Tesi d’esame di Maturità 2008/2009 Liceo Scientifico Tecnologico “Guglielmo Marconi” THE SCIENTIFIC CARE Curiamoci con la scienza Vincenzo Ronca Classe V Bs Storia: quando la guerra uccide lentamente Scienze della Terra: il Sole malato Italiano: Italo Svevo, riflessioni patologiche THE SCIENTIFIC CARE Curiamoci con la scienza Matematica per la medicina Sistemi applicati alla casistica patologica Fisica terapeutica Inglese: Biologia the interior monologue moderna e medica Menù Principale Matematica Inglese Italiano Sistemi Storia Scienze della Terra Biologia Fisica Matematica Modellizzazione di fenomeni fisici-chimici Analisi del modello Conclusioni Cos’è un modello matematico Un modello matematico è un modello costruito usando il linguaggio e gli strumenti della matematica. Come tutti gli altri modelli usati nella scienza, il suo scopo è quello di rappresentare il più possibile fedelmente un determinato oggetto o fenomeno reale. Grazie alla decodifica del genoma umano si è riscontrato un notevole aumento delle interazioni tra matematici, medici e biologi. Ciò è stata una risposta alla domanda di tipo evoluzionistico che si era posto il settore biomedico. Il medico, in genere, ha due esigenze: la prima è quella di comprendere ciò che osserva al momento e la seconda è capire cosa succederà in futuro o meglio, come si evolverà quella situazione presente. Quindi la modellizzazione matematica di un fenomeno fisico-chimico quale può essere una determinata patologia permette di soddisfare in modo completo la seconda e, forse più importante, esigenza del medico. Analisi del modello A questo proposito è stato creata una modellizzazione matematica a sostegno della cura contro il cancro. In particolare si è scelto di prendere in esame la crescita delle masse tumorali. Per analizzare il modello della crescita delle masse tumorali bisogna innanzitutto definire i fattori che influenzano il fenomeno considerato. Il tumore è un insieme di milioni di cellule legate da vincoli di adesione che vivono in ambiente acquoso riempito da una rete di proteine. La crescita della massa tumorale dipende quindi dalla densità delle suddette cellule tumorali e nell’area di tessuto malato e dalla concentrazione dei fattori chimici che controllano la crescita di queste masse, stimolandola o inibendola. Quindi i fattori, o meglio gli attori, da considerare nell’analisi sono due: •la densità delle cellule tumorali indicata con •la concentrazione dei fattori chimici indicata con c. Questi due attori messi in opportuna relazione con lo spazio e il tempo in cui agiscono danno origine a due termini di produzione: •il termine T relativo a •il termine G relativo a c Quindi si arriva alle due equazioni: v T t s c cw G t s Dove v è la velocità di proliferazione delle cellule tumorali e w è la velocità di convezione dei fattori chimici Conclusioni Dalle due equazioni si evince istantaneamente come i termini di produzione G e T dipendano direttamente da velocità di proliferazione delle cellule tumorali e da velocità di convezione dei fattori chimici; a loro volta questi due fattori dipendono dai relativi coefficienti di diffusione e degradazione. Ciò che è veramente importante è che modificando la velocità di proliferazione e di convezione mediante l’azione sui coefficienti di diffusione e degradazione si può arrivare a una completa cura ed estirpazione del cancro o comunque a una notevole riduzione del tessuto malato: questo è di vitale importanza per un chirurgo al momento dell’asportazione del tumore per poter salvare la maggior parte di tessuto sano possibile. T Andamento della crescita di una massa tumorale t T Andamento di una massa tumorale che attacca tessuto normale neoplasia To tessuto normale Menù Principale t Fisica Fisica per curare Il LINAC Campo elettrico Campo magnetico Fisica per curare Nell’ultimo decennio si sono fatti molti passi avanti nell’evoluzione di tecniche e metodi per eliminare o circoscrivere un tessuto canceroso. Una di queste è la radioterapia convenzionale: essa si basa sul principio d'indirizzare