QCS Newsletter mensile del Ministero dell’Economia e delle Finanze a cura del Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione Ministero dell’Economia e delle Finanze Servizio per le politiche dei fondi strutturali comunitari n e w s Unione europea Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo1 2000-2006 Sempre lecite le note interpretative? . . . . . . . . . .da pag. 2 a pag. 3 Il problema si pone quando l'atto della Commissione arriva al CSRR senza che gli Stati possano esprimere il loro parere Coesione, passa la proposta italiana . . . . . . . . . . . . . . . . . .a pag. 4 Il dibattito sulla riforma della politica regionale sarà incentrato su tre temi in base alle indicazioni dei nostri rappresentanti Ambiente e sviluppo di pari passo . . . . . . . . . .da pag. 6 a pag. 7 Approvati due documenti di notevole importanza per garantire il rispetto ambientale nell'applicazione dei Fondi strutturali Pari opportunità, avanti piano . . . . . . .da pag. 19 a pag. 21 . . . . . . .da pag. 26 a pag. 27 L'obiettivo è ancora lontano, le strategie scarsamente applicate Positiva l'unificazione dei Gruppi tecnici dell'Ob.1 e Ob.3 Risorse comunitarie al riparo dai tagli L'esperienza acquisita nel precedente periodo di programmazione preziosa per il controllo finanziario degli interventi 2000-2006 Anno II - Numero 8 - Gennaio 2002 « IL TEMA DEL MESE L'interpretazione delle norme di Gilda Carbone* Il Regolamento sui Fondi Strutturali ha introdotto una nuova "filosofia" che prevede disposizioni generali comuni ai quattro tipi di fondi. L'obiettivo era uniformare la materia per evitare controversie Malgrado questo, nella fase attuativa, è spesso necessario ricorrere a norme interpretative NELLA GERARCHIA DELLE FONTI DI DIRITTO COMUNITARIO il Regolamento del Consiglio (CE) N.1260/99 - quello cioè che disciplina la normativa sui Fondi Strutturali - si pone nella categoria del cosiddetto diritto comunitario derivato, unitamente alle direttive, alle decisioni, ai pareri, nonché agli atti atipici. In quanto fonte di secondo grado, quindi, è subordinato ai trattati (diritto primario comunitario) e prevale sulle fonti di terzo grado costituite dagli atti di attuazione emanati dalla Commissione. La questione della gerarchia delle fonti è di estrema importanza poiché garantisce la omogeneità, la armonizzazione e la coerenza delle norme giuridiche emanate, nonché la unitarietà di tutto il sistema normativo, anche nel rispetto della ripartizione dei poteri, dei compiti e delle funzioni delle Istituzioni comunitarie. Il regolamento sui Fondi Strutturali, abrogando tutta la precedente legislazione vigente in materia, ha introdotto una disciplina nuova, organica ed unitaria, prevedendo disposizioni generali comuni ai quattro tipi di fondi, lasciando la normativa di dettaglio peculiare per ciascuno di essi a regolamenti specifici. Malgrado lo sforzo, senza dubbio riconosciuto ed apprezzato, di normare unitariamente la materia in modo da non lasciare adito a lacune normative o ad interpretazioni controverse, nella corrente fase attuativa, le fattispecie concrete che di volta in volta si stanno manifestando a coloro che sono chiamati a dare attuazione al Regolamento (Commissione europea, in primo luogo, e Stati membri), hanno rivelato la necessità di colmare alcuni gap normativi e di ricorrere a strumenti integrativi della normazione, quali emendamenti, interpretazioni ed applicazioni analogiche. Nel dare attuazione alle norme del Regolamento, la Commissione europea, in qualità di organo esecutivo delle disposizioni del Consiglio, elabora note interpretative, qualora riconosca l'esigenza di provvedere ad esplicitare, chiarire e puntualizzare alcune disposizioni o ad interpretarle al fine di ricomprendervi fattispecie non direttamente contemplate. Le note interpretative relative all'attuazione della normativa sui Fondi Strutturali, sono portate a conoscenza degli Stati membri in sede di Comitato per lo Sviluppo e la Riconversione delle Regioni (CSRR), costituito dai 15 Paesi dell'Unione e presieduto dalla Commissione europea. Sicuramente, l'adozione di tali atti non è il risultato di un dibattito "parlamentare", quale ad esempio si tiene in seno all'organo legislativo dell'UE, per cui avviene che le delegazioni dei vari Stati non sono chiamate ad esprimersi sull'op- 2 portunità procedurale e nel merito delle note di volta in volta presentate. Non trattandosi di interpretazione autentica (cioè formulata dallo stesso organo legislativo che ha emanato l'atto da interpretare), in base alla quale l'atto di interpretazione si colloca nella gerarchia delle fonti, con pari grado rispetto all'atto interpretato e, pertanto, ne acquista lo stesso valore e forza, relativamente alle note interpretative emanate dalla Commissione possono emergere problemi di legittimità e di efficacia vincolante. Invero, la nota interpretativa, è propriamente utilizzata se volta a spiegare più chiaramente ciò che, seppure in maniera nebulosa, è già insito nella norma giuridica. In questo senso, l'emanazione di un tale tipo di nota rimane pienamente nelle competenze dell'organo attuativo dei regolamenti del Consiglio e costituisce valido strumento per ricondurre tempestivamente la fattispecie concreta alla norma, poiché, anche attraverso, ad esempio, un'interpretazione estensiva, esplicita il dettato della norma senza mai travalicarlo. Diverso, invece, è il caso in cui la nota interpretativa intervenga su una norma, conferendole un significato differente da quello voluto dal legislatore, ovvero acquisti una valenza praeter legem, finalizzata cioè a colmare la carenza di norme ad hoc, in considerazione del fatto che la fattispecie concreta non sarebbe in alcun altro modo riconducibile alle disposizioni del regolamento. In simili ipotesi, la nota emanata è definita impropriamente "interpretativa": essa, infatti, tende a porsi in contrasto con la mens legis ovvero a sostituirsi ad essa, con la conseguenza che l'organo di attuazione, sostituendosi al legislatore, si trova quindi a travalicare le proprie competenze e ad operare con eccesso di potere. In base ai principi fondamentali della comitologia, la scienza che studia il ruolo ed i poteri delle diverse istituzioni comunitarie, con particolare riferimento al processo decisionale, delegato ad appositi comitati., gli atti di esecuzione della Commissione europea, quando non necessitano del ricorso al comitato di gestione previsto che esprima parere vincolante, sono sottoposti all'attenzione del comitato consultivo. Con tale premessa, con particolare riferimento alla materia dei Fondi strutturali, le perplessità sulla legittimità della nota interpretativa si acuiscono quando tale atto viene introdotto in sede di Comitato per lo Sviluppo e la Riconversione delle Regioni che funziona sia come comitato di gestione che come comitato 3 consultivo - sottoforma di nota informativa, cioè presentata solo ai fini di conoscenza, senza che alcuno Stato, ivi rappresentato, possa esprimere validamente il proprio parere in merito. E' evidente, quindi, che quest'ultima fattispecie di nota interpretativa presenta chiari limiti sul piano della legittimità e, di conseguenza, della inequivocabilità della relativa cogenza. Se è vero che all'attuazione di un regolamento sono legate esigenze di tempestività e di snellimento procedurale, è tuttavia necessario che di fronte ad una carenza normativa o alla necessità di emendare una norma, la questione non si ponga in termini di mera attuazione ma nei corretti termini di una ulteriore produzione normativa, di competenza dell'organo legislativo preposto.La tutela prevista nei casi di emanazione di atti illegittimi è costituita dal ricorso alla Corte di Giustizia delle Comunità europee ai fini dell'annullamento, con la precisazione che il requisito della vincolatività richiesto per impugnare l'atto in questione è da intendersi in senso sostanziale e non formale, cioè a prescindere dal fatto che la denominazione utilizzata per l'atto in questione faccia riferimento a fonti tipizzate dai trattati, quali regolamenti, decisioni e direttive. *Esperta del Servizio Fondi strutturali comunitario » N O T I Z I E I N B R E V E N.8 Gennaio 2002 POR e PON all'attenzione del Comitato di Sorveglianza I giorni 5 e 6 febbraio si è svolto il primo Comitato di Sorveglianza del QCS obiettivo 1, 2000-2006, dell'anno appena cominciato. Nove sono stati i punti in discussione. In primo luogo e di particolare interesse, lo stato di attuazione dei POR e dei PON con la verifica dei risultati del monitoraggio finanziario al 30 settembre 2001, la verifica dello stato di attuazione procedurale e i dati relativi alle certificazioni di spesa; al secondo punto dell'ordine del giorno, lo stato degli adempimenti al 31 dicembre 2001, in particolare quelli relativi ai Piani settoriali (Società dell'Informazione, Innovazione e Trasporti), la scelta del Valutatore indipendente, gli Indicatori di risultato ed impatto, il tema del Controllo e quello dell'attività svolta dalla Rete Ambientale e dai diversi Gruppi di lavoro già costituiti (Società dell'Informazione, Innovazione e Sviluppo, Pari opportunità, Risorse Umane, Trasporti, Ammissibilità della spesa, Beni Culturali) e la contemporanea istituzione di altri quattro (Snellimento delle Procedure, Agricoltura, Internazionalizzazione, Pe- sca); è stato presentato il Piano di Comunicazione; è stato anche esaminato l'aggiornamento dello stato di attuazione della Programma- La Programmazione 1994-1999 al vaglio del Gruppo di Valutazione zione 1994-1999. Nel prossimo numero verranno riportati i contenuti delle decisioni e delle analisi concernenti i principali punti. Politica Regionale europea, al via lo schema di riforma italiano LA COMMISSIONE EUROPEA RECEPISCE la proposta italiana d'impostazione del dibattito sulla riforma della politica regionale, sottolineando l'impegno del nostro paese in tal senso. E' stato, infatti, abbandonato l'iniziale schema, che prevedeva l'organizzazione di undici seminari, e cioè un seminario per ciascuna delle priorità indicate dalla Commissione nel Secondo Rapporto sulla coesione (regioni meno sviluppate, tematiche urbane, diversificazione delle aree rurali, cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale, aree in fase di ristrutturazione industriale (ob.2), aree che presentano svantaggi geografici o naturali, nuovi e migliori posti di lavoro, sostenere la "nuova economia" e la società della conoscenza, promuovere l'inserimento sociale, pari opportunità), che si sarebbe tradotto in un'eccessiva frammentazione della discussione a favore di un loro raggruppamento in tre aree tematiche - quelle territoriali, sociali e della governance - per finalizzare l'approfondimento nella logica della coesione economica e sociale, che è alla base del principio di unificazione europea. Negli ultimi mesi, i rappresentanti italiani avevano ripetutamente, e in diverse sedi, richiamato l'attenzione sulla necessità di focalizzare il dibattito attorno a non più di quattro filoni di argomenti. E ciò per declinare più compiutamente le priorità emerse nel contesto delle politiche proprie a ciascuna di esse. Una concentrazione questa particolarmente necessaria, anche sul piano organizzativo, per i ristretti tempi a disposizione da qui a fine 2003, quando dovrà uscire il Terzo Rapporto sulla coesione. La Commissione, tenuto conto anche del consenso sulla proposta di altri paesi, nel fare propria l'indicazione italiana, ha portato a tre le aree tematiche del dibattito. E' quindi auspicabile che ciò contribuisca a raggiungere risultati più chiari e concreti per le scelte future. 4 Il Gruppo tecnico di Valutazione riunisce periodicamente a Bruxelles l'Unità di Valutazione della DG Regio (Commissione Europea) e due rappresentanti per ogni Stato Membro al fine di discutere questioni rilevanti per la Valutazione degli interventi dei Fondi Strutturali nelle Regioni Obiettivo 1, 2 1994/1999. Il 18 gennaio 2002 si è svolta a Bruxelles la seconda riunione del Gruppo nella quale sono state presentate, dai valutatori indipendenti scelti dalla Commissione Europea, gli schemi che verranno utilizzati per le valutazioni ex-post dei programmi 19941999 per l'obiettivo 1 e 2. I risultati della valutazione consisteranno, sia per l'ob.1 che per l'ob.2, in dodici rapporti riferiti ai singoli Stati membri ed in un rapporto di sintesi generale a livello Europeo. Per l'ob.2 sono state scelte anche 29 regioni sulle quali l'analisi di efficacia, efficienza ed impatto sarà più approfondita. Attualmente per l'Italia sono state selezionate il Piemonte e la Toscana, ma è stato proposto di estendere l'analisi anche ad almeno una Regione di dimensioni ridotte. Un secondo punto all'ordine del giorno ha riguardato un documento presentato dalla Commissione sull'analisi di "valore aggiunto Comunitario". Questo con- cetto, fin'ora utilizzato quale giustificativo per l'utilizzo dei Fondi Strutturali nei singoli Paesi (la spesa deve avere un beneficio diretto sulla crescita, competitività e sull'occupazione nelle Regioni), diventerà sempre più importante in vista della futura riforma delle politiche di coesione per il periodo successivo al 2006. La Commissione intende effettuare una valutazione sul valore aggiunto che riguarderebbe sia il periodo La valutazione L'AZIONE COMUNITARIA è sottoposta a tre tipi di valutazione, ex ante, valutazione intermedia e ex post, per determinare l'efficacia degli interventi strutturali. La valutazione ex ante: rappresenta la base per la preparazione dei piani degli interventi e del complemento di programmazione. Analizza i punti di forza e di debolezza dei piani. La valutazione intermedia: è effettuata da un valutatore indipendente, in genere dopo tre anni l'approvazione del QCS e riguarda i primi risultati e la pertinenza degli interventi nonché il grado di conseguimento degli obiettivi. La valutazione ex post: è ultimata dopo tre anni dalla fine del periodo di programmazione ad opera di un valutatore indipendente e mira a rendere conto dell'efficacia degli interventi, del corretto impiego delle risorse. 