A 287 Anno 11 - n° 1 - Distribuzione Gratuita K I S 17 Gennaio 2015 KIWANIS ABSOLUTE TERRA DEI CICLOPI pag. 8 QUELLA MAGICA SERA NEL FOYER DEL BELLINI pag. 16 di Vincenzo Patanè Il 28 dicembre di 106 anni fa l’apocalittico terremoto di Messina pag. 7 di Giovanni Tringali I L G I O R N A L E Anno 0 › Numero D E L T E R R0.60 I T› Attualit O R I O D E L L E A C I , cronaca, cultura, politica, sport 1 › 13 Ottobre 2004 › ATTUALITA’ KULTURA INFORMAZIONE SPORT & TURISMO MARIELLA GENNARINO CAVALIERE AL MERITO DELLA REPUBBLICA Nel silenzio della notte scendo le scale della mia anima per risentire al fondo... l'eco del battito dell'universo. Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica e trent’anni di imprenditoria ai più alti livelli il palmares della “dea di Morgantina” , Mariella Gennarino. Una grande festa ha coronato questi momenti felici ai quali ci associamo con gioia augurando alla carissima nostra amica un mondo di bene e di felicità. Info AciGaia: 349 6367400 Nella foto di Fabio Consoli il cav. Mariella Gennarino nell’edizione 2013 del Premio Aci e Galatea “Il Casale Mediteranneo” apre il nuovo anno con tre imperdibili appuntamenti culinari da scoprire. Il 12, 14 e 15 Febbraio tre momenti da condividere con chi ami. ph Franco Barbagallo 12 - Giovedì grasso, ed è festa! Ricette e sapori “jacitane” da assaporare allegramente in maschera. 14 - A S.Valentino regala[ti] un'emozione:gusto, atmosfera, musica per l'anima 15 - Odori e sapori genuini. Si mangia a suon di swing con i “Sikula Retrò” Ti aspettiamo a “Il Casale Mediterraneo”dove la sicilianità del buon gusto è di casa. Marino Giuseppe C.so Italia, 96 - ACIREALE del 2 AKIS Sabato 17 Gennaio 2015 Dalla Sicilia alle Alpi Dopo una serie di conferenze in terra lombarda il dott.Salvo Noè chiude l’anno del suo tour italiano a Viagrande nel corso di una affollatissima “seduta” all’ Hotel Ora Luxury Sicilia – Villa Itria. Un altro successo per il Dott. Salvo Noè in terra lombarda. Due appuntamenti hanno caratterizzato la sua trasferta a Milano, un corso di Comunicazione e Leadership che è stato frequentato da vari manager del territorio lombardo e poi una conferenza su: L’amore è libertà. Ambedue gli appuntamenti hanno registrato numerose adesioni e grandi consensi. La figura del prof.Giuseppe Romeo, professore del “Gulli e Pennisi” di Acireale è stata ricordata nel corso di un incontro al quale hanno partecipato il dirigente scolastico prof.ssa Elisa Colella, ed i prof.ri Alfonso Sciacca, Rocco Schembra e Salvatore Valastro oltre a numerosi colleghi, amici e studenti. La foto è di Fabio Consoli. ASSOLUTA BELLEZZA “La Notte Nazionale del Liceo classico” I contenuti della prima relazione hanno dato molti spunti di riflessione inducendo molti dei presenti ad approfondire certe tematiche in ulteriori incontri. La comunicazione, la motivazione, la gestione del tempo, gli obiettivi, i valori, il problem solving, il marketing, la leadership e il management, sono tutti argomenti importanti da approfondire attraverso percorsi formativi personalizzati per ogni azienda. Oggi non bisogna combattere la crisi, ma capire i motivi che l’hanno generata e partire da questa consapevolezza per trasformarla in opportunità. Lavorare sulle competenze e sulle potenzialità, è il vero antidoto anti-crisi. Chi l’ha capito produce performance di picco e cresce. Gli altri aspettano che passi la crisi, oppure chiudono. Il vero leader si posiziona già nel cambiamento e quindi non lo subisce, lo cavalca. Venerdì 16 gennaio dalle 18.00 alla mezzanotte si è svolta in contemporanea in 104 licei classici italiani “La Notte Nazionale del Liceo Classico”. L’evento straordinario e senza precedenti ha avuto come istituto capofila lo storico Liceo classico Gulli e Pennisi di Acireale. L’idea de “La Notte Nazionale del Liceo Classico” è del prof. Rocco Schembra, docente di latino e greco presso l’istituto di Acireale e presidente della delegazione acese dell’AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica). All’evento hanno aderito 104 licei classici della penisola, da Gorizia a Siracusa, da Cagliari a Lecce. La “Notte Nazionale del Liceo Classico” ad Acireale, ha goduto del patrocinio della Città, che ha sostenuto l’iniziativa anche con l’impiego del Gruppo comunale di volontari di Protezione civile. Sono stati presenti il dirigente scolastico dell’Istituto, Elisa Colella, e l’ideatore della manifestazione nazionale, Rocco Schembra il sindaco, Roberto Barbagallo, l’assessore alla Pubblica Istruzione, Adele D’Anna, e il presidente del Consiglio comunale, Rosario Raneri. Pensavo a Te, mamma, ieri sera... La conferenza sull’amore, invece, ha richiamato un pubblico vario che ha partecipato con molto interesse alla relazione che ha toccato vari punti della sfera affettiva di noi esseri umani. Dal rapporto tra genitori e figli, alle dinamiche della coppia, fino all’amore per il proprio lavoro. Il Dott. Noè ha accompagnato il pubblico verso la gioia di vivere con aneddoti, conoscenze psicologiche, vissuti esistenziali che hanno attivato nello spettatore una consapevolezza nuova. È stata una serata speciale, seguita, poi, da quella svoltasi a Viagrande, che ha coinvolto i numerosi partecipanti i quali hanno molto gradito il modo di relazionarsi del Dott. Noè. Capita spesso e non occorre che Te lo dica. Sei ormai in quella dimensione dove tutto appare chiaro ed il resto sono... inutili parole.Pensavo a Te, come spesso avviene soprattutto quando avrei bisogno di una Tua parola...di un incoraggiamento...della Tua capacità di vedere oltre il “qui ed ora”.Pensavo a Te e, arrabbiata, Ti accusavo di non essere stata di parola. Ridendo della Tua morte, mi rassicuravi che non saresti scomparsa mai, del tutto, dalla mia vita. Che, di tanto in tanto, saresti venuta a manifestarmi la Tua presenza. Non sapevi come, ma.... avresti trovato il modo. Ne eri sicura. Ti saresti fatta raccomandare dalla Madonna del Carmine, mi dicevi ridendo.Era da allora che aspettavo che Tu trovassi la strada per tornare da me.Pensavo a Te e sono uscita di casa, confondendomi nel buio di una stradina deserta. Per respirare aria fresca, per cercarTi tra le luci soffuse dei lampioni avvolti dalla nebbia...per provare a ritrovarTi tra il fragore del mare d'inverno, ieri in tempesta.Poi, d'improvviso, i fari di una macchina hanno lampeggiato. Una macchina mi si è accostata e, dal vetro abbassato, una voce mi ha rimproverato simpaticamente “Ti sei persa, eh? Pensavo a Te, poco fa”. La riconosco è Maria Rosa, amica delle giornate estive quando – riscaldata dal sole siciliano – tutto appare piu' facile. Mentre aspetto che l'auto accosti ed arresti definitivamente il suo cammino, rifletto che d'estate è difficile che mi assalga tanta malinconia. L'inverno non è proprio la mia stagione. Il freddo mi spinge a cercare calore nei ricordi...“Anch'io pensavo a Te, poco fa...” esordisco come se stessi parlando con e di Te ma rivolta a Maria Rosa... con lo sguardo che ricade, però, sulla figura seduta sul lato passeggeri “Ti presento mia madre...”. Dalla macchina esce una signora. Stesso modo di guadagnare l'uscita che avevi Tu, appoggiando la mano al tettuccio della macchina, stesso sorriso aperto con il quale Ti approcciavi alle persone nella cui vita saresti entrata, sempre e comunque...con quella facilità che era la Tua cifra.Vengo invitata ad entrare in casa. Solo per un attimo e per approfondire la conoscenza.Mi prende una strana sensazione di deja vu. La Signora Maria comincia a parlarmi di uno zio poeta dialettale, conosciuto a livello internazionale ma, come spesso accade, nemo propheta in patria.Ricordi, mamy? Lo dicevi spesso anche Tu riferendoTi alla zio Nanai...avvocato con l'hobby per la scrittura, relegato tra gli autori minori ma, al quale, riconoscevi doti non comuni di autore teatrale.La signora mi si accosta restando all'impiedi e mi porge un libro, sottolineandomi la bellezza di certi versi, mischiando siciliano ed italiano come solo persone centrate come Lei...come Te...possono fare, manifestando una cultura che và oltre.La Sua presenza mi turba e mi scalda, allo stesso tempo. Lo stesso modo di stare appoggiata di sbieco sul tavolo, lo stesso modo di parlare. Glielo dico e mi sorride complice. Lo sguardo, ci giurerei, è il Tuo. Mi convinco che hai trovato il modo di raggiungermi o è solo quello che spero. Riconosco in quell'enfasi, la Tua voglia di spiegarmi la meraviglia della “perifrastica passiva”, di farmene innamorare. Lo ammetto, adesso, senza fortuna.Anche il profumo è lo stesso, quella colonia Roger&Gallet... unica concessione delle persone anziane, unico strappo all'età lontana dei “profumi e balocchi”. Quel profumo, misto all'odore della pelle chiara e delicata, mi stordisce ma cerco di tirare il piu' possibile il respiro perchè possa imprigionare quella fragranza e portarla via con me.La Signora Maria mi saluta e, quasi ad indovinare i miei pensieri... “Vede, cara, non si muore mai veramente se si resta nel cuore di chi rimane...Mi venga a trovare quando vuole. L'indirizzo ormai lo sa...”.Ecco, mamma...hai trovato il modo di raggiungermi. Hai trovato la strada. O l'ho trovata io? Chissà...certo è che so come rintracciarTi adesso. Nel mio cuore. Non sei mai andata via. Sei stata di parola. Come sempre. E lì rimarrai.Tua... “testa pazza”Santa Tecla, una sera qualsiasi. Inverno 2013P.S. Ed ora, perchè piango? Uffa, però! Silvia Ventimiglia Dopo anni di studi sul fenomeno dell'invecchiamento cutaneo, Korff è quella che meglio ha saputo unire tecnicismo e innovazione a una spiccata sensorialità cosmetica, abbinamento che si è rivelato fondamentale nel dare alla marca un ruolo unico nell’ambiente rigoroso della Farmacia. Oggi, korff continua ad evolvere, confermando i valori fondamentali che l’hanno resa unica, costantemente tesa a ricercare l’incontro fra efficacia delle formule e piacevolezza delle texture, fra oggettività scientifica e soggettività percettiva, per ottenere il connubio perfetto delle due anime che la contraddistinguono. Ispirandosi a questi valori, Korff ha creato un'esclusiva linea di trattamenti per perfezionare la bellezza della pelle di ogni donna, regalando al viso il suo aspetto ottimale. Absolute è un trattamento dalla texture vellutata e straordinariamente sensoriale che illumina e perfezione la pelle del viso, rigenerando i tessuti ed agendo contro tutti i segni visibili dell’invecchiamento cutaneo. La sua formulazione basata su cellule staminali vegetali estratte da Mela ed Uva rossa, estratto del Fiore del Giglio e del Nilo e olio estratto dal Fiore della Passione contribuiscono a consolidare la matrice dermica e a levigare le rughe, mentre le polveri di Diamante, Zaffiro ed Ametista illuminano la pelle, rendendola incredibilmente radiosa. L’incarnato ritrova così un aspetto luminoso, fresco e disteso, per un viso che risplende di nuova giovinezza. Farmacia Dott. Teresina Ferreri & C. snc Tel. 095 7921871 - [email protected] Piazza Cantarella, 10 - ACI S. ANTONIO La settima edizione de “La Fisica al Ferraris” si è tenuta anche quest’anno promuovendo la mostra interattiva temporanea sui temi della scienza, delle costruzioni e delle applicazioni tecnologiche, favorendo l’avvicinamento degli studenti e delle popolazioni interessate ai grandi problemi scientifici. Con la direzione scientifica del prof. Mario Grasso e l’organizzazione curata dal Dirigente Scolastico prof.ssa Patrizia Magnasco i diversi padiglioni della mostra sono stati visitati anche dal sindaco Barbagallo e dal suo vice Ardita e dall’assessore alla P.I. D’Anna oltre che da centinaia di studenti e cittadini di tante scuole dell’hinterland. Sabato 17 Gennaio 2015 Dentro due valigie rosse Con "Dentro due valigie rosse" ci troviamo dinanzi ad una storia che conosciamo bene, dinanzi ad una storia che si ripete, dinanzi ad una storia che se non abbiamo vissuto sulla nostra pelle, l'abbiamo senz'altro ascoltata da qualcuno molto vicino a noi, da qualcuno che abbiamo senz'altro confortato ed incoraggiato: la storia di una famiglia, inizialmente felice, che "improvvisamente" si frantuma. Non si è mai preparati agli eventi dolorosi," non esiste l'attimo perfetto perché accadano le cose spiacevoli, qualunque giorno non è quello adatto". È la storia di una famiglia di quattro persone che dinanzi a questo evento (il padre che si allontana con "due valigie rosse", da qui il titolo, perché innamorato di un'altra donna molto più giovane di lui) reagiscono in maniera diversa: se è normale che i genitori vivano dinamiche psicologiche diverse, non è scontato invece che le due sorelle reagiscano dinanzi al medesimo evento in maniera completamente diversa, la più grande tronca ogni rapporto col padre, la più piccola continua ad amarlo e adorarlo. Mavie Parisi delinea con grandissima sensibilità ed eleganza il percorso introspettivo di ognuno di loro senza cadere mai nel banale servendosi degli occhi e del racconto in prima persona della figlia minore ed attraverso i suoi occhi "seziona", quasi chirurgicamente, l'animo di ognuno di loro. Ogni sentimento, ogni reazione, ogni dinamica viene analizzata con estrema precisione. Per cui ci troviamo dinanzi ad: - Un padre viziato, egocentrico,spesso assente ma profondamente innamorato delle sue figlie, per le quali lotta; - Una madre, vittima ed allo stesso tempo carnefice, rancorosa e cieca, incapace di amare, offuscata dal filtro del proprio io, stretta dalle catene del risentimento. Una donna che contrasta il diritto delle loro figlie di amare il loro padre, incapace di capire "che anche se i suoi rancori potevano essere giustificati, bisognava assecondare un sentire diverso"; - Una figlia maggiore, Ombra,15 anni, che come scrive Mavie è sempre incline a inseguire sogni che non sa, in una terra che non c'è", "decisa ad incunearsi in sentieri sotterranei che lasciassero intatta la superficie", con tutti i rischi tipici di chi imbocca questo oscuro percorso; - Una figlia minore, la protagonista principale, Dalì,10 anni, che affronta questo dramma in due modi opposti ed antitetici: "c'erano due modi per affrontare la realtà: adattarsi all'ambiente o pretendere che l'ambiente si adatti a noi". Ha utilizzato entrambi gli espedienti in due tempi diversi, data l'età. Nella prima fase si adatta all'ambiente nella seconda fase pretende che l'ambiente, e dunque le persone, si adattino a lei e al suo bisogno. Per buona parte del libro la protagonista è accondiscendente, non scontenta nessuno. Scrive:" La meta era molto ambiziosa, volevo fargli comprendere le ragioni di tutti, insegnargli ad amare senza intaccare le ragioni dell'altro. Doveva accettarli per quello che erano. Volevo proteggerlo dal rancore e dall'eccesso di orgoglio facendone un individuo tollerante". Non si erge, quindi, a giudice, non ricerca verità assolute. E poi quale verità poteva prevalere? Esiste una verità? Non ha forse ragione il padre nel momento in cui asseconda il proprio sentimento? Non è onesto nel momento in cui decide di lasciare sua moglie perché non la ama più? Non è forse vero questo? Non ha forse le sue ragioni la madre nel momento in cui il rancore ed il risentimento l'accecano? Non ha forse ragione nel sentirsi tradita e delusa? Non ha forse ragione nel momento in cui si chiude nel suo dolore? Non è forse vero questo? Non ha ragione Ombra, la figlia maggiore, nel non volere più vedere il padre? Non ha forse ragione nel momento in cui non riesce ad affrontare la sua quotidianità? Non è forse vero questo? Non ha forse ragione la protagonista nel voler affermare il diritto ed il bisogno di amare il proprio padre? Nel soffrire del cattivo rapporto con la madre alla quale rimprovera un profondo vittimismo? Non è forse vero questo? Forse allora la verità non esiste ma esistono le verità, tutte giuste e tutte vere. Forse come scrive Mavie Parisi la verità assoluta si raggiunge quando "Il benessere altrui coincide nel raggiungimento del proprio". Nella seconda parte la protagonista pretende invece che l'ambiente si adatti a lei, è giunto il suo turno, il turno in cui tutto ciò che la circonda vada nella sua stessa direzione, è arrivato il momento in cui le sue ferite vengano curate e poi rimarginate. Questo succede a tutti e questo tempo nella nostra vita arriva sempre, possono passare anche decenni. Prima o poi arriva il tempo di affrontare l'irrisolto, perché non affrontare la realtà significa sentire addosso il peso di tutti gli scenari possibili e prima o poi di questo peso dobbiamo liberarci. Possiamo nascondere o nasconderci, possiamo anche prenderci in giro ma prima o poi arriva... E più tempo passa più è probabile che questa fase arrivi violentemente e senza preavviso. Non affrontare l'irrisolto è come perdere il contatto con le proprie radici. "E non a caso il simbolo che rappresenta le nostre origini è l'albero, perché ne definisce le radici, la crescita, le ramificazioni ma anche la stabilità, la forza, la capacità di resistere alle intemperie. La mancanza di radici causa l'impossibilità di stare in piedi che inevitabilmente spinge la persona a trovare altre posizioni per sopravvivere ma è l'improvvisa perdita della stabilità che causa l'incapacità di restare in piedi e che spinge la persona a un perpetuo e vertiginoso fluttuare" che può essere interrotto solo nel momento in cui permetteremo alla nostra sacrosanta introspezione di emergere ed in quel momento saremo persone migliori, perché saremo Veri. Gaetano Pulvirenti “Di madre in figlia – Vita di una guaritrice di campagna” di Marinella Fiume è stato presentato dal Cenacolo del Galatea e dal Kiwanis Absolute Terra dei Ciclopi e dalle Dame del Nastro Azzurro di Daniela Simon nella sala conferenze della Banca Agricola Popolare di Ragusa a cura di Gaetano Pulvirenti e Angelo Scandurra, presente l’autrice. Signorina, io ste cose ce le racconto, ma lei deve insegnarsele a memoria, a poco a poco, perché ste cose non si possono scrivere, ma solo raccontare a voce, e se lei viene la notte di Natale o per San Giovanni, non solo gli do il sapere, ma pure il potere. Veramente ste cose si dovrebbero rubare seguendo passo passo la maestra che dice le orazioni piano piano per non farle sentire, e una parola oggi, una domani, finisce che si sanno. Il libro è il racconto in prima persona che la centenaria donna Orazia, nata nel 1885 in un Comune della costa jonico-etnea, dove sarebbe morta a 101 anni, rese all'Autrice in una serie di incontri culminati con l'ultimo, in occasione del suo centesimo compleanno. La notte di Natale del 1985, poi, la contadina guaritrice, consapevole di averle comunicato "il sapere", volle conferirle anche "il potere", ripetendole tutte le orazioni atte a recuperare la 3 "L’Estate di un ghiro. Il mito di Lord Byron attraverso la vita, i viaggi, gli amori, le opere" Ad Acireale, si è concluso in