QCS
Newsletter mensile del Ministero dell’Economia e delle Finanze
a cura del Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione
Ministero
dell’Economia
e delle Finanze
Servizio per le politiche dei fondi strutturali comunitari
n e w s
Unione europea
Quadro Comunitario di Sostegno
Obiettivo1 2000-2006
Sempre lecite le note interpretative?
. . . . . . . . . .da pag.
2 a pag. 3
Il problema si pone quando l'atto della Commissione arriva
al CSRR senza che gli Stati possano esprimere il loro parere
Coesione, passa la proposta italiana
. . . . . . . . . . . . . . . . . .a pag.
4
Il dibattito sulla riforma della politica regionale sarà incentrato
su tre temi in base alle indicazioni dei nostri rappresentanti
Ambiente e sviluppo di pari passo
. . . . . . . . . .da pag.
6 a pag. 7
Approvati due documenti di notevole importanza per garantire
il rispetto ambientale nell'applicazione dei Fondi strutturali
Pari opportunità, avanti piano
. . . . . . .da pag.
19 a pag. 21
. . . . . . .da pag.
26 a pag. 27
L'obiettivo è ancora lontano, le strategie scarsamente applicate
Positiva l'unificazione dei Gruppi tecnici dell'Ob.1 e Ob.3
Risorse comunitarie al riparo dai tagli
L'esperienza acquisita nel precedente periodo di programmazione
preziosa per il controllo finanziario degli interventi 2000-2006
Anno II
- Numero 8 - Gennaio 2002
«
IL TEMA
DEL MESE
L'interpretazione delle norme
di Gilda Carbone*
Il Regolamento sui
Fondi Strutturali
ha introdotto
una nuova "filosofia"
che prevede
disposizioni generali
comuni ai quattro
tipi di fondi.
L'obiettivo era
uniformare
la materia per
evitare controversie
Malgrado questo,
nella fase attuativa,
è spesso necessario
ricorrere
a norme
interpretative
NELLA GERARCHIA DELLE FONTI DI DIRITTO COMUNITARIO il Regolamento del Consiglio (CE) N.1260/99 - quello cioè che disciplina la normativa sui
Fondi Strutturali - si pone nella categoria del cosiddetto diritto comunitario derivato, unitamente alle direttive, alle decisioni, ai pareri, nonché agli atti atipici.
In quanto fonte di secondo grado, quindi, è subordinato ai trattati (diritto primario comunitario) e prevale sulle fonti di terzo grado costituite dagli atti di attuazione emanati dalla Commissione.
La questione della gerarchia delle fonti è di estrema importanza poiché garantisce la omogeneità, la armonizzazione e la coerenza delle norme giuridiche emanate, nonché la unitarietà di tutto il sistema normativo, anche nel rispetto della
ripartizione dei poteri, dei compiti e delle funzioni delle Istituzioni comunitarie.
Il regolamento sui Fondi Strutturali, abrogando tutta la precedente legislazione vigente in materia, ha introdotto una disciplina nuova, organica ed unitaria,
prevedendo disposizioni generali comuni ai quattro tipi di fondi, lasciando la
normativa di dettaglio peculiare per ciascuno di essi a regolamenti specifici.
Malgrado lo sforzo, senza dubbio riconosciuto ed apprezzato, di normare
unitariamente la materia in modo da non lasciare adito a lacune normative o ad
interpretazioni controverse, nella corrente fase attuativa, le fattispecie concrete
che di volta in volta si stanno manifestando a coloro che sono chiamati a dare attuazione al Regolamento (Commissione europea, in primo luogo, e Stati membri), hanno rivelato la necessità di colmare alcuni gap normativi e di ricorrere a
strumenti integrativi della normazione, quali emendamenti, interpretazioni ed
applicazioni analogiche.
Nel dare attuazione alle norme del Regolamento, la Commissione europea,
in qualità di organo esecutivo delle disposizioni del Consiglio, elabora note interpretative, qualora riconosca l'esigenza di provvedere ad esplicitare, chiarire e
puntualizzare alcune disposizioni o ad interpretarle al fine di ricomprendervi fattispecie non direttamente contemplate.
Le note interpretative relative all'attuazione della normativa sui Fondi Strutturali, sono portate a conoscenza degli Stati membri in sede di Comitato per lo
Sviluppo e la Riconversione delle Regioni (CSRR), costituito dai 15 Paesi dell'Unione e presieduto dalla Commissione europea.
Sicuramente, l'adozione di tali atti non è il risultato di un dibattito "parlamentare", quale ad esempio si tiene in seno all'organo legislativo dell'UE, per cui avviene che le delegazioni dei vari Stati non sono chiamate ad esprimersi sull'op-
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portunità procedurale e nel merito delle note di volta in volta presentate.
Non trattandosi di interpretazione autentica (cioè formulata
dallo stesso organo legislativo
che ha emanato l'atto da interpretare), in base alla quale l'atto
di interpretazione si colloca nella
gerarchia delle fonti, con pari
grado rispetto all'atto interpretato e, pertanto, ne acquista lo
stesso valore e forza, relativamente alle note interpretative
emanate dalla Commissione
possono emergere problemi di
legittimità e di efficacia vincolante. Invero, la nota interpretativa,
è propriamente utilizzata se volta
a spiegare più chiaramente ciò
che, seppure in maniera nebulosa, è già insito nella norma giuridica.
In questo senso, l'emanazione di un tale tipo di nota rimane
pienamente nelle competenze
dell'organo attuativo dei regolamenti del Consiglio e costituisce
valido strumento per ricondurre
tempestivamente la fattispecie
concreta alla norma, poiché, anche attraverso, ad esempio,
un'interpretazione estensiva,
esplicita il dettato della norma
senza mai travalicarlo.
Diverso, invece, è il caso in
cui la nota interpretativa intervenga su una norma, conferendole un significato differente da
quello voluto dal legislatore, ovvero acquisti una valenza praeter
legem, finalizzata cioè a colmare
la carenza di norme ad hoc, in
considerazione del fatto che la
fattispecie concreta non sarebbe
in alcun altro modo riconducibile
alle disposizioni del regolamento. In simili ipotesi, la nota emanata è definita impropriamente
"interpretativa": essa, infatti, tende a porsi in contrasto con la
mens legis ovvero a sostituirsi ad
essa, con la conseguenza che
l'organo di attuazione, sostituendosi al legislatore, si trova quindi
a travalicare le proprie competenze e ad operare con eccesso
di potere.
In base ai principi fondamentali della comitologia, la scienza
che studia il ruolo ed i poteri delle diverse istituzioni comunitarie,
con particolare riferimento al
processo decisionale, delegato
ad appositi comitati., gli atti di
esecuzione della Commissione
europea, quando non necessitano del ricorso al comitato di gestione previsto che esprima parere vincolante, sono sottoposti
all'attenzione del comitato consultivo.
Con tale premessa, con particolare riferimento alla materia
dei Fondi strutturali, le perplessità sulla legittimità della nota interpretativa si acuiscono quando
tale atto viene introdotto in sede
di Comitato per lo Sviluppo e la
Riconversione delle Regioni che funziona sia come comitato
di gestione che come comitato
3
consultivo - sottoforma di nota
informativa, cioè presentata solo
ai fini di conoscenza, senza che
alcuno Stato, ivi rappresentato,
possa esprimere validamente il
proprio parere in merito.
E' evidente, quindi, che quest'ultima fattispecie di nota interpretativa presenta chiari limiti
sul piano della legittimità e, di
conseguenza, della inequivocabilità della relativa cogenza.
Se è vero che all'attuazione di
un regolamento sono legate esigenze di tempestività e di snellimento procedurale, è tuttavia
necessario che di fronte ad una
carenza normativa o alla necessità di emendare una norma, la
questione non si ponga in termini di mera attuazione ma nei corretti termini di una ulteriore produzione normativa, di competenza dell'organo legislativo preposto.La tutela prevista nei casi
di emanazione di atti illegittimi è
costituita dal ricorso alla Corte di
Giustizia delle Comunità europee ai fini dell'annullamento, con
la precisazione che il requisito
della vincolatività richiesto per
impugnare l'atto in questione è
da intendersi in senso sostanziale e non formale, cioè a prescindere dal fatto che la denominazione utilizzata per l'atto in questione faccia riferimento a fonti
tipizzate dai trattati, quali regolamenti, decisioni e direttive.
*Esperta del Servizio Fondi
strutturali comunitario
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O T I Z I E
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B R E V E
N.8 Gennaio 2002
POR e PON all'attenzione
del Comitato di Sorveglianza
I giorni 5 e 6 febbraio si è
svolto il primo Comitato di
Sorveglianza del QCS obiettivo 1, 2000-2006, dell'anno
appena cominciato.
Nove sono stati i punti in
discussione.
In primo luogo e di particolare interesse, lo stato di
attuazione dei POR e dei
PON con la verifica dei risultati del monitoraggio finanziario al 30 settembre 2001,
la verifica dello stato di attuazione procedurale e i dati
relativi alle certificazioni di
spesa; al secondo punto dell'ordine del giorno, lo stato
degli adempimenti al 31 dicembre 2001, in particolare
quelli relativi ai Piani settoriali (Società dell'Informazione, Innovazione e Trasporti),
la scelta del Valutatore indipendente, gli Indicatori di risultato ed impatto, il tema
del Controllo e quello dell'attività svolta dalla Rete Ambientale e dai diversi Gruppi
di lavoro già costituiti (Società dell'Informazione, Innovazione e Sviluppo, Pari opportunità, Risorse Umane, Trasporti, Ammissibilità della
spesa, Beni Culturali) e la
contemporanea istituzione di
altri quattro (Snellimento
delle Procedure, Agricoltura,
Internazionalizzazione, Pe-
sca); è stato presentato il
Piano di Comunicazione; è
stato anche esaminato l'aggiornamento dello stato di attuazione della Programma-
La Programmazione 1994-1999
al vaglio del Gruppo di Valutazione
zione 1994-1999.
Nel prossimo numero verranno riportati i contenuti
delle decisioni e delle analisi
concernenti i principali punti.
Politica Regionale europea,
al via lo schema di riforma italiano
LA COMMISSIONE EUROPEA RECEPISCE la proposta italiana d'impostazione del dibattito sulla riforma della politica regionale, sottolineando
l'impegno del nostro paese in tal senso.
E' stato, infatti, abbandonato l'iniziale schema, che prevedeva l'organizzazione di undici seminari, e cioè un seminario per ciascuna delle priorità indicate dalla Commissione nel Secondo Rapporto sulla coesione
(regioni meno sviluppate, tematiche urbane, diversificazione delle aree
rurali, cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale,
aree in fase di ristrutturazione industriale (ob.2), aree che presentano
svantaggi geografici o naturali, nuovi e migliori posti di lavoro, sostenere la "nuova economia" e la società della conoscenza, promuovere l'inserimento sociale, pari opportunità), che si sarebbe tradotto in un'eccessiva frammentazione della discussione a favore di un loro raggruppamento in tre aree tematiche - quelle territoriali, sociali e della governance - per finalizzare l'approfondimento nella logica della coesione
economica e sociale, che è alla base del principio di unificazione europea.
Negli ultimi mesi, i rappresentanti italiani avevano ripetutamente, e in
diverse sedi, richiamato l'attenzione sulla necessità di focalizzare il dibattito attorno a non più di quattro filoni di argomenti. E ciò per declinare
più compiutamente le priorità emerse nel contesto delle politiche proprie a ciascuna di esse. Una concentrazione questa particolarmente necessaria, anche sul piano organizzativo, per i ristretti tempi a disposizione da qui a fine 2003, quando dovrà uscire il Terzo Rapporto sulla coesione. La Commissione, tenuto conto anche del consenso sulla proposta di altri paesi, nel fare propria l'indicazione italiana, ha portato a tre le
aree tematiche del dibattito.
E' quindi auspicabile che ciò contribuisca a raggiungere risultati più
chiari e concreti per le scelte future.
4
Il Gruppo tecnico di Valutazione
riunisce periodicamente a Bruxelles l'Unità di Valutazione della
DG Regio (Commissione Europea) e due rappresentanti per
ogni Stato Membro al fine di discutere questioni rilevanti per la
Valutazione degli interventi dei
Fondi Strutturali nelle Regioni
Obiettivo 1, 2 1994/1999. Il 18
gennaio 2002 si è svolta a Bruxelles la seconda riunione del
Gruppo nella quale sono state
presentate, dai valutatori indipendenti scelti dalla Commissione Europea, gli schemi che verranno utilizzati per le valutazioni
ex-post dei programmi 19941999 per l'obiettivo 1 e 2.
I risultati della valutazione consisteranno, sia per l'ob.1 che per
l'ob.2, in dodici rapporti riferiti ai
singoli Stati membri ed in un rapporto di sintesi generale a livello
Europeo. Per l'ob.2 sono state
scelte anche 29 regioni sulle
quali l'analisi di efficacia, efficienza ed impatto sarà più approfondita. Attualmente per l'Italia sono
state selezionate il Piemonte e la
Toscana, ma è stato proposto di
estendere l'analisi anche ad almeno una Regione di dimensioni
ridotte.
Un secondo punto all'ordine del
giorno ha riguardato un documento presentato dalla Commissione sull'analisi di "valore aggiunto Comunitario". Questo con-
cetto, fin'ora utilizzato quale giustificativo per l'utilizzo dei Fondi
Strutturali nei singoli Paesi (la
spesa deve avere un beneficio diretto sulla crescita, competitività
e sull'occupazione nelle Regioni),
diventerà sempre più importante
in vista della futura riforma delle
politiche di coesione per il periodo successivo al 2006. La Commissione intende effettuare una
valutazione sul valore aggiunto
che riguarderebbe sia il periodo
La valutazione
L'AZIONE COMUNITARIA è sottoposta a tre tipi di valutazione, ex ante,
valutazione intermedia e ex post,
per determinare l'efficacia degli interventi strutturali.