5 1994-1999 sia l'inizio del periodo 2000-2006: i risultati dovrebbero essere pronti entro la fine del 2002. Nel 2001 la Commissione Europea ha lanciato un bando di gara per l'aggiornamento delle Linee Guida sull'analisi Costi/Benefici per i grandi progetti cofinanziati dai Fondi Strutturali nel 2000/2006. Tale lavoro, coordinato da un gruppo di riflessione interno alla Commissione stessa, dovrebbe essere pronto per la primavera del 2002. Vista la tematica molto delicata la Commissione Europea si è resa disponibile a discutere il documento con gli Stati membri prima della sua pubblicazione. Ultimo argomento toccato è stata la Valutazione intermedia riferita alla programmazione 20002006. La Commissione Europea ha fatto un plauso al nostro Paese sia per il buon livello delle Linee Guida Nazionali che riprendono i principi comunitari, sia per l'aggiudicazione delle gare per i Valutatori Indipendenti delle regioni obiettivo 1, sia per lo stato della costruzione della capacità valutativa all'interno del nostro Paese. Al termine della riunione la DG Regio ha informato che nella primavera del 2003 si terrà la Quinta Conferenza sulla Valutazione per le Politiche Strutturali a cui gli Stati sono invitati a collaborare. Q C S N E W S N.8 Gennaio 2002 PROGRAMMAZIONE 2000-2006 - La Rete per uno sviluppo sostenibile Mezzogiorno alla sfida ambientale I l tema dell'integrazione tra ambiente e sviluppo è di particolare rilevanza nel Mezzogiorno dove, a fronte della maggior concentrazione di risorse pubbliche per lo sviluppo, si registrano i problemi ambientali più acuti: quasi metà dei comuni sono classificati a rischio idrogeologico alto o molto alto; circa il 98% dei rifiuti solidi urbani sono abbandonati in discariche, solo l'1,4% dei rifiuti (contro una media nazionale del 9,4%) sono soggetti a raccolta differenziata. Il QCS individua nella "Rete nazionale delle autorità ambientali e della programmazione dei Fondi Strutturali comunitari" l'organismo chiave per l'integrazione delle considerazioni ambientali nell' applicazione dei Fondi. La Rete riunisce i rappresentanti delle autorità ambientali nazionale e regionali (comprese le Regioni dell' Obiettivo 2), delle autorità di gestione degli interventi nazionali e regionali, delle amministrazioni nazionali capofila di ciascun Fondo, delle amministrazioni centrali titolari di linee di intervento incluse nell'ambito dei programmi operativi regionali, dei servizi della Commissione europea. Il coordinamento della "Rete" è posto sotto la responsabilità del Ministero dell'Economia, Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione, Servizio per le politiche dei Fondi strutturali comunitari, di concerto con il Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio. Istituita formalmente nel corso del periodo di programmazione precedente, la "Rete" ha avuto difficoltà ad intervenire con efficacia nell' attuazione del QCS 1994-1999. Il QCS 20002006 pone dunque notevole enfasi sulla necessità di una sua effettiva attivazione per il ciclo di programmazione in corso, e dà alla Rete un ruolo strategico di elaborazione e condivisione di criteri e di metodologie attinenti agli aspetti ambientali delle azioni dei Fondi strutturali. Lo scorso 8 gennaio si è tenuta la riunione plenaria della Rete nel corso della quale, fra l'altro, sono stati approvati due documenti, elaborati nel corso del 2001, di notevole importanza dal punto di vista dei processi e delle metodologie necessarie a garantire una reale integrazione degli aspetti ambientali nell'applicazione dei Fondi Strutturali. Il primo documento propone delle "Linee guida per i piani 6 operativi di cooperazione tra autorità ambientali e autorità di programmazione". L'idea di partenza è che l'integrazione degli aspetti ambientali nell'applicazione dei fondi richiede un approccio sistematico alla cooperazione tra i soggetti istituzionali coinvolti, in particolare l'Autorità di Gestione di ciascun Programma Operativo, e l'Autorità Ambientale competente. La Rete propone quindi indicazioni per la redazione di documenti "Piani Operativi di Cooperazione Sistematica" (POCS) - in cui plasmare i punti salienti della cooperazione sistematica che si propone di stabilire tra tali soggetti istituzionali. Il secondo documento elaborato dalla Rete contiene degli "Indirizzi Tecnici e Metodologici per la Valutazione Ambientale dei Programmi Operativi". Si propone di individuare opzioni metodologiche per assicurare l'adeguata considerazione degli aspetti ambientali lungo tutto l'arco delle fasi di programmazione e attuazione degli interventi, in particolare sugli snodi chiave della valutazione ex ante ed intermedia dei Programmi Operativi, e della selezione dei progetti. Il documento si articola in tre sezioni. La prima è dedicata all' aggiornamento della valutazione ex ante ambientale, che il QCS prevede debba essere effettuato entro il 31.12.2002. Il documento individua sia delle modalità di scelta degli indicatori da quantificare in via addizionale, rispetto alla prima versione della valutazione ex ante, sia i possibili meccanismi di collaborazione tra l'Autorità ambientale e l'ANPA o l'ARPA di riferimento, da attivare per la realizzazione dell' aggiornamento. La seconda sezione sviluppa una metodologia generale per definire criteri di valutazione e selezione di progetti in funzione di determinati requisiti di sostenibilità ambientale la illustra, mediante schede, applicandola ad una casistica ampia di progetti, articolata sui vari settori di intervento previsti dal QCS. L'ultima sezione è dedicata all'integrazione degli aspetti ambientali nella valutazione intermedia dei Programmi Operativi. L'approccio proposto è quello di individuare quesiti ed attività di valutazione specifici delle tematiche ambientali per ciascuno dei momenti del processo di valutazione, così come definiti dal documento "Linee guida per la valutazione intermedia dei pro- grammi operativi", predisposto dall'Unità di Valutazione degli Investimenti Pubblici (UVAL) del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Nella sua prima riunione del 2002, il plenum della Rete ha individuato, inoltre, aree di priorità per il suo lavoro dei prossimi mesi. Tra queste, l'elaborazione di metodologie per la valutazione ambientale dei Progetti Integrati e l'individuazione di meccanismi istituzionali di coordinamento e cooperazione per l'applicazione di tali metodologie. Tale linea di attività riveste una particolare importanza, dato il volume considerevole di risorse che diversi Programmi Operativi impiegheranno attraverso Progetti Integrati (la Sicilia ad esempio ha stabilito che circa il 36% delle risorse del POR verrà assegnato a progetti integrati). Questi i principali obiettivi finora raggiunti dalla Rete. Per quanto riguarda le prossime fasi dell' attuazione del QCS, vale la pena segnalare due punti nodali dai quali si potranno trarre indicazioni importanti circa la capacità della programmazione di produrre risultati sul piano della qualità ambientale dello sviluppo. Sullo sfondo c'è il tema della 7 spesa: il profilo finanziario del QCS prevede un' accelerazione degli impegni a partire dal 2002, il che implica un aumento del numero di bandi che dovranno essere avviati nei prossimi mesi per non incorrere nel disimpegno automatico. In secondo luogo è da tener presente che, ad un aumento delle attività progettuali, farà seguito un carico di lavoro crescente per le Autorità Ambientali, per valutare efficacemente le implicazioni dal punto di vista ambientale degli interventi messi a bando. I prossimi mesi saranno dunque un test importante per valutare se gli strumenti elaborati dalla Rete potranno contribuire, da un lato, a rendere più agevole l'interazione tra i soggetti istituzionali chiamati ad assicurare l'integrazione dell'ambiente negli interventi di attuazione del QCS e, dall' altro, a fornire alle Autorità Ambientali strumenti tanto metodologicamente solidi quanto adatti a rispondere tempestivamente a domande puntuali su come rendere sostenibili, dal punto di vista ambientale, gli interventi cofinanziati dai Fondi Strutturali. Raffaello Cervigni Uval Q C S N E W S N.8 Gennaio 2002 Differenti interpretazioni tra Commissione e Servizio Fondi Quando è ammissibile la spesa? Tra i problemi principali quello relativo alla rendicontabilità degli anticipi erogati dai beneficiari finali rappresentati da organismi che concedono i contributi comunitari ai privati I l Gruppo di lavoro "Ammissibilità della spesa", istituito nel corso della riunione del Comitato di Sorveglianza del QCS del 18-19 luglio 2001, si è riunito per la prima volta lo scorso 29 gennaio per discutere e deliberare sugli argomenti riguardanti l'ammissibilità delle spese nella programmazione 2000-2006. Obiettivo del Gruppo è quello di assicurare un supporto stabile all'attività di accompagnamento del Comitato di Sorveglianza del QCS ob.1 e delle Autorità di gestione dei programmi, responsabili dell'attuazione degli interventi cofinanziati, su argomenti che, alla luce delle nuove disposizioni in materia di gestione finanziaria e ammissibilità delle spese e, più in generale, dei più rigorosi strumenti di programmazione adottati con la riforma dei fondi strutturali del 1999, sono divenuti molto più complessi. Già dalla prima riunione, data la natura trasversale degli argomenti ed il comune inte- resse per i soggetti che gestiscono fondi strutturali fuori dall'ob 1, hanno partecipato ai lavori anche le Autorità di gestione dei DOCUP ob.2. Tra le questioni principali affrontate, il Gruppo ha esaminato il problema della rendicontabilità degli anticipi erogati da parte dei beneficiari finali, a valere sui regimi di aiuto vigenti, che, come è noto, sono rappresentati, a norma del regolamento 1685/2000, dagli organismi pubblici o privati che concedono i contributi comunitari agli operatori privati (destinatari finali degli aiuti stessi). Secondo l'interpretazione della Commissione i pagamenti, per essere rendicontati, "devono riferirsi alle spese effettive dei destinatari ultimi, giustificate da fatture quietanzate o da documenti di valore probatorio equivalente". Tale interpretazione, ad avviso del Servizio Fondi Strutturali (Ministero Economia e Finanze) e della Direzione Generale Coordinamento Incentivi 8 alle imprese (Ministero Attività Produttive) - peraltro già formalmente espresso alla Commissione Europea con nota scritta - non è coerente né con il regolamento del Consiglio 1260/99, né con il regolamento della Commissione 1685/2000 in materia di ammissibilità delle spese. Essa, inoltre, è in contrasto con la programmazione finanziaria del PON Sviluppo locale e dei POR e DOCUP, che prevedono regimi di aiuto similari. Tale programmazione infatti, regolarmente approvata, è stata costruita proprio sull'assunto di detta rendicontabilità e pertanto è stata unanimemente sollecitata una risposta della Commissione nell'aspettativa che essa tenga in debito conto gli elementi di fatto e di diritto su cui può fondarsi l'ammissibilità in questione. Nel quadro delle iniziative poste all'attenzione del Gruppo è stata, poi, segnalata l'esigenza che le Amministrazioni che gestiscono il Fondo sociale europeo rispondano al questio- nario elaborato e distribuito dal Ministero del Lavoro, per rilevare i problemi di applicazione delle regole di ammissibilità della spesa e trovare, per tempo, soluzioni appropriate con conseguente emanazione di utili indirizzi operativi. Tale iniziativa, finalizzata ad individuare e rimuovere eventuali criticità e favorire la diffusione di buone pratiche, ai fini di una loro uniforme applicazione, ha accolto il parere favorevole del Gruppo di Lavoro, tanto che ne è stata chiesta l'estensione anche alle spese finanziate dal FESR, dal FEOGA e dallo SFOP. Di generale interesse è risultata anche la problematica sollevata dalla Regione Friuli Venezia Giulia, concernente l'applicazione delle regole di finanziabilità delle infrastrutture generatrici di "entrate sostanziali nette", soprattutto con riferimento al sistema di calcolo da adottare per poter determinare l'ammontare di tali entrate. Su questa