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287
Anno 11 - n° 1 - Distribuzione Gratuita
K
I
S
17 Gennaio 2015
KIWANIS ABSOLUTE
TERRA DEI CICLOPI
pag. 8
QUELLA MAGICA SERA
NEL FOYER DEL BELLINI
pag. 16
di Vincenzo Patanè
Il 28 dicembre di 106 anni fa
l’apocalittico terremoto di Messina
pag. 7
di Giovanni Tringali
I L
G I O R
N A L E
Anno 0 › Numero
D E L
T E R R0.60
I T› Attualit
O R I O
D E L L E A C I
, cronaca, cultura, politica, sport
1 › 13 Ottobre 2004 ›
ATTUALITA’
KULTURA
INFORMAZIONE
SPORT & TURISMO
MARIELLA GENNARINO
CAVALIERE AL MERITO DELLA REPUBBLICA
Nel silenzio
della notte
scendo le scale
della mia anima
per risentire
al fondo...
l'eco del battito
dell'universo.
Cavaliere dell’Ordine al
Merito della Repubblica e
trent’anni di imprenditoria
ai più alti livelli il palmares
della “dea di Morgantina” ,
Mariella Gennarino. Una
grande festa ha coronato
questi momenti felici ai
quali ci associamo con
gioia augurando alla carissima nostra amica un
mondo di bene e di felicità.
Info AciGaia: 349 6367400
Nella foto di Fabio
Consoli il cav. Mariella
Gennarino nell’edizione
2013 del Premio Aci e
Galatea
“Il Casale Mediteranneo”
apre il nuovo anno con tre imperdibili
appuntamenti culinari da scoprire.
Il 12, 14 e 15 Febbraio tre momenti da condividere con chi ami.
ph Franco Barbagallo
12 - Giovedì grasso, ed è festa! Ricette e sapori “jacitane”
da assaporare allegramente in maschera.
14 - A S.Valentino regala[ti] un'emozione:gusto, atmosfera, musica per l'anima
15 - Odori e sapori genuini. Si mangia a suon di swing con i “Sikula Retrò”
Ti aspettiamo a “Il Casale Mediterraneo”dove la sicilianità del buon gusto è di casa.
Marino Giuseppe
C.so Italia, 96 - ACIREALE
del
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AKIS
Sabato 17 Gennaio 2015
Dalla Sicilia alle Alpi
Dopo una serie di conferenze in terra lombarda il dott.Salvo Noè chiude l’anno del suo tour italiano a Viagrande nel corso di una affollatissima “seduta”
all’ Hotel Ora Luxury Sicilia – Villa Itria.
Un altro successo per il Dott. Salvo Noè in terra lombarda. Due appuntamenti hanno caratterizzato la sua trasferta a Milano, un corso di
Comunicazione e Leadership che è stato frequentato da vari manager del
territorio lombardo e poi una conferenza su: L’amore è libertà. Ambedue gli
appuntamenti hanno registrato numerose adesioni e grandi consensi.
La figura del prof.Giuseppe Romeo,
professore del “Gulli e Pennisi” di Acireale è stata ricordata nel corso di un
incontro al quale hanno partecipato il dirigente scolastico prof.ssa Elisa
Colella, ed i prof.ri Alfonso Sciacca, Rocco Schembra e Salvatore Valastro
oltre a numerosi colleghi, amici e studenti. La foto è di Fabio Consoli.
ASSOLUTA BELLEZZA
“La Notte Nazionale del Liceo classico”
I contenuti della prima relazione hanno dato molti spunti di riflessione inducendo molti dei presenti ad approfondire certe tematiche in ulteriori incontri.
La comunicazione, la motivazione, la gestione del tempo, gli obiettivi, i valori, il problem solving, il marketing, la leadership e il management, sono tutti
argomenti importanti da approfondire attraverso percorsi formativi personalizzati per ogni azienda. Oggi non bisogna combattere la crisi, ma capire i
motivi che l’hanno generata e partire da questa consapevolezza per trasformarla in opportunità. Lavorare sulle competenze e sulle potenzialità, è il
vero antidoto anti-crisi. Chi l’ha capito produce performance di picco e cresce. Gli altri aspettano che passi la crisi, oppure chiudono. Il vero leader si
posiziona già nel cambiamento e quindi non lo subisce, lo cavalca.
Venerdì 16 gennaio dalle 18.00 alla mezzanotte si è svolta in contemporanea in 104 licei classici italiani “La Notte Nazionale del Liceo Classico”.
L’evento straordinario e senza precedenti ha avuto come istituto capofila lo
storico Liceo classico Gulli e Pennisi di Acireale. L’idea de “La Notte
Nazionale del Liceo Classico” è del prof. Rocco Schembra, docente di latino e greco presso l’istituto di Acireale e presidente della delegazione acese
dell’AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica). All’evento hanno
aderito 104 licei classici della penisola, da Gorizia a Siracusa, da Cagliari
a Lecce. La “Notte Nazionale del Liceo Classico” ad Acireale, ha goduto
del patrocinio della Città, che ha sostenuto l’iniziativa anche con l’impiego
del Gruppo comunale di volontari di Protezione civile. Sono stati presenti il
dirigente scolastico dell’Istituto, Elisa Colella, e l’ideatore della manifestazione nazionale, Rocco Schembra il sindaco, Roberto Barbagallo, l’assessore alla Pubblica Istruzione, Adele D’Anna, e il presidente del Consiglio
comunale, Rosario Raneri.
Pensavo a Te, mamma, ieri sera...
La conferenza sull’amore, invece, ha richiamato un pubblico vario che ha
partecipato con molto interesse alla relazione che ha toccato vari punti della
sfera affettiva di noi esseri umani. Dal rapporto tra genitori e figli, alle dinamiche della coppia, fino all’amore per il proprio lavoro.
Il Dott. Noè ha accompagnato il pubblico verso la gioia di vivere con aneddoti, conoscenze psicologiche, vissuti esistenziali che hanno attivato nello
spettatore una consapevolezza nuova. È stata una serata speciale, seguita,
poi, da quella svoltasi a Viagrande, che ha coinvolto i numerosi partecipanti i quali hanno molto gradito il modo di relazionarsi del Dott. Noè.
Capita spesso e non occorre che Te lo dica. Sei ormai in quella dimensione
dove tutto appare chiaro ed il resto sono... inutili parole.Pensavo a Te, come
spesso avviene soprattutto quando avrei bisogno di una Tua parola...di un
incoraggiamento...della Tua capacità di vedere oltre il “qui ed ora”.Pensavo
a Te e, arrabbiata, Ti accusavo di non essere stata di parola. Ridendo della
Tua morte, mi rassicuravi che non saresti scomparsa mai, del tutto, dalla
mia vita. Che, di tanto in tanto, saresti venuta a manifestarmi la Tua presenza. Non sapevi come, ma.... avresti trovato il modo. Ne eri sicura. Ti
saresti fatta raccomandare dalla Madonna del Carmine, mi dicevi ridendo.Era da allora che aspettavo che Tu trovassi la strada per tornare da
me.Pensavo a Te e sono uscita di casa, confondendomi nel buio di una stradina deserta. Per respirare aria fresca, per cercarTi tra le luci soffuse dei
lampioni avvolti dalla nebbia...per provare a ritrovarTi tra il fragore del mare
d'inverno, ieri in tempesta.Poi, d'improvviso, i fari di una macchina hanno
lampeggiato. Una macchina mi si è accostata e, dal vetro abbassato, una
voce mi ha rimproverato simpaticamente “Ti sei persa, eh? Pensavo a Te,
poco fa”. La riconosco è Maria Rosa, amica delle giornate estive quando –
riscaldata dal sole siciliano – tutto appare piu' facile. Mentre aspetto che
l'auto accosti ed arresti definitivamente il suo cammino, rifletto che d'estate
è difficile che mi assalga tanta malinconia. L'inverno non è proprio la mia
stagione. Il freddo mi spinge a cercare calore nei ricordi...“Anch'io pensavo
a Te, poco fa...” esordisco come se stessi parlando con e di Te ma rivolta a
Maria Rosa... con lo sguardo che ricade, però, sulla figura seduta sul lato
passeggeri “Ti presento mia madre...”. Dalla macchina esce una signora.
Stesso modo di guadagnare l'uscita che avevi Tu, appoggiando la mano al
tettuccio della macchina, stesso sorriso aperto con il quale Ti approcciavi
alle persone nella cui vita saresti entrata, sempre e comunque...con quella
facilità che era la Tua cifra.Vengo invitata ad entrare in casa. Solo per un
attimo e per approfondire la conoscenza.Mi prende una strana sensazione
di deja vu. La Signora Maria comincia a parlarmi di uno zio poeta dialettale,
conosciuto a livello internazionale ma, come spesso accade, nemo propheta in patria.Ricordi, mamy? Lo dicevi spesso anche Tu riferendoTi alla zio
Nanai...avvocato con l'hobby per la scrittura, relegato tra gli autori minori
ma, al quale, riconoscevi doti non comuni di autore teatrale.La signora mi si
accosta restando all'impiedi e mi porge un libro, sottolineandomi la bellezza
di certi versi, mischiando siciliano ed italiano come solo persone centrate
come Lei...come Te...possono fare, manifestando una cultura che và
oltre.La Sua presenza mi turba e mi scalda, allo stesso tempo. Lo stesso
modo di stare appoggiata di sbieco sul tavolo, lo stesso modo di parlare.
Glielo dico e mi sorride complice. Lo sguardo, ci giurerei, è il Tuo. Mi convinco che hai trovato il modo di raggiungermi o è solo quello che spero.
Riconosco in quell'enfasi, la Tua voglia di spiegarmi la meraviglia della “perifrastica passiva”, di farmene innamorare. Lo ammetto, adesso, senza fortuna.Anche il profumo è lo stesso, quella colonia Roger&Gallet... unica concessione delle persone anziane, unico strappo all'età lontana dei “profumi e
balocchi”. Quel profumo, misto all'odore della pelle chiara e delicata, mi stordisce ma cerco di tirare il piu' possibile il respiro perchè possa imprigionare
quella fragranza e portarla via con me.La Signora Maria mi saluta e, quasi
ad indovinare i miei pensieri... “Vede, cara, non si muore mai veramente se
si resta nel cuore di chi rimane...Mi venga a trovare quando vuole.
L'indirizzo ormai lo sa...”.Ecco, mamma...hai trovato il modo di raggiungermi. Hai trovato la strada. O l'ho trovata io? Chissà...certo è che so come
rintracciarTi adesso. Nel mio cuore. Non sei mai andata via. Sei stata di
parola. Come sempre. E lì rimarrai.Tua... “testa
pazza”Santa Tecla, una sera qualsiasi. Inverno
2013P.S. Ed ora, perchè piango? Uffa, però!
Silvia Ventimiglia
Dopo anni di studi sul fenomeno dell'invecchiamento cutaneo, Korff è quella che meglio ha saputo unire tecnicismo e innovazione a una spiccata sensorialità cosmetica, abbinamento che si è rivelato fondamentale nel dare
alla marca un ruolo unico nell’ambiente rigoroso della Farmacia. Oggi, korff
continua ad evolvere, confermando i valori fondamentali che l’hanno resa
unica, costantemente tesa a ricercare l’incontro fra efficacia delle formule e
piacevolezza delle texture, fra oggettività scientifica e soggettività percettiva, per ottenere il connubio perfetto delle due anime che la contraddistinguono. Ispirandosi a questi valori, Korff ha creato un'esclusiva linea di trattamenti per perfezionare la bellezza della pelle di ogni donna, regalando al
viso il suo aspetto ottimale. Absolute è un trattamento dalla texture vellutata e straordinariamente sensoriale che illumina e perfezione la pelle del
viso, rigenerando i tessuti ed agendo contro tutti i segni visibili dell’invecchiamento cutaneo. La sua formulazione basata su cellule staminali vegetali estratte da Mela ed Uva rossa, estratto del Fiore del Giglio e del Nilo e
olio estratto dal Fiore della Passione contribuiscono a consolidare la matrice dermica e a levigare le rughe, mentre le polveri di Diamante, Zaffiro ed
Ametista illuminano la pelle, rendendola incredibilmente radiosa.
L’incarnato ritrova così un aspetto luminoso, fresco e disteso, per un viso
che risplende di nuova giovinezza.
Farmacia Dott. Teresina Ferreri & C.
snc
Tel. 095 7921871 - [email protected]
Piazza Cantarella, 10 - ACI S. ANTONIO
La settima edizione de “La Fisica
al Ferraris” si è tenuta anche quest’anno promuovendo la mostra
interattiva temporanea sui temi
della scienza, delle costruzioni e
delle applicazioni tecnologiche,
favorendo l’avvicinamento degli
studenti e delle popolazioni interessate ai grandi problemi scientifici. Con la direzione scientifica del prof. Mario Grasso e l’organizzazione
curata dal Dirigente Scolastico prof.ssa Patrizia Magnasco i diversi padiglioni della mostra sono stati visitati anche dal sindaco Barbagallo e dal suo
vice Ardita e dall’assessore alla P.I. D’Anna oltre che da centinaia di studenti e cittadini di tante scuole dell’hinterland.
Sabato 17 Gennaio 2015
Dentro due valigie rosse
Con "Dentro due valigie rosse" ci troviamo
dinanzi ad una storia che conosciamo
bene, dinanzi ad una storia che si ripete,
dinanzi ad una storia che se non abbiamo
vissuto sulla nostra pelle, l'abbiamo
senz'altro ascoltata da qualcuno molto
vicino a noi, da qualcuno che abbiamo
senz'altro confortato ed incoraggiato: la
storia di una famiglia, inizialmente felice,
che "improvvisamente" si frantuma. Non
si è mai preparati agli eventi dolorosi,"
non esiste l'attimo perfetto perché accadano le cose spiacevoli, qualunque giorno
non è quello adatto". È la storia di una
famiglia di quattro persone che dinanzi a
questo evento (il padre che si allontana
con "due valigie rosse", da qui il titolo,
perché innamorato di un'altra donna
molto più giovane di lui) reagiscono in
maniera diversa: se è normale che i genitori vivano dinamiche psicologiche diverse, non è scontato invece che le
due sorelle reagiscano dinanzi al medesimo evento in maniera completamente diversa, la più grande tronca ogni rapporto col padre, la più piccola
continua ad amarlo e adorarlo. Mavie Parisi delinea con grandissima sensibilità ed eleganza il percorso introspettivo di ognuno di loro senza cadere
mai nel banale servendosi degli occhi e del racconto in prima persona della
figlia minore ed attraverso i suoi occhi "seziona", quasi chirurgicamente, l'animo di ognuno di loro. Ogni sentimento, ogni reazione, ogni dinamica viene
analizzata con estrema precisione. Per cui ci troviamo dinanzi ad:
- Un padre viziato, egocentrico,spesso assente ma profondamente innamorato delle sue figlie, per le quali lotta;
- Una madre, vittima ed allo stesso tempo carnefice, rancorosa e cieca,
incapace di amare, offuscata dal filtro del proprio io, stretta dalle catene del
risentimento. Una donna che contrasta il diritto delle loro figlie di amare il
loro padre, incapace di capire "che anche se i suoi rancori potevano essere giustificati, bisognava assecondare un sentire diverso";
- Una figlia maggiore, Ombra,15 anni, che come scrive Mavie è sempre
incline a inseguire sogni che non sa, in una terra che non c'è", "decisa ad
incunearsi in sentieri sotterranei che lasciassero intatta la superficie", con
tutti i rischi tipici di chi imbocca questo oscuro percorso;
- Una figlia minore, la protagonista principale, Dalì,10 anni, che affronta
questo dramma in due modi opposti ed antitetici: "c'erano due modi per
affrontare la realtà: adattarsi all'ambiente o pretendere che l'ambiente si
adatti a noi". Ha utilizzato entrambi gli espedienti in due tempi diversi, data
l'età. Nella prima fase si adatta all'ambiente nella seconda fase pretende
che l'ambiente, e dunque le persone, si adattino a lei e al suo bisogno.
Per buona parte del libro la protagonista è accondiscendente, non scontenta nessuno. Scrive:" La meta era molto ambiziosa, volevo fargli comprendere le ragioni di tutti, insegnargli ad amare senza intaccare le ragioni dell'altro. Doveva accettarli per quello che erano. Volevo proteggerlo dal rancore e dall'eccesso di orgoglio facendone un individuo tollerante".
Non si erge, quindi, a giudice, non ricerca verità assolute.
E poi quale verità poteva prevalere? Esiste una verità?
Non ha forse ragione il padre nel momento in cui asseconda il proprio sentimento? Non è onesto nel momento in cui decide di lasciare sua moglie
perché non la ama più? Non è forse vero questo?
Non ha forse le sue ragioni la madre nel momento in cui il rancore ed il
risentimento l'accecano? Non ha forse ragione nel sentirsi tradita e delusa?
Non ha forse ragione nel momento in cui si chiude nel suo dolore? Non è
forse vero questo?
Non ha ragione Ombra, la figlia maggiore, nel non volere più vedere il
padre? Non ha forse ragione nel momento in cui non riesce ad affrontare la
sua quotidianità? Non è forse vero questo?
Non ha forse ragione la protagonista nel voler affermare il diritto ed il bisogno di amare il proprio padre? Nel soffrire del cattivo rapporto con la madre
alla quale rimprovera un profondo vittimismo? Non è forse vero questo?
Forse allora la verità non esiste ma esistono le verità, tutte giuste e tutte
vere. Forse come scrive Mavie Parisi la verità assoluta si raggiunge quando "Il benessere altrui coincide nel raggiungimento del proprio".
Nella seconda parte la protagonista pretende invece che l'ambiente si adatti a lei, è giunto il suo turno, il turno in cui tutto ciò che la circonda vada nella
sua stessa direzione, è arrivato il momento in cui le sue ferite vengano curate e poi rimarginate.
Questo succede a tutti e questo tempo nella nostra vita arriva sempre, possono passare anche decenni. Prima o poi arriva il tempo di affrontare l'irrisolto, perché non affrontare la realtà significa sentire addosso il peso di tutti
gli scenari possibili e prima o poi di questo peso dobbiamo liberarci.
Possiamo nascondere o nasconderci, possiamo anche prenderci in giro ma
prima o poi arriva...
E più tempo passa più è probabile che questa fase arrivi violentemente e
senza preavviso.
Non affrontare l'irrisolto è come perdere il contatto con le proprie radici. "E
non a caso il simbolo che rappresenta le nostre origini è l'albero, perché ne
definisce le radici, la crescita, le ramificazioni ma anche la stabilità, la forza,
la capacità di resistere alle intemperie. La mancanza di radici causa l'impossibilità di stare in piedi che inevitabilmente spinge la persona a trovare
altre posizioni per sopravvivere ma è l'improvvisa perdita della stabilità che
causa l'incapacità di restare in piedi e che spinge la persona a un perpetuo
e vertiginoso fluttuare" che può essere interrotto solo nel momento in cui
permetteremo alla nostra sacrosanta introspezione di emergere ed in quel
momento saremo persone migliori, perché saremo Veri.
Gaetano Pulvirenti
“Di madre in figlia – Vita di una guaritrice di campagna”
di Marinella Fiume è stato presentato dal Cenacolo del Galatea e dal
Kiwanis Absolute Terra dei Ciclopi
e dalle Dame del Nastro Azzurro di
Daniela Simon nella sala conferenze della Banca Agricola Popolare
di Ragusa a cura di Gaetano
Pulvirenti e Angelo Scandurra, presente l’autrice.
Signorina, io ste cose ce le racconto, ma lei deve insegnarsele
a memoria, a poco a poco, perché ste cose non si possono
scrivere, ma solo raccontare a voce, e se lei viene la notte di
Natale o per San Giovanni, non solo gli do il sapere, ma pure il
potere. Veramente ste cose si dovrebbero rubare seguendo
passo passo la maestra che dice le orazioni piano piano per
non farle sentire, e una parola oggi, una domani, finisce che si
sanno.
