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CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 7 1 - 7 2
Ia TORNATA DEL 17 MARZO 1873
P R E S I D E N Z A DEL P R E S I D E N T E AVVOCATO G I U S E P P E B I A N C H E R I .
SOMMARIO. Atti divèrsi. = Osservazioni del deputato Serafini sull'ordine del giorno e chiarimenti del presidente. = Discussione dello schema di legge per Vapprovazione di una convenzione per la collocazione di
un cordone sottomarino fra Brindisi e VEgitto — Modificazioni ad alcuni articoli della convenzione proposti
dal ministro pei lavori pubblici — Considerazioni e appunti del deputato Villa-Pernice — Risposte del ministro e dei deputati Manfrin, relatore, e Paternostro Paolo, in appoggio della convenzione — L'articolo di
legge è approvato, con variazioni alla convenzione.
La seduta è aperta alle ore 11 1x2.
MASSARI, segretario, dà lettura del processo verbale
della tornata antecedente, che è approvato; quindi
espone il seguente sunto di petizioni e gli omaggi :
604. La deputazione provinciale di Lucca rassegna
un suo voto affinchè le disposizioni sancite dalla nuova
legge sulla riscossione delle imposte e sovrimposte rimangano inalterate e non sia accolta la proposta di
legge per la formazione di ruoli separati delle imposte.
605.1 capitoli della chiesa patriarcale, metropolitana e primaziale dell'arcidiocesi di Venezia e delle
chiese cattedrali di Venafro e di Massa invitano il Parlamento a modificare l'articolo 21 del progetto di legge
per l'estensione alla provincia romana delle leggi sulle
corporazioni religiose.
Dal presidente della deputazione provinciale di Arezzo — Atti di quel Consiglio provinciale, anno 1872,
una copia;
Dalla direzione della Banca Nazionale nel regno
d'Italia — Rendiconto delle operazioni della Banca
fatte durante l'anno 1872. (Adunanza generale degli
azionisti 28 febbraio 1873), copie 12 ;
Dalla Cassa dei depositi e prestiti, presso la direzione generale del debito pubblico — Situazione della
Cassa al I gennaio 1873, copie 4;
Dal Ministero dei lavori pubblici — Statistica dei
prodotti delle ferrovie di proprietà dello Stato e di
quelle concesse all'industria privata dal I al 31 gennaio 1873, in confronto con quelli del 1872, copie 4;
Dal signor avvocato Bigi cavaliere Quirino — Sua
opera intorno al gran pittore delle Grazie al suo maestro Antonio Bartolotti ed altri artisti correggiesi,
una copia;
Dal gignor Angelo Volpe rettore del eoayitto Canova
o
o
in Treviso — Ode, del professore Zarpellon, a S. A. R.
il principe Amedeo duca d'Aosta, copie 4;
Le docteur A. Bos — Suo opuscolo : La loi italienne sur les corporations religieuses et les biens du
clergé de Home, una copia ;
Dal signor avvocato Barrella Matteo — Sue osservazioni sulla veracità dei notamenti di Spinello, una copia ;
Dal signor Sudun Giacomo — Cenni sulla conversione volontaria e riduzione in moneta del debito pubblico italiano, una copia ;
Dalla direzione del comizio agrario di Palermo —
Fascicoli 1 e 2 del giornale ed atti della regia Commissione di agricoltura e pastorizia per la Sicilia, coj3il 3jimbiG Hg osMdffiO^iiI oqajal ogimi afe odo
ATTI DIVERSI.
DEL ZIO. Colle petizioni di numero 601 e 603, i capitoli delle chiese cattedrali di Venosa e di Melfi...
PRESIDENTE. Onorevole Del Zio, ho già dichiarato
che queste petizioni sono trasmesse di diritto alla
Commissione che deve riferire sul progetto di legge
intorno alle corporazioni religiose, perchè avvi una
deliberazione della Camera la quale prescrive che
tutte queste petizioni siano trasmesse a quella Commissione.
DEL ZIO. Non c'è niente di male però che io ripeta
l'istanza in nome mio, affinchè veggano i petizionari
che compio i miei doveri e rendo omaggio alla legge.
PRESIDENTE. Ella è nel suo diritto, ma non occorre
deliberazione.
• ìfe
DEL ZIO. Io prego dunque la Commissione che voglia
prendere in seria considerazione gli argomenti esposti
g§ìle anzidette petizioni, colie quali i sullodati capitoli
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fanno adesione alla memoria presentata per istampa, e
che è intitolata : Appello al Parlamento.
PRESIDENTE. Onorevole Marolda-Petilli, intende di
fare una medesima domanda ?
MAROLDA-PETILLI. Precisamente ; ma le osservazioni
fatte dall'onorevole presidente mi dispensano di aggiungere altre parole.
PRESIDENTE. Io Iio già dichiarato che tutte queste
petizioni sono trasmesse di diritto alla Commissione
incaricata di riferire sul progetto di legge relativo
alle corporazioni religiose.
MAROLDA-PETILLI. Allora pregherei l'onorevole presidente di essere cortese di fare questa dichiarazione
volta per volta che arrivano queste petizioni.
PRESIDENTE. Ma mi permetta : quando la dichiarazione è fatta una volta, anzi, più volte, basta. Non è
necessario ripeterla tutti i giorni, dal momento che la
Camera sa benissimo che queste trasmissioni si fanno
senza alcuna istanza.
Hanno chiesto un congedo per motivi di pubblico
servizio: l'onorevole De Portis per giorni 10; per affari
particolari, l'onorevole Fambri di giorni 5 ; gli onorevoli Santamaria e Galeotti di giorni 8 ; per motivi di
salute, l'onorevole Forcella di due mesi ; l'onorevole
Stocco di un mese ; per lutto di famiglia, l'onorevole
Pepe Marcello di 10 giorni.
(Sono accordati.)
SERAFINI. .Domando la parola sull'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare.
SERAFINI. All'ordine del giorno delle tornate mattinali furono portate quelle tali leggi che, per interessi
locali o generali perfettamente compresi da ogni parte
della Camera, che non daranno probabilmente luogo
a discussioni di molta importanza, ovvero delle leggi
che da lungo tempo ingombrano gli ordini del
giorno.
Ora, sino dall'antecedente Legislatura fu presentato il progetto di legge riguardante la riforma postale...
PRESIDENTE. Onorevole Serafini, ella farà questa
istanza quando si tratterà di stabilire l'ordine del
giorno della prossima seduta del mattino di mercoledì.
Quando, martedì sera, io parlerò di quest'ordine del
giorno, ella avrà diritto ed opportunità di fare quella
proposta, od altra.
SERAFINI. Io vorrei che la legge sulla riforma postale
fosse portata all'ordine del giorno nella prossima seduta del mattino. Ecco tutto.
PRESIDENTE. Le ripeto che ella farà la sua istanza
quando si tratterà di stabilire l'ordine del giorno per
la prossima seduta mattinale. La Camera allora
deciderà, ma pel momento non è il caso di occuparsi
di questo.
.••
SERAFINI. Mi riservo allora di fare questa proposta
al momento indicato dal signor presidente.
DISCUSSIONE DELLO SCHEMA DI LEGGE PER LA COLLOCAZIONE
DI UN CORDONE SOTTOMARINO TRA BRINDISI E L'EGITTO.
(V. Stampato n 62).
0
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione
del progetto di legge per approvazione della convenzione stipulata colla compagnia Anglo-Mediterranea
telegrafica per la collocazione di un cordone sottomarino fra Brindisi e l'Egitto.
A questo progetto di legge va unita come allegato
la convenzione. È inutile che ne dia lettura. Spetta
però ad ogni deputato il diritto di discuterla articolo
per articolo, ove chieda di parlare.
La discussione generale è aperta.
D EVINCENTI, ministro per i lavori pubblici. Prima che
si apra la discussione è utile che si sappia come l'amministrazione abbia ottenuto dalla società di migliorare la convenzione, e d'introdurre alcune clausole che
rispondono ad obbiezioni fatte.