problematica è stato deciso di formare un sottogruppo di approfondimento, con il supporto tecnico dell'Unità Finanza di Progetto del Ministero dell'Economia e delle Finanze, per pervenire alla Le amministrazioni che gestiscono i Fondi Fse, Fesr, Feoga e Sfop dovranno rilevare tutti i problemi di applicazione delle regole di ammissibilità della spesa attraverso un questionario elaborato dal Ministero del Lavoro formulazione di una proposta operativa da sottoporre anche alla Commissione europea e poter concretamente attivare lo strumento sulla base di verificati presupposti di ammissibilità della spesa. Tra gli argomenti da trattare era stata prevista, inoltre, l'esposizione dimostrativa della metodologia messa a punto per la Regione Toscana dall'Ufficio Regionale di Statistica per l'estrazione del campione del 5% di operazioni da sottoporre ai controlli di cui al Reg. 438/01. A seguito dell'esposizione del modello predisposto, che ha suscitato un generale interesse delle Amministrazioni presenti alla riunione ed, in particolar modo, dell'Igrue, che come è noto ha attribuite le funzioni del controllo, è stato deciso di promuovere un incontro tra le strutture delle am9 ministrazioni nazionali e regionali incaricate di queste attività, al fine di pervenire attraverso, il confronto delle diverse esperienze, alla messa a punto di una metodologia condivisa cui potrebbe conseguire una applicazione uniforme. Le proposte operative emerse per programmare i futuri lavori del gruppo sono state le seguenti: 1. richiesta di allargamento della rappresentanza della Commissione europea ai Servizi di controllo finanziario della DG Politiche regionali e alle DG Occupazione, Agricoltura, Pesca e Ambiente; 2. formalizzazione della partecipazione ai lavori delle regioni del Centro Nord portatrici del contributo di conoscenze, esperienza e pratiche, sia sull'ob. 2 che sull'ob. 3; 3. costituzione di tre sottogruppi di approfondimento tematico (modalità di finanziamento delle infrastrutture generatrici di entrate sostanziali nette, estensione dell'indagine sui costi ammissibili avviata dal Ministero del Lavoro per il FSE al FERS, al FEOGA ed allo SFOP; studio di una metodologia di estrazione del campione del 5% per i controlli di cui all'art. 8 da Reg. 438/2001). Q C S STRATEGIE N E W S N.8 Gennaio 2002 A FAVORE DELL’INNOVAZIONE BASILICATA, CAMPANIA, PUGLIA E Regioni in campo per la ricerca I l Quadro Comunitario di Sostegno prevede la definizione di strategie regionali per l'inquadramento degli interventi relativi alla ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico per la piccola e media impresa, alla società dell'informazione e, infine, ai trasporti, i quali sono stati ritenuti particolarmente strategici, tanto da prevedere espressamente la redazione di un piano come parte integrante della programmazione regionale. Al fine di garantire la coerenza degli interventi nell'ambito della ricerca e innovazione alle caratteristiche della domanda regionale, a partire dall'annualità 2002 ogni regione deve definire una Strategia per lo sviluppo dell'innovazione, basata sull'analisi dei fabbisogni e sulle potenzialità di sviluppo del territorio. Attualmente le Regioni Basilicata, Campania, Puglia e Sardegna hanno definito un Piano regionale per la ricerca e innovazione, approvato dalle rispettive giunte; la Sicilia, che ha avviato per tempo le stesura del piano e la consultazione del partenariato economicosociale, sta per concludere la definizione di una prima bozza della Strategia; la Calabria, che già era dotata di un piano strategico nell'ambito della Ricerca, Innovazione e Sviluppo (RIS), sta aggiornando lo stesso adattandolo all'attuale programmazione. Ritardi, invece, si registrano per la Regione Molise. Per quanto riguarda la Società dell'Informazione, i singoli Piani Operativi Regionali (POR) avevano fissato il termine per la definizione di un piano al 31 dicembre 2001. Attualmente la Campania e la Puglia hanno completato l'iter di definizione del piano che è stato già approvato dalla Giunta; Sardegna e Sicilia ne hanno terminato la stesura ma ancora non sono stati approvati dalle relative giunte; Basilicata e Calabria, contando su un'avanzata strategia per la Società dell'Informazione ereditata dalla precedente programmazione, ne stanno aggiornando i contenuti alla luce degli attuali POR. Il Molise non ha comunicato nessuno stato di avanzamento nella stesura del Piano. Per i Trasporti, il QCS prevede che, per il primo biennio di programmazione, ciascuna regione debba individuare gli in10 terventi da realizzare per le componenti "invarianti", cioè gli interventi tesi al recupero dell'efficienza di base del sistema regionale dei trasporti che devono essere intrapresi comunque in quanto prioritari e compatibili con possibili opzioni alternative di intervento oggetto di esame in ambito di Piano Generale dei Trasporti. Gli interventi su tali componenti devono essere stati scelti per il cofinanziamento entro il 31 dicembre 2001, con un'apposita relazione tecnica che dimostri l'effettiva caratteristica di "invariante" del progetto stesso. Durante lo scorso anno, il Ministero delle Infrastutture e dei Trasporti ha predisposto lo Strumento Operativo per i Trasporti per il Mezzogiorno il quale identifica le scelte strategiche di intervento destinate alle Regioni obiettivo 1 a partire dal 2001. Tale strumento si articola in una componente nazionale e in una specifica per ciascuna regione, e funge da riferimento per le politiche regionali di trasporto legate allo sviluppo. Sulla base dello Strumento Operativo per il Mezzogiorno i singoli POR prevedevano che i rispettivi Comi- SARDEGNA, HANNO DEFINITO UN PIANO PER LA RICERCA E L'INNOVAZIONE Puglia sta elaborantati di Sorveglianza do l'aggiornamento adattassero, entro il APPROVATO DALLE RISPETTIVE GIUNTE del Piano che preve31 dicembre 2001, de di presentare enil Complemento di tro febbraio 2002. programmazione per individuare gli interventi siner- adattato il Piano regionale dei La Regione Campania prevede gici con lo Strumento Operati- trasporti. Per quanto riguarda di presentare una prima bozza vo stesso. La Regione inoltre la Regione Siciliana, è in fase di piano entro la fine di febdeve rivedere il proprio Piano di elaborazione il Piano sulla braio, mentre la versione defiRegionale dei Trasporti al fine base dei quattro Accordi di nitiva dovrebbe essere pronta di renderlo compatibile con programma quadro (APQ) re- per il prossiomo 31 marzo. La quello generale, il PGT. Allo centemente stipulati e dei Regione Calabria deve aggiorstato attuale solo Basilicata e quattro studi di fattibilità in nare il piano attualmente in viSardegna hanno approvato e corso di redazione. La Regione gore. Stato attuale degli adempimenti Regione Strategia per l'Innovazione Strategia per la Società dell'Informazione Piano Regionale dei Trasporti Basilicata SI (delibera G.R. 28.12.01) SI2 SI Campania SI (delibera G.R.n. 7133 21.12.01) SI (delibera n. 7132 G.R. 21.12.01) Bozza Calabria Bozza1 SI2 Da aggiornare Molise Dato non disponibile Dato non disponibile Dato non disponibile Puglia SI (delibera G.R. del 27.12.01) SI (delibera G.R. del 27.12.01) Bozza3 Sardegna SI (delibera G.R. n. 48/19 28.12.01) SI (ma non approvato dalla G.R.) SI Sicilia Bozza In elaborazione4 SI (ma non approvato dalla G.R.) 1 Il Piano si basa sulla prosecuzione dell'esperienza del RIS maturata nella precedente programmazione; attualmente è in fase di aggiornamento. 2 Piano in corso di aggiornamento 3 Prevista la definizione entro febbraio 2002 4 Il Piano si basa sui quattro Accordi di programma quadro stipulati e i quattro studi di fattibilità sull'intermodalità in corso di completamento e sarà compitamente definito nel breve tempo. 11 N O T I Z I E U T I L I N.8 Gennaio 2002 Promozione del dibattito sull’avvenire dell’Europa "Progetto SFERA"… ancora pochi giorni al varo! Il Servizio delle Politiche dei Fondi strutturali Comunitari del Ministero dell'Economia e delle Finanze è ormai vicino alla pubblicazione della short list contenente i nominativi dei giovani in possesso dei requisiti minimi per lo svolgimento di un tirocinio presso le Autorità che gestiscono i programmi cofinanziati dai fondi strutturali comunitari e le altre Amministrazioni comunque coinvolte nel loro processo di attuazione. Come si ricorderà, l'ammissione alla short list era subordinata al possesso dei seguenti requisiti: - diploma di laurea, o titolo equipollente, conseguito con una votazione minima di 105/110 (o votazione equipollente secondo la normativa vigente nell'ordinamento dello Stato membro dell'Unione Europea, nella quale il titolo è stato conseguito); - buona conoscenza di almeno una delle lingue francese o inglese, parlata e scritta; - conoscenza di base del "Pacchetto Microsoft Office". Sebbene i lavori della Commissione, chiamata a verificare le condizioni di ammissibilità delle domande non siano ancora terminati, e dunque non è ancora possibile disporre della lista ufficiale, abbiamo, tuttavia, già a disposizione alcuni dati interessanti che ci permettono di valutare l'impatto del Progetto SFERA sul mondo dei giovani alla ricerca di una esperienza formativa. Trattasi di dati non ufficiali che, pertanto, possono essere oggetto di variazioni all'esito dei lavori della Commissione. Risultano complessivamente pervenute oltre 1800 domande delle quali circa il 70% da candidati di sesso femminile. La Regione più rappresentata è il Lazio da cui provengono le domande di 366 candidati, a seguire la Campania con solo dieci candidati in meno. Con piacevole stupore si fa notare la candidatura di giovani residenti al nord-Italia, la regione più rappresentata è la Toscana (37), a seguire le Marche (23) e l'Umbria (13), ecc.., due candidature sono pervenute, altresì, dalla Provincia autonoma di Trento. Per quel che riguarda i candidati stranieri, si segnala la presenza di un cittadino del Camerun e di una giovane ra12 gazza francese. Come si ricorderà, il bando prevedeva che ogni singolo candidato dovesse esprimere, alla luce degli studi effettuati e delle competenze eventualmente già maturate, la preferenza per un settore tematico tra quelli indicati nell'atto di candidatura nonché una seconda preferenza con riguardo all'area geografia nella quale avesse desiderato effettuare il periodo di tirocinio. Per quel che riguarda le preferenze espresse per ambito tematico…molti dei candidati hanno espresso più di una preferenza!..i dati di cui disponiamo affermano che i settori più ambìti sono: risorse umane e formazione (536); Ricerca e innovazione - sviluppo locale e turismo (425); Risorse culturali (341). I settori meno "votati" sono risultati, invece: trasporti (65), reti e nodi di servizio (32), pesca (21). L'area geografica con il maggior numero di preferenze è sicuramente Roma (1393), sede delle Amministrazioni centrali, a seguire la Campania con 461 preferenze. Questi sono i dati…la parola adesso spetta alle Autorità di gestione. Sono ancora aperti i termini per la presentazione delle domande per il finanziamento di progetti destinati a favorire la dimensione europea del dibattito sull'avvenire dell'Europa. La nota informativa (2001/C339/02 GUCE 1.12.2001) si colloca sulla scia del dibattito sul futuro dell'Unione avviato al Consiglio europeo di Nizza nel marzo 2001. Le risorse a disposizione rientrano nella voce B3306 del bilancio dell'Ue relativa al finanziamento di azioni previste nell'ambito del programma d'informazione del cittadino europeo (Prince). Destinatari I contributi finanziari sono destinati ad organizzazioni socioeconomiche, accademiche, organizzazioni espressione della società civile, senza fini di lucro, nonché organismi pubblici con sede negli Stati membri dell'Unione, che intendano realizzare progetti transnazionali. Dovranno essere associati tre Stati membri o due Stati membri ed un paese candidato all'adesione. Tipi di azioni finanziabili Sono ammissibili al finanziamento i programmi relativi a riunioni-dibattito, seminari e conferenze e quelli che prevedono la realizzazione di reti tra partecipanti al dibattito. I progetti potranno anche prevedere la produzione e diffusione, attraverso Internet, di prodotti informativi necessari alla realizzazione progettuale, all'informazione dei partecipanti o alla divulgazione dei risultati. Lo scopo è il coinvolgimento di protagonisti transnazionali per alimentare il dibattito sull'avvenire dell'Europa. Azione tipo I progetti devono rispondere ad alcuni requisiti: - avere come obiettivo l'organizzazione di un dibattito continuo tra un gran numero di cittadini in un contesto transnazionale, creando, contestualmente una rete che consenta a ciascuno di portare il proprio contributo - poter organizzare manifestazioni ed eventi di dimensione europea nel contesto del dibattito sull'avvenire dell'Europa. La sovvenzione massima per ciascun progetto ammonta a 150.000 euro e non supererà il 50% dell'importo complessivo dei costi ammissibili. Le proposte devono fornire la 13 prova di un cofinanziamento pari almeno al 50%. Potranno essere presi in considerazione solo progetti che