bellezza, anche l’ultimo incontro letterario del 2014, firmato "Cenacolo del Galatea " coadiuvato dal "Kiwanis Absolute Terra dei Ciclopi" e le "Dame del Nastro Azzurro" di Daniela Simon. Il 29 dicembre, a presenziare nei locali della Banca Agricola Popolare di Ragusa, il giornalista e critico cinematografico acese Vincenzo Patanè. Con "L’Estate di un ghiro. Il mito di Lord Byron attraverso la vita, i viaggi, gli amori, le opere", l’autore ha voluto fare un omaggio alla sua città natia. Un saggio biografico a metà tra il romanzo e la documentazione, preciso e dettagliato, attraverso cui Patanè ricostruisce in "toto" la figura del celebre poeta inglese dalle "mille sfaccettature". Una identità mutevole, quella di George Byron, il giovane Dandy assorbito dall’incessante bisogno di libertà d’essere e trasgressione. Peculiarità queste, che già in vita, gli valsero una notorietà mai vista sino ad allora, passata alla storia con l’appellativo di byronmania. A confermarlo, lo stesso Patanè, secondo cui « Byron è un personaggio eccezionale. Una volta, un critico ha scritto che anche se non fosse stato un poeta, sarebbe comunque stata una persona affascinante per la sua vita trasgressiva ed anticonformista». L’attenta disamina dell’autore, riprova quanto contenuto nei diari, stralci e lettere personali riportate nell’opera. Gli amori bisessuali, i viaggi, il confronto con i costumi della società neoclassica, romantica e novecentesca; la lotta per l’indipendenza italiana e greca, il rapporto di "odio e amore" con l’Inghilterra, l’esilio in terra straniera e la libertà d’essere nella sua forma più alta, glorificano la fama e poetica di questa figura controversa quanto ammaliante. "Bisogna perciò vivere intensamente. Non c'è altra scelta, anche perché la maggior parte del tempo umano si perde stupidamente , in tempi necessari e obbligati , per espletare le funzioni basilari attraverso azioni usuali quanto monotone [...]Quanto resta di esistenza vera e propria?L'estate di un ghiro" un passo tratto dal testo che esemplifica l’essenza, della figura del poeta inglese. A Vincenzo Patanè, si deve il primato per aver scritto la prima biografia italiana su Lord Byron, la cui produzione poetica è poco conosciuta in Italia. M.A. salute che qui l'Autrice svela. Si tratta di un documento prezioso che consente usi diversi e tutti allettanti per lo studioso, e non solo nell'ambito della storia delle tradizioni popolari : per la narrazione della vita di questa donna e documento da studiare dal punto di vista della storia sociale e della storia delle donne; per il lavoro compiuto dalla Fiume, studiosa di autobiografia e biografia, al fine di rendere visibile e porre al centro il "percorso ai margini" di una donna nella società contadina del secolo scorso. "la tredicesima dimensione" è un viaggio nelle sensazioni e nell'immaginario di una giovane donna che vive un momento di forte dolore trasformandolo in una strana avventura piena di personaggi inventati e non, che la porterà fuori dal buio della depressione grazie alla consapevolezza che il domani è sempre un meraviglioso mistero. Mag è l'acronimo del nome della scrittrice. è una maschera che usa per poter essere davvero se stessa, senza tacchi e tailleur. Scrive da sempre ma tiene tutto per se, fino a quando un giornalista, per caso, si trova fra le mani una sua poesia pescata fra il disordine di una piccola studentessa irrequieta e decide di pubblicarla; da lì nasce una simpatica collaborazione a distanza che farà nascere nella ragazza la voglia di esternare i suoi pensieri al mondo. partecipa a diversi concorsi con discreto successo e le due persone si scindono definitivamente, mag scrive di notte col suo thè caldo e mille momenti di commozione, l'altra esce presto al mattino per correre in ufficio seria e distaccata con un sorriso accondiscendente, il vero mistero è quando dorma...ma il mistero le piace proprio! La nascita di Aurelia e' per Mamma&Papà fonte di gioia immensa e amore infinito assieme a tutte le persone che gioiscano di questo avvenimento. La piccola Aurelia, nata il 25 Dicembre 2015 al Cannizzaro di Catania, è la gioia di Stefania Patanè e Dario Loritto, nostri carissimi amici ai quali giungano gli auguri più fervidi per la nuova nascitura. Discutendo una brillante tesi dal titolo:"La multicanalità nelle imprese assicurative: metodi di integrazione e implicazioni strategiche", il dott. Pietro Pettinato, con il massimo dei voti, ha conseguito la Laurea Magistrale in Finanza Aziendale al Dipartimento di Economia e Impresa dell'Università degli studi di Catania. Relatore il chiarissimo prof. Giovanni Battista Dagnino. Al dott. Pietro Pettinato ed alla sua famiglia, le congratulazioni della redazione. Antonio Foti Erika Weinmann 4 AKIS Sabato 17 Gennaio 2015 Successo per l’Allakatalla di Alfio Patti in Sud Africa Una tournée di tre spettacoli che ha visto l’Aedo dell’Etna, già Premio Aci e Galatea, impegnato con i siciliani e gli italiani del Gauteng di Johannesburg: il 29 novembre a Casa Serena, il 6 dicembre all’Italian Club per il 20° Anniversario dell’Associazione dei Siciliani nel Mondo del Sud Africa, il 7 dicembre al Theatre on the Square, a Mandela Square, a Sandton per la Dante Alighieri, il tutto a Johannesburg. A organizzare la tournée è stata la Dante Alighieri, nella persona del suo presidente, Cav. Gaetano Giudice, l’Associazione Siciliani nel Mondo del Sud Africa presieduta da Francesca Cristaudi, con il sostegno del Com.It.Es, nella persona dell’instancabile Salvatore Cristaudi di Riposto, di Johannesburg e la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria e del Centro Culturale Italo-Sudafricano. La cucina afrodisiaca catanese, come abbiamo capito, non è segreta, ma si trova sulla bocca di tutti o meglio, sulle tavole di tutti. E’ certamente una cucina povera, non ricercata, niente a che vedere con la Nouvelle Cousine. Sono le pietanze, quindi, ad essere “speciali”. Sono i prodotti che crescono e vivono all’ombra del vulcano ad essere singolari, è l’Etna, è il sole, il mare, il vento delle correnti dell’Jonio. E’ tutto questo che fa sì che tutto quello che vegeta e che vive in questa terra sia particolare: la frutta, le verdure, gli animali, noi stessi. Si, anche noi uomini respiriamo la stessa aura, e, mangiamo le stesse cose di cui si nutrono gli animali e i vegetali, quindi, l’effetto del fosforo che espelle il vulcano, ha su noi lo stesso effetto del fiammifero, una vampata fulminea, un bagliore e poi si spegne. Lo zolfo, dà, invece, il calore necessario, una forza prolungata, il genio, diciamo, l’attimo per arrivare a vette più alte, il tipico intuito geniale dei siciliani. Che dire poi del vento, le stesse isole Eolie ne hanno preso a ragione il nome; è il vento e l’aria che ci porta ad essere dei sognatori, lasciando, purtroppo, una fenditura da dove nasce la paura di cadere che ci frena, spesso, ad intraprendere voli pindarici e votati al fallimento. Da tutto questo proviene il gusto e l’effetto dei nostri prodotti. Pensiamo al pistacchio di Bronte, oggi molto rinomato, gustoso, ma soprattutto ricco di vitamina E, detta della fertilità. E le olive nere con l’olio d’oliva ed il peperoncino che stimolano un reale erotismo. Ricercatissimi i ricci di mare, i cui coralli condiscono spaghetti afrodisiaci. Nell’antica Grecia era famosa la vellutata di fave secche con profumo di finocchietto selvatico, la troviamo citata da Aristofane ne “Le Rane”, la quale consentì ad Ercole, dopo ager ingurgitato un’enorme zuppa di fave, di possedere diecimila vergini in una sola notte. Molti sono stati gli scrittori catanesi che si sono interessati all’argomento: Domenico Tempio, Vitaliano Brancati, Ercole Patti; anche in molti film riaffiora l’argomento. Di recente produzione i film su Montalbano, di Camilleri, il protagonista intervalla il suo geniale intuito nel lavoro, nell’assaporare, proprio come in un’unione carnale, piatti tipici prelibati, composti da verdure, carni, ma, soprattutto pesce, o meglio dalla maestria di cucinare il pesce in un certo modo. Del resto sappiamo tutti cosa significa tornare a casa dalla pescheria, attraversando quel dedalo di viuzze, portando a casa, pronto per essere cucinato, del pesce freschissimo che si muove ancora dentro il suo incarto: astici, polpi, triglie di scoglio, gamberi rosati di nassa, ricci. Il tragitto e il ricco bottino, ti fanno già pregustare il piatto prelibato, tanto da avere l’acquolina in bocca: si proprio come Montalbano, quasi meglio di una bella donna! Inutile dire che tutti i piatti hanno la necessità di essere innaffiati da un ottimo vino: siciliano, naturalmente, quello stesso vino che salvò Ulisse , quando, per fuggire con i suoi compagni da Trezza, ubriacò e poi accecò Polifemo. Mariella Di Mauro “Tra ciuri d’aranci e spini santi” di Alfio Patti è la storia della donna siciliana attraverso cunti e canti popolari. Questa raccolta è stata rappresentata in uno spettacolo nel 2010, suddiviso in varie parti e rappresentano tutta l’esistenza della donna e poi diventata libro. Il testo è stato presentato sabato 13 dicembre 2014, nella chiesa “Arcangelo Raffaele”, dal centro culturale Don Francesco D’Urso” dall’ing. Maugeri, da Mariella Di Mauro, e da Giuseppe Maugeri. Da sx: il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria, Claudio D’Agostini, Alfio Patti, il presidente della Dante Alighieri, Cav. Gaetano Giudice, la presidentessa dell’Associazione Siciliani nel Mondo del Sud Africa, Francesca Cristaudi, il rappresentante dell’Ambasciata Italiana, dott. Enrico Trabattoni e il presidente del Com.It.Es., Cav. Salvatore Cristaudi. Allo spettacolo del Theatre on the Square, a Mandela Square, organizzato dalla Dante, l’Aedo dell’Etna, Alfio Patti, è partito proprio dal Regale Solium di Federico II, cantando (dopo averlo musicato personalmente) un sonetto Da La Gazzetta del Sud Africa del 19 dicembre 2014-12-28 http://www.lagazzettadelsudafrica.net/vent-anni-di-sicilianita-ajohannesburg.html «Lo spettacolo del cantore della sicilianità Alfio Patti al Teatro in Piazza di Sandton e la serata al Club Italiano sono stati i due eventi che hanno catalizzato l’attenzione dei siciliani del Gauteng e dei loro amici in occasione della celebrazione dei primi venti anni di vita della locale sezione dell’Associazione dei Siciliani nel Mondo, costituita a Johannesburg nel 1994. Entrambe le serate hanno avuto un grande successo.Protagonista assoluto e applauditissimo dello spettacolo teatrale è stato Alfio Patti, che per un paio d’ore ha intrattenuto un folto pubblico, ipnotizzato dai suoi canti siciliani in cui si intrecciano la storia dell’isola e la vita quotidiana della sua gente.» Concerto di Natale e gran successo per la band catanese Gibo & Evergreen (gruppo musicale live con Debora Messina, Giordana Petralia, Letizia Bonaventura) che si è esibito con grande successo a San Gregorio di Catania lo scorso 22 dicembre. di Jacopo da Lentini (Io m’aggio posto in core a Dio servire) sottolineando come la nostra letteratura avesse fatto muovere i primi passi alla primitiva letteratura italiana e avvalendosi di quanto sostenuto dallo stesso Dante Alighieri nel primo libro del De vulgari eloquentia (I, XII, 2-4) nel quale collegava l’esperienza dei Siciliani (nella cui tradizione si riconosceva interamente) con l’iniziativa politica degli ultimi sovrani, Federico II e Manfredi. Quest’ultimo (1232-1266) e figlio illegittimo di Federico, fu re di Sicilia dal 1258 al 1266. Ciò lo ha fatto perché loro avevano un po’ l’aria dei cavalieri custodi della Lingua italiana e il nasino all’in su. Ha poi continuato con brani del ‘400 quando ancora il siciliano imperversava e risentiva di altre influenze come “I quantu è bella l’aria di lu mari” nella quale si sente l’influenza napoletana (noi con Napoli fra musica e poesia si siamo sempre confrontati, vedasi poi il Regno delle 2 Sicilie). In questo modo l’Artista ha fatto capire loro, che si trattava di cultura in armonia musicale, anche tramite altri interventi, ricevendo dopo due ore di autentico spettacolo (doveva durare una sola ora!) un standing ovations. Il presidente della Dante, Gaetano Giudice, a spettacolo finito sul palco ha detto: “questo è uno degli spettacoli-incontri più belli che la Dante abbia organizzato”. Alfio Patti si è trovato davanti siciliani ma anche italiani di 1ª, 2ª e 3ª generazione. Molti dei siciliani di Johannesburg sono “asmarini” cioè nati ad Asmara da genitori siciliani e che nel secondo dopo guerra sono emigrati al sud dell’Africa. La loro visione e i loro concetti della Sicilia sono, quindi, particolari, sono fiabeschi, traslati, strasfigurati, enfatizzati. L’artista è entrato nel cuore e nella mente anche di loro e in quella degli italiani che spesso vedono la Sicilia, sì una bella terra, ma con un’immagine dei siciliani al solito stereotipata. “I siciliani a Johannesburg stanno tutti bene”, così ci conferma l’Aedo dell’Etna, “e l’ Apartheid si sente ancora ma 20 anni sono passati da che l’Anc (African National Congress) è salito al potere. Occorrono altri 20 anni perché tutto possa veramente sistemarsi; devono morire bianchi e neri della prima generazione razzista, i nipoti già si accoppiano tra loro generando i colored ( i colorati) che sarebbero i mulatti da differenziare dai “neri”. “La gerarchia oggi è la seguente: neri, colorati, indiani e all’ultimo i bianchi: la ruota gira e vota. I siciliani sono uniti e se ci sono screzi restano sempre uniti e si prodigano perché tutto si accomodi. Sono molto legati alla famiglia e vicini alla chiesa. Ciò accade perché troppo lontani dalla Paria originaria; occorre fare quadrato e solidarietà. Quest’ultima l’ho potuta constatare personalmente girando con l’organizzatore fra i commercianti e i professionisti siciliani per contribuire alle serate ricche di sorteggi, bevande, stampa per brochure e tante altre cose; insomma gli sponsor”. A conclusione dello spettacolo “Allakatalla” cunti e canti di Sicilia di Alfio Patti, tenutosi il 7 dicembre scorso al Theatre on the Square di Mandela Square a Johannesburg, Alfio Patti posa tra i rappresentanti delle più importanti istituzioni italiane all’estero e ringrazia quanti hanno voluto e sostenuto i suoi spettacoli in Sud Africa. AKIS Sabato 17 Gennaio 2015 5 La donna dopo gli….anta” Nella sala “Scacchiera” del S. Biagio Resort, suggestivo monastero dei francescani di Acireale, la Fidapa ha realizzato in collaborazione con gli operatori del consultorio di Acireale, dott.ssa Venera Guarrera e dott. Antonino Pittera, la conferenza" La prevenzione per il benessere della donna dopo gli ..anta". Ad introdurre la serata la Presidente M° Vera Pulvirenti, che ha ribadito l’importanza della prevenzione, affinchè buona salute e attività coincidano, per far volare verso l’alto la prospettiva di vita e soprattutto la qualità della vita. La dott.sa Guarrera, ginecologa del consultorio di Acireale, in una interessante relazione ha spiegato che la prevenzione è "un percorso condiviso fra gli operatori sanitari e le donne, che vogliono godere di un benessere, che migliori la qualità di vita dopo gli.. anta e che lo stile di vita è il requisito necessario per mantenersi in salute, corredato da terapie mediche personalizzate e controlli ematochimici e strumentali adeguati". Il dott.Pittera, pisicologo dello stesso consultorio ha affermato che la dimensione etica e affettiva, che caratterizza ogni relazione e che si sviluppa primariamente all'interno della famiglia, diventa la fonte maggiore per la salute psico-fisica della donna e degli individui in genere. In conclusione, presente anche la Consigliera Distrettuale della Fidapa, dott.ssa Stefania Luppino, che ha avuto parole di apprezzamento per l’importanza del tema trattato, la Presidente Pulvirenti, ha ringraziato i relatori e la poetessa Francesca Privitera, piacevole sorpresa, per le strofe cariche di saggezza e di leggera ironia che hanno allietato la serata. S. Di Stefano Per lo scambio degli Auguri del Natale, la Fidapa di Acireale, presieduta dal M° Vera Pulvirenti, ha organizzato, nel salone dell’hotel Orizzonte, un piacevole e coinvolgente incontro che ha visto la presenza di Mons Guglielmo Giombanco, vicario della Diocesi e, a seguire un momento di musica tradizionale con la zampogna del M° Gianfranco Mosca e le splendide voci di Rosanna Leonti, soprano e Maria Motta, mezosoprano. La Presidente, dopo una breve introduzione sul Natale in cui tra l’altro ha ricordato le parole di Papa Francesco “Il Natale non è soltanto una ricorrenza temporale oppure un ricordo di una cosa bella. Il Natale è di più: noi andiamo per questa strada per incontrare il Signore. Il Natale è un incontro! E camminiamo per incontrarlo: incontrarlo col cuore, con la vita; incontrarlo vivente, come Lui è; incontrarlo con fede. Ma occorre avere il cuore aperto. In questo cammino verso il Natale ci aiutano alcuni atteggiamenti: la perseveranza nella preghiera, pregare di più; l’operosità nella carità fraterna, avvicinarci un po’ di più a quelli che hanno bisogno; e la gioia nella lode del Signore. Dunque: la preghiera, la carità e la lode, con il cuore aperto perché il Signore ci incontri”, ha passato la parola a Mons. Giombanco, il quale, dopo aver ringraziato la Presidente, ha iniziato la sua relazione con il significato della festa del Natale di Cristo che è contrassegnata dalla luce della speranza. “Ogni nascita è segno di speranza. Oggi nel nostro tempo è possibile ancora sperare? Viviamo in un tempo segnato da profonde incertezze ed inquietudini di vario genere. La precarietà accompagna il cammino dell’uomo nei vari ambiti dell’esistenza. In un tempo di crisi radicale come quello che stiamo vivendo, il cristiano non può sottrarsi ad un compito, quello di tenere viva la speranza, essenziale alla qualità umana stessa dell’esistenza. Ma la speranza non è facile da vivere, per nessuno, neppure per un cristiano. Quindi la speranza come assunzione di responsabilità”. Il relatore, ha continuato esortando ad essere «trasmettitori di speranza», cercando di far passare di cuore in cuore la speranza, perché “a Natale Cristo viene ad accendere nel cuore dell’uomo la luce della speranza». Dopo la relazione, i suoni dal sapore antico della zampogna, suonata con maestria dal M° Mosca, hanno invaso la sala e a seguire le belle voci di Rosanna e Maria che, accompagnate al pianoforte dalla Presidente Vera Pulvirenti, prima di una raffinata conviviale, hanno completato una bella serata caratterizzata da un’intensa spiritualità. Il Lions Club di Acireale ha ricordato la figura di Cristoforo Filetti nel centenario della nascita Il Lions Club di Acireale ha voluto ricordare il sen. avv. Cristoforo Filetti in occasione del centenario della nascita nel corso di una manifestazione alla quale ha preso parte