Per esempio, ove si dice (art. 3) : « la compagnia si
obbliga a stabilire a proprie spese e rischio, entro il
periodo dì tre anni dalla data della^ratificazione della
presente convenzione, » invece di questo termine di
tre anni fu stabilito il termine al 80 novembre del
1873 ; di modo che l'articolo 3 della convenzione deve
leggersi in questo modo :
« La compagnia si obbliga a stabilire a proprie
spese e rischio, prima del 30 novembre 1873, una
linea, ecc. »
E al fine di questo alinea dell'articolo B invece di
leggere : « in perfetto stato d'esercizio pello spazio di
venti anni, » si riduce questo termine a dieci anni.
Conseguentemente il pagamento eventuale della linea, cioè a dire pel caso in cui il Governo volesse riscattare il privilegio, si riferirebbe ad un periodo di
soli dieci anni, e per ogni anno di concessione compito il Governo sarebbe liberato di un decimo dal pagamento della linea acquistata.
Un altro miglioramento è quello, per cui sopprimendosi l'alinea terzo e seguenti" dell'articolo 7, l'obbligazione assunta dalla compagnia per la manutenzione dei cordoni di Messina verrà a conservare una
speciale cauzione. «
? ir;
Queste sono le modificazioni, che mi occorreva far
conoscere alla Camera, e che abbiamo introdotto nella
convenzione d'accordo con la compagnia da una parte,
e di consenso poi anche con la Commissione.
MAROLDA-PETILLI. Domando la parola per una mozione d'ordine.
PRESIDENTE. Non c'è mozione d'ordine ; il regolamento
non ne dà facoltà...
MAROLDA PETIILI, Per una proposta sospensiva,
r
CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL
PRESIDENTE. Ogni proposta sospensiva, a tenore del
regolamento, si fa nella discussione generale.
Io le riserverò la parola al suo turno ; ella farà allora la sua proposta.
Ha facoltà di parlare Ponorevole Villa Pernice.
VILLA-PERNICE. Ricorderà la Camera come in una
delle ultime sedute del maggio scorso, e precisamente
in una seduta di mattina, quando la Camera si occupò
di approvare tutti i progetti di legge che si supponeva
non avessero da produrre viva discussione, venne dall'onorevole ministro dei lavori pubblici proposto che
il progetto di cui oggi si tratta ancora, e che figurava
uno degli ultimi all'ordine del giorno, fosse discusso
anticipatamente per non trovarsi presenti altri ministri ai quali i progetti anteriori si riferivano.
Avendo esaminato questo progetto e avendo veduto
che si trattava di una convenzione molto complessa e
complicata, la quale si poteva considerare sotto diversi
aspetti, mi sono permesso di osservare parermi opportuno si procrastinasse la discussione di quel progetto
di legge, desiderando di sottoporre alcune considerazioni alla Camera. Ne nacque una discussione abbastanza viva e lunga, il progetto fu rimandato ed io mi
sono fatto inscrivere contro il progetto.
Ho mantenuto^anche oggi la mia iscrizione, inquantochè mi premeva che la Camera conoscesse almeno
un po' più ordinatamente le ragioni che io allora credevo e credo anche oggi opportuno di esporre alla
Camera, onde o la convenzione sia riformata, o l'onorevole ministro favorisca di contrapporre alle mie altre osservazioni, che ne diminuiscano l'importanza e
facciano ritenere insussistenti quegl'inconvenienti speciali che già in parte aveva altra volta indicati e dimostrati.
Questo progetto di legge è destinato periodicamente a procedimenti estemporanei ; oggi dal numero
26 dell'ordine del giorno è saltato al numero 1, e io
mi trovo qui a discuterlo quasi all'improvviso. Non
me ne dolgo però e non voglio farne oggetto di rimarco, inquantochè l'onorevole presidente aveva ampia facoltà di sceglierlo per la discussione tra i progetti che erano all'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Annunziandolo però anzitutto alla Camera perchè fosse in grado di decidere.
VILLA-PERNICE. Non è che una osservazione direi storica la mia ; non è un appunto che voglia dirigere alla
Presidenza.
Le ragioni che fecero sospendere la discussione
in maggio^ sussistono ancora in tutta la loro gravità.
Certo che le modificazioni che oggi ha l'onorevole
ministro notificate alla Camera diminuiscono di qualche poco l'importanza di alcuni di questi appunti.
Ma il carattere generale di questa convenzione, ed
anche i caratteri particolari e speciali suoi sono tali
ohe stimo di non fare opera inutile, venendo a ripeo- '
- ..Jfl - -reiÌD - ...
*
:
1871-72
tere con un po' più d'ordine le osservazioni già da me
esposte altra volta alla Camera.
Sa la Camera, come la società Construction anà
Maintenancc, aveva interesse di attivare una migliore
corrispondenza telegrafica dell'Inghilterra coll'Egitto
e colle Indie, e che per ottenere questo maggiore sviluppo di corrispondenze si era diretta ai Governo
francese, ed anche all'italiano, onde consentissero il
passaggio sui rispettivi territori di un filo telegrafico
il quale andasse a congiungersi colla linea di Malta«
Egitto.
Questo desiderio dalla società espresso ebbe esecuzione pel territorio italiano mediante la collocazione
di un filo da Susa a Modica e la convenzione 15 dicembre 1865 colla società Construction and Maintenance, alla quale successe YAnglo-Mediterranean limitecl.
Questa convenzione portava quarantadue anni di
concessione, accordava l'uso esclusivo delle corrispondenze fra la Gran Bretagna, l'Egitto e le Indie, imponeva una cauzione di lire 10,000 ed un canone di
manutenzione da pagarsi al Governo italiano di lire 10
il chilometro, che ammonta a circa 20,000 lire all'anno, avuto riguardo allo sviluppo della linea. Delle
tasse di transito il 95 per cento era riservato all'Italia.
Poi c'era nell'articolo 14 la condizione che, non pagandosi dalla società il canone di manutenzione per
un anno intero, la società avrebbe perduto ogni diritto, la convenzione s'intenderebbe rescissa, e la lìnea
sarebbe diventata di proprietà dello Stato, perdendosi
anche la cauzione dalla società.
Non sarà fuori di luogo che io legga questo articolo
della convenzione, la quale mi fu comunicata dalla
gentilezza dell'onorevole direttore generale dei telegrafi:
« Quante volte la società non soddisfacesse per un
anno intero al pagamento della stabilita quota di manutenzione, la convenzione si intenderà rescissa e
la linea passerà in proprietà del Governo e sarà perduta la cauzione. »
Notisi che la stessa conseguenza del passaggio della
linea in proprietà del Governo ha luogo quando sia
scorso il tempo a cui era limitata la convenzione, cioè
i 42 anni.
Il Governo italiano ha costrutto la linea, e la società ha pagato il relativo prezzo e corrispose il canone di manutenzione.
Nel 1869 si è combinata un'altra convenzione colia
società Construction and Maintenance per lo stabilimento e la manutenzione di tre fili telegrafici sottomarini che passino per lo stretto di Messina. Questa
convenzione obbligava il Governo ad una piccola retribuzione di lire 6000 annuali, e la società a prestare
una cauzione di lire 6000 di rendita italiana « per
garanzia della non interruzione del servizio con facoltà
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di ritenuta sotto forma di multa ìq caso di interru- ventesimi quanti anni ancora rimanevano a scadere
per compiere il ventennio del privilegio. Oggigiorno,
zione. y>
dopo
la modificazione annunziata dal ministro, inveee
Queste due convenzioni che esistevano prima che si
di
ventesimi
trattasi di decimi. Abbiamo migliorato in
addivenisse alla nuova convenzione proposta, non fuquesto
senso,
che il privilegio, o monopolio esclusivo,
rono allegate al progetto.
10 ho desunto i dati precedenti dalle poche parole viene ad essere limitato a dieci anni anziché a venti.
che delle due convenzioni sono intercalate nella rela- Da una parte ci è un vantaggio, ma dall'altra, siccome
zione ministeriale che accompagna il progetto di legge si calcola per decimi, se venisse mai il caso che il Goe nella relazione accuratissima fatta dall'onorevole verno volesse far cessare questo privilegio, dovrebbe
collega Manfrin a nome della Commissione incaricata naturalmente sborsare più presto la somma che, secondo il progetto anteriore, poteva essere sborsata andi riferire sul progetto stesso.