La valutazione ex ante: rappresenta la base per la preparazione dei
piani degli interventi e del complemento di programmazione. Analizza i
punti di forza e di debolezza dei piani.
La valutazione intermedia: è effettuata da un valutatore indipendente, in genere dopo tre anni l'approvazione del QCS e riguarda i
primi risultati e la pertinenza degli
interventi nonché il grado di conseguimento degli obiettivi.
La valutazione ex post: è ultimata
dopo tre anni dalla fine del periodo
di programmazione ad opera di un
valutatore indipendente e mira a
rendere conto dell'efficacia degli
interventi, del corretto impiego delle risorse.
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1994-1999 sia l'inizio del periodo 2000-2006: i risultati dovrebbero essere pronti entro la fine del 2002. Nel 2001 la Commissione Europea ha lanciato un
bando di gara per l'aggiornamento delle Linee Guida sull'analisi
Costi/Benefici per i grandi progetti cofinanziati dai Fondi Strutturali nel 2000/2006. Tale lavoro,
coordinato da un gruppo di riflessione interno alla Commissione
stessa, dovrebbe essere pronto
per la primavera del 2002. Vista
la tematica molto delicata la
Commissione Europea si è resa
disponibile a discutere il documento con gli Stati membri prima della sua pubblicazione.
Ultimo argomento toccato è stata
la Valutazione intermedia riferita
alla programmazione 20002006. La Commissione Europea
ha fatto un plauso al nostro Paese sia per il buon livello delle Linee Guida Nazionali che riprendono i principi comunitari, sia
per l'aggiudicazione delle gare
per i Valutatori Indipendenti delle
regioni obiettivo 1, sia per lo stato della costruzione della capacità valutativa all'interno del nostro
Paese. Al termine della riunione
la DG Regio ha informato che
nella primavera del 2003 si terrà
la Quinta Conferenza sulla Valutazione per le Politiche Strutturali
a cui gli Stati sono invitati a collaborare.
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N.8 Gennaio 2002
PROGRAMMAZIONE 2000-2006 - La Rete per uno sviluppo sostenibile
Mezzogiorno alla sfida ambientale
I
l tema dell'integrazione tra
ambiente e sviluppo è di particolare rilevanza nel Mezzogiorno dove, a fronte della maggior
concentrazione di risorse pubbliche per lo sviluppo, si registrano i problemi ambientali più
acuti: quasi metà dei comuni
sono classificati a rischio idrogeologico alto o molto alto; circa
il 98% dei rifiuti solidi urbani sono abbandonati in discariche,
solo l'1,4% dei rifiuti (contro
una media nazionale del 9,4%)
sono soggetti a raccolta differenziata.
Il QCS individua nella "Rete
nazionale delle autorità ambientali e della programmazione dei Fondi Strutturali comunitari" l'organismo chiave per
l'integrazione delle considerazioni ambientali nell' applicazione dei Fondi. La Rete riunisce i
rappresentanti delle autorità
ambientali nazionale e regionali
(comprese le Regioni dell' Obiettivo 2), delle autorità di gestione
degli interventi nazionali e regionali, delle amministrazioni nazionali capofila di ciascun Fondo, delle amministrazioni centrali titolari di linee di intervento
incluse nell'ambito dei programmi operativi regionali, dei servizi
della Commissione europea. Il
coordinamento della "Rete" è
posto sotto la responsabilità del
Ministero dell'Economia, Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione, Servizio per le
politiche dei Fondi strutturali comunitari, di concerto con il Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio.
Istituita formalmente nel corso del periodo di programmazione precedente, la "Rete" ha avuto difficoltà ad intervenire con
efficacia nell' attuazione del
QCS 1994-1999. Il QCS 20002006 pone dunque notevole
enfasi sulla necessità di una sua
effettiva attivazione per il ciclo
di programmazione in corso, e
dà alla Rete un ruolo strategico
di elaborazione e condivisione
di criteri e di metodologie attinenti agli aspetti ambientali delle azioni dei Fondi strutturali.
Lo scorso 8 gennaio si è tenuta la riunione plenaria della
Rete nel corso della quale, fra
l'altro, sono stati approvati due
documenti, elaborati nel corso
del 2001, di notevole importanza dal punto di vista dei processi e delle metodologie necessarie a garantire una reale integrazione degli aspetti ambientali
nell'applicazione dei Fondi
Strutturali.
Il primo documento propone
delle "Linee guida per i piani
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operativi di cooperazione tra autorità ambientali e autorità di
programmazione". L'idea di partenza è che l'integrazione degli
aspetti ambientali nell'applicazione dei fondi richiede un approccio sistematico alla cooperazione tra i soggetti istituzionali
coinvolti, in particolare l'Autorità di Gestione di ciascun Programma Operativo, e l'Autorità
Ambientale competente. La Rete propone quindi indicazioni
per la redazione di documenti "Piani Operativi di Cooperazione
Sistematica" (POCS) - in cui plasmare i punti salienti della cooperazione sistematica che si
propone di stabilire tra tali soggetti istituzionali.
Il secondo documento elaborato dalla Rete contiene degli
"Indirizzi Tecnici e Metodologici
per la Valutazione Ambientale
dei Programmi Operativi". Si
propone di individuare opzioni
metodologiche per assicurare
l'adeguata considerazione degli
aspetti ambientali lungo tutto
l'arco delle fasi di programmazione e attuazione degli interventi, in particolare sugli snodi
chiave della valutazione ex ante
ed intermedia dei Programmi
Operativi, e della selezione dei
progetti.
Il documento si articola in tre
sezioni. La prima è dedicata all'
aggiornamento della valutazione ex ante ambientale, che il
QCS prevede debba essere effettuato entro il 31.12.2002. Il
documento individua sia delle
modalità di scelta degli indicatori da quantificare in via addizionale, rispetto alla prima versione della valutazione ex ante,
sia i possibili meccanismi di collaborazione tra l'Autorità ambientale e l'ANPA o l'ARPA di riferimento, da attivare per la realizzazione dell' aggiornamento.
La seconda sezione sviluppa
una metodologia generale per
definire criteri di valutazione e
selezione di progetti in funzione
di determinati requisiti di sostenibilità ambientale la illustra,
mediante schede, applicandola
ad una casistica ampia di progetti, articolata sui vari settori di
intervento previsti dal QCS.
L'ultima sezione è dedicata
all'integrazione degli aspetti ambientali nella valutazione intermedia dei Programmi Operativi.
L'approccio proposto è quello di
individuare quesiti ed attività di
valutazione specifici delle tematiche ambientali per ciascuno
dei momenti del processo di valutazione, così come definiti dal
documento "Linee guida per la
valutazione intermedia dei pro-
grammi operativi", predisposto
dall'Unità di Valutazione degli
Investimenti Pubblici (UVAL)
del Ministero dell'Economia e
delle Finanze.
Nella sua prima riunione del
2002, il plenum della Rete ha
individuato, inoltre, aree di priorità per il suo lavoro dei prossimi
mesi. Tra queste, l'elaborazione
di metodologie per la valutazione ambientale dei Progetti Integrati e l'individuazione di meccanismi istituzionali di coordinamento e cooperazione per
l'applicazione di tali metodologie. Tale linea di attività riveste
una particolare importanza, dato il volume considerevole di risorse che diversi Programmi
Operativi impiegheranno attraverso Progetti Integrati (la Sicilia
ad esempio ha stabilito che circa il 36% delle risorse del POR
verrà assegnato a progetti integrati).
Questi i principali obiettivi finora raggiunti dalla Rete. Per
quanto riguarda le prossime fasi
dell' attuazione del QCS, vale la
pena segnalare due punti nodali
dai quali si potranno trarre indicazioni importanti circa la capacità della programmazione di
produrre risultati sul piano della
qualità ambientale dello sviluppo. Sullo sfondo c'è il tema della
7
spesa: il profilo finanziario del
QCS prevede un' accelerazione
degli impegni a partire dal
2002, il che implica un aumento del numero di bandi che dovranno essere avviati nei prossimi mesi per non incorrere nel
disimpegno automatico. In secondo luogo è da tener presente
che, ad un aumento delle attività progettuali, farà seguito un
carico di lavoro crescente per le
Autorità Ambientali, per valutare efficacemente le implicazioni
dal punto di vista ambientale
degli interventi messi a bando.
I prossimi mesi saranno dunque
un test importante per valutare
se gli strumenti elaborati dalla
Rete potranno contribuire, da
un lato, a rendere più agevole
l'interazione tra i soggetti istituzionali chiamati ad assicurare
l'integrazione dell'ambiente negli interventi di attuazione del
QCS e, dall' altro, a fornire alle
Autorità Ambientali strumenti
tanto metodologicamente solidi
quanto adatti a rispondere tempestivamente a domande puntuali su come rendere sostenibili, dal punto di vista ambientale,
gli interventi cofinanziati dai
Fondi Strutturali.
Raffaello Cervigni
Uval
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N.8 Gennaio 2002
Differenti interpretazioni tra Commissione e Servizio Fondi
Quando è ammissibile la spesa?
Tra i problemi principali quello relativo alla rendicontabilità
degli anticipi erogati dai beneficiari finali rappresentati da
organismi che concedono i contributi comunitari ai privati
I
l Gruppo di lavoro "Ammissibilità della spesa", istituito
nel corso della riunione del Comitato di Sorveglianza del QCS
del 18-19 luglio 2001, si è riunito per la prima volta lo scorso 29 gennaio per discutere e
deliberare sugli argomenti riguardanti l'ammissibilità delle
spese nella programmazione
2000-2006.
Obiettivo del Gruppo è
quello di assicurare un supporto stabile all'attività di accompagnamento del Comitato di
Sorveglianza del QCS ob.1 e
delle Autorità di gestione dei
programmi, responsabili dell'attuazione degli interventi cofinanziati, su argomenti che,
alla luce delle nuove disposizioni in materia di gestione finanziaria e ammissibilità delle
spese e, più in generale, dei
più rigorosi strumenti di programmazione adottati con la
riforma dei fondi strutturali del
1999, sono divenuti molto più
complessi.
Già dalla prima riunione,
data la natura trasversale degli
argomenti ed il comune inte-
resse per i soggetti che gestiscono fondi strutturali fuori
dall'ob 1, hanno partecipato ai
lavori anche le Autorità di gestione dei DOCUP ob.2.
Tra le questioni principali
affrontate, il Gruppo ha esaminato il problema della rendicontabilità degli anticipi erogati da parte dei beneficiari finali,
a valere sui regimi di aiuto vigenti, che, come è noto, sono
rappresentati, a norma del regolamento 1685/2000, dagli
organismi pubblici o privati
che concedono i contributi comunitari agli operatori privati
(destinatari finali degli aiuti
stessi).
Secondo l'interpretazione
della Commissione i pagamenti, per essere rendicontati, "devono riferirsi alle spese effettive dei destinatari ultimi, giustificate da fatture quietanzate o
da documenti di valore probatorio equivalente".
Tale interpretazione, ad avviso del Servizio Fondi Strutturali (Ministero Economia e Finanze) e della Direzione Generale Coordinamento Incentivi
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alle imprese (Ministero Attività
Produttive) - peraltro già formalmente espresso alla Commissione Europea con nota
scritta - non è coerente né con
il regolamento del Consiglio
1260/99, né con il regolamento
della
Commissione
1685/2000 in materia di ammissibilità delle spese. Essa,
inoltre, è in contrasto con la
programmazione finanziaria
del PON Sviluppo locale e dei
POR e DOCUP, che prevedono
regimi di aiuto similari. Tale
programmazione infatti, regolarmente approvata, è stata
costruita proprio sull'assunto
di detta rendicontabilità e pertanto è stata unanimemente
sollecitata una risposta della
Commissione nell'aspettativa
che essa tenga in debito conto
gli elementi di fatto e di diritto
su cui può fondarsi l'ammissibilità in questione.
Nel quadro delle iniziative
poste all'attenzione del Gruppo
è stata, poi, segnalata l'esigenza che le Amministrazioni che
gestiscono il Fondo sociale europeo rispondano al questio-
nario elaborato e distribuito
dal Ministero del Lavoro, per
rilevare i problemi di applicazione delle regole di ammissibilità della spesa e trovare, per
tempo, soluzioni appropriate
con conseguente emanazione
di utili indirizzi operativi. Tale
iniziativa, finalizzata ad individuare e rimuovere eventuali
criticità e favorire la diffusione
di buone pratiche, ai fini di una
loro uniforme applicazione, ha
accolto il parere favorevole del
Gruppo di Lavoro, tanto che ne
è stata chiesta l'estensione anche alle spese finanziate dal
FESR, dal FEOGA e dallo
SFOP.
Di generale interesse è risultata anche la problematica
sollevata dalla Regione Friuli
Venezia Giulia, concernente
l'applicazione delle regole di finanziabilità delle infrastrutture
generatrici di "entrate sostanziali nette", soprattutto con riferimento al sistema di calcolo
da adottare per poter determinare l'ammontare di tali entrate.
