESPIRATORIA 7. Terapia Controllo patologia di base: antibiotici, cardiotonici, vasodilatatori, antipiretici, sedativi etc. Nelle forme più gravi supporto ventilatorio di tipo meccanico