Una delle prime ragioni in appoggio della questione che più tardi.
sospensiva, che ho presentate alla Camera nel maggio,
Ma il prezzo che non si sborsa, se non eventualmente,
era questa : voi proponete una convenzione, la quale serve anche ad un altro uso, serve come cauzione tanto
modifica, annulla in certe parti, altera le convenzioni par questo contratto, quanto per l'altro di cui dirò fra
esistenti, e non allegate codeste convenzioni. Se noi poco e che modifica la convenzione del 1867 relativadobbiamo formarci un criterio esatto delle modifica- mente al cavo sottomarino nello stretto di Messina.
zioni, se dobbiamo conoscere realmente la utilità della Questo prezzo adunque che si pagherà o non si panuova convenzione, è necessario che abbiamo sott'oc- gherà, secondo le eventualità, serve anche di cauzione,
chio le convenzioni anteriori, tanto più che di queste poiché si restituiscono le cauzioni date cogli anteriori
convenzioni difficilmente si potrebbe avere conoscenza contratti, cioè si restituiscono 10,000 lire per la con*
da un deputato, perchè non si trovano nel bollettino venzione Modica-Susa, e 6.000 lire di rendita per la
delle leggi, trattandosi di convenzioni passate priva- convenzione del cavo sottomarino nello stretto di Mestamente tra il potere esecutivo e le società, e che, sina. Il prezzo serve pure come fondo in caso di apnon imponendo oneri speciali allo Stato, non pareva plicazione dell'articolo 7 della convenzione, cioè quando
necessario presentarle all' approvazione del Parla- si dovesse far luogo all'applicazione delle multe che
mento.
sono fissate in lire 1000 al mese in caso di interruL'ultima convenzione invece fa presentata alla Ca- zione delle comunicazioni.
La convenzione del 1871, adunque, non è tanto semmera, perchè importa una spesa di 375,000 lire, spesa
eventuale, ma pure una spesa che dovrebbesi in certi plice da potersi approvare senza far precedere un coscienzioso esame esplicativo, nel quale continuando^
casi sopportare.
11 Governo adunque è addivenuto collo società An- osservo che essa modiSca quella del 1867 in vari altri
glo-Mediterranea telegrafica alla nuova convenzione modi.
Coli'articolo 1 si dice che la nuova società Anglo»
del 5 agosto 1871 senza presentare le due convenzioni
Mediterranea cede non solo il filo Modica Susa, ma ananteriori, colle quali è intimamente colìegata.
Lo scopo principale della nuova convenzione è la che il cavo sottomarino dello stretto di Messina , é alconcessione per il collocamento di un cordone sotto- l'articolo 2, che la compagnia assume l'esecuzione del
marino fra Brindisi e l'Egitto, ossia per porre il capo contratto 22 gennaio 1867 passata fra il Governo italiano e la Telegraph construction and Maintenance
di questo cordone sul territorio italiano.
La convenzione, come ho già detto, annulla in certe company, come eziandio s'impegna di soddisfare a
parti ed in certe altre modifica le convenzioni ante- tutte le condizioni dipendenti dalla convenzione medesima, come se effettivamente ne fosse stata parte
riori.
In quanto alla convenzione dei 1865, per la colloca- contraente.
incomincio a domandare: come sarà regolata la prozione del filo tra Modica e Susa, l'annulla addirittura.
L'annulla mediante cessione al Governo del filo sud- prietà del cavo sottomarino ? Coll'articolo 1 la prodetto tra Modica e Susa, al prezzo calcolato in lire prietà passa al Governo, e poi, coll'articolo 2, si con375,000, ed equivalente al dispendio che il Governo ferma pienamente e completamente la convenzione del
dovrebbe sopportare, se volesse egli stesso impiantare 1867. Ora, da quanto mi consta, perchè io non ho
ora quella linea. Ma questo prezzo non si paga ; perchè? avuto in mano questa convenzione, chè non fu comuPerchè l'eventualità del pagamento è considerata nel nicata alla Camera, la convenzione del 1867 dava la
Bolo caso che il privilegio accordato per 20 anni, ed facoltà di stabilire ed esercitare e l'obbligo di manteora ridotto a 10, cessi per fatto del Governo italiano nere tre conduttori telegrafici sottomarini nello stretto
prima del termine fissato ; il che vuol dire che colla di Messina.
convenzione, come era stata presentata in maggio, se
Rilevo dunque che nell'articolo 1 si parla di un solo
il Governo volesse far cessare il privilegio dentro il cavo, nell'articolo 2 si parla di tre, perchè si mantiene,
Ventennio, avrebbe dovuto pagare alla società tanti la convenzione del 1867 che ne stabilisce tre ; osservo
Sessiokb 1871-72 » Gàmsbà »si deputati - Discussioni* 070
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poscia che coll'articolo 1 si dice che ii filo passa in
proprietà delio Staio.
Ma se col secondo articolo si conferma la convenzione del 1867, dalla quale apparisce che il filo è di
proprietà della Compagnia e che essa non ha dinanzi
allo Stato che l'obbligo di esercitarlo e di mantenerlo,
vi sarebbe aperta contraddizione tra l'articolo 1 e il
2. Vi sono insomma nella convenzione del 1871 delle
modificazioni a quelle del 1865 e del 1867, le quali oltre che non so fino a qual punto sieno opportune, hanno
anche bisogno di essere schiarite, perchè mi pare che
involgano qualche contraddizione.
La convenzione del 1867 è poi modificata anche dall'articolo 7 della presente convenzione, il quale, come
ho già indicato, stabilisce che il prezzo di lire 375,000
serve anche di cauzione per la convenziona del 1867
e per le ritenute in caso di applicazione di multe.
Sembrami perciò che dalle poche cose che ho dette,
risulti chiaramente che questo contratto (non voglio
qualificarlo col nome di pasticcio) non ha un carattere
definitivo. Non si capisce se sia una concessione per
una linea telegrafica, o una compra e vendita, o che
cosa sia. E un contratto che non ha un carattere definito, che congloba insieme molte cose le quali sarebbe
state molto meglio fossero distinte fra di loro.
Per ammettere questo nesso obbligatorio tra affari
così diversi, è necessario che sia dimostrato e spiegato
chiaramente nei termini della convenzione, altrimenti
la chiarezza del contratto perdesi ed i correspettivi
sfuggono, nè si sa più valutarli o riconoscere in tanta
confusione se il contratto sia o non sia conveniente
pel Governo. Davvero che il concetto complessivo sintetico di questa convenzione del 1871 non me lo so figurare ; forse ciò dipenderà dalla mia insufficienza e
spero che l'onorevole ministro dandomi, colla solita
sua cortesia, degli schiarimenti, potrà disperdere quei
dubbi, quelle nubi che nel mio debole intendimento si
sono formate davanti a questa convenzione.
Ma prima di sentire gli schiarimenti del ministro mi
permetto di toccare ancora alcuni punti, i quali hanno
tratto precisamente alla convenienza o meno per la
Camera di approvare la convenzione.
Dirò intanto in via pregiudiziale che qualunque sia
il giudizio che la Camera voglia fare della medesima,
mi pare che oramai bisognerà approvarla, perchè da
uno stampato che questa mattina circola nella Camera, sembrerebbe che la convenzione sia già in istato
di esecuzione. In tal caso non sarò certo io che venga
qui ad accusare il ministro per aver posto in atto una
convenzione prima che fosse approvata dalla Camera.
(Segni di diniego del mmistro)
Dico che ciò risulta da una comunicazione fatta questa mattina e che è stata distribuita.
Una voce dal banco della Commissione. Quale ?
VILLA-PERNICE. Giacché il ministro fa cenno di di-
SESSIONE DEL 1871-72
niego, io spero di dimostrargli che lamia supposizione
non era fuori di luogo.
Trattasi di un opuscolo che contiene osservazioni
della compagnia Anglo-Americana in risposta ad un
opuscolo, pure stampato, del signor Roos. La pubblicazione è affatto estranea al Governo.
In questa risposta della compagnia Anglo - Americana
è detto precisamente che la convenzione sarebbe già
in parte eseguita.
Tornerebbe utile che l'onorevole ministro potesse
assicurare la Camera che si aspetta il voto del Parlamento prima di eseguirla ; altrimenti non ci sarebbe
più il prezzo dell'opera di venire qui discutendo la
convenzione, a meno che non si volesse, cosa che certo,
lo ripeto, io non voglio proporre, infliggere un voto di
biasimo al Governo...
MANFRIN, relatore. Darò una spiegazione di fatto.