un pubblico numeroso a testimonianza della stima di cui godette Filetti anche da parte degli avversari politici. Avvocato civilista, era nato ad Aci Catena il 2 settembre 1914 e nel corso della sua lunga carriera politica ha ricoperto tante cariche politiche: dal 1939 al 1943 quale segretario politico e ispettore generale dimostrando misura e correttezza tanto apprezzata dai concittadini; con l’avvento della Repubblica, per ben sei volte fu riconfermato senatore per l’MSI e per tanti anni ha svolto altresì il ruolo di consigliere comunale ad Acireale; nel 1994 fu il primo sindaco ad essere eletto a suffragio universale, in base alla nuova legge della Regione Siciliana Ha scritto molto e si è sempre cimentato con il giornalismo. Ha introdotto la manifestazione il dr. Silvio Cavallaro, attuale presidente del Lions Club Acireale che fu anche assessore durante la sindacatura di Filetti ed ebbe modo di apprezzarne l’onestà e la com- petenza amministrativa. A delineare la figura del senatore Filetti sono stati chiamati due colleghi politici di lungo corso che lo conobbero e lo stimarono: il sen. Nicola Grassi Bertazzi e l’on. Enzo Trantino. Era presente la vedova dell’uomo politico, che per l’occasione ha dato in omaggio ai presenti il libro autobiografico “Ottantuno anni di giovinezza” (Bonanno Editore, 1996), scritto da Filetti assieme ad un altro illustre cittadino acese, anche lui deceduto, il prof. Antonio Pagano, già ordinario di Latino e Greco nei Licei e socio dell’Accademia Zelantea.Trattasi infatti di un’intervista che percorre a ritroso gli avvenimenti del secolo XX, letti e interpretati da un uomo di cultura e da un protagonista della destra politica. G. V. La fiamma. Seduto qui,al buio, solo la fiamma di un camino... mi riscalda. Lei osserva me, io osservo lei, ed imparo: arretrare o avanzare non è un gioco, è vita da alimentare. Gaetano Pulvirenti GIARRE. Il maestro Michele Lisi, 79 anni, già impiegato all’Igiene mentale di Giarre e direttore dei servizi amministrativi al Liceo scientifico di Giarre e a Randazzo se n’è andato in silenzio , quasi in punta di piedi. Ha combattuto con coraggio incurante del male che pensava di avere sconfitto, non gli ha voluto dare soddisfazione. Michele era una persona mite, ma combattiva, innamorato della sua famiglia, del suo lavoro e della sua Giarre. Un eroe borghese, come tanti che servono la collettività senza bisogno di mettersi in mostra. Insieme abbiamo lavorato nella redazione del primo e del secondo e del terzo Gazzettino di Giarre. Rivedo ancora, catturata nelle mie retine la sua figura e il suo sorriso quando si sedeva alla scrivania e batteva sulla vecchia “Olivetti Lexikon 80” i suoi pezzi della rubrica che amava tanto “Cittadino a spasso”. Quello era il suo atto d’amore alla sua città. Era appassionato di fotografia, un’arte che lo portava a cogliere aspetti belli e brutti della società e lo faceva tramite il giornale cittadino e l’associazione fotografica “Aci e Galatea”. Ormai in pensione si dedicava ai nipotini ai quali era legatissimo. Aveva avuto un dolore fortissimo a seguito della recente scomparsa del nipotino di 9 anni Filippo Corradin, figlio della sua primogenita. Adesso sarà con lui in paradiso. Il Gazzettino di Giarre, la Direzione, la Redazione e i collaboratori tutti, porgono le più vive condoglianze ai familiari, ancora una volta e ripetutamente provati nel giro di poche settimane da un nuovo gravissimo lutto. Le esequie solenni sono state celebrate nella chiesa del Carmine di Giarre. Mario Pafumi Turi Consoli, il Cine Foto Club “Galatea”, la redazione di Akis, si stringono affettuosamente attorno alla famiglia tutta per la grave perdita di Michele. Lo abbiamo avuto come sostenitore dei nostri progetti, collaboratore attivissimo e, soprattutto, carissimo amico. Che il Cielo lo accolga tra i suoi figli migliori. 6 Sabato 17 Gennaio 2015 AKIS Il "non ho tempo" ed i "tarì cu l'ali durati" Namastè....."NATALE AL RIFUGIO SAPIENZA" Da quando ricopro il ruolo di presidente della fondazione ho avuto modo di confrontarmi con tante cose. Alcune condivisibili, altre meno. Certo è che quella più fastidiosa, dal mio personale punto di vista, riguarda quelli che mio nonno definiva "i tarì cu l'ali durate": i soldi. Prendo spunto dalla polemica Bellini. Se aveva ragione Musmeci a chiedere o meno di essere retribuito. Forse si, forse no. Il lavoro va sempre retribuito ma, in alcune occasioni, si può pure scegliere di adottare la formula del servizio pieno(per aiutare la città e rispondere ai propri legittimi egocentrismi). Per esempio, gli architetti Sorrentino e Pavone hanno impiegato giornate intere al Bellini senza "tarì", mettendo a disposizioni le loro competenze ed il loro entusiasmo. Si sono messe in bella mostra, diranno i maligni? Guai se non lo avessero fatto. Domani il comune, nella logica dell'intuitu personae, li chiamerà a ricoprire un qualche ruolo, chioseranno i perversi? Guai se non avvenisse. Non è questo però il vero punto dolens: è l'ipocrisia che attanaglia una parte di questa città. Ieri chiedere il titolo gratuito su tutto, oggi il titolo oneroso. Sembra la folla manzoniana: "o viva o muoia". Tutto e il contrario di tutto. Se do un incarico di progettazione retribuito al comune grido allo scandalo, onde un attimo dopo lamentarmi se é a titolo gratuito. Inizia la retorica del sospetto: "cu sapi chi pigghiunu dumani". Poi magari se svolgi la tua funzione senza "tarí", si insinua il dubbio di non si sa quali oscure trame di arricchimento illecito sottese. Poi inizia la polemica sui costi della politica, se addirittura il sindaco debba ridursi la sua indennità, e non si capisce che il ricoprire alcuni ruoli politici diventa(perché assorbe tutto) una professione. E se misurassimo le responsabilità di qualsiasi sindaco rispetto ad un comune cittadino, bisognerebbe raddoppiarla l'indennità. Sbaglia la politica, di qualsiasi parte, a promettere in campagna elettorale interventi in questo senso. Polemizzare anche sul titolo gratuito, mi sembra davvero una cosa singolare. E allora mi si consenta una cosa: se i professionisti chiedono di essere pagati perché "non hanno tempo"(frase tipo), vanno retribuiti pure i professionisti della politica. Si tornino a retribuire le consulenze(purché autentiche). E nessuno si lamenti più. Se si sceglie, come sta facendo questa amministrazione, un'altra strada, si dica semplicemente grazie a Battiato Sorrentino ecc e li si consideri per quello che sono: esempi di impegno civile.Aveva in fondo ragione il filosofo: "la gente da buoni consigli quando non puó dare cattivo esempio". Ed é vero che il "sentimento del non esserci"(a titolo gratuito o oneroso) anima parte della polemica in questa città. Sì soffre per la città e si polemizza spesso perché non si fa parte della partita(a titolo gratuito o oneroso). Come diceva Pajetta: "nei momenti di crisi, s'offre sempre". Antonio Coniglio Namastè è una cooperativa per ragazzi speciali è un centro di aggregazione di accoglienza. I PROTAGONISTI?.. ma sono proprio loro. Sono gli Angeli di tutte le mamme coinvolte, e, ogni mamma è la mamma di tutti. In un 'epoca fatta di materialismo e di continui affanni, a novembre, questa famiglia si è molto “allargata”, e, presso l’ads Mongibello di Catania si è trascorso un pomeriggio all’insegna della solidarietà. I fondi raccolti permetteranno a questi giovani speciali di trascorrere uno splendido Natale presso il rifugio Sapienza: una vacanza sulla neve immersi nella natura in un clima di serenità. Molti i consensi e le condivisioni sui vari siti informatici, e, la voglia di ripetersi. Bellissima la frase su Face-book: “.... c è chi si distingue perché ricco dentro, perché sensibile e capace di entrare in empatia con gli altri” e allora è duopo un pubblico ringraziamento a chi giornalmente e fattivamente applica questo principio. Grazie Laura, grazie mamma di Laura, grazie a tutte le mamme e ai papà, grazie Francesco, grazie Salvo grazie a tutti voi del Namastè, grazie a Salvo Caruso del Rifugio Sapienza che con grande generosità ha arricchito e completato il soggiorno. L’associazione ingegneriarchitettiacesi ha assunto una nuova veste lo scorso 21 novembre con l’elezione assembleare di un nuovo Direttivo costituito dai soci: Mara Basile (ingegnere), Santi Cavallaro (ingegnere), Vincenzo Lauria (architetto), Mariagrazia Leonardi (ingegnere), Antonio Marano (architetto), Salvatore Maugeri (ingegnere), Venera Pavone (ingegnere), Antonio Raciti (ingegnere), Rosa Strano (architetto). Hanno assunto rispettivamente, in data 1 dicembre, la carica di Presidente e di Vicepresidente Salvatore Maugeri e Rosa Strano. Il nuovo Segretario è Mariagrazia Leonardi, il Tesoriere invece è, come di consueto, il più giovane tra i consiglieri eletti: Venera Pavone. Rinnovata, grazie anche alla freschezza di un’ampia componente giovanile, coadiuvata dalla notevole e proficua esperienza della parte più anziana e con il contributo dei consiglieri dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catania Alfio Grassi e Giuseppe Marano e dell’Ordine degli Architetti PPC Paola Pennisi, l’Associazione è pronta a rilanciare le proprie attività nell’i- L’altra faccia della medaglia…. ROBERTO BARBAGALLO, IL TEATRO BELLINI DI ACIREALE ED I CONCERTI DEL GHETTO EBRAICO DI VARSAVIA… Qualche sera fa, mentre passeggiavo per un corso Umberto desolato (e desolante…!) , incontro un amico che mi dice:” Ma..non vai al taglio del nastro che il sindaco Barbagallo farà al Teatro Bellini ..? ” Io, sapendo quanto questo Teatro rappresenti nell’immaginario degli acesi il simbolo di un passato glorioso (ogni “ tribù “ ha necessità per vari motivi socio-antropologici di riferirsi ad antichi “totem” identitari, tanto che , se non li ha , se li inventa…), ed essendo “un contemplatore di gesti significativi” (al limite del voyerismo..), non ho voluto perdermi lo storico momento…Arrivato sul posto, gremito di gente, mi rendo conto di ciò che è stato fatto : una presa per il culo .Un po’ come fecero i nazisti, quando cedendo alle pressioni della Croce Rossa Internazionale, consentirono un ispezione nel Ghetto di Varsavia dopo aver costretto prigionieri ad intonacare le case, riassettare gli edifici, e di partecipare alla messa in scena di concerti ed eventi culturali.L’unica differenza, che ad Acireale (fortunatamente) nessuno ha puntato una “luger parabellum” alle tempie a nessun altro.Ed è proprio questo, che mi rende tutto incomprensibile. Salvo DiStefano LA RUBRICA DEL MICIO Credo proprio che il mio ritorno, cari a…mici, coincida con un argomento che negli anni mi ha visto sempre critico e, nello stesso tempo, desideroso della sua rinascita: parlo, anzi, miagolo, del Bellini, lo splendido (una volta) teatro che nell’anno 1952 prese fuoco . Il “prese fuoco” lo indico come fatto quasi naturale …. anche se nella stessa giornata veniva inaugurato, in pompa magna, il Cinema Teatro Maugeri. Quel giorno, frequentavo il Collegio San Luigi, all’uscita di scuola, un odore acre di bruciato si sentiva nell’aria … incontravo gente che piangeva … arrivato a casa papà (gatto) e mamma (micia) piangevano … io ho cominciato a piangere perché quello era il luogo in cui passavo spesso le mie serate guardando i films con Buster Crabbe ed Ortica (due personaggi che non potrò mai dimenticare). Ho continuato, in ogni caso, a piangere anche perché di tutte le amministrazioni passate neppure una, salvo qualche sporadico e stupido tentativo, ha fatto qualcosa per riaprire la struttura. L’ho visitata, nel tempo, parecchie volte …. . la ricordo con tutti i sedili di legno del Maugeri accatastati e pieni di sterco di uccelli che svolazzavano nell’interno. Ora un “miracolo” ha di fatto riaperto le porte, la piazza si è rianimata, un soffio di attività ha fatto confluire un migliaio di persone che si sono accalcate per respirare l’aria del teatro, delle notti magiche passate. Le polemiche, cari a … mici, ci sono state ( e ti pareva!)- qualcuna il nostro direttore la riporta sul giornale, ma cosa conta di più? Rivedere il Teatro ed avere la speranza di poterlo “riabbracciare” è certamente più di qualche Kit Kat che qualche benpensante mi vuole fare gustare. Miao. La voce di... Enzo D’Agata Si accendono le luci sulla Strada provinciale 116 e su via Francesco Riso, pubblica illuminazione realizzata dalla Provincia Regionale di Catania per interessamento dell'ex consigliere provinciale Enzo D'Agata."Esprimo soddisfazione per il completamento di un opera da me richiesta , sollecitata e seguita ben oltre il termine del mio mandato in Consiglio provinciale.Un manufatto non solo utile ma necessario, che rende più sicura una delle arterie più transitate dell'intera provincia ( la S.p.116) di notevole valenza strategica in quanto collega i paesi etnei con il casello autostradale e l'ospedale di Acireale, altrettanto utile l'illuminazione di via F.Riso (ancora parziale) che convoglia il traffico pesante da Acireale per la zona artigianale di Aci S.Antonio, entrambi già teatro di gravi incidenti stradali.Sento il dovere di ringraziare l'allora presidente dell'ente, On. Giuseppe Castiglione, che accolse la mia richiesta nel lontano 2011; l'ingegnere capo, Giuseppe Galizia, per averne riconosciuto la valenza; il responsabile del procedimento, ingegner Massimo Grifeo, per l'ottima realizzazione e avermi lungamente sopportato con il direttore dei lavori, geometra Antonio Sotera e la ditta Toscano di Acireale che ha eseguito i lavori". A noi che governiamo: non adagiarsi sulle amache dell'abitudine. Non smettere di guardare le cose con gli occhi della prima volta. Non rinunciare a cambiare le cose. A chi sta all'opposizione: il fare è sempre più difficile (5 mesi sono valsi per me più di 10 anni di letture "matte e disperate" del pensiero politico) della "banale perfezione": concetti come vivibilità, giustizia sociale ecc, i modelli, non possono mai essere applicati pienamente ad una realtà contraddittoria e ...complessa. Per dirla con Tonino Guerra: "La strada giusta è l'errore. Bisogna fare qualcosa di più della banale perfezione". Che sia un anno di errori e di confronto sereno sulle questioni di merito. Antonio Coniglio L’ o p i n i o n e d i m A d dea, come da statuto, di valorizzare la funzione tecnica, sociale e culturale dell’ingegnere o dell’architetto, organizzando e promuovendo manifestazioni a carattere informativo e culturale quali dibattiti, corsi e conferenze in piena collaborazione con le altre Associazioni ed Enti del territorio aventi gli stessi obiettivi. "E' tutta fede! Molta fede! Tanta fede! Troppa fede! Se lo faccia spiegare da un provetto teologo che dice che questa indegna sparatoria sta scritta perfino sul Vangelo! L'eminente teologo ha definito chi l'ha contraddetto falso moralista! Purtroppo a portare acqua al mulino di questi fanatici delle sparatorie " santificatorie" sono anche soggetti come questi. Intanto ci sono molte persone nella miseria più nera ... Chi scrive non è ne' falso ne' moralista ma una persona che crede che questi sperperi sono inaccettabili manifestazioni che nulla hanno di religioso." Giovanni Tringali Colombi o colombacci ? Uccellacci o uccellini? Questo il “dilemma” di un simpatico incontro che l’on.le Gino Ioppolo ha “trattato- combattuto” con alcuni amici nella sede di Aci S.Antonio Riparte, ospite di Silvio Cavallaro e Enzo D’Agata. Problema a p pa r e n t e m e n t e semplice ma che tocca diverse sfere della vivibilità di questa specie di uccelli e delle popolazioni che con essi convivono in città, soprattutto, e nelle campagne.. La crisi continua senza sosta malgrado, da Monti a Renzi, i tanti annunci dell’imminente uscita dal tunnel. Affitti alti, tassazione eccessiva, poca liquidità e sempre più famiglie che non riescono a risparmiare un centesimo e tantissime altre che non arrivano a fine mese. Se in questo quadro riuscissimo a pensare seriamente di limitare gli acquisti nei centri commerciali forse potremmo provare a supportare la piccola economia cittadina. I centri commerciali, con le loro capacità di offrire prezzi competitivi rispetto alla piccola distribuzione, mettono a dura prova anche il potenziale lavorativo dei loro dipendenti. Si legge, da un’inchiesta prodotta da “Bio si può” lo sfogo di una cassiera di un centro commerciale”: “Passi per tutti i sabati e le domeniche che sto qui senza vedere i miei figli, passi il fatto che io e mio marito ci alterniamo con i turni e ci incontriamo solo a letto, ma che mi chiedano anche di rinunciare alle poche festività che abbiamo per venire a lavorare, mi sembra troppo”. Dalle nostre parti, invece, non ci siamo fatti mancare la nascita di tanti centri commerciali che hanno dato un colpo decisivo alla microeconomia cittadina e, quindi, ai piccoli e coraggiosi piccoli imprenditori. Quei piccoli imprenditori che, qualche decennio fa, rappresentavano l’ossatura portante dell’economia cittadina. E’ risaputo che con la proliferazione dei centri commerciali, il commercio di vicinanza sta sempre più scomparendo e, nella crisi, le analisi diventano convulse. Tante parole e rabbia per l’apertura o la chiusura al traffico veicolare, tanto spendersi in analisi sui parcheggi e sulle navette. Tutti argomenti corretti e che hanno un senso nella strategia complessiva per la vivibilità ma, in ogni caso, non è possibile togliere dall’analisi l’impatto dei centri commerciali. Per Acireale bisogna certamente dire stop alla nascita di ulteriori grandi centri commerciali, bisogna organizzare un piano del traffico, bisogna poter dare a tutti la possibilità di raggiungere il centro comodamente senza veicolo privato. L’azione del governo locale deve essere tutta rivolta a produrre vivibilità urbana, alzare gli indici di agibilità del centro, mettere in sicurezza e promuovere i parcheggi in città (che sono già sufficienti ma che vanno video sorvegliati), potenziare e promuovere i mezzi di trasporto pubblico, incrementare gli eventi, sostenere i piccoli imprenditori riducendone la tassazione locale. Saremo in grado di percorrere questa strada oppure continueremo a dare ascolto ad un management poco preparato ed arrabbiato? AKIS Sabato 17 Gennaio 2015 Il 28 dicembre di 106 anni fa l’apocalittico terremoto di Messina “PROSPETTIVE DI SVILUPPO PER LA COLTURA DEL MELOGRANO NELL’AREALE JONICO-ETNEO: LA RICERCA PER LA FILIERA” Il Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee (CRAACM) di Acireale (CT), ha organizzato un Convegno dal titolo “Prospettive di sviluppo per la coltura del melograno nell’areale jonico-etneo: la ricerca per la filiera” presso la sala conferenze “Giacomo Lanza” del CRA-ACM. Hanno aperto i lavori il dott. Paolo Rapisarda, Direttore del CRA-ACM; l’ing. Roberto Barbagallo, sindaco di Acireale; il dott. Mario Antonio Pulvirenti, Associazione Melogranoacireale; il