la radiazione ionizzante sulle cellule cancerogene per danneggiarne il DNA. Le cellule sane dispongono di meccanismi atti a riparare i danni che possono avvenire sul loro DNA, ma nelle cellule cancerogene questi meccanismi sono molto meno efficienti. Per garantire questo risultato vengono utilizzate tecniche appropriate avvalendosi di differenti tipi di radiazioni, sia fotoniche (raggi X o raggi gamma γ) o corpuscolari (elettroni veloci, raggi alfa α, raggi beta β, ioni carbonio) distribuite alla sede neoplastica, preservando al massimo le strutture adiacenti. Il LINAC Quindi concentrandosi sulle radiazioni corpuscolari, esattamente quelle derivanti dagli elettroni veloci, vengono introdotti due concetti fisici fondamentali: il campo elettrico e il campo magnetico. Essi sono basilari in questo tipo di radioterapia: gli elettroni sono accelerati da un’energia di circa 10 MeV da un linac, un dispositivo lineare acceleratore costituito da un tubo al cui interno è presente un campo elettrico oscillante a frequenza costante di 3 GHz; quindi gli elettroni usciti dal linac sono deviati di 270° da un campo magnetico costante perpendicolare alla velocità degli elettroni generato, appunto, da un magnete; in questo modo gli elettroni sono collimati in unico fascio indirizzato esclusivamente alla parte di tessuto tumorale. Il campo elettrico Una regione di spazio si dice sede di un campo elettrico quando, prendendo un corpo di prova elettricamente carico e ponendolo in un punto di questa regione di spazio, si nota che il corpo di prova è soggetto e influenzato da forze di natura elettrica. Quindi il vettore campo elettrico definisce quantitativamente l’effetto del campo in tutti i suoi punti, il suo modulo è dato dal rapporto tra la forza che agisce su una carica di prova posta in un punto del campo elettrico e la carica stessa, la direzione e il verso del vettore campo elettrico sono gli stessi di quelli della forza che agisce sulla carica. Per rappresentare graficamente il campo elettrico si costruiscono le sue linee di forza. L’immagine mostra la direzione il verso delle linee di campo elettrico prima nel caso in cui si abbiano due cariche concordi (figura a sinistra) e nel caso se ne abbiano due opposte (a destra) Il campo magnetico Il campo magnetico è un campo vettoriale: associa, cioè, ad ogni punto nello spazio un vettore, eventualmente variabile nel tempo, il cui effetto fisico si esplica in termini della forza di Lorentz subita da una carica elettrica in movimento nel campo magnetico. La direzione del vettore campo è la direzione indicata dalla posizione d'equilibrio dell'ago di una bussola immersa nel campo. Il verso del vettore campo si determina con la regola della presa della mano destra. Ciò che fornisce una rappresentazione del campo magnetico sono le linee di campo, costruite in modo da essere tangenti, in ogni punto, alla direzione di un ago magnetico di prova posto in quel punto. Quindi una carica che, come nel caso del linac alla base della radioterapia, entra in un campo magnetico con un vettore velocità diverso da zero e perpendicolare alle linee del campo, essa assume un moto circolare uniforme. La circonferenza intorno a cui si muove la carica è caratterizzata da un raggio derivante da: mv r qB dove m è la massa della particella, v è il modulo del vettore velocità della particella, q è la carica della particella e B è l’intensità del campo magnetico L’immagine mostra la disposizione, secondo le linee di campo magnetico, della limatura di ferro in corrispondenza di un magnete Di seguito è condotta la determinazione dell’intensità del campo magnetico necessario a deviare di 270° l’elettrone proveniente dal linac, considerando che lo stesso elettrone si muova di moto circolare uniforme intorno a una circonferenza di raggio 14mm. Si nota che, oltre a essere molta alta la velocità con cui gli elettroni escono dall’acceleratore di particelle, è molto intenso anche il campo magnetico (circa 1000 volte più intenso di quello terrestre): un’idea di ciò è data bastando pensare al campo