Il libro è il racconto in prima persona che la centenaria donna Orazia, nata
nel 1885 in un Comune della costa jonico-etnea, dove sarebbe morta a 101
anni, rese all'Autrice in una serie di incontri culminati con l'ultimo, in occasione del suo centesimo compleanno. La notte di Natale del 1985, poi, la
contadina guaritrice, consapevole di averle comunicato "il sapere", volle
conferirle anche "il potere", ripetendole tutte le orazioni atte a recuperare la
3
"L’Estate di un ghiro. Il mito di Lord Byron
attraverso la vita, i viaggi, gli amori, le opere"
Ad Acireale, si è concluso in bellezza,
anche l’ultimo incontro letterario del 2014,
firmato "Cenacolo del Galatea " coadiuvato dal "Kiwanis Absolute Terra dei Ciclopi"
e le "Dame del Nastro Azzurro" di Daniela
Simon. Il 29 dicembre, a presenziare nei
locali della Banca Agricola Popolare di
Ragusa, il giornalista e critico cinematografico acese Vincenzo Patanè. Con
"L’Estate di un ghiro. Il mito di Lord Byron
attraverso la vita, i viaggi, gli amori, le
opere", l’autore ha voluto fare un omaggio
alla sua città natia. Un saggio biografico a
metà tra il romanzo e la documentazione,
preciso e dettagliato, attraverso cui
Patanè ricostruisce in "toto" la figura del
celebre poeta inglese dalle "mille sfaccettature". Una identità mutevole, quella di George Byron, il giovane Dandy
assorbito dall’incessante bisogno di libertà d’essere e trasgressione.
Peculiarità queste, che già in vita, gli valsero una notorietà mai vista sino ad
allora, passata alla storia con l’appellativo di byronmania. A confermarlo, lo
stesso Patanè, secondo cui « Byron è un personaggio eccezionale. Una
volta, un critico ha scritto che anche se non fosse stato un poeta, sarebbe
comunque stata una persona affascinante per la sua vita trasgressiva ed
anticonformista». L’attenta disamina dell’autore, riprova quanto contenuto
nei diari, stralci e lettere personali riportate nell’opera. Gli amori bisessuali,
i viaggi, il confronto con i costumi della società neoclassica, romantica e
novecentesca; la lotta per l’indipendenza italiana e greca, il rapporto di "odio
e amore" con l’Inghilterra, l’esilio in terra straniera e la libertà d’essere nella
sua forma più alta, glorificano la fama e poetica di questa figura controversa quanto ammaliante. "Bisogna perciò vivere intensamente. Non c'è altra
scelta, anche perché la maggior parte del tempo umano si perde stupidamente , in tempi necessari e obbligati , per espletare le funzioni basilari attraverso azioni usuali quanto monotone [...]Quanto resta di esistenza vera e
propria?L'estate di un ghiro" un passo tratto dal testo che esemplifica l’essenza, della figura del poeta inglese.
A Vincenzo Patanè, si deve il primato per aver scritto la prima biografia italiana su Lord Byron, la cui produzione poetica è poco conosciuta in Italia.
M.A.
salute che qui l'Autrice svela. Si tratta di un documento prezioso che consente usi diversi e tutti allettanti per lo studioso, e non solo nell'ambito della
storia delle tradizioni popolari : per la narrazione della vita di questa donna
e documento da studiare dal punto di vista della storia sociale e della storia delle donne; per il lavoro compiuto dalla Fiume, studiosa di autobiografia e biografia, al fine di rendere visibile e porre al centro il "percorso ai margini" di una donna nella società contadina del secolo scorso.
"la tredicesima dimensione"
è un viaggio nelle sensazioni e nell'immaginario di una giovane donna che vive un
momento di forte dolore trasformandolo in
una strana avventura piena di personaggi
inventati e non, che la porterà fuori dal buio
della depressione grazie alla consapevolezza che il domani è sempre un meraviglioso mistero.
Mag è l'acronimo del nome della scrittrice.
è una maschera che usa per poter essere
davvero se stessa, senza tacchi e tailleur.
Scrive da sempre ma tiene tutto per se,
fino a quando un giornalista, per caso, si
trova fra le mani una sua poesia pescata
fra il disordine di una piccola studentessa
irrequieta e decide di pubblicarla; da lì
nasce una simpatica collaborazione a distanza che farà
nascere nella ragazza la voglia
di esternare i suoi pensieri al
mondo. partecipa a diversi concorsi con discreto successo e le
due persone si scindono definitivamente, mag scrive di notte
col suo thè caldo e mille
momenti di commozione, l'altra
esce presto al mattino per correre in ufficio seria e distaccata
con un sorriso accondiscendente, il vero mistero è quando
dorma...ma il mistero le piace
proprio!
La nascita di Aurelia e' per
Mamma&Papà fonte di gioia immensa e
amore infinito assieme a tutte le persone che gioiscano di questo avvenimento. La piccola Aurelia, nata il 25
Dicembre 2015 al Cannizzaro di
Catania, è la gioia di Stefania Patanè e
Dario Loritto, nostri carissimi amici ai
quali giungano gli auguri più fervidi per
la nuova nascitura.
Discutendo una brillante tesi dal
titolo:"La multicanalità nelle
imprese assicurative: metodi di
integrazione e implicazioni strategiche", il dott. Pietro Pettinato,
con il massimo dei voti, ha conseguito la Laurea Magistrale
in
Finanza
Aziendale
al
Dipartimento di Economia e
Impresa dell'Università degli studi
di Catania. Relatore il chiarissimo
prof. Giovanni Battista Dagnino.
Al dott. Pietro Pettinato ed alla
sua famiglia, le congratulazioni
della redazione.
Antonio Foti
Erika Weinmann
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AKIS
Sabato 17 Gennaio 2015
Successo per l’Allakatalla di Alfio Patti in Sud Africa
Una tournée di tre spettacoli che ha visto l’Aedo dell’Etna, già Premio Aci e
Galatea, impegnato con i siciliani e gli italiani del Gauteng di
Johannesburg: il 29 novembre a Casa Serena, il 6 dicembre all’Italian Club
per il 20° Anniversario dell’Associazione dei Siciliani nel Mondo del Sud
Africa, il 7 dicembre al Theatre on the Square, a Mandela Square, a
Sandton per la Dante Alighieri, il tutto a Johannesburg. A organizzare la
tournée è stata la Dante Alighieri, nella persona del suo presidente, Cav.
Gaetano Giudice, l’Associazione Siciliani nel Mondo del Sud Africa presieduta da Francesca Cristaudi, con il sostegno del Com.It.Es, nella persona
dell’instancabile Salvatore Cristaudi di Riposto, di Johannesburg e la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria e del Centro Culturale
Italo-Sudafricano.
La cucina afrodisiaca catanese, come abbiamo capito, non è segreta, ma
si trova sulla bocca di tutti o meglio, sulle tavole di tutti. E’ certamente una
cucina povera, non ricercata, niente a che vedere con la Nouvelle Cousine.
Sono le pietanze, quindi, ad essere “speciali”. Sono i prodotti che crescono
e vivono all’ombra del vulcano ad essere singolari, è l’Etna, è il sole, il
mare, il vento delle correnti dell’Jonio. E’ tutto questo che fa sì che tutto
quello che vegeta e che vive in questa terra sia particolare: la frutta, le verdure, gli animali, noi stessi.
Si, anche noi uomini respiriamo la stessa aura, e, mangiamo le stesse cose
di cui si nutrono gli animali e i vegetali, quindi, l’effetto del fosforo che espelle il vulcano, ha su noi lo stesso effetto del fiammifero, una vampata fulminea, un bagliore e poi si spegne. Lo zolfo, dà, invece, il calore necessario,
una forza prolungata, il genio, diciamo, l’attimo per arrivare a vette più alte,
il tipico intuito geniale dei siciliani. Che dire poi del vento, le stesse isole
Eolie ne hanno preso a ragione il nome; è il vento e l’aria che ci porta ad
essere dei sognatori, lasciando, purtroppo, una fenditura da dove nasce la
paura di cadere che ci frena, spesso, ad intraprendere voli pindarici e votati al fallimento. Da tutto questo proviene il gusto e l’effetto dei nostri prodotti.
Pensiamo al pistacchio di Bronte, oggi molto rinomato, gustoso, ma soprattutto ricco di vitamina E, detta della fertilità. E le olive nere con l’olio d’oliva
ed il peperoncino che stimolano un reale erotismo. Ricercatissimi i ricci di
mare, i cui coralli condiscono spaghetti afrodisiaci.
Nell’antica Grecia era
famosa la vellutata di
fave secche con profumo
di finocchietto selvatico,
la troviamo citata da
Aristofane ne “Le Rane”,
la quale consentì ad
Ercole, dopo ager ingurgitato un’enorme zuppa
di fave, di possedere
diecimila vergini in una
sola notte.
Molti sono stati gli scrittori catanesi che si sono interessati all’argomento:
Domenico Tempio, Vitaliano Brancati, Ercole Patti; anche in molti film riaffiora l’argomento. Di recente produzione i film su Montalbano, di Camilleri,
il protagonista intervalla il suo geniale intuito nel lavoro, nell’assaporare,
proprio come in un’unione carnale, piatti tipici prelibati, composti da verdure, carni, ma, soprattutto pesce, o meglio dalla maestria di cucinare il pesce
in un certo modo. Del resto sappiamo tutti cosa significa tornare a casa
dalla pescheria, attraversando quel dedalo di viuzze, portando a casa,
pronto per essere cucinato, del pesce freschissimo che si muove ancora
dentro il suo incarto: astici, polpi, triglie di scoglio, gamberi rosati di nassa,
ricci. Il tragitto e il ricco bottino, ti fanno già pregustare il piatto prelibato,
tanto da avere l’acquolina in bocca: si proprio come Montalbano, quasi
meglio di una bella donna! Inutile dire che tutti i piatti hanno la necessità di
essere innaffiati da un ottimo vino: siciliano, naturalmente, quello stesso
vino che salvò Ulisse , quando, per fuggire con i suoi compagni da Trezza,
ubriacò e poi accecò Polifemo.
Mariella Di Mauro
“Tra ciuri d’aranci e spini santi” di Alfio Patti è la storia della donna
siciliana attraverso cunti e canti popolari. Questa raccolta è stata rappresentata in uno spettacolo nel 2010, suddiviso in varie parti e rappresentano tutta l’esistenza della donna e poi diventata libro. Il testo
è stato presentato sabato 13 dicembre 2014, nella chiesa “Arcangelo
Raffaele”, dal centro culturale Don Francesco D’Urso” dall’ing.
Maugeri, da Mariella Di Mauro, e da Giuseppe Maugeri.
Da sx: il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Pretoria, Claudio
D’Agostini, Alfio Patti, il presidente della Dante Alighieri, Cav.
Gaetano Giudice, la presidentessa dell’Associazione Siciliani nel
Mondo del Sud Africa, Francesca Cristaudi, il rappresentante
dell’Ambasciata Italiana, dott. Enrico Trabattoni e il presidente del
Com.It.Es., Cav. Salvatore Cristaudi.
Allo spettacolo del Theatre on the Square, a Mandela Square, organizzato
dalla Dante, l’Aedo dell’Etna, Alfio Patti, è partito proprio dal Regale Solium
di Federico II, cantando (dopo averlo musicato personalmente) un sonetto
Da La Gazzetta del Sud Africa del 19 dicembre 2014-12-28
http://www.lagazzettadelsudafrica.net/vent-anni-di-sicilianita-ajohannesburg.html
«Lo spettacolo del cantore della sicilianità Alfio Patti al Teatro in
Piazza di Sandton e la serata al Club Italiano sono stati i due eventi
che hanno catalizzato l’attenzione dei siciliani del Gauteng e dei loro
amici in occasione della celebrazione dei primi venti anni di vita della
locale sezione dell’Associazione dei Siciliani nel Mondo, costituita a
Johannesburg nel 1994. Entrambe le serate hanno avuto un grande
successo.Protagonista assoluto e applauditissimo dello spettacolo
teatrale è stato Alfio Patti, che per un paio d’ore ha intrattenuto un
folto pubblico, ipnotizzato dai suoi canti siciliani in cui si intrecciano
la storia dell’isola e la vita quotidiana della sua gente.»
Concerto di Natale e gran successo per la band catanese
Gibo & Evergreen (gruppo musicale live con Debora
Messina, Giordana Petralia, Letizia Bonaventura) che si è
esibito con grande successo a San Gregorio di Catania lo
scorso 22 dicembre.
di Jacopo da Lentini (Io m’aggio posto in core a Dio servire) sottolineando
come la nostra letteratura avesse fatto muovere i primi passi alla primitiva
letteratura italiana e avvalendosi di quanto sostenuto dallo stesso Dante
Alighieri nel primo libro del De vulgari eloquentia (I, XII, 2-4) nel quale collegava l’esperienza dei Siciliani (nella cui tradizione si riconosceva interamente) con l’iniziativa politica degli ultimi sovrani, Federico II e Manfredi.
Quest’ultimo (1232-1266) e figlio illegittimo di Federico, fu re di Sicilia dal
1258 al 1266.
Ciò lo ha fatto perché loro avevano un po’ l’aria dei cavalieri custodi della
Lingua italiana e il nasino all’in su. Ha poi continuato con brani del ‘400
quando ancora il siciliano imperversava e risentiva di altre influenze come
“I quantu è bella l’aria di lu mari” nella quale si sente l’influenza napoletana
(noi con Napoli fra musica e poesia si siamo sempre confrontati, vedasi poi
il Regno delle 2 Sicilie). In questo modo l’Artista ha fatto capire loro, che
si trattava di cultura in armonia musicale, anche tramite altri interventi, ricevendo dopo due ore di autentico spettacolo (doveva durare una sola ora!)
un standing ovations. Il presidente della Dante, Gaetano Giudice, a spettacolo finito sul palco ha detto: “questo è uno degli spettacoli-incontri più belli
che la Dante abbia organizzato”. Alfio Patti si è trovato davanti siciliani ma
anche italiani di 1ª, 2ª e 3ª generazione. Molti dei siciliani di Johannesburg
sono “asmarini” cioè nati ad Asmara da genitori siciliani e che nel secondo dopo guerra sono emigrati al sud dell’Africa.
La loro visione e i loro
concetti della Sicilia
sono, quindi, particolari,
sono fiabeschi, traslati,
strasfigurati, enfatizzati.
L’artista è entrato nel
cuore e nella mente
anche di loro e in quella
degli italiani che spesso
vedono la Sicilia, sì una
bella terra, ma con
un’immagine dei siciliani
al solito stereotipata. “I
siciliani a Johannesburg
stanno tutti bene”, così
ci conferma l’Aedo
dell’Etna, “e l’ Apartheid
si sente ancora ma 20
anni sono passati da
che
l’Anc
(African
National Congress) è
salito
al
potere.
Occorrono altri 20 anni
perché tutto possa veramente sistemarsi; devono morire bianchi e neri
della prima generazione razzista, i nipoti già si accoppiano tra loro generando i colored ( i colorati) che sarebbero i mulatti da differenziare dai
“neri”. “La gerarchia oggi è la seguente: neri, colorati, indiani e all’ultimo i
bianchi: la ruota gira e vota.
I siciliani sono uniti e se ci sono screzi restano sempre uniti e si prodigano
perché tutto si accomodi. Sono molto legati alla famiglia e vicini alla chiesa. Ciò accade perché troppo lontani dalla Paria originaria; occorre fare
quadrato e solidarietà. Quest’ultima l’ho potuta constatare personalmente
girando con l’organizzatore fra i commercianti e i professionisti siciliani per
contribuire alle serate ricche di sorteggi, bevande, stampa per brochure e
tante altre cose; insomma gli sponsor”.
A conclusione dello spettacolo “Allakatalla” cunti e canti di Sicilia di Alfio
Patti, tenutosi il 7 dicembre scorso al Theatre on the Square di Mandela
Square a Johannesburg, Alfio Patti posa tra i rappresentanti delle più
importanti istituzioni italiane all’estero e ringrazia quanti hanno voluto e
sostenuto i suoi spettacoli in Sud Africa.
AKIS
Sabato 17 Gennaio 2015
5
La donna dopo gli….anta”
Nella sala “Scacchiera” del S. Biagio Resort, suggestivo monastero dei
francescani di Acireale, la Fidapa ha realizzato in collaborazione con gli
operatori del consultorio di Acireale, dott.ssa Venera Guarrera e dott.
Antonino Pittera, la conferenza" La prevenzione per il benessere della
donna dopo gli ..anta". Ad introdurre la serata la Presidente M° Vera
Pulvirenti, che ha ribadito l’importanza della prevenzione, affinchè buona
salute e attività coincidano, per far volare verso l’alto la prospettiva di vita e
soprattutto la qualità della vita. La dott.sa Guarrera, ginecologa del consultorio di Acireale, in una interessante relazione ha spiegato che la prevenzione è "un percorso condiviso fra gli operatori sanitari e le donne, che
vogliono godere di un benessere, che migliori la qualità di vita dopo gli..
anta e che lo stile di vita è il requisito necessario per mantenersi in salute,
corredato da terapie mediche personalizzate e controlli ematochimici e strumentali adeguati". Il dott.Pittera, pisicologo dello stesso consultorio ha
affermato che la dimensione etica e affettiva, che caratterizza ogni relazione e che si sviluppa primariamente all'interno della famiglia, diventa la fonte
maggiore per la salute psico-fisica della donna e degli individui in genere.
In conclusione, presente anche la Consigliera Distrettuale della Fidapa,
dott.ssa Stefania Luppino, che ha avuto parole di apprezzamento per l’importanza del tema trattato, la Presidente Pulvirenti, ha ringraziato i relatori
e la poetessa Francesca Privitera, piacevole sorpresa, per le strofe cariche
di saggezza e di leggera ironia che hanno allietato la serata.
S. Di Stefano
Per lo scambio degli Auguri del Natale, la Fidapa di Acireale, presieduta dal
M° Vera Pulvirenti, ha organizzato, nel salone dell’hotel Orizzonte, un piacevole e coinvolgente incontro che ha visto la presenza di Mons Guglielmo
Giombanco, vicario della Diocesi e, a seguire un momento di musica tradizionale con la zampogna del M° Gianfranco Mosca e le splendide voci di
Rosanna Leonti, soprano e Maria Motta, mezosoprano.
La Presidente, dopo una breve introduzione sul Natale in cui tra l’altro ha
ricordato le parole di Papa Francesco “Il Natale non è soltanto una ricorrenza temporale oppure un ricordo di una cosa bella. Il Natale è di più: noi
andiamo per questa strada per incontrare il Signore. Il Natale è un incontro!
E camminiamo per incontrarlo: incontrarlo col cuore, con la vita; incontrarlo
vivente, come Lui è; incontrarlo con fede. Ma occorre avere il cuore aperto.
In questo cammino verso il Natale ci aiutano alcuni atteggiamenti: la perseveranza nella preghiera, pregare di più; l’operosità nella carità fraterna,
avvicinarci un po’ di più a quelli che hanno bisogno; e la gioia nella lode del
Signore. Dunque: la preghiera, la carità e la lode, con il cuore aperto perché il Signore ci incontri”, ha passato la parola a Mons. Giombanco, il quale,
dopo aver ringraziato la Presidente, ha iniziato la sua relazione con il significato della festa del Natale di Cristo che è contrassegnata dalla luce della
speranza. “Ogni nascita è segno di speranza. Oggi nel nostro tempo è possibile ancora sperare? Viviamo in un tempo segnato da profonde incertezze ed inquietudini di vario genere. La precarietà accompagna il cammino
dell’uomo nei vari ambiti dell’esistenza. In un tempo di crisi radicale come
quello che stiamo vivendo, il cristiano non può sottrarsi ad un compito, quello di tenere viva la speranza, essenziale alla qualità umana stessa dell’esistenza. Ma la speranza non è facile da vivere, per nessuno, neppure per un
cristiano. Quindi la speranza come assunzione di responsabilità”. Il relatore, ha continuato esortando ad essere «trasmettitori di speranza», cercando di far passare di cuore in cuore la speranza, perché “a Natale Cristo
viene ad accendere nel cuore dell’uomo la luce della speranza». Dopo la
relazione, i suoni dal sapore antico della zampogna, suonata con maestria
dal M° Mosca, hanno invaso la sala e a seguire le belle voci di Rosanna e
Maria che, accompagnate al pianoforte dalla Presidente Vera Pulvirenti,
prima di una raffinata conviviale, hanno completato una bella serata caratterizzata da un’intensa spiritualità.