dott. Alfio Battiato, Associazione Melogranoacireale. Al convegno sono stati invitati a relazionare docenti universitari e ricercatori del CRA, con qualificata esperienza internazionale nel settore del miglioramento genetico e delle tecniche colturali e delle proprietà nutraceutiche del melograno. In particolare, il dott. Stefano La Malfa del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università degli Sudi di Catania; la dott.ssa Flora Valeria Romeo del Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee di Acireale. Ha chiuso i lavori la Prof.ssa Alessandra Gentile dell’Università degli Studi di Catania. L’evento ha dato modo ai ricercatori e agli operatori della filiera frutticola di confrontarsi sulle problematiche del settore con l’obiettivo di sviluppare nuove strategie di interventi che consentano la valorizzazione dei frutti e dei derivati del melograno. Il dott. Paolo Rapisarda ha messo in risalto le proprietà nutraceutiche della specie Punica granatum L. (Melograno), i cui frutti possono essere consumati freschi, sotto forma di bibite e succhi, oppure trasformati per la produzione di marmellate e sciroppi. E’ stata ormai dimostrata l’attività biologica del succo di melograno contro alcune patologie la cui eziologia è da ricondurre alla eccessiva produzione di radicali liberi. Poiché l’epidermide del frutto risulta costituita per oltre il 30% da tannini è pratica usuale il suo impiego in nutraceutica e cosmesi. Infine, il dott. Rapisarda ha ricordato il possibile impiego ornamentale delle piante di Melograno. Asara. “La legalità fondamento dello Stato e della società” è stato il tema dell’incontro pubblico, con moltissimi studenti presenti, che ha registrato un evento organizzativo ad alto livello da parte dell’ASARA – Associazione Antiracket Acese”. Autorevoli gli interventi del Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Catania, dott. Michelangelo Patanè, della dott.ssa Vincenza Speranza e della dott.ssa Maria Pia Fontana. Hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Barbagallo, l’avv.to Pietro Caudullo, il dirigente scolastico prof. Riccardo Blasco. AK IS IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI Alle ore 05:20 del 28 dicembre del 1908 la città di Messina è stata distrutta da uno dei più violenti terremoti della storia sismica italiana che in 37 secondi causò circa 80.000 vittime ed un violento tsunami che rese ancor più grave la devastazione. Lo Stretto di Messina ricade in una zona del bacino del Mediterraneo contrassegnata, nel Quaternario da un’intensa attività sismica. In un periodo di circa 700.000 anni l’Aspromonte si è sollevato fino a circa 300 metri con un tasso di sollevamento che va da 1.3 a 1.8 millimetri l’anno; più o meno come la Timpa di Acireale. Dal punto di vista tettonico lo Stretto di Messina è caratterizzato da un sistema di faglie di lunghezza regionale che definiscono una sorta di fossa tettonica i cui innalzamenti provocano scuotimenti sismici i quali, potendo arrivare fino all’undicesimo grado della scala Mercalli, sono particolarmente distruttivi per gli edifici. Una particolare struttura sismica è la faglia di Aspromonte, chiamata anche faglia di Cittanova, la quale ha prodotto in tempi storici numerosi eventi sismici che hanno interessato anche l’area dello stretto di Messina tra cui il sisma del 1638 ed il catastrofico terremoto del 1783 che ha preceduto la grande scossa sismica del 28 dicembre del 1908. L’intero sistema geostrutturale immerge verso Ovest, cioè verso il Tirreno e potrebbe essere correlato alla subduzione del continente africano che s’immerge sotto quello europeo ed il cui piano di subduzione, tecnicamente chiamato “slab”, è caratterizzato da intensa attività tettonica e magmatica. I dati archeosismici, studiati nel 1992 da Valenzise e Pantosti, dimostrano che nel IV secolo d.C. vi fu in Calabria un’intensa attività sismica con segni antropici di abbandono da terremoto. I sismologi ritengono che in relazione ad un tempo medio di circa 135 anni dell’arco di tempo che va da 2030 al 2050 possa ripetersi un eventi sismico particolarmente energetico. Tuttavia per quanto riguarda i tempi di ritorno dei terremoti andrebbe puntualizzato che si tratta soltanto di una valutazione probabilistica resa ancor più difficile dalle numerose faglie attive che caratterizzano l’area dello stretto di Messina. Uno studio effettuato dai ricercatori Alessandro Guerricchio e Maurizio Ponte pubblicato nel 2006 sul Giornale di Geologia Applicata relativo alla stabilità del versante calabrese sul quale dovrebbe essere costruito uno dei due piloni del tanto contestato ed agognato ponte sullo stretto di Messina indica che, in caso di sisma di particolare energia, la struttura potrebbe essere coinvolta in fenomeni gravitativi di importanti dimensioni che potrebbe avere gravissime conseguenze sulla struttura del ponte. Un curioso aspetto è che l’Etna dal 5 agosto 1899 era stato del tutto silente e che dal 29 al 30 aprile del 1908 si apri nella Valle del Bove una frattura tra quota 2.500 e 2.200 in direzione NE che diede luogo in un solo giorno a ben due milioni di metri cubi di lava…. era forse il prodromo della catastrofe che avvenne 8 mesi dopo? Giovanni Tringali, direttore scientifico dell’I.R.M.A. di Acireale 7 L’Etna e la poesia nel secondo appuntamento di “GioVediamoci” a Santa Venerina Molto interessante e partecipato il secondo incontro autunnale di “GioVediamoci- incroci di saperi e sapori”, organizzato dall’Associazione “Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale (Sto.Cu.Svi.T.) di Santa Venerina. L’incontro è stato introdotto dalla vice presidente dott.ssa Maria Lizzio e ha avuto come primo protagonista Mimmo Guzzetta, noto su Facebook come Nonna Sirya, il cane che l’accompagna inseparabilmente nelle sue esplorazioni più ardite delle grotte dell’Etna. Guzzetta, che si definisce “diversamente speleo” perché affronta con passione e spiritualità questa rico- gnizione analitica degli anfratti del nostro vulcano, ha dichiarato che alcune cavità da lui individuate le ha descritte per la prima volta in assoluto attribuendo loro anche un nome. Egli ha raccontato le sue esperienze con l’ausilio di foto spettacolari e inedite, che hanno consentito ai presenti di rendersi conto della straordinaria varietà di queste grotte e della loro conformazione. Un momento molto gradito dal pubblico è stato anche l’esibizione dal vivo del cantautore Antonio Monforte, il quale, accompagnandosi con la chitarra di cui è maestro, ha presentato alcuni brani tratti dal suo ultimo CD “Fuoco nero”, che richiama l’Etna e la vita socio-culturale di questo territorio. L’ultima parte della serata è stata dedicata alla giovane poetessa di Santa Venerina Michela Sapuppo, studentessa di Lettere nell’Università di Catania, già alla seconda pubblicazione a livello nazio- OGM… un tempo con gli incroci, oggi con l’ingegneria genetica. L'uomo ha modificato gli organismi sia vegetali, sia animali fin dalle origini della coltivazione e dell'allevamento. Si tratta di un miglioramento genetico che è iniziato circa 12.000 anni fa e che oggi ha la sua massima attuazione pratica nel transgene. Quest’ultimo è una sequenza di DNA modificata rispetto al gene naturale o introdotta nel genoma di una specie animale o vegetale per consentire funzione altrimenti non presenti. Attraverso vari incroci l’uomo ha ottenuto specie ornamentali di grande effetto estetico come ad esempio la rosa e numerosi animali da compagnia. La rosa in natura (Rosa canina) ha infatti 5 petali mentre la rosa che acquistiamo dal fioraio ne ha diverse decine. Nel corso dei millenni l'uomo è stato anche in grado d’incrementare notevolmente la resa delle piante di frumento i cui semi oggi hanno un contenuto di gliadina e glutenine di gran lunga maggiore dei primitivi chicchi di grano. Anche nel mondo animale vi è stato un considerevole miglioramento genetico. Ad esempio la vacca primordiale allattava il proprio vitellino con circa 300 chilogrammi di latte, mentre la mucca dei moderni allevamenti riesce anche a produrre fino a 12.000 chilogrammi di latte. In effetti quelli che oggi sono comunemente conosciuti come OGM (Organismi Geneticamente Modificati) non sono così tanto nuovi alla specie umana. Ovviamente all’inizio si operava per mezzo di incroci oggi invece per mezzo dell’ingegneria genetica che ci consente di ottenere gli organismi transgenici. Già da parecchi anni, attraverso appropriate biotecnologie, vengono prodotti diversi farmaci a partire da batteri geneticamente modificati. La tecnica consiste nell’inserimento all’interno del genoma del batterio di parti funzionanti di DNA prelevato da altri organismi. Con tali tecniche è possibile ottenere molte molecole farmacologiche (come insulina, ormone della crescita, interferone, ecc…) a bassi costi ed in grande quantità. È veramente straordinario come oggi si possa riuscire ad ottenere prodotti con eccellenti qualità organolettiche prima non possedute e abbassare i costi di produzione. L’introduzione di geni umani in batteri si rivela molto utile anche al fine di preparare farmaci sicuri, che non presentano il grave pericolo di trasmettere gravi malattie infettive (epatite B e C, AIDS, ecc…); malattie che in passato si potevano contrarre con terapie a base di prodotti ricavati da sangue umano come le immunoglobuline. Chi avrebbe mai detto che oggi da piante di patata, mais, barbabietola, canna da zucchero, tabacco ecc.. si potessero ricavare anticorpi? Ma attenzione; occorre prudenza l’eccesso di organismi geneticamente modificati potrebbe portare ad una stabilizzazione del gene nell’organismo selvatico il quale riproducendosi lo trasmetterà alle nuove generazioni modificando e velocizzando in modo impressionante il percorso evolutivo che è avvenuto in milioni di anni e che ci ha consentito di essere quello che oggi siamo. OGM si ma con molta prudenza! Giovanni Tringali, direttore scientifico I.R.M.A. Nella foto: il d-HPLC uno strumento per l’analisi del DNA in funzione presso i laboratori dell’I.R.M.A. nale ed in procinto di regalarci la terza. La Sapuppo ha parlato delle motivazioni che l’hanno invogliata ad esprimersi sin da giovanissima in versi per esprimere emozioni, sentimenti e affetti. Alcune sue liriche sono state lette da Teresa Maccarrone e Anna Maria Patanè, con il sottofondo delle note della chitarra del M° Gesuele Sciacca. Un momento particolarmente coinvolgente è stato vissuto dagli intervenuti quando ha parlato la madre della poetessa, la dott.ssa Venera Contarino, divenuta non vedente e che attualmente è delegata per la zona di Giarre dell’Unione Italiana Ciechi. La Contarino ha presentato l’iniziativa del 3 dicembre in occasione della “Giornata della Disabilità”. Infine Gesuele Sciacca assieme a Daniela Greco hanno impreziosito ulteriormente l’incontro con l’esecuzione di una lirica di Salvatore Quasimodo, musicata dallo stesso Sciacca. La serata si è conclusa con la degustazione di prodotti tipici locali di stagione. Prima dei saluti è stato preannunciato l’ultimo appuntamento stagionale previsto per il 18 dicembre, durante il quale sarà presentata la produzione artistica del maestro della pirografia Melo Miranda, apprezzata a livello internazionale, il romanzo giallo “Hanno rubato Babbo Natale” della scrittrice locale “Anna Maria Loglisci e il grande presepe del giovane Franz Pilleri, quest’anno ancora più ricco e pieno di novità. Le poesie natalizie in musica saranno a cura di Gesuele Sciacca. Giovanni Vecchio I sogni. Anche i sogni godono di spazio e tempo, vivono in una vita ma non hanno età. Possono morire, rinascere più volte e cambiare identità: possono cedere il passo ad altri sogni, senza soffrirne. Emotivamente intellettuali attraversano tutto il corpo per raggiungere ogni sua estremità, perché mani e piedi (ed il loro operare) tracciano la linea che li separa dalle illusioni. Gaetano Pulvirenti AKIS: Anno XI, numero 1 del 17 Gennaio 2015 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania - Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci S.Antonio Tel.- Fax 095 7921059 – 347 5382517 - [email protected] - Tipografia-Litografia: “TM” di Mangano Venera - via N. Martoglio, 93 - S. VENERINA (CT) - Tel. 095 953455 Site: www.akis-aci.com - www.akis-acionline.com - Elaborazione grafica, fotomontaggi e impaginazione: MP Graphic di Maurizio Pagano - Tel. 347 1433135 - Distribuzione e arretrati: 340 7152814 - Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero dei rispettivi autori e non rispecchiano necessariamente la linea editoriale assolutamente indipendente della testata. La Direzione si riserva di pubblicare in tutto o in parte le foto, gli articoli e i servizi pervenuti, secondo le esigenze di spazio. Il materiale anche se non pubblicato non sarà restituito. 287 8 Sabato 17 Gennaio 2015 AKIS 7 Dicembre 2014 - Charter night - Nasce il nuovo Kiwanis club ABSOLUTE Terra dei Ciclopi L'incantevole cornice di Palazzo Romeo ad Acireale ha ospitato la serata di gala in occasione della consegna della Charter al primo club Europeo del Centennial Year. Il club, cui presidente fondatrice è Daniela Simon, Chair del Distretto Italia , annovera quale 11 °della Divisione Sicilia 2. La serata ha registrato la presenza di oltre 145 Officers e Chairman provenienti da tutta la Divisione,rappresentanze dei clubs service di Catania e del territorio delle Aci e le massime Autorità del Distretto Italia S.Marino,dei Chairman Distrettuali Natale Praticò,Giuseppe Azzarà del tesoriere Giuseppe Marino del club di Reggio Calabria, nonchè, tra i graditi ospiti , il cantautore Vincenzo Spampinato ed il preside emerito prof. Giovanni Vecchio. Presenti anche i past governatori Nicola Russo e Giuseppe Spampinato, il Segretario Distrettuale Giovanni Tomasello, il Luogotenente eletto della Divisione Sicilia 2 dott.Ignazio Mammino. Di Reggio Calabria è anche uno dei club sponsor presenti, il "Reghion 2007"con la presidente Anna Maria Reggio e il "Tauromenium" Valle Alcantara, presidente Antonino Pagano . La serata, elegantemente condotta dalla cerimoniera avv.Marcella Caruso, è iniziata con la lettura dei messaggi augurali del Vescovo, delle Autorità Civili e militari, dei past governatori, dell'imm.past governatore Carlo Turchetti e del past gov. Roberto Garzulli, che nel suo accorato messaggio ha voluto ricordare con affetto e simpatia le figure di Daniela (sempre emozionata ed emozionante) e del (vulcanico) Luogotenente Carmelo Cunsolo, da lui primariamente scelti durante il suo mandato, come Chairman . E' seguito il discorso del Kiar Distrettuale ed anche Segretario fondatore del neonato club, il past Luogotenente ing. Filippo Lizzio che ha illustrato le fasi principali della nascita del club, che annovera tra i suoi soci fondatori anche un past Luogotenente ed un past presidente. Si è passati quindi alla solenne cerimonia di consegna della Charter e delle altre insegne al neonato club ed ai soci fondatori, di cui sono state lette le professionalità, peculiarità e gli alti profili professionali. E' stata quindi la volta del partecipato discorso inaugurale della presidente che nel suo viaggio temporale ha rivissuto il momento in cui il Kiwanis l'ha cercata, una sera di giugno del 2005, dopo l'esibizione di 60 alunni in uno dei musical scritto e coreografato da lei stessa "Raccontami una storia". Di seguito, i momenti che l'hanno portata a divenire Advisor di K-Kids nell' alternarsi "cosciente ed incosciente, di colei che vede il proprio lavoro come l'unica arma in suo possesso capace di cambiare le sorti del tempo". Non sono mancati neanche alcuni accenti e note di carattere personale e rivelati per la prima volta da chi, "proveniente da una famiglia patriarcale e matriarcale, " ha creduto nel Kiwanis come nuova grande famiglia .Con accenti intensi, ha ripercorso le tappe socio familiari che l'hanno vocata nella vita all'impegno sociale, ad alcune espressioni intransigenti del proprio carattere, al riconoscimento della pari dignità sociale e lavorativa e alla "voglia di ascoltare anche le persone più umili perchè spesso sono le stesse a nascondere grandi ideali "con la convinzione di chi indossa delle ali provvisorie, doverosamente rispettose dell'altrui dignità e libertà, in quella che vorrà essere una gestione non oligarchica del nascituro club. A seguirei gli interventi del Governatore eletto Antonio Maniscalco, che, facendo seguito al discorso di Daniela Simon, da lui costantemente seguita da tempo, ha rivelato la dolorosa e lunga meditazione occorsale, per la decisione presa ed i complimenti per la presenza non solo di nuovi soci così qualificati ma anche di tante donne. L'intervento del compiaciuto Luogotenente Carmelo Cunsolo è stato inteso a festeggiare la nascita dell'undicesimo club come occasione di rinnovato sviluppo della Divisione e dell'intero kiwanis;ha poi consegnato la Zeller alla presidente che l' ha voluta dedicare ai sui soci, i quali, prima ancora di divenire kiwaniani,hanno partecipato ai Service Distrettuali. Il governatore Elio Garozzo, ha rivelato,con non celato entusiasmo, che l'ABSOLUTE è "la prima stella nascente dell'anno in Europa". Sì è augurato un impegno" concreto" nello svolgimento dei Services. Nel suo discorso conclusivo, si è compiaciuto dell'elevato profilo professionale, dell'interesse già mostrato dai soci verso le finalità Kiwaniane con la numerosa partecipazione all'incontro ufficiale Divisionale del novembre scorso , congratulandosi anch'egli della presenza di una larga "quota rosa" originariamente non prevista nel Kiwanis. Augurando al club un sereno e proficuo lavoro , a sorpresa, il governatore ha richiesto ed ottenuto la firma da parte della presidente e del Chairman Eliminate l'accordo per l'impegno a divenire "Club modello". Una sobria ma eccellente cena, preparata da uno dei soci fondatori, rallegrata da un garbato sottofondo musicale, ha suggellato in allegria l'arrivo del nuovo club con la divertita partecipazione degli ospiti che hanno inteso congratularsi con tutti i soci fondatori per l'impegno già dimostrato e la riuscita della serata.Di I Direttivo: Presidente :Daniela Simon -; Vice Presidente: dott. Adriana Roccamo Bizzarro ; Vice Presidente : ing.Giuseppe Torrisi; Segretario : ing. Filippo Lizzio; Tesoriere : dott.Michele Lanza; Cerimoniera: avv. Marcella Caruso Chairman Eliminate: dott.Salvatore Sanfilippo; Chairman prevenzione ed educazione alla salute : dott. Sergio Marino; Chairman attività culturali : prof.Turi Consoli; Chairman Osservatorio Diritti dell'infanzia: avv.Carmelo Sardella; Chairman Fundracing ed espansione dott.Giuseppe Marino; Chairman Service alle Comunità: dott.Sebastiano Anastasi; Webmaster della Directory on line: arch.Alfredo Anastasi; Adwisor Buiders e k-kids club :ins. Adriana Marletta. TRUSTEES: i sigg.ri dott.ri Salvatore Chianello, Arturo Simon, Rosario Basile,Franco Pulvirenti, Caterina La Spina, Rita La Spina, Daniela Strano. Web Master : Sergio Marino Hanno presenziato: il GOVERNATORTE ELIO GAROZZO; IL GOVERNATORE ELETTO ANTONIO MANISCALCO; IL LUOGOTENENTE GOVERNATORE CARMELO CUNSOLO, IL SEGRETARIO DEL DISTRETTO ITALIA SAN MARINO GIOVANNI TOMASELLO, IL LUOGOTENENTE ELETTO IGNAZIO MAMMINO. AKIS Sabato 17 Gennaio 2015 9 DIRETTIVO ANNO SOCIALE 2014/2015 KIWANIS CLUB “ABSOLUTE CATANIA TERRA DEI CICLOPI” (CATANIA NORD E TERRE DI ACI) PRESIDENTE ins. Daniela Simon SEGRETARIO dott. Ing. Filippo Lizzio VICE PRESIDENTE dott.ssa Adriana Roccamo VICE PRESIDENTE dott.ing. Giuseppe Torrisi TESORIERE dott. Michele Lanza CERIMONIERA avv. Marcella Caruso ADVISOR Buiders e K-Kids club ins.Adriana Marletta ADVISOR k.Leaders e K.club arch. Alfredo Anastasi CHAIRMAN ELIMINATE dott. Salvatore Sanfilippo CHAIRMAN Attività culturali:prof.Turi Consoli CHAIRMAN Osserv. Diritti dell’ infanzia: avv. Carmelo Sardella CHAIRMAN Fundreising ed espansione: Giuseppe Marino CHAIRMAN Service alla Comunità: dott. Sebastiano Anastasi CHAIRMAN prevenz. e salute e Web M. dott. Sergio Marino TRUSTEE:rag . Rosario Basile TRUSTEE :dott. Salvatore Chianello TRUSTEE: ins : Caterina La Spina TRUSTEE: ins. Rita La Spina TRUSTEE: Franco Pulvirenti TRUSTEE:dott.ssa Daniela Strano IL CONCERTO DEL KIWANIS ABSOLUTE e delle DAME DEL NASTRO AZZURRO Una voce d’amore: Senzabbentu A voler giocare al professor Bellavista si potrebbe sostenere che le ugole di chi canta la nostra terra di Sicilia si dividono in “Voci d’Amore” e “Voci di Libertà”. Per dire, quella di Rosa Balistreri è una “voce di libertà”. Ebbene, se proprio volete saperlo, il canto di Loredana Marino appartiene alla prima schiera. Il suo cd Senzabbentu contiene 10 quadretti-canzoni quasi tutte in lingua siciliana, colme di amore in ogni suo aspetto. Loredana Marino è un’attrice siciliana, diplomata alla scuola d’arte drammatica del Teatro Stabile di Catania. Ha calcato le scene con il grande Turi Ferro e il suo volto tornatoriano è diventato popolare grazie alla fiction seriale Agrodolce dove impersonava Peppa Granata. In questo suo esordio musicale si avverte l’urgenza di raccontare, quiete mai sopita che necessita di note musicali e cunti per esprimere ciò che si ha dentro, perfino l’amore per il proprio gatto. Questo vuole dire senzabbentu, non stare mai fermi, non avere mai tregua: sia benedetto il suono delle parole siciliane. Nel libretto che accompagna il cd, Loredana Marino regala a chi la ascolta anche una deliziosa poesia che spiega le ragioni del suo non avere abbentu. Peccato non averla musicata. Uno dei pochi, forse l’unico (?) che conosce l’inno di Sicilia C’è la Sicilia dentro questo Senzabbentu(“nda lu cori c’è ‘u caluri/di lu focu do vulcanu/’nda la testa li pinseri/ca mi portanu luntanu” in Agrodolce) accanto a stati d’animo figli della nostra Isolitudine (“…di nica sinteva/’ca sta vita ch’aveva/ di scunfortu sapeva/e non sempri attruvava a tia” in Scunfortu). Bello il canto arrabbiato (che contraddice, a dire il vero, la premessa d’Amore iniziale) di Ci cuppi tu, una sorta di “E penso a te” al contrario.E’ un buon disco d’esordio questo Senzabbentu, una piccola pepita d’oro lungo una sicura trazzera di campagna, con una cura elegante degli arrangiamenti affidata a Roberto Fuzio. NICOLA SAVOCA 10 AKIS Sabato 17 Gennaio 2015 Il prototipo della rastrelliera vincitrice del concorso di idee “ Urban design in contest- Acireale new urban rack per la mobilità sostenibile” è stato consegnato al sindaco Barbagallo dal Presidente del Rotary Club di Acireale, dott. Enzo Carbonaro”. Erano anche presenti il vice sindaco Ardita, l’ing. Alfio Grassi e l’ing. Marano . La foto è di Fabio Consoli. La squadra di spada azzurra è stata ospite del Club Scherma Acireale. Paolo Pizzo, Enrico Garozzo e Marco Fichera si sono allenati al PalaScherma di Santa Venerina. I tre catanesi Paolo Pizzo, Enrico Garozzo e Marco Fichera hanno deciso di trascorrere le vacanze natalizie in Sicilia e così il presidente del CR Sicilia della FIS Sebastiano Manzoni li ha invitati ad allenarsi al PalaScherma di Santa Venerina casa del Club Scherma Acireale. I tre spadisti azzurri, che saranno impegnati a fine gennaio in Germania per la prima prova del 2015, la prova di Coppa del Mondo, hanno continuato ad allenarsi ad allenarsi nel Palazzetto di Linera. I tre atleti catanesi (due acesi e un pedarese) da maggio 2015 a maggio 2016 saranno impegnati nel difficile anno di qualificazioni olimpiche. Hanno accettato di buon grado di allenarsi nella palestra del Club Scherma Acireale per trovare se stessi in vista dei difficili incontri del 2015. La strada delle qualifiche è in salita ma loro si sono detti fiduciosi. CompuTecnica Riparazione computer a domicilio 338 2071014 Un romanzo di Nino Milazzo sulla solitudine della vecchiaia di un ex giornalista di successo Interessante convegno dell’Ufficio Cultura e Scuola della Diocesi sull’identità di genere e i modelli educativi “L’uomo dei tramonti che amava la politica” (Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2014) del noto giornalista Nino Milazzo è un romanzo al quale l’autore, superata la soglia degli ottanta anni, ha voluto affidare tutta la sua esperienza umana e professionale e la passione per la politica che lo ha sempre accompagnato in modo totalizzante. Il romanzo racconta le vicende della vita di Federico Ilio, il quale attraversa momenti di successo e di prestigio professionale, vive esperienze di amori nati e poi finiti e struttura un suo modello esistenziale e valoriale che lo induce a tenere sempre un contegno dignitoso. Abbandonato il mondo del lavoro che gli dava visibilità, ormai ottuagenario, il tempo gli è diventato nemico perché “scorre veloce, sempre più veloce” rispetto alla fanciullezza e all’età giovanile. “Per quanto cerchi di dissimulare con un’immagine falsamente quieta, la tristezza è diventata la compagna inseparabile delle sue giornate”, un po’ attenuata dalla presenza di Giovanna, l’ultima compagna della sua vita, la quale con la sua sensibilità riesce a cogliere anche i suoi timori nascosti e conosce perfettamente i suoi stati d’animo. Egli è ormai un uomo vulnerabile. Da quando si trasferì definitivamente da Roma a Catania, non ha vissuto e non vive la città, se non marginalmente, la vede ostile e pervasa da una cappa affaristica e mafiosa. Sono rimasti pochi gli amici con i quali ogni tanto si incontra, mentre tanti altri, anche da lui aiutati professionalmente a suo tempo senza tornaconto personale, ormai lo ignorano. Ora prevale la memoria, sempre “trattata” con autoironia e anche nei sogni ricompaiono personaggi del tempo andato. Nonostante gli acciacchi fisici inevitabili, la sua mente rimane lucida e la sua passione per la politica sempre viva e vigile. Infatti nel corso del romanzo non manca di ricordare le sue reazioni interiori agli avvenimenti della politica nazionale, specialmente dal governo Berlusconi in poi, fino a Monti, Letta e Renzi. e analizza i fatti con estrema chiarezza, così come faceva quando scriveva su importanti quotidiani senza mai piegarsi alle imposizioni editoriali o alle “sollecitazioni” di parti politiche rimanendo con la “schiena dritta”, tuttavia in quanto accade ai nostri giorni scorge “un’eclissi culturale .. un imbarbarimento del costume … la sfiducia crescente verso lo Stato”. Osserva e descrive con grande senso civico lo svolgersi degli avvenimenti e quanto accade lo rattrista perché vede sempre più allontanarsi la prospettiva della giustizia sociale e della correttezza istituzionale e scorge, invece, il tramonto ineluttabile e ormai prossimo della civiltà occidentale, ovvero quella basata sui diritti e sui doveri e sulla democrazia e ne segue l’evoluzione “con un senso dolente di ineluttabilità”. La politica in questa fase storica lo inquieta in quanto gli appare “come un mondo estraneo e infido”, ma non intende arruolarsi nell’esercito dell’antipolitica. Mantiene, nonostante la “vecchiezza”, come lui la definisce, le sue fondamentali doti di equilibrio e anche nelle situazioni difficili che deve affrontare non lo abbandona mai l’orgoglio. Tuttavia, ci sono momenti in cui la consapevolezza dei propri limiti e della fragilità umana lo inducono a congiungere e confrontare problematicamente l’idea del nulla con quella dell’infinito accostandosi, lui da laico convinto, alla dimensione del divino. Vista l’età, Federico ha preso coscienza che è costretto a rinunciare ad ogni idea di futuro e i colori che lo avvincono sono quelli del tramonto “quando il sole si inabissa all’orizzonte” in quanto questo spettacolo della natura riproduce “il senso della propria condizione umana”.Come si legge nel risvolto di copertina, “il libro è anche – o forse, soprattutto – un’elegiaca, dolente e spietata meditazione sulla vecchiaia e sulla crudeltà dell’emarginazione che la avvolge”. Giovanni Vecchio Nella sala conferenze del Credito Siciliano (g.c.) ha avuto luogo l’incontro pubblico su “Che cosa è femminile, che cosa è maschile? Identità di genere e modelli educativi”, organizzato dall’Ufficio per la Pastorale della Cultura e della Scuola della diocesi di Acireale. Relatrice è stata la dott.ssa Chiara D’Urbano, psicologa e psicoterapeuta dell’Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale di Roma fondato dal prof. Tonino Cantelmi dell’Università LUMSA. La scelta di affrontare tale problematica da parte dell’Ufficio Pastorale è stata motivata dal fatto che il crescere nell’identità di genere è una delle emergenze in ambito educativo al giorno d’oggi ed è necessario un approccio scientifico che consenta specialmente a genitori e insegnanti di discernere che cosa è femminile e che cosa è maschile, che cosa è dato e che cosa è innato nell’essere femmina o maschio per svolgere serenamente e consapevolmente la loro opera educativa nei confronti dei bambini. Inoltre occorre chiarire se è essere diversi vuol dire essere disuguali perché c’è tanta confusione e incertezza ed è opportuno, di fronte alla diffusione massiccia, specialmente sui mass-media, della teoria del gender, fare chiarezza con equilibrio e senza ideologismi di sorta. A queste esigenze è venuta incontro la relazione dell’illustre ospite, la quale ha riconosciuto che nella nostra società “liquida” di oggi non ci sono punti fermi e tutto è in continua evoluzione e nello stesso tempo ha evidenziato come la cultura dominante in passato ha marcato socialmente i ruoli maschile e femminile. L’opera del femminismo è servita a superare il pregiudizio dell’ inferiorità femminile, ma le teorie recenti riportano “la questione dell’identità di genere nell’ambito delle scelte individuali ed autodeterminate” e mirano ad affermare che l’aspetto biologico è superabile nell’intreccio con la dimensione socio-culturale eliminando, di conseguenza, qualsiasi differenziazione di sesso tra maschile e femminile, la cui permanenza costituirebbe una forma di discriminazione. La relatrice ha detto che “se la cultura ha pesato nella costruzione di ruoli sbilanciati oggi non si può chiederle di minimizzare la differenza tra i sessi e in un certo senso eclissarsi per permettere all’individuo di autodeterminarsi … la non conformità e la fluidità di tutto diventa una sorta di conformità forzata”. Se i genitori smettessero di educare i figli al maschile o al femminile non si aiuterebbero i bambini, una volta cresciuti, a scegliere come comportarsi, ma si creerebbe in loro una dannosa confusione. “Voler contrastare il condizionamento sociale che in passato aveva provocato non poche discriminazioni è un conto, manipolare i dati di realtà, negando quello che la scienza oggi è in grado di attestare, è un altro”– ha aggiunto la D’Urbano. Eliminare le differenze e non considerare con la dovuta attenzione le caratteristiche naturali del bambino e della bambina da parte degli insegnanti e degli educatori in genere comporta una grande frustrazione e “una possibile compromissione di una crescita serena e fiduciosa”. La relatrice ha poi smontato il mito del cervello unisex, sulla base delle ricerche più recenti delle neuroscienze soffermandosi sul mondo emotivo e quello sessuale. Forse si ha paura della diversità, come se questa significasse diseguaglianza e sfruttamento, ma “la biologia è di tutt’altro parere”. E’ impossibile scendere nei dettagli di tutte le argomentazioni sviluppate, con precisione e rigore scientifico, nel corso del convegno. Diversi interventi del pubblico hanno posto in evidenza le questioni più controverse che richiedono chiarezza. Le conclusioni sono state tratte dal vescovo mons. Antonino Raspanti, il quale ha seguito per intero la conferenza ed ha ripreso alcuni aspetti della problematica evidenziando l’attenzione della Chiesa intorno a questi delicati temi della vita umana e sociale dei nostri tempi. Giovanni Vecchio 6° corso di geroglifico egizio all’Archimede Al Liceo Scientifico-Linguistico «Archimede», sotto la direzione del Preside Riccardo Biasco, è iniziata la sesta edizione del corso «Interlinguismo culturale: Leggiamo e scriviamo i geroglifici», progetto che per la sua valenza didattica e innovativa è stato inserito nel Piano dell’Offerta Formativa dell’istituto. Il corso, per il fascino che la scrittura geroglifica a distanza di millenni continua sempre a suscitare, ha conseguito tra gli studenti un vivo interesse e succes- so di partecipazione. Il prof. Santo Daniele Spina, cultore di questa antica lingua orientale ed autore di un saggio sull’obelisco egittizzante dell’elefante di Catania, con lezioni in Power Point ha istruito i numerosi iscritti, trentasei in totale. Gli argomenti finora trattati sono stati i geroglificiuniconsonantici, biconsonatici, triconsonantici con relative esercitazioni e seguiranno lezioni sulla magia, sull’astronomia egizia, sull’obelisco dell’elefante di Piazza Duomo e sulle collezioni del museo egizio di Torino. AKIS Sabato 17 Gennaio 2015 Un onesto e illustre pensionato Una simpatica “cerimonia” ha di fatto concluso la carriera lavorativa (41 anni) di Vittorio Licciardello, figura storica del comune di Aci S.Antonio ; conosciutissimo in paese e responsabile dell’ufficio anagrafe per oltre trentanni ha salutato i colleghi e ben quattro sindaci, presenti alla simpatica cerimonia , con i quali ha “lavorato” e con i quali ha voluto posare per una foto ricordo. Personaggio sempre disponibile e pronto a risolvere le eventuali problematiche dell’utenza si è particolarmente distinto, ed un limelik (foto) realizzato dai colleghi lo segnalava, come persona soprattutto “onesta”. E questo aggettivo crediamo basti ad evidenziare un uomo che non si potrà dimenticare. L’intelligenza emotiva: la via per la realizzazione personale Nell’ambito delle attività promosse dall’Associazione culturale “Archimede”, nell’aula magna del Liceo Scientifico di Acireale ha avuto luogo una conferenza dal titolo “L’intelligenza emotiva: la via per la realizzazione personale” tenuta dalla dott.ssa Rosa Puglisi, psicologo e psicoterapeuta. La dott.ssa ha accompagnato i presenti in un “viaggio” nelle emozioni che ha evidenziato come la sofferenza psicologica, non è frutto di qualcosa di mal 11 Viaggio con Nell’ambito delle attività culturali promosse dall’associazione culturale “Archimede” tra ex alunni e professori dell’omonimo liceo scientifico di Acireale,presieduta dal prof. Mario Pavone, nell’aula magna “G. Bianca” dello stesso, il prof. Giuseppe D’Urso, preside in pensione, ha presentato il suo volume “Viaggio con Pi-greco”.Nell’introdurre l’autore, il prof. Angelo Lizzio, già associato di Geometria presso l’Università di Catania, nell’ambito di una colta cornice matematica, ha tenuto a sottolineare come il famoso e misterioso numero Pi-greco non finisce mai di stupire. Esso non si limita a comparire come una curiosità matematica della nostra vita quotidiana, ma al contrario ne fa parte integrante, basti pensare alle oscillazioni di un pendolo, alla legge di Coulumb fra due cariche elettriche, al ruolo fondamentale che ha nella distribuzione normale delle frequenze in statistica. Nella sua colta e forbita presentazione il preside D’Urso, spaziando storicamente nei millenni e geograficamente fra i vari continenti, suscitando interesse e curiosità, ha illustrato sinteticamente le tappe del suo “Viaggio”. Da Archimede a Fibonacci, dal calcolo delle cifre di P-greco tramite funzioni analitiche ai teoremi di Liouville, di Hermite, di Lindemann ha mostrato come tutto si armonizza e concorre a rendere la matematica, per molti materia ostica e di difficile comprensione, semplice, fruibile e molto interessante. Egli, senza sacrificare la rigorosità logica delle dimostrazioni, malgrado il tecnicismo dei calcoli , sa offrire un valido e sicuro ausilio a quanti studenti, cultori e ricercatori di matematica, neofiti curiosi , si pongono il problema della natura degli ”oggetti matematici” e vogliono sapere che cos’è la matematica.Di grande interesse sono state, per il numeroso e qualificato pubblico, le numerose notazioni storiche, le accattivanti digressioni sulla vita di taluni matematici e le considerazioni sulle “due culture”. ph Fabio Consoli L.A. N’ANNU CHIU ..N’ANNU MENU, NATR’ANNU PENSA A…DIU Nautru annu passau e ni facemu sempri chiu vecchi..ogni annu dicemu sempri i stissi cosi: menu mali ca st’annu passau! Speriamu ca cu l’annu novu na passamu megghiu! Ca mi potta soddi, saluti e cosi bboni ppi mia e pa mo famigghia.. Semu sempri i soliti, pinsamu sempri a nuatri….ma non sempri ppi chissu! Pinsamu macari all’autri, dicemu sempri: ana moriri tutti chiddi ca l’anu cu mia e ca mi ficiru abbiliari…..senza remissioni di piccatu. Chi figghi di bbona matri semu! Nuatri pinsamu sempri a fari bbeni a….nuatri e augurari u mali a l’autri…ma no dicemu mai! Anzi…..dicemu sempri ca vulemu bbeni a tutti, ca vulemu bbeni all’amici e e nemici…..semu, a fini di l’annu, bboni: vulemu bbeni a tutti! ….ammenu u dicemu…ma no pinsamu mai. Ma chi successi st’annu? A nenti successi: cangiaru du guverni a Roma, a regioni, u prisidenti fici o dui o tri guverni (a cu ci capiu chiu cosa!) e a ghiaci, cangiau u sinnicu. Passamu do sinnicu garozzu o sinnicu babbagallu, ma sempri bbuddellu c’è! A juventus vinciu n’atra vota u campiunatu picchi l’autri squadri ierunu veri scassi! U iaci iè ammenzu ana strada comu palluni (senza soddi, non si canta missa!). ppu restu, unica cosa pusitiva iè a saluti ( a mia , ovviamenti…di l’autri non m’interessa!).A genti nun c’ia fa cchiu a paiari i tassi, cangiunu i cunsigghieri, e onorevuli, ma, iddi, u stipendiu non su tagghiunu: l’impurtanti iè ca ni fanu paiari sempri chiu ‘ssai. St’annu arrivau a ghiaci di tuttu: a tromba d’aria, u vadduni ca spaccau e ca ittau acqua o capu e