magnetico generato da un dispositivo per risonanze il quale se applicato a un paziente che possiede protesi nel proprio corpo (materiale metallico) può procurargli gravi danni in quanto la protesi sarebbe estirpata dal corpo del paziente. E 10MeV energia cinetica dell ' elettrone 3 2 e 1,6 1019 C carica dell ' elettrone angolo di deflession e 1 2 2E 2 x1,6 1019 107 J 9 E mv v v 1 , 33 m/ s 10 2 m 9,111031 Kg m 9,111031 massa dell ' elettrone Fq evB forza di Lorentz v2 v2 Fm ma a Fm m r r Siccome nel caso del moto circolare uniforme dell' elettrone le due forze sono uguagliate : 2 mv 9,11 1031 Kg 1,33 109 m / s v Fq Fm evB m B 0,541 19 r er 1,6 10 C 0,014m Menù Principale Sistemi Distribuzione di Gauss La curva gaussiana applicata Distribuzione di Gauss Fu proposta inizialmente da Gauss nel 1809 ma anche da Laplace nel 1812 il quale ne illustrò le proprietà principali prima della trattazione completa che fece Gauss. Essa è la più importante distribuzione statistica continua e trova molte applicazioni anche nei processi biologici naturali. Essa è detta anche “normale” in quanto molti fenomeni fisici tendono a distribuirsi con frequenze più elevate nei valori centrali e con frequenze progressivamente minori nei valori estremi della variabile. Quindi le distribuzioni di questo tipo tendono a crescere fino a un valore di massimo per poi decrescere fino a tendere a zero. L’espressione analitica della curva di Gauss è: 1 y ( x )2 e Dove µ è il valore medio o valore atteso della distribuzione il quale, analiticamente, influenza la posizione della curva,σ è la deviazione standard relativa alla densità di probabilità o varianza la quale influenza la concavità della curva. Le principali caratteristiche della distribuzione gaussiana sono: è simmetrica rispetto alla retta x=μ è asintotica all’asse x da entrambi i lati è crescente per x<μ e decrescente per x>μ l’area sottesa alla curva è 1 in quanto rappresenta la probabilità totale. La curva gaussiana applicata Questa distribuzione può essere applicata anche in ambito medico per analizzare le frequenze con una patologia si presenta nel tempo. Un esempio può essere l’analisi della patologia dell’eccesso di HDL nel sangue. Da esami e statistiche sanitarie si conosce che in una popolazione apparentemente sana il valore medio di HDL è di 57 mg/100 ml di sangue e la varianza sia 10 mg/100 ml, si vuole determinare la probabilità che un soggetto appartenente a questa popolazione abbia un valore di HDL minore di 45 mg/100 ml: Per comodità si cambia variabile z x In modo che l’equazione diventa: 1 f ( z) 2 z2 e 2 Appare naturale che calcolare l’integrale della distribuzione di Gauss è quasi impossibile, quindi una volta calcolato z si utilizzano le tavole di distribuzione normalizzata per calcolare la probabilità dell’evento z : 45 57 1,2 10 P( z 1,2) 1 0,8849 0,1151 11,51% z Naturalmente questa distribuzione può essere applicata anche ad ambiti quali le analisi del sangue, cioè per verificare se un dato valore riscontrato nell’esame sia dentro o fuori il range che esclude la patologia la quale può essere ad esempio una formazione cancerosa. Menù Principale Biologia Introduzione alla Genetica La Biotecnologia Chip Genici Alla base di tutto La genetica, (dal greco gennao = dare vita, generare) è la scienza che studia i geni, l'ereditarietà e la variabilità genetica degli organismi. L'informazione genetica degli organismi è contenuta all'interno della struttura chimica delle molecole di DNA. I caratteri dell'individuo corrispondono a sequenze di DNA, chiamate geni presenti nel genoma in duplice copia (nel cromosoma ereditato dal padre e in quello ereditato dalla madre). I geni infatti contengono l'informazione per produrre molecole di RNA e proteine che permettono lo sviluppo e la regolazione dei caratteri cui sono correlati. Le proteine vengono prodotte attraverso la trascrizione del DNA a RNA, che a sua volta viene tradotto in proteina dai ribosomi. Quindi il doppio filamento di DNA è costituito, oltre che molecole di zucchero le quali forniscono energia, da 