prevedano un finanziamento comunitario di almeno 50.000 euro. Il termine ultimo per la presentazione delle richieste è il 15 maggio 2002. Le richieste saranno valutate per lotti man mano che perverranno. La domanda deve obbligatoriamente essere presentata utilizzando il modulo ufficiale che può essere richiesto contattando il Sig. Gérard Legris, Capo unità "Dibattito pubblico sul futuro dell'Europa" Segretario generale della Commissione europea Rue de la Loi/Wetstraat 200, B-1049 Bruxelles Indirizzo e-mail: [email protected] Tel. (32-2) 299 94 06 Fax (32-2) 299 13 86 oppure si trova all'interno del fascicolo - che comprende anche il testo della nota informativa, il modulo della domanda di sovvenzione e la scheda relativa alle informazioni bancarie - che può essere scaricato via Internet consultando la rubrica "informations pratiques" al seguente indirizzo:http://europa.eu.int/futurum/informations_fr.htm C O N T I D T E R R I T O R I A L I Continua la crescita dell'occupazione Nel Sud 161 mila nuovi posti di lavoro senso stretto. Tra le regioni meridionali la Sardegna e l'Abruzzo presentano i tassi di crescita dell'occupazione più sostenuti. La disoccupazione è diminuita del 7,6 per cento in misura relativamente inferiore rispetto al Centro Nord, dove la riduzione è stata dell'11,7 per cento. Il tasso di disoccupazione medio dell'anno si attesta al 19,3 per cento nel Mezzogiorno e al 5 per cento nel Centro Nord.. Nel periodo gennaio-settembre del 2001 le esportazioni nazionali presentano una crescita del 5,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, grazie ai risultati positivi registrati nel periodo precedente alla crisi internazionale seguita agli attentati terroristici. La performance migliore spetta al Mezzogiorno con una crescita pari al 7,7 per cento, superiore alla media nazionale, con risultati particolarmente favorevoli per il Molise. L'evoluzione del commercio con l'estero, espressa dai dati destagionalizzati, conferma la diminuzione della dinamica delle esportazioni meno accentuata nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. Occupati per ripartizione geografica 500 400 (migliaia) dati più recenti relativi all'occupazione ed alle esportazioni del nostro paese mostrano un quadro differenziato degli indicatori dei due mercati: l'occupazione raggiunge risultati molto significativi mentre le vendite all'estero rallentano notevolmente dopo le ottime performance registrate invece nell'anno 2000. Il riferimento temporale dei due indicatori non è lo stesso, in seguito alla diversa cadenza temporale delle indagini Istat. I dati medi dell'occupazione per l'anno 2001 confermano una tendenza positiva per il Mezzogiorno: 161 mila occupati in più, 2,7 per cento rispetto all'anno precedente. Tale variazione rappresenta il valore massimo fra quelli registrati negli anni novanta, anche in termini relativi la dinamica dell'occupazione nel Mezzogiorno permane superiore a quella del Centro Nord. Tutti i grandi settori dell'economia meridionale, inclusa l'agricoltura, manifestano nel 2001 tendenze positive. Permane l'espansione dell'occupazione nelle costruzioni (7,5 per cento) e nei servizi (2,7 per cento), mentre segni di rallentamento riguardano l'industria in 300 200 100 0 Mezzogiorno Centro Nord Ottobre 2001 14 » N.8 Gennaio 2002 Gli indicatori strutturali COM(2001) 619 definitivo Congiuntura meridionale I O C U M E N T I Italia Media 2001 La Commissione ha presentato l'elenco dei parametri di cui servirsi nella relazione di sintesi del 2002.Sono stati inseriti nuovi indicatori in base alle mutate priorità politiche. La modifica principale riguarda l'aggiunta di un nuovo settore: l'ambiente. Per verificare i risultati conseguiti nel perseguimento dell'obiettivo fissato al Consiglio europeo speciale di Lisbona del marzo2000 - "diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo" - sono stati individuati e concordati degli indicatori strutturali in base ai quali la Commissione potesse elaborare annualmente le relazioni di sintesi. Fu così stilata una lista di 35 indicatori sulla cui base fu costruita la relazione di sintesi presentata al Consiglio europeo di Stoccolma nel marzo 2001. Questi parametri si sono rivelati particolarmente utili per evidenziare in quali campi intensificare l'azione politica e, nello stesso tempo, registrare i progressi compiuti. Al Consiglio europeo di Gotemborg dello scorso giugno, è stata approvata "una strategia per lo sviluppo sostenibile che…aggiunge alla strategia di Lisbona una terza dimensione, quella ambientale" La Comunicazione della Commissione Europea (COM (2001) 619 definitivo del 30.10.2001), di seguito riportata, prende atto dei cambiamenti avvenuti e dei nuovi orientamenti e presenta il nuovo elenco degli indicatori strutturali per la relazione di sintesi del 2002 che non riguarderà i Paesi candidati, i quali saranno inclusi nello stesso elenco a partire dal 2003. La lista è rimasta volutamente breve, così da inviare messaggi politici chiari, ma equilibrata tra i vari settori. Si tratta di 36 indicatori: sei per ciascun settore e sei relativi alla situazione economica generale. Ai settori precedenti (Occupazione, Innovazione e Ricerca, Riforme economiche, Coesione sociale) è stato aggiunto quello ambientale, inoltre sono stati aggiunti nove indicatori ed eliminati otto. Con tali modifiche si è cercato di rifletter, nell'intera serie di indicatori, le tre dimensioni (sociale, economica, ambientale) dello sviluppo sostenibile. Questo è il secondo anno in cui la Commissione sceglie una serie di indicatori strutturali che comunque devono rispondere ai criteri iniziali di scelta: essere di facile lettura e comprensione; pertinenti sotto il profilo politico; coerenti; tempestivamente disponibili; comparabili tra gli Stati membri e, infine, affidabili. Proseguono, nel frattempo, i lavori di elaborazione di indicatori relativi ad un'ampia gamma di campi. (…) IL NUOVO ELENCO D'INDICATORI (…) Situazione economica generale 18. Gli indicatori relativi alla situazione economica generale illustrano il contesto economico globale nel quale si stanno attuando le riforme strutturali. Nel nuovo elenco è scomparso l'indicatore relativo al debito delle pubbliche amministrazioni, poiché costituiva in una certa misura il doppione dell'indicatore relativo al "saldo di bilancio", anch'esso una misura dell'andamento del bilancio. L'indicatore relativo all'intensità del consumo di energia nell'economia è stato spostato al settore dell'ambiente, ritenuto una collocazione più adeguata. L'indicatore relativo al tasso di disoccupazione è stato spostato dal settore dell'occupazione a quello della situazione economica generale (vedasi più oltre, al punto 23). Occupazione 19. Gli indicatori relativi all'occupazione riguardano vari obiettivi cruciali del Consiglio europeo di Lisbona: il potenziamento dell'occupazione nell'Unione, l'importanza delle pari opportunità per uomini e donne e l'importanza di una "politica attiva a favore dell'occu- 15 D O C U M E N T I N.8 Gennaio 2002 pazione", incentrata fra l'altro sulla formazione permanente. 20. Nel nuovo elenco è stato aggiunto l'indicatore relativo al divario retributivo tra i sessi, in seguito alla richiesta del Consiglio europeo di Stoccolma di elaborare indicatori "per garantire che non esistano differenze discriminatorie di retribuzione tra uomini e donne". Per ottenere altre informazioni atte ad analizzare le differenze di retribuzione tra uomini e donne, s'intraprenderanno altri lavori sui dati relativi alle retribuzioni dei due sessi, aggiustati da fattori quali l'età, l'istruzione/livello di qualifica, l'occupazione, l'esperienza e il settore. 21. Nel nuovo elenco è stato aggiunto un indicatore relativo alla qualità del lavoro, in risposta al rilievo dato a tale questione dal Consiglio europeo di Stoccolma. L'indicatore particolare relativo agli infortuni sul lavoro è stato scelto perché le condizioni di salute e di sicurezza sul luogo di lavoro costituiscono un aspetto fondamentale della qualità del lavoro, come ha osservato la Commissione nella comunicazione "Politiche sociali e del mercato del lavoro: una strategia d'investimento nella qualità (COM82001)313 def.). L'elenco degli indicatori strutturali comprendeva già, del resto, altri indicatori relativi alla qualità del lavoro, per esempio la "formazione permanente". 22. Il tasso di occupazione femminile è stato inglobato nel tasso di occupazione, poiché per la relazione di sintesi si è deciso di disaggregare tra i sessi tutti i tassi di occupazione e di disoccupazione, evitando così che i due indicatori diventino il doppione l'uno dell'altro. La disaggregazione tra i sessi può esser prevista anche per altri indicatori strutturali, per esempio quelli relativi alla coesione sociale, purché siano disponibili dati validi. Sarà necessario studiare ancora questo problema. 23. Il tasso di disoccupazione è stato spostato tra gli indicatori relativi alla situazione economica generale, in quanto esso serve comunemente come indicatore del clima economico: si è quindi ritenuto più appropriato includere il tasso di disoccupazione tra gli altri indicatori relativi alla situazione economica generale, quali la crescita del PIL e l'inflazione, per illustrare il contesto economico complessivo nel quale si stanno attuando le riforme strutturali. 24. La definizione dell'aliquota fiscale sui lavoratori a bassa retribuzione è stata modificata in funzione del- la famiglia tipo comprendente "una persona sola che guadagna il 67% del salario medio di un lavoratore operaio"(…). Questa famiglia tipo è più adeguata per valutare i disincentivi/incentivi ad assumere manodopera che il sistema tributario presenta per un datore di lavoro, perché i datori di lavoro assumono i dipendenti senza considerarne lo stato civile e perché per quanto riguarda le imposte ed i contributi previdenziali non vi sono molte differenze a seconda della famiglia tipo. Inoltre, la soglia del 67% del salario medio di un operaio riflette meglio l'oggetto dell'indicatore: i lavoratori soli a bassa retribuzione, piuttosto che la famiglia tipo composta da una coppia di coniugi, uno solo dei quali lavora e guadagna il 100% del salario medio di un operaio. Innovazione e ricerca 25. Gli indicatori relativi all'innovazione e alla ricerca misurano l'importanza attribuita a Lisbona al passaggio a un'economia basata sulla conoscenza mediante migliori politiche nei settori della R&S, dell'istruzione e della società dell'informazione. 26. Nel nuovo elenco è stato aggiunto un indicatore relativo ai dottorati in scienza e tecnologia. Nell'economia basata sulla conoscenza, disporre di risorse umane di alta qualità è essenziale per generare e diffondere la conoscenza. Il numero di nuovi dottori in scienza e tecnologia misura la futura capacità delle risorse umane di creare, diffondere, capire e utilizzare la nuova conoscenza. 27. L'indicatore relativo alle spese per le TIC è stato tolto dall'elenco perché dopo l'ultima comunicazione sono sorti dubbi riguardo alla qualità dei dati e ai risultati forniti da tale indicatore. Per esempio, esso ha una definizione troppo ampia per essere un indicatore adeguato degli investimenti nelle TIC, in quanto mescola le spese relative rispettivamente agli investimenti nelle TIC e ai prodotti TIC di consumo, il che può rendere in certa misura fuorviante il raffronto tra paesi. Si può infatti sostenere che gli investimenti nelle TIC hanno maggiore incidenza sul futuro sviluppo dell'economia basata sulla conoscenza. In particolare, potrebbe sembrare che in alcuni Stati membri nei quali le spese di consumo sono relativamente elevate, la situazione sia comparabile con quella di altri Stati membri nei quali i livelli di spesa sono analoghi ma le spese sono più orientate verso gli investimenti. Tuttavia, poiché gli investimenti nelle TIC costituisco- 16 no un indicatore importante, lo si è incluso nel nuovo elenco degli indicatori da elaborare (…) 28. È stato escluso dall'elenco anche l'indicatore relativo alle esportazioni di prodotti di alta tecnologia. Pur costituendo un'utile misurazione del vantaggio comparato dei vari paesi nelle industrie innovatrici, tale indicatore si presta a critiche poiché scegliere quali prodotti siano ad alta tecnologia presenta necessariamente un carattere arbitrario e perché, a livello teorico, non tutti i paesi vorranno specializzarsi in esportazioni di prodotti ad alta tecnologia se il loro vantaggio comparato si situa in un altro ambito. 29. Per quanto riguarda l'innovazione e la ricerca, si sono già compiuti progressi nell'elaborare indicatori compositi, intesi a misurare il passaggio dell'Unione europea verso un'economia basata sulla conoscenza. In particolare, sono terminati i lavori su due indicatori compositi, riguardanti rispettivamente gli "investimenti nell'economia basata sulla conoscenza" ed i "progressi nel passaggio verso l'economia basata sulla conoscenza". Riforme economiche 30. Gli indicatori relativi alle riforme economiche rispondono all'importanza attribuita dal Consiglio europeo di Lisbona alla riforma dei mercati dei prodotti e dei capitali. Tali indicatori riguardano l'integrazione dei mercati, i progressi nella liberalizzazione delle industrie di rete e le possibili distorsioni nel funzionamento dei mercati dei prodotti causate da interventi pubblici. 