patanè, ppi non parrari de rannuli a vigilia di capudannu…ci mancau suliu n’terremotu e na colata lavica e l’aumu fatta sana…..quantu dannu fici a tromba d’aria…..chissa n’azziccau a tutti scupicchiau ci casi….ora riparunu tuttu, ca, comu dici, n’amicu miu: oggi dumani, stasira……mai! Associazione Aci Sant'Antonio Riparte funzionante ma sono i normali processi di pensiero di una mente sana che portano l’individuo a provare emozioni intense quali l’ansia e la tristezza, e che queste emozioni non sono nocive, lo diventano quando si decide di controllarle ed evitarle, col rischio che siano loro a decidere le sorti della nostra vita. La dott.ssa ha proposto un cambio di prospettiva che vede l’intelligenza emotiva come la capacità di “cavalcare l’impulso” emotivo imparando a osservarlo, riconoscerlo e accettarlo, per poi scegliere di agire con consapevolezza ed efficacia in funzione dei propri valori. Dal dibattito con i presenti è emersa l’importanza di promuovere l’alfabetizzazione emotiva a partire dalla scuola e contribuire alla crescita di persone più competenti emotivamente. ph Fabio Consoli Riceviamo e pubblichiamo: Ad Aci Sant'Antonio, un comune di circa 18.000 abitanti, pare che tutto si sia fermato: è stato fermo e spento (da più di un mese) l'orologio della chiesa Madre simbolo del paese, chiuso il campo sportivo e villa comunale, chiuso definitivamente l'asilo nido e chiuso per ristrutturazione anche l'Ufficio postale, nonostante il grido d'allarme lanciato da diversi soci della nostra associazione dalle colonne del giornale "LA SICILIA", il 28 novembre u.s., in cui venivano paventati i disagi a cui sarebbero stati sottoposti gli utenti di quello che è diventato uno dei principali uffici delle poste dell'intera provincia. L'Associazione Aci Sant'Antonio Riparte da sempre vicina ai bisogni della gente e alla valorizzazione del nostro territorio stigmatizza il comportamento del Sindaco che si è limitato a chiedere uno slittamento della chiusura di una settimana (dal 9 al 17 dicembre ndr) per permettere il pagamento dei tributi comunali (TASI ecc.) senza preoccuparsi delle conseguenze negative che l'interruzione di questo importante servizio avrebbe causato alla cittadinanza. Si pensi sopratutto agli anziani che per ritirare la pensione devono recarsi a Valverde e che in tutto il paese non si trova nemmeno un francobollo per spedire gli auguri di Natale. Neanche il bancomat è funzionante, così per qualsiasi esigenza bisogna spostarsi obbligatoriamente in un altro comune. Un amministrazione distratta e negligente, insensibile ai bisogni della gente, che consente la chiusura dell'ufficio postale per 40 giorni, dal 17 dicembre al 27 gennaio (inizialmente ne erano stati previsti 30 di giorni di chiusura fino al 9 gennaio), con pesanti ricadute negative per la popolazione, potevano almeno chiedere l'apertura di un ufficio provvisorio con l'allocazione di un container o di un ufficio mobile. Con l'auspicio che il nuovo anno possa portare, oltre ad un Ufficio Postale rinnovato, anche novità positive che facciano ripartire il nostro paese, non possiamo far altro che porgere i migliori auguri per un sereno 2015 pieno di speranza! Associazione Aci Sant'Antonio Riparte E' andato in scena nella Chiesa di S. Michele Arcangelo di Aci S. Antonio, "Gesuzzu Beddu", il mistero del Natale in dialetto siciliano. Da uno scritto di Don Vincenzo Torrisi, già parroco della parrocchia di Aci S. Antonio, grazie ai ragazzi dell'associazione "I DistrAttori", ha ripreso vita la storia più bella e antica del mondo. Impreziosita dalle nenie natalizie siciliane e dal "Canto di Natale" del M° Franco Greco, che da sempre tocca i cuori di chi lo ascolta, magistralmente eseguito da Francesca Sorbello. Il tutto reso ancora più magico dall'eleganza degli "Angeli" di Nuova Prospettiva Danza. Uno spettacolo definito dal pubblico di estrema dolcezza e qualità a cura dell’ Associazione I DistrAttori. Carusi, criditi a mia semu ammenzu ana strada: semu senza tiatru, senza campi, senza palazzettu ppi ghiucari i carusi da pallacanestru, da pallavolo, do calcettu! Ma semu…macari senza soddi!!!! A genti iè senza travagghiu, senza pinsioni, senza testa….e stamu accura a chiddi senza testa….ca ponu fari dannu! Ppu restu, tuttu comu prima: a genti si vinni ppi du muddichi di pani, non voli fari nenti….propriu nenti..nenti, no! A genti si lamenta sempri, ma nun fa mai nenti! Cuntinuannu di stu passu narrestunu mancu l’occhi ppi chianciri. Ma non vogghiu ca vi tuccati i baddi! Non tuttu va mali! Basta nenti picchi a genti s’addivetti, comu quannu apreru u bellini: gratis e senza paiari a nuddu! ……Comu non paiaru a nuddu? Cettu…nzaccu di chistiani ci misuru soddi ppi sistemari i cosi nda intra…..macari du carusi sunaru…..gratis! e non ci dissuru mancu ca ierunu iddi ca sunaunu! Chissu picchi iaci iè nmpaisi di cuttura! Scusati…cultura! A ghiaci a cultura si feti! Iè nda tutti i banni: tuttu iè cuttura: avemu nzaccu di musei; avemu a timpa, avemu i scoli, nichi e iauti, avemu genti ca scrivi e ca sapi scriviri….unni? no sacciu! Ma scrivi. Ppi non parrari de giurnalisti…ci né accussì assai ca ora non ci sunu cchiu giunnali unni scriviri! Mizzicaredda quanta cuttura ci sta a ghiaci! A cuttura-...a cuttura…chidda ca ni ppo fari susirini di ‘nterra…comu u turismu! Ppi chissu, sta’annu, mi dissuru ca a ghiaci arriunu i stranieri: tedeschi, amiricani, francisi, aribi e macari i…catanisi! Cettu picchi ppu iacitanu, i catanisi sunu ddi fora e fannu turismu a ghiaci. Allura amici mia….auguri ppi st’annu novu, vi auguru tanta …tanta …tanta…cuntintizza e si non arrivati ad avilla….riurdativi sempri: n’annu chiu, n’annu menu, natr’annu pensa a diu. Lu curtigghiaru L' associazione giovanile “L' Impulso” ha organizzato la quarta edizione della mostra fotografica di “Ricord...Aci”, presso il teatro del Collegio Santonoceto.Il percorso espositivo, incentrato su alcune personalità ed esercizi commerciali protagonisti della scena acese dagli anni '50 in poi, ha permesso ai visitatori di immergersi nell' atmosfera fervente di una Acireale che ritrova tutta la sua vivacità economica, politica, culturale e popolare all' indomani della Seconda Guerra Mondiale.Ad aprire la serata inaugurale della mostra la conferenza dal titolo “Vivacità e fermenti dell' Acireale che fu..” a cura dei proff. ...Alfonso Sciacca e Nino Leotta, che hanno fornito ai presenti più chiavi di lettura delle circostanze e degli eventi che hanno fatto da sfondo alla storia della città e dei personaggi protagonisti della mostra. Nella locandina dell’ evento un momento della seconda edizione del Premio Aci e Galatea (anno 1966) con ( foto da sx) il barone Orazio Pennisi di Floristella, Angelo Badalà, la mitica “voce” che ha raccontato agli acesi tutte le vicende culturali e turistiche della Città (ambedue purtroppo scomparsi) e un giovanissimo Turi Consoli che dal 1964 regge le sorti del Cine Foto Club “Galatea”. 12 Sabato 17 Gennaio 2015 AKIS Gran Concerto a Santa Venerina a 25 anni da quello di Rosa Balistreri e nel ricordo della Sacra Rappresentazione Natalizia di piazza Roma ISTITUTO TECNICO ECONOMICO “AMMINISTRAZIONE FINANZA E MARKETING” - “SISTEMI INFORMATIVI AZIENDALI “RELAZIONI INTERNAZIONALI PER IL MARKETING” ” ISTITUTO PROFESSIONALE INDUSTRIA, ARTIGIANATO E SETTORE SERVIZI Via Luigi Galvani n° 5 - Via delle Terme 78 -- 95024 – Acireale (CT) – Tel 095 6136015 e-mail : [email protected] web: www.majorana-meucci.it CF 90050140871 Interventi formativi per lo sviluppo delle competenze chiave “comunicazione nelle lingue straniere” azione C1 – PON “Competenze per lo sviluppo” 2007IT051PO007 FSE 2013/14 – progetto FSE- C1 2014 – 408 Il Dirigente scolastico Prof Ing Gaetano La Rosa comunica che l’Istituto superiore Majorana-Meucci ha completato due interventi formativi finanziati con il Fondo Sociale Europeo destinato al sostegno dell’innovazione e della qualità del sistema scolastico delle regioni appartenenti all’obiettivo “Convergenza”. I due interventi, la cui ideazione è scaturita da un’attenta analisi del territorio e dei bisogni formativi ad esso connessi, hanno previsto due azioni C1 per gli studenti delle classi quarte e quinte. Il primo per l’approfondimento della lingua Inglese, il secondo per l’approfondimento della lingua spagnola. Entrambi i progetti hanno permesso ad un gruppo di 15 allievi di usufruire di un mese di formazione linguistica presso una scuola specializzata. In particolare la formazione in lingua inglese è stata effettuata presso la scuola Emerald di Dublino, quella in lingua spagnola presso la scuola Esmovia di Valencia. Al termine gli studenti hanno conseguito rispettivamente le certificazioni Trinity e Dele. La formazione è stata integrata con attività di conoscenza del territorio che hanno permesso agli studenti partecipanti di conoscere luoghi, usi e costumi dei due Paesi ospitanti. Le suddette attività fanno parte di un complesso piano di integrazione didattico-formativa che ha permesso negli ultimi anni all’Istituto IS Majorana-Meucci di favorire una sempre più ampia partecipazione dei propri studenti ai progetti europei. Nei locali del Centro Diurno “Arcobaleno” di Santa Venerina, si è svolto il “Concerto Natalizio Siciliano”, organizzato dall’Associazione Sto. Cu. Svi. T. (Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale) e coordinato da Giovanni Vecchio. In quella sala, colma di gente, si era esibita 25 anni prima, ed esattamente lo stesso giorno, la grande interprete della canzone popolare siciliana Rosa Balistreri, in un suo concerto (prevalentemente natalizio), tra gli ultimi prima della sua scomparsa pochi mesi dopo. Quel concerto del 1989 venne registrato da Salvatore Sciacca ed un estratto è stato proiettato durante la manifestazione, destando grande emozione. Anna Maria Patanè e Teresa Maccarrone hanno presentato l’ospite d’onore, Cinzia Sciuto, anch’essa cantante folk siciliana di rilievo, dalla voce calda e imponente, grande ammiratrice della Balistreri. La Sciuto infatti ha eseguito dei brani del repertorio di Rosa, accolti con favore dai numerosi presenti, ed ha ricevuto una targa ricordo. Emozionante il momento in cui sul palco sono saliti, assieme alla Sciuto, artisti di valore come Rosario Todaro e Gesuele Sciacca, suonando e cantando insieme. Il primo fu il leader del gruppo folk di tante edizioni della Sacra Rappresentazione Natalizia (secondo la tradizione popolare siciliana) che dal 1980 al 1990 si svolse nella piazza Roma di Santa Venerina e destò interesse anche negli studiosi di cultura popolare. Nella serata è stata proiettata una sintesi dell’edizione del 1 gennaio 1989. Il rag. Sebastiano Patané, ideatore di quella iniziativa, ha raccontato dei simpatici aneddoti relativi alla realizzazione delle prime edizioni, dagli autori agli attori, quasi tutti volontari del luogo. Gesuele Sciacca, presente ai vari appuntamenti di “Sto.Cu.Svi.T.”, ha come sempre mostrato la sua abilità nel musicare le poesie dei grandi poeti passati e contemporanei, stavolta puntando proprio su quelle aventi per oggetto il Natale. Alla manifestazione hanno collaborato anche i soci del Centro Diurno “Arcobaleno”, i quali, vestiti da pastori, hanno recitato delle frasi in lingua siciliana mentre si recavano a consegnare i doni al Bambinello del presepe allestito nella stessa sala. Altri bravi artisti che hanno arricchito la serata sono stati Salvo Greco, (zufolo, chitarra e voce), il quale, tra l’altro, ha eseguito il brano “A piccatura”, il cui testo è stato scritto dall’acese Biagio Fichera ed inserito, cantato da Rosa Balistreri, nella colonna sonora del film “La peccatrice”, e Franco Pulvirenti con la sua fisarmonica e le sue esilaranti filastrocche. Il sindaco di Santa Venerina Salvatore Greco ha rivolto un saluto auspicando che queste belle manifestazioni di tanti anni fa possano essere recuperate in futuro. Dopo la consueta degustazione dei prodotti tipici, la serata si è conclusa tra gli applausi convinti del numeroso pubblico intervenuto e i saluti del presidente Sto.Cu.Svi.T. Domenico Strano e del Centro Diurno Nino Russo. Nhora Caggegi AKIS Sabato 17 Gennaio 2015 13 IL REGISTRO DELLE EREDITA’ IMMATERIALI Nel Registro Eredità Immateriali, dopo quello di Domenico Di Mauro, l’ultracentenario pittore (sono ben 102 gli anni dell’artista acese) sono stati inseriti i nomi di Antonio Zappalà (pittore decoratore) ,Venera Chiarenza (pittrice), Rosario D’Agata (scultore ),Salvatore Chiarenza (scultore), Paolo Rapisarda (fabbro/ferraio) . Il riconoscimento è attribuito dalla Commissione Eredità Immateriali della Regione Siciliana a “collettività e gruppi individuati come unici detentori di particolari conoscenze e abilità” che in questo caso ha premiato artisti che prestano la loro opera in territorio acese dimostrando, ancor oggi, maestria e talento. Il Registro è composto da: Il libro dei Saperi, delle Celebrazioni, delle Espressioni e dei Tesori Umani Viventi. Dobbiamo dare atto al dott. Enzo D’Agata di Aci S.Antonio che nelle funzioni di consigliere provinciale e di cittadino ha sempre perorato la causa di questi autentici artisti adoperandosi per il riconoscimento. Proprio alcuni giorni addietro sono giunte agli interessati le comunicazioni ufficiali da parte della Provincia e della Regione. Ad Acireale il sindaco ha voluto consegnare una targa e la spilla con lo stemma della Città, in segno di riconoscimento, al Maestro Scultore Salvatore Chiarenza, presente, nell’occasione, il cavaliere Antonino Nicotra, presidente dell’Associazione Artigiani Acesi.. ph Fabio Consoli Un saggio ben documentato sul culto dei Santi Martiri Alfio Cirino e Filadelfo ad Acireale “I santi fratelli martiri Alfio, Filadelfo e Cirino – Culto e rappresentazioni ad Acireale” (Galatea Editrice, Acireale 2014), questi il titolo e il sottotitolo del saggio di Francesco Calì e Giuseppe Calì, componenti della seicentesca confraternita che porta il nome dei tre santi e che ha sede nella Basilica dei Santi Pietro e Paolo di Acireale. Al di là del senso di appartenenza, molto sentito dagli autori, l’opera si fa apprezzare per il rigore critico e metodologico, come è stato rilevato anche nella Presentazione da Giuseppe Contarino, presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale. La parte iniziale è dedicata alla vita e al martirio dei tre Fratelli con una analitica rassegna delle testimonianze sulla loro provenienza, la loro formazione, la persecuzione per aver abbracciato il cristianesimo nel terzo secolo d.C. nel quale gli imperatori vedevano gli adepti della nuova religione come nemici dello Stato e dell’ordine stabilito; quindi l’arresto, le torture e l’itinerario seguito prima di giungere alla sede in cui avverrà il martirio, ovvero Lentini . Ma, come si sa i tre attraversarono una parte della Sicilia orientale da Sant’Alfio (che dal più grande dei fratelli prende il nome), a Trecastagni (“tres casti agni”) dove il culto è ancora molto vivo e il fervore dei devolti è notevole, Catania per non parlare di Lentini, dove il 10 maggio del 253 o tre subirono l’ultimo terribile martirio, al quale non sopravvissero. Districarsi in mezzo a testi agiografici e talora anche tardivi e approssimativi non è stato certamente facile per gli autori, i quali vi si sono accostati con scrupolo critico e sensibilità nel cogliere le informazioni che, utili ai fini della ricerca, si potevano trarre; essi altresì dimostrano grande sensibilità nei confronti della dimensione antropologica, come è stato sottolineato da don Domenico Massimino nel corso di una sua relazione illustrativa pubblica, in quanto guardano con rispetto al mes- saggio talora intriso di riferimenti fantastici, che riconoscono e valutano rispetto alle sue finalità essenziali ovvero l’edificazione del popolo e l’incremento della sua fede. Altra parte del volume è riservata al ritrovamento delle reliquie e alla loro traslazione a Lentini, alla storia della confraternita acese e ai relativi statuti, all’altare dei Santi e alla bella tela di Giacinto Platania, alle statue e ai loro autori, sempre con il vaglio dei documenti e degli studi disponibili, non sempre degni di fede. Un settore della ricerca riguarda la festa e la processione esterna nonché le sacre rappresentazioni nella piazza centrale della città nel corso dei tempi. A tal riguardo gli autori sono andati alla ricerca dei testi presenti negli archivi e alle testimonianze dirette e indirette; gli autori di queste rappresentazioni, spesso anonimi, si differenziano nel riferire sul luogo di nascita dei tre fratelli e sui momenti più significativi della loro vita. Non vengono trascurati neppure gli inni, le odi e le preghiere. In appendice vengono pubblicate per la prima volta le tre opere che venivano rappresentate ad Acireale “al fine di diffonderne la conoscenza, trattandosi di testi rari che - affermano Francesco e Giuseppe Calì – riteniamo interessanti sotto diversi punti di vista”. Il volume, che si presenta come una tappa per il proseguimento delle ricerche sul tema e un invito a conoscere il passato e a custodirne il patrimonio, è corredato da innumerevoli tavole e immagini esplicative del testo e anche da note puntuali e preziose, nonché di una completa bibliografia. Pertanto ci sentiamo di condividere in pieno quanto afferma Contarino nella Presentazione già richiamata: “Ne è venuto fuori un libro che incuriosisce e stuzzica con la sua varietà, stupisce con le sue puntuali delucidazioni, supera il ristretto perimetro della pubblicistica acese e si inserisce, con dignitosa personalità, nella letteratura religiosa nazionale”. ph Fabio Consoli Giovanni Vecchio - Il mercatino della solidarietà Agata Sacoor Pennisi “ ambasciatrice del Kiwanis nel mondo“. Il KC-Acireale ha organizzato il “ Mercatino della Solidarietà “ presso il salone della Topolinia School in Acireale. Lo scopo, raccogliere fondi per aiutare famiglie bisognose del nostro territorio. I soci e soprattutto le donne kiwaniane hanno provveduto a reperire prodotti alimentari, manufatti, piante ecc. per organizzare la vendita. Nonostante la contemporanea presenza di altri mercatini in altra area della città, la vendita è stata proficua. Ad ulteriormente rendere kiwaniana la giornata di domenica si è avuta la esibizione dei K-Kids che hanno cantato e ballato con la magistrale preparazione imposta dalla maestra di canto e le coreografie di Alosha. Tutti indossavano, compreso il Lg.te Carmelo Cunsolo, le magliette de: “ noi valiamo una vita – CentforEliminate “ che nel suo intervento ha sottolineato come anche la donazione di un cent che si aggiunge a tanti altri cent possa essere utile per l’acquisto di vaccini. Il cantante Mario Incudine ha captato e coinvolto il pubblico ed i bambini con le sue canzoni e le musiche originali alle quali hanno fatto di contorno le Il Presidente Michele Cali’ ha in chiusura ringraziato i pubblico, gi artisti , gli officers e soprattutto i “ bambini “ che sono stati i veri protagonisti! La domenica successiva si è svolto il consueto scambio di auguri del club Acireale. La S. Messa nella Chiesa di S. Biagio in Acireale è stata animata dai cori dei K-Kids della “Topolinia School “ che dopo la liturgia si sono ulteriormente esibiti in un concerto di “ canti natalizi “ con la direzione dell’insegnante Lilla Cavallaro. Ha fatto seguito presso la sala congressi di “ San Biagio Resort “il discorso di Auguri del Presidente Michele Cali che ha inoltre informato in merito alla destinazione dei fondi raccolti durante il recente “ Mercatino della Solidarietà “ nel quale sono state impegnate in modo particolare le donne kiwaniane. Oltre a soci ed ospiti,in rappresentanza della Divisione Sicilia 2 “ Etna Patrimonio dell’Umanità “ era presente il Lg.te eletto Ignazio Mammino che ha porto il saluto e l’impegno di tutti i club kiwaniani in occasione del “ Centennial Year “.