Il Lions Club di Acireale ha ricordato la figura
di Cristoforo Filetti nel centenario della nascita
Il Lions Club di Acireale ha
voluto ricordare il sen. avv.
Cristoforo Filetti in occasione del centenario della
nascita nel corso di una
manifestazione alla quale
ha preso parte un pubblico
numeroso a testimonianza
della stima di cui godette
Filetti anche da parte degli
avversari politici. Avvocato
civilista, era nato ad Aci
Catena il 2 settembre 1914
e nel corso della sua lunga
carriera politica ha ricoperto
tante cariche politiche: dal
1939 al 1943 quale segretario politico e ispettore generale dimostrando misura e correttezza tanto apprezzata dai concittadini; con l’avvento della
Repubblica, per ben sei volte fu riconfermato senatore per l’MSI e
per tanti anni ha svolto altresì il ruolo di consigliere comunale ad
Acireale; nel 1994 fu il primo sindaco ad essere eletto a suffragio
universale, in base alla nuova legge della Regione Siciliana Ha
scritto molto e si è sempre cimentato con il giornalismo. Ha introdotto la manifestazione il dr. Silvio Cavallaro, attuale presidente
del Lions Club Acireale che fu anche assessore durante la sindacatura di Filetti ed ebbe modo di apprezzarne l’onestà e la com-
petenza amministrativa. A delineare la figura del senatore Filetti
sono stati chiamati due colleghi politici di lungo corso che lo
conobbero e lo stimarono: il sen. Nicola Grassi Bertazzi e l’on.
Enzo Trantino. Era presente la vedova dell’uomo politico, che per
l’occasione ha dato in omaggio ai presenti il libro autobiografico
“Ottantuno anni di giovinezza” (Bonanno Editore, 1996), scritto da
Filetti assieme ad un altro illustre cittadino acese, anche lui deceduto, il prof. Antonio Pagano, già ordinario di Latino e Greco nei
Licei e socio dell’Accademia Zelantea.Trattasi infatti di un’intervista che percorre a ritroso gli avvenimenti del secolo XX, letti e
interpretati da un uomo di cultura e da un protagonista della destra
politica.
G. V.
La fiamma.
Seduto qui,al buio,
solo la fiamma
di un camino...
mi riscalda.
Lei osserva me,
io osservo lei,
ed imparo:
arretrare o avanzare
non è un gioco,
è vita da alimentare.
Gaetano Pulvirenti
GIARRE. Il maestro Michele Lisi, 79 anni, già impiegato all’Igiene mentale di Giarre e direttore dei servizi amministrativi al Liceo scientifico di
Giarre e a Randazzo se n’è andato in silenzio , quasi in punta di piedi. Ha
combattuto con coraggio incurante del male che pensava di avere sconfitto, non gli ha voluto dare soddisfazione. Michele era una persona mite,
ma combattiva, innamorato della sua famiglia, del suo lavoro e della sua
Giarre. Un eroe borghese, come tanti che
servono la collettività
senza bisogno di mettersi in mostra. Insieme
abbiamo lavorato nella
redazione del primo e
del secondo e del terzo
Gazzettino di Giarre.
Rivedo ancora, catturata nelle mie retine la
sua figura e il suo sorriso quando si sedeva
alla scrivania e batteva
sulla vecchia “Olivetti
Lexikon 80” i suoi pezzi
della
rubrica
che
amava tanto “Cittadino a spasso”. Quello era il suo atto d’amore alla sua
città. Era appassionato di fotografia, un’arte che lo portava a cogliere
aspetti belli e brutti della società e lo faceva tramite il giornale cittadino e
l’associazione fotografica “Aci e Galatea”. Ormai in pensione si dedicava
ai nipotini ai quali era legatissimo. Aveva avuto un dolore fortissimo a
seguito della recente scomparsa del nipotino di 9 anni Filippo Corradin,
figlio della sua primogenita. Adesso sarà con lui in paradiso. Il Gazzettino
di Giarre, la Direzione, la Redazione e i collaboratori tutti, porgono le più
vive condoglianze ai familiari, ancora una volta e ripetutamente provati nel
giro di poche settimane da un nuovo gravissimo lutto. Le esequie solenni
sono state celebrate nella chiesa del Carmine di Giarre.
Mario Pafumi
Turi Consoli, il Cine Foto Club “Galatea”, la redazione di Akis, si stringono affettuosamente attorno alla famiglia tutta per la grave perdita di
Michele. Lo abbiamo avuto come sostenitore dei nostri progetti, collaboratore attivissimo e, soprattutto, carissimo amico. Che il Cielo lo
accolga tra i suoi figli migliori.
6 Sabato 17 Gennaio 2015
AKIS
Il "non ho tempo" ed i "tarì cu l'ali durati"
Namastè....."NATALE AL RIFUGIO SAPIENZA"
Da quando ricopro il ruolo di presidente della fondazione ho avuto modo
di confrontarmi con tante cose. Alcune condivisibili, altre meno. Certo è
che quella più fastidiosa, dal mio personale punto di vista, riguarda quelli
che mio nonno definiva "i tarì cu l'ali durate": i soldi. Prendo spunto dalla
polemica Bellini. Se aveva ragione Musmeci a chiedere o meno di essere
retribuito. Forse si, forse no. Il lavoro va sempre retribuito ma, in alcune
occasioni, si può pure scegliere di adottare la formula del servizio
pieno(per aiutare la città e rispondere ai propri legittimi egocentrismi). Per
esempio, gli architetti Sorrentino e Pavone hanno impiegato giornate intere al Bellini senza "tarì", mettendo a disposizioni le loro competenze ed il
loro entusiasmo. Si sono messe in bella mostra, diranno i maligni? Guai se
non lo avessero fatto. Domani il comune, nella logica dell'intuitu personae,
li chiamerà a ricoprire un qualche ruolo, chioseranno i perversi? Guai se
non avvenisse. Non è questo però il vero punto dolens: è l'ipocrisia che
attanaglia una parte di questa città. Ieri chiedere il titolo gratuito su tutto,
oggi il titolo oneroso. Sembra la folla manzoniana: "o viva o muoia". Tutto
e il contrario di tutto. Se do un incarico di progettazione retribuito al comune grido allo scandalo, onde un attimo dopo lamentarmi se é a titolo gratuito. Inizia la retorica del sospetto: "cu sapi chi pigghiunu dumani". Poi
magari se svolgi la tua funzione senza "tarí", si insinua il dubbio di non si
sa quali oscure trame di arricchimento illecito sottese.
Poi inizia la polemica sui costi della politica, se addirittura il sindaco debba
ridursi la sua indennità, e non si capisce che il ricoprire alcuni ruoli politici
diventa(perché assorbe tutto) una professione. E se misurassimo le
responsabilità di qualsiasi sindaco rispetto ad un comune cittadino, bisognerebbe raddoppiarla l'indennità. Sbaglia la politica, di qualsiasi parte, a
promettere in campagna elettorale interventi in questo senso.
Polemizzare anche sul titolo gratuito, mi sembra davvero una cosa singolare. E allora mi si consenta una cosa: se i professionisti chiedono di essere pagati perché "non hanno tempo"(frase tipo), vanno retribuiti pure i professionisti della politica. Si tornino a retribuire le consulenze(purché autentiche). E nessuno si lamenti più. Se si sceglie, come sta facendo questa
amministrazione, un'altra strada, si dica semplicemente grazie a Battiato
Sorrentino ecc e li si consideri per quello che sono: esempi di impegno
civile.Aveva in fondo ragione il filosofo: "la gente da buoni consigli quando
non puó dare cattivo esempio". Ed é vero che il "sentimento del non esserci"(a titolo gratuito o oneroso) anima parte della polemica in questa città.
Sì soffre per la città e si polemizza spesso perché non si fa parte della partita(a titolo gratuito o oneroso). Come diceva Pajetta: "nei momenti di crisi,
s'offre sempre".
Antonio Coniglio
Namastè è una cooperativa per ragazzi speciali è un centro di aggregazione di accoglienza. I PROTAGONISTI?.. ma sono proprio loro. Sono gli
Angeli di tutte le mamme coinvolte, e, ogni mamma è la mamma di tutti.
In un 'epoca fatta di materialismo e di continui affanni, a novembre, questa
famiglia si è molto “allargata”, e, presso l’ads Mongibello di Catania si è trascorso un pomeriggio all’insegna della solidarietà. I fondi raccolti permetteranno a questi giovani speciali di trascorrere uno splendido Natale presso
il rifugio Sapienza: una vacanza sulla neve immersi nella natura in un
clima di serenità.
Molti i consensi e le condivisioni sui vari siti informatici, e, la voglia di ripetersi. Bellissima la frase su Face-book: “.... c è chi si distingue perché ricco
dentro, perché sensibile e capace di entrare in empatia con gli altri” e allora è duopo un pubblico ringraziamento a chi giornalmente e fattivamente
applica questo principio. Grazie Laura, grazie mamma di Laura, grazie a
tutte le mamme e ai papà, grazie Francesco, grazie Salvo grazie a tutti voi
del Namastè, grazie a Salvo Caruso del Rifugio Sapienza che con grande
generosità ha arricchito e completato il soggiorno.
L’associazione ingegneriarchitettiacesi
ha assunto una nuova veste lo scorso 21 novembre con l’elezione assembleare di un nuovo Direttivo costituito dai soci: Mara Basile (ingegnere),
Santi Cavallaro (ingegnere), Vincenzo Lauria (architetto), Mariagrazia
Leonardi (ingegnere), Antonio Marano (architetto), Salvatore Maugeri (ingegnere), Venera Pavone (ingegnere), Antonio Raciti (ingegnere), Rosa
Strano (architetto).
Hanno assunto rispettivamente, in data 1 dicembre, la carica di Presidente
e di Vicepresidente Salvatore Maugeri e Rosa Strano.
Il nuovo Segretario è Mariagrazia Leonardi, il Tesoriere invece è, come di
consueto, il più giovane tra i consiglieri eletti: Venera Pavone.
Rinnovata, grazie anche alla freschezza di un’ampia componente giovanile,
coadiuvata dalla notevole e proficua esperienza della parte più anziana e
con il contributo dei consiglieri dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di
Catania Alfio Grassi e Giuseppe Marano e dell’Ordine degli Architetti PPC
Paola Pennisi, l’Associazione è pronta a rilanciare le proprie attività nell’i-
L’altra faccia della medaglia….
ROBERTO BARBAGALLO, IL TEATRO BELLINI DI ACIREALE
ED I CONCERTI DEL GHETTO EBRAICO DI VARSAVIA…
Qualche sera fa, mentre passeggiavo per un corso Umberto desolato (e
desolante…!) , incontro un amico che mi dice:” Ma..non vai al taglio del
nastro che il sindaco Barbagallo farà al Teatro Bellini ..? ” Io, sapendo
quanto questo Teatro rappresenti nell’immaginario degli acesi il simbolo di
un passato glorioso (ogni “ tribù “ ha necessità per vari motivi socio-antropologici di riferirsi ad antichi “totem” identitari, tanto che , se non li ha , se
li inventa…), ed essendo “un contemplatore di gesti significativi” (al limite
del voyerismo..), non ho voluto perdermi lo storico momento…Arrivato sul
posto, gremito di gente, mi rendo conto di ciò che è stato fatto : una presa
per il culo .Un po’ come fecero i nazisti, quando cedendo alle pressioni
della Croce Rossa Internazionale, consentirono un ispezione nel Ghetto di
Varsavia dopo aver costretto prigionieri ad intonacare le case, riassettare
gli edifici, e di partecipare alla messa in scena di concerti ed eventi culturali.L’unica differenza, che ad Acireale (fortunatamente) nessuno ha puntato una “luger parabellum” alle tempie a nessun altro.Ed è proprio questo,
che mi rende tutto incomprensibile.
Salvo DiStefano
LA RUBRICA DEL MICIO
Credo proprio che il mio ritorno, cari
a…mici, coincida con un argomento che
negli anni mi ha visto sempre critico e, nello
stesso tempo, desideroso della sua rinascita: parlo, anzi, miagolo, del Bellini, lo splendido (una volta) teatro che nell’anno 1952
prese fuoco . Il “prese fuoco” lo indico come
fatto quasi naturale …. anche se nella stessa giornata veniva inaugurato, in pompa
magna, il Cinema Teatro Maugeri. Quel
giorno, frequentavo il Collegio San Luigi,
all’uscita di scuola, un odore acre di bruciato si sentiva nell’aria … incontravo gente che piangeva … arrivato a casa papà (gatto) e mamma (micia)
piangevano … io ho cominciato a piangere perché quello era il luogo in cui
passavo spesso le mie serate guardando i films con Buster Crabbe ed
Ortica (due personaggi che non potrò mai dimenticare). Ho continuato, in
ogni caso, a piangere anche perché di tutte le amministrazioni passate
neppure una, salvo qualche sporadico e stupido tentativo, ha fatto qualcosa per riaprire la struttura. L’ho visitata, nel tempo, parecchie volte …. . la
ricordo con tutti i sedili di legno del Maugeri accatastati e pieni di sterco di
uccelli che svolazzavano nell’interno. Ora un “miracolo” ha di fatto riaperto
le porte, la piazza si è rianimata, un soffio di attività ha fatto confluire un
migliaio di persone che si sono accalcate per respirare l’aria del teatro,
delle notti magiche passate. Le polemiche, cari a … mici, ci sono state ( e
ti pareva!)- qualcuna il nostro direttore la riporta sul giornale, ma cosa
conta di più? Rivedere il Teatro ed avere la speranza di poterlo “riabbracciare” è certamente più di qualche Kit Kat che qualche benpensante mi
vuole fare gustare. Miao.
La voce di... Enzo D’Agata
Si accendono le luci sulla Strada provinciale 116 e su via Francesco Riso,
pubblica illuminazione realizzata dalla Provincia Regionale di Catania per
interessamento dell'ex consigliere provinciale Enzo D'Agata."Esprimo soddisfazione per il completamento di un opera da me richiesta , sollecitata e
seguita ben oltre il termine del mio mandato in Consiglio provinciale.Un
manufatto non solo utile ma necessario, che rende più sicura una delle
arterie più transitate dell'intera provincia ( la S.p.116) di notevole valenza
strategica in quanto collega i paesi etnei con il casello autostradale e l'ospedale di Acireale, altrettanto utile l'illuminazione di via F.Riso (ancora
parziale) che convoglia il traffico pesante da Acireale per la zona artigianale di Aci S.Antonio, entrambi già teatro di gravi incidenti stradali.Sento il
dovere di ringraziare l'allora presidente dell'ente, On. Giuseppe
Castiglione, che accolse la mia richiesta nel lontano 2011; l'ingegnere
capo, Giuseppe Galizia, per averne riconosciuto la valenza; il responsabile del procedimento, ingegner Massimo Grifeo, per l'ottima realizzazione e
avermi lungamente sopportato con il direttore dei lavori, geometra Antonio
Sotera e la ditta Toscano di Acireale che ha eseguito i lavori".
A noi che governiamo: non
adagiarsi sulle amache dell'abitudine. Non smettere di
guardare le cose con gli
occhi della prima volta.
Non rinunciare a cambiare
le cose.
A chi sta all'opposizione: il
fare è sempre più difficile (5
mesi sono valsi per me più
di 10 anni di letture "matte e
disperate" del pensiero politico) della "banale perfezione":
concetti come vivibilità, giustizia sociale ecc, i modelli, non
possono mai essere applicati pienamente ad una realtà contraddittoria e ...complessa.
Per dirla con Tonino Guerra: "La strada giusta è l'errore.
Bisogna fare qualcosa di più della banale perfezione".
Che sia un anno di errori e di confronto sereno sulle questioni di merito.
Antonio Coniglio
L’ o p i n i o n e d i m A d
dea, come da statuto, di valorizzare la funzione tecnica, sociale e culturale
dell’ingegnere o dell’architetto, organizzando e promuovendo manifestazioni a carattere informativo e culturale quali dibattiti, corsi e conferenze in
piena collaborazione con le altre Associazioni ed Enti del territorio aventi gli
stessi obiettivi.
"E' tutta fede! Molta fede! Tanta fede! Troppa fede!
Se lo faccia spiegare da un provetto teologo che dice che questa indegna
sparatoria sta scritta perfino sul Vangelo! L'eminente teologo ha definito chi
l'ha contraddetto falso moralista! Purtroppo a portare acqua al mulino di
questi fanatici delle sparatorie " santificatorie" sono
anche soggetti come questi.
Intanto ci sono molte persone nella miseria più nera ...
Chi scrive non è ne' falso ne'
moralista ma una persona
che crede che questi sperperi sono inaccettabili manifestazioni che nulla hanno di
religioso."
Giovanni Tringali
Colombi o colombacci ? Uccellacci o uccellini?
Questo il “dilemma”
di un simpatico
incontro che l’on.le
Gino Ioppolo ha
“trattato- combattuto” con alcuni amici
nella sede di Aci
S.Antonio Riparte,
ospite di Silvio
Cavallaro e Enzo
D’Agata. Problema
a p pa r e n t e m e n t e
semplice ma che
tocca diverse sfere della vivibilità di questa specie di uccelli e delle popolazioni che con essi convivono in città, soprattutto, e nelle campagne..
La crisi continua senza sosta malgrado, da Monti a
Renzi, i tanti annunci dell’imminente uscita dal tunnel.
Affitti alti, tassazione eccessiva, poca liquidità e sempre più famiglie che non riescono a risparmiare un centesimo e tantissime altre che non arrivano a fine mese.
Se in questo quadro riuscissimo a pensare seriamente
di limitare gli acquisti nei centri commerciali forse
potremmo provare a supportare la piccola economia cittadina.
I centri commerciali, con le loro capacità di offrire prezzi competitivi rispetto
alla piccola distribuzione, mettono a dura prova anche il potenziale lavorativo dei loro dipendenti. Si legge, da un’inchiesta prodotta da “Bio si può” lo
sfogo di una cassiera di un centro commerciale”: “Passi per tutti i sabati e
le domeniche che sto qui senza vedere i miei figli, passi il fatto che io e mio
marito ci alterniamo con i turni e ci incontriamo solo a letto, ma che mi chiedano anche di rinunciare alle poche festività che abbiamo per venire a lavorare, mi sembra troppo”. Dalle nostre parti, invece, non ci siamo fatti mancare la nascita di tanti centri commerciali che hanno dato un colpo decisivo
alla microeconomia cittadina e, quindi, ai piccoli e coraggiosi piccoli imprenditori. Quei piccoli imprenditori che, qualche decennio fa, rappresentavano
l’ossatura portante dell’economia cittadina. E’ risaputo che con la proliferazione dei centri commerciali, il commercio di vicinanza sta sempre più
scomparendo e, nella crisi, le analisi diventano convulse. Tante parole e
rabbia per l’apertura
o la chiusura al traffico veicolare, tanto
spendersi in analisi
sui parcheggi e
sulle navette. Tutti
argomenti corretti e
che hanno un senso
nella strategia complessiva per la vivibilità ma, in ogni
caso, non è possibile togliere dall’analisi l’impatto dei centri commerciali.
Per Acireale bisogna certamente dire stop alla nascita di ulteriori grandi centri commerciali,
bisogna organizzare un piano del traffico, bisogna poter dare a tutti la possibilità di raggiungere il centro comodamente senza veicolo privato.
L’azione del governo locale deve essere tutta rivolta a produrre vivibilità
urbana, alzare gli indici di agibilità del centro, mettere in sicurezza e promuovere i parcheggi in città (che sono già sufficienti ma che vanno video
sorvegliati), potenziare e promuovere i mezzi di trasporto pubblico, incrementare gli eventi, sostenere i piccoli imprenditori riducendone la tassazione locale.
Saremo in grado di percorrere questa strada oppure continueremo a dare
ascolto ad un management poco preparato ed arrabbiato?
AKIS
Sabato 17 Gennaio 2015
Il 28 dicembre di 106 anni fa
l’apocalittico terremoto di Messina
“PROSPETTIVE DI SVILUPPO PER LA COLTURA DEL MELOGRANO
NELL’AREALE JONICO-ETNEO: LA RICERCA PER LA FILIERA”
Il Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee (CRAACM) di Acireale (CT), ha organizzato un Convegno dal titolo “Prospettive
di sviluppo per la coltura del melograno nell’areale jonico-etneo: la ricerca
per la filiera” presso la sala conferenze “Giacomo Lanza” del CRA-ACM.