31. Nel nuovo elenco è stato aggiunto un indicatore relativo alla struttura dei mercati nelle industrie di rete, che misura quanto la liberalizzazione abbia incrementato la concorrenza fra queste industrie: esso mostra infatti in quale misura, in seguito all'arrivo di nuovi concorrenti, si è ridotta la quota di mercato del gestore monopolista dell'epoca precedente la liberalizzazione. Tale indicatore integra quello relativo ai prezzi nelle industrie di rete, fornendo qualche spiegazione dell'andamento dei prezzi. Per migliorare la qualità di questo indicatore sono necessari altri lavori, che richiederanno la stretta cooperazione con l'Eurostat e con gli Istituti nazionali di statistica per migliorare l'ampiezza e la comparabilità dei dati (…). 32. L'indicatore relativo all'integrazione commerciale è stato escluso dal nuovo elenco perché, pur costituendo un'utilissima misura dell'integrazione del mercato, in certo grado è un doppione dell'indicatore riguardante i "livelli relativi dei prezzi". È stato escluso dal nuovo elenco anche l'indicatore relativo agli investimenti nelle imprese, perché non costituisce una misura diretta dei progressi compiuti nelle riforme economiche e quindi ha minore pertinenza politica. Coesione sociale 33. Gli indicatori della coesione sociale misurano il grado e la persistenza della povertà e della dispersione dei redditi e il rischio associato di esclusione sociale, in risposta all'alta priorità attribuita alla coesione sociale dal Consiglio europeo di Lisbona. Anche il Consiglio europeo di Stoccolma ha chiesto di migliorare il controllo delle azioni intese all'inclusione sociale. 34. È stato tolto dal nuovo elenco l'indicatore relativo alle famiglie di disoccupati, poiché, misurando il grado di rischio di povertà e di esclusione sociale a cui sono esposte intere famiglie a causa della disoccupazione, in un certo senso esso costituiva un doppione degli indicatori relativi al "tasso di povertà" e alla "persistenza della povertà". Ambiente 35. In risposta alle conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg, è stata inclusa nel nuovo elenco una serie di sei nuovi indicatori della salvaguardia dell'ambiente. Due riguardano la lotta contro il cambiamento climatico: l'indicatore relativo alle emissioni di gas a effetto serra è stato scelto perché vi sono prove scientifiche secondo le quali l'aumento nella concentrazione atmosferica di gas a effetto serra (risultanti principalmente da attività umane) è causa di cambiamento climatico. Il riscaldamento, i servizi, l'industria ed i trasporti - con il loro fabbisogno di produzione di energia e di raffinazione del petrolio - consumano la massima parte dei combustibili fossili e producono quindi emissioni di gas a effetto serra. L'indicatore relativo all'intensità del consumo di energia nell'economia è stato incluso perché un elemento essenziale nella politica di lotta contro il cambiamento climatico consiste nel migliorare l'efficienza energetica. 17 D P O C U M E N T I 36. Sono stati inclusi due indicatori relativi ai trasporti sostenibili. Uno, riguardante il volume di trasporti rispetto al PIL, mostra lo scindersi dell'incremento dei trasporti rispetto alla crescita del PIL in termini reali, il che è uno degli obiettivi della strategia per lo sviluppo sostenibile. Vengono presentate due serie temporali, una per i trasporti di merci e l'altra per i trasporti di passeggeri. Si stanno effettuando lavori per migliorare tali indicatori, in modo che mostrino con maggiore precisione i movimenti di veicoli atti a misurare meglio gli effetti sullo sviluppo sostenibile. L'altro indicatore, relativo alla ripartizione tra i modi di trasporto, mostra il passaggio dai trasporti stradali ed aerei ai trasporti per ferrovia e per idrovie ed ai trasporti pubblici, il quale costituisce un obiettivo, menzionato nelle conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg, della strategia per lo sviluppo sostenibile. 37. Come indicatore atto a mostrare una delle minacce ambientali per la salute pubblica è stato scelto quello relativo alla qualità dell'aria urbana: l'aria pulita nelle città, dove vive quasi l'80% della popolazione europea, è un fattore determinante della salute pubblica . L'indicatore è basato sul numero medio di giorni nei quali alcuni inquinanti atmosferici selezionati oltrepassano i limiti stabiliti nelle aree urbane. 38. È stato incluso un indicatore per una gestione più efficiente delle risorse naturali. L'indicatore relativo ai rifiuti comunali raccolti, ammassati e inceneriti riflette gli schemi di produzione e di consumo della società. L'obiettivo di gestire le risorse naturali con maggior senso di responsabilità deve riflettersi nella riduzione del quantitativo di rifiuti e nella massimizzazione del recupero e del riutilizzo. Al momento, i dati disponibili sono scarsi per poter elaborare un indicatore sul recupero e il riutilizzo, ma in futuro se ne migliorerà l'ampiezza. (…) b. Produttività del lavoro (per lavoratore e per ora lavorata) c. Tasso di disoccupazione d. Tasso d'inflazione e. Crescita del costo unitario reale del lavoro f. Saldo del bilancio pubblico I. Occupazione 1. Tasso di occupazione (totale e per sesso) 2. Tasso di occupazione dei lavoratori anziani 3. Divario retributivo tra i sessi 4. Aliquota fiscale sui lavoratori a bassa retribuzione 5. Formazione permanente (partecipazione di adulti all'istruzione e alla formazione) 6. Infortuni sul lavoro (qualità del lavoro) II. Innovazione e ricerca 1. Spese pubbliche per l'istruzione 2. Spese per la R&S 3. Livello dell'accesso a Internet 4. Dottorati in scienza e tecnologia 5. Brevetti 6. Capitale di rischio III. Riforme economiche 1. Livelli relativi e convergenza dei prezzi 2. Prezzi nelle industrie in rete 3. Struttura dei mercati nelle industrie di rete 4. Appalti pubblici 5. Aiuti di Stato settoriali e ad hoc 6. Capitali raccolti sui mercati azionari IV. Coesione sociale 1. Distribuzione del reddito (quintile del reddito) 2. Tasso di povertà prima e dopo i trasferimenti sociali 3. Persistenza della povertà 4. Coesione regionale 5. Persone che hanno abbandonato presto la scuola e non seguono corsi d'istruzione o di formazione 6. Disoccupazione di lunga durata V. Ambiente 1. Emissioni di gas a effetto serra 2. Intensità del consumo di energia nell'economia 3. Volume dei trasporti (tonnellate e passeggeri/km) in rapporto al PIL 4. Ripartizione tra i modi di trasporto 5. Qualità dell'aria urbana 6. Rifiuti comunali ALLEGATO 1: INDICATORI PER LA RELAZIONE DI SINTESI DEL 2002 Elenco dei 36 indicatori strutturali per la relazione di sintesi del 2002 Situazione economica generale a. PIL pro capite (in SPA) e tasso di crescita reale del PIL (…) 18 O L I T I C H E D I S V I L U P P O Donne alla ricerca di opportunità Carenti le strategie d'intervento Segnali positivi dall'UE: per il ciclo 2000-2006 all'Italia sono stati esplicitamente dedicati 798 milioni di euro, un impegno finanziario che colloca il nostro Paese tra i primi sei in Europa R ispetto ai precedenti cicli di programmazione dei Fondi Strutturali, nella programmazione 2000-2006, la tematica delle pari opportunità ha acquisito la sua massima visibilità. Il 1998, anno di riferimento per la definizione della programmazione 2000-2006, indicava valori occupazionali italiani largamente al di sotto della media europea:disoccupazione pari all'11,8% (21.9% nel Mezzogiorno), tasso di occupazione femminile pari al 35,3%, quello maschile pari al 61%, il Paese si assestava sul 47,7% rispetto a livelli europei medi con i tassi di occupazione femminile e maschile pari rispettivamente al 45,6% e 65.9%, mentre il tasso medio di occupazione europeo era del 55.4%. L'obiettivo di migliorare l'equilibrio nel mercato del lavoro, ha infatti assunto una dimensione che ha superato largamente il principio di giustizia sociale in nome del quale sono state compiute le principali scelte strategiche del passato in materia di pari opportunità. Nel corso della attuale programmazione, la tematica dell'equità di genere ha infatti acquisito anche una dimensione economica chiaramente identificata, confermata dal fatto che la crescita del tasso di attività femminile ha svolto un ruolo fondamentale nella crescita economica europea. Si stima infatti che nell'insieme dell'Unione Europea circa 1/5 della crescita annuale del PIL è attribuibile alla partecipazione crescente delle donne nel mercato del lavoro. La Commissione europea ha svolto un ruolo di stimolo nel corso del negoziato, che si è concluso con successo su questa ambiziosa partita. Due le linee fondamentali dell'approccio seguito per i 15 Stati: approccio globale e impegno finanziario coerente. Relativamente al primo aspetto, l'integrazione formale della dimensione di genere pervade tutte le politiche e le relative misure di attuazione e l'obiettivo in questione non viene più perse19 guito come in precedenza esclusivamente tramite le iniziative specificatamente dedicate alla donne.Ciò rende poco agevole identificare a priori l'ammontare preciso delle risorse finanziarie che contribuisce al conseguimento dell'obiettivo di pari opportunità. Globalmente circa 4 Miliardi di euro provenienti dal FSE in Europa sono riservati a questo obiettivo, nel rispetto delle specificità di ogni paese. Per l'Italia l'impegno del FSE è pari al 10% delle proprie risorse: circa 798 Milioni di euro sono esplicitamente dedicati alle pari opportunità. L'impegno finanziario del FSE, uguale in termini percentuali a quello della Germania, colloca l'Italia tra i primi 6 Paesi in Europa: l'Austria ha destinato l'11% delle proprie risorse, la Grecia e l'Irlanda ne hanno destinato il 12%, mentre e la Svezia il 15%.L'Italia occupa un posto importante non solo per la ripartizione delle risorse tra le diverse priorità strategiche, ma anche per gli strumenti organizzativi a sostegno della strategia P O L I T I C H E D I S V I L U P P O PER QUANTO RIGUARDA L'OCCUPAZIONE FEMMINILE IL NOSTRO MERCATO DEL LAVORO NON HA ANCORA della selezione dei decisa. Tra questi, a progetti. Segnali potitolo di esempio, si ciUNA POSIZIONE ALL'AVANGUARDIA sitivi, provengono ta la costituzione dei comunque da alcune Gruppi Tecnici di suprealtà nelle quali la porto ai due QCS Ob 1 e 3, analogamente a quanto è sibili e apprezzati solo a parti- seconda tornata di bandi ha testato fatto solo da altri 6 paesi: re da questa fase. In generale, nuto conto dei caratteri di forte Grecia, Spagna, Irlanda, Porto- la principale criticità emersa ri- innovazione della nuova progallo, Svezia e Regno Unito, guarda il fatto che la strategia grammazione. L' avvio un po' tardivo di alnonché l'inserimento degli attori per le pari opportunità è stata impegnati nella parità tra i com- certamente condivisa in termi- cuni strumenti di accompaponenti dei Comitati di sorve- ni generali ma è stata definita gnamento e di indirizzo previglianza (CdS), analogamente a solo nelle grandi linee, spesso sti dalle azioni di sistema e di quanto è stato fatto solo da altri secondo un approccio top- assistenza tecnica sono impu5 Paesi: Germania, Grecia, Spa- down, originato prevalente- tabili alla opportunità di procemente dalla Commissione eu- dere ad un ulteriore affinamengna, Svezia e Regno Unito. Tutto ciò assume un signifi- ropea e non ancora adeguata- to della programmazione diretcato particolare a causa della mente e sufficientemente me- to a identificare con maggiore situazione di partenza dell'oc- tabolizzato da tutte le Autorità precisione le azioni prioritarie, a volte anche a discapito di alcupazione femminile che di- di gestione. Le strategie di intervento, cune scadenze previste. versamente, situa il Paese in La imminente convocaziouna posizione non all'avan- definite nelle grandi linee nei Programmi Operativi (PO) non ne dei due Gruppi Tecnici per guardia in Europa. sempre hanno trovato ade- le Pari opportunità consentirà guata espressione nei Comple- di fare il punto della situazione L'avvio della fase menti di programmazione e di recuperare le incertezze di attuazione L'anno 2001 ha rappresen- (CdP); i primi bandi di gara che hanno caratterizzato la fatato un anno di impostazione manifestano una coerenza de- se iniziale e l'amministrazione e di avvio della graduale, e non crescente rispetto alle dichia- centrale proporrà di concordafacile, edificazione dei pilastri razioni presenti nei PO e nei re con le regioni lo sviluppo dell'edificio che dovrebbe con- CdP e spesso il conseguimento delle azioni di sistema e delle sentire l'attuazione degli obiet- di obiettivi di pari opportunità altre attività sulle quali sono tivi concordati ed è stato carat- relativamente ad iniziative già state adottate le prime initerizzato dallo svolgimento di non specifiche, è effettuato ziative. Un primo approfondimento un intenso lavoro preparatorio solo tramite l'inserimento di i cui frutti potranno