VILLA-PERNICE... per aver messa in esecuzione una
convenzione prima che fosse approvata dalla Camera,
biasimo che non converrebbe del resto di proporre ó di
approvare, quando l'onorevole ministro dimostrasse
che la convenzione è giovevole allo Stato.
MINISTRO PER I LAVORI PUBBLICI. Non è stata eseguita.
VILLA-PERNICE. Ho già letto alla Camera l'articolo 14
della convenzione del 1865, prestatami gentilmente
dall'onorevole direttore dei telegrafi D'Amico. Quell'articolo stabilisce che, non pagandosi per un anno
intero al Governo il canone di dieci lire al chilometro
per la manutenzione, il Governo diventerà proprietario della linea.
Questo caso di caducità non si è verificato, perchè, dal momento che quella linea diventò inutile completamente per l'antica società concessionaria, Construction and Maintenance, le corrispondenze tra l'Egitto e l'Inghilterra facendosi preferibilmente per là
linea di Falmouth-Malta (via Gibilterra), la società,
che si trovava gravata di un canone di manutenzione
e di una spesa per impiegati, e non ricavava alcun
profitto perchè i telegrammi passavano dall'altra parte,
ha detto : per voi, Governo italiano, la linea Susa-Modica può essere utile, mentre per me è inutile, dannosa ; vediamo dunque di combinarci, vediamo di trattare la cessione di questa linea. E di qui hanno avuto
origine le trattative che condussero alla convenzione
del 1871. Ma, se il Governo non avesse accettata questa convenzione, se non si fosse inteso colla società, se
le trattative avessero abortito, e intanto la società non
avesse pagato il canone di manutenzione, perchè preferiva forse perdere il filo piuttostochè continuare a
sopportare spese gravissime per una linea che non le
serviva, certo che l'applicabilità di quell'articolo 14
era evidente.
Si osserva che applicare quell'articolo sarebbe stato
contrario all'equità ; ma, quando si tratta di contratti,
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i patti sono patti, e non ci entra più la ragione dell'equità.
Si dice pure che nei vari congressi telegrafici tenuti
si è ammesso che in questi casi speciali l'equità suggerisca di dare compensi, che sarebbe un'ingiustizia fare
decadere una società per fatti di questo genere.
E sta bene. Se voi volete però applicare un canone
d'equità, applicatelo in modo che tutte e due le parti
possano essere contente, che tutte e due le parti godano un vantaggio. Quando io vedo che il nostro stesso
v Governo confessa di valutare il filo al prezzo che gli
sarebbe costato, se avesse dovuto costruire egli stesso
la linea, non trovo più osservato il canone dell'equità.
Se si fa una transazione, se si deve aggiustare una
vertenza in via d'equità, non è lecito pretendere tutto
da una parte o tutto dall'altra ; l'equità taglia In mezzo.
Dunque io credo che il prezzo sia esorbitante, stando
alle dichiarazioni del Governo ed a quelle contenute
nella relazione e che il vantaggio è tutto da una parte,
cioè dalla parte della società contraente e non del Governo. Forse il ministro potrà dare degli schiarimenti i
quali persuadano me e gli altri miei colleghi che la
pensassero come me ; ma se le cose rimangono come
sono, mi pare che il Governo ha pagato molto questa
linea.
MANFRIN, relatore. Non ha pagato nulla.
VILLA-PERNICE. L'onorevole relatore dice : il Governo
non ha pagato nulla ; ma allora a che servono i patti
della convenzione e il prezzo stabilito di lire 375 mila?
Forse si vuole sostenere che il filo si acquista gratuitamente, perchè il prezzo si rilascia e non si paga in
corrispettivo del privilegio concesso per 10 anni ? Se
non fosse concesso questo privilegio, bisognerebbe pur
pagare ! Considerando la semplice compra e vendita,
non si può prescindere dal prezzo; andiamo per gradi.
Il Governo dice : ma noi non paghiamo niente. Intendiamoci bene: per non pagare niente che cosa occorre?
Di accordare un privilegio per l'esercizio di una linea
telegrafica tra Brindisi e l'Egitto senza stabilire nemmeno tariffe che tutelino l'interesse del commercio, se
non in modo affatto generico, come risulta dall'articolo decimo della convenzione che si riferisce alla tariffa, che così dispone : « La tariffa dei prezzi di trasmissione dei dispacci col mezzo del cavo sottomarino,
in dipendenza della presente convenzione, verrà fissata di comune accordo tra l'amministrazione dei telegrafi italiani e la compagnia, in modo da offrire al
pubblico i vantaggi di un nuovo mezzo di comunicazione ad un prezzo pari alle tariffe delle linee già
esistenti, e senza creare una concorrenza in opposizione alle tariffe delle altre linee. »
Pare che i commenti non siano necessari, pare che
assolutamente è stabilito come minimum il prezzo
delle tariffe attuali per dieci anni.
Compendo che la società potrà essa stessa, se lo
crederà di sua convenienza, chiedere al Governo di ribassare la tariffa, ma intanto il Governo ha inserito
un articolo dal quale risulta che il prezzo attuale pagato sulle altre linee per queste corrispondenze deve
servire di norma onde non far concorrenza alle altre
linee.
Si stabilisce quindi un privilegio, che meglio chiamerebbesi mono-polio, perchè il Governo non può accordare ad altri concessione di nuove linee fra l'Italia
e l'Egitto, o almeno non gli conviene di ciò fare per non
esporsi a pagare in tutto od in parte ìe lire 375,000.
Questo privilegio' è circondato perciò da condizioni
che non mi paiono nè prudenti nè convenienti nell'interesse specialmente del commercio.
Ve ne era un'altra delle condizioni, la quale sembrami urtasse coll'urgenza che si è voluta attribuire a
questo progetto di legge, il quale vien ancor oggi dinanzi a noi all'improvviso, ed era il termine di tre anni
per la costruzione.
Adesso l'onorevole ministro ha ridotto il termine di
tre anni a sei mesi fissandolo pel prossimo novembre,
e di questo non posso che lodarlo e ringraziarlo, perchè m'accorgo che ha tenuto conto di alcune delle osservazioni da me fatte, e quindi su questa questione
del termine non avrei più nulla a dire.
Ecco il brano dello stampato al quale ho alluso più
addietro : « malgrado che, senza nessun riguardo per
l'autorità del Parlamento, si sia già dato principio di
esecuzione alla convenzione progettata, esonerando la
società dall'esercizio della linea. »
Ma non è questo brano che voleva leggere. Lo cercherò, e poi lo farò vedere al signor ministro privatamente, o lo leggerò alia Camera.
Del resto, di questa pubblicazione, dove è detto che
si è già eseguita la convenzione, io non assumo responsabilità alcuna: il signor ministro può provare, e spero
proverà il contrario di quanto l'opuscolo afferma.
Concludo dunque : la mia proposta sospensiva era
appoggiata su questo fatto, che non si può giudicare
della convenzione del 1871, se non avendo sott'occhio
le convenzioni del 1867 e del 1865, convenzioni che
vengono da questa annullate o modificate ; poiché diversamente manca il dato di confronto.
Considerata poi anche la convenzione del 1871 come
venne presentata, sostengo che il prezzo di vendita del
filo Modica-Susa è esagerato, perchè ammonterebbe
alla cifra precisa che costerebbe al Governo per costruire la linea suddetta.
Osservo che, per non pagare questo prezzo, si accorda un privilegio ; e per accordare privilegi, bisogna
almeno che vi sia una convenienza evidentemente dimostrata. È vero che il privilegio, colla modificazione
che il Governo ha presentata oggi, diminuisce di gravità, riducendosi alla metà il termine della sua durati.
E poi si diminuisce anche il termine per l'esecuzione
CAMEBA DEI DEPUTATI
dell'opera; eccetto il caso di forza maggiore, che troppo
facilmente si allega e si ammette ; ma codesti miglioramenti non bastano a giustificare il privilegio.
Finalmente, la convenzione del 1871, nei rapporti
col cavo sottomarino delio stretto di Messina,, io non
la capisco.