Su questa problematica è
stato deciso di formare un sottogruppo di approfondimento,
con il supporto tecnico dell'Unità Finanza di Progetto del
Ministero dell'Economia e delle Finanze, per pervenire alla
Le amministrazioni
che gestiscono
i Fondi Fse, Fesr, Feoga e
Sfop dovranno rilevare
tutti i problemi
di applicazione delle regole
di ammissibilità
della spesa attraverso
un questionario elaborato
dal Ministero del Lavoro
formulazione di una proposta
operativa da sottoporre anche
alla Commissione europea e
poter concretamente attivare
lo strumento sulla base di verificati presupposti di ammissibilità della spesa.
Tra gli argomenti da trattare
era stata prevista, inoltre, l'esposizione dimostrativa della
metodologia messa a punto
per la Regione Toscana dall'Ufficio Regionale di Statistica per
l'estrazione del campione del
5% di operazioni da sottoporre
ai controlli di cui al Reg.
438/01. A seguito dell'esposizione del modello predisposto,
che ha suscitato un generale
interesse delle Amministrazioni presenti alla riunione ed, in
particolar modo, dell'Igrue,
che come è noto ha attribuite
le funzioni del controllo, è stato
deciso di promuovere un incontro tra le strutture delle am9
ministrazioni nazionali e regionali incaricate di queste attività, al fine di pervenire attraverso, il confronto delle diverse
esperienze, alla messa a punto
di una metodologia condivisa
cui potrebbe conseguire una
applicazione uniforme.
Le proposte operative
emerse per programmare i futuri lavori del gruppo sono state le seguenti:
1. richiesta di allargamento
della rappresentanza della
Commissione europea ai Servizi di controllo finanziario della DG Politiche regionali e alle
DG Occupazione, Agricoltura,
Pesca e Ambiente;
2. formalizzazione della
partecipazione ai lavori delle
regioni del Centro Nord portatrici del contributo di conoscenze, esperienza e pratiche,
sia sull'ob. 2 che sull'ob. 3;
3. costituzione di tre sottogruppi di approfondimento tematico (modalità di finanziamento delle infrastrutture generatrici di entrate sostanziali
nette, estensione dell'indagine
sui costi ammissibili avviata
dal Ministero del Lavoro per il
FSE al FERS, al FEOGA ed allo SFOP; studio di una metodologia di estrazione del campione del 5% per i controlli di cui
all'art. 8 da Reg. 438/2001).
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STRATEGIE
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N.8 Gennaio 2002
A FAVORE DELL’INNOVAZIONE
BASILICATA, CAMPANIA, PUGLIA E
Regioni in campo per la ricerca
I
l Quadro Comunitario di Sostegno prevede la definizione
di strategie regionali per l'inquadramento degli interventi
relativi alla ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico
per la piccola e media impresa, alla società dell'informazione e, infine, ai trasporti, i
quali sono stati ritenuti particolarmente strategici, tanto da
prevedere espressamente la
redazione di un piano come
parte integrante della programmazione regionale.
Al fine di garantire la coerenza degli interventi nell'ambito della ricerca e innovazione
alle caratteristiche della domanda regionale, a partire dall'annualità 2002 ogni regione
deve definire una Strategia per
lo sviluppo dell'innovazione,
basata sull'analisi dei fabbisogni e sulle potenzialità di sviluppo del territorio.
Attualmente le Regioni Basilicata, Campania, Puglia e
Sardegna hanno definito un
Piano regionale per la ricerca e
innovazione, approvato dalle
rispettive giunte; la Sicilia, che
ha avviato per tempo le stesura del piano e la consultazione
del partenariato economicosociale, sta per concludere la
definizione di una prima bozza
della Strategia; la Calabria,
che già era dotata di un piano
strategico nell'ambito della Ricerca, Innovazione e Sviluppo
(RIS), sta aggiornando lo stesso adattandolo all'attuale programmazione. Ritardi, invece,
si registrano per la Regione
Molise.
Per quanto riguarda la Società dell'Informazione, i singoli Piani Operativi Regionali
(POR) avevano fissato il termine per la definizione di un piano al 31 dicembre 2001.
Attualmente la Campania e
la Puglia hanno completato l'iter di definizione del piano che
è stato già approvato dalla
Giunta; Sardegna e Sicilia ne
hanno terminato la stesura ma
ancora non sono stati approvati dalle relative giunte; Basilicata e Calabria, contando su
un'avanzata strategia per la
Società dell'Informazione ereditata dalla precedente programmazione, ne stanno aggiornando i contenuti alla luce
degli attuali POR. Il Molise
non ha comunicato nessuno
stato di avanzamento nella
stesura del Piano.
Per i Trasporti, il QCS prevede che, per il primo biennio di
programmazione, ciascuna regione debba individuare gli in10
terventi da realizzare per le
componenti "invarianti", cioè
gli interventi tesi al recupero
dell'efficienza di base del sistema regionale dei trasporti che
devono essere intrapresi comunque in quanto prioritari e
compatibili con possibili opzioni alternative di intervento
oggetto di esame in ambito di
Piano Generale dei Trasporti.
Gli interventi su tali componenti devono essere stati scelti
per il cofinanziamento entro il
31 dicembre 2001, con un'apposita relazione tecnica che dimostri l'effettiva caratteristica
di "invariante" del progetto
stesso.
Durante lo scorso anno, il
Ministero delle Infrastutture e
dei Trasporti ha predisposto lo
Strumento Operativo per i Trasporti per il Mezzogiorno il
quale identifica le scelte strategiche di intervento destinate
alle Regioni obiettivo 1 a partire dal 2001. Tale strumento si
articola in una componente
nazionale e in una specifica
per ciascuna regione, e funge
da riferimento per le politiche
regionali di trasporto legate allo sviluppo. Sulla base dello
Strumento Operativo per il
Mezzogiorno i singoli POR prevedevano che i rispettivi Comi-
SARDEGNA, HANNO DEFINITO UN PIANO
PER LA RICERCA E L'INNOVAZIONE
Puglia sta elaborantati di Sorveglianza
do l'aggiornamento
adattassero, entro il
APPROVATO DALLE RISPETTIVE GIUNTE
del Piano che preve31 dicembre 2001,
de di presentare enil Complemento di
tro febbraio 2002.
programmazione per
individuare gli interventi siner- adattato il Piano regionale dei La Regione Campania prevede
gici con lo Strumento Operati- trasporti. Per quanto riguarda di presentare una prima bozza
vo stesso. La Regione inoltre la Regione Siciliana, è in fase di piano entro la fine di febdeve rivedere il proprio Piano di elaborazione il Piano sulla braio, mentre la versione defiRegionale dei Trasporti al fine base dei quattro Accordi di nitiva dovrebbe essere pronta
di renderlo compatibile con programma quadro (APQ) re- per il prossiomo 31 marzo. La
quello generale, il PGT. Allo centemente stipulati e dei Regione Calabria deve aggiorstato attuale solo Basilicata e quattro studi di fattibilità in nare il piano attualmente in viSardegna hanno approvato e corso di redazione. La Regione gore.
Stato attuale degli adempimenti
Regione
Strategia
per l'Innovazione
Strategia per la
Società dell'Informazione
Piano Regionale
dei Trasporti
Basilicata
SI (delibera G.R. 28.12.01)
SI2
SI
Campania
SI
(delibera G.R.n. 7133 21.12.01)
SI
(delibera n. 7132 G.R. 21.12.01)
Bozza
Calabria
Bozza1
SI2
Da aggiornare
Molise
Dato non disponibile
Dato non disponibile
Dato non disponibile
Puglia
SI (delibera G.R. del 27.12.01)
SI (delibera G.R. del 27.12.01)
Bozza3
Sardegna
SI (delibera G.R. n. 48/19 28.12.01) SI (ma non approvato dalla G.R.)
SI
Sicilia
Bozza
In elaborazione4
SI (ma non approvato dalla G.R.)
1 Il Piano si basa sulla prosecuzione dell'esperienza del RIS maturata nella precedente programmazione; attualmente è in fase
di aggiornamento.
2 Piano in corso di aggiornamento
3 Prevista la definizione entro febbraio 2002
4 Il Piano si basa sui quattro Accordi di programma quadro stipulati e i quattro studi di fattibilità sull'intermodalità in corso di
completamento e sarà compitamente definito nel breve tempo.
11
N
O T I Z I E
U T I L I
N.8 Gennaio 2002
Promozione del dibattito
sull’avvenire dell’Europa
"Progetto SFERA"…
ancora pochi giorni al varo!
Il Servizio delle Politiche dei
Fondi strutturali Comunitari
del Ministero dell'Economia e
delle Finanze è ormai vicino
alla pubblicazione della short
list contenente i nominativi
dei giovani in possesso dei requisiti minimi per lo svolgimento di un tirocinio presso le
Autorità che gestiscono i programmi cofinanziati dai fondi
strutturali comunitari e le altre
Amministrazioni comunque
coinvolte nel loro processo di
attuazione.
Come si ricorderà, l'ammissione alla short list era subordinata al possesso dei seguenti requisiti:
- diploma di laurea, o titolo
equipollente, conseguito con
una votazione minima di
105/110 (o votazione equipollente secondo la normativa
vigente nell'ordinamento dello
Stato membro dell'Unione Europea, nella quale il titolo è
stato conseguito);
- buona conoscenza di almeno una delle lingue francese o inglese, parlata e scritta;
- conoscenza di base del
"Pacchetto Microsoft Office".
Sebbene i lavori della
Commissione, chiamata a
verificare le condizioni di ammissibilità delle domande
non siano ancora terminati, e
dunque non è ancora possibile disporre della lista ufficiale, abbiamo, tuttavia, già
a disposizione alcuni dati interessanti che ci permettono
di valutare l'impatto del Progetto SFERA sul mondo dei
giovani alla ricerca di una
esperienza formativa.
Trattasi di dati non ufficiali
che, pertanto, possono essere
oggetto di variazioni all'esito
dei lavori della Commissione.
Risultano complessivamente pervenute oltre 1800
domande delle quali circa il
70% da candidati di sesso
femminile.
La Regione più rappresentata è il Lazio da cui provengono le domande di 366 candidati, a seguire la Campania
con solo dieci candidati in
meno.
Con piacevole stupore si fa
notare la candidatura di giovani residenti al nord-Italia, la
regione più rappresentata è la
Toscana (37), a seguire le
Marche (23) e l'Umbria (13),
ecc.., due candidature sono
pervenute, altresì, dalla Provincia autonoma di Trento.
Per quel che riguarda i candidati stranieri, si segnala la
presenza di un cittadino del
Camerun e di una giovane ra12
gazza francese.
Come si ricorderà, il bando
prevedeva che ogni singolo
candidato dovesse esprimere,
alla luce degli studi effettuati
e delle competenze eventualmente già maturate, la preferenza per un settore tematico
tra quelli indicati nell'atto di
candidatura nonché una seconda preferenza con riguardo all'area geografia nella
quale avesse desiderato effettuare il periodo di tirocinio.
Per quel che riguarda le
preferenze espresse per ambito tematico…molti dei candidati hanno espresso più di
una preferenza!..i dati di cui
disponiamo affermano che i
settori più ambìti sono: risorse
umane e formazione (536);
Ricerca e innovazione - sviluppo locale e turismo (425);
Risorse culturali (341). I settori meno "votati" sono risultati, invece: trasporti (65), reti e
nodi di servizio (32), pesca
(21).
L'area geografica con il
maggior numero di preferenze
è sicuramente Roma (1393),
sede delle Amministrazioni
centrali, a seguire la Campania con 461 preferenze.
Questi sono i dati…la parola adesso spetta alle Autorità di gestione.
Sono ancora aperti i termini
per la presentazione delle domande per il finanziamento di
progetti destinati a favorire la
dimensione europea del dibattito sull'avvenire dell'Europa.
La
nota
informativa
(2001/C339/02
GUCE
1.12.2001) si colloca sulla
scia del dibattito sul futuro dell'Unione avviato al Consiglio
europeo di Nizza nel marzo
2001. Le risorse a disposizione rientrano nella voce B3306 del bilancio dell'Ue relativa al finanziamento di azioni
previste nell'ambito del programma d'informazione del cittadino europeo (Prince).
Destinatari
I contributi finanziari sono
destinati ad organizzazioni socioeconomiche, accademiche,
organizzazioni espressione
della società civile, senza fini
di lucro, nonché organismi
pubblici con sede negli Stati
membri dell'Unione, che intendano realizzare progetti transnazionali.
Dovranno essere associati
tre Stati membri o due Stati
membri ed un paese candidato
all'adesione.
Tipi di azioni finanziabili
Sono ammissibili al finanziamento i programmi relativi a
riunioni-dibattito, seminari e
conferenze e quelli che prevedono la realizzazione di reti tra
partecipanti al dibattito.
I progetti potranno anche
prevedere la produzione e diffusione, attraverso Internet, di
prodotti informativi necessari
alla realizzazione progettuale,
all'informazione dei partecipanti o alla divulgazione dei risultati. Lo scopo è il coinvolgimento di protagonisti transnazionali per alimentare il dibattito sull'avvenire dell'Europa.
Azione tipo
I progetti devono rispondere ad alcuni requisiti:
- avere come obiettivo l'organizzazione di un dibattito
continuo tra un gran numero di
cittadini in un contesto transnazionale, creando, contestualmente una rete che consenta a ciascuno di portare il
proprio contributo
- poter organizzare manifestazioni ed eventi di dimensione europea nel contesto del dibattito sull'avvenire dell'Europa.
La sovvenzione massima
per ciascun progetto ammonta
a 150.000 euro e non supererà il 50% dell'importo complessivo dei costi ammissibili.
Le proposte devono fornire la
13
prova di un cofinanziamento
pari almeno al 50%. Potranno
essere presi in considerazione
solo progetti che prevedano un
finanziamento comunitario di
almeno 50.000 euro.