(1915 – 2015). Momento importante è stato quello dell’in- danze di Alosha e di due ballerine. Il tutto si è svolto in presenza del Governatore del DISM Elio Garozzo che ha voluto sottolineare la preziosità del ruolo dei bambini richiamandoli sul palco per una “foto” che diventi da Acireale l’emblema del Kiwanis nel mondo! Una ulteriore chicca è stata la designazione della nostra segretaria Agata Sacoor Pennisi come “ ambasciatrice del Kiwanis nel mondo “. gresso di nuovi quattro soci nel club Acireale ai quali è stato apposto il distintivo e la consegna del gagliardetto. Essi sono: Rita Nicotra Coco, Sara Tuccitto Sciacca, Alberto Fichera e Gaetano Sambataro. Il sobrio convivio ha concluso la giornata augurale. Ignazio Mammino I campi vengono arati per la nuova semina... campi soleggiati, terra ricca, pura, genuina... che viene accarezzata ogni "mattina"... Bella Fresca vi augura una piacevole lettura…. 14 AKIS Sabato 17 Gennaio 2015 CONCORSO “UN POSTER PER LA PACE” 1° assoluto del Multidistretto Italy, il Poster dell’alunna Elena Morani, di anni 11 dell’Istituto “G. Galilei” di Acireale. Si è conclusa la prima fase della 27a edizione del concorso del Lions Club International “Un poster per la pace” che ha come scopo la sensibilizzazione dei ragazzi fra gli undici ed i tredici anni al valore della convivenza pacifica e della fratellanza tra i popoli. SICILIA NOSTRA Il Dirigente Scolastico, prof.ssa Maria Elena Grassi ed il Presidente dell’Associazione Filippo Brunelleschi, dott. Carmelo Strano hanno organizzato e partecipato il Convegno “SICILIA NOSTRA”che si è tenuto nei locali del “Brunelleschi” con gli interventi di Alfredo Rizza, studioso della civiltà del passato: “L’origine della lingua siciliana”, della prof.ssa Stefania Bonifacio: “La storia della Sicilia attraverso i simboli delle carte da gioco Siciliane”, di Franco Pulvirenti, autore del libro ’U Panzaruccutu – Gli odori e i sapori della Sicilia nei ricordi di Franco e di Lucio Catanzaro, attore teatrale, che ha recitato alcune poesie in dialetto siciliano e la partecipazione Elaborato di Elena Morani. Il tema proposto quest’anno è stato“Pace, amore e comprensione”ed ha visto partecipare 198 scuole del distretto Lions 108 YB – Sicilia, numero in aumento rispetto ai decorsi anni scolastici.I Club del distretto che hanno sponsorizzato l’iniziativa sono stati 62, di cui due (Acireale e Giarre-Riposto) della VI circoscrizione. I due Club sono stati i primi a livello distrettuale per il numero di scuole sponsorizzate (dieci istituti ciascuno).Quelle sponsorizzate dal Lions Club Acireale hanno prodotto complessivamente 136 elaborati. straordinaria del prof. Luigi Benintende che ha letto alcune poesie di Massimo Gori.Al termine della affollata partecipazione di pubblico il dott. Carmelo Strano ci ha rilasciato questa dichiarazione: "... La partecipazione attiva alla conferenza di oggi assume un significato legato principalmente ad un diverso e nuovo modo di osservare e comprendere la nostra terra, il nostro territorio e, soprattutto, aiuta a comprendere il “rapporto” tra l’uomo e le sue radici, … le “ragioni” del nostro <essere siciliani>. L’obbiettivo dello studio in parola, mira alla comprensione dei nostri “segni”, delle nostre peculiarità, dei nostri caratteri identitari. La teoria e la pratica appli- cabile ai nostri “segni” è, e sarà, sempre connotata dalla possibilità di raccordarsi alla storia ed al recupero delle nostre tradizioni. A parer mio, bisogna rivalorizzare le nostre “identità” attraverso la continuità storica, avendo riguardo ed attenzione nel coniugare “storia” ed “innovazione” ed aven- do, soprattutto, la capacità di “contaminarci” con vera espressione di autenticità..." parole, queste, avallate in toto dalla prof.ssa Marieelena Grassi che si è dichiarata oltremodo soddisfatta del Convegno e della partecipazione. Erano presenti, tra gli altri, l’on.le Nicola D’Agostino ed il prof. Rosario Raneri, Presidente del Consiglio Comunale ma nello stesso tempo anche docente presso lo stesso istituto Brunelleschi. ph Fabio Consoli L’IPAB di “Collegio Santonoceto”, causa le dimissioni del suo Presidente, l’ing. Paolo Battiato (dx), ha un nuovo dirigente, in questo caso un commissario, nella persona del dott. Santo Primavera (sx). foto Fabio Consoli Elaborato di Julia Laguzza. La commissione, della quale facevano parte, fra gli altri, il governatore del distretto Salvatore Ingrassia, il past presidente del consiglio dei governatori Salvatore Giacona ed il responsabile per la VI circoscrizione Giuseppe Leonardi, ha esaminato i 198 lavori pervenuti (iprimi classificati di ciascuna scuola)applicando i tre criteri previsti dal regolamento: originalità, merito artistico, attinenza al tema, ed all’unanimità ha assegnato il 1° premio all’elaborato dell’alunna Elena Morani dell’Istituto comprensivo statale “G. Galilei”di Acireale, sponsorizzato dallo stesso Club, con la seguente motivazione: “La composizione originale delle immagini mostra artisticamente una profondità che tende all’infinito, facendo rilevare emotivamente l’universalità della pace. L’espressione del viso e l’abbraccio ideale manifestano il sogno di pace e comprensione auspicato dall’autore”.La commissione ha assegnato altresì una menzione di merito per la VI circoscrizione a Julia Laguzzadel 3° I.C.S. “Rodari” di Acireale sponsorizzato dallo stesso Club.L’elaborato di Elena Morani parteciperà adesso alla selezione multidistrettuale che vedrà concorrere le opere prime classificate di tutti i distretti d’Italia. Saro Musmeci ....Qualcuno, a suo tempo, tuonò: "STOP!TEMPO SCADUTO! ORA SI CAMBIA TUTTO!”.... Altri, da amanti e attori del leccaculismo, sbeffeggiarono: " TIC-TAC, TICTAC! ORA NOI CAMBIAMO TUTTO!".... finalmente ora riesco a capire il vero significato di quelle farsate. Il cambiamento intrapreso da quell'accozzaglia di ominicchi, quaqquaraqquà e attoruncoli da strapazzo che animano attualmente la scena di una esanime Acireale, occupata e spartita pezzo per pezzo a giovamento degli adepti, sta nel "coup de théâtre", nella pubblicità senza ritorno, nell'arte del comparsare e abbindolare... Ma forse agli acesi piace così, diciamolo francamente. Agli acesi piace essere presi per le terga... Fino a quando però? Chi è a capo della comunità lo tenga bene in conto. Gli acesi portano si nel loro corredo genetico il dono del "testatrunzismo", ma guai a volerli chiudere nella spirale senza uscita rappresentata dal tentativo di vaneggiare un cambiamento mai provato. In fondo, tutti sappiamo procurarci un vestito di Babbo Natale e allietare grandi e piccini nel cuore del Duomo, tutti sappiamo spolverare e disfarci delle "lapazze" che osteggiavano la rinascita (vera? falsa? comparsata pro simpatia da captatio benevolentiae?) del Bellini, tutti avremmo saputo dire: "ORA SI CAMBIA".... Persino il meteo, pronto a far la sua parte, con una generosa grandinata, pur di esaudire il desiderio di una mai apparsa pista di ghiaccio. Tutto a costo Zero! Speriamo almeno che Giove Pluvio, governatore celeste dei fulmini e dei cieli tersi, non si sia arrabbiato per la truffa e invii un salatissimo conto. Sarebbero cavoli amari. E gli acesi, attualmente, hanno solo bisogno di serenità. Non illusioni da fanta-cambiamento. Riccardo Anastasi Istituto Siciliano di Bioetica Il 12 dicembre 2014, in occasione del decimo anniversario della morte di Padre Salvatore Privitera, si è tenuta nella Chiesa di San Domenico, accanto alla sede dell'Istituto Siciliano di Bioetica, da lui fondato, un serata per ricordare un maestro, uno studioso, un precursore che aveva intuito con grande intelligenza le problematiche che presto sarebbero sorte in un mondo in rapida trasformazione, in cui si è venuto a creare uno scollamento tra un travolgente progresso tecnologico e scientifico e la necessaria riflessione e presa di coscienza di quanto sta avvenendo, uno iato che rischia di trascinare il mondo verso una china morale gravemente pericolosa. L'Istituto di Bioetica doveva servire, secondo i disegni e la visione lungimirante del fondatore, ad awicinare molti a questa disciplina per approfondire e ragionare insieme sulle sfide morali del nuovo millennio in un clima di grande apertura verso persone appartenenti a religione e paesi diversi. Così nacquero i vari Meeting del Mediterraneo con studiosi provenienti da ogni parte del mondo, i master di bioetica ed i vari corsi di approfondimento da lui organizzati. Purtroppo Padre Privitera, come preferiva essere chiamato, è venuto a mancare troppo presto; son passati dieci anni dalla sua morte ma sembra ancora di sentirlo e di vederlo mentre con grande rigore intellettuale porta argomentazioni a sostegno di quanto afferma, pronto non tanto a consigliare quanto a mostrare il percorso logico da seguire per trovare da soli la risposta. I suoi allievi si appassionavano alle lezioni, affascinati dalla lucidità del pensiero e dai chiari ragionamenti del maestro che era sempre pronto a stimolare, incoraggiare, spingere le giovani menti ad impegnarsi, a mettere a frutto le proprie capacità per giun- gere alla bellezza della conoscenza. Per commemorare e rendere onore a questo grande studioso, stimato in molti paesi europei e non solo, sono venuti in tanti, anche da lontano. Sua Eccellenza il Vescovo emerito Pio Vigo ha celebrato la santa messa ed a seguire l'amico, cofondatore dell'Istltuto di Bioetica, prof. Salvino Leone ha tenuto una relazione sull'evoluzione della bioetica in questi ultimi dieci anni e sui cambiamenti nel prossimo futuro. Tanti sono, infatti, i nuovi problemi emergenti che non vengono oggi affrontati come questione morale ma soprattutto e solamente a livello giuridico. Nella società odierna coscienza, morale, responsabilità finiscono per apparire termini obsoleti dei quali il mondo può fare tranquillamente a meno. Il relatore magistralmente non solo ha catturato l'attenzione e coinvolto i presenti ma, come qualcuno ha detto, ha avuto il merito di rendere facile e comprensibile a tutti anche ciò che era difficile. Alla fine è stato presentato l'ultimo numero della rivista Bioetica e Cultura interamente dedicato a Padre Privitera, contenente i suoi scritti, pubblicati nella rivista fino al 2004, e le testimonianze che colleghi ed amici hanno voluto esprimere per l'occasione. Cettina Ardita AKIS Sabato 17 Gennaio 2015 Babbo Natale a Guardia: un modo per vivere la “magia” del Natale che viene ph Fabio Consoli Il Premio letterario “Poeti per caso” è stato presentato al Palazzo del Turismo al sindaco Barbagallo e alla stampa Anche quest’anno, Guardia è stata visitata dal protagonista indiscusso della notte di Natale per la maggior parte dei bimbi del mondo. Una magia, quella della leggendaria figura di Babbo Natale, che non sbiadisce nonostante il passare del tempo. Grandi e piccini alle ore 10.00 si sono radunati nel cortile parrocchiale accolti da giochi, canti e bans a cura delle ragazze dell’Associazione Culturale e Sportiva “Notti Magiche” aspettando il festoso arrivo in limousine di Babbo Natale. Sorrisi e tanta emozione hanno accompagnato la consegna dei doni ai “bravi” bambini, che tra meraviglia e impazienza aspettavano il loro momento per sedersi sulle ginocchia di Babbo Natale. Abbiamo riscoperto la magia del Natale dove colori, sorrisi, divertimento e attese si mescolano tra loro, tanto da farci sognare ad occhi aperti. Rileggendo le letterine consegnate dai bimbi a Babbo Natale ci siamo resi conto come anche loro, però, percepiscano le ansie e le difficoltà vissute dai grandi,ecco perché in un momento storico in cui si avverte il peso di una vita sempre più complicata e difficile da vivere, è giusto dare ai picco- La Lotteria del Carnevale stampa 17.300 biglietti e li lancia su mercato bar, tabaccherie e centri commerciali) dando la possibilità di vincere un auto, uno scooter ed un IPhone e votare i carri allegorico-grotteschi. Il consistente taglio di risorse pubbliche ha costretto gli organizzatori a fare fronte con la lotteria alla “penuria” di denaro e nello stesso tempo di trasformare il pubblico in giuria popolare (così dice il sindaco) e servire pubblicitariamente all’evento. li la possibilità, anche con questi momenti, di "coltivare" con leggerezza i propri sogni e "disegnare" il loro mondo ideale. Babbo Natale esiste! Esiste finchè qualcuno crede in lui. Esiste finchè noi crederemo nella possibilità che i nostri desideri e progetti si possano realizzare. Con questa speranza, i giovani dell’Associazione Notti Magiche augurano a tutti, un felice e sereno Natale, colmo di sentimenti autentici e vicendevole amore. Salvo Cristaldi Il rudere “storico” di corso Umberto (angolo via Fabio) sarà eliminato dal Comune che provvederà a bonificare l’area tristemente nota come la “vergogna” di Acireale. La rotazione dei dirigenti del Comune ha registrato il primo movimento: il dott. Antonino Molino prende il posto del colonnello dott. Alfio Licciardello a capo della Polizia Municipale; il comandante Licciardello, invece, passa alla guida, in qualità di facente funzione, dell’area amministrativa del Comune. Al Palazzo del Turismo di Acireale, è stato illustrato e dato il via ai lavori dell’intervento di restauro del Chioschetto Liberty di piazza Lionardo Vigo, luogo del cuore segnalato da oltre 4.000 cittadini nel 2012 per la quinta edizione del censimento promosso dal FAI Fondo Ambiente Italiano . Erano presenti Roberto Barbagallo, sindaco di Acireale, Giulia Miloro, presidente FAI Sicilia, Loredana Grasso, responsabile Gruppo FAI Acireale, Antonella Mandalà, Capo delegazione di Catania, Salvatore La Rosa, direttore della filiale Intesa Sanpaolo di Acireale e l' architetto Giovanni Filogamo, progettista dei lavori di recupero. www.akis-aci.com Comitato a Difesa delle Aci COMUNICATO STAMPA Il Comitato a difesa delle Aci, in data 29 dicembre 2014, ha fatto pervenire a tutti i deputati regionali siciliani una missiva avente ad oggetto “Liberi Consorzi Comunali. Ipotesi di costituzione di due Liberi Consorzi nell’ex provincia di Catania”, dal seguente tenore: «Sono scaduti i termini per la istituzione di nuovi liberi consorzi in Sicilia, rimanendo i nove liberi consorzi istituiti per legge. L’Assemblea Regionale, tra non molto, affronterà la discussione e la decisione sul recente disegno di legge della Giunta Regionale e sui vari disegni di legge dei gruppi assembleari in materia. A nessuno sarà sfuggito che la città metropolitana di Catania divide in due parti l’ex provincia, senza che tra le stesse ci sia continuità territoriale, con la conseguenza che, di fatto, quivi, esistono due liberi consorzi, ma di diritto costituentine uno solo. Non può non tenersi conto di questa situazione singolare, che necessita la suddivisione dell’ex provincia di Catania in due liberi consorzi comunali, i cui territori, non confinanti, hanno caratteristiche diverse. Il territorio a nord dell’attuale area metropolitana potrà costituire il Libero Consorzio Jonico Etneo (o altrimenti denominato), formato dai territori dei comuni (in ordine decrescente di popolazione) di Acireale, Adrano, Aci Catena, Giarre, Biancavilla, Bronte, Aci Sant’Antonio, Riposto, Mascali, Randazzo, Fiumefreddo, Santa Venerina, Linguaglossa, Calatabiano, Piedimonte Etneo, Maletto, Maniace, Castiglione di Sicilia, Sant’Alfio e Milo, con una popolazione di poco meno di trecentomila anime. L’altro libero consorzio sarà costituito dal territorio di tutti i comuni a sud dell’attuale città metropolitana di Catania. Si segnala quanto precede perché i Sig.ri On.li in indirizzo attenzionino la particolarità in cui si è venuta a trovare la ex provincia di Catania e si facciano portatori della necessità di ivi istituire due liberi consorzi comunali. Si ringrazia anticipatamente per l’attenzione che si vorrà accordare alla presente segnalazione e si porgono distinti saluti. Acireale lì 29 dicembre 2014. Avv. Nando Gambino (Portavoce)» Il Portavoce (Nando Gambino) 15 Un secolo di arte siciliana vuol dire, in larga misura, un secolo di arte italiana – dice Vittorio Sgarbi -. Non è lo stesso per quasi nessun’altra regione, non per l’Emilia Romagna, nonostante Morandi e De Pisis; non per la Toscana, nonostante Soffici e Rosai; non per Roma, nonostante le due scuole romane. La Sicilia del Novecento, sia in letteratura sia nelle arti figurative, ha dato una quantità di artisti e scrittori che hanno contribuito in modo determinante a delineare l’identità prevalente della cultura italiana”. Quanti di noi siciliani, o quanti del nostro hinterland, non sanno, non hanno mai visto o parlato “del carretto siciliano”, ormai assurto a emblema del nostro territorio o addirittura a simbolo della nostra terra? La disattenzione nei confronti di un manufatto, che investe non solo diversi aspetti delle arti figurative, quali il bassorilievo scultoreo su legno, la pittura su tavola,o gli ornamenti in ferro battuto, o ciò che adorna plasticamente il carretto, ma anche una tecnica costruttiva strutturale che coinvolge problemi della meccanica del movimento, affrontata e risolta nelle problematiche dei mezzi di trasporto in strade dissestate e sconnesse, tale disattenzione, ha fatto sì che per tutti questi anni molti ne abbiano parlato ma nessuno che abbia focalizzato a pieno le problematiche del carretto. Certo una schiera di ammiratori, se pur indigeni, hanno spesso osannato i maestri del carretto, ma mai nessuno che si fosse cimentato in una puntuale ricostruzione delle fasi e delle tecniche costruttive, ne mai nessun critico o storico che avesse tentato o considerato di approntare una trattazione così puntuale da poter fare emergere le difficoltà tecniche ed artistiche che i maestri del carretto dovevano mettere in campo per poter risolvere le problematiche insite nella realizzazione di un