Se si è ceduta coll'articolo 1 della convenzione la
proprietà del cavo al Governo, perchè si conferma
coll'articolo 2 l'altra convenzione del 1867, per la
quale la società cedente rimane essa stessa proprietaria del cavo ? Il prezzo poi serve come cauzione, restituendosi le cauzioni già date ; dunque, se venisse il
caso di applicare delle multe, bisogna che il Governo
diffidi la società, che una parte del prezzo non può
essere pagato, perchè è ritenuto come multa di inadempimento degli obblighi del contratto. Io dico la
verità, un prezzo che deve servire per la compra e
vendita e che serve come cauzione, che può pagarsi e
non pagarsi, non mi sembra più una cosa seria.
Per tutti questi motivi io darò il mio voto contrario
alla convenzione, a meno che il ministro dei lavori
pubblici mi persuada che le mie obbiezioni non hanno
valore o ne hanno tanto poco da non poter infirmare
la proposta fatta.
MINISTRO PER i LAVORI PUBBLICI. Sebbene l'onorevole
relatore della Commissione abbia domandata la parola, io mi prendo la libertà di parlare prima di lui,
non per rispondere all'onorevole Villa-Pernice, ma solamente per dire non essere esatto quanto egli ha accennato, cioè che il Governo abbia eseguito già la
convenzione.
Io non so di quali documenti ragioni l'onorevole
VillaiPernice ; quello che posso attestare si è, che la
Camera è liberissima di accettare o di rifiutare la convenzione, perchè il Governo non si è impegnato in alcuna guisa per modo da vincolare le deliberazioni del
Parlamento.
L'onorevole Villa-Pernice, basandosi sopra una supposizione od anche sopra un documento, cui non posso
riconoscere la portata che egli gli attribuisce, si fa a
proporre, condizionatamente è vero, ma si fa a proporre un biasimo al Governo, biasimo gravissimo, perchè dimostrerebbe poca reverenza ed ossequio nel Governo alle istituzioni che ci reggono. Ora, io dichiaro
solennemente che quello che l'onorevole Villa-Pernice
ha creduto che fosse, non sussiste per verun modo. La
Camera, come dissi, è libera di accettare o di respingere la convenzione. Per parte mia mi riservo di addurre le ragioni, le quali mi inducono a pregare la
Camera di voler accettare questa convenzione; frattanto cedo la parola all'onorevole relatore della Commissione, cui domando venia ee ho voluto fare prima
di lui queste dichiarazioni.
PRESIDENTE. L'onorevole relatore ha facoltà di parIdarèì eidaov bI £junov 6 slnup bIIsii 9noisfliviioo «I L o
MMfRINj relatore. Io innanzitutto debbo manife«
SESSIONE DEL 1871-72
stare la mia grande meraviglia che si siano sollevate
delle obbiezioni rispetto a questo progetto di legge, il
cui vantaggio per lo Stato è così chiaro ed evidente
che non so immaginare di più.
E per primo dirò, per prova, che la Commissione era
composta di persone sedenti sui banchi diversi della
Camera, e tutte concordemente hanno trovato che era
utile e giovevole per lo Stato. Nè si può dire che la
Commissione sia stata facile nel venire a queste conclusioni.
La Commissione avrà tenute 15 o 16 sedute; ha voluto replicatamente avere nel suo seno il ministro o
persona da lui delegata per poter con cognizione piena
ed assoluta venire alla conclusione cui venne, quella
cioè di approvare la presente convenzione.
L'onorevole oratore ha già esposta alcune parti
della storia che concerne questa convenzione : esisteva
cioè un'antecedente convenzione, la quale portava dei
vantaggi allo Stato, e questa convenzione non si è
potuta poi mantenere per ragioni che dirò in appresso.
Si è venuti ad una seconda che forma soggetto della
presente discussione.
Devo qui rettificare un asserto dell'onorevole preopinante, che cioè l'anno scorso non è stato rimandato
il presente progetto, ma solamente è stato posto in
discussione perchè si credeva, come era naturale, che
non dovesse sostenere nessuna opposizione. Se non
che, essendosi sollevate le obbiezioni ora fatte, per
parte dello stesso oratore fu detto di sospendere, perchè non stava più nei termini annunziati, che non
avrebbe cioè portata nessuna discussione, e fu nuovamente rimesso al posto che occupava nell'ordine del
giorno, perchè avesse il suo turno naturale.
Questo sia detto per ciò che riguarda l'elaborato
della Commissione e per togliere ogni dubbio sulla cominciata discussione e poi interrotta.
Venendo poi al merito della cosa, io non ripeterò
ciò che fu già esposto nelle due relazioni ministeriali
e della Commissione, nè mi soffermerò a ribattere talune obbiezioni extraparlamentari, le quali cadono da
se stesse alla sola lettura dei motivi e del testo della
convenzione; mi limiterò soltanto a far notare due circostanze prinaipalissime che hanno indotto il Governo
a questa convenzione.
La prima, che nelle assemblee e congressi telegrafici è stato fissato (e ciò torna quasi ad una norma
codificata), è stato fissato che quando esiste una forza
maggiore, vi è un impedimento cioè proveniente da
forza maggiore all'adempimento di patti, non possa
assolutamente quella società essere tenuta all'eseguimento, ni sia passibile di comminatorie o multe, ancorché espresse nel contratto.
Ora, o signori, la guerra franco-germanica del 1870,
invaso il territorio francese, costituiva appunto il
caso di forza maggiore, ed impediva assolutamente la
società all'eseguimento dei patti. Basterebbe quindi
5349 —
TCENATA DEL 17 MARZO 1873
questo solo fatto per giustificare la cassazione di un
contratto e la stipulazione di una convenzione nuova,
che è appunto quella che ci sta innanzi.
Ma questo non basta : vi è un altro argomento di
maggiore entità, il quale mostra anche più. evidentemente l'utilità derivante allo Stato da questa convenzione.
Tutti sappiamo, signóri, come sia stata presso di
noi abbassata la tariffa dei telegrafi, e questo abbassamento di tariffa produsse un aumento d'introiti di
oltre un milione lo scorso 1871 e un milione e mezzo
nel 1872. Cosicché lo Stato ha guadagnato oltre tre
milioni sino al momento in cui parliamo ; ma naturalmente come li ha potuto guadagnare ? Perchè il servizio si raddoppiava. Avrebbe dovuto quindi mettere
di riscontro al guadagno la spesa maggiore dei nuovi
fili. Ora, presentandosi l'occasione di fare acquisto di
un filo già belì'e posto, che il Governo poteva avere
gratuitamente, come si poteva dire che non è nell'interesse dello Stato di aver conclusa questa convenzione ?
11 Governo per mezzo della convenzione guadagnò
un mezzo per effettuare i maggiori lucri accennati or
ora. Di più risparmiò la somma che avrebbe dovuto
spendere per mettere il nuovo filo; e ciò è cosa tanto
evidente che non ha bisogno di alcuna dimostrazione ;
quindi il Governo dall'una parte risparmiò una spesa
di 400,000 lire circa, dall'altra con questo stesso risparmio aumentò le entrate dell'erario pubblico. Credo
davvero non occorra altro su questo proposito.
Rispetto a ciò che diceva l'onorevole oratore per la
esecuzione dell'articolo 14, cioè della risolutoria dei
contratto pel quale sarebbe venuto in potere dello
Stato il filo nel caso di non adempimento del patto, vi
è un fatto, la di cui capitale importanza nessuno certo
può negare, ed è che la società non ha mai mancato
ai patti, ed ha pagato, ha fatto insomma sempre il suo
dovere, cosicché il Governo non ha mai potato dire :
la linea è mia, perchè voi non avete adempito ai patti.
Ora, se la compagnia non è mai caduta nelle comminatorie contemplate dall'articolo 74, come si può ,
invocare questo stesso articolo quale mezzo per dare
senz'altro il filo telegrafico Torino-Modica al Governo?
Anche su questo proposito è inutile aggiungere altro,
perchè non c'è argomento che possa meglio chiarire
della evidenza.
Veniamo ora all'accusa fatta che nel progetto di
legge non vi sono i documenti. Per la parte che concerne il progetto ministeriale dirà egli ciò che crede ;
per quello della Giunta, faccio osservare che la vostra
Commissione non si è limitata, come dissi prima, a
chiamare il ministro nel suo seno, ma ha anche voluto
vedere ed esaminare i documenti. E siccome è impossibile in ogni progetto di legge di presentare come
allegati tutti i documenti che lo riguardano, appunto
per questo, secondo il mio modo di vederej vengono
nominate le Commissioni, le quali hanno l'incarico per
conto della Camera di compiere i dovuti esami; la vostra Commissione, secondo la consuetudine, ha avuto
ed ha esaminato ogni cosa riguardante la convenzione
ed è venuta nella unanime deliberazione di approvarla.
