12/02/13 Goldrake, Lupin III, Holly e Benji valgono il 10% del Pil del Sol Levante - Il Sole 24 ORE domenica24 casa24 moda24 plus24 motori24 job24 mediacenter24 viaggi24 24 salute24 24 shopping24 24 radio24 24 altri CERCA Accedi English version Milano 1° (cambia) Banche dati Newsletter diritto24 Servizi Versione digitale Media Argomenti: Pil | Guido Tavassi | Giappone | Italia 1 | Go Nagai | Hayao Miyazaki | Leiji Matsumoto | Eggià | Yumiko Igarashi di Francesco Prisco Cronologia articolo 10 gennaio 2012 Commenti (2) Tweet 30 Consiglia 377 Invia 7 Accedi a My In principio fu Goldrake. Dietro di lui, tutta la schiera dei super robot, e qualche mielosa concessione al feuilleton con «Candy Candy». Poi vennero i colpi gobbi di Lupin III, un po' noir un po' eroticomici, le improbabili gesta atletiche dei vari Holly e Benji o Mila e Shiro, gli scenari post atomici di «Ken il Guerriero». Quelli che parlano bene li chiamano «anime», per tutti gli altri sono i cartoni animati giapponesi. Su un assunto nessuno potrà dissentire: rappresentano parte imprescindibile dell'immaginario collettivo della generazione dei trentaquarantenni. Che a quanto parte sta determinando il successo di «Storia dell'animazione giapponese. Autori, arte, industria, successo dal 1917 a oggi», monumentale saggio che Guido Tavassi ha pubblicato per Tunué (euro 24, pp. 608): la prima edizione si avvia all'esaurimento, mentre per febbraio si attende l'e book. Un'opera scientifica, buona per chi intende compiere il grande salto dalle vaghe memorie infantili e dalle passioni adolescenziali alla piena consapevolezza del fenomeno. Che è innanzitutto economico: «Se consideriamo l'intera filiera – spiega Tavassi – che parte dalla produzione delle serie e arriva al merchandising, in Giappone l'animazione vale il 10% del Pil. Stiamo di fatto parlando del terzo comparto dell'economia nipponica. Un fenomeno in larga parte commerciale che nasce comunque dall'arte». Un'arte che, dall'impero del Sole Levante, ha fatto proseliti in giro per il mondo. Perché il Giappone? Nessun dubbio sul fatto che lo Stato asiatico stia Cartoni animati giapponesi all'animazione come gli Usa stanno al cinema: laggiù ci sono i primi produttori e consumatori del genere, c'è quello che potremmo definire uno «star system», c'è un pubblico competente e ci sono titoli che escono nelle sale cinematografiche raccogliendo più spettatori dei film con attori in carne e ossa. Perché proprio laggiù? «La risposta – spiega Tavassi – va probabilmente ricercata nel profondo radicamento che il racconto per immagini ha nella cultura giapponese. Basti considerare gli emakimono, rotoli illustrati del decimo secolo attraverso i quali si dipanava una storia, e i kamishibai diffusissimi a partire dal dodicesimo secolo, la cui arte non era molto distante da quella dei cantastorie occidentali. Senza contare che la stessa scrittura per ideogrammi – continua l'autore – è parente stretta del disegno». Perché l'Italia? Ancora meno dubbi a proposito del successo dell'animazione giapponese in Italia: «Negli anni Settanta – spiega Tavassi – qui da noi era l'epoca delle televisioni private. Si moltiplicavano gli spazi di trasmissione e vennero in larga parte riempiti da queste produzioni importate a basso costo dal Giappone». Fu un successo imprevisto e www.ilsole24ore.com/art/cultura/2013-01-08/goldrake-lupin-holly-benji-201742.shtml?uuid=Abc51SIH di Marzia Corraini di Marzia Corraini di Marzia Corraini Vai al blog » Sulla Domenica l'Agenda dei saperi di base ad uso In sala il western «Django Unchained», il gotico Appena maggiorenne, chiude il MiSex. Performance Buzzi (Mibac): «In vista musei gratis l'ultima Trio CDT, dalla compagnia di Pina Bausch tre Oshima, addio all'imperatore del cinema Il ritorno dei carretti di strada Che goduria la frittatona bavosa! Tutto su Cultura? Mi piace 588 1/3 12/02/13 Goldrake, Lupin III, Holly e Benji valgono il 10% del Pil del Sol Levante - Il Sole 24 ORE imprevedibile che inaugurò un filone destinato a durare per tutti gli