essere vi- criteri di premialità nell'ambito è già stato avviato sulla conci20 N.8 Gennaio 2002 liazione tra la vita lavorativa e quella familiare, la lotta contro la tratta e le iniziative pilota di contrasto alla violenza domestica, la disponibilità di informazioni statistiche pertinenti alla migliore conoscenza del problema, il ruolo della donna nell'ambito universitario, la creazione della rete delle pari opportunità destinata a collegare tutti i soggetti coinvolti sul tema, la revisione degli strumenti di supporto per la valutazione dell'impatto in termini di pari opportunità, un contributo alla definizione dei diversi ruoli che gli organismi di parità dovrebbero svolgere nella programmazione/attuazione dei fondi strutturali, il ruolo dell'animatore delle pari opportunità e la sensibilizzazione sulle pari opportunità. Tali argomenti verranno approfonditi nella riunione dei Gruppi Tecnici. Al riguardo, è particolarmente significativa e innovativa la prevista unificazione dei Gruppi Tecnici stabiliti dai due QCS Ob.1 e 3, strumenti importanti per consentire lo sviluppo di un dibattito e l'arricchimento delle conoscenze su un tema che si caratterizza per le specificità regionali, ma che costituisce un ambito di interesse che trasversalmente coinvolge il Paese e per il cui progresso risulta indispensabile la condivisione del dibattito. Le sfide più importanti Oltre al supporto dei testi normativi (Regolamenti dei Fondi strutturali e Trattato) il biennio trascorso è stato importante per il rafforzamento della dimensione occupazionale femminile, principalmente riconducibile alla Strategia Europea dell'Occupazione. Il Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000, rafforzando la Strategia Europea per l'Occupazione ha infatti stabilito obiettivi politici occupazionali europei quantificati da conseguire entro il 2010: il più importante per le donne è quello di portare il tasso di occupazione femminile -che attualmente in Europa è pari al 53%- al 60% che per l'Italia, considerata la sua posizione di partenza, rappresenta un impegno molto ambizioso da conseguire. Tali obiettivi politici dovrebbero trovare espressione nei Piani d'Azione Nazionali per l'occupazione; l'Italia, pur avendo fissato dei target occupazionali totali, non li ha declinati per sesso, di conseguenza, manca l'individuazione del contributo e dell'impegno specifico che il Paese darà al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona in termini di incremento occupazionale della componente femminile. Inoltre, dall'analisi fatta, è risultato che il Paese ha forti carenze per quanto riguarda le misure 21 di accompagnamento all'occupazione femminile, il che richiede uno sforzo di potenziamento dei servizi di cura in favore dei bambini e delle altre categorie di persone dipendenti. Il Fondo Sociale Europeo contribuisce al conseguimento di tali obiettivi e sarà interessante verificare nel corso di questa annualità la coerenza tra gli obiettivi europei e le misure adottate al livello dei singoli Stati. Un supporto fondamentale a tale proposito sarà anche la Valutazione a Medio Termine, prevista per il 2003, che fornirà l'occasione per riassestare gli impegni assunti tenendo conto anche degli obiettivi politici stabiliti dai 15 Stati . Parallelamente la Strategia Europea per l'Inclusione Sociale, precisata nel Vertice di Nizza del dicembre 2000, ha offerto lo spunto per conoscere meglio anche la condizione femminile del fenomeno della povertà e dell'esclusione sociale e i risultati di questa iniziativa, che si è conclusa con l'adozione del Rapporto Congiunto Commissione/Consiglio adottato nel dicembre del 2001, permetteranno di individuare nuove azioni che potranno essere inserite nel contesto dei diversi PO. Serena Angioli esperta nazionale DG Emploi P O L I T I C H E D I S V I L U P P O Complemento di programmazione - Imprese in primo piano La crescita sostenibile della Toscana L'obiettivo è superare la frammentazione del sistema produttivo I l programma per lo sviluppo regionale della Toscana relativo al periodo di programmazione 2000-2006, dopo l'avvenuta adozione del Complemento di Programmazione il 30 novembre 2001, è ormai avviato per molte delle sue misure. L'area ob.2 nella Regione Toscana interessa una superficie di circa 10.000 km2 che rappresenta il 43% della superficie totale e riguarda una popolazione complessiva di 1.845.924 persone (di cui 1.013.668 in area phasing out) pari al 28,8% di quella regionale. Il sistema Toscana negli ultimi anni non è stato in grado di attestarsi sui livelli di competitività raggiunti dalle aree più avanzate del Paese. L'analisi strutturale dei settori manifatturiero, turistico e delle infrastrutture insieme allo studio dell'evoluzione della produzione, dell'innovazione, della Ricerca e Sviluppo e della società dell'informazione imputano il divario registrato ad una serie di fattori diversi. In primo luogo emerge l'estrema frammentazione del sistema produttivo ed una forte sottocapitalizzazione delle imprese; altre cause sono da ricercare nella specializzazione del comparto manifatturiero nei soli settori tradizionali e nella scarsa diffusione dell'attività innovativa che viene svolta soprattutto attraverso processi tipo learning by doing e con pochi sostanziali contatti con il mondo della ricerca codificata; ancora, sviluppo di imprese operanti nella new economy di dimensioni piccolissime e con una capacità di offerta di servizi poco sofisticati; infine, contribuisce al ritardo della Toscana rispetto alle zone italiane più sviluppate, la minore dotazione in termini di infrastrutture economiche (soprattutto trasporti, energia e risorse idriche). La valutazione ex-ante ambientale, condotta dall'Autorità Ambientale della Regione Toscana, ha individuato 40 obiettivi riferibili alle strategie e agli interventi del Docup. Gli obiettivi sono stati poi articolati a livello di aree sub-provinciali in modo che, per ciascuna di esse, venissero individuate le priorità relative al miglioramento ambientale. A livello generale, tra i principali punti sui cui concentrare l'attenzione, vanno ricordati quelli rappresentati dal rischio idraulico, idrogeologico e sismi22 co; la bassa quota di rifiuti trattati; la tutela e valorizzazione delle biodiversità e delle aree protette; l'uso sostenibile delle risorse; la riduzione dell'inquinamento delle acque; l'aumento della sicurezza nei luoghi di lavoro. Al fine di recuperare il divario con le realtà più avanzate del paese, la Regione Toscana ha adottato una strategia che consiste nell'applicazione di due principi guida che si traducono in precisi criteri per l'allocazione delle risorse tra i livelli operativi del Programma. Il primo principio consiste nel "fare sistema" in modo da favorire qualsiasi tipo di integrazione (intersettoriale, tra differenti soggetti istituzionali, tra imprese, fra sistemi locali, ecc.). Il secondo è quello dell'innovazione e qualificazione sulla base di uno sviluppo sostenibile per valorizzare la competitività delle produzioni regionali perseguendo la sostenibilità della crescita. Le scelte strategiche, nel Docup, vengono articolate in funzione delle principali problematiche emerse dall'analisi di contesto in relazione alle aree geografiche omogenee, tenendo anche conto delle priorità N.8 Gennaio 2002 Docup Toscana 2000/2006 (in euro) Assi prioritari Costo totale Totale contributi nazionali Contributo dello Stato Contributo della Regione Contributo altri Enti Locali Risorse private Asse 1 492.318.980 119.133.663 367.026.876 357.400.992 Asse 2 443.540.313 148.414.178 295.126.135 153.098.327 0 9.625.884 6.158.441 0 142.027.808 Asse 3 183.810.975 0 45.994.680 48.341.912 41.480.396 0 6.950.001 6.950.001 0 0 0 1.133.570.268 322.491.827 804.920.000 563.444.000 48.341.912 193.134.088 6.158.441 Assistenza 13.900.000 tecnica Totale Contributo comun.rio 47.993.987 135.816.988 6.949.999 trasversali accordate agli aspetti ambientali e di quelle concernenti il rispetto del principio delle pari opportunità. Per l'area costiera (caratterizzata da fenomeni di deindustrializzazione derivanti dal declino della grande impresa) l'opzione prioritaria è rappresentata dalla promozione di interventi che favoriscono l'ulteriore crescita e qualificazione del settore turistico che dovrà però essere strettamente collegata a maggiori possibilità di fruizione dei beni culturali e ambientali presenti nelle zone interessate. Per le aree caratterizzate dalla presenza di piccole e piccolissime imprese la strategia è promuovere lo sviluppo aziendale sia attraverso incentivi che aiutino il semplice incremento dimensionale e stimolino l'utilizzo di servizi innovativi, ma anche attraverso la realizzazione di interventi di tipo infrastrutturale volti a favorire le economie esterne delle imprese (infrastrutture insediative, intermodali e di tra- sporto marittimo). Per quanto riguarda le zone a più elevata vocazione rurale la priorità viene accordata agli interventi volti alla promozione del turismo, alla qualificazione commerciale, al sostegno delle imprese di produzione di manufatti tipici, alla realizzazione di infrastrutture miranti a valorizzare le caratteristiche rurali del territorio (parchi e aree protette) e, infine, a interventi relativi alla società dell'informazione. Per le aree urbane si parte dalla realizzazione di infrastrutture sociali destinate all'inclusione e al reinserimento nel contesto sociale di soggetti in stato di soggettiva difficoltà o inquadrabili nei fenomeni di nuova povertà. Vengono inoltre promossi l'utilizzo dei servizi collegati alla società dell'informazione, gli interventi relativi agli esercizi di vicinato, e i sistemi (o "centri") commerciali naturali. L'obiettivo di accrescere e riqualificare l'occupazione in una prospettiva di sviluppo sostenibile sorretta da processi d'in23 novazione è affidato a tre assi prioritari di intervento. Sviluppo e rafforzamento delle PMI Creazione di nuove imprese con particolare attenzione a quelle promosse da donne e giovani, relative ad attività ambientali e operanti in comparti innovativi. Consolidamento patrimoniale delle imprese sia attraverso la promozione di strumenti finanziari innovativi che tradizionali. Infine, qualificazione dell'offerta turistica attraverso la realizzazione di strutture complementari Qualificazione territoriale Potenziamento delle infrastrutture per i sistemi produttivi e sviluppo delle infrastrutture sociali e per la formazione. Ambiente Realizzazione degli interventi di bonifica e recupero dei siti inquinati e delle aree industriali dismesse. E U R O P A N E W S N.8 Gennaio 2002 Sette priorità per rafforzare l'Unione Europea Il problema della sicurezza diventa prioritario La lotta al terrorismo entra nella Strategia politica annuale del 2002 A lle 6 priorità identificate dalla Commissione eu- l'allargamento. Proprio nel 2002 si chiuderanno i ropea nell'ambito della Strategia politica an- negoziati di adesione con i paesi candidati già nuale per il 2002, per garantire le migliori condi- pronti. Altro punto caldo è rappresentato dal rafforzioni di crescita e sviluppo dell'Unione, ne è stata zamento dei rapporti dell'Europa con gli altri paesi aggiunta un'altra che ha tristemente conquistate le del Mediterraneo per assicurare pace e collaborazione. Infine, non certo per importanza, tra le prioprime posizioni. Si tratta dell'emergenza terrorismo, occorsa do- rità per il 2002 la Commissione ha individuata la po i fatti dell'11 settembre, rientrante nella più va- cooperazione allo sviluppo sottolineando, in particolare, gli aspetti legati alsta accezione di sicurezza la salute e all'istruzione. intesa anche come lotta Tra le misure per contenere Sicurezza alla criminalità mediante l'emergenza criminalità Tra le misure che la azioni sia all'interno delCommissione adotterà l'Unione che a livello in- la Commissione adotterà un piano per contrastare efficacemente per combattere criminaliternazionale. tà e terrorismo da segnaSubito dopo l'attenzio- il riciclaggio di denaro sporco, lare quelle volte ad agevone è stata riservata al ed estenderà il mandato di Europol lare le autorità nella lotta buon avvio dell'euro a al riciclaggio di danaro partire dal 1 gennaio 2002 che comporta l'adozione di misure in campo sporco e l'estensione del mandato di Europol; il strutturale per il rafforzamento del mercato unico e controllo delle frontiere esterne attraverso la creazione di un sistema integrato di gestione dei confidell'unione economica e monetaria. Al terzo posto delle priorità della Commissione ni; l'attuazione della Comunicazione del novembre per il 2002 c'è lo sviluppo sostenibile e, quindi, la 2001 sulla protezione civile e il bioterrorismo; mimessa in campo di tutte le strategie per ottenere sure per rafforzare la sicurezza dei trasporti; propocrescita economica e maggiore occupazione con- ste d'azione sulla base del Libro Verde "Verso una testualmente alla coesione sociale e alla protezione strategia europea di sicurezza dell'approvvigionamento energetico" in materia di sicurezza energetidell'ambiente. Da più parti si levano voci per una