Hanno aperto i lavori il dott. Paolo Rapisarda, Direttore del CRA-ACM;
l’ing. Roberto Barbagallo, sindaco di Acireale; il dott. Mario Antonio
Pulvirenti, Associazione Melogranoacireale; il dott. Alfio Battiato,
Associazione Melogranoacireale.
Al convegno sono stati invitati a relazionare docenti universitari e ricercatori del CRA, con qualificata esperienza internazionale nel settore del
miglioramento genetico e delle tecniche colturali e delle proprietà nutraceutiche del melograno. In particolare, il dott. Stefano La Malfa del
Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università degli
Sudi di Catania; la dott.ssa Flora Valeria Romeo del Centro di Ricerca per
l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee di Acireale. Ha chiuso i lavori la
Prof.ssa Alessandra Gentile dell’Università degli Studi di Catania. L’evento
ha dato modo ai ricercatori e agli operatori della filiera frutticola di confrontarsi sulle problematiche del settore con l’obiettivo di sviluppare nuove
strategie di interventi che consentano la valorizzazione dei frutti e dei derivati del melograno.
Il dott. Paolo Rapisarda ha messo in risalto le proprietà nutraceutiche della
specie Punica granatum L. (Melograno), i cui frutti possono essere consumati freschi, sotto forma di bibite e succhi, oppure trasformati per la produzione di marmellate e sciroppi. E’ stata ormai dimostrata l’attività biologica del succo di melograno contro alcune patologie la cui eziologia è da
ricondurre alla eccessiva produzione di radicali liberi. Poiché l’epidermide
del frutto risulta costituita per oltre il 30% da tannini è pratica usuale il suo
impiego in nutraceutica e cosmesi. Infine, il dott. Rapisarda ha ricordato il
possibile impiego ornamentale delle piante di Melograno.
Asara. “La legalità fondamento dello Stato e della società”
è stato il tema dell’incontro pubblico, con moltissimi studenti presenti, che
ha registrato un evento organizzativo ad alto livello da parte dell’ASARA –
Associazione Antiracket Acese”. Autorevoli gli interventi del Procuratore
aggiunto presso il Tribunale di Catania, dott. Michelangelo Patanè, della
dott.ssa Vincenza Speranza e della
dott.ssa Maria Pia Fontana. Hanno
partecipato, tra gli altri, il sindaco Barbagallo, l’avv.to Pietro Caudullo, il dirigente scolastico prof. Riccardo Blasco.
AK IS
IL GIORNALE
DEL TERRITORIO
DELLE ACI
Alle ore 05:20 del 28 dicembre del 1908 la città di Messina è stata distrutta da uno dei più violenti terremoti della storia sismica italiana che in 37
secondi causò circa 80.000 vittime ed un violento tsunami che rese ancor
più grave la devastazione. Lo Stretto di Messina ricade in una zona del
bacino del Mediterraneo contrassegnata, nel Quaternario da un’intensa
attività sismica. In un periodo di circa 700.000 anni l’Aspromonte si è sollevato fino a circa 300 metri con un tasso di sollevamento che va da 1.3 a
1.8 millimetri l’anno; più o meno come la Timpa di Acireale. Dal punto di
vista tettonico lo Stretto di Messina è caratterizzato da un sistema di faglie
di lunghezza regionale che definiscono una sorta di fossa tettonica i cui
innalzamenti provocano scuotimenti sismici i quali, potendo arrivare fino
all’undicesimo grado della scala Mercalli, sono particolarmente distruttivi
per gli edifici. Una particolare struttura sismica è la faglia di Aspromonte,
chiamata anche faglia di Cittanova, la quale ha prodotto in tempi storici
numerosi eventi sismici che hanno interessato anche l’area dello stretto di
Messina tra cui il sisma del 1638 ed il catastrofico terremoto del 1783 che
ha preceduto la grande scossa sismica del 28 dicembre del 1908. L’intero
sistema geostrutturale immerge verso Ovest, cioè verso il Tirreno e potrebbe essere correlato alla subduzione del continente africano che s’immerge sotto quello europeo ed il cui piano di subduzione, tecnicamente chiamato “slab”, è caratterizzato da intensa attività tettonica e magmatica. I
dati archeosismici, studiati nel 1992 da Valenzise e Pantosti, dimostrano
che nel IV secolo d.C. vi fu in Calabria un’intensa attività sismica con segni
antropici di abbandono da terremoto. I sismologi ritengono che in relazione ad un tempo medio di circa 135 anni dell’arco di tempo che va da 2030
al 2050 possa ripetersi un eventi sismico particolarmente energetico.
Tuttavia per quanto riguarda i tempi di ritorno dei terremoti andrebbe puntualizzato che si tratta soltanto di una valutazione probabilistica resa ancor
più difficile dalle numerose faglie attive che caratterizzano l’area dello
stretto di Messina. Uno studio effettuato dai ricercatori Alessandro
Guerricchio e Maurizio Ponte pubblicato nel 2006 sul Giornale di Geologia
Applicata relativo alla stabilità del versante calabrese sul quale dovrebbe
essere costruito uno dei due piloni del tanto contestato ed agognato ponte
sullo stretto di Messina indica che, in caso di sisma di particolare energia,
la struttura potrebbe essere coinvolta in fenomeni gravitativi di importanti
dimensioni che potrebbe avere gravissime conseguenze sulla struttura del
ponte. Un curioso aspetto è che l’Etna dal 5 agosto 1899 era stato del tutto
silente e che dal 29 al 30 aprile del 1908 si apri nella Valle del Bove una
frattura tra quota 2.500 e 2.200 in direzione NE che diede luogo in un solo
giorno a ben due milioni di metri cubi di lava…. era forse il prodromo della
catastrofe che avvenne 8 mesi dopo?
Giovanni Tringali, direttore scientifico dell’I.R.M.A. di Acireale
7
L’Etna e la poesia nel secondo appuntamento
di “GioVediamoci” a Santa Venerina
Molto interessante e partecipato il secondo incontro autunnale di
“GioVediamoci- incroci di saperi e sapori”, organizzato dall’Associazione
“Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale (Sto.Cu.Svi.T.) di Santa Venerina.
L’incontro è stato introdotto dalla vice presidente dott.ssa Maria Lizzio e ha
avuto come primo protagonista Mimmo Guzzetta, noto su Facebook come
Nonna Sirya, il cane che l’accompagna inseparabilmente nelle sue esplorazioni più ardite delle grotte dell’Etna. Guzzetta, che si definisce “diversamente speleo” perché affronta con passione e spiritualità questa rico-
gnizione analitica degli anfratti del nostro vulcano, ha dichiarato che alcune cavità da lui individuate le ha descritte per la prima volta in assoluto
attribuendo loro anche un nome. Egli ha raccontato le sue esperienze con
l’ausilio di foto spettacolari e inedite, che hanno consentito ai presenti di
rendersi conto della straordinaria varietà di queste grotte e della loro
conformazione. Un momento molto gradito dal pubblico è stato anche l’esibizione dal vivo del cantautore Antonio Monforte, il quale, accompagnandosi con la chitarra di cui è maestro, ha presentato alcuni brani tratti
dal suo ultimo CD “Fuoco nero”, che richiama l’Etna e la vita socio-culturale di questo territorio. L’ultima parte della serata è stata dedicata alla giovane poetessa di Santa Venerina Michela Sapuppo, studentessa di Lettere
nell’Università di Catania, già alla seconda pubblicazione a livello nazio-
OGM… un tempo con gli incroci, oggi con l’ingegneria genetica.
L'uomo ha modificato gli organismi sia vegetali, sia animali fin dalle origini
della coltivazione e dell'allevamento. Si tratta di un miglioramento genetico
che è iniziato circa 12.000 anni fa e che oggi ha la sua massima attuazione
pratica nel transgene. Quest’ultimo è una sequenza di DNA modificata
rispetto al gene naturale o introdotta nel genoma di una specie animale o
vegetale per consentire funzione altrimenti non presenti. Attraverso vari
incroci l’uomo ha ottenuto specie ornamentali di grande effetto estetico
come ad esempio la rosa e numerosi animali da compagnia. La rosa in
natura (Rosa canina) ha infatti 5 petali mentre la rosa che acquistiamo dal
fioraio ne ha diverse decine. Nel corso dei millenni l'uomo è stato anche in
grado d’incrementare notevolmente la resa delle piante di frumento i cui
semi oggi hanno un contenuto di gliadina e glutenine di gran lunga maggiore dei primitivi chicchi di grano. Anche nel mondo animale vi è stato un considerevole miglioramento genetico. Ad esempio la vacca primordiale allattava il proprio vitellino con circa 300 chilogrammi di latte, mentre la mucca dei
moderni allevamenti riesce anche a produrre
fino a 12.000 chilogrammi di latte. In effetti quelli
che oggi sono comunemente conosciuti come
OGM
(Organismi
Geneticamente
Modificati) non sono così
tanto nuovi alla specie
umana. Ovviamente all’inizio si operava per
mezzo di incroci oggi
invece per mezzo dell’ingegneria genetica che ci
consente di ottenere gli
organismi transgenici.
Già da parecchi anni,
attraverso appropriate
biotecnologie, vengono
prodotti diversi farmaci a
partire da batteri geneticamente modificati. La tecnica consiste nell’inserimento all’interno del genoma del batterio di parti funzionanti di DNA prelevato da altri organismi. Con tali tecniche è possibile ottenere molte molecole farmacologiche (come insulina, ormone della crescita, interferone, ecc…)
a bassi costi ed in grande quantità. È veramente straordinario come oggi si
possa riuscire ad ottenere prodotti con eccellenti qualità organolettiche
prima non possedute e abbassare i costi di produzione. L’introduzione di
geni umani in batteri si rivela molto utile anche al fine di preparare farmaci
sicuri, che non presentano il grave pericolo di trasmettere gravi malattie
infettive (epatite B e C, AIDS, ecc…); malattie che in passato si potevano
contrarre con terapie a base di prodotti ricavati da sangue umano come le
immunoglobuline. Chi avrebbe mai detto che oggi da piante di patata, mais,
barbabietola, canna da zucchero, tabacco ecc.. si potessero ricavare anticorpi? Ma attenzione; occorre prudenza l’eccesso di organismi geneticamente modificati potrebbe portare ad una stabilizzazione del gene nell’organismo selvatico il quale riproducendosi lo trasmetterà alle nuove generazioni modificando e velocizzando in modo impressionante il percorso evolutivo che è avvenuto in milioni di anni e che ci ha consentito di essere quello che oggi siamo. OGM si ma con molta prudenza!
Giovanni Tringali, direttore scientifico I.R.M.A.
Nella foto: il d-HPLC uno strumento per l’analisi del DNA in funzione
presso i laboratori dell’I.R.M.A.
nale ed in procinto di regalarci la terza. La Sapuppo ha parlato delle motivazioni che l’hanno invogliata ad esprimersi sin da giovanissima in versi
per esprimere emozioni, sentimenti e affetti. Alcune sue liriche sono state
lette da Teresa Maccarrone e Anna Maria Patanè, con il sottofondo delle
note della chitarra del M° Gesuele Sciacca. Un momento particolarmente
coinvolgente è stato vissuto dagli intervenuti quando ha parlato la madre
della poetessa, la dott.ssa Venera Contarino, divenuta non vedente e che
attualmente è delegata per la zona di Giarre dell’Unione Italiana Ciechi. La
Contarino ha presentato l’iniziativa del 3 dicembre in occasione della
“Giornata della Disabilità”. Infine Gesuele Sciacca assieme a Daniela
Greco hanno impreziosito ulteriormente l’incontro con l’esecuzione di una
lirica di Salvatore Quasimodo, musicata dallo stesso Sciacca. La serata si
è conclusa con la degustazione di prodotti tipici locali di stagione. Prima
dei saluti è stato preannunciato l’ultimo appuntamento stagionale previsto
per il 18 dicembre, durante il quale sarà presentata la produzione artistica
del maestro della pirografia Melo Miranda, apprezzata a livello internazionale, il romanzo giallo “Hanno rubato Babbo Natale” della scrittrice locale
“Anna Maria Loglisci e il grande presepe del giovane Franz Pilleri, quest’anno ancora più ricco e pieno di novità. Le poesie natalizie in musica
saranno a cura di Gesuele Sciacca.
Giovanni Vecchio
I sogni.
Anche i sogni godono di
spazio e tempo, vivono in
una vita ma non hanno
età. Possono morire, rinascere più volte e cambiare
identità: possono cedere il
passo ad altri sogni, senza
soffrirne.
Emotivamente intellettuali
attraversano tutto il corpo
per raggiungere ogni sua
estremità, perché mani e
piedi (ed il loro operare) tracciano la linea che li separa dalle illusioni.
Gaetano Pulvirenti
AKIS: Anno XI, numero 1 del 17 Gennaio 2015 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania - Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci S.Antonio
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Sabato 17 Gennaio 2015
AKIS
7 Dicembre 2014 - Charter night - Nasce il nuovo Kiwanis club ABSOLUTE Terra dei Ciclopi
L'incantevole cornice di Palazzo Romeo ad Acireale ha ospitato la serata
di gala in occasione della consegna della Charter al primo club Europeo
del Centennial Year.
Il club, cui presidente fondatrice è Daniela Simon, Chair del Distretto Italia
, annovera quale 11 °della Divisione Sicilia 2. La serata ha registrato la
presenza di oltre 145 Officers e Chairman provenienti da tutta la
Divisione,rappresentanze dei clubs service di Catania e del territorio delle
Aci e le massime Autorità del Distretto Italia S.Marino,dei Chairman
Distrettuali Natale Praticò,Giuseppe Azzarà del tesoriere Giuseppe
Marino del club di Reggio Calabria, nonchè, tra i graditi ospiti , il cantautore Vincenzo Spampinato ed il preside emerito prof. Giovanni Vecchio.
Presenti anche i past governatori Nicola Russo e Giuseppe Spampinato,
il Segretario Distrettuale Giovanni Tomasello, il Luogotenente eletto della
Divisione Sicilia 2 dott.Ignazio Mammino. Di Reggio Calabria è anche uno
dei club sponsor presenti, il "Reghion 2007"con la presidente Anna Maria
Reggio e il "Tauromenium" Valle Alcantara, presidente Antonino Pagano .
La serata, elegantemente condotta dalla cerimoniera avv.Marcella
Caruso, è iniziata con la lettura dei messaggi augurali del Vescovo, delle
Autorità Civili e militari, dei past governatori, dell'imm.past governatore
Carlo Turchetti e del past gov. Roberto Garzulli, che nel suo accorato
messaggio ha voluto ricordare con affetto e simpatia le figure di Daniela
(sempre emozionata ed emozionante) e del (vulcanico) Luogotenente
Carmelo Cunsolo, da lui primariamente scelti durante il suo mandato,
come Chairman . E' seguito il discorso del Kiar Distrettuale ed anche
Segretario fondatore del neonato club, il past Luogotenente ing. Filippo
Lizzio che ha illustrato le fasi principali della nascita del club, che annovera tra i suoi soci fondatori anche un past Luogotenente ed un past presidente. Si è passati quindi alla solenne cerimonia di consegna della
Charter e delle altre insegne al neonato club ed ai soci fondatori, di cui
sono state lette le professionalità, peculiarità e gli alti profili professionali.
E' stata quindi la volta del partecipato discorso inaugurale della presidente che nel suo viaggio temporale ha rivissuto il momento in cui il
Kiwanis l'ha cercata, una sera di giugno del 2005, dopo l'esibizione di 60
alunni in uno dei musical scritto e coreografato da lei stessa "Raccontami
una storia". Di seguito, i momenti che l'hanno portata a divenire Advisor di
K-Kids nell' alternarsi "cosciente ed incosciente, di colei che vede il proprio lavoro come l'unica arma in suo possesso capace di cambiare le sorti
del tempo". Non sono mancati neanche alcuni accenti e note di carattere
personale e rivelati per la prima volta da chi, "proveniente da una famiglia
patriarcale e matriarcale, " ha creduto nel Kiwanis come nuova grande
famiglia .Con accenti intensi, ha ripercorso le tappe socio familiari che
l'hanno vocata nella vita all'impegno sociale, ad alcune espressioni intransigenti del proprio carattere, al riconoscimento della pari dignità sociale e
lavorativa e alla "voglia di ascoltare anche le persone più umili perchè
spesso sono le stesse a nascondere grandi ideali "con la convinzione di
chi indossa delle ali provvisorie, doverosamente rispettose dell'altrui
dignità e libertà, in quella che vorrà essere una gestione non oligarchica
del nascituro club. A seguirei gli interventi del Governatore eletto Antonio
Maniscalco, che, facendo seguito al discorso di Daniela Simon, da lui
costantemente seguita da tempo, ha rivelato la dolorosa e lunga meditazione occorsale, per la decisione presa ed i complimenti per la presenza non solo di nuovi soci così qualificati ma anche di tante donne.
L'intervento del compiaciuto Luogotenente Carmelo Cunsolo è stato inteso a festeggiare la nascita dell'undicesimo club come occasione di rinnovato sviluppo della Divisione e dell'intero kiwanis;ha poi consegnato la
Zeller alla presidente che l' ha voluta dedicare ai sui soci, i quali, prima
ancora di divenire kiwaniani,hanno partecipato ai Service Distrettuali. Il
governatore Elio Garozzo, ha rivelato,con non celato entusiasmo, che
l'ABSOLUTE è "la prima stella nascente dell'anno in Europa". Sì è augurato un impegno" concreto" nello svolgimento dei Services. Nel suo
discorso conclusivo, si è compiaciuto dell'elevato profilo professionale,
dell'interesse già mostrato dai soci verso le finalità Kiwaniane con la
numerosa partecipazione all'incontro ufficiale Divisionale del novembre
scorso , congratulandosi anch'egli della presenza di una larga "quota
rosa" originariamente non prevista nel Kiwanis. Augurando al club un
sereno e proficuo lavoro , a sorpresa, il governatore ha richiesto ed ottenuto la firma da parte della presidente e del Chairman Eliminate l'accordo per l'impegno a divenire "Club modello". Una sobria ma eccellente
cena, preparata da uno dei soci fondatori, rallegrata da un garbato sottofondo musicale, ha suggellato in allegria l'arrivo del nuovo club con la
divertita partecipazione degli ospiti che hanno inteso congratularsi con
tutti i soci fondatori per l'impegno già dimostrato e la riuscita della serata.Di I Direttivo: Presidente :Daniela Simon -; Vice Presidente: dott.
Adriana Roccamo Bizzarro ; Vice Presidente : ing.Giuseppe Torrisi;
Segretario : ing. Filippo Lizzio; Tesoriere : dott.Michele Lanza;
Cerimoniera: avv. Marcella Caruso
Chairman Eliminate: dott.Salvatore Sanfilippo; Chairman prevenzione ed
educazione alla salute : dott. Sergio Marino; Chairman attività culturali :
prof.Turi Consoli; Chairman Osservatorio Diritti dell'infanzia: avv.Carmelo
Sardella; Chairman Fundracing ed espansione dott.Giuseppe Marino;
Chairman Service alle Comunità: dott.Sebastiano Anastasi; Webmaster
della Directory on line: arch.Alfredo Anastasi; Adwisor Buiders e k-kids
club :ins. Adriana Marletta. TRUSTEES: i sigg.ri dott.ri Salvatore
Chianello, Arturo Simon, Rosario Basile,Franco Pulvirenti, Caterina La
Spina, Rita La Spina, Daniela Strano. Web Master : Sergio Marino
Hanno presenziato: il GOVERNATORTE ELIO GAROZZO; IL GOVERNATORE ELETTO ANTONIO MANISCALCO; IL LUOGOTENENTE
GOVERNATORE CARMELO CUNSOLO, IL SEGRETARIO DEL
DISTRETTO ITALIA SAN MARINO GIOVANNI TOMASELLO, IL LUOGOTENENTE ELETTO IGNAZIO MAMMINO.