Il termine ultimo per la presentazione delle richieste è il
15 maggio 2002.
Le richieste saranno valutate per lotti man mano che perverranno.
La domanda deve obbligatoriamente essere presentata
utilizzando il modulo ufficiale
che può essere richiesto contattando il Sig. Gérard Legris,
Capo unità "Dibattito pubblico
sul futuro dell'Europa" Segretario generale della Commissione europea Rue de la Loi/Wetstraat 200, B-1049 Bruxelles
Indirizzo e-mail: [email protected]
Tel. (32-2) 299 94 06
Fax (32-2) 299 13 86
oppure si trova all'interno
del fascicolo - che comprende
anche il testo della nota informativa, il modulo della domanda di sovvenzione e la
scheda relativa alle informazioni bancarie - che può essere
scaricato via Internet consultando la rubrica "informations
pratiques" al seguente indirizzo:http://europa.eu.int/futurum/informations_fr.htm
C
O N T I
D
T E R R I T O R I A L I
Continua la crescita dell'occupazione
Nel Sud 161 mila nuovi posti di lavoro
senso stretto. Tra le regioni meridionali la Sardegna e l'Abruzzo
presentano i tassi di crescita dell'occupazione più sostenuti.
La disoccupazione è diminuita del 7,6 per cento in misura
relativamente inferiore rispetto
al Centro Nord, dove la riduzione è stata dell'11,7 per cento. Il
tasso di disoccupazione medio
dell'anno si attesta al 19,3 per
cento nel Mezzogiorno e al 5 per
cento nel Centro Nord..
Nel periodo gennaio-settembre del 2001 le esportazioni nazionali presentano una crescita
del 5,2 per cento rispetto allo
stesso periodo dell'anno precedente, grazie ai risultati positivi
registrati nel periodo precedente
alla crisi internazionale seguita
agli attentati terroristici. La performance migliore spetta al
Mezzogiorno con una crescita
pari al 7,7 per cento, superiore
alla media nazionale, con risultati particolarmente favorevoli
per il Molise. L'evoluzione del
commercio con l'estero, espressa dai dati destagionalizzati,
conferma la diminuzione della
dinamica delle esportazioni meno accentuata nel Mezzogiorno
rispetto al resto del Paese.
Occupati per ripartizione geografica
500
400
(migliaia)
dati più recenti relativi all'occupazione ed alle esportazioni
del nostro paese mostrano un
quadro differenziato degli indicatori dei due mercati: l'occupazione raggiunge risultati molto
significativi mentre le vendite all'estero rallentano notevolmente
dopo le ottime performance registrate invece nell'anno 2000.
Il riferimento temporale dei due
indicatori non è lo stesso, in seguito alla diversa cadenza temporale delle indagini Istat.
I dati medi dell'occupazione
per l'anno 2001 confermano
una tendenza positiva per il
Mezzogiorno: 161 mila occupati in più, 2,7 per cento rispetto
all'anno precedente. Tale variazione rappresenta il valore massimo fra quelli registrati negli anni novanta, anche in termini relativi la dinamica dell'occupazione nel Mezzogiorno permane
superiore a quella del Centro
Nord.
Tutti i grandi settori dell'economia meridionale, inclusa l'agricoltura, manifestano nel
2001 tendenze positive. Permane l'espansione dell'occupazione nelle costruzioni (7,5 per
cento) e nei servizi (2,7 per cento), mentre segni di rallentamento riguardano l'industria in
300
200
100
0
Mezzogiorno
Centro Nord
Ottobre 2001
14
»
N.8 Gennaio 2002
Gli indicatori strutturali
COM(2001) 619 definitivo
Congiuntura meridionale
I
O C U M E N T I
Italia
Media 2001
La Commissione ha presentato l'elenco dei parametri di cui servirsi nella relazione di sintesi del 2002.Sono stati inseriti nuovi
indicatori in base alle mutate priorità politiche. La modifica
principale riguarda l'aggiunta di un nuovo settore: l'ambiente.
Per verificare i risultati conseguiti nel perseguimento
dell'obiettivo fissato al Consiglio europeo speciale di
Lisbona del marzo2000 - "diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del
mondo" - sono stati individuati e concordati degli indicatori strutturali in base ai quali la Commissione
potesse elaborare annualmente le relazioni di sintesi.
Fu così stilata una lista di 35 indicatori sulla cui base
fu costruita la relazione di sintesi presentata al Consiglio europeo di Stoccolma nel marzo 2001. Questi
parametri si sono rivelati particolarmente utili per
evidenziare in quali campi intensificare l'azione politica e, nello stesso tempo, registrare i progressi compiuti.
Al Consiglio europeo di Gotemborg dello scorso giugno, è stata approvata "una strategia per lo sviluppo
sostenibile che…aggiunge alla strategia di Lisbona
una terza dimensione, quella ambientale"
La Comunicazione della Commissione Europea
(COM (2001) 619 definitivo del 30.10.2001), di seguito riportata, prende atto dei cambiamenti avvenuti e dei nuovi orientamenti e presenta il nuovo elenco
degli indicatori strutturali per la relazione di sintesi del
2002 che non riguarderà i Paesi candidati, i quali saranno inclusi nello stesso elenco a partire dal 2003.
La lista è rimasta volutamente breve, così da inviare
messaggi politici chiari, ma equilibrata tra i vari settori. Si tratta di 36 indicatori: sei per ciascun settore e
sei relativi alla situazione economica generale. Ai settori precedenti (Occupazione, Innovazione e Ricerca,
Riforme economiche, Coesione sociale) è stato aggiunto quello ambientale, inoltre sono stati aggiunti
nove indicatori ed eliminati otto. Con tali modifiche si
è cercato di rifletter, nell'intera serie di indicatori, le tre
dimensioni (sociale, economica, ambientale) dello
sviluppo sostenibile. Questo è il secondo anno in cui
la Commissione sceglie una serie di indicatori strutturali che comunque devono rispondere ai criteri iniziali di scelta: essere di facile lettura e comprensione;
pertinenti sotto il profilo politico; coerenti; tempestivamente disponibili; comparabili tra gli Stati membri
e, infine, affidabili.
Proseguono, nel frattempo, i lavori di elaborazione di
indicatori relativi ad un'ampia gamma di campi.
(…)
IL NUOVO ELENCO D'INDICATORI
(…)
Situazione economica generale
18. Gli indicatori relativi alla situazione economica
generale illustrano il contesto economico
globale nel quale si stanno attuando le riforme strutturali. Nel nuovo elenco è scomparso
l'indicatore relativo al debito delle pubbliche amministrazioni, poiché costituiva in una
certa misura il doppione dell'indicatore relativo al
"saldo di bilancio", anch'esso una misura
dell'andamento del bilancio. L'indicatore relativo all'intensità del consumo di energia nell'economia è
stato spostato al settore dell'ambiente, ritenuto una
collocazione più adeguata. L'indicatore relativo al tasso di disoccupazione è stato spostato dal settore dell'occupazione a quello della situazione economica generale (vedasi più oltre, al punto 23).
Occupazione
19. Gli indicatori relativi all'occupazione riguardano
vari obiettivi cruciali del Consiglio europeo di Lisbona:
il potenziamento dell'occupazione nell'Unione, l'importanza delle pari opportunità per uomini e donne e
l'importanza di una "politica attiva a favore dell'occu-
15
D
O C U M E N T I
N.8 Gennaio 2002
pazione", incentrata fra l'altro sulla formazione permanente.
20. Nel nuovo elenco è stato aggiunto l'indicatore relativo al divario retributivo tra i sessi,
in seguito alla richiesta del Consiglio europeo di Stoccolma di elaborare indicatori "per garantire che non
esistano differenze discriminatorie di retribuzione tra
uomini e donne". Per ottenere altre informazioni atte
ad analizzare le differenze di retribuzione tra uomini e
donne, s'intraprenderanno altri lavori sui dati relativi
alle retribuzioni dei due sessi, aggiustati da fattori
quali l'età, l'istruzione/livello di qualifica, l'occupazione, l'esperienza e il settore.
21. Nel nuovo elenco è stato aggiunto un indicatore
relativo alla qualità del lavoro, in risposta al rilievo
dato a tale questione dal Consiglio europeo di Stoccolma. L'indicatore particolare relativo agli infortuni
sul lavoro è stato scelto perché le condizioni di salute
e di sicurezza sul luogo di lavoro costituiscono un
aspetto fondamentale della qualità del lavoro, come
ha osservato la Commissione nella comunicazione
"Politiche sociali e del mercato del lavoro: una strategia d'investimento nella qualità (COM82001)313
def.). L'elenco degli indicatori strutturali comprendeva già, del resto, altri indicatori relativi alla qualità del
lavoro, per esempio la "formazione permanente".
22. Il tasso di occupazione femminile è stato inglobato nel tasso di occupazione, poiché per
la relazione di sintesi si è deciso di disaggregare tra i
sessi tutti i tassi di occupazione e di disoccupazione,
evitando così che i due indicatori diventino il doppione l'uno dell'altro. La disaggregazione tra i sessi può
esser prevista anche per altri indicatori strutturali, per
esempio quelli relativi alla coesione sociale, purché
siano disponibili dati validi. Sarà necessario studiare
ancora questo problema.
23. Il tasso di disoccupazione è stato spostato tra gli
indicatori relativi alla situazione economica generale,
in quanto esso serve comunemente come indicatore
del clima economico: si è quindi ritenuto più appropriato includere il tasso di disoccupazione tra gli altri
indicatori relativi alla situazione economica generale,
quali la crescita del PIL e l'inflazione, per illustrare il
contesto economico complessivo nel quale si stanno
attuando le riforme strutturali.
24. La definizione dell'aliquota fiscale sui lavoratori a
bassa retribuzione è stata modificata in funzione del-
la famiglia tipo comprendente "una persona sola che
guadagna il 67% del salario medio di un lavoratore
operaio"(…). Questa famiglia tipo è più adeguata per
valutare i disincentivi/incentivi ad assumere manodopera che il sistema tributario presenta per un datore
di lavoro, perché i datori di lavoro assumono i dipendenti senza considerarne lo stato civile e perché per
quanto riguarda le imposte ed i contributi previdenziali non vi sono molte differenze a seconda della famiglia tipo. Inoltre, la soglia del 67% del salario medio di un operaio riflette meglio l'oggetto dell'indicatore: i lavoratori soli a bassa retribuzione, piuttosto che
la famiglia tipo composta da una coppia di coniugi,
uno solo dei quali lavora e guadagna il 100% del salario medio di un operaio.
Innovazione e ricerca
25. Gli indicatori relativi all'innovazione e alla ricerca
misurano l'importanza attribuita a Lisbona al passaggio a un'economia basata sulla conoscenza mediante
migliori politiche nei settori della R&S, dell'istruzione
e della società dell'informazione.
26. Nel nuovo elenco è stato aggiunto un indicatore
relativo ai dottorati in scienza e tecnologia. Nell'economia basata sulla conoscenza, disporre di risorse
umane di alta qualità è essenziale per generare e diffondere la conoscenza. Il numero di nuovi dottori in
scienza e tecnologia misura la futura capacità delle risorse umane di creare, diffondere, capire e utilizzare
la nuova conoscenza.
27. L'indicatore relativo alle spese per le TIC è stato
tolto dall'elenco perché dopo l'ultima comunicazione
sono sorti dubbi riguardo alla qualità dei dati e ai risultati forniti da tale indicatore. Per esempio, esso ha
una definizione troppo ampia per essere un indicatore adeguato degli investimenti nelle TIC, in quanto
mescola le spese relative rispettivamente agli investimenti nelle TIC e ai prodotti TIC di consumo, il che
può rendere in certa misura fuorviante il raffronto tra
paesi. Si può infatti sostenere che gli investimenti nelle TIC hanno maggiore incidenza sul futuro sviluppo
dell'economia basata sulla conoscenza. In particolare, potrebbe sembrare che in alcuni Stati membri nei
quali le spese di consumo sono relativamente elevate, la situazione sia comparabile con quella di altri
Stati membri nei quali i livelli di spesa sono analoghi
ma le spese sono più orientate verso gli investimenti.
Tuttavia, poiché gli investimenti nelle TIC costituisco-
16
no un indicatore importante, lo si è incluso nel
nuovo elenco degli indicatori da elaborare (…)
28. È stato escluso dall'elenco anche l'indicatore relativo alle esportazioni di prodotti di alta
tecnologia. Pur costituendo un'utile misurazione del
vantaggio comparato dei vari paesi nelle
industrie innovatrici, tale indicatore si presta a critiche poiché scegliere quali prodotti siano ad
alta tecnologia presenta necessariamente un carattere arbitrario e perché, a livello teorico, non tutti i paesi vorranno specializzarsi in esportazioni di prodotti
ad alta tecnologia se il loro vantaggio comparato si situa in un altro ambito.
29. Per quanto riguarda l'innovazione e la ricerca, si
sono già compiuti progressi nell'elaborare
indicatori compositi, intesi a misurare il passaggio
dell'Unione europea verso un'economia
basata sulla conoscenza. In particolare, sono terminati i lavori su due indicatori compositi,
riguardanti rispettivamente gli "investimenti nell'economia basata sulla conoscenza" ed i
"progressi nel passaggio verso l'economia basata sulla conoscenza".
Riforme economiche
30. Gli indicatori relativi alle riforme economiche rispondono all'importanza attribuita dal
Consiglio europeo di Lisbona alla riforma dei mercati
dei prodotti e dei capitali. Tali indicatori riguardano
l'integrazione dei mercati, i progressi nella liberalizzazione delle industrie di rete e le possibili distorsioni
nel funzionamento dei mercati dei prodotti causate
da
interventi pubblici.