Se l'onorevole opponente voleva esaminare alla sua
volta gli allegati, non aveva che a rivolgersi a qualcuno dei membri della Commissione stessa, ovvero alla
segreterìa della Camera, dove stanno gl'inserti delle
Commissioni.
Per la parte che riguarda la contraddizione che
crede di rilevare l'onorevole oratore rispetto all'articolo 1, messo a confronto coll'articolo 2 della concessione, importa dare questo schiarimento.
Coll'articolo 1, lo Stato diviene proprietario di
quel filo indicato, e coll'articolo 2, come onere della
convenzione e come vantaggio al Governo, limane all'altra parte contraente la manutenzione. Quindi lo
Stato non solo acquista una proprietà, ma è libero
anche di ogni spesa di manutenzione.
Nel rispondere all'onorevole opponente, ho anche
accennato ai principali argomenti che indussero la
Commissione ad approvare la presente legge ; i quali
saranno parsi alla Camera così chiari ed evidenti come
apparvero alla vostra Commissione.
Egli è bensì vero che, malgrado l'evidente vantaggio
dello Stato in questa convenzione, si sono sollevate
delle opposizioni diverse.
Non ho bisogno di dire che, per mia convinzione,
l'oratore che mi ha preceduto è assolutamente estraneo
a tutte le opposizioni che si sono fatte extraparlamentarmente. Vi erano alcuni punti dubbi per l'oratore, iì quale ha sollevate alcune questioni relative a
questi punti dubbi, ma sono convintissimo che in questo non c'entra l'opposizione che fuori di questo recinto, con l'intenzione di influire sul risultato, è stata
fatta. Ma egli è certo che delle misteriose opposizioni
vi furono, con stampati distribuiti in modo da farli
ritenere di un'origine ben diversa da quella che avevano, ed è egualmente certo che non si può ammettere
il sistema che, quando viene presentato alla Camera
un progetto di legge, persone estranee al Parlamento
vogliano provare presso i membri del Parlamento
stesso il bene o il male che vi trovano dietro giudizi e
concetti subbiettivi, che insomma si cerchi di fare
pressione, questo è un sistema che è assolutamente
contrario e alla dignità di un Parlamento, ed anche a
quella impersonalità che deve reggere la sue deliberazioni.
Io credo che non vi sia nessun altro chiarimento da
aggiungere, e credo di avere sufficientemente dimostrato che la Commissione, ben lungi dell'adempiere
alla leggiera il suo compito, ha coscienziosamente e
laboriosamente adempiuto al suo dovere, secondo cha
la convinzione nella quale è venuta la vostra Giunta,
che cioè questa convenzione sia assolutamente nell'in-
— 5350
-
CÀMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1871-72
teresse dello Stato, è basata ad argomentazioni piane,
ovvie ed evidenti, tanto che io reputo, malgrado la
forse troppo rapida esaminazione dei fatti, la stessa
convinzione sia entrata nell'animo di tutti gli onorevoli
colleghi, e l'approvazione della legge non trovi nessun
altro ostacolo.
VILLA-PERNICE. Mi preme anzitutto di dichiarare all'onorevole ministro dei lavori pubblici che io non ho
asseverato punto che il Governo avesse già eseguito la
convenzione. Ho detto che mi risultava da un opuscolo
che gira per la Camera, di cui ciascuno può prendere
cognizione, poiché è sul banco della Presidenze, mi
risultava che il Governo avesse già in qualche parte
eseguita la convenzione, poiché, oltre il brano dell'opuscolo che ho letto testé, ce n'è un altro brano, opera della compagnia Anglo-Mecfoterranean, il quale è
del seguente tenore: « d'aver dato la migliore garanzia consegnando nelle mani del Governo il suo filo
Torino-Modica ed il suo cordone nello stretto di Messina. » Metta insieme l'onorevole ministro questo
brano coll'&ltro già letto, e vedrà che la presunzione
che si sia cominciato a dar esecuzione al contratto»
oggi proposto per l'approvazione alla Camera, non era
poi ingiustificata. Ma, ripeto, non era che una presunzione ; io non ha asseverato il fatto.
L'onorevole relatore ha insistito sul concetto che
aveva già esposto, quando mi interrompeva durante
il mio discorso. Egli disse che il Governo fa un buon
affare, perchè ha ricevuto gratuitamente il filo. No,
onorevole relatore...
1ANFR11V, relatore. Domando la parola.
VILLA-PERNICE il Governo non l'ha ricevuto gratuitamente ; ha stipulato un contratto pel quale questo filo si paga 875,000 lire. Se l'onorevole relatore
mi dice che il Governo in quel momento là, quando
faceva il contratto, avrebbe dovuto adoperare un altro
filo per fabbricare una linea nuova, perchè lo sviluppo
dei telegrammi è tale da dovervi necessariamente provvedere, e che ha approfittato delia circostanza presentatagli si per adoperare il filo già esistente, allora la
cosa può stare : ciò però non implica che il filo esistente nulla costi al Governo.
Ma, sa il filo Modica-Susa venisse consegnato dopo
che il Governo avesse già fatta la spesa per un altro
filo, il Governo avrebbe sopportato la spesa pel filo
nuovo e sarebbe esposto a pagare anche il filo vecchio
in date eventualità.
Non nego che in questa convenzione il Governo
trovi un vantaggio nell'essere dispensato dal fare una
spesa, quando adoperi il filo vecchio , ma il vantaggio
ha pur da misurarsi secondo la proporzione del prezzo
cui si paga questo filo alla società concessionaria. L'onorevole relatore ha detto che la Camera nominò una
Commissione appunto perchè esaminasse gli atti e i
documenti relativi al progetto in questione, i quali
non potrebbero essere facilmente ed in breve tempo
esaminati direttamente dalla Camera.
Non contesto l'opportunità di questo metodo che
esiste e si segue da quando esistono i Parlamenti, ma
distinguo documenti da documenti ; sarebbe pure stato
opportunissimo il presentare le convenzioni dalle quali
ha origine la convenzione attuale. Sarebbe anzi stato
necessario, in quanto che una delle ragioni che ha indotto la Camera a differire la discussione di questo
disegno di legge è stata appunto quella da me addotta
nello scorso maggio, della mancanza delle convenzioni
che diedero origine alla convenzione attuale. Mi sembra quindi che le osservazióni dell'onorevole relatore
non calzino al caso, perchè si presenta ora un fatto
nuovo.
Quando, dietro a mia mozione, la Camera sospendeva la discussione di questa convenzione, approvava
implicitamente anche i motivi pei quali io la proponeva, sebbene non lo abbia esplicitamente dichiarato.
Doveva quindi il Ministero ritenersi invitato a presentare questi documenti. Nello stesso modo che l'onorevole direttore dei telegrafi fece con me atto di
gentilezza nel comunicarmi in via privata la convenzione del 1865, avrebbe potuto l'onorevole ministro
far distribuire come allegato alla sua relazione le due
convenzioni.
Ciò sia detto per rispondere alle osservazioni dell'onorevole relatore.
Non posso poi assolutamente tacere riguardo alle
ultime considerazioni fatte dall'onorevole relatore sopra la pressione e l'influenza di persone estranee. Ho
già dichiarato altra volta che codeste osservazioni non
possono riferirsi per certo a me, ma mi preme dichiararlo ancora : di quest'affare del telegrafo non ne so
se non per quanto imparai dal progetto di legge e per
quanto me ne disse l'onorevole direttore generale dei
telegrafi in una conferenza che ho avuta con lui. Altro
non so, nè ho avute conferenze con altre persone. È
vero che nella mattina del maggio, mentre pai lava alla
Camera, ricevetti un opuscolo che fu diramato a tutti
i deputati, e trovo adesso riprodotto nel nuovo opuscolo da me citato, nel quale si dice che il Governo
aveva rifiutate altre convenzioni ad altre società. Ma
a questa osservazione, che il Governo abbia preferita
una convenzione di un interesse minore per lo Stato
abbandonandone un'altra che poteva essere di maggiore interesse, ha già risposto il ministro in quella
stessa seduta del maggio, ed io non credo dovermici
soffermare sopra: solamente mi permetto di ripetere
che per parte mia non presi la parola su questa convenzione, se non perchè allora si voleva approvarla
senza discussione; e la convenzione, scusi l'onorevole
ministro se ripeto la parola, mi pareva un po' confusa
poiché non ha un carattere determinato ; c'è dentro
un po' di tutto; i correspettivi difficilmente vi si po$sono valutare.