AKIS
Sabato 17 Gennaio 2015
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DIRETTIVO ANNO SOCIALE 2014/2015
KIWANIS CLUB
“ABSOLUTE CATANIA TERRA DEI CICLOPI”
(CATANIA NORD E TERRE DI ACI)
PRESIDENTE ins. Daniela Simon
SEGRETARIO dott. Ing. Filippo Lizzio
VICE PRESIDENTE dott.ssa Adriana Roccamo
VICE PRESIDENTE dott.ing. Giuseppe Torrisi
TESORIERE dott. Michele Lanza
CERIMONIERA avv. Marcella Caruso
ADVISOR Buiders e K-Kids club ins.Adriana Marletta
ADVISOR k.Leaders e K.club arch. Alfredo Anastasi
CHAIRMAN ELIMINATE dott. Salvatore Sanfilippo
CHAIRMAN Attività culturali:prof.Turi Consoli
CHAIRMAN Osserv. Diritti dell’ infanzia: avv. Carmelo Sardella
CHAIRMAN Fundreising ed espansione: Giuseppe Marino
CHAIRMAN Service alla Comunità: dott. Sebastiano Anastasi
CHAIRMAN prevenz. e salute e Web M. dott. Sergio Marino
TRUSTEE:rag . Rosario Basile
TRUSTEE :dott. Salvatore Chianello
TRUSTEE: ins : Caterina La Spina
TRUSTEE: ins. Rita La Spina
TRUSTEE: Franco Pulvirenti
TRUSTEE:dott.ssa Daniela Strano
IL CONCERTO DEL KIWANIS ABSOLUTE
e delle DAME DEL NASTRO AZZURRO
Una voce d’amore: Senzabbentu
A voler giocare al professor Bellavista si potrebbe sostenere che le ugole di
chi canta la nostra terra di Sicilia si dividono in “Voci d’Amore” e “Voci di
Libertà”. Per dire, quella di Rosa Balistreri è una “voce di libertà”. Ebbene,
se proprio volete saperlo, il canto di Loredana Marino appartiene alla prima
schiera. Il suo cd Senzabbentu contiene 10 quadretti-canzoni quasi tutte in
lingua siciliana, colme di amore in ogni suo aspetto. Loredana Marino è
un’attrice siciliana, diplomata alla scuola d’arte drammatica del Teatro
Stabile di Catania. Ha calcato le scene con il grande Turi Ferro e il suo volto
tornatoriano è diventato popolare grazie alla fiction seriale Agrodolce dove
impersonava Peppa Granata. In questo suo esordio musicale si avverte
l’urgenza di raccontare, quiete mai sopita che necessita di note musicali e
cunti per esprimere ciò che si ha dentro, perfino l’amore per il proprio gatto.
Questo vuole dire senzabbentu, non stare mai fermi, non avere mai tregua:
sia benedetto il suono delle parole siciliane. Nel libretto che accompagna il
cd, Loredana Marino regala a chi la ascolta anche una deliziosa poesia che
spiega le ragioni del suo non avere abbentu. Peccato non averla musicata.
Uno dei pochi, forse l’unico (?) che conosce l’inno di Sicilia
C’è la Sicilia dentro questo Senzabbentu(“nda lu cori c’è ‘u caluri/di lu focu
do vulcanu/’nda la testa li pinseri/ca mi portanu luntanu” in Agrodolce)
accanto a stati d’animo figli della nostra Isolitudine (“…di nica sinteva/’ca
sta vita ch’aveva/ di scunfortu sapeva/e non sempri attruvava a tia” in
Scunfortu). Bello il canto arrabbiato (che contraddice, a dire il vero, la premessa d’Amore iniziale) di Ci cuppi tu, una sorta di “E penso a te” al contrario.E’ un buon disco d’esordio questo Senzabbentu, una piccola pepita
d’oro lungo una sicura trazzera di campagna, con una cura elegante degli
arrangiamenti affidata a Roberto Fuzio.
NICOLA SAVOCA
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AKIS
Sabato 17 Gennaio 2015
Il prototipo della rastrelliera vincitrice del concorso di idee “ Urban design
in contest- Acireale new urban rack per la mobilità sostenibile” è stato
consegnato al sindaco Barbagallo dal Presidente del Rotary Club di
Acireale, dott. Enzo Carbonaro”. Erano anche presenti il vice sindaco
Ardita, l’ing. Alfio Grassi e l’ing. Marano .
La foto è di Fabio Consoli.
La squadra di spada azzurra è stata ospite
del Club Scherma Acireale.
Paolo Pizzo, Enrico Garozzo e Marco Fichera si sono allenati al
PalaScherma di Santa Venerina.
I tre catanesi Paolo Pizzo, Enrico Garozzo e Marco Fichera hanno deciso
di trascorrere le vacanze natalizie in Sicilia e così il presidente del CR
Sicilia della FIS Sebastiano Manzoni li ha invitati ad allenarsi al
PalaScherma di Santa Venerina casa del Club Scherma Acireale.
I tre spadisti azzurri, che saranno impegnati a fine gennaio in Germania per
la prima prova del 2015, la prova di Coppa del Mondo, hanno continuato
ad allenarsi ad allenarsi nel Palazzetto di Linera.
I tre atleti catanesi (due acesi e un pedarese) da maggio 2015 a maggio
2016 saranno impegnati nel difficile anno di qualificazioni olimpiche.
Hanno accettato di buon grado di allenarsi nella palestra del Club Scherma
Acireale per trovare se stessi in vista dei difficili incontri del 2015.
La strada delle qualifiche è in salita ma loro si sono detti fiduciosi.
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Un romanzo di Nino Milazzo sulla solitudine
della vecchiaia di un ex giornalista di successo
Interessante convegno dell’Ufficio Cultura e Scuola
della Diocesi sull’identità di genere e i modelli educativi
“L’uomo dei tramonti che amava la politica” (Città del Sole Edizioni, Reggio
Calabria, 2014) del noto giornalista Nino Milazzo è un romanzo al quale
l’autore, superata la soglia degli ottanta anni, ha voluto affidare tutta la sua
esperienza umana e professionale e la passione per la politica che lo ha
sempre accompagnato in modo totalizzante. Il romanzo racconta le vicende della vita di Federico Ilio, il quale attraversa momenti di successo e di
prestigio professionale, vive esperienze di amori nati e poi finiti e struttura un suo modello esistenziale e valoriale che lo induce a tenere sempre
un contegno dignitoso. Abbandonato il mondo del lavoro che gli dava visibilità, ormai ottuagenario, il tempo gli è diventato nemico perché “scorre
veloce, sempre più veloce” rispetto alla fanciullezza e all’età giovanile. “Per
quanto cerchi di dissimulare con un’immagine falsamente quieta, la tristezza è diventata la compagna inseparabile delle sue giornate”, un po’ attenuata dalla presenza di Giovanna, l’ultima compagna della sua vita, la
quale con la sua sensibilità riesce a cogliere anche i suoi timori nascosti e
conosce perfettamente i suoi stati d’animo. Egli è ormai un uomo vulnerabile. Da quando si trasferì definitivamente da Roma a Catania, non ha vissuto e non vive la città, se non marginalmente, la vede ostile e pervasa da
una cappa affaristica e mafiosa. Sono
rimasti pochi gli amici con i quali ogni
tanto si incontra, mentre tanti altri, anche
da lui aiutati professionalmente a suo
tempo senza tornaconto personale,
ormai lo ignorano. Ora prevale la memoria, sempre “trattata” con autoironia e
anche nei sogni ricompaiono personaggi
del tempo andato. Nonostante gli acciacchi fisici inevitabili, la sua mente rimane
lucida e la sua passione per la politica
sempre viva e vigile. Infatti nel corso del
romanzo non manca di ricordare le sue
reazioni interiori agli avvenimenti della
politica nazionale, specialmente dal
governo Berlusconi in poi, fino a Monti,
Letta e Renzi. e analizza i fatti con estrema chiarezza, così come faceva quando scriveva su importanti quotidiani
senza mai piegarsi alle imposizioni editoriali o alle “sollecitazioni” di parti
politiche rimanendo con la “schiena dritta”, tuttavia in quanto accade ai
nostri giorni scorge “un’eclissi culturale .. un imbarbarimento del costume
… la sfiducia crescente verso lo Stato”. Osserva e descrive con grande
senso civico lo svolgersi degli avvenimenti e quanto accade lo rattrista perché vede sempre più allontanarsi la prospettiva della giustizia sociale e
della correttezza istituzionale e scorge, invece, il tramonto ineluttabile e
ormai prossimo della civiltà occidentale, ovvero quella basata sui diritti e
sui doveri e sulla democrazia e ne segue l’evoluzione “con un senso dolente di ineluttabilità”. La politica in questa fase storica lo inquieta in quanto gli
appare “come un mondo estraneo e infido”, ma non intende arruolarsi nell’esercito dell’antipolitica. Mantiene, nonostante la “vecchiezza”, come lui la
definisce, le sue fondamentali doti di equilibrio e anche nelle situazioni difficili che deve affrontare non lo abbandona mai l’orgoglio. Tuttavia, ci sono
momenti in cui la consapevolezza dei propri limiti e della fragilità umana lo
inducono a congiungere e confrontare problematicamente l’idea del nulla
con quella dell’infinito accostandosi, lui da laico convinto, alla dimensione
del divino. Vista l’età, Federico ha preso coscienza che è costretto a rinunciare ad ogni idea di futuro e i colori che lo avvincono sono quelli del tramonto “quando il sole si inabissa all’orizzonte” in quanto questo spettacolo della natura riproduce “il senso della propria condizione umana”.Come si
legge nel risvolto di copertina, “il libro è anche – o forse, soprattutto – un’elegiaca, dolente e spietata meditazione sulla vecchiaia e sulla crudeltà dell’emarginazione che la avvolge”.
Giovanni Vecchio
Nella sala conferenze del Credito Siciliano (g.c.) ha avuto luogo l’incontro
pubblico su “Che cosa è femminile, che cosa è maschile? Identità di genere e modelli educativi”, organizzato dall’Ufficio per la Pastorale della
Cultura e della Scuola della diocesi di Acireale. Relatrice è stata la dott.ssa
Chiara D’Urbano, psicologa e psicoterapeuta dell’Istituto di Terapia
Cognitivo Interpersonale di Roma fondato dal prof. Tonino Cantelmi
dell’Università LUMSA. La scelta di affrontare tale problematica da parte
dell’Ufficio Pastorale è stata motivata dal fatto che il crescere nell’identità
di genere è una delle emergenze in ambito educativo al giorno d’oggi ed
è necessario un approccio scientifico che consenta specialmente a genitori e insegnanti di discernere che cosa è femminile e che cosa è maschile,
che cosa è dato e che cosa è innato nell’essere femmina o maschio per
svolgere serenamente e consapevolmente la loro opera educativa nei confronti dei bambini. Inoltre occorre chiarire se è essere diversi vuol dire
essere disuguali perché c’è tanta confusione e incertezza ed è opportuno,
di fronte alla diffusione massiccia, specialmente sui mass-media, della teoria del gender, fare chiarezza con equilibrio e senza ideologismi di sorta. A
queste esigenze è venuta incontro la relazione dell’illustre ospite, la quale
ha riconosciuto che nella nostra società “liquida” di oggi non ci sono punti
fermi e tutto è in continua evoluzione e nello stesso tempo ha evidenziato
come la cultura dominante in passato ha marcato socialmente i ruoli
maschile e femminile. L’opera del femminismo è servita a superare il pregiudizio dell’ inferiorità femminile, ma le teorie recenti riportano “la questione dell’identità di genere nell’ambito delle scelte individuali ed autodeterminate” e mirano ad affermare che l’aspetto biologico è superabile nell’intreccio con la dimensione socio-culturale eliminando, di conseguenza,
qualsiasi differenziazione di sesso tra maschile e femminile, la cui permanenza costituirebbe una forma di discriminazione. La relatrice ha detto che
“se la cultura ha pesato nella costruzione di ruoli sbilanciati oggi non si può
chiederle di minimizzare la differenza tra i sessi e in un certo senso eclissarsi per permettere all’individuo di autodeterminarsi … la non conformità
e la fluidità di tutto diventa una sorta di conformità forzata”. Se i genitori
smettessero di educare i figli al maschile o al femminile non si aiuterebbero i bambini, una volta cresciuti, a scegliere come comportarsi, ma si creerebbe in loro una dannosa confusione. “Voler contrastare il condizionamento sociale che in passato aveva provocato non poche discriminazioni
è un conto, manipolare i dati di realtà, negando quello che la scienza oggi
è in grado di attestare, è un altro”– ha aggiunto la D’Urbano. Eliminare le
differenze e non considerare con la dovuta attenzione le caratteristiche
naturali del bambino e della bambina da parte degli insegnanti e degli educatori in genere comporta una grande frustrazione e “una possibile compromissione di una crescita serena e fiduciosa”. La relatrice ha poi smontato il mito del cervello unisex, sulla base delle ricerche più recenti delle
neuroscienze soffermandosi sul mondo emotivo e quello sessuale. Forse
si ha paura della diversità, come se questa significasse diseguaglianza e
sfruttamento, ma “la biologia è di tutt’altro parere”. E’ impossibile scendere
nei dettagli di tutte le argomentazioni sviluppate, con precisione e rigore
scientifico, nel corso del convegno. Diversi interventi del pubblico hanno
posto in evidenza le questioni più controverse che richiedono chiarezza. Le
conclusioni sono state tratte dal vescovo mons. Antonino Raspanti, il quale
ha seguito per intero la conferenza ed ha ripreso alcuni aspetti della problematica evidenziando l’attenzione della Chiesa intorno a questi delicati
temi della vita umana e sociale dei nostri tempi.
Giovanni Vecchio
6° corso di geroglifico egizio all’Archimede
Al Liceo Scientifico-Linguistico «Archimede», sotto la direzione del
Preside Riccardo Biasco, è iniziata la sesta edizione del corso
«Interlinguismo culturale: Leggiamo e scriviamo i geroglifici», progetto che per la sua valenza didattica e innovativa è stato inserito
nel Piano dell’Offerta Formativa dell’istituto. Il corso, per il fascino
che la scrittura geroglifica a distanza di millenni continua sempre a
suscitare, ha conseguito tra gli studenti un vivo interesse e succes-
so di partecipazione.
Il prof. Santo Daniele Spina, cultore di questa antica lingua orientale ed autore di un saggio sull’obelisco egittizzante dell’elefante di
Catania, con lezioni in Power Point ha istruito i numerosi iscritti,
trentasei in totale. Gli argomenti finora trattati sono stati i geroglificiuniconsonantici, biconsonatici, triconsonantici con relative esercitazioni e seguiranno lezioni sulla magia, sull’astronomia egizia, sull’obelisco dell’elefante di Piazza Duomo e sulle collezioni del museo
egizio di Torino.
AKIS
Sabato 17 Gennaio 2015
Un onesto e illustre pensionato
Una simpatica “cerimonia” ha di fatto concluso la carriera lavorativa (41 anni) di Vittorio
Licciardello, figura storica del comune di Aci
S.Antonio ; conosciutissimo in paese e
responsabile dell’ufficio anagrafe per oltre
trentanni ha salutato i colleghi e ben quattro
sindaci, presenti alla simpatica cerimonia ,
con i quali ha “lavorato” e con i quali ha voluto posare per una foto ricordo. Personaggio
sempre disponibile e pronto a risolvere le
eventuali problematiche dell’utenza si è particolarmente distinto, ed un limelik (foto) realizzato dai colleghi lo segnalava, come persona soprattutto “onesta”. E questo aggettivo crediamo basti ad evidenziare un uomo
che non si potrà dimenticare.
L’intelligenza emotiva: la via per la realizzazione personale
Nell’ambito delle attività promosse dall’Associazione culturale “Archimede”,
nell’aula magna del Liceo Scientifico di Acireale ha avuto luogo una conferenza dal titolo “L’intelligenza emotiva: la via per la realizzazione personale” tenuta dalla dott.ssa Rosa Puglisi, psicologo e psicoterapeuta. La
dott.ssa ha accompagnato i presenti in un “viaggio” nelle emozioni che ha
evidenziato come la sofferenza psicologica, non è frutto di qualcosa di mal
11
Viaggio con
Nell’ambito delle attività culturali promosse
dall’associazione culturale “Archimede” tra
ex alunni e professori dell’omonimo liceo
scientifico di Acireale,presieduta dal prof.
Mario Pavone, nell’aula magna “G. Bianca”
dello stesso, il prof. Giuseppe D’Urso, preside in pensione, ha presentato il suo volume “Viaggio con Pi-greco”.Nell’introdurre
l’autore, il prof. Angelo Lizzio, già associato di Geometria presso l’Università di
Catania, nell’ambito di una colta cornice
matematica, ha tenuto a sottolineare come
il famoso e misterioso numero Pi-greco
non finisce mai di stupire. Esso non si limita a comparire come una curiosità matematica della nostra vita quotidiana, ma al contrario ne fa parte
integrante, basti pensare alle oscillazioni di un pendolo, alla legge di
Coulumb fra due cariche elettriche, al ruolo fondamentale che ha nella
distribuzione normale delle frequenze in statistica.
Nella sua colta e forbita presentazione il preside D’Urso, spaziando storicamente nei millenni e geograficamente fra i vari continenti, suscitando
interesse e curiosità, ha illustrato sinteticamente le tappe del suo “Viaggio”.
Da Archimede a Fibonacci, dal calcolo delle cifre di P-greco tramite funzioni analitiche ai teoremi di Liouville, di Hermite, di Lindemann ha mostrato
come tutto si armonizza e concorre a rendere la matematica, per molti
materia ostica e di difficile comprensione, semplice, fruibile e molto interessante. Egli, senza sacrificare la rigorosità logica delle dimostrazioni,
malgrado il tecnicismo dei calcoli , sa offrire un valido e sicuro ausilio a
quanti studenti, cultori e ricercatori di matematica, neofiti curiosi , si pongono il problema della natura degli ”oggetti matematici” e vogliono sapere
che cos’è la matematica.Di grande interesse sono state, per il numeroso e
qualificato pubblico, le numerose notazioni storiche, le accattivanti digressioni sulla vita di taluni matematici e le considerazioni sulle “due culture”.
ph Fabio Consoli
L.A.
N’ANNU CHIU ..N’ANNU MENU, NATR’ANNU PENSA A…DIU
Nautru annu passau e ni facemu sempri chiu vecchi..ogni annu dicemu
sempri i stissi cosi: menu mali ca st’annu passau! Speriamu ca cu l’annu
novu na passamu megghiu! Ca mi potta soddi, saluti e cosi bboni ppi mia e
pa mo famigghia.. Semu sempri i soliti, pinsamu sempri a nuatri….ma non
sempri ppi chissu! Pinsamu macari all’autri, dicemu sempri: ana moriri tutti
chiddi ca l’anu cu mia e ca mi ficiru abbiliari…..senza remissioni di piccatu.
Chi figghi di bbona matri semu! Nuatri pinsamu sempri a fari bbeni a….nuatri e augurari u mali a l’autri…ma no dicemu mai! Anzi…..dicemu sempri ca
vulemu bbeni a tutti, ca vulemu bbeni all’amici e e nemici…..semu, a fini di
l’annu, bboni: vulemu bbeni a tutti! ….ammenu u dicemu…ma no pinsamu
mai. Ma chi successi st’annu? A nenti successi: cangiaru du guverni a
Roma, a regioni, u prisidenti fici o dui o tri guverni (a cu ci capiu chiu cosa!)
e a ghiaci, cangiau u sinnicu. Passamu do sinnicu garozzu o sinnicu babbagallu, ma sempri bbuddellu c’è! A juventus vinciu n’atra vota u campiunatu picchi l’autri squadri ierunu veri scassi! U iaci iè ammenzu ana strada
comu palluni (senza soddi, non si canta missa!). ppu restu, unica cosa pusitiva iè a saluti ( a mia , ovviamenti…di l’autri non m’interessa!).A genti nun
c’ia fa cchiu a paiari i tassi, cangiunu i cunsigghieri, e onorevuli, ma, iddi, u
stipendiu non su tagghiunu: l’impurtanti iè ca ni fanu paiari sempri chiu ‘ssai.