31. Nel nuovo elenco è stato aggiunto un indicatore
relativo alla struttura dei mercati nelle
industrie di rete, che misura quanto la liberalizzazione abbia incrementato la concorrenza fra
queste industrie: esso mostra infatti in quale misura,
in seguito all'arrivo di nuovi concorrenti, si è ridotta la
quota di mercato del gestore monopolista dell'epoca
precedente la liberalizzazione. Tale indicatore integra
quello relativo ai prezzi nelle industrie di rete, fornendo qualche spiegazione dell'andamento dei prezzi.
Per migliorare la qualità di questo indicatore sono necessari altri lavori, che richiederanno la stretta cooperazione con l'Eurostat e con gli Istituti nazionali di statistica per migliorare l'ampiezza e la comparabilità dei
dati (…).
32. L'indicatore relativo all'integrazione commerciale è stato escluso dal nuovo elenco
perché, pur costituendo un'utilissima misura dell'integrazione del mercato, in certo grado è un doppione
dell'indicatore riguardante i "livelli relativi dei prezzi".
È stato escluso dal nuovo elenco anche l'indicatore relativo agli investimenti nelle imprese, perché non costituisce una misura diretta dei progressi compiuti
nelle riforme economiche e quindi ha minore pertinenza politica.
Coesione sociale
33. Gli indicatori della coesione sociale misurano il
grado e la persistenza della povertà e della dispersione dei redditi e il rischio associato di esclusione sociale, in risposta all'alta priorità attribuita alla coesione
sociale dal Consiglio europeo di Lisbona. Anche il
Consiglio europeo di Stoccolma ha chiesto di migliorare il controllo delle azioni intese all'inclusione sociale.
34. È stato tolto dal nuovo elenco l'indicatore relativo
alle famiglie di disoccupati, poiché, misurando il grado di rischio di povertà e di esclusione sociale a cui
sono esposte intere famiglie a causa della disoccupazione, in un certo senso esso costituiva un doppione
degli indicatori relativi al "tasso di povertà" e alla "persistenza della povertà".
Ambiente
35. In risposta alle conclusioni del Consiglio europeo
di Göteborg, è stata inclusa nel nuovo elenco una serie di sei nuovi indicatori della salvaguardia dell'ambiente. Due riguardano la lotta contro il cambiamento climatico: l'indicatore relativo alle emissioni di gas
a effetto serra è stato scelto perché vi sono prove
scientifiche secondo le quali l'aumento nella concentrazione atmosferica di gas a effetto serra (risultanti
principalmente da attività umane) è causa di cambiamento climatico. Il riscaldamento, i servizi, l'industria
ed i trasporti - con il loro fabbisogno di produzione di
energia e di raffinazione del petrolio - consumano la
massima parte dei combustibili fossili e producono
quindi emissioni di gas a effetto serra.
L'indicatore relativo all'intensità del consumo di
energia nell'economia è stato incluso perché un elemento essenziale nella politica di lotta contro il cambiamento climatico consiste nel migliorare l'efficienza
energetica.
17
D
P
O C U M E N T I
36. Sono stati inclusi due indicatori relativi ai trasporti sostenibili. Uno, riguardante il volume di trasporti
rispetto al PIL, mostra lo scindersi dell'incremento
dei trasporti rispetto alla crescita del PIL in termini
reali, il che è uno degli obiettivi della strategia per lo
sviluppo sostenibile. Vengono presentate due serie
temporali, una per i trasporti di merci e l'altra per i trasporti di passeggeri. Si stanno effettuando lavori per
migliorare tali indicatori, in modo che mostrino con
maggiore precisione i movimenti di veicoli atti a misurare meglio gli effetti sullo sviluppo sostenibile. L'altro indicatore, relativo alla ripartizione tra i modi di
trasporto, mostra il passaggio dai trasporti stradali ed
aerei ai trasporti per ferrovia e per idrovie ed ai trasporti pubblici, il quale costituisce un obiettivo, menzionato nelle conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg, della strategia per lo sviluppo sostenibile.
37. Come indicatore atto a mostrare una delle minacce ambientali per la salute pubblica è stato scelto
quello relativo alla qualità dell'aria urbana: l'aria pulita nelle città, dove vive quasi l'80% della popolazione
europea, è un fattore determinante della salute pubblica . L'indicatore è basato sul numero medio di giorni nei quali alcuni inquinanti atmosferici selezionati
oltrepassano i limiti stabiliti nelle aree urbane.
38. È stato incluso un indicatore per una gestione più
efficiente delle risorse naturali.
L'indicatore relativo ai rifiuti comunali raccolti, ammassati e inceneriti riflette gli schemi di produzione e
di consumo della società. L'obiettivo di gestire le risorse naturali con maggior
senso di responsabilità deve riflettersi nella riduzione
del quantitativo di rifiuti e nella
massimizzazione del recupero e del riutilizzo. Al momento, i dati disponibili sono scarsi per
poter elaborare un indicatore sul recupero e il riutilizzo, ma in futuro se ne migliorerà
l'ampiezza.
(…)
b. Produttività del lavoro (per lavoratore e per ora lavorata)
c. Tasso di disoccupazione
d. Tasso d'inflazione
e. Crescita del costo unitario reale del lavoro
f. Saldo del bilancio pubblico
I. Occupazione
1. Tasso di occupazione (totale e per sesso)
2. Tasso di occupazione dei lavoratori anziani
3. Divario retributivo tra i sessi
4. Aliquota fiscale sui lavoratori a bassa retribuzione
5. Formazione permanente (partecipazione di adulti
all'istruzione e alla formazione)
6. Infortuni sul lavoro (qualità del lavoro)
II. Innovazione e ricerca
1. Spese pubbliche per l'istruzione
2. Spese per la R&S
3. Livello dell'accesso a Internet
4. Dottorati in scienza e tecnologia
5. Brevetti
6. Capitale di rischio
III. Riforme economiche
1. Livelli relativi e convergenza dei prezzi
2. Prezzi nelle industrie in rete
3. Struttura dei mercati nelle industrie di rete
4. Appalti pubblici
5. Aiuti di Stato settoriali e ad hoc
6. Capitali raccolti sui mercati azionari
IV. Coesione sociale
1. Distribuzione del reddito (quintile del reddito)
2. Tasso di povertà prima e dopo i trasferimenti sociali
3. Persistenza della povertà
4. Coesione regionale
5. Persone che hanno abbandonato presto la scuola e
non seguono corsi d'istruzione o di formazione
6. Disoccupazione di lunga durata
V. Ambiente
1. Emissioni di gas a effetto serra
2. Intensità del consumo di energia nell'economia
3. Volume dei trasporti (tonnellate e passeggeri/km)
in rapporto al PIL
4. Ripartizione tra i modi di trasporto
5. Qualità dell'aria urbana
6. Rifiuti comunali
ALLEGATO 1: INDICATORI PER LA RELAZIONE DI
SINTESI DEL 2002
Elenco dei 36 indicatori strutturali per la relazione di
sintesi del 2002
Situazione economica generale
a. PIL pro capite (in SPA) e tasso di crescita reale del
PIL
(…)
18
O L I T I C H E
D I
S V I L U P P O
Donne alla ricerca di opportunità
Carenti le strategie d'intervento
Segnali positivi dall'UE: per il ciclo 2000-2006 all'Italia sono
stati esplicitamente dedicati 798 milioni di euro, un impegno
finanziario che colloca il nostro Paese tra i primi sei in Europa
R
ispetto ai precedenti cicli
di programmazione dei
Fondi Strutturali, nella programmazione 2000-2006, la
tematica delle pari opportunità
ha acquisito la sua massima
visibilità.
Il 1998, anno di riferimento
per la definizione della programmazione 2000-2006, indicava valori occupazionali italiani largamente al di sotto della media europea:disoccupazione pari all'11,8% (21.9%
nel Mezzogiorno), tasso di occupazione femminile pari al
35,3%, quello maschile pari al
61%, il Paese si assestava sul
47,7% rispetto a livelli europei
medi con i tassi di occupazione femminile e maschile pari
rispettivamente al 45,6% e
65.9%, mentre il tasso medio
di occupazione europeo era del
55.4%. L'obiettivo di migliorare l'equilibrio nel mercato del
lavoro, ha infatti assunto una
dimensione che ha superato
largamente il principio di giustizia sociale in nome del quale sono state compiute le principali scelte strategiche del
passato in materia di pari opportunità. Nel corso della attuale programmazione, la tematica dell'equità di genere ha
infatti acquisito anche una dimensione economica chiaramente identificata, confermata
dal fatto che la crescita del tasso di attività femminile ha
svolto un ruolo fondamentale
nella crescita economica europea. Si stima infatti che nell'insieme dell'Unione Europea circa 1/5 della crescita annuale
del PIL è attribuibile alla partecipazione crescente delle
donne nel mercato del lavoro.
La Commissione europea
ha svolto un ruolo di stimolo
nel corso del negoziato, che si
è concluso con successo su
questa ambiziosa partita. Due
le linee fondamentali dell'approccio seguito per i 15 Stati:
approccio globale e impegno
finanziario coerente. Relativamente al primo aspetto, l'integrazione formale della dimensione di genere pervade tutte
le politiche e le relative misure
di attuazione e l'obiettivo in
questione non viene più perse19
guito come in precedenza
esclusivamente tramite le iniziative specificatamente dedicate alla donne.Ciò rende poco
agevole identificare a priori
l'ammontare preciso delle risorse finanziarie che contribuisce al conseguimento dell'obiettivo di pari opportunità.
Globalmente circa 4 Miliardi
di euro provenienti dal FSE in
Europa sono riservati a questo
obiettivo, nel rispetto delle specificità di ogni paese. Per l'Italia
l'impegno del FSE è pari al 10%
delle proprie risorse: circa 798
Milioni di euro sono esplicitamente dedicati alle pari opportunità. L'impegno finanziario del
FSE, uguale in termini percentuali a quello della Germania,
colloca l'Italia tra i primi 6 Paesi
in Europa: l'Austria ha destinato
l'11% delle proprie risorse, la
Grecia e l'Irlanda ne hanno destinato il 12%, mentre e la Svezia il 15%.L'Italia occupa un posto importante non solo per la ripartizione delle risorse tra le diverse priorità strategiche, ma
anche per gli strumenti organizzativi a sostegno della strategia
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PER QUANTO RIGUARDA L'OCCUPAZIONE
FEMMINILE IL NOSTRO MERCATO
DEL LAVORO NON HA ANCORA
della selezione dei
decisa. Tra questi, a
progetti. Segnali potitolo di esempio, si ciUNA POSIZIONE ALL'AVANGUARDIA
sitivi, provengono
ta la costituzione dei
comunque da alcune
Gruppi Tecnici di suprealtà nelle quali la
porto ai due QCS Ob 1
e 3, analogamente a quanto è sibili e apprezzati solo a parti- seconda tornata di bandi ha testato fatto solo da altri 6 paesi: re da questa fase. In generale, nuto conto dei caratteri di forte
Grecia, Spagna, Irlanda, Porto- la principale criticità emersa ri- innovazione della nuova progallo, Svezia e Regno Unito, guarda il fatto che la strategia grammazione.
L' avvio un po' tardivo di alnonché l'inserimento degli attori per le pari opportunità è stata
impegnati nella parità tra i com- certamente condivisa in termi- cuni strumenti di accompaponenti dei Comitati di sorve- ni generali ma è stata definita gnamento e di indirizzo previglianza (CdS), analogamente a solo nelle grandi linee, spesso sti dalle azioni di sistema e di
quanto è stato fatto solo da altri secondo un approccio top- assistenza tecnica sono impu5 Paesi: Germania, Grecia, Spa- down, originato prevalente- tabili alla opportunità di procemente dalla Commissione eu- dere ad un ulteriore affinamengna, Svezia e Regno Unito.
Tutto ciò assume un signifi- ropea e non ancora adeguata- to della programmazione diretcato particolare a causa della mente e sufficientemente me- to a identificare con maggiore
situazione di partenza dell'oc- tabolizzato da tutte le Autorità precisione le azioni prioritarie,
a volte anche a discapito di alcupazione femminile che di- di gestione.
Le strategie di intervento, cune scadenze previste.
versamente, situa il Paese in
La imminente convocaziouna posizione non all'avan- definite nelle grandi linee nei
Programmi Operativi (PO) non ne dei due Gruppi Tecnici per
guardia in Europa.
sempre hanno trovato ade- le Pari opportunità consentirà
guata espressione nei Comple- di fare il punto della situazione
L'avvio della fase
menti di programmazione e di recuperare le incertezze
di attuazione
L'anno 2001 ha rappresen- (CdP); i primi bandi di gara che hanno caratterizzato la fatato un anno di impostazione manifestano una coerenza de- se iniziale e l'amministrazione
e di avvio della graduale, e non crescente rispetto alle dichia- centrale proporrà di concordafacile, edificazione dei pilastri razioni presenti nei PO e nei re con le regioni lo sviluppo
dell'edificio che dovrebbe con- CdP e spesso il conseguimento delle azioni di sistema e delle
sentire l'attuazione degli obiet- di obiettivi di pari opportunità altre attività sulle quali sono
tivi concordati ed è stato carat- relativamente ad iniziative già state adottate le prime initerizzato dallo svolgimento di non specifiche, è effettuato ziative.