semplifica- ca; azioni concrete nel campo della sicurezza delle zione delle normative comunitarie, sulla necessità reti di telecomunicazione; sviluppo della cooperadi superare il crescente senso di estraneità verso zione multilaterale nel campo delle relazioni esterl'Europa. L'anno in corso vedrà i servizi della Com- ne; attività di aiuto umanitario. missione adoperarsi per una nuova governance Introduzione dell'euro Il primo giorno del 2002 è arrivato un nuovo europea che possa semplificare la vita dei cittadini europei. Anche per questo anno uno dei principali simbolo dell'integrazione europea: monete e banobiettivi sarà l'adozione di misure per promuovere conote nella nuova divisa comunitaria sono diven24 tate una realtà per circa 300 milioni di cittadini europei. Il passaggio epocale dalle monete nazionali a quella unica europea ha impegnato ed impegnerà ancora molto la Commissione. La prima scadenza sarà la valutazione delle conseguenze che il passaggio all'euro ha comportato. Verranno inoltre definiti i principi di politica economica degli Stati della zona dell'euro, un codice di comportamento a cui tutti dovranno attenersi. Gli Stati interessati verranno continuamente monitorati e la Commissione preparerà regolarmente delle relazioni. E' prevista una nuova proposta sulle offerte pubbliche di acquisto; azioni per combattere le falsificazioni, un nuovo quadro giuridico per il commercio elettronico; la modernizzazione degli appalti pubblici; l'adozione di una Comunicazione sulla strategia della politica dei consumatori. Sviluppo sostenibile Per la prima volta la relazione di sintesi per il Consiglio europeo di Barcellona comprenderà la dimensione ambientale a significare quanta importanza abbia acquistata la qualità della vita dei cittadini europei, in tutti i suoi aspetti. Lo sviluppo sostenibile rappresenta per l'Unione Europea una priorità trasversale. Dal punto di vista economico la Commissione continuerà ad applicare l'agenda di sviluppo di Doha, i nuovi negoziati commerciali avviati nel 2001; verrà ef- fettuato un esame intermedio della politica agricola comune; sono in preparazione proposte per la riforma della politica comune della pesa; saranno presentati una Comunicazione per una strategia comunitaria sulla salute e sicurezza sul lavoro e il nuovo Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico. In materia di qualità della vita verranno adottate azioni per l'attuazioni del Sesto Programma di azione ambientale 2001-2010; allo studio una strategia integrata per i trasporti; ci sarà inoltre l'inaugurazione dell'Autorità europea per gli alimenti. Governance europea In base ai risultati della consultazione pubblica relativa al "Libro bianco sulla governance" verrà proposto un piano di azione per il miglioramento della regolamentazione e la semplificazione delle normative; saranno formulate proposte per informare efficacemente i parlamenti nazionali sull'attività della Comunità; ci sarà l'introduzione di nuove norme sulla concorrenza; si prevedono semplificazioni per il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali e l'attuazione, nei tempi programmati, del piano d'azione e-Europe 2002. Allargamento Quello del 2002 è il quinto allargamento della storia della Comunità europea, ma il più importante per estensione. Nel primo semestre verranno conclusi i 25 negoziati di adesione dei paesi pronti ad entrare nell'UE e, entro la fine dell'anno, ci sarà la presentazione del documento sulla strategia dell'allargamento e l'attuazione di una strategia della comunicazione per informare l'intera UE ed i paesi candidati sui processi in corso. La Commissione continuerà a vigilare sul potenziamento delle istituzioni nei paesi candidati, sull'utilizzo dello strumento di preadesione ISPA e sull'adozione del programma di aiuto all'agricoltura e allo sviluppo rurale (SAPARD). Il Mediterraneo Al fine di un ulteriore impulso al processo di Barcellona verso un nuovo spirito di partenariato tra l'Unione e i paesi vicini del Mediterraneo, verranno stimolati investimenti e progetti comuni di sviluppo nel Mediterraneo e la creazione di un mercato EuroMed funzionante; la Commissione continuerà a rafforzare il ruolo dell'UE nel processo di pace in Medio Oriente. Cooperazione allo sviluppo La Commissione continuerà i suoi sforzi per combattere la povertà attuando un programma d'azione contro la diffusione delle malattie infettive; proponendo un nuovo regolamento sull'aiuto alla cooperazione ai paesi dell'Asia e dell'America Latina e presentando proposte in merito alla posizione dell'UE alla Conferenza delle Nazioni Unite sul finanziamento allo sviluppo. E U R O P A N E W S N.8 Gennaio 2002 Controllo finanziario degli interventi contro il rischio di irregolarità Esperienza e gestione delle risorse S econdo l'art. 274 del trattato UE, sia la Commissione nell'esecuzione del bilancio che gli Stati membri nell'utilizzazione delle risorse comunitarie devono conformarsi ai principi di sana gestione finanziaria. E conseguentemente l'art. 23 del Reg.4253/88 del Consiglio, modificato dal Reg.2082/93 sempre del Consiglio, ai fini della realizzazione degli interventi a scopo strutturale, ha imposto agli Stati membri di adottare misure necessarie a verificare la corretta attuazione delle azioni cofinanziate, a prevenire e sanzionare le irregolarità, a recuperare i fondi persi a causa di abusi e negligenze. In particolare, la disposizione ha previsto l'introduzione di modalità dettagliate di applicazione "non appena" entrato in vigore il Regolamento stesso. Peraltro, tale incombenza è stata adempiuta solo a metà dell'arco temporale relativo alla programmazione 1994-1999 mediante Reg.2064/97 della Commissione del 15 ottobre 1997. Va osservato che a quella data il ciclo programmatorio era comunque già in corso di realizzazione sulla base delle tradizionali strutture organizzative di gestione e di controllo degli interventi proprie del nostro ordinamento giuridico. Ed invece la ricordata normativa comunitaria, nel perseguimento dell'obiettivo di un miglior controllo delle azioni secondo una sana gestione finanziaria, è venuta ad introdurre nuove regole, definendo: • i principi cui devono ispirarsi i sistemi di gestione e di controllo degli Stati membri • l'oggetto dei controlli, costituito dai sistemi di gestione e controllo utilizzati, dalle dichiarazioni delle spese effettivamente sostenute ai vari livelli, da almeno il 5% della spesa totale sovvenzionabile • le relative modalità, secondo le quali i controlli vanno ripartiti su tutto il periodo di realizzazione dell'intervento e utilizzando una pista di controllo adeguata in base al metodo di campionamento nonché all'analisi dei rischi • la loro funzione, consistente nella verifica, tra l'altro, della conformità della natura e dei tempi degli impegni e dei pagamenti alle prescrizioni, alle caratteristiche fisiche approvate per il progetto nonché ai lavori effettivamente eseguiti; della corrispondenza della destinazione, effettiva o prevista dal progetto, a quella descritta nella domanda di cofinan26 ziamento; del rispetto dei limiti fissati ai contributi dalle disposizioni comunitarie e dal loro pagamento ai beneficiari finali senza decurtazioni o ritardi ingiustificati oltre che della effettiva disponibilità del cofinanziamento nazionale • la necessità, ai fini della chiusura dell'intervento, del rilascio da parte di un organismo, indipendente rispetto al servizio responsabile della realizzazione, di un attestato che riassuma le risultanze dei controlli eseguiti precedentemente e valuti globalmente il fondamento della domanda di saldo nonché la legittimità e la regolarità delle corrispondenti operazioni. Come appare evidente, le richiamate disposizioni hanno imposto la sostituzione delle precedenti strutture operative delle nostre Amministrazioni con nuovi modelli comunitari essenzialmente fondati su base funzionale ed in posizione di reciproca indipendenza. E tale revisione organizzativa ha dovuto inevitabilmente inserirsi nella tempistica già fissata nei documenti di programmazione per l'attuazione delle azioni (i noti termini per l'assunzione degli impegni di spesa, per l'effettuazione dei pagamenti e per la chiusura degli interventi). Era prevedibile, quindi, un impatto piuttosto forte delle innovazioni introdotte sul sistema con il quale la programmazione era stata avviata. Ma ciò solo nella fase iniziale, dovendosi presumere un successivo rapido adeguamento anche in virtù della attività divulgativa, di coordinamento e interpretativa svolta istituzionalmente dalle strutture organizzative del Ministero del tesoro (in particolare l'IGRUE). Al contrario, secondo i dati trasmessi proprio dall'IGRUE alla Commissione alla fine di giugno dello scorso anno, è risultata una diffusa inottemperanza delle Amministrazioni responsabili degli interventi non solo nell'effettuazione delle verifiche in loco, ma addirittura nella istituzione delle stesse strutture di controllo e di certificazione specificamente richieste dalla normativa comunitaria. La situazione così accertata è apparsa allarmante, atteso che a quella data le scadenze del 31 dicembre 2001 e del 30 giugno 2002 - rispettivamente stabilite per l'esecuzione dei pagamenti e per la chiusura degli interventi 1994-1999 - erano prossime. La mancata valutazione, da parte di numerose Autorità di gestione, del carattere rigoroso delle scadenze fissate dalla normativa e nei documenti programmatori è resa evidente dal fatto che, per esempio, un'amministrazione regionale ha chiesto alla Com- missione, alla fine di agosto 2001, di poter assumere l'impegno di spese, derivanti dalle convenzioni e contratti stipulati per l'attuazione del Reg. 2064/97 nel periodo 2000/2001, senza addurre alcun specifico motivo al riguardo. Invece, è noto che le domande di proroga, per potere essere accolte, devono essere giustificate da errori imputabili alla sola Commissione oppure da casi forza maggiore. Quindi, il rischio di future soppressioni totali o parziali dei contributi comunitari, conseguenti alla non corretta attuazione del Regolamento in esame, costituisce una spada di Damocle che potrebbe falcidiare rilevanti risorse finanziarie concesse al nostro Paese nell'ambito della programmazione 1994-1999. Quanto finora osservato, poi, rappresenta un ulteriore stimolo a correttamente operare nell'ambito del controllo finanziario sugli interventi 2000-2006, soprattutto in considerazione del perfezionamento degli istituti e delle procedure apportato in merito dal Reg.1260/99 del Consiglio e dal Reg.438/01 della Commissione. Né possono ovviamente valere a tale riguardo le critiche che hanno accompagnato, nel corso del precedente ciclo programmatorio, la ritardata introduzione del Reg.2064/97. Invero, l'esperienza acquisita nell'attuazione di quest'ultimo dovrebbe essere di orientamento per una sempre più corretta, effi27 ciente ed efficace gestione delle azioni cofinanziate nel nuovo periodo. Peraltro, lo stadio iniziale di applicazione della recente normativa comunitaria in materia ha evidenziato, da un lato, la tempestiva adozione, da parte dell'IGRUE già nel mese di marzo 2001, delle "Linee guida per l'organizzazione dei sistemi di gestione e controllo e per la predisposizione delle piste di controllo" in esecuzione dell'art.2 par.1 del Reg.438/01; dall'altro, la predisposizione e trasmissione, da parte di varie Amministrazioni responsabili degli interventi, della relazione circa la strutturazione dei sistemi di gestione e controllo ben oltre i termini stabiliti dall'art.5 par.1 del citato Regolamento. In proposito, è da ricordare come il Reg.438/01 attribuisca particolare importanza alla informativa riguardante l'organizzazione dei singoli sistemi di gestione e controllo delle risorse destinate a scopi strutturali, informativa funzionalmente connessa con aspetti di regolarità, legalità e ammissibilità delle spese da rendicontare. Ciò anche al fine di evitare o comunque ridurre il rischio di irregolarità sistematiche, cui corrisponde il potere della Commissione di operare rettifiche finanziarie mediante l'estrapolazione ovvero su base forfettaria (Reg.448/01). Cons.Franco Franceschetti Sezione di controllo per gli Affari comunitari ed internazionali E U R O P A S N E W S "Più Europa" nel semestre spagnolo Rafforzamento, sviluppo e condivisione del progetto europeo in primo piano nei programmi della nuova presidenza del Consiglio Ue D al primo gennaio fino al 30 giugno 2002, la Spagna avrà la presidenza del Consiglio dell'Unione Europea per la terza volta, in coincidenza con l'introduzione dell'euro in dodici Stati membri e con la conclusione di una nuova fase del processo di allargamento. Ha preso il posto del Belgio e lo lascerà, fra sei mesi, alla Danimarca. Il consolidamento dei valori di libertà, democrazia e il riconoscimento dei diritti umani nello spazio dell'Ue rappresentano i pilastri fondamentali di uno scenario che richiede però ancora tanto lavoro ed impegno. Il motto con cui la Spagna ha aperto il semestre della sua presidenza "Mas Europa" più Europa, ha essenzialmente due significati: la volontà di dare