St’annu arrivau a ghiaci di tuttu: a tromba d’aria, u vadduni ca spaccau e ca
ittau acqua o capu e patanè, ppi non parrari de rannuli a vigilia di capudannu…ci mancau suliu n’terremotu e na colata lavica e l’aumu fatta
sana…..quantu dannu fici a tromba d’aria…..chissa n’azziccau a tutti scupicchiau ci casi….ora riparunu tuttu, ca, comu dici, n’amicu miu: oggi dumani, stasira……mai!
Associazione Aci Sant'Antonio Riparte
funzionante ma sono i normali processi di pensiero di una mente sana che
portano l’individuo a provare emozioni intense quali l’ansia e la tristezza, e
che queste emozioni non sono nocive, lo diventano quando si decide di
controllarle ed evitarle, col rischio che siano loro a decidere le sorti della
nostra vita. La dott.ssa ha proposto un cambio di prospettiva che vede l’intelligenza emotiva come la capacità di “cavalcare l’impulso” emotivo imparando a osservarlo, riconoscerlo e accettarlo, per poi scegliere di agire con
consapevolezza ed efficacia in funzione dei propri valori. Dal dibattito con i
presenti è emersa l’importanza di promuovere l’alfabetizzazione emotiva a
partire dalla scuola e contribuire alla crescita di persone più competenti
emotivamente. ph Fabio Consoli
Riceviamo e pubblichiamo:
Ad Aci Sant'Antonio, un comune di circa 18.000 abitanti, pare che tutto si
sia fermato: è stato fermo e spento (da più di un mese) l'orologio della chiesa Madre simbolo del paese, chiuso il campo sportivo e villa comunale,
chiuso definitivamente l'asilo nido e chiuso per ristrutturazione anche
l'Ufficio postale, nonostante il grido d'allarme lanciato da diversi soci della
nostra associazione dalle colonne del giornale "LA SICILIA", il 28 novembre u.s., in cui venivano paventati i disagi a cui sarebbero stati sottoposti
gli utenti di quello che è diventato uno dei principali uffici delle poste dell'intera provincia. L'Associazione Aci Sant'Antonio Riparte da sempre vicina ai bisogni della gente e alla valorizzazione del nostro territorio stigmatizza il comportamento del Sindaco che si è limitato a chiedere uno slittamento della chiusura di una settimana (dal 9 al 17 dicembre ndr) per permettere il pagamento dei tributi comunali (TASI ecc.) senza preoccuparsi
delle conseguenze negative che l'interruzione di questo importante servizio
avrebbe causato alla cittadinanza. Si pensi sopratutto agli anziani che per
ritirare la pensione devono recarsi a Valverde e che in tutto il paese non si
trova nemmeno un francobollo per spedire gli auguri di Natale. Neanche il
bancomat è funzionante, così per qualsiasi esigenza bisogna spostarsi
obbligatoriamente in un altro comune. Un amministrazione distratta e negligente, insensibile ai bisogni della gente, che consente la chiusura dell'ufficio postale per 40 giorni, dal 17 dicembre al 27 gennaio (inizialmente ne
erano stati previsti 30 di giorni di chiusura fino al 9 gennaio), con pesanti
ricadute negative per la popolazione, potevano almeno chiedere l'apertura
di un ufficio provvisorio con l'allocazione di un container o di un ufficio mobile. Con l'auspicio che il nuovo anno possa portare, oltre ad un Ufficio
Postale rinnovato, anche novità positive che facciano ripartire il nostro
paese, non possiamo far altro che porgere i migliori auguri per un sereno
2015 pieno di speranza!
Associazione Aci Sant'Antonio Riparte
E' andato in scena nella Chiesa di S. Michele Arcangelo di Aci S. Antonio,
"Gesuzzu Beddu", il mistero del Natale in dialetto siciliano. Da uno scritto di Don Vincenzo Torrisi, già parroco della parrocchia di Aci S. Antonio,
grazie ai ragazzi dell'associazione "I DistrAttori", ha ripreso vita la storia
più bella e antica del mondo. Impreziosita dalle nenie natalizie siciliane e
dal "Canto di Natale" del M° Franco Greco, che da sempre tocca i cuori di
chi lo ascolta, magistralmente eseguito da Francesca Sorbello. Il tutto reso
ancora più magico dall'eleganza degli "Angeli" di Nuova Prospettiva
Danza. Uno spettacolo definito dal pubblico di estrema dolcezza e qualità
a cura dell’ Associazione I DistrAttori.
Carusi, criditi a mia semu ammenzu ana strada: semu senza tiatru, senza
campi, senza palazzettu ppi ghiucari i carusi da pallacanestru, da pallavolo,
do calcettu! Ma semu…macari senza soddi!!!! A genti iè senza travagghiu,
senza pinsioni, senza testa….e stamu accura a chiddi senza testa….ca
ponu fari dannu! Ppu restu, tuttu comu prima: a genti si vinni ppi du muddichi di pani, non voli fari nenti….propriu nenti..nenti, no! A genti si lamenta
sempri, ma nun fa mai nenti! Cuntinuannu di stu passu narrestunu mancu
l’occhi ppi chianciri. Ma non vogghiu ca vi tuccati i baddi! Non tuttu va mali!
Basta nenti picchi a genti s’addivetti, comu quannu apreru u bellini: gratis e
senza paiari a nuddu! ……Comu non paiaru a nuddu? Cettu…nzaccu di chistiani ci misuru soddi ppi sistemari i cosi nda intra…..macari du carusi sunaru…..gratis! e non ci dissuru mancu ca ierunu iddi ca sunaunu! Chissu picchi iaci iè nmpaisi di cuttura! Scusati…cultura! A ghiaci a cultura si feti! Iè
nda tutti i banni: tuttu iè cuttura: avemu nzaccu di musei; avemu a timpa,
avemu i scoli, nichi e iauti, avemu genti ca scrivi e ca sapi scriviri….unni?
no sacciu! Ma scrivi. Ppi non parrari de giurnalisti…ci né accussì assai ca
ora non ci sunu cchiu giunnali unni scriviri! Mizzicaredda quanta cuttura ci
sta a ghiaci! A cuttura-...a cuttura…chidda ca ni ppo fari susirini di ‘nterra…comu u turismu! Ppi chissu, sta’annu, mi dissuru ca a ghiaci arriunu i
stranieri: tedeschi, amiricani, francisi, aribi e macari i…catanisi! Cettu picchi
ppu iacitanu, i catanisi sunu ddi fora e fannu turismu a ghiaci. Allura amici
mia….auguri ppi st’annu novu, vi auguru tanta …tanta …tanta…cuntintizza
e si non arrivati ad avilla….riurdativi sempri: n’annu chiu, n’annu menu,
natr’annu pensa a diu.
Lu curtigghiaru
L' associazione giovanile
“L' Impulso” ha organizzato la quarta edizione
della mostra fotografica
di “Ricord...Aci”, presso il
teatro
del
Collegio
Santonoceto.Il percorso
espositivo, incentrato su
alcune personalità ed
esercizi commerciali protagonisti della scena
acese dagli anni '50 in
poi, ha permesso ai visitatori di immergersi nell'
atmosfera fervente di una
Acireale che ritrova tutta
la sua vivacità economica, politica, culturale e
popolare all' indomani della Seconda Guerra Mondiale.Ad aprire la serata
inaugurale della mostra la conferenza dal titolo “Vivacità e fermenti dell'
Acireale che fu..” a cura dei proff. ...Alfonso Sciacca e Nino Leotta, che
hanno fornito ai presenti più chiavi di lettura delle circostanze e degli eventi che hanno fatto da sfondo alla storia della città e dei personaggi protagonisti della mostra.
Nella locandina dell’ evento un momento della seconda edizione del Premio
Aci e Galatea (anno 1966) con ( foto da sx) il barone Orazio Pennisi di
Floristella, Angelo Badalà, la mitica “voce” che ha raccontato agli acesi
tutte le vicende culturali e turistiche della Città (ambedue purtroppo scomparsi) e un giovanissimo Turi Consoli che dal 1964 regge le sorti del Cine
Foto Club “Galatea”.
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Sabato 17 Gennaio 2015
AKIS
Gran Concerto a Santa Venerina a 25 anni da quello di Rosa Balistreri
e nel ricordo della Sacra Rappresentazione Natalizia di piazza Roma
ISTITUTO TECNICO ECONOMICO
“AMMINISTRAZIONE FINANZA E MARKETING” - “SISTEMI INFORMATIVI AZIENDALI
“RELAZIONI INTERNAZIONALI PER IL MARKETING” ”
ISTITUTO PROFESSIONALE INDUSTRIA, ARTIGIANATO E SETTORE SERVIZI
Via Luigi Galvani n° 5 - Via delle Terme 78 -- 95024 – Acireale (CT) – Tel 095 6136015
e-mail : [email protected] web: www.majorana-meucci.it CF 90050140871
Interventi formativi per lo sviluppo delle competenze chiave
“comunicazione nelle lingue straniere” azione C1 – PON
“Competenze per lo sviluppo” 2007IT051PO007
FSE 2013/14 – progetto FSE- C1 2014 – 408
Il Dirigente scolastico Prof Ing
Gaetano La Rosa comunica
che
l’Istituto
superiore
Majorana-Meucci ha completato due interventi formativi
finanziati con il Fondo Sociale
Europeo destinato al sostegno
dell’innovazione e della qualità
del sistema scolastico delle
regioni appartenenti all’obiettivo “Convergenza”. I due interventi, la cui ideazione è scaturita da un’attenta analisi del
territorio e dei bisogni formativi
ad esso connessi, hanno previsto due azioni C1 per gli studenti delle classi quarte e
quinte. Il primo per l’approfondimento della lingua Inglese, il secondo per l’approfondimento della lingua spagnola. Entrambi i progetti hanno permesso ad un gruppo di 15 allievi di usufruire di un mese
di formazione linguistica presso una scuola specializzata. In particolare la formazione in lingua inglese è stata effettuata presso la scuola Emerald di Dublino, quella in lingua spagnola presso la scuola
Esmovia di Valencia. Al termine gli studenti hanno conseguito rispettivamente le certificazioni Trinity e
Dele. La formazione è stata
integrata con attività di conoscenza del territorio che
hanno permesso agli studenti partecipanti di conoscere
luoghi, usi e costumi dei due
Paesi ospitanti.
Le suddette attività fanno
parte di un complesso piano
di integrazione didattico-formativa che ha permesso
negli ultimi anni all’Istituto IS
Majorana-Meucci di favorire
una sempre più ampia partecipazione dei propri studenti
ai progetti europei.
Nei locali del Centro Diurno
“Arcobaleno”
di
Santa
Venerina, si è svolto il
“Concerto Natalizio Siciliano”,
organizzato dall’Associazione
Sto. Cu. Svi. T. (Storia, Cultura
e Sviluppo Territoriale) e coordinato da Giovanni Vecchio. In
quella sala, colma di gente, si
era esibita 25 anni prima, ed
esattamente lo stesso giorno,
la grande interprete della canzone popolare siciliana Rosa
Balistreri, in un suo concerto
(prevalentemente natalizio),
tra gli ultimi prima della sua
scomparsa pochi mesi dopo.
Quel concerto del 1989 venne
registrato
da
Salvatore
Sciacca ed un estratto è stato
proiettato durante la manifestazione, destando grande emozione. Anna Maria Patanè e Teresa Maccarrone hanno presentato l’ospite d’onore, Cinzia Sciuto, anch’essa cantante folk siciliana di rilievo, dalla voce calda e imponente,
grande ammiratrice della Balistreri. La Sciuto infatti ha eseguito dei brani del repertorio di Rosa, accolti con favore dai numerosi presenti, ed ha ricevuto una targa ricordo. Emozionante il momento in cui
sul palco sono saliti, assieme alla Sciuto, artisti di valore come Rosario Todaro e Gesuele Sciacca,
suonando e cantando insieme. Il primo fu il leader del gruppo folk di tante edizioni della Sacra
Rappresentazione
Natalizia (secondo la
tradizione popolare siciliana) che dal 1980 al
1990 si svolse nella
piazza Roma di Santa
Venerina e destò interesse anche negli studiosi di cultura popolare. Nella serata è stata
proiettata una sintesi
dell’edizione del 1 gennaio 1989. Il rag.
Sebastiano
Patané,
ideatore di quella iniziativa, ha raccontato dei
simpatici aneddoti relativi alla realizzazione
delle prime edizioni, dagli autori agli attori, quasi tutti volontari del luogo. Gesuele Sciacca, presente ai
vari appuntamenti di “Sto.Cu.Svi.T.”, ha come sempre mostrato la sua abilità nel musicare le poesie dei
grandi poeti passati e contemporanei, stavolta puntando proprio su quelle aventi per oggetto il Natale.
Alla manifestazione hanno collaborato anche i soci del Centro Diurno “Arcobaleno”, i quali, vestiti da
pastori, hanno recitato delle frasi in lingua siciliana mentre si recavano a consegnare i doni al
Bambinello del presepe allestito nella stessa sala. Altri bravi artisti che hanno arricchito la serata sono
stati Salvo Greco, (zufolo, chitarra e voce), il quale, tra l’altro, ha eseguito il brano “A piccatura”, il cui
testo è stato scritto dall’acese Biagio Fichera ed inserito, cantato da Rosa Balistreri, nella colonna sonora del film “La peccatrice”, e Franco Pulvirenti con la sua fisarmonica e le sue esilaranti filastrocche. Il
sindaco di Santa Venerina Salvatore Greco ha rivolto un saluto auspicando che queste belle manifestazioni di tanti anni fa possano essere recuperate in futuro. Dopo la consueta degustazione dei prodotti tipici, la serata si è conclusa tra gli applausi convinti del numeroso pubblico intervenuto e i saluti
del presidente Sto.Cu.Svi.T. Domenico Strano e del Centro Diurno Nino Russo.
Nhora Caggegi
AKIS
Sabato 17 Gennaio 2015
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IL REGISTRO DELLE EREDITA’ IMMATERIALI
Nel Registro Eredità Immateriali, dopo quello di Domenico Di Mauro, l’ultracentenario pittore (sono ben 102 gli anni dell’artista acese) sono stati inseriti i nomi di Antonio Zappalà (pittore decoratore) ,Venera Chiarenza (pittrice), Rosario D’Agata (scultore ),Salvatore Chiarenza (scultore), Paolo
Rapisarda (fabbro/ferraio) .
Il riconoscimento è attribuito dalla Commissione Eredità Immateriali della
Regione Siciliana a “collettività e gruppi individuati come unici detentori di
particolari conoscenze e abilità” che in questo caso ha premiato artisti che
prestano la loro opera in territorio acese dimostrando, ancor oggi, maestria e
talento. Il Registro è composto da: Il libro dei Saperi, delle Celebrazioni,
delle Espressioni e dei Tesori Umani Viventi. Dobbiamo dare atto al dott.
Enzo D’Agata di Aci S.Antonio che nelle funzioni di consigliere provinciale e
di cittadino ha sempre perorato la causa di questi autentici artisti adoperandosi per il riconoscimento. Proprio alcuni giorni addietro sono giunte agli
interessati le comunicazioni ufficiali da parte della Provincia e della Regione.
Ad Acireale il sindaco ha voluto consegnare una targa e la spilla con lo stemma della Città, in segno di riconoscimento, al Maestro Scultore Salvatore
Chiarenza, presente, nell’occasione, il cavaliere Antonino Nicotra, presidente dell’Associazione Artigiani Acesi..
ph Fabio Consoli
Un saggio ben documentato sul culto dei Santi Martiri
Alfio Cirino e Filadelfo ad Acireale
“I santi fratelli martiri Alfio, Filadelfo e Cirino
– Culto e rappresentazioni ad Acireale”
(Galatea Editrice, Acireale 2014), questi il
titolo e il sottotitolo del saggio di Francesco
Calì e Giuseppe Calì, componenti della seicentesca confraternita che porta il nome dei
tre santi e che ha sede nella Basilica dei
Santi Pietro e Paolo di Acireale. Al di là del
senso di appartenenza, molto sentito dagli
autori, l’opera si fa apprezzare per il rigore
critico e metodologico, come è stato rilevato anche nella Presentazione da Giuseppe
Contarino, presidente dell’Accademia degli
Zelanti e dei Dafnici di Acireale. La parte iniziale è dedicata alla vita e al
martirio dei tre Fratelli con una analitica rassegna delle testimonianze sulla
loro provenienza, la loro formazione, la persecuzione per aver abbracciato
il cristianesimo nel terzo secolo d.C. nel quale gli imperatori vedevano gli
adepti della nuova religione come nemici dello Stato e dell’ordine stabilito;
quindi l’arresto, le torture e l’itinerario seguito prima di giungere alla sede
in cui avverrà il martirio, ovvero Lentini . Ma, come si sa i tre attraversarono una parte della Sicilia orientale da Sant’Alfio (che dal più grande dei fratelli prende il nome), a Trecastagni (“tres casti agni”) dove il culto è ancora
molto vivo e il fervore dei devolti è notevole, Catania per non parlare di
Lentini, dove il 10 maggio del 253 o tre subirono l’ultimo terribile martirio,
al quale non sopravvissero. Districarsi in mezzo a testi agiografici e talora
anche tardivi e approssimativi non è stato certamente facile per gli autori,
i quali vi si sono accostati con scrupolo critico e sensibilità nel cogliere le
informazioni che, utili ai fini della ricerca, si potevano trarre; essi altresì
dimostrano grande sensibilità nei confronti della dimensione antropologica,
come è stato sottolineato da don Domenico Massimino nel corso di una
sua relazione illustrativa pubblica, in quanto guardano con rispetto al mes-
saggio talora intriso di riferimenti fantastici, che riconoscono e valutano
rispetto alle sue finalità essenziali ovvero l’edificazione del popolo e l’incremento della sua fede. Altra parte del volume è riservata al ritrovamento
delle reliquie e alla loro traslazione a Lentini, alla storia della confraternita
acese e ai relativi statuti, all’altare dei Santi e alla bella tela di Giacinto
Platania, alle statue e ai loro autori, sempre con il vaglio dei documenti e
degli studi disponibili, non sempre degni di fede. Un settore della ricerca
riguarda la festa e la processione esterna nonché le sacre rappresentazioni nella piazza centrale della città nel corso dei tempi. A tal riguardo gli
autori sono andati alla ricerca dei testi presenti negli archivi e alle testimonianze dirette e indirette; gli autori di queste rappresentazioni, spesso anonimi, si differenziano nel riferire sul luogo di nascita dei tre fratelli e sui
momenti più significativi della loro vita. Non vengono trascurati neppure gli
inni, le odi e le preghiere. In appendice vengono pubblicate per la prima
volta le tre opere che venivano rappresentate ad Acireale “al fine di diffonderne la conoscenza, trattandosi di testi rari che - affermano Francesco e
Giuseppe Calì – riteniamo interessanti sotto diversi punti di vista”. Il volume, che si presenta come una tappa per il proseguimento delle ricerche
sul tema e un invito a conoscere il passato e a custodirne il patrimonio, è
corredato da innumerevoli tavole e immagini esplicative del testo e anche
da note puntuali e preziose, nonché di una completa bibliografia. Pertanto
ci sentiamo di condividere in pieno quanto afferma Contarino nella
Presentazione già richiamata: “Ne è venuto fuori un libro che incuriosisce
e stuzzica con la sua varietà, stupisce con le sue puntuali delucidazioni,
supera il ristretto perimetro della pubblicistica acese e si inserisce, con
dignitosa personalità, nella letteratura religiosa nazionale”.
ph Fabio Consoli
Giovanni Vecchio
- Il mercatino della solidarietà Agata Sacoor Pennisi “ ambasciatrice del Kiwanis nel mondo“.
Il KC-Acireale ha organizzato il “ Mercatino della Solidarietà “ presso il salone della Topolinia School in Acireale. Lo scopo, raccogliere fondi per aiutare famiglie bisognose del nostro territorio.
I soci e soprattutto le donne kiwaniane hanno provveduto a reperire prodotti
alimentari, manufatti, piante ecc. per organizzare la vendita. Nonostante la
contemporanea presenza di altri mercatini in altra area della città, la vendita è stata proficua. Ad ulteriormente rendere kiwaniana la giornata di domenica si è avuta la esibizione dei K-Kids che hanno cantato e ballato con la
magistrale preparazione imposta dalla maestra di canto e le coreografie di
Alosha. Tutti indossavano, compreso il Lg.te Carmelo Cunsolo, le magliette de: “ noi valiamo una vita – CentforEliminate “ che nel suo intervento ha
sottolineato come anche la donazione di un cent che si aggiunge a tanti altri
cent possa essere utile per l’acquisto di vaccini.