4 basi azotate fondamentali: adenina complementare con la guanina, la citosina complementare con la timina. Nuova frontiera La biotecnologia è il sinonimo puro dell’applicazione della tecnologia ai processi biologici naturali. Essa si basa sull’impiego fondamentale delle cellule batteriche come laboratori di informazioni genetiche, un esempio è l’ E.coli. Inoltre si serve dei plasmidi, unità extracromosomiche di DNA batterico le quali si duplicano indipendentemente dal cromosoma batterico e che possono penetrare la stessa cellula batterica, come vettori di nuove informazioni genetiche e degli enzimi di restrizione come strumenti per manipolare le sequenze nucleotidiche prese in esame in quanto sono enzimi in grado di rompere i legami idrogeno tra le basi azotate. Quindi grazie alla biotecnologia si sono fatti enormi passi avanti sia nel campo agroalimentare, con la produzione di cibi molto più resistenti e tolleranti ai trattamenti chimici, e sia nel campo medico con la produzione in vitro di importanti sostanze come l’insulina fondamentale per persone affette da diabete. Plasmidi in terreno di coltura. Fondamenti e costruzione di un chip genico Nel caso dei chip genetici la base da cui si parte in sostanza non è un gene ma soprattutto come e quando il determinato gene si attiva. Cioè conoscere quali geni del genoma umano siano attivi in un certo istante di tempo e in un dato gruppo di cellule. Quindi, partendo dal fatto che per ogni proteina prodotta un gene viene prima usato da stampo per la sintesi di una molecola di mRNA, conoscendo, appunto, le molecole di mRNA presenti nel citoplasma di una data cellula si riconoscono anche quali geni sono attivi in quel momento nella stessa cellula. Questo obiettivo è raggiunto mediante la costruzione e l’applicazione dei chip genici o micromatrici: essi sono più piccoli di un francobollo, applicandogli la tecnica fotolitografica gli si depositano migliaia di piccole gocce separate da una distanza millimetrica contenenti, in soluzione, molteplici copie di un diverso gene sotto forma di singoli filamenti di DNA in modo che ad ogni punto corrisponde un determinato gene. Menù Principale Applicazione del chip genico Un chip genico può essere impiegato per riconoscere quali geni sono effettivamente attivi in una cellula tumorale, perciò si prendono in esame due tipi di cellule: una normale e l’altra, appunto, cancerosa; innanzitutto le molecole di mRNA presenti nel citoplasma di entrambe sono convertite in molecole più stabili di cDNA, quindi la molecola relativa al cellula tumorale viene marcata con una sostanza fluorescente rossa e l’altra con una verde. Ponendo entrambe le molecole sul chip genico i singoli filamenti di DNA presenti sia sulla micromatrice che nelle molecole di cDNA vanno a legarsi in base alla complementarità; la particolarità è che quando si legano la sostanza fluorescente presente nel cDNA influenza il colore del chip nel sito di legame. Sfruttando questa particolarità un computer calcola il rapporto tra le intensità dei colori presenti nei vari punti del chip genico arrivando a una situazione schematica simile: Dall’immagine si deducono i geni attivi nelle cellule tumorali e sane in base al colore: il rosso indica il gene attivo solo in cellule tumorali, il verde quello solo attivo in cellule sane, mentre i colori intermedi indicano geni attivi in entrambe le cellule. Scienze della Terra Il Sole Le malattie dal Sole Il Sole E’ la stella da cui la Terra riceve costantemente luce e calore, è una sfera di dimensioni enormi con un raggio medio di circa 700 000 Km, il suo volume è 1 300 000 volte più grande di quello terrestre, la sua densità media è circa un quarto di quella terrestre e l’accelerazione di gravità sulla sua superficie è 28 volte quella terrestre. Il Sole ruota intorno a un proprio asse con velocità diversa in base alla latitudine; esso è un’illimitata fonte di energia: la potenza di cui è capace misurata fuori dallo schermo dell’atmosfera terrestre è di 1360 W/m2, questo valore è detto anche costante solare. Il