seppur modesto mezzo di trasporto. Ritengo sia interessante, dal mio punto di vista, sottolineare all’attensione del lettore, non solo la parte artistica che l’argomento investe, ma anche la parte strutturale e meccanica, pur non tralasciando quanto il testo nella sua completezza affronta e chiarisce con dovizia di particolari in tutte le sezioni del testo. L’autore, intraprende un percorso, che sapientemente articola con puntuale cura di particolari, riuscendo ad appassionare il lettore, inizialmente avvalendosi di cronache giornalistiche, poi dissetando la sua curiosità attraverso anche l’ausilio degli utensili che venivano utilizzati, oggi ormai desueti , per approdare, nella parte finale del testo, alla modernizzazione o superamento del carretto stesso, attraverso l’occhio della modernizzazione, nel capitolo “ La storia continua”. Analizzando nello specifico l'espressione artistica del carretto siciliano, in quanto arte minore, e quanto attiene il percorso creativo ed artistico riferito alla storia e all’evoluzione precipuamente artistica del carretto siciliano si può notare che: -Le raffigurazioni spesso epiche che si descrivono sulle sponde del carretto denunciano chiaramente sia attraverso i colori, sia attraverso i tagli prospettici, sia attraverso scenografie e paesaggi, spesso mediterranei una emotività che solo noi siciliani portiamo dentro. Colori caldi e allo stesso tempo accesi, fanno tornare subito in mente, quelli di Renato Guttuso, ma non solo. Di questi mastri si occupò l'illustre critico d'arte Enzo Maganuco che nel 1964 scriveva: "si tratta di artigiani-artisti, che hanno mandato per le vie del mondo i carri decorati in modo da farli sembrare una grande miniatura di codice trecentesco illuminato spesso con una tecnica da madonnieri bizantini che dipinge a tocchi piatti e a tinte sovrapposte". Occorre ricordare come i maestri artigiani, i quali non erano mai stati educati a nessuna scuola d’arte, da nessuna accademia, riflettessero con estrema semplicità e spontaneità la natura che li circondava, spesso ciò che gli stava intorno, i paesaggi le architetture, e ciò, era da impulso per immaginare ed inventare scene tratte dai libri di epica, o dal teatrino dell'opera dei pupi, o dai cantastorie a cui davano fondo e nei quali spesso e poco si faceva cenno a paesaggi o abiti e corazze per essere descritti pittoricamente. -La scultura, nello specifico l’intaglio delle figurine, a basso rilievo, per ovvie motivazioni, sembra che abbia fagocitato le cromie dei più arditi artisti del pennello. Le tavole descrittive delle parti strutturali poi, mettono in luce quanta maestria gli artigiani del carretto dovevano mettere in campo affinché tutto fosse in sintonia non solo fra le parti strutturali, ma anche con i partiti decorativi di questa struttura barocca in movimento. Dopo tanto tempo, troppo tempo gli ultimi epigoni di questa antica arte hanno ricevuto il giusto riconoscimento con l'inserimento di 6 artigiani nel Registro delle Eredità Immateriali - Libro dei Tesori Umani Viventi. si tratta Rosario D'Agata e Salvatore Chiarenza (scultori), Domenico Di Mauro, Antonio Zappalà, Nerina Chiarenza (pittori) e Paolo Rapisarda (fabbro) Particolarmente interessante il Carretto esploso in 3D, con l'aiuto della computer-grafica l'autore ci accompagna passo passo nella ricostruzione di un carretto. Nel libro sono ben descritte tutte le maestranze che partecipano alla realizzazione del carretto, dal carradore (vero artefice del carro) all'intagliatore, dal pittore-decoratore al fabbro-ferraio, al fonditore-tornitore (o ramaro) e tutto l'indotto: il siddaru, il bardatore, il maniscalco. C'è anche spazio per l'epopea dei carrettieri ( gli attuali autotrasportatori), che peregrinavano nelle contrade isolane, senza paura alcuna, di giorno e di notte, con i loro canti originali e i loro struggenti ricordi di un mondo ormai lontano. Inoltre sono contenuti le denominazioni originali in lingua siciliana delle varie parti strutturali. Il prof. Santi Correnti nel suo libro "Acireale e le varie Aci" scriveva: "nel campo folkloristico, Aci S.Antonio ha una prerogativa davvero unica in Sicilia, perchè è la capitale del carretto siciliano. Il carradore che si ricorda è Francesco D'Agata che impiantò quest'arte nella cittadina" e grazie alla questa pubblicazione possiamo apprendere come alla fine del settecento, con la realizzazione delle regie trazzere, questo mezzo di trasporto si radicò nella cittadina del casalotto e i siti dove erano allocate le botteghe, vengono ricordati gli artigiani-artisti dell'epoca d'oro, ovvero tra l'inizio del novecento e la fine degli anni "40, a cominciare dal decano dei mastri carradori Rosario D'Agata. Fu grazie a tutti loro che Aci S. Antonio divenne patria riconosciuta del carretto siciliano. L'opera ha un merito particolare, ancor prima di essere pubblicata, a cura dell'autore, la ricerca è stata utile alla recente realizzazione del Museo del Carretto di Aci Sant'Antonio, ad essa infatti hanno attinto gli autori dell'allestimento museale e le biografie contenute in essa contenute sono state fondamentali per l'iscrizione di 6 artisti del carretto santantonese nel Registro delle Eredità Immateriali- Libro dei Tesori Umani Viventi della Regione Siciliana. Il libro è stato stampato interamente a spese dell'autore nel luglio scorso presso la Simeto Docks srl di Catania ( stabilimento tipografico ETIS 2000 di LA SICILIA) L'opera ha ricevuto il patrocinio gratuito della Provincia Regionale di Catania e l'apprezzamento di varie istituzioni e associazioni culturali per l'alto valore scientifico utile alla salvaguardia della memoria storica e della identità siciliana, si compone di 120 pagine formato 29 X 24 in carta patinata opaca stampa a colori e foto d'epoca in B/NL' autore il geom. Giuseppe Di Bella è funzionario ANAS in pensione. Enzo D’Agata 16 AKIS Sabato 17 Gennaio 2015 QUELLA MAGICA SERA NEL FOYER DEL BELLINI mente in un teatro l’urgenza più grande è al contrario quello di scegliere il legno migliore per un’acustica ottimale. Fu un intervento invadente e devastante, olio sul fuoco delle ferite aperte del teatro, operato da persone incompetenti che forse non hanno mai creduto veramente alla sua rinascita, attratti probabilmente solo dai risvolti economici della vicenda. Per fortuna, ora è diverso e si respira un’aria nuova. Abbiamo tutti il piacere e il dovere di essere ottimisti. Piano piano, in silenzio, si è squarciato il velo su quella rovina sfigurata, sita peraltro in pieno centro città: sono stati fatti sopralluoghi della Soprintendenza alle Belle Arti e si stanno cercando fondi, nel pub- È stato un caso la mia presenza ad Acireale lo scorso 27 dicembre e quindi, per certi versi, l’emozione di assistere in prima persona all’inaugurazione del foyer del Teatro Bellini è risultata, se possibile, ancora maggiore. Sono un acese purosangue, trapiantato prima a Napoli e ora, credo definitivamente, a Venezia. Per motivi di lavoro, vengo purtroppo raramente ad Acireale ma il mio pensiero è sempre qua tanto che cerco di aggiornarmi con ogni mezzo su ciò che vi accade. Per la verità, però, per anni è accaduto molto poco, quasi niente, così ogni volta che vi sono venuto ho assistito con malinconia all’implacabile degrado della città, peraltro accettato quasi fatalisticamente un po’ da tutti. Con la complicità di www.acirealeblog.it (grazie a cui è più facile venire a conoscenza di cosa quotidianamente bolla in pentola anche per chi vive lontano), sto invece ora assistendo alla nascita di tantissime spumeggianti iniziative, che sembrano spezzare questa incancrenita immobilità: dall’abbattimento dell’ecomostro della Timpa a quello del rudere diruto di via Fabio, da un maggiore decoro urbano ad argomenti fondamentali come le unioni civili o il testamento biologico e tanto altro ancora. Ma niente ha colpito la mia attenzione come l’idea di rendere agibile e quindi riaprire il Teatro Bellini, ottenuta grazie anche alla nascita di una Fondazione apposita (Fondazione Teatro Bellini di Acireale), fiore all’occhiello di un nuovo modo di fare politica in città, più dinamico e vicino ai bisogni della cittadinanza. L’elegante teatro bruciò (o fu bruciato, tante cose si dissero all’epoca e in seguito, forse giuste forse sbagliate…) in un tremendo incendio, domato solo dopo tantissime ore, scoppiato la sera del 15 febbraio 1952. Fu l’anno prima della mia nascita; quindi, praticamente da sempre nella mia vita, la sua presenza cartapestacea – così com’è, sembra infatti quasi un fondale per un film, perché die- tro la pur nobile facciata c’è poco o niente – ha avuto uno spazio ben preciso nel mio immaginario. Mi ricordo che da bambino accompagnavo (anzi, ero costretto ad andare, perché la cosa per me in verità era abbastanza noiosa) mio padre dal suo barbiere, proprio vicino a via Romeo. Il barbiere in Sicilia, si sa, allora più che mai, era un luogo di aggregazione sociale, a cui partecipavano sì coloro che si facevano tagliare la barba o i capelli ma anche i tanti astanti nullafacenti che dovevano solo occupare il tempo e che quindi speravano in qualche vivificante chiacchierata per ammazzare la noia. Lì la domanda iniziale era regolarmente una, sempre la stessa: “ma quando verrà nuovamente aperto il teatro Bellini? Quando si farà qualcosa?”. Naturalmente nessuno era però in grado di trovare risposte adeguate e ci si contentava di fantasie e di ricordi, peraltro sempre più evanescenti, questi ultimi di coloro i quali avevano avuto la fortuna di entrarci e di vivere qualche serata particolare. Così, già quando diventai fanciullo, alla fine quei discorsi mi indispettivano più che mai, perché proprio non riuscivo a capire perché Acireale – una città con un passato culturale straordinario, praticamente una piccola, preziosa capitale – non facesse niente per recuperare un teatro che l’avrebbe illuminata di luce propria. Qualcosa per la verità si era fatto negli anni Settanta e poi negli anni Ottanta del secolo scorso (quasi a celebrare il secolo del teatro, sorto nel 1870 su progetto di Carmelo Sciuto Patti), ma in verità sarebbe stato meglio se non avessero fatto niente, visto che la struttura interna, un vero e proprio gioiello all’epoca, fu rozzamente reinventata in cemento armato, laddove notoria- blico e nel privato, per sviluppare e portare a termine un progetto ben preciso, al passo coi tempi. Si pensa infatti di trasformare il teatro – dalla struttura originaria ottocentesca a ferro di cavallo, con tre ordini di palchi – in qualcosa di più moderno e duttile: un centro espositivo multidisciplinare. Si tratterebbe dunque di un contenitore – qualcosa a mo’ del Beaubourg parigino – utile per ogni tipo di evento, teatrale o musicale, nonché mostre, esposizioni, rassegne, conferenze, incontri eccetera. Un’operazione non semplice e costosa, e anche forse lunga, visti i tempi precari nei quali viviamo. Per questo l’apertura la sera del 27 dicembre del foyer del teatro, con abbinata la mostra “Colpo di scena Uno spazio metamorfico”, è stata un’idea geniale, un rendere complici la cittadinanza che qualcosa finalmente sta cambiando. Questa peraltro ha risposto egregiamente (quanta folla quella sera…!), appagando la propria curiosità, osservando de visu quelle cose tante volte immaginate chissà come nel corso di ben 60 anni, e mostrandosi euforica per un vento che sembra correre nella direzione giusta. Quella sera dunque c’ero anch’io e ho cercato di vedere le cose con gli occhi di un acese che abita lontano. Ho ascoltato con interesse i discorsi del Sindaco, del Vescovo e delle autorità – tutti dentro le righe e solo marginalmente retorici – per poi entrare finalmente nel foyer. Pur limitato nei movimenti dall’enorme flusso di persone, ho esaminato con cura i tanti pannelli esplicativi, con documenti, foto, plastici e modellini sulla storia del teatro e sui progetti in atto. Tutto molto ordinato e chiaro, fruibile anche da pubblico medio. Ma l’emozione più grande è stata quella di poter dare un’occhiata all’interno. Pur brutalizzato dagli interventi in calcestruzzo e dalle lacerazioni degli anni, esso possiede ancora una sua dignitosa nobiltà. Col pensiero ho provato a ricostruire quell’ambiente sfarzoso – tutto in legno e in oro, con la volta dipinta illusionisticamente – e soprattutto l’enorme orgoglio della città quando fu inaugurato (per incredibile che possa sembrare, prima dei teatri lirici di Catania, Palermo e Roma e coetaneo di quelli prestigiosi di Vienna e Parigi). Così, il brusio delle tante persone assetate come me di vedere quel posto ormai leggendario, si è trasformato nella mia mente in quello delle fortunate persone presenti alla prima del 1870 – in cui fu eseguita La Sonnambula di Vincenzo Bellini, col famoso soprano canadese Emma Albani – la maggior parte delle quali molto probabilmente mai avevano assistito a un’opera lirica. Ecco, mi piace pensare che anche loro virtualmente ci spingano per una ricostruzione del teatro, che deve diventare un punto di riferimento privilegiato culturale di una città che ha il dovere di tornare a splendere. ph Fabio Consoli Vincenzo Patanè Scrittore, giornalista e docente di Storia dell’Arte [email protected] Le attività del LIONS CLUB nel mese di Gennaio Venerdì scorso nella Sala Cosentini della Biblioteca Zelantea, il Chiarissimo prof. Carmelo Erio Fiore, Direttore dell’Istituto di Clinica Medica Generale e Terapia medica dell’Università di Catania ed erudito bibliofilo, ha presentato il volume del dott. Salvatore Pennisi, socio corrispondente dell’Accademia e socio Lions: “Catalogo delle opere a stampa della Città di Acireale, Aci Catena e Aci S.Antonio dal XVII secolo al 1817. Sono intervenuti la dott.ssa Maria Concetta Gravagno, Direttrice della Biblioteca e la prof.ssa Cettina Laudani, docente di Storia delle Dottrine Politiche nell’Università di Catania. Nella Sala Conferenze del Credito Siciliano con l’intervento dell’on.le Enzo Bianco (Sindaco di Catania) , del prof. Rosario Faraci (Docente Universitario di Economia e Gestione delle Imprese), dell’avv. Nando Gambino (Portavoce Comitato per il Libero Consorzio), della dott.ssa Margherita Matalone (Sociologa) ed il coordinamento del dott. Nino Milazzo (Giornalista) si è trattato il tema: ”I territori si aggregano – Città Metropolitane o Liberi Consorzi di Comuni?”. In un altro appuntamento la prof.ssa Ida Nicotra, Ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università di Catania e componente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ed il Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Catania, Michelangelo Patanè hanno discusso sul tema: “La Pubblica Amministrazione fra trasparenza e anticorruzione: le nuove frontiere”.. L’incontro moderato dal dott. Pietro Currò, Magistrato del Tribunale del Riesame di Catania e componente Etica e Legalità del Distretto Lions della Sicilia. Gli incontri saranno relazionati nel prossimo numero. Altri appuntamenti del Lions: a Villa Fago (Santa Venerina) un : Convegno Iinterclub organizzato dai Club di Giarre-Riposto, Acireale, AciCastello, AciTrezza su “La nostra storia:Cultura,Tradizioni e Risorse. Conosciamoli.! Potenziali veicoli per una rinnovata crescita sociale ed economica” mentre il 24 Gennaio nell’ Aula Magna dell'Università di Catania si terrà un Convegno interclub dal titolo " Accoglienza in Italia, quale politica per gestire l'immigrazione ". L' iniziativa al Galileo Galilei "La scuola Piu Bella" vuole essere la prima di una serie di attività rivolte a rendere la scuola più bella per la comunità scolastica . La dirigente scolastica prof.ssa Rosaria Maltese, che abbiamo intervistato nell’occasione, ha promosso l'iniziativa per far sentire a tutti gli studenti docenti e operatori della scuola ai genitori che il Senso di appartenenza e il vivere l'Essere comunità si esprimono essenzialmente nel prendersi cura dei propri membri e in primis del benessere organizzativo dell'intera organizzazione in cui l'ambente come spazi aule laboratori corridoi hanno un peso importante. “I genitori sono i nostri stakeholders principali”, ha detto la prof.ssa Maltese, “e risorsa importante della nostra scuola...il comitato "La scuola piu bella" dedicando due giornate nel periodo delle festività natalizie per abbellire i locali con pitture colorate decorazioni di porte ..pareti e infissi dona un messaggio importante agli studenti e a quanti vivono la scuola e noi per primi ci prendiamo cura di un bene che ci appartiene" . L'iniziativa ha trovato eco anche nel Regolamento deliberato dal Comune in data 21.10.2015 . Il Regolamento vuole sancire la collaborazione dei cittadini per il decoro e il recupero di un bene della città monumento palazzo o Scuola poco importa. “Il senso di appartenenza, continua il Dirigente Scolastico, “ si estende innanzitutto nel fatto, e queste giornate lo sono come esperienza pioniera nel comune di Acireale, che ognuno mette in campo ciò che ha al servizio di un bene quale la scuola. I genitori del Galilei coordinati dal Presidente del consiglio d'Istituto hanno formato una vera squadra che ha reso più accoglienti e belli diversi locali. In una vera squadra ogni giocatore mette il meglio di se e la partita si potrà vincere. La sfida è raccolta. La prossima iniziativa sarà portata avanti anche in collaborazione con l'Ente locale attraverso il costituendo Patto di collaborazione che ci vedrà al'opera...per il giardino della scuola” . Alla presenza delle collaboratrici della Dirigente Scolastica, prof.ssa Rosaria Maltese, prof.sse Monaco e Postiglione e delle prof.sse Raciti e Santangelo, si è svolta come ogni anno la cerimonia di consegna dei diplomi per le certificazioni Trinity e Cambridge, da sempre considerate il fiore all’occhiello dell’istituzione scolastica. Numerosi gli alunni che hanno preso parte all’iniziativa accompagnati dai loro genitori. Si è inoltre inaugurata la Mostra “Pinocchio io, Pinocchio tu…... una scuola inclusiva per i diritti dell’infanzia” Durante la manifestazione sono state presentate le Tavole Pittoriche sui Diritti dell’Infanzia realizzate dagli studenti del Galilei in collaborazione con il Liceo Artistico Brunelleschi (Progetto ai sensi dell’Art.9 CCNL) e premiati i vincitori del Concorso “Presepi al Galilei” La manifestazione è stata allietata dall’Orchestra e dal Coro della scuola che ha riscosso, con le sue esecuzioni, un vivissimo successo. Tra le altre notevoli attività che hanno caratterizzato le feste un Concerto Natalizio dell’Orchestra “Galileo Galilei” che si è tenuto presso la Basilica Collegiata di San Sebastiano in Acireale mentre le classi 3A e 3B della suola primaria dell’Istituto Comprensivo si erano precedentemente recate presso l’istituto Casa Mia per incontrare gli anziani ospiti del centro e, condividere con loro una festosa tombola.