Un primo approfondimento
un intenso lavoro preparatorio solo tramite l'inserimento di
i cui frutti potranno essere vi- criteri di premialità nell'ambito è già stato avviato sulla conci20
N.8 Gennaio 2002
liazione tra la vita lavorativa e
quella familiare, la lotta contro
la tratta e le iniziative pilota di
contrasto alla violenza domestica, la disponibilità di informazioni statistiche pertinenti
alla migliore conoscenza del
problema, il ruolo della donna
nell'ambito universitario, la
creazione della rete delle pari
opportunità destinata a collegare tutti i soggetti coinvolti sul
tema, la revisione degli strumenti di supporto per la valutazione dell'impatto in termini
di pari opportunità, un contributo alla definizione dei diversi
ruoli che gli organismi di parità
dovrebbero svolgere nella programmazione/attuazione dei
fondi strutturali, il ruolo dell'animatore delle pari opportunità e la sensibilizzazione sulle
pari opportunità. Tali argomenti verranno approfonditi
nella riunione dei Gruppi Tecnici.
Al riguardo, è particolarmente significativa e innovativa la prevista unificazione dei
Gruppi Tecnici stabiliti dai due
QCS Ob.1 e 3, strumenti importanti per consentire lo sviluppo di un dibattito e l'arricchimento delle conoscenze su
un tema che si caratterizza per
le specificità regionali, ma che
costituisce un ambito di interesse che trasversalmente coinvolge il Paese e per il cui progresso risulta indispensabile la
condivisione del dibattito.
Le sfide più importanti
Oltre al supporto dei testi
normativi (Regolamenti dei
Fondi strutturali e Trattato) il
biennio trascorso è stato importante per il rafforzamento
della dimensione occupazionale femminile, principalmente riconducibile alla Strategia
Europea dell'Occupazione. Il
Consiglio europeo di Lisbona
del marzo 2000, rafforzando
la Strategia Europea per l'Occupazione ha infatti stabilito
obiettivi politici occupazionali
europei quantificati da conseguire entro il 2010: il più importante per le donne è quello
di portare il tasso di occupazione femminile -che attualmente in Europa è pari al
53%- al 60% che per l'Italia,
considerata la sua posizione di
partenza, rappresenta un impegno molto ambizioso da
conseguire. Tali obiettivi politici dovrebbero trovare espressione nei Piani d'Azione Nazionali per l'occupazione; l'Italia,
pur avendo fissato dei target
occupazionali totali, non li ha
declinati per sesso, di conseguenza, manca l'individuazione del contributo e dell'impegno specifico che il Paese darà
al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona in termini di incremento occupazionale della
componente femminile. Inoltre, dall'analisi fatta, è risultato
che il Paese ha forti carenze
per quanto riguarda le misure
21
di accompagnamento all'occupazione femminile, il che richiede uno sforzo di potenziamento dei servizi di cura in favore dei bambini e delle altre
categorie di persone dipendenti. Il Fondo Sociale Europeo
contribuisce al conseguimento
di tali obiettivi e sarà interessante verificare nel corso di
questa annualità la coerenza
tra gli obiettivi europei e le misure adottate al livello dei singoli Stati.
Un supporto fondamentale
a tale proposito sarà anche la
Valutazione a Medio Termine,
prevista per il 2003, che fornirà l'occasione per riassestare
gli impegni assunti tenendo
conto anche degli obiettivi politici stabiliti dai 15 Stati .
Parallelamente la Strategia
Europea per l'Inclusione Sociale, precisata nel Vertice di Nizza del dicembre 2000, ha offerto lo spunto per conoscere
meglio anche la condizione
femminile del fenomeno della
povertà e dell'esclusione sociale e i risultati di questa iniziativa, che si è conclusa con l'adozione del Rapporto Congiunto
Commissione/Consiglio adottato nel dicembre del 2001,
permetteranno di individuare
nuove azioni che potranno essere inserite nel contesto dei
diversi PO.
Serena Angioli
esperta nazionale
DG Emploi
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Complemento di programmazione - Imprese in primo piano
La crescita sostenibile della Toscana
L'obiettivo è superare la frammentazione del sistema produttivo
I
l programma per lo sviluppo regionale della Toscana relativo al
periodo di programmazione
2000-2006, dopo l'avvenuta
adozione del Complemento di
Programmazione il 30 novembre
2001, è ormai avviato per molte
delle sue misure.
L'area ob.2 nella Regione Toscana interessa una superficie di
circa 10.000 km2 che rappresenta il 43% della superficie totale e riguarda una popolazione
complessiva di 1.845.924 persone (di cui 1.013.668 in area
phasing out) pari al 28,8% di
quella regionale.
Il sistema Toscana negli ultimi
anni non è stato in grado di attestarsi sui livelli di competitività
raggiunti dalle aree più avanzate
del Paese.
L'analisi strutturale dei settori
manifatturiero, turistico e delle
infrastrutture insieme allo studio
dell'evoluzione della produzione,
dell'innovazione, della Ricerca e
Sviluppo e della società dell'informazione imputano il divario registrato ad una serie di fattori diversi. In primo luogo emerge l'estrema frammentazione del sistema
produttivo ed una forte sottocapitalizzazione delle imprese; altre
cause sono da ricercare nella
specializzazione del comparto
manifatturiero nei soli settori tradizionali e nella scarsa diffusione
dell'attività innovativa che viene
svolta soprattutto attraverso processi tipo learning by doing e con
pochi sostanziali contatti con il
mondo della ricerca codificata;
ancora, sviluppo di imprese operanti nella new economy di dimensioni piccolissime e con una
capacità di offerta di servizi poco
sofisticati; infine, contribuisce al
ritardo della Toscana rispetto alle
zone italiane più sviluppate, la
minore dotazione in termini di infrastrutture economiche (soprattutto trasporti, energia e risorse
idriche).
La valutazione ex-ante ambientale, condotta dall'Autorità
Ambientale della Regione Toscana, ha individuato 40 obiettivi riferibili alle strategie e agli interventi del Docup.
Gli obiettivi sono stati poi articolati a livello di aree sub-provinciali in modo che, per ciascuna di
esse, venissero individuate le
priorità relative al miglioramento
ambientale. A livello generale, tra
i principali punti sui cui concentrare l'attenzione, vanno ricordati
quelli rappresentati dal rischio
idraulico, idrogeologico e sismi22
co; la bassa quota di rifiuti trattati; la tutela e valorizzazione delle
biodiversità e delle aree protette;
l'uso sostenibile delle risorse; la
riduzione dell'inquinamento delle
acque; l'aumento della sicurezza
nei luoghi di lavoro.
Al fine di recuperare il divario
con le realtà più avanzate del
paese, la Regione Toscana ha
adottato una strategia che consiste nell'applicazione di due principi guida che si traducono in
precisi criteri per l'allocazione
delle risorse tra i livelli operativi
del Programma.
Il primo principio consiste nel
"fare sistema" in modo da favorire
qualsiasi tipo di integrazione (intersettoriale, tra differenti soggetti istituzionali, tra imprese, fra sistemi locali, ecc.). Il secondo è
quello dell'innovazione e qualificazione sulla base di uno sviluppo sostenibile per valorizzare la
competitività delle produzioni regionali perseguendo la sostenibilità della crescita.
Le scelte strategiche, nel
Docup, vengono articolate in
funzione delle principali problematiche emerse dall'analisi di
contesto in relazione alle aree
geografiche omogenee, tenendo anche conto delle priorità
N.8 Gennaio 2002
Docup Toscana 2000/2006 (in euro)
Assi
prioritari
Costo
totale
Totale
contributi
nazionali
Contributo
dello Stato
Contributo
della
Regione
Contributo
altri
Enti Locali
Risorse
private
Asse 1
492.318.980 119.133.663 367.026.876
357.400.992
Asse 2
443.540.313 148.414.178 295.126.135
153.098.327
0
9.625.884
6.158.441
0
142.027.808
Asse 3
183.810.975
0
45.994.680
48.341.912
41.480.396
0
6.950.001
6.950.001
0
0
0
1.133.570.268 322.491.827 804.920.000
563.444.000
48.341.912
193.134.088
6.158.441
Assistenza 13.900.000
tecnica
Totale
Contributo
comun.rio
47.993.987 135.816.988
6.949.999
trasversali accordate agli aspetti ambientali e di quelle concernenti il rispetto del principio
delle pari opportunità.
Per l'area costiera (caratterizzata da fenomeni di deindustrializzazione derivanti dal declino
della grande impresa) l'opzione
prioritaria è rappresentata dalla
promozione di interventi che favoriscono l'ulteriore crescita e
qualificazione del settore turistico che dovrà però essere strettamente collegata a maggiori possibilità di fruizione dei beni culturali e ambientali presenti nelle
zone interessate.
Per le aree caratterizzate dalla
presenza di piccole e piccolissime imprese la strategia è promuovere lo sviluppo aziendale
sia attraverso incentivi che aiutino il semplice incremento dimensionale e stimolino l'utilizzo
di servizi innovativi, ma anche
attraverso la realizzazione di interventi di tipo infrastrutturale
volti a favorire le economie esterne delle imprese (infrastrutture
insediative, intermodali e di tra-
sporto marittimo).
Per quanto riguarda le zone a
più elevata vocazione rurale la
priorità viene accordata agli interventi volti alla promozione del
turismo, alla qualificazione commerciale, al sostegno delle imprese di produzione di manufatti
tipici, alla realizzazione di infrastrutture miranti a valorizzare le
caratteristiche rurali del territorio
(parchi e aree protette) e, infine,
a interventi relativi alla società
dell'informazione.
Per le aree urbane si parte
dalla realizzazione di infrastrutture sociali destinate all'inclusione
e al reinserimento nel contesto
sociale di soggetti in stato di soggettiva difficoltà o inquadrabili
nei fenomeni di nuova povertà.
Vengono inoltre promossi l'utilizzo dei servizi collegati alla società
dell'informazione, gli interventi
relativi agli esercizi di vicinato, e i
sistemi (o "centri") commerciali
naturali. L'obiettivo di accrescere
e riqualificare l'occupazione in
una prospettiva di sviluppo sostenibile sorretta da processi d'in23
novazione è affidato a tre assi
prioritari di intervento.
Sviluppo e rafforzamento
delle PMI
Creazione di nuove imprese
con particolare attenzione a
quelle promosse da donne e
giovani, relative ad attività ambientali e operanti in comparti
innovativi. Consolidamento
patrimoniale delle imprese sia
attraverso la promozione di
strumenti finanziari innovativi
che tradizionali. Infine, qualificazione dell'offerta turistica attraverso la realizzazione di
strutture complementari
Qualificazione territoriale
Potenziamento delle infrastrutture per i sistemi produttivi e
sviluppo delle infrastrutture sociali e per la formazione.
Ambiente
Realizzazione degli interventi
di bonifica e recupero dei siti inquinati e delle aree industriali
dismesse.
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N.8 Gennaio 2002
Sette priorità per rafforzare l'Unione Europea
Il problema della sicurezza diventa prioritario
La lotta al terrorismo entra nella Strategia politica annuale del 2002
A
lle 6 priorità identificate dalla Commissione eu- l'allargamento. Proprio nel 2002 si chiuderanno i
ropea nell'ambito della Strategia politica an- negoziati di adesione con i paesi candidati già
nuale per il 2002, per garantire le migliori condi- pronti. Altro punto caldo è rappresentato dal rafforzioni di crescita e sviluppo dell'Unione, ne è stata zamento dei rapporti dell'Europa con gli altri paesi
aggiunta un'altra che ha tristemente conquistate le del Mediterraneo per assicurare pace e collaborazione. Infine, non certo per importanza, tra le prioprime posizioni.
Si tratta dell'emergenza terrorismo, occorsa do- rità per il 2002 la Commissione ha individuata la
po i fatti dell'11 settembre, rientrante nella più va- cooperazione allo sviluppo sottolineando, in particolare, gli aspetti legati alsta accezione di sicurezza
la salute e all'istruzione.
intesa anche come lotta Tra le misure per contenere
Sicurezza
alla criminalità mediante l'emergenza criminalità
Tra le misure che la
azioni sia all'interno delCommissione adotterà
l'Unione che a livello in- la Commissione adotterà un piano
per contrastare efficacemente
per combattere criminaliternazionale.
tà e terrorismo da segnaSubito dopo l'attenzio- il riciclaggio di denaro sporco,
lare quelle volte ad agevone è stata riservata al
ed estenderà il mandato di Europol
lare le autorità nella lotta
buon avvio dell'euro a
al riciclaggio di danaro
partire dal 1 gennaio
2002 che comporta l'adozione di misure in campo sporco e l'estensione del mandato di Europol; il
strutturale per il rafforzamento del mercato unico e controllo delle frontiere esterne attraverso la creazione di un sistema integrato di gestione dei confidell'unione economica e monetaria.
Al terzo posto delle priorità della Commissione ni; l'attuazione della Comunicazione del novembre
per il 2002 c'è lo sviluppo sostenibile e, quindi, la 2001 sulla protezione civile e il bioterrorismo; mimessa in campo di tutte le strategie per ottenere sure per rafforzare la sicurezza dei trasporti; propocrescita economica e maggiore occupazione con- ste d'azione sulla base del Libro Verde "Verso una
testualmente alla coesione sociale e alla protezione strategia europea di sicurezza dell'approvvigionamento energetico" in materia di sicurezza energetidell'ambiente.