Sole può essere schematizzato in vari involucri concentrici: •il nucleo in cui è contenuto tutto il combustibile utile alla reazione termonucleare •la zona radiativa dove avviene l’assorbimento e la trasmissione di energia •la zona convettiva dove il trasporto di energia avviene grazie a moti convettivi •la fotosfera è il disco luminoso visibile del Sole cioè l’involucro che irradia tutta la luce solare, qui sono presenti anche le macchie solari •la cromosfera è un involucro che avvolge la fotosfera ed è visibile nelle eclissi totali di Sole •il vento solare invece sono particelle esterne che riescono a sfuggire all’attrazione gravitazionale L’immagine mostra la presenza di macchie solari sulla superficie solare; esse causano un abbassamento della temperatura della fotosfera (1500 K inferiore alla norma). Questi invece sono i flares, delle enormi e potenti esplosioni di energia associati a intensi lampi di luce, nel corso di questi viene liberata un’ampia gamma di raggi X e onde radio. Le malattie dal Sole La figura mostra come i raggi UV incidono sulla molecola di DNA inducendo le due basi di timina a legarsi innaturalmente causando la mutazione della stessa molecola. I raggi UV emessi dal Sole. Menù Principale Il Sole, quindi, con la sua enorme produzione d’energia emette numerosi tipi di radiazioni che giungono sulla Terra come i raggi UV. La radiazione ultravioletta è una radiazione elettromagnetica con una lunghezza d'onda inferiore alla luce visibile, ma più grande di quella dei raggi X. L'UV può essere suddiviso in UV-A (400-315 nm), UV-B (315-280 nm) e UV-C (280-10 nm) in base alle lunghezze d’onda elettromagnetica. Il Sole emette luce ultravioletta in entrambe le bande UV-A e UV-B, ma a causa dell'assorbimento da parte dell'atmosfera terrestre, circa il 99% degli ultravioletti che arrivano sulla superficie terrestre sono UV-A. I raggi UV sull’uomo incidono notevolmente: possono causare ustioni a livello epiteliale, possono accelerare l’invecchiamento della pelle, possono danneggiare la retina e il cristallino (flash di Welder) e soprattutto sono ritenuti i principali responsabili del cancro della pelle (melanoma); essi sono in grado di ionizzare le molecole di DNA delle cellule della pelle inducendo due basi adiacenti di timina a formare legami covalenti, ciò è innaturale e causa una distorsione dell’elica del DNA portando a una mutazione che quasi sempre da luogo a episodi di cancro (facilmente osservato in colture batteriche). Le difese contro l’agire di questi fattori negativi sono l’uso di creme protettive e di lenti schermanti. Italiano Italo Svevo “Senilità” La malattia Italo Svevo Italo Svevo è solo uno pseudonimo di Aron Hector Schmitz scelto da egli stesso per testimoniare la sua duplicità sia etnica che culturale dato che suo padre era austriaco e sua madre italiana, quindi egli era per metà italo e per l’altra svevo cioè austriaco. Nasce a Trieste il 19 Dicembre 1861, la sua famiglia era abbastanza agiata e lui cresce in un ambiente multiculturale in quanto Trieste faceva ancora parte dell’impero austro-ungarico e quindi era sede di molti crocevia tra l’Italia e l’impero. Svevo ha una formazione culturale molto variegata in quanto dopo aver terminato la scuola primaria a Trieste approfondisce i suoi studi in Baviera. Nel 1880 per esigenze economiche è costretto ad abbandonare gli studi e assumere il ruolo di impiegato bancario a Vienna, quindi nel 1892 pubblica, a sue spese, il primo romanzo, “Una vita” che non riscuote alcun successo; nel 1898 pubblica “Senilità” il quale prosegue la scia di totale insuccesso. Intanto sposa la cugina Livia Veneziani ed, entrando a far parte dell’industria del suocero, inizia un lungo silenzio letterario protratto fino al 1918. La svolta nella sua vita si ha tra il 1906 e 1907 quando frequenta dei corsi d’inglese alla Berlitz School dove il suo insegnante è James Joyce con il quale stringe un gran rapporto d’amicizia e , nel frattempo, si avvicina a Sigmund Freud leggendo le sue opere. Nel 1919 inizia a scrivere e nel 1923 pubblica a