Il cantante Mario Incudine ha captato e coinvolto il pubblico ed i bambini con
le sue canzoni e le musiche originali alle quali hanno fatto di contorno le
Il Presidente Michele Cali’ ha in chiusura ringraziato i pubblico, gi artisti , gli
officers e soprattutto i “ bambini “ che sono stati i veri protagonisti!
La domenica successiva si è svolto il consueto scambio di auguri del club
Acireale. La S. Messa nella Chiesa di S. Biagio in Acireale è stata animata
dai cori dei K-Kids della “Topolinia School “ che dopo la liturgia si sono ulteriormente esibiti in un concerto di “ canti natalizi “ con la direzione dell’insegnante Lilla Cavallaro. Ha fatto seguito presso la sala congressi di “ San
Biagio Resort “il discorso di Auguri del Presidente Michele Cali che ha inoltre informato in merito alla destinazione dei fondi raccolti durante il recente
“ Mercatino della Solidarietà “ nel quale sono state impegnate in modo particolare le donne kiwaniane.
Oltre a soci ed ospiti,in rappresentanza della Divisione Sicilia 2 “ Etna
Patrimonio dell’Umanità “ era presente il Lg.te eletto Ignazio Mammino che
ha porto il saluto e l’impegno di tutti i club kiwaniani in occasione del “
Centennial Year “.(1915 – 2015). Momento importante è stato quello dell’in-
danze di Alosha e di due ballerine. Il tutto si è svolto in presenza del
Governatore del DISM Elio Garozzo che ha voluto sottolineare la preziosità
del ruolo dei bambini richiamandoli sul palco per una “foto” che diventi da
Acireale l’emblema del Kiwanis nel mondo!
Una ulteriore chicca è stata la designazione della nostra segretaria Agata
Sacoor Pennisi come “ ambasciatrice del Kiwanis nel mondo “.
gresso di nuovi quattro soci nel club Acireale ai quali è stato apposto il distintivo e la consegna del gagliardetto. Essi sono: Rita Nicotra Coco, Sara
Tuccitto Sciacca, Alberto Fichera e Gaetano Sambataro. Il sobrio convivio
ha concluso la giornata augurale.
Ignazio Mammino
I campi vengono arati
per la nuova semina...
campi soleggiati,
terra ricca, pura, genuina...
che viene accarezzata
ogni "mattina"...
Bella Fresca vi augura una
piacevole lettura….
14
AKIS
Sabato 17 Gennaio 2015
CONCORSO “UN POSTER PER LA PACE”
1° assoluto del Multidistretto Italy, il Poster dell’alunna Elena Morani, di
anni 11 dell’Istituto “G. Galilei” di Acireale. Si è conclusa la prima fase della
27a edizione del concorso del Lions Club International “Un poster per la
pace” che ha come scopo la sensibilizzazione dei ragazzi fra gli undici ed
i tredici anni al valore della convivenza pacifica e della fratellanza tra i
popoli.
SICILIA NOSTRA
Il Dirigente Scolastico, prof.ssa Maria Elena Grassi ed il Presidente
dell’Associazione Filippo Brunelleschi, dott. Carmelo Strano hanno organizzato e partecipato il Convegno “SICILIA NOSTRA”che si è tenuto nei
locali del “Brunelleschi” con gli interventi di Alfredo Rizza, studioso della
civiltà del passato: “L’origine della lingua siciliana”, della prof.ssa Stefania
Bonifacio: “La storia della Sicilia attraverso i simboli delle carte da gioco
Siciliane”, di Franco Pulvirenti, autore del libro ’U Panzaruccutu – Gli odori
e i sapori della Sicilia nei ricordi di Franco e di Lucio Catanzaro, attore teatrale, che ha recitato alcune poesie in dialetto siciliano e la partecipazione
Elaborato di Elena Morani. Il tema proposto quest’anno è stato“Pace,
amore e comprensione”ed ha visto partecipare 198 scuole del distretto
Lions 108 YB – Sicilia, numero in aumento rispetto ai decorsi anni scolastici.I Club del distretto che hanno sponsorizzato l’iniziativa sono stati 62,
di cui due (Acireale e Giarre-Riposto) della VI circoscrizione. I due Club
sono stati i primi a livello distrettuale per il numero di scuole sponsorizzate (dieci istituti ciascuno).Quelle sponsorizzate dal Lions Club Acireale
hanno prodotto complessivamente 136 elaborati.
straordinaria del prof. Luigi Benintende che ha letto alcune poesie di
Massimo Gori.Al termine della affollata partecipazione di pubblico il dott.
Carmelo Strano ci ha rilasciato questa dichiarazione: "... La partecipazione
attiva alla conferenza di oggi assume un significato legato principalmente
ad un diverso e nuovo modo di osservare e comprendere la nostra terra, il
nostro territorio e, soprattutto, aiuta a comprendere il “rapporto” tra l’uomo
e le sue radici, … le “ragioni” del nostro <essere siciliani>. L’obbiettivo
dello studio in parola, mira alla comprensione dei nostri “segni”, delle
nostre peculiarità, dei nostri caratteri identitari. La teoria e la pratica appli-
cabile ai nostri “segni” è, e sarà, sempre connotata dalla possibilità di raccordarsi alla storia ed al recupero delle nostre tradizioni. A parer mio, bisogna rivalorizzare le nostre “identità” attraverso la continuità storica, avendo riguardo ed attenzione nel coniugare “storia” ed “innovazione” ed aven-
do, soprattutto, la capacità di “contaminarci” con vera espressione di
autenticità..." parole, queste, avallate in toto dalla prof.ssa Marieelena
Grassi che si è dichiarata oltremodo soddisfatta del Convegno e della partecipazione. Erano presenti, tra gli altri, l’on.le Nicola D’Agostino ed il prof.
Rosario Raneri, Presidente del Consiglio Comunale ma nello stesso tempo
anche docente presso lo stesso istituto Brunelleschi. ph Fabio Consoli
L’IPAB di “Collegio Santonoceto”, causa le dimissioni del
suo Presidente, l’ing. Paolo Battiato (dx), ha un nuovo dirigente, in questo caso un commissario, nella persona del
dott. Santo Primavera (sx). foto Fabio Consoli
Elaborato di Julia Laguzza. La commissione, della quale facevano parte,
fra gli altri, il governatore del distretto Salvatore Ingrassia, il past presidente del consiglio dei governatori Salvatore Giacona ed il responsabile per la
VI circoscrizione Giuseppe Leonardi, ha esaminato i 198 lavori pervenuti
(iprimi classificati di ciascuna scuola)applicando i tre criteri previsti dal
regolamento: originalità, merito artistico, attinenza al tema, ed all’unanimità
ha assegnato il 1° premio all’elaborato dell’alunna Elena Morani dell’Istituto
comprensivo statale “G. Galilei”di Acireale, sponsorizzato dallo stesso
Club, con la seguente motivazione: “La composizione originale delle immagini mostra artisticamente una profondità che tende all’infinito, facendo rilevare emotivamente l’universalità della pace. L’espressione del viso e l’abbraccio ideale manifestano il sogno di pace e comprensione auspicato dall’autore”.La commissione ha assegnato altresì una menzione di merito per
la VI circoscrizione a Julia Laguzzadel 3° I.C.S. “Rodari” di Acireale sponsorizzato dallo stesso Club.L’elaborato di Elena Morani parteciperà adesso alla selezione multidistrettuale che vedrà concorrere le opere prime
classificate di tutti i distretti d’Italia.
Saro Musmeci
....Qualcuno, a suo tempo, tuonò:
"STOP!TEMPO SCADUTO! ORA SI CAMBIA TUTTO!”....
Altri, da amanti e attori del leccaculismo, sbeffeggiarono: " TIC-TAC, TICTAC! ORA NOI CAMBIAMO TUTTO!".... finalmente ora riesco a capire il
vero significato di quelle farsate. Il cambiamento intrapreso da quell'accozzaglia di ominicchi, quaqquaraqquà e attoruncoli da strapazzo che animano attualmente la scena di una esanime Acireale, occupata e spartita pezzo
per pezzo a giovamento degli adepti, sta nel "coup de théâtre", nella pubblicità senza ritorno, nell'arte del comparsare e abbindolare... Ma forse agli
acesi piace così, diciamolo francamente. Agli acesi piace essere presi per
le terga... Fino a quando però? Chi è a capo della comunità lo tenga bene
in conto. Gli acesi portano si nel loro corredo genetico il dono del "testatrunzismo", ma guai a volerli chiudere nella spirale senza uscita rappresentata dal tentativo di vaneggiare un cambiamento mai provato. In fondo, tutti
sappiamo procurarci un vestito di Babbo Natale e allietare grandi e piccini
nel cuore del Duomo, tutti sappiamo spolverare e disfarci delle "lapazze"
che osteggiavano la rinascita (vera? falsa? comparsata pro simpatia da
captatio benevolentiae?) del Bellini, tutti avremmo saputo dire: "ORA SI
CAMBIA".... Persino il meteo, pronto a far la sua parte, con una generosa
grandinata, pur di esaudire il desiderio di una mai apparsa pista di ghiaccio.
Tutto a costo Zero! Speriamo almeno che Giove Pluvio, governatore celeste dei fulmini e dei cieli tersi, non si sia arrabbiato per la truffa e invii un
salatissimo conto. Sarebbero cavoli amari. E gli acesi, attualmente, hanno
solo bisogno di serenità. Non illusioni da fanta-cambiamento.
Riccardo Anastasi
Istituto Siciliano di Bioetica
Il 12 dicembre 2014, in occasione del decimo
anniversario della morte di Padre Salvatore
Privitera, si è tenuta nella Chiesa di San
Domenico, accanto alla sede dell'Istituto
Siciliano di Bioetica, da lui fondato, un serata
per ricordare un maestro, uno studioso, un precursore che aveva intuito con grande intelligenza le problematiche che presto sarebbero
sorte in un mondo in rapida trasformazione, in
cui si è venuto a creare uno scollamento tra un
travolgente progresso tecnologico e scientifico
e la necessaria riflessione e presa di coscienza di quanto sta avvenendo, uno iato che
rischia di trascinare il mondo verso una china morale gravemente pericolosa. L'Istituto di Bioetica doveva servire, secondo i disegni e la visione lungimirante del fondatore, ad awicinare molti a questa disciplina per
approfondire e ragionare insieme sulle sfide morali del nuovo millennio in
un clima di grande apertura verso persone appartenenti a religione e paesi
diversi. Così nacquero i vari Meeting del Mediterraneo con studiosi provenienti da ogni parte del mondo, i master di bioetica ed i vari corsi di
approfondimento da lui organizzati. Purtroppo Padre Privitera, come preferiva essere chiamato, è venuto a mancare troppo presto; son passati dieci
anni dalla sua morte ma sembra ancora di sentirlo e di vederlo mentre con
grande rigore intellettuale porta argomentazioni a sostegno di quanto afferma, pronto non tanto a consigliare quanto a mostrare il percorso logico da
seguire per trovare da soli la risposta. I suoi allievi si appassionavano alle
lezioni, affascinati dalla lucidità del pensiero e dai chiari ragionamenti del
maestro che era sempre pronto a stimolare, incoraggiare, spingere le giovani menti ad impegnarsi, a mettere a frutto le proprie capacità per giun-
gere alla bellezza della conoscenza. Per commemorare e rendere onore a
questo grande studioso, stimato in molti paesi europei e non solo, sono
venuti in tanti, anche da lontano. Sua Eccellenza il Vescovo emerito Pio
Vigo ha celebrato la santa messa ed a seguire l'amico, cofondatore
dell'Istltuto di Bioetica, prof. Salvino Leone ha tenuto una relazione sull'evoluzione della bioetica in questi ultimi dieci anni e sui cambiamenti nel
prossimo futuro. Tanti sono, infatti, i nuovi problemi emergenti che non vengono oggi affrontati come questione morale ma soprattutto e solamente a
livello giuridico. Nella società odierna coscienza, morale, responsabilità
finiscono per apparire termini obsoleti dei quali il mondo può fare tranquillamente a meno. Il relatore magistralmente non solo ha catturato l'attenzione e coinvolto i presenti ma, come qualcuno ha detto, ha avuto il merito
di rendere facile e comprensibile a tutti anche ciò che era difficile. Alla fine
è stato presentato l'ultimo numero della rivista Bioetica e Cultura interamente dedicato a Padre Privitera, contenente i suoi scritti, pubblicati nella
rivista fino al 2004, e le testimonianze che colleghi ed amici hanno voluto
esprimere per l'occasione.
Cettina Ardita
AKIS
Sabato 17 Gennaio 2015
Babbo Natale a Guardia: un modo
per vivere la “magia” del Natale che viene
ph Fabio Consoli
Il Premio letterario “Poeti per caso” è stato presentato al Palazzo del
Turismo al sindaco Barbagallo e alla stampa
Anche quest’anno, Guardia è stata visitata dal protagonista indiscusso
della notte di Natale per la maggior parte dei bimbi del mondo. Una magia,
quella della leggendaria figura di Babbo Natale, che non sbiadisce nonostante il passare del tempo. Grandi e piccini alle ore 10.00 si sono radunati
nel cortile parrocchiale accolti da giochi, canti e bans a cura delle ragazze
dell’Associazione Culturale e Sportiva “Notti Magiche” aspettando il festoso arrivo in limousine di Babbo Natale.
Sorrisi e tanta emozione hanno accompagnato la consegna dei doni ai
“bravi” bambini, che tra meraviglia e impazienza aspettavano il loro
momento per sedersi sulle ginocchia di Babbo Natale.
Abbiamo riscoperto la magia del Natale dove colori, sorrisi, divertimento e
attese si mescolano tra loro, tanto da farci sognare ad occhi aperti.
Rileggendo le letterine consegnate dai bimbi a Babbo Natale ci siamo resi
conto come anche loro, però, percepiscano le ansie e le difficoltà vissute
dai grandi,ecco perché in un momento storico in cui si avverte il peso di
una vita sempre più complicata e difficile da vivere, è giusto dare ai picco-
La Lotteria del Carnevale stampa 17.300 biglietti e li lancia su mercato
bar, tabaccherie e centri commerciali) dando la possibilità di vincere un
auto, uno scooter ed un IPhone e votare i carri allegorico-grotteschi. Il consistente taglio di risorse pubbliche ha costretto gli organizzatori a fare fronte con la lotteria alla “penuria” di denaro e nello stesso tempo di trasformare il pubblico in giuria popolare (così dice il sindaco) e servire pubblicitariamente all’evento.
li la possibilità, anche con questi momenti, di "coltivare" con leggerezza i
propri sogni e "disegnare" il loro mondo ideale.
Babbo Natale esiste! Esiste finchè qualcuno crede in lui. Esiste finchè noi
crederemo nella possibilità che i nostri desideri e progetti si possano realizzare. Con questa speranza, i giovani dell’Associazione Notti Magiche
augurano a tutti, un felice e sereno Natale, colmo di sentimenti autentici e
vicendevole amore.
Salvo Cristaldi
Il rudere “storico” di corso Umberto (angolo via Fabio) sarà eliminato
dal Comune che provvederà a bonificare l’area tristemente nota come la
“vergogna” di Acireale.
La rotazione dei dirigenti del Comune ha registrato il primo movimento:
il dott. Antonino Molino prende il posto del colonnello dott. Alfio Licciardello
a capo della Polizia Municipale; il comandante Licciardello, invece, passa
alla guida, in qualità di facente funzione, dell’area amministrativa del
Comune.
Al Palazzo del Turismo di
Acireale, è stato illustrato e
dato il via ai lavori dell’intervento di restauro del Chioschetto
Liberty di piazza Lionardo
Vigo, luogo del cuore segnalato
da oltre 4.000 cittadini nel 2012
per la quinta edizione del censimento promosso dal FAI Fondo Ambiente Italiano . Erano
presenti Roberto Barbagallo,
sindaco di Acireale, Giulia
Miloro, presidente FAI Sicilia,
Loredana Grasso, responsabile
Gruppo FAI Acireale, Antonella
Mandalà, Capo delegazione di
Catania, Salvatore La Rosa,
direttore della filiale Intesa
Sanpaolo di Acireale e l' architetto Giovanni Filogamo, progettista dei lavori di recupero.
www.akis-aci.com
Comitato a Difesa delle Aci
COMUNICATO STAMPA
Il Comitato a difesa delle Aci, in data 29 dicembre 2014, ha fatto pervenire a tutti i deputati regionali siciliani una missiva avente ad oggetto “Liberi
Consorzi Comunali. Ipotesi di costituzione di due Liberi Consorzi nell’ex
provincia di Catania”, dal seguente tenore:
«Sono scaduti i termini per la istituzione di nuovi liberi consorzi in Sicilia,
rimanendo i nove liberi consorzi istituiti per legge. L’Assemblea Regionale,
tra non molto, affronterà la discussione e la decisione sul recente disegno
di legge della Giunta Regionale e sui vari disegni di legge dei gruppi
assembleari in materia. A nessuno sarà sfuggito che la città metropolitana
di Catania divide in due parti l’ex provincia, senza che tra le stesse ci sia
continuità territoriale, con la conseguenza che, di fatto, quivi, esistono due
liberi consorzi, ma di diritto costituentine uno solo. Non può non tenersi
conto di questa situazione singolare, che necessita la suddivisione dell’ex
provincia di Catania in due liberi consorzi comunali, i cui territori, non confinanti, hanno caratteristiche diverse. Il territorio a nord dell’attuale area
metropolitana potrà costituire il Libero Consorzio Jonico Etneo (o altrimenti
denominato), formato dai territori dei comuni (in ordine decrescente di
popolazione) di Acireale, Adrano, Aci Catena, Giarre, Biancavilla, Bronte,
Aci Sant’Antonio, Riposto, Mascali, Randazzo, Fiumefreddo, Santa
Venerina,
Linguaglossa,
Calatabiano, Piedimonte Etneo,
Maletto, Maniace, Castiglione di
Sicilia, Sant’Alfio e Milo, con una
popolazione di poco meno di trecentomila anime. L’altro libero consorzio sarà costituito dal territorio di
tutti i comuni a sud dell’attuale città
metropolitana di Catania. Si segnala quanto precede perché i Sig.ri
On.li in indirizzo attenzionino la particolarità in cui si è venuta a trovare
la ex provincia di Catania e si facciano portatori della necessità di ivi
istituire due liberi consorzi comunali. Si ringrazia anticipatamente per
l’attenzione che si vorrà accordare
alla presente segnalazione e si porgono distinti saluti. Acireale lì 29
dicembre 2014. Avv. Nando
Gambino (Portavoce)»
Il Portavoce
(Nando Gambino)
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Un secolo di arte siciliana vuol
dire, in larga misura, un secolo di
arte italiana – dice Vittorio Sgarbi
-. Non è lo stesso per quasi nessun’altra regione, non per l’Emilia
Romagna, nonostante Morandi e
De Pisis; non per la Toscana,
nonostante Soffici e Rosai; non
per Roma, nonostante le due
scuole romane. La Sicilia del
Novecento, sia in letteratura sia
nelle arti figurative, ha dato una quantità di artisti e scrittori che hanno contribuito in modo determinante a delineare l’identità prevalente della cultura
italiana”. Quanti di noi siciliani, o quanti del nostro hinterland, non sanno,
non hanno mai visto o parlato “del carretto siciliano”, ormai assurto a
emblema del nostro territorio o addirittura a simbolo della nostra terra?
La disattenzione nei confronti di un manufatto, che investe non solo diversi aspetti delle arti figurative, quali il bassorilievo scultoreo su legno, la pittura su tavola,o gli ornamenti in ferro battuto, o ciò che adorna plasticamente il carretto, ma anche una tecnica costruttiva strutturale che coinvolge problemi della meccanica del movimento, affrontata e risolta nelle problematiche dei mezzi di trasporto in strade dissestate e sconnesse, tale
disattenzione, ha fatto sì che per tutti questi anni molti ne abbiano parlato
ma nessuno che abbia focalizzato a pieno le problematiche del carretto.