Da più parti si levano voci per una semplifica- ca; azioni concrete nel campo della sicurezza delle
zione delle normative comunitarie, sulla necessità reti di telecomunicazione; sviluppo della cooperadi superare il crescente senso di estraneità verso zione multilaterale nel campo delle relazioni esterl'Europa. L'anno in corso vedrà i servizi della Com- ne; attività di aiuto umanitario.
missione adoperarsi per una nuova governance Introduzione dell'euro
Il primo giorno del 2002 è arrivato un nuovo
europea che possa semplificare la vita dei cittadini
europei. Anche per questo anno uno dei principali simbolo dell'integrazione europea: monete e banobiettivi sarà l'adozione di misure per promuovere conote nella nuova divisa comunitaria sono diven24
tate una realtà per circa 300 milioni di cittadini europei. Il passaggio epocale dalle monete nazionali a quella unica europea ha
impegnato ed impegnerà ancora
molto la Commissione. La prima
scadenza sarà la valutazione
delle conseguenze che il passaggio all'euro ha comportato.
Verranno inoltre definiti i
principi di politica economica
degli Stati della zona dell'euro,
un codice di comportamento a
cui tutti dovranno attenersi. Gli
Stati interessati verranno continuamente monitorati e la Commissione preparerà regolarmente delle relazioni. E' prevista una
nuova proposta sulle offerte
pubbliche di acquisto; azioni per
combattere le falsificazioni, un
nuovo quadro giuridico per il
commercio elettronico; la modernizzazione degli appalti pubblici; l'adozione di una Comunicazione sulla strategia della politica dei consumatori.
Sviluppo sostenibile
Per la prima volta la relazione
di sintesi per il Consiglio europeo
di Barcellona comprenderà la dimensione ambientale a significare quanta importanza abbia
acquistata la qualità della vita
dei cittadini europei, in tutti i
suoi aspetti. Lo sviluppo sostenibile rappresenta per l'Unione Europea una priorità trasversale.
Dal punto di vista economico la
Commissione continuerà ad applicare l'agenda di sviluppo di
Doha, i nuovi negoziati commerciali avviati nel 2001; verrà ef-
fettuato un esame intermedio
della politica agricola comune;
sono in preparazione proposte
per la riforma della politica comune della pesa; saranno presentati una Comunicazione per
una strategia comunitaria sulla
salute e sicurezza sul lavoro e il
nuovo Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico.
In materia di qualità della vita
verranno adottate azioni per l'attuazioni del Sesto Programma di
azione ambientale 2001-2010;
allo studio una strategia integrata per i trasporti; ci sarà inoltre
l'inaugurazione dell'Autorità europea per gli alimenti.
Governance europea
In base ai risultati della consultazione pubblica relativa al
"Libro bianco sulla governance"
verrà proposto un piano di azione per il miglioramento della regolamentazione e la semplificazione delle normative; saranno
formulate proposte per informare efficacemente i parlamenti
nazionali sull'attività della Comunità; ci sarà l'introduzione di
nuove norme sulla concorrenza;
si prevedono semplificazioni per
il riconoscimento reciproco delle
qualifiche professionali e l'attuazione, nei tempi programmati,
del piano d'azione e-Europe
2002.
Allargamento
Quello del 2002 è il quinto
allargamento della storia della
Comunità europea, ma il più importante per estensione. Nel primo semestre verranno conclusi i
25
negoziati di adesione dei paesi
pronti ad entrare nell'UE e, entro
la fine dell'anno, ci sarà la presentazione del documento sulla
strategia dell'allargamento e l'attuazione di una strategia della
comunicazione per informare
l'intera UE ed i paesi candidati
sui processi in corso. La Commissione continuerà a vigilare
sul potenziamento delle istituzioni nei paesi candidati, sull'utilizzo dello strumento di preadesione ISPA e sull'adozione del
programma di aiuto all'agricoltura e allo sviluppo rurale (SAPARD).
Il Mediterraneo
Al fine di un ulteriore impulso
al processo di Barcellona verso
un nuovo spirito di partenariato
tra l'Unione e i paesi vicini del
Mediterraneo, verranno stimolati investimenti e progetti comuni
di sviluppo nel Mediterraneo e la
creazione di un mercato EuroMed funzionante; la Commissione continuerà a rafforzare il ruolo
dell'UE nel processo di pace in
Medio Oriente.
Cooperazione allo sviluppo
La Commissione continuerà i
suoi sforzi per combattere la povertà attuando un programma
d'azione contro la diffusione delle malattie infettive; proponendo
un nuovo regolamento sull'aiuto
alla cooperazione ai paesi dell'Asia e dell'America Latina e presentando proposte in merito alla
posizione dell'UE alla Conferenza delle Nazioni Unite sul finanziamento allo sviluppo.
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N.8 Gennaio 2002
Controllo finanziario degli interventi contro il rischio di irregolarità
Esperienza e gestione delle risorse
S
econdo l'art. 274 del trattato
UE, sia la Commissione nell'esecuzione del bilancio che gli Stati membri nell'utilizzazione delle
risorse comunitarie devono conformarsi ai principi di sana gestione finanziaria. E conseguentemente l'art. 23 del Reg.4253/88
del Consiglio, modificato dal
Reg.2082/93 sempre del Consiglio, ai fini della realizzazione degli interventi a scopo strutturale,
ha imposto agli Stati membri di
adottare misure necessarie a verificare la corretta attuazione delle
azioni cofinanziate, a prevenire e
sanzionare le irregolarità, a recuperare i fondi persi a causa di abusi e negligenze.
In particolare, la disposizione
ha previsto l'introduzione di modalità dettagliate di applicazione
"non appena" entrato in vigore il
Regolamento stesso.
Peraltro, tale incombenza è
stata adempiuta solo a metà dell'arco temporale relativo alla programmazione 1994-1999 mediante Reg.2064/97 della Commissione del 15 ottobre 1997.
Va osservato che a quella data
il ciclo programmatorio era comunque già in corso di realizzazione sulla base delle tradizionali
strutture organizzative di gestione e di controllo degli interventi
proprie del nostro ordinamento
giuridico.
Ed invece la ricordata normativa comunitaria, nel perseguimento dell'obiettivo di un miglior
controllo delle azioni secondo
una sana gestione finanziaria, è
venuta ad introdurre nuove regole, definendo:
• i principi cui devono ispirarsi i sistemi di gestione e di controllo degli Stati membri
• l'oggetto dei controlli, costituito dai sistemi di gestione e
controllo utilizzati, dalle dichiarazioni delle spese effettivamente
sostenute ai vari livelli, da almeno il 5% della spesa totale sovvenzionabile
• le relative modalità, secondo le quali i controlli vanno ripartiti su tutto il periodo di realizzazione dell'intervento e utilizzando
una pista di controllo adeguata in
base al metodo di campionamento nonché all'analisi dei rischi
• la loro funzione, consistente
nella verifica, tra l'altro, della conformità della natura e dei tempi
degli impegni e dei pagamenti alle prescrizioni, alle caratteristiche
fisiche approvate per il progetto
nonché ai lavori effettivamente
eseguiti; della corrispondenza
della destinazione, effettiva o
prevista dal progetto, a quella descritta nella domanda di cofinan26
ziamento; del rispetto dei limiti
fissati ai contributi dalle disposizioni comunitarie e dal loro pagamento ai beneficiari finali senza
decurtazioni o ritardi ingiustificati oltre che della effettiva disponibilità del cofinanziamento nazionale
• la necessità, ai fini della
chiusura dell'intervento, del rilascio da parte di un organismo, indipendente rispetto al servizio responsabile della realizzazione, di
un attestato che riassuma le risultanze dei controlli eseguiti precedentemente e valuti globalmente il fondamento della domanda di saldo nonché la legittimità e la regolarità delle corrispondenti operazioni.
Come appare evidente, le richiamate disposizioni hanno imposto la sostituzione delle precedenti strutture operative delle nostre Amministrazioni con nuovi
modelli comunitari essenzialmente fondati su base funzionale
ed in posizione di reciproca indipendenza.
E tale revisione organizzativa
ha dovuto inevitabilmente inserirsi nella tempistica già fissata
nei documenti di programmazione per l'attuazione delle azioni (i
noti termini per l'assunzione degli
impegni di spesa, per l'effettuazione dei pagamenti e per la
chiusura degli interventi).
Era prevedibile, quindi, un
impatto piuttosto forte delle innovazioni introdotte sul sistema con
il quale la programmazione era
stata avviata. Ma ciò solo nella
fase iniziale, dovendosi presumere un successivo rapido adeguamento anche in virtù della attività divulgativa, di coordinamento e interpretativa svolta istituzionalmente dalle strutture organizzative del Ministero del tesoro (in particolare l'IGRUE).
Al contrario, secondo i dati
trasmessi proprio dall'IGRUE alla
Commissione alla fine di giugno
dello scorso anno, è risultata una
diffusa inottemperanza delle
Amministrazioni responsabili degli interventi non solo nell'effettuazione delle verifiche in loco,
ma addirittura nella istituzione
delle stesse strutture di controllo
e di certificazione specificamente
richieste dalla normativa comunitaria. La situazione così accertata è apparsa allarmante, atteso
che a quella data le scadenze del
31 dicembre 2001 e del 30 giugno 2002 - rispettivamente stabilite per l'esecuzione dei pagamenti e per la chiusura degli interventi 1994-1999 - erano
prossime.
La mancata valutazione, da
parte di numerose Autorità di gestione, del carattere rigoroso delle scadenze fissate dalla normativa e nei documenti programmatori è resa evidente dal fatto che,
per esempio, un'amministrazione regionale ha chiesto alla Com-
missione, alla fine di agosto
2001, di poter assumere l'impegno di spese, derivanti dalle convenzioni e contratti stipulati per
l'attuazione del Reg. 2064/97
nel periodo 2000/2001, senza
addurre alcun specifico motivo al
riguardo. Invece, è noto che le
domande di proroga, per potere
essere accolte, devono essere
giustificate da errori imputabili
alla sola Commissione oppure da
casi forza maggiore.
Quindi, il rischio di future
soppressioni totali o parziali dei
contributi comunitari, conseguenti alla non corretta attuazione del Regolamento in esame,
costituisce una spada di Damocle che potrebbe falcidiare rilevanti risorse finanziarie concesse
al nostro Paese nell'ambito della
programmazione 1994-1999.
Quanto finora osservato, poi,
rappresenta un ulteriore stimolo
a correttamente operare nell'ambito del controllo finanziario sugli
interventi 2000-2006, soprattutto in considerazione del perfezionamento degli istituti e delle
procedure apportato in merito
dal Reg.1260/99 del Consiglio e
dal Reg.438/01 della Commissione. Né possono ovviamente
valere a tale riguardo le critiche
che hanno accompagnato, nel
corso del precedente ciclo programmatorio, la ritardata introduzione del Reg.2064/97.
Invero, l'esperienza acquisita
nell'attuazione di quest'ultimo
dovrebbe essere di orientamento
per una sempre più corretta, effi27
ciente ed efficace gestione delle
azioni cofinanziate nel nuovo periodo. Peraltro, lo stadio iniziale
di applicazione della recente normativa comunitaria in materia ha
evidenziato, da un lato, la tempestiva adozione, da parte dell'IGRUE già nel mese di marzo
2001, delle "Linee guida per l'organizzazione dei sistemi di gestione e controllo e per la predisposizione delle piste di controllo" in esecuzione dell'art.2 par.1
del Reg.438/01; dall'altro, la
predisposizione e trasmissione,
da parte di varie Amministrazioni
responsabili degli interventi, della relazione circa la strutturazione dei sistemi di gestione e controllo ben oltre i termini stabiliti
dall'art.5 par.1 del citato Regolamento.
In proposito, è da ricordare
come il Reg.438/01 attribuisca
particolare importanza alla informativa riguardante l'organizzazione dei singoli sistemi di gestione e controllo delle risorse destinate a scopi strutturali, informativa funzionalmente connessa con
aspetti di regolarità, legalità e
ammissibilità delle spese da rendicontare. Ciò anche al fine di
evitare o comunque ridurre il rischio di irregolarità sistematiche,
cui corrisponde il potere della
Commissione di operare rettifiche finanziarie mediante l'estrapolazione ovvero su base forfettaria (Reg.448/01).
Cons.Franco Franceschetti
Sezione di controllo per gli Affari comunitari ed internazionali
E
U R O P A
S
N E W S
"Più Europa" nel semestre spagnolo
Rafforzamento, sviluppo e condivisione del progetto europeo
in primo piano nei programmi della nuova presidenza del Consiglio Ue
D
al primo gennaio fino al 30
giugno 2002, la Spagna
avrà la presidenza del Consiglio dell'Unione Europea per la
terza volta, in coincidenza con
l'introduzione dell'euro in dodici Stati membri e con la conclusione di una nuova fase del
processo di allargamento. Ha
preso il posto del Belgio e lo lascerà, fra sei mesi, alla Danimarca.
Il consolidamento dei valori di libertà, democrazia e il riconoscimento dei diritti umani
nello spazio dell'Ue rappresentano i pilastri fondamentali di
uno scenario che richiede però
ancora tanto lavoro ed impegno. Il motto con cui la Spagna
ha aperto il semestre della sua
presidenza "Mas Europa" più
Europa, ha essenzialmente
due significati: la volontà di
dare all'Ue il giusto posto nelle
relazioni internazionali e l'europeismo della Spagna.
La filosofia che animerà il
semestre si basa sul consolidamento e la progressione del
progetto europeo e dei valori
che milioni di persone si trovano, per la prima volta, a condividere e, nello stesso tempo,
sulla necessità di concentrare
gli sforzi nella lotta al terrorismo, emergenza non più procrastinabile dopo i fatti dello
scorso 11 settembre. Elemento fondamentale, su cui poggiare i prossimi sei mesi di lavoro, è il consenso di tutti i cittadini d'Europa.