sue spese “La coscienza di Zeno” il quale grazie alle promozioni di Joyce e Montale, altro amico di Svevo, riscuote grande successo a livello nazionale. Inoltre si dedica a numerosi lavori come saggi, novelle e commedie ma la sua creatività viene interrotta il 12 Settembre 1928 dalla morte per un incidente automobilistico. Senilità Svevo con questo romanzo cerca di focalizzare ancor di più la sua attenzione sul mondo proprio e interiore del personaggio mediante l’introspezione. Lo spazio e il tempo, pur presentando alcuni elementi oggettivi necessari all’interpretazione del romanzo, sono sempre più relativi all’io del protagonista. Il romanzo è ambientato a Trieste la quale è un luogo simbolico, come Dublino per Joyce, dove le sue caratteristiche oggettive diventano uno specchio dell’anima del protagonista Emilio Brentani; anche il tempo il tempo della narrazione si discosta molto dal tempo oggettivo per adattarsi a quello vissuto dal protagonista, il tempo di un inetto. Il punto di vista della narrazione si alterna tra quello del protagonista e quello esterno del narratore nonostante sia utilizzata la terza persona. Come ne “La coscienza di Zeno” anche in questo romanzo Svevo usa il linguaggio del monologo interiore. La senilità di cui argomenta Svevo non riguarda affatto l’età anagrafica del protagonista ma attinge soprattutto a una sua particolare caratteristica psicologica e patologica, la tendenza, appunto, a rifugiarsi nel sogno e nella fantasia proprio perché incapace di accettare e godersi la vita e la realtà per ciò che è. La storia che viene narrata è quella di Emilio, un impiegato che si trova a condurre una vita monotona anonima insieme a sua sorella Amalia, molto simile a lui. L’incontro con Angiolina, una bella ragazza di scarsa levatura sociale, cambia i pensieri di Emilio, il quale si invaghisce di lei e con l’autoinganno si convince della sua natura spirituale e pura. Cosi anche Amalia, trasportata dalle confidenze del fratello, si innamora di un giovane scultore, Balli, al quale però non si confiderà mai portandosi , appunto, nella più totale disperazione che culmina con la morte per droga. Emilio, sentendosi in colpa per la sorella e annoiato dai continui tradimenti di Angiolina, si ritrova nella stessa infelice condizione iniziale, con la mente intenta a rimembrare un falso ricordo felice con Angiolina. Claudia Cardinale e Tony Franciosa nel’omonimo film di Bolognini tratto dal romanzo di Svevo. La malattia L’inettitudine e la malattia sono le chiavi, secondo Svevo, per interpretare la vita: l’inettitudine da il senso della monotonia e dell’incapacità di autodeterminazione dell’uomo nella società, sempre più schiacciato dalle strutture sociali e dai pregiudizi di cui la società si carica continuamente. La malattia, invece, per Svevo, è parte integrante della vita, il male è la stessa società e i sani sono solo delle persone che si adattano in modo non problematico alla realtà rinunciando al principio di autodeterminazione e alle proprie effettive aspirazioni e ideali. Secondo l’autore la vera salute è solo un’utopia dato che risiederebbe solo in una società giusta ed umana. L’unica soluzione per l’autore è accettare l’esito negativo dell’analisi della propria esistenza, quindi vivere la propria condizione di vita con ironia. Uno dei messaggi fondamentali che Svevo trasmette, non solo con “Senilità”, è la parodia che lui fa della stessa società, le vicende narrate sono uno specchio e hanno alla base i stessi principi “poco” morali che governano la società reale. Menù Principale Storia La prima crisi irachena La I guerra del Golfo Le “malattie” della guerra I motivi della crisi Le cause che portarono alla I guerra del Golfo furono diverse e complesse. Innanzitutto l’Iraq era sprofondato in grave crisi economica e politica in seguito alla lunga guerra contro l’Iran, poi si faceva sempre più forte l’opposizione al regime di Saddam da parte dei sciiti e dei curdi i quali minacciavano l’indipendenza. Inoltre Saddam era molto interessato ai giacimenti di petrolio del