Certo una schiera di ammiratori, se pur indigeni, hanno spesso osannato i
maestri del carretto, ma mai nessuno che si fosse cimentato in una puntuale ricostruzione delle fasi e delle tecniche costruttive, ne mai nessun critico o storico che avesse tentato o considerato di approntare una trattazione così puntuale da poter fare emergere le difficoltà tecniche ed artistiche
che i maestri del carretto dovevano mettere in campo per poter risolvere le
problematiche insite nella realizzazione di un seppur modesto mezzo di
trasporto. Ritengo sia interessante, dal mio punto di vista, sottolineare
all’attensione del lettore, non solo la parte artistica che l’argomento investe, ma anche la parte strutturale e meccanica, pur non tralasciando quanto il testo nella sua completezza affronta e chiarisce con dovizia di particolari in tutte le sezioni del testo. L’autore, intraprende un percorso, che
sapientemente articola con puntuale cura di particolari, riuscendo ad
appassionare il lettore, inizialmente avvalendosi di cronache giornalistiche,
poi dissetando la sua curiosità attraverso anche l’ausilio degli utensili che
venivano utilizzati, oggi ormai desueti , per approdare, nella parte finale del
testo, alla modernizzazione o superamento del carretto stesso, attraverso
l’occhio della modernizzazione, nel capitolo “ La storia continua”.
Analizzando nello specifico l'espressione artistica del carretto siciliano, in
quanto arte minore, e quanto attiene il percorso creativo ed artistico riferito alla storia e all’evoluzione precipuamente artistica del carretto siciliano
si può notare che:
-Le raffigurazioni spesso epiche che si descrivono sulle sponde del carretto denunciano chiaramente sia attraverso i colori, sia attraverso i tagli prospettici, sia attraverso scenografie e paesaggi, spesso mediterranei una
emotività che solo noi siciliani portiamo dentro. Colori caldi e allo stesso
tempo accesi, fanno tornare subito in mente, quelli di Renato Guttuso, ma
non solo.
Di questi mastri si occupò l'illustre critico d'arte Enzo Maganuco che nel
1964 scriveva: "si tratta di artigiani-artisti, che hanno mandato per le vie del
mondo i carri decorati in modo da farli sembrare una grande miniatura di
codice trecentesco illuminato spesso con una tecnica da madonnieri bizantini che dipinge a tocchi piatti e a tinte sovrapposte".
Occorre ricordare come i maestri artigiani, i quali non erano mai stati educati a nessuna scuola d’arte, da nessuna accademia, riflettessero con
estrema semplicità e spontaneità la natura che li circondava, spesso ciò
che gli stava intorno, i paesaggi le architetture, e ciò, era da impulso per
immaginare ed inventare scene tratte dai libri di epica, o dal teatrino dell'opera dei pupi, o dai cantastorie a cui davano fondo e nei quali spesso e
poco si faceva cenno a paesaggi o abiti e corazze per essere descritti pittoricamente. -La scultura, nello specifico l’intaglio delle figurine, a basso
rilievo, per ovvie motivazioni, sembra che abbia fagocitato le cromie dei più
arditi artisti del pennello.
Le tavole descrittive delle parti strutturali poi, mettono in luce quanta maestria gli artigiani del carretto dovevano mettere in campo affinché tutto
fosse in sintonia non solo fra le parti strutturali, ma anche con i partiti decorativi di questa struttura barocca in movimento.
Dopo tanto tempo, troppo tempo gli ultimi epigoni di questa antica arte
hanno ricevuto il giusto riconoscimento con l'inserimento di 6 artigiani nel
Registro delle Eredità Immateriali - Libro dei Tesori Umani Viventi. si tratta
Rosario D'Agata e Salvatore Chiarenza (scultori), Domenico Di Mauro,
Antonio Zappalà, Nerina Chiarenza (pittori) e Paolo Rapisarda (fabbro)
Particolarmente interessante il Carretto esploso in 3D, con l'aiuto della
computer-grafica l'autore ci accompagna passo passo nella ricostruzione
di un carretto.
Nel libro sono ben descritte tutte le maestranze che partecipano alla realizzazione del carretto, dal carradore (vero artefice del carro) all'intagliatore, dal pittore-decoratore al fabbro-ferraio, al fonditore-tornitore (o ramaro)
e tutto l'indotto: il siddaru, il bardatore, il maniscalco. C'è anche spazio per
l'epopea dei carrettieri ( gli attuali autotrasportatori), che peregrinavano
nelle contrade isolane, senza paura alcuna, di giorno e di notte, con i loro
canti originali e i loro struggenti ricordi di un mondo ormai lontano. Inoltre
sono contenuti le denominazioni originali in lingua siciliana delle varie parti
strutturali.
Il prof. Santi Correnti nel suo libro "Acireale e le varie Aci" scriveva: "nel
campo folkloristico, Aci S.Antonio ha una prerogativa davvero unica in
Sicilia, perchè è la capitale del carretto siciliano. Il carradore che si ricorda
è Francesco D'Agata che impiantò quest'arte nella cittadina" e grazie alla
questa pubblicazione possiamo apprendere come alla fine del settecento,
con la realizzazione delle regie trazzere, questo mezzo di trasporto si
radicò nella cittadina del casalotto e i siti dove erano allocate le botteghe,
vengono ricordati gli artigiani-artisti dell'epoca d'oro, ovvero tra l'inizio del
novecento e la fine degli anni "40, a cominciare dal decano dei mastri carradori Rosario D'Agata. Fu grazie a tutti loro che Aci S. Antonio divenne
patria riconosciuta del carretto siciliano.
L'opera ha un merito particolare, ancor prima di essere pubblicata, a cura
dell'autore, la ricerca è stata utile alla recente realizzazione del Museo del
Carretto di Aci Sant'Antonio, ad essa infatti hanno attinto gli autori dell'allestimento museale e le biografie contenute in essa contenute sono state
fondamentali per l'iscrizione di 6 artisti del carretto santantonese nel
Registro delle Eredità Immateriali- Libro dei Tesori Umani Viventi della
Regione Siciliana.
Il libro è stato stampato interamente a spese dell'autore nel luglio scorso
presso la Simeto Docks srl di Catania ( stabilimento tipografico ETIS 2000
di LA SICILIA)
L'opera ha ricevuto il patrocinio gratuito della Provincia Regionale di
Catania e l'apprezzamento di varie istituzioni e associazioni culturali per
l'alto valore scientifico utile alla salvaguardia della memoria storica e della
identità siciliana, si compone di 120 pagine formato 29 X 24 in carta patinata opaca stampa a colori e foto d'epoca in B/NL' autore il geom.
Giuseppe Di Bella è funzionario ANAS in pensione.
Enzo D’Agata
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AKIS
Sabato 17 Gennaio 2015
QUELLA MAGICA SERA NEL FOYER DEL BELLINI
mente in un teatro l’urgenza più grande è al contrario quello di scegliere il
legno migliore per un’acustica ottimale. Fu un intervento invadente e devastante, olio sul fuoco delle ferite aperte del teatro, operato da persone
incompetenti che forse non hanno mai creduto veramente alla sua rinascita,
attratti probabilmente solo dai risvolti economici della vicenda. Per fortuna,
ora è diverso e si respira un’aria nuova. Abbiamo tutti il piacere e il dovere
di essere ottimisti. Piano piano, in silenzio, si è squarciato il velo su quella
rovina sfigurata, sita peraltro in pieno centro città: sono stati fatti sopralluoghi della Soprintendenza alle Belle Arti e si stanno cercando fondi, nel pub-
È stato un caso la mia presenza ad Acireale lo scorso 27 dicembre e quindi, per certi versi, l’emozione di assistere in prima persona all’inaugurazione
del foyer del Teatro Bellini è risultata, se possibile, ancora maggiore.
Sono un acese purosangue, trapiantato prima a Napoli e ora, credo definitivamente, a Venezia. Per motivi di lavoro, vengo purtroppo raramente ad
Acireale ma il mio pensiero è sempre qua tanto che cerco di aggiornarmi con
ogni mezzo su ciò che vi accade. Per la verità, però, per anni è accaduto
molto poco, quasi niente, così ogni volta che vi sono venuto ho assistito con
malinconia all’implacabile degrado della città, peraltro accettato quasi fatalisticamente un po’ da tutti.
Con la complicità di www.acirealeblog.it (grazie a cui è più facile venire a
conoscenza di cosa quotidianamente bolla in pentola anche per chi vive lontano), sto invece ora assistendo alla nascita di tantissime spumeggianti iniziative, che sembrano spezzare questa incancrenita immobilità: dall’abbattimento dell’ecomostro della Timpa
a quello del rudere diruto di via Fabio,
da un maggiore decoro urbano ad
argomenti fondamentali come le unioni civili o il testamento biologico e
tanto altro ancora. Ma niente ha colpito la mia attenzione come l’idea di
rendere agibile e quindi riaprire il
Teatro Bellini, ottenuta grazie anche
alla nascita di una Fondazione apposita (Fondazione Teatro Bellini di
Acireale), fiore all’occhiello di un
nuovo modo di fare politica in città,
più dinamico e vicino ai bisogni della
cittadinanza. L’elegante teatro bruciò
(o fu bruciato, tante cose si dissero
all’epoca e in seguito, forse giuste
forse sbagliate…) in un tremendo incendio, domato solo dopo tantissime
ore, scoppiato la sera del 15 febbraio 1952. Fu l’anno prima della mia nascita; quindi, praticamente da sempre nella mia vita, la sua presenza cartapestacea – così com’è, sembra infatti quasi un fondale per un film, perché die-
tro la pur nobile facciata c’è poco o niente – ha avuto uno spazio ben preciso nel mio immaginario. Mi ricordo che da bambino accompagnavo (anzi,
ero costretto ad andare, perché la cosa per me in verità era abbastanza
noiosa) mio padre dal suo barbiere, proprio vicino a via Romeo. Il barbiere
in Sicilia, si sa, allora più che mai, era un luogo di aggregazione sociale, a
cui partecipavano sì coloro che si facevano tagliare la barba o i capelli ma
anche i tanti astanti nullafacenti che dovevano solo occupare il tempo e che
quindi speravano in qualche vivificante chiacchierata per ammazzare la
noia. Lì la domanda iniziale era regolarmente una, sempre la stessa: “ma
quando verrà nuovamente aperto il
teatro Bellini? Quando si farà qualcosa?”. Naturalmente nessuno era però
in grado di trovare risposte adeguate
e ci si contentava di fantasie e di
ricordi, peraltro sempre più evanescenti, questi ultimi di coloro i quali
avevano avuto la fortuna di entrarci e
di vivere qualche serata particolare.
Così, già quando diventai fanciullo,
alla fine quei discorsi mi indispettivano più che mai, perché proprio non
riuscivo a capire perché Acireale –
una città con un passato culturale
straordinario, praticamente una piccola, preziosa capitale – non facesse
niente per recuperare un teatro che
l’avrebbe illuminata di luce propria.
Qualcosa per la verità si era fatto negli anni Settanta e poi negli anni Ottanta
del secolo scorso (quasi a celebrare il secolo del teatro, sorto nel 1870 su
progetto di Carmelo Sciuto Patti), ma in verità sarebbe stato meglio se non
avessero fatto niente, visto che la struttura interna, un vero e proprio gioiello all’epoca, fu rozzamente reinventata in cemento armato, laddove notoria-
blico e nel privato, per sviluppare e portare a termine un progetto ben preciso, al passo coi tempi. Si pensa infatti di trasformare il teatro – dalla struttura originaria ottocentesca a ferro di cavallo, con tre ordini di palchi – in qualcosa di più moderno e duttile: un centro espositivo multidisciplinare. Si tratterebbe dunque di un contenitore –
qualcosa a mo’ del Beaubourg parigino – utile per ogni tipo di evento, teatrale o musicale, nonché mostre, esposizioni, rassegne, conferenze, incontri
eccetera. Un’operazione non semplice
e costosa, e anche forse lunga, visti i
tempi precari nei quali viviamo.
Per questo l’apertura la sera del 27
dicembre del foyer del teatro, con
abbinata la mostra “Colpo di scena Uno spazio metamorfico”, è stata un’idea geniale, un rendere complici la cittadinanza che qualcosa finalmente sta
cambiando. Questa peraltro ha risposto egregiamente (quanta folla quella
sera…!), appagando la propria curiosità, osservando de visu quelle cose
tante volte immaginate chissà come nel corso di ben 60 anni, e mostrandosi euforica per un vento che sembra correre nella direzione giusta.
Quella sera dunque c’ero anch’io e ho cercato di vedere le cose con gli occhi
di un acese che abita lontano. Ho ascoltato con interesse i discorsi del
Sindaco, del Vescovo e delle autorità – tutti dentro le righe e solo marginalmente retorici – per poi entrare finalmente nel foyer. Pur limitato nei movimenti dall’enorme flusso di persone, ho esaminato con cura i tanti pannelli
esplicativi, con documenti, foto, plastici e modellini sulla storia del teatro e
sui progetti in atto. Tutto molto ordinato e chiaro, fruibile anche da pubblico
medio. Ma l’emozione più grande è stata quella di poter dare un’occhiata
all’interno. Pur brutalizzato dagli interventi in calcestruzzo e dalle lacerazioni degli anni, esso possiede ancora una sua dignitosa nobiltà. Col pensiero
ho provato a ricostruire quell’ambiente
sfarzoso – tutto in legno e in oro, con la
volta dipinta illusionisticamente – e
soprattutto l’enorme orgoglio della città
quando fu inaugurato (per incredibile
che possa sembrare, prima dei teatri
lirici di Catania, Palermo e Roma e
coetaneo di quelli prestigiosi di Vienna
e Parigi).
Così, il brusio delle tante persone
assetate come me di vedere quel posto
ormai leggendario, si è trasformato
nella mia mente in quello delle fortunate persone presenti alla prima del 1870
– in cui fu eseguita La Sonnambula di
Vincenzo Bellini, col famoso soprano
canadese Emma Albani – la maggior
parte delle quali molto probabilmente
mai avevano assistito a un’opera lirica.
Ecco, mi piace pensare che anche loro virtualmente ci spingano per una
ricostruzione del teatro, che deve diventare un punto di riferimento privilegiato culturale di una città che ha il dovere di tornare a splendere.
ph Fabio Consoli
Vincenzo Patanè
Scrittore, giornalista e docente di Storia dell’Arte
[email protected]
Le attività del LIONS CLUB nel mese di Gennaio
Venerdì scorso nella Sala Cosentini
della Biblioteca Zelantea, il Chiarissimo
prof. Carmelo Erio Fiore, Direttore
dell’Istituto di Clinica Medica Generale e
Terapia medica dell’Università di Catania
ed erudito bibliofilo, ha presentato il volume del dott. Salvatore Pennisi, socio corrispondente dell’Accademia e socio
Lions: “Catalogo delle opere a stampa
della Città di Acireale, Aci Catena e Aci
S.Antonio dal XVII secolo al 1817. Sono
intervenuti la dott.ssa Maria Concetta
Gravagno, Direttrice della Biblioteca e la
prof.ssa Cettina Laudani, docente di
Storia
delle
Dottrine
Politiche
nell’Università di Catania.
Nella Sala Conferenze del Credito Siciliano con l’intervento dell’on.le Enzo
Bianco (Sindaco di Catania) , del prof. Rosario Faraci (Docente
Universitario di Economia e Gestione delle Imprese), dell’avv. Nando
Gambino (Portavoce Comitato per il Libero Consorzio), della dott.ssa
Margherita Matalone (Sociologa) ed il coordinamento del dott. Nino Milazzo
(Giornalista) si è trattato il tema: ”I territori si aggregano – Città
Metropolitane o Liberi Consorzi di Comuni?”. In un altro appuntamento la
prof.ssa Ida Nicotra, Ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università di
Catania e componente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione ed il
Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Catania,
Michelangelo Patanè hanno discusso sul
tema: “La Pubblica
Amministrazione fra trasparenza e anticorruzione: le nuove frontiere”..
L’incontro moderato dal dott. Pietro Currò, Magistrato del Tribunale del
Riesame di Catania e componente Etica e Legalità del Distretto Lions della
Sicilia. Gli incontri saranno relazionati nel prossimo numero.
Altri appuntamenti del Lions: a Villa Fago (Santa Venerina) un : Convegno
Iinterclub organizzato dai Club di Giarre-Riposto, Acireale, AciCastello,
AciTrezza su “La nostra storia:Cultura,Tradizioni e Risorse. Conosciamoli.!
Potenziali veicoli per una rinnovata crescita sociale ed economica” mentre
il 24 Gennaio nell’ Aula Magna dell'Università di Catania si terrà un
Convegno interclub dal titolo " Accoglienza in Italia, quale politica per gestire l'immigrazione ".
L' iniziativa al Galileo Galilei "La scuola Piu Bella"
vuole essere la prima di una serie di attività rivolte a rendere la scuola più
bella per la comunità scolastica . La dirigente scolastica prof.ssa Rosaria
Maltese, che abbiamo intervistato nell’occasione, ha promosso l'iniziativa
per far sentire a tutti gli studenti docenti e operatori della scuola ai genitori
che il Senso di appartenenza e il vivere l'Essere comunità si esprimono
essenzialmente nel prendersi cura dei propri membri e in primis del benessere organizzativo dell'intera organizzazione in cui l'ambente come spazi
aule laboratori corridoi hanno un peso importante. “I genitori sono i nostri
stakeholders principali”, ha detto la prof.ssa Maltese, “e risorsa importante
della nostra scuola...il comitato "La scuola piu bella" dedicando due giornate nel periodo delle festività natalizie per abbellire i locali con pitture colorate decorazioni di porte ..pareti e infissi dona un messaggio importante agli
studenti e a quanti vivono la scuola e noi per primi ci prendiamo cura di un
bene che ci appartiene" . L'iniziativa ha trovato eco anche nel Regolamento
deliberato dal Comune in data 21.10.2015 . Il Regolamento vuole sancire la
collaborazione dei cittadini per il decoro e il recupero di un bene della città
monumento palazzo o Scuola poco importa. “Il senso di appartenenza, continua il Dirigente Scolastico, “ si estende innanzitutto nel fatto, e queste giornate lo sono come esperienza pioniera nel comune di Acireale, che ognuno
mette in campo ciò che ha al servizio di un bene quale la scuola. I genitori
del Galilei coordinati dal Presidente del consiglio d'Istituto hanno formato
una vera squadra che ha reso più accoglienti e belli diversi locali. In una vera
squadra ogni giocatore mette il meglio di se e la partita si potrà vincere. La
sfida è raccolta. La prossima iniziativa sarà portata avanti anche in collaborazione con l'Ente locale attraverso il costituendo Patto di collaborazione che
ci vedrà al'opera...per il giardino della scuola” .
Alla presenza delle collaboratrici della Dirigente Scolastica, prof.ssa Rosaria
Maltese, prof.sse Monaco e Postiglione e delle prof.sse Raciti e Santangelo,
si è svolta come ogni anno la cerimonia di consegna dei diplomi per
le certificazioni Trinity e Cambridge, da sempre considerate il fiore
all’occhiello dell’istituzione scolastica. Numerosi gli alunni che hanno preso
parte all’iniziativa accompagnati dai loro genitori. Si è inoltre inaugurata la
Mostra
“Pinocchio io, Pinocchio tu…...
una scuola inclusiva per i diritti dell’infanzia”
Durante la manifestazione sono state presentate le Tavole Pittoriche sui
Diritti dell’Infanzia realizzate dagli studenti del Galilei in collaborazione con il
Liceo Artistico Brunelleschi (Progetto ai sensi dell’Art.9 CCNL) e premiati i
vincitori del Concorso “Presepi al Galilei”
La manifestazione è stata allietata dall’Orchestra e dal Coro della scuola
che ha riscosso, con le sue esecuzioni, un vivissimo successo. Tra le altre
notevoli attività che hanno caratterizzato le feste un Concerto Natalizio
dell’Orchestra “Galileo Galilei” che si è tenuto presso la Basilica Collegiata
di San Sebastiano in Acireale mentre le classi 3A e 3B della suola primaria
dell’Istituto Comprensivo si erano precedentemente recate presso l’istituto Casa Mia per incontrare gli anziani ospiti del centro e, condividere con
loro una festosa tombola.
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MARIELLA GENNARINO