all'Ue il giusto posto nelle relazioni internazionali e l'europeismo della Spagna. La filosofia che animerà il semestre si basa sul consolidamento e la progressione del progetto europeo e dei valori che milioni di persone si trovano, per la prima volta, a condividere e, nello stesso tempo, sulla necessità di concentrare gli sforzi nella lotta al terrorismo, emergenza non più procrastinabile dopo i fatti dello scorso 11 settembre. Elemento fondamentale, su cui poggiare i prossimi sei mesi di lavoro, è il consenso di tutti i cittadini d'Europa. A questo scopo verrà incoraggiato il loro coinvolgimento nella attività della Presidenza, senza il quale, per gli spagnoli, è impensabile una reale rifor- ma dell'Unione Europea. Sono sei gli obiettivi da centrare: lotta al terrorismo; passaggio all'euro in maniera corretta; ulteriore impulso al processo di Lisbona per una Europa più dinamica, prospera ed al servizio dei cittadini; azioni in favore dell'allargamento; maggior peso dell'Europa nella comunità internazionale; spinta al dibattito sul futuro dell'Europa. Cresce la popolazione dell'Unione europea Oltre un milione i cittadini immigrati NEL 2001 LA POPOLAZIONE DEGLI STATI MEMBRI È CRESCIUTA. L'aumento, anche se lieve, risulta comunque essere il maggiore registrato negli ultimi anni ed è di 1.460.000 nuovi cittadini, per un totale, al 1 gennaio 2002, di 379.4 milioni. I cittadini della sola zona euro raggiungono i 305.1 milioni. I dati provengono dalla prima stima demografica, per il 2001, di Eurostat che fotografa uno stato di leggera crescita dovuta in piccola parte ad un aumento delle nascite ma, soprattutto, all'afflusso di nuovi immigrati, responsabile del 70% dell'aumento della popolazione europea con 1.05 milioni di nuovi cittadini. E' la Spagna il paese europeo che assorbe il maggior numero di immigrati, con una quota pari al 24% del totale, seguito dall'Italia e la Germania (17%) e dal Regno Unito (15%). L'incremento naturale (nati meno morti) è di 410 mila unità (pari all'1,1per mille) quindi, leggermente superiore all'anno precedente quando era stato registrato un incremento pari a 380 mila unità. Il numero di nati, sempre nel 2001, nell'Ue ha raggiunto i 4.03 milioni. Il più alto tasso di nascite si registra in Irlanda con 14.6 nati su 1000 abitanti mentre l'Italia, con il 9.4 risulta essere lo stato con il minor numero di nascite. Le morti sono state 3.62 milioni: la Danimarca guida la classifica del più alto numero di decessi con 10. 9 su 1000 abitanti, in coda invece troviamo il Lussemburgo con l'8.3 e l'Irlanda con il 7.5. In 11 fra i 12 Paesi candidati si registra un decremento della popolazione; la mortalità risulta invece superiore a quella media dell'Ue (9.5 per mille) in 8 dei 12 paesi candidati. 28 » E L E Z I O N E N O R M A T I V A Selezione di leggi e regolamenti dalla Gazzetta ufficiale delle Comunità europee Dal 29 dicembre 2001 al 31 gennaio 2002 Decisione della Commissione del 5 dicembre 2001 che modifica il suo regolamento interno (2001/937/CE, CECA, Euratom) GUCE L 345/94 del 29.12.2001 Con la presente Decisione la Commissione adatta il proprio regolamento al regolamento (CE) n.1049/2001, già adottato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione. Autorizzazione degli aiuti di Stato sulla base degli articoli 87 e 88 del trattato CE (Casi contro i quali la Commissione non solleva obiezioni) (2001/C374/08) GUCE C374/59 del 29.12.2001 La presente autorizzazione riguarda aiuti a favore della promozione dei prodotti tipici e per la creazione di servizi per le aziende agricole. Posizione Comune (CE) n. 3/2002 definita dal Consiglio il 27 settembre 2001, in vista della adozione della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente (2002/C 4/03) GUCE C4/52 del 7.1.2002 Con questa decisione viene istituito un programma comunitario in materia di ambiente, della durata di dieci anni, che definisce i principali obiettivi e priorità ambientali fondati sulla valutazione dello stato dell'ambiente e delle tendenze prevalenti. Gli obiettivi corrispondono alle principali priorità ambientali che la comunità deve affrontare nei seguenti settori: cambiamenti climatici, natura e biodiversità, ambiente e salute e qualità della vita, risorse naturali e rifiuti. Decisione n. 50/2002/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 dicembre 2001 che istituisce un programma d'azione comunitaria inteso ad incoraggiare la cooperazione tra gli Stati membri al fine di combattere l'emarginazione sociale GUCE L10/1 del 12.1.2002-01-24 La durata del programma d'azione è compresa dal 1 gennaio 2002 al 31 dicembre 2006. L'obiettivo è combattere l'emarginazione sociale attraverso la migliore comprensione del fenomeno grazie a indicatori comparabili, l'organizzazione di scambi in materia di politiche seguite e 29 la promozione di reciproco apprendimento, l'adozione di approcci innovativi con la costituzione di reti a livello europeo Risoluzione del Comitato delle Regioni, "sulla partecipazione delle regioni, alla convenzione incaricata di preparare la prossima revisione dei trattati" (2002/C 19/10) GUCE C19/29 22.1.2002 Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla concessione di aiuti finalizzati al coordinamento dei trasporti per ferrovia, su strada e per via navigabile (COM(2005-C5-0402 2000/0023(COD)) GUCE C21E/318 del 24.1.2002 Risoluzione del Parlamento europeo sull'Internet di prossima generazione: la necessità di un'iniziativa di ricerca dell'UE (2000/2102 (INI)) GUCE C27 E/84 del 31.1.2002 La presente risoluzione del Parlamento europeo invita la Commissione e gli Stati membri a dare priorità ad un'iniziativa di ricerca dell'UE sulla seconda generazione di Internet e le nuove infrastrutture di comunicazionepercreareun'economia concorrenziale. S P A Z I O A W E B Compie un anno il Qcs on line Oltre 9 mila gli accessi a dicembre 2001, 309 le pagine consultate I I buoni risultati relativi agli accessi alle pal 2001 può essere definito un anno di svolta per la comunicazione via Internet promossa gine del QCS sono, inoltre, confermati dall'indal Servizio per le politiche dei Fondi struttura- teresse suscitato presso il pubblico dagli altri li comunitari del Minstero dell'Economia. In at- spazi web promossi dal Dipartimento per le Politiche di sviluppo e coesione: il retuazione di precise disposizioni centissimo sito della "Rete delle aucontenute nel "Quadro comunita- Le sezioni più torità ambientali e delle autorità delrio di sostegno 2000-2006", è sta- frequentate la programmazione", la altrettanto to realizzato il 16 gennaio 2001, dai navigatori new entry "Banca dati sui conti puball'interno del sito istituzionale "te- sono quelle relative blici territoriali", che diffonde dati soro.it", lo spazio web 16 intera- alla struttura aggiornati sulla spesa pubblica a limente dedicato al QCS, che riper- dei programmi vello regionale, ed il collaudato sito corre le fasi di attuazione della e all'organizzazione sulla "Selezione della normativa coprogrammazione 2000-2006, for- dei servizi preposti munitaria", che nel mese di dicemnendo i principali documenti, e gli alla sorveglianza bre 2001 ha registrato circa 70 mila atti normativi, che interessano tale e al controllo accessi. periodo. Anche il 2002 non sarà privo di Recenti statistiche degli accessi, relative al mese di dicembre 2001, segnala- novità: con l'attuazione del Piano di comunicano che in quel mese lo spazio riservato al QCS zione nazionale e dei Piani relativi a ciascun ha avuto 9.594 accessi, con un numero medio Programma operativo, l'informazione via Interdi 177 visite al giorno e di 309 pagine consul- net sarà implementata e diventerà una modalità essenziale per far conoscere le problematitate. Le sezioni più lette sono quelle relative alla che dell'obiettivo 1 - ed anche le enormi opporstruttura dei programmi e all'organizzazione dei tunità offerte dai fondi strutturali - agli utenti di servizi preposti alla sorveglianza e al controllo, tutto il territorio nazionale ed agli operatori inma anche le pagine che contengono dati sul- teressati. Tra i progetti allo studio del Servizio per le l'attuazione del QCS e dei programmi operativi, oltre che documenti su temi specifici come lo politiche dei fondi strutturali comunitari vi è "sviluppo locale", suscitano un notevole inte- quello di trasformare il sito del QCS in un vero resse. Le pagine consentono, inoltre, attraverso e proprio Network dei siti regionali e nazionali link mirati, di raggiungere i siti regionali e quel- che si occupano di programmazione comunili delle Amministrazioni nazionali, titolari dei taria, per assicurare azioni informative omoprogrammi operativi (POR e PON), di cui il QCS genee e coordinate e per dare alla comunicaè composto, ed in cui è possibile trovare ogni zione quel carattere di trasparenza e massima indicazione utile per la presentazione dei pro- diffusione cui la recente normativa sulla pubgetti che possono essere finanziati dai fondi co- blicità dei Fondi Strutturali assegna grande importanza. munitari. 30 P P U N T A M E N T I ...è successo • COSTITUZIONE EUROPEA Nei giorni 7 e 8 marzo 2002 si terrà nel Palacio de Montehermoso di Vitoria-Gasteiz in Spagna un seminario organizzato dall' Istituto Europeo di Pubblica Amministrazione e dal Centro Europeo Regionale e con la collaborazione del Parlamento Basco dal titolo "I nuovi attori nel processo di integrazione europea: regioni, amministrazione locale e movimenti cittadini".In vista della Costituzione Europea gli organizzatori del seminario si propongono di apportare un contributo alla costruzione di uno schema istituzionale efficiente, trasparente e vicino ai cittadini. • SEMINARIO EIPA L'Istituto Europeo di Pubblica Amministrazione organizza quattro seminari dal tema "Comprendere il processo decisionale dell'Unione Europea principi, procedure e pratica". Questi seminari si terranno a Maastrict nei giorni: 21 e 22 febbraio, 6 e 7 giugno, 26 e 27 settembre, 21 e 22 novembre 2002. Il seminario, grazie a una combinazione di relazioni, studi di casi concreti e di simulazioni, si propone di mettere in luce le pratiche inerenti il processo decisionale europeo. INDUSTRIA E RICERCA La Presidenza spagnola ha convocato per la prima volta, nei giorni 1 e 2 febbraio scorsi, a Girona in Spagna, una riunione informale dei ministri dell' Industria e della Ricerca. Vari ed importanti sono stati i documenti qui presentati, come quello dell'ECOFIN su ricerca e sviluppo, il Comunicato della Commissione su Scienze di Vita e Biotecnologia - una strada per l'Europa. L'avvenimento ha permesso un fruttuoso scambio di pareri ed esperienze le più innovative , nonché di dibattito, anche da parte di personalità del mondo dell'industria e della scienza, oltre alla Commissione Europea .Un contributo è stato apportato anche dalla Banca Europea degli Investimenti sull'utilizzo delle risorse dei capitali di rischio. Per l'Italia stata constatata la necessità di ridurre il divario la separa dagli altri principali concorrenti in campo scientifico e tecnologico. L'Unione Europea deve conseguire entro l'anno 2010, un rendimento, nel campo della ricerca e dell'innovazione, pari o superiore a quello dei leaders mondiali. E' pertanto necessario definire delle condizioni quadro molto solide e creare un ambiente favorevole agli investitori anche privati in ricerca e innovazione., nonché un alto grado di dinamismo e concorrenza. Nell'incontro è stato inoltre segnalato che le misure volte a incoraggiare la mobilità dei ricercatori e dei tecnici, e particolarmente la mobilità intersettoriale (cioè tra centri di ricerca e industria, e tra settore pubblico e settore privato) e transnazionale, devono essere considerate come uno strumento di notevole peso per favorire un efficiente funzionamento dello Spazio europeo di Ricerca e Innovazione, e per creare un ambiente favorevole allo sviluppo di nuove idee e nuovi prodotti che possono trovare spazio in un mercato europeo integrato. SEMINARIO A MAASTRICHT L'EIPA (European Institute of Public Administration) ha organizzato un seminario introduttivo dal titolo "European Public Procurement Rules and Policy" tenutosi a Maastricht nei giorni 31 gennaio 2001 e 1 febbraio 2002. Il seminario era rivolto ai pubblici funzionari per l'acquisizione di una maggiore conoscenza dei regolamenti e della politica europei. 31 Qcs news Newsletter del Ministero dell’Economia e delle Finanze Cofinanziato dall’Unione europea con il FESR Direzione Ministero dell’Economia e delle Finanze Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione Servizio per le politiche dei fondi strutturali comunitari Via Curtatone 4/D - 00185 Roma tel. 06 4457571/2 e.mail: [email protected] Direttore Responsabile Chiara Amadei Coordinamento della Redazione Orsola Barina Progetto Grafico Fabio Corsi Stampa Union Printing viale Palmiro Togliatti 1613 - ROMA Registrazione del Tribunale in corso presso il Tribunale di Roma Hanno collaborato: Cosimo Antonacci, Serena Cianciullo, Elisa Dardanello, Alessandra Fenocchio, Marinella Marino, Giorgio Pugliese, Letizia Ravoni, Marco Valenti, Mirella Zanotti.