Kuwait, territorio confinante con l’Iraq con il quale era spesso in conflitto diplomatico proprio per la questione riguardante lo sfruttamento dei giacimenti del greggio. Le Nazioni Unite (ONU) condannano sin da subito i progetti del dittatore iracheno con sanzioni economiche, inoltre formano una coalizione formata da 35 Paesi tra cui Stati Uniti, Italia, Francia e Germania pronta a intervenire in caso di conflitto armato. Nonostante ciò Saddam ordina alle truppe irachene di invadere il Kuwait. A questo punto l’ONU concede un ultimatum al dittatore: se non ritirerà le proprie truppe dal Kuwait entro il 15 Gennaio 1991 la coalizione attaccherà l’Iraq. La I Guerra del Golfo Scaduto l’ultimatum, il 17 gennaio 1991 le forze della coalizione, guidate dal generale statunitense Norman Schwarzkopf, lanciarono l’operazione denominata “Tempesta nel deserto” (Desert Storm), consistente in una massiccia offensiva aerea contro obiettivi militari in Iraq e in Kuwait. Gli attacchi della forza multinazionale erano volti alla neutralizzazione dei centri di comando iracheni, concentrati a Baghdad e a Bassora; all’interruzione delle linee di trasporto e di comunicazione tra Baghdad e le truppe sul campo; alla neutralizzazione dell’artiglieria irachena, trincerata lungo il confine tra Arabia Saudita e Kuwait, e della Guardia repubblicana, composta da un’élite di 125.000 uomini dislocati nell’Iraq sudorientale e nel Kuwait settentrionale. L’offensiva aerea disarticolò in breve tempo il sistema difensivo iracheno, infliggendo pesanti perdite all’esercito e mietendo al contempo molte vittime tra la popolazione civile. Contro le soverchianti forze della coalizione l’esercito iracheno rimase pressoché inerme, riuscendo ad abbattere pochi velivoli e a indirizzare alcune decine di missili Scud verso l’Arabia Saudita e Israele. A metà febbraio, di fronte all’aumento delle perdite civili e militari, l’Iraq annunciò l’intenzione di ritirarsi dal Kuwait, ma le condizioni proposte furono respinte dagli Stati Uniti. La coalizione sferrò quindi un decisivo attacco con cui sfondò la linea difensiva irachena e avanzò rapidamente attraverso l’Iraq meridionale, tagliando ogni via di ritirata alla Guardia repubblicana. Nel giro di pochi giorni, la capitale del Kuwait fu liberata e decine di migliaia di soldati iracheni vennero catturati o uccisi. Le successive trattative pervennero al cessate il fuoco (6 aprile). Le condizioni di resa imposte all’Iraq furono molto severe. Oltre alle restrizioni alla vendita del petrolio, l’accordo stabilì dei limiti alla stessa sovranità territoriale irachena, prima con l’istituzione di un’area d’interdizione aerea (no-fly zone) a nord e a sud del paese e poi con la creazione di una “zona di protezione” nel nord del paese che diede ai curdi un’ampia autonomia. A ciò si aggiunsero le misure di disarmo volte a smantellare gli arsenali chimici e a impedire lo sviluppo della ricerca nucleare in campo bellico. Le “malattie” della guerra Circa 50 000 soldati statunitensi su 700mila mandati nel Golfo nel '91 per combattere la "guerra tecnologica" contro Saddam Hussein contrassero una malattia che intaccava il sistema immunitario. La malattia nota come «sindrome del Golfo» è da attribuirsi a vaccini sperimentali che il Pentagono fece iniettare a tutti i militari indistintamente. I figli di questi soldati nacquero con gravi malformazioni e malattie incurabili come la mancanza di organi interni, paralisi, problemi respiratori. Questa agghiacciante verità è venuta fuori grazie ad un regista italiano, Alberto D'Onofrio, il quale ha girato un documentario per conto della Rai con le testimonianze di persone che hanno avuto a che fare con questa malattia, il filmato non è stato mai mandato in onda dalla tv pubblica. D'Onofrio gira l'Italia con il filmato per far conoscere i fatti. L'uranio impoverito fu utilizzato nella guerra nei proiettili perforanti e nelle munizioni dei cannoni da 20-30 mm. L'uranio impoverito è un metallo pesante la cui tossicità è analoga ad altri metalli come il piombo e il tungsteno,e