TORNATA DEL 17 MARZO 1 8 7 3
Allora proposi la sospensiva e mi sono iscritto
contro, ed oggi ho parlato contro e voterò pure contro,
ripeto, se gli argomenti che l'amministrazione crederà
di esporre contro le mie ragioni non mi persuaderanno
a votare in favore.
PATERNOSTRO P. (Bèlla Commissione) Siccome qualcuno dei nostri colleghi ha espresso il dubbio che potesse il Governo trovarsi esposto ad un litigio per
parte della prima società concessionaria, io mi permetto di fare avvertita la Camera che ciò non può accadere, poiché la prima società, cioè a dire la Construction and maintenance aveva, in virtù dell'articolo 16, la facoltà di cedere, e diffatti ha ceduto, all'Anglo-Mediterranean telegraph company limited.Da
questo lato dunque non c'è niente a temere.
Pare che l'onorevole preopinante voglia mettere in
dubbio la chiarezza di questa convenzione. Io non
comprendo bene, egli dice, questa convenzione ; essa
è confusa e non so che cosa abbiate voluto fare ; spiegatelo meglio. Ma, onorevole Villa-Pernice, il concetto
è chiarissimo per noi ed è facile spiegarlo. È interesse
del Governo acquistare il filo Torino-Modica ; invece
di pagarlo oggi, ne stabilisce il prezzo e non lo paga.
In eorrespettivo di questo prezzo accorda la concessione di un filo telegrafico sottomarino tra l'Italia e
l'Egitto. Non si stabilisce privilegio, poiché è dichiarato e stipulato che, se mai il Governo volesse fare ad
altra società o contraente qualunque la stessa concessione, in questo caso si dovrebbe pagare alia società
il prezzo delfil@oggi ceduto e non pagato con tanti
ventesimi di meno per quanti anni l'attuale società
concessionaria avesse goduto della concessione.
Dunque noi non limitiamo minimamente la libertà
del Governo di poter concedere. Probabilmente altre
concessioni non si faranno; ma se si facessero sarebbero perfettamente in regola.
Quanto si paga oggi il filo ? Si paga quanto è costato alla compagnia? Ma niente affatto. Si può vedere dai documenti depositati quanto di più fosse costato alla compagnia il filo in questione.
Oggi il Governo paga quello che dovrebbe pagare se
esso stesso volesse mettere questo filo telegrafico.
Pertanto parve alla Commissione, dopo avere avuto
tutte le spiegazioni e dal Ministero e dalla direzione
generale dei telegrafi, che questa convenzione fosse
utilissima allo Stato, perchè con essa acquista quello
che aveva interesse ad acquistare, l'acquista senza pagarlo, e l'acquista con un eorrespettivo che non lo lega
per l'avvenire.
Ci sarebbe la questione di altre concessioni anteriori. La vostra Commissione non ha creduto opportuno di occuparsene, perchè queste convenzioni erano
scadute. Chi ha letto la relazione avrà veduto che la
Commissione, con frasi più o meno benevole ha voluto
raccomandare al potere esecutivo di stare in guardia
y
per delle concessioni che si accordavano con molta facilità.
Accade questo talvolta che si fanno concessioni a
degli speculatori, i quali vanno in tutte le borse d'Europa per fare delle cessioni ; e spesso non si viene ad
alcuna conclusione. Ciò detto, ripeto, che la nostra
Commissione non poteva occuparsi di concessioni anteriori già scadute ; essa doveva occuparsi della convenzione attuale, vedere se fosse utile, se fosse conveniente, se l'acquisto da farsi col eorrespettivo di cui vi
ho parlato, meritasse approvazione; e la Commissione
all'unanimità fu di parere che la convenzione dovesse
essere accettata.
Dopo queste spiegazioni, io cedo la parola al signor
ministro, od all'onorevole relatore pel caso vogliano
spiegare altre ragioni.
Voci. La chiusura !
PRESIDENTE, L'onorevole ministro ha facoltà di parlare.
MINISTRO PER 1 LAVORI PUBBLICI Prego la Camera di
permettermi di dire pochissime parole, onde togliere
la impressione che avrebbe potuto lasciare il discorso
dell'onorevole Villa-Pernice.
E prima di tutto, a dire il vero, non so intendere
quale importanza egli annetta a che siano o non siano
allegate al progetto di legge tutte le convenzioni passate in rapporto a questa convenzione, inquantochè
l'onorevole Villa-Pernice e la Camera devono sapere
che tutte queste convenzioni sono pubblicate (ed io le
ho qui sott'occhio) nel jBollettino Telegrafico ed in altre
pubblicazioni, ufficiali, le quali si trovano non solo
presso i due rami del Parlamento, ma che furono mandate in dono a moltissimi deputati che si occupano di
queste cose. Se l'onorevole Villa-Pernice avesse mostrato desiderio di averle egli pure, l'amministrazione
si sarebbe data premura di offrirgliele.
E mi spiace di non avere neppure ben compreso
l'onorevole Villa-Pernice quando altra volta, come egli
afferma ora, domandava che fossero presentate alla
Camera queste convenzioni, giacché mi sarei fatto un
dovere, anche senza una risoluzione della Camera,
quando un membro di tanta autorità come l'onorevole
Villa-Pernice lo domandava, di far depositare sul
banco della Presidenza queste due convenzioni, che
ora ho qui sul banco dei ministri.
La più grave delle obbiezioni che pareva facesse
l'onorevole Villa-Pernice a questa convenzione era la
seguente : « voi, potere esecutivo, in forza dell'articolo
14 di questa convenzione del 1865 (che qualche momento mi par di conoscere, e qualche momento ignoro)
avete il diritto di far decadere questa società, e di
prendere la linea nelle vostre mani ;. perchè non l'avete fatto? »
A questo ha risposto vittoriosamente Ponorevole
relatore della Commissione, dicendo che non l'abbiamo
CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 7 1 - 7 2
fatto perchè non potevamo farlo, inquantochè la società
non si è messa mai in tali condizioni, da dare al Governo il diritto di decretare la decadenza, avendo la società contribuito annualmente quel che doveva contribuire al Governo per la manutenzione di questa linea.
Aggiunge, e insiste moltissimo l'onorevole Villa-Pernice intorno al prezzo stabilito per la linea, dicendo :
« voi pagate 373,000 lire, cioè a dire quanto costerebbe
la linea, come se veramente questa linea la doveste
fare. »
Lascio le osservazioni che già hanno fatto altri
intorno al modo di pagamento, cioè a dire che è un
modo di pagamento eventuale, non certo nè determinato ; ma io ricordo all'onorevole Villa-Pernice, il
quale è così valente economista, che le cifre, quando
si tratta di correspettivi contrattuali, non hanno
sempre un valore assoluto, definito, ma subiscono le
conseguenze dei patti; cosicché 373,000 lire pagate
immediatamente sono 373,000 lire ; ma un capitale di
873,000 lire pagabile senza interessi in 10 anni, appunto secondo la convenzione che ci sta innanzi, si
riduce di molto nei rapporti commerciali : e se l'onorevole Villa-Pernice volesse ricorrere ad uno di quei
libri d'uso comune per i calcoli d'interessi, potrebbe
vedere a quanto si riducono queste 373,000 lire.
Espose l'onorevole Villa-Pernice alcune osservazioni anche sulla cauzione; ma mi permetta di dirgli,
che veramente credo che egli sia caduto in un equivoco. Il prezzo della linea Susa-Modica serve per cauzione soltanto pei patti relativi al cordone da collocarsi fra Brindisi e l'Egitto. La differenza è quindi
grandissima. Quanto poi al mantenimento dei cordoni
nello stretto di Messina, serve di garanzia la cauzione
già data.
Ugualmente Tonorevole Villa Pernice non si è fatto
un concetto preciso intorno alla cessione all'Italia del
cordone della Anglo-Mediterranean, che facendo parte
della linea Susa-Modica, congiunge la terraferma con
la Sicilia, e non sa intendere quale vantaggio ne tragga
da questa cessione l'amministrazione ; ma lo prego di
considerare i termini delle due convenzioni e vedrà
come la cosa vada.