A questo scopo verrà incoraggiato il loro coinvolgimento
nella attività della Presidenza,
senza il quale, per gli spagnoli,
è impensabile una reale rifor-
ma dell'Unione Europea.
Sono sei gli obiettivi da centrare: lotta al terrorismo; passaggio all'euro in maniera corretta; ulteriore impulso al processo di Lisbona per una Europa più dinamica, prospera ed
al servizio dei cittadini; azioni
in favore dell'allargamento;
maggior peso dell'Europa nella
comunità
internazionale;
spinta al dibattito sul futuro
dell'Europa.
Cresce la popolazione dell'Unione europea
Oltre un milione i cittadini immigrati
NEL 2001 LA POPOLAZIONE DEGLI STATI MEMBRI È CRESCIUTA. L'aumento, anche
se lieve, risulta comunque essere il maggiore registrato negli ultimi anni ed è di
1.460.000 nuovi cittadini, per un totale, al 1 gennaio 2002, di 379.4 milioni. I cittadini della sola zona euro raggiungono i 305.1 milioni. I dati provengono dalla prima stima demografica, per il 2001, di Eurostat che fotografa uno stato di leggera crescita
dovuta in piccola parte ad un aumento delle nascite ma, soprattutto, all'afflusso di
nuovi immigrati, responsabile del 70% dell'aumento della popolazione europea con
1.05 milioni di nuovi cittadini. E' la Spagna il paese europeo che assorbe il maggior
numero di immigrati, con una quota pari al 24% del totale, seguito dall'Italia e la Germania (17%) e dal Regno Unito (15%). L'incremento naturale (nati meno morti) è
di 410 mila unità (pari all'1,1per mille) quindi, leggermente superiore all'anno precedente quando era stato registrato un incremento pari a 380 mila unità. Il numero di
nati, sempre nel 2001, nell'Ue ha raggiunto i 4.03 milioni. Il più alto tasso di nascite si
registra in Irlanda con 14.6 nati su 1000 abitanti mentre l'Italia, con il 9.4 risulta essere lo stato con il minor numero di nascite. Le morti sono state 3.62 milioni: la Danimarca guida la classifica del più alto numero di decessi con 10. 9 su 1000 abitanti,
in coda invece troviamo il Lussemburgo con l'8.3 e l'Irlanda con il 7.5. In 11 fra i 12
Paesi candidati si registra un decremento della popolazione; la mortalità risulta invece superiore a quella media dell'Ue (9.5 per mille) in 8 dei 12 paesi candidati.
28
»
E L E Z I O N E
N O R M A T I V A
Selezione di leggi e regolamenti
dalla Gazzetta ufficiale
delle Comunità europee
Dal 29 dicembre 2001
al 31 gennaio 2002
Decisione della Commissione
del 5 dicembre 2001 che modifica il suo regolamento interno
(2001/937/CE, CECA, Euratom)
GUCE L 345/94
del 29.12.2001
Con la presente Decisione la
Commissione adatta il proprio
regolamento al regolamento
(CE) n.1049/2001, già adottato
dal Parlamento Europeo e dal
Consiglio, relativo all'accesso del
pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e
della Commissione.
Autorizzazione degli aiuti di
Stato sulla base degli articoli 87
e 88 del trattato CE (Casi contro
i quali la Commissione non solleva obiezioni) (2001/C374/08)
GUCE C374/59
del 29.12.2001
La presente autorizzazione riguarda aiuti a favore della promozione dei prodotti tipici e per
la creazione di servizi per le
aziende agricole.
Posizione Comune (CE) n.
3/2002 definita dal Consiglio il
27 settembre 2001, in vista
della adozione della decisione
del Parlamento europeo e del
Consiglio che istituisce il sesto
programma comunitario di azione in materia di ambiente
(2002/C 4/03)
GUCE C4/52 del 7.1.2002
Con questa decisione viene istituito un programma comunitario
in materia di ambiente, della durata di dieci anni, che definisce i
principali obiettivi e priorità ambientali fondati sulla valutazione
dello stato dell'ambiente e delle
tendenze prevalenti.
Gli obiettivi corrispondono alle
principali priorità ambientali che
la comunità deve affrontare nei
seguenti settori: cambiamenti
climatici, natura e biodiversità,
ambiente e salute e qualità della
vita, risorse naturali e rifiuti.
Decisione n. 50/2002/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 dicembre 2001 che
istituisce un programma d'azione comunitaria inteso ad incoraggiare la cooperazione tra gli
Stati membri al fine di combattere l'emarginazione sociale
GUCE L10/1
del 12.1.2002-01-24
La durata del programma d'azione è compresa dal 1 gennaio
2002 al 31 dicembre 2006.
L'obiettivo è combattere l'emarginazione sociale attraverso la
migliore comprensione del fenomeno grazie a indicatori comparabili, l'organizzazione di scambi
in materia di politiche seguite e
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la promozione di reciproco apprendimento, l'adozione di approcci innovativi con la costituzione di reti a livello europeo
Risoluzione del Comitato delle
Regioni, "sulla partecipazione
delle regioni, alla convenzione
incaricata di preparare la prossima revisione dei trattati"
(2002/C 19/10)
GUCE C19/29 22.1.2002
Proposta di regolamento del
Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla concessione
di aiuti finalizzati al coordinamento dei trasporti per ferrovia,
su strada e per via navigabile
(COM(2005-C5-0402
2000/0023(COD))
GUCE C21E/318
del 24.1.2002
Risoluzione del Parlamento europeo sull'Internet di prossima
generazione: la necessità di
un'iniziativa di ricerca dell'UE
(2000/2102 (INI))
GUCE C27 E/84 del 31.1.2002
La presente risoluzione del Parlamento europeo invita la Commissione e gli Stati membri a dare
priorità ad un'iniziativa di ricerca
dell'UE sulla seconda generazione di Internet e le nuove infrastrutture di comunicazionepercreareun'economia concorrenziale.
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P A Z I O
A
W E B
Compie un anno il Qcs on line
Oltre 9 mila gli accessi a dicembre 2001, 309 le pagine consultate
I
I buoni risultati relativi agli accessi alle pal 2001 può essere definito un anno di svolta
per la comunicazione via Internet promossa gine del QCS sono, inoltre, confermati dall'indal Servizio per le politiche dei Fondi struttura- teresse suscitato presso il pubblico dagli altri
li comunitari del Minstero dell'Economia. In at- spazi web promossi dal Dipartimento per le
Politiche di sviluppo e coesione: il retuazione di precise disposizioni
centissimo sito della "Rete delle aucontenute nel "Quadro comunita- Le sezioni più
torità ambientali e delle autorità delrio di sostegno 2000-2006", è sta- frequentate
la programmazione", la altrettanto
to realizzato il 16 gennaio 2001, dai navigatori
new entry "Banca dati sui conti puball'interno del sito istituzionale "te- sono quelle relative
blici territoriali", che diffonde dati
soro.it", lo spazio web 16 intera- alla struttura
aggiornati sulla spesa pubblica a limente dedicato al QCS, che riper- dei programmi
vello regionale, ed il collaudato sito
corre le fasi di attuazione della e all'organizzazione
sulla "Selezione della normativa coprogrammazione 2000-2006, for- dei servizi preposti
munitaria", che nel mese di dicemnendo i principali documenti, e gli alla sorveglianza
bre 2001 ha registrato circa 70 mila
atti normativi, che interessano tale e al controllo
accessi.
periodo.
Anche il 2002 non sarà privo di
Recenti statistiche degli accessi, relative al mese di dicembre 2001, segnala- novità: con l'attuazione del Piano di comunicano che in quel mese lo spazio riservato al QCS zione nazionale e dei Piani relativi a ciascun
ha avuto 9.594 accessi, con un numero medio Programma operativo, l'informazione via Interdi 177 visite al giorno e di 309 pagine consul- net sarà implementata e diventerà una modalità essenziale per far conoscere le problematitate.
Le sezioni più lette sono quelle relative alla che dell'obiettivo 1 - ed anche le enormi opporstruttura dei programmi e all'organizzazione dei tunità offerte dai fondi strutturali - agli utenti di
servizi preposti alla sorveglianza e al controllo, tutto il territorio nazionale ed agli operatori inma anche le pagine che contengono dati sul- teressati.
Tra i progetti allo studio del Servizio per le
l'attuazione del QCS e dei programmi operativi,
oltre che documenti su temi specifici come lo politiche dei fondi strutturali comunitari vi è
"sviluppo locale", suscitano un notevole inte- quello di trasformare il sito del QCS in un vero
resse. Le pagine consentono, inoltre, attraverso e proprio Network dei siti regionali e nazionali
link mirati, di raggiungere i siti regionali e quel- che si occupano di programmazione comunili delle Amministrazioni nazionali, titolari dei taria, per assicurare azioni informative omoprogrammi operativi (POR e PON), di cui il QCS genee e coordinate e per dare alla comunicaè composto, ed in cui è possibile trovare ogni zione quel carattere di trasparenza e massima
indicazione utile per la presentazione dei pro- diffusione cui la recente normativa sulla pubgetti che possono essere finanziati dai fondi co- blicità dei Fondi Strutturali assegna grande importanza.
munitari.
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P P U N T A M E N T I
...è successo
• COSTITUZIONE EUROPEA
Nei giorni 7 e 8 marzo 2002 si
terrà nel Palacio de Montehermoso di Vitoria-Gasteiz in Spagna un seminario organizzato
dall' Istituto Europeo di Pubblica Amministrazione e dal Centro Europeo Regionale e con la
collaborazione del Parlamento
Basco dal titolo "I nuovi attori
nel processo di integrazione
europea: regioni, amministrazione locale e movimenti cittadini".In vista della Costituzione
Europea gli organizzatori del
seminario si propongono di apportare un contributo alla costruzione di uno schema istituzionale efficiente, trasparente e
vicino ai cittadini.
• SEMINARIO EIPA
L'Istituto Europeo di Pubblica
Amministrazione organizza
quattro seminari dal tema
"Comprendere il processo decisionale dell'Unione Europea principi, procedure e pratica".
Questi seminari si terranno a
Maastrict nei giorni: 21 e 22
febbraio, 6 e 7 giugno, 26 e 27
settembre, 21 e 22 novembre
2002. Il seminario, grazie a
una combinazione di relazioni,
studi di casi concreti e di simulazioni, si propone di mettere in
luce le pratiche inerenti il processo decisionale europeo.
INDUSTRIA E RICERCA
La Presidenza spagnola ha convocato per la prima volta, nei giorni 1 e 2 febbraio scorsi, a Girona in Spagna, una riunione informale dei ministri dell' Industria e della Ricerca. Vari ed importanti sono stati i documenti qui presentati, come quello dell'ECOFIN su ricerca e sviluppo, il Comunicato della Commissione su
Scienze di Vita e Biotecnologia - una strada per l'Europa. L'avvenimento ha permesso un fruttuoso scambio di pareri ed esperienze le più innovative , nonché di dibattito, anche da parte di
personalità del mondo dell'industria e della scienza, oltre alla
Commissione Europea .Un contributo è stato apportato anche
dalla Banca Europea degli Investimenti sull'utilizzo delle risorse
dei capitali di rischio.
Per l'Italia stata constatata la necessità di ridurre il divario la separa dagli altri principali concorrenti in campo scientifico e tecnologico. L'Unione Europea deve conseguire entro l'anno 2010,
un rendimento, nel campo della ricerca e dell'innovazione, pari o
superiore a quello dei leaders mondiali. E' pertanto necessario
definire delle condizioni quadro molto solide e creare un ambiente favorevole agli investitori anche privati in ricerca e innovazione., nonché un alto grado di dinamismo e concorrenza.
Nell'incontro è stato inoltre segnalato che le misure volte a incoraggiare la mobilità dei ricercatori e dei tecnici, e particolarmente
la mobilità intersettoriale (cioè tra centri di ricerca e industria, e
tra settore pubblico e settore privato) e transnazionale, devono
essere considerate come uno strumento di notevole peso per favorire un efficiente funzionamento dello Spazio europeo di Ricerca e Innovazione, e per creare un ambiente favorevole allo sviluppo di nuove idee e nuovi prodotti che possono trovare spazio
in un mercato europeo integrato.
SEMINARIO A MAASTRICHT
L'EIPA (European Institute of Public Administration) ha organizzato un seminario introduttivo dal titolo "European Public Procurement Rules and Policy" tenutosi a Maastricht nei giorni 31
gennaio 2001 e 1 febbraio 2002. Il seminario era rivolto ai pubblici funzionari per l'acquisizione di una maggiore conoscenza dei
regolamenti e della politica europei.
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Qcs news
Newsletter del Ministero
dell’Economia e delle Finanze
Cofinanziato dall’Unione europea con il FESR
Direzione
Ministero dell’Economia e delle Finanze
Dipartimento per le politiche
di sviluppo e di coesione
Servizio per le politiche dei fondi
strutturali comunitari
Via Curtatone 4/D - 00185 Roma
tel. 06 4457571/2
e.mail: [email protected]
Direttore Responsabile
Chiara Amadei
Coordinamento della Redazione
Orsola Barina
Progetto Grafico
Fabio Corsi
Stampa
Union Printing
viale Palmiro Togliatti 1613 - ROMA
Registrazione del Tribunale
in corso presso il Tribunale di Roma
Hanno collaborato:
Cosimo Antonacci, Serena Cianciullo, Elisa Dardanello,
Alessandra Fenocchio, Marinella Marino, Giorgio
Pugliese, Letizia Ravoni, Marco Valenti, Mirella Zanotti.
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Numero 8 - DPS - Ministero dell`Economia e delle Finanze