il suo uso fu indicato come un fattore decisivo in molti problemi di salute sia nei soldati che nelle popolazioni civili. Inoltre secondo la testimonianza di un soldato americano, riportata nell'inchiesta del giornalista italiano Maurizio Torrealta, fu usato un piccolo ordigno nucleare (5 chilotoni) precisamente il 27 febbraio. Le ricerche del giornalista italiano, che cerca di coinvolgere colleghi della stampa estera, dimostrano alcuni fatti: 1) i decessi annuali per tumore, secondo il responsabile del reparto oncologico dell’ ospedale di Basra , Dott Jawad Al Ali , sono aumentati da 32 nel 1989 a più di 600 nel 2002. 2) ha rintracciato tra i dati dei sismologi, un evento sismico di magnitudo 4,2, che corrisponderebbe effettivamente alla potenza di 5 chilotoni, l'ultimo giorno del conflitto. Data e potenza corrisponderebbero ai dati forniti dalla testimonianza del soldato. Dall'America intanto, l'Amministrazione USA ribadisce al giornalista Torrealta che sono state usate solo armi convenzionali. Menù Principale Inglese James Joyce Ulysses James Joyce James Joyce was born in Dublin, on February 2, 1882, as the son of John Stanislaus Joyce, an impoverished gentleman, Joyce's mother, Mary Jane Murray, was ten years younger than her husband. In spite of their poverty, the family struggled to maintain a solid middle-class facade. From the age of six Joyce, was educated by Jesuits at Clongowes Wood College, at Clane, and then at Belvedere College in Dublin (1893-97). In 1898 he entered the University College, Dublin. At this time he also began writing lyric poems. After graduation in 1902 the twenty-year-old Joyce went to Paris, where he worked as a journalist, teacher and in other occupations under difficult financial conditions. He spent a year in France, returning when a telegram arrived saying his mother was dying. Not long after her death, Joyce was traveling again. He left Dublin in 1904 with Nora Barnacle, a chambermaid who he married in 1931. In 1907 Joyce had published a collection of poems, Chamber Music and in 1922 Ulysses. At the outset of the First World War, Joyce moved with his family to Zürich. In Zürich Joyce started to develop the early chapters of Ulysses, which was first published in France because of censorship troubles in the Great Britain and the United States, where the book became legally available only in 1933. In March 1923 Joyce suffering at the same time chronic eye troubles caused by glaucoma. At the end of the first world war Joyce returned to Zürich, where he died on January 13, 1941. Ulysses Menù Principale Ulysses is a novel by James Joyce, wrote between March 1918 and December 1920, then published on February 2, 1922, in Paris. Many consider it one of the most important works of Modernist literature. Ulysses chronicles the passage of Leopold Bloom through Dublin during an ordinary day, June 16, 1904. The title parallels and alludes to Odysseus, the hero of Homer's Odyssey , in fact there are many correspondences, for example between Leopold Bloom and Odysseus, Molly Bloom and Penelope, and Stephen Dedalus and Telemachus. Joyce in this novel used a great variety of a vocabulary words including proper names, plurals and various verb tenses. Its work is divided into 18 episodes: 3 capitols are about Telemachia, 12 are about the peregrinations of Ulysses and the other 3 are about the return to Itaca. The husband of the main character Leopold Bloom is Molly that is compared to Penelope despite there’s a difference between the behavior of Molly and Penelope. Stephen Dedalus represent the reason and the mind. Leopold Bloom represent the union between material body and reason. " Ulysses” is characterized by stream-of-consciousness technique, careful structuring, and experimental prose-full of puns, parodies, and allusions-as well as its rich characterisations and broad humour, made the book a highly regarded novel in the Modernist pantheon. In 1999, the Modern Library ranked Ulysses first on its list of the 100 best English-language novels of the 20th century. Fine