Oggi il Governo acquisterebbe con la linea terrestre della compagnia anche il cordone a tre conduttori, che essa ha nelle acque di Messina. Insieme la
compagnia assumerebbe di mantenere al Governo, secondo il contratto che la Construction declinò, tre
conduttori in due cordoni.
In altri termini, per effetto della nuova convenzione,
il Governo avrebbe un nuovo cordone, e lai^manuten^
zione di entrambi.
L'onorevole Villa-Pernice poi ha voluto quasi dimostrare nel Governo, mi permetta che glielo ripeta, poca
deferenza verso il Parlamento, come se si fosse dato
esecuzione alla convenzione prima che venisse appro-
>
Sappia l'onorevole Villa-Pernice, che noi ci serviamo
della linea Susa-Modica, anzi mi correggerò perchè la
linea non è veramente Susa-Modica, ma è Torino-Modica, ce ne serviamo, io dico, perchè la compagnia proprietaria lo ha conceduto pendente l'approvazione
della convenzione, con grandissima utilità pubblica, atteso l'incremento straordinario del servizio prodotto
dal ribasso della tariffa. Ma fu inteso espressamente
che questo uso provvisorio lascia in integro la quistione sottoposta all'apprezzamento delia Camera.
La nostra amministrazione telegrafica, la quale vedeva tanto crescere i dispacci, ha creduto bene di servirsi di questa linea col consentimento della società, la
quale ha riconosciuto che il lasciarla inoperosa non
le produceva alcun vantaggio. Ma questo non deve
considerarsi come un principio di esecuzione della
convenzione ; e se la Camera non approvasse, mentre
spero approverà, questa convenzione, l'uso della linea
non ci porta nessun impegno, nessuna responsabilità,
dipendendo esso unicamente da un accordo passato
fra l'amministrazione dei telegrafi e la società,
È una di quelle agevolezze, direi quasi di buon vicinato, che si vanno introducendo ora nel servizio dei
telegrafi fra nazione e nazione, fra società e società.
È un servizio temporaneo che la società presta a
noi, come noi ne prestiamo ad altre società, e ad altre
liag&s sÌo?eiofloì e saed oiidb o m M e oJteb ormisi?
L'onorevole Villa-Pernice si è poi molto esteso nel
suo discorso intorno alla parola monopolio, intorno
alla parola privilegio, senza considerare veramente
che quello che egli chiama privilegio è piuttosto il
corrispettivo della vendita della linea terrestre. Veramente non so come possa introdursi un privilegio per
linee telegrafiche quando già ne esistono diverse altre
che fanno un uguale servizio. Non è questa infatti la
prima linea telegrafica che si voglia stabilire fra l'Italia e l'Egitto^¡odidaB i
Ognuno sa che noi abbiamo un cordone fra Otranto
e ValLona, pel quale a traverso della Turchia si va
in Egitto senza soluzione di continuità telegrafica ;
ognuno sa che noi abbiamo per mezzo della Sicilia
e Malta due altre comunicazioni telegrafiche con Alesar
sandria ; non so intendere insomma che cosa sia questo
privilegio, dove vi sono altri i quali fanno lo stesso
servizio.
Dall'altra parte, di questo privilegio non ci dovremmo spaventare in quanto che è questo un privi«
legio che si può riscattare a un prezzo molto discreto,
il quale all'evenienza potrebbe mettersi a carico di
colui che chiedesse la concessione annulìatrice del privilegio.
Io non temo che il patto introdotto in questa convenzione sia per verun modo un privilegio, che possa
offendere lo svolgimento commerciale e industriale
della nazione.
Mi piace poi dire una parola intorno alle tariffe,
-
5353 —
TORNATA DEL 17 MARZO 1 8 7 3
Se c'è cosa, dirò, bella e lodevole : se c'è cosa la
quale veramente ci dimostri il progresso della civiltà
di questi giorni, è il buon accordo che è nato fra tutti
i Governi non solo, ma fra tutte le società che prestano
così importante servizio, quale è il servizio telegrafico ;
e dico che le convenzioni telegrafiche segnano un progresso della civiltà moderna.
Ora mi permetta l'onorevole Villa-Pernice che io
sostenga che, se una nazione come l'Italia, la quale si
trova tra tante nazioni dall'una parte e dall'altra, e sta
tra l'Europa e l'Asia, in cui ifilitelegrafici di uso internazionale che l'attraversano già molti ora, saranno
moltissimi in appresso; sa, dico, una nazione come
l'Italia avesse in animo di voler violare le norme di
queste convenzioni telegrafiche internazionali, certamente noi andremmo indietro nell'opinione di tutti gli
altri paesi.
Ora l'articolo che noi abbiamo riprodotto, quanto
alle tariffe, altro non è, ed altro non potrebbe essere,
che un articolo della convenzione internazionale.
Credo dunque che la Camera, approvando questo
articolo, come approvando la convenzione, mostrerà
sempre più quanto prenda a cuore e la prosperità del
paese e quella specie di concordia e fratellanza e unità
d'interessi che dobbiamo noi, che deve l'Italia riconoscere di avere con tutte quante la nazioni.
Hanno detto, e hanno detto bene, e l'onorevole relatore e l'onorevole Paternostro che questa è una convenzione di grande utilità.
Noi acquistiamo signori, non soltanto un filo diretto
da Modica a Torino a buonissime condizioni, e due
cordoni telegrafici con tre conduttori fra la terraferma
e la Sicilia, ma quello che è più, acquistiamo una diretta comunicazione telegrafica, che ora non abbiamo,
tra l'Italia e l'Egitto.
E citando l'Egitto, signori, io dico quell'Oriente a
cui credo che tutti gli Italiani debbono avere rivolto
lo sguardo ! (Voci. Benel Benissimo !
Spero dunque che la Camera voglia accettare questa convenzione.
PRESIDENTE. L'onorevole ministro ha proposto le
seguenti variazioni all'articolo 3 della convenzione:
SSS&IOHE
1871-72 - CAMBIU DEI DBPUTÀTI - Discussioni. 671
Invece di dire « entro il periodo di tre anni dalla
data della ratificazione della presente convenzione, »
propone si dica : « prima del 30 novembre 1873. »
E più sotto, invece di dire « pello spazio di venti
anni, » propone si dica : « di dieci anni. »
Cosicché la convenzione, invece di avere effetto per
20 anni, lo avrà per 10.
Poi nell'articolo 6, dove si dice « il detto prezzo
però dovrà subire la riduzione di un ventesimo, » propone si dica : « di un decimo ; » e sotto dove dice
« spirati i venti anni, » propone si dica: « spirati i
dieci anni. »
All'articolo 7, dove è detto « il periodo di tre anni
fissati, ecc., » si cancellino le parole tre anni e si dica:
« il periodo fissato, ecc. ; » e sotto, a vece delle parole
« venti anni » propone « dieci anni. »
Inoltre propone la soppressione del 3° e 4° comma
del medesimo articolo 7.
Va bene, signor ministro ?
MINISTRO PER I LAVORI PUBBLICI. Perfettamente.
PRESIDENTE. Non essendovi opposizioni, queste variazioni s'intendono approvate.
Leggo ora l'articolo unico per metterlo ai voti :
« È approvata l'annessa convenzione del 5 agosto
1871, e la dichiarazione della stessa data che le fa seguito, tra il Ministero dei lavori pubblici (direzione
generale dei telegrafi) e VAnglo Mediterranean Telegraph Company Limited per la concessione ad essa
compagnia della facoltà di collocare un cordone sottomarino fra Brindisi e l'Egitto, dietro la cessione del
filo di sua proprietà da Torino a Modica, e l'obbligo
del mantenimento di tre conduttori telegrafici sotto«
marini nello stretto di Messina, ai patti e condizioni
della convenzione summentovata. »
(È approvato.)
Si passerà allo scrutinio segreto su questo progetto
nella seconda seduta d'oggi, che si aprirà alle ore due.
Stante l'ora avanzata, l'altro progetto che si trova
all'ordine del giorno è rinviato ad altra tornata.
La seduta è levata al tocco*
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Ia TORNATA DEL 17 MARZO 1873