anni Ottanta. «Il big bang – racconta lo studioso fu Goldrake che aprì le porte al genere super robot. Sui banchi di scuola ogni giorno si finiva inevitabilmente per parlare della puntata del pomeriggio precedente». Di lì a poco avrebbero varcato gli italici confini pure i vari Mazinga e Jeeg che portavano la firma dello stesso maestro Go Nagai. Con tutte le polemiche a proposito della presunta «violenza» dei loro plot. «Ma alla base – dice Tavassi – c'era un equivoco: quelli non erano prodotti destinati a un pubblico per bambini». Non lo era neanche «Georgie» di Yumiko Igarashi, che addirittura «raccontava di torbidi amori adolescenziali con risvolti incestuosi». Da noi lo trasmise Italia 1 nell'84, sforbiciando le scene più piccanti. Non è roba per ragazzini Eggià: in Giappone l'animazione commerciale serve un pubblico di tutte le età e percorre tutti i generi, horror ed erotismo compresi. «Qui da noi – continua Tavassi – arrivarono tra le trecento e le quattrocento serie. Importammo di tutto». Compreso qualche capolavoro: chi ricorda, per esempio, «Kyashan il ragazzo androide» di Tatsuo Yoshida o «Capitan Harlock» di Leiji Matsumoto sa a cosa ci si riferisce. Capolavoro era anche la prima serie di Lupin III, «un personaggio – prosegue lo studioso – dalla vicenda affascinante: nasce nel '67 come manga di Monkey Punch in perfetto stile Nouvelle Vague. La prima serie televisiva del '71, cui collabora anche il grande Hayao Miyazaki, ha molto di quelle suggestioni: incrocia il noir, l'erotismo e qualche concessione comica. Le successive serie andranno sempre di più verso quest'ultima direzione. Più commerciale lontana dal Lupin originario». Che non è roba per ragazzini. Oggi Condivisi Video Foto Mese 1. 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Preferiti All'appello ne mancano parecchi e aggiungerei anche la generazione dai 20 ai 30, un esempio Galaxy express. Purtroppo l'Italia ha sempre rovinato questi grandi anime (parte del merito al MOIGE'), basti pensare ad alcune traduzioni dei titoli del tutto fantasiose (Slayer in un ridicolo Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo ). Per fortuna oggi ci sono altre emittenti che preferiscono mandar le serie intagrali e senza censure, oppure tramite internet ci si può godere le serie in lingua originale con i sottotitoli. Ci sono serie così longeve da far concorrenza a certe scarse Soap italiane. zafyr87 11 gennaio 2013 14.19.22 Mi piace (0) Rispondi al commento bei tempi quando i cartoni animati erano intelligenti, innovativi, graffianti... le mitiche partite interminabili di Holly e Benji allietavano i pomeriggi dei bambini ora trentenni e quarantenni!!! quanti giocando a calcio non hanno mai provato a fare i tiri alla Holly??? anche se manca l'Uomo Tigre all'appello però... folle83 10 gennaio 2013 15.52.50 Mi piace (1) Rispondi al commento Accedi Registrati Entra nella community per lasciare un commento www.ilsole24ore.com/art/cultura/2013-01-08/goldrake-lupin-holly-benji-201742.shtml?uuid=Abc51SIH 2/3 12/02/13 Goldrake, Lupin III, Holly e Benji valgono il 10% del Pil del Sol Levante - Il Sole 24 ORE Leggi Termini e condizioni Leggi Regole della Community Invia http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/20130108/goldrakelupinhollybenji201742.shtml?uuid=Abc51SIH Commenti&Inchieste Scelti per voi Video Foto I più letti Il meglio dai blog Quotidiano politico economico e finanziario ¤ Fondato nel 1865 KEYWORDS Sito corporate Italia&Mondo Moda24 Multimedia Argomenti del Sole Domande&Risposte Contatti Norme&Tributi Motori24 Blog Versione digitale Case e Appartamenti Redazione online Finanza&Mercati Luxury24 L'Esperto Risponde Banche Dati AfricaTimesNews Professioni e Imprese 24 Impresa&Territori Viaggi24 24labs Newsletter Il Gastronauta Formazione e eventi Nova24 Tech Casa24plus RSS AGI China24 Radio 24 Plus24 Risparmi Salute24 Mappe Guida Affari Il Sole 24ORE Finanza Commenti&Inchieste Fiere24 Meteo Pagine Gialle Il Sole 24ORE P.A. 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