ISTITUTO POSTER Note sul Gruppo Ideal Standard Posizionamento e strategie del Gruppo Il Piano Industriale 2014-2016 va inquadrato nell’ambito del posizionamento e della strategia complessiva del Gruppo Ideal Standard. Il Gruppo è presente in quattro principali segmenti: - ceramica sanitaria (lavandini, servizi igienici, colonne, cassette, bidet, ecc); - rubinetteria (rubinetti, miscelatori, ecc.); - bathing & wellness (vasche da bagno, vasche idromassaggio, ecc.); - mobili e complementi per il bagno. I principali mercati sono rappresentati da quello inglese e italiano, dove il Gruppo detiene la prima posizione per quote di mercato nel segmento delle ceramiche sanitarie: Distribuzione dei ricavi 2011-2012 e posizionamento al 2011 Paesi Ricavi (mil. €) 2011 Posizionamento e quote di mercato 2011 2012 Gran Bretagna 161,9 22,7% 168,8 23,6% Ceramiche: n.1 (37% ); Rubinetteria: n.3 (9% ) Italia 143,3 20,1% 122,0 17,1% Ceramiche: n. 1 (45% ); Rubinetteria: n.2 (16% ) Germania 96,5 13,5% 99,0 13,9% Ceramiche: n. 6 (5% ); Rubinetteria: n.4 (10% ) Francia 76,5 10,7% Europa Est 54,1 7,6% 58,0 8,1% Egitto 46,7 6,5% 56,6 7,9% 106,0 14,9% 28,0 3,9% Altri paesi EMEA* Americhe** Totale 713,0 100,0% 80,0 11,2% Ceramiche: n. 3 (9% ); Rubinetteria: n.4 (9% ) 98,3 13,8% 31,7 4,4% 714,4 100,0% * Altri paesi Europa, Medio Oriente, Africa ** 2012 ns. stima Fonti per il 2011: bilancio consolidato IS International SA e slide Goldman Sachs Leveraged Finance Conference, Settembre 2012, pag. 6 per il 2012: ricavi per paese dal bilancio consolidato 2012 IS International Topco SCA; ricavi totali (714,4 mil. €) da stampa Il principale comparto, a livello di Gruppo, è costituito dalle ceramiche sanitarie (38,1% del fatturato consolidato 2012), seguito da quello della rubinetteria (34,6% dei ricavi 2012): 1 ISTITUTO POSTER Distribuzione dei ricavi per segmento, 2011-2012 Ricavi (mil. €) 2011 2012 Ceramiche 281,6 39,5% 272,2 38,1% Rubinetti e accessori 246,4 34,6% 247 34,6% Bathing & Wellness 92,6 13,0% 97,5 13,6% Mobili e accessori 63,6 8,9% 65,9 9,2% Altro* 28,8 4,0% 31,8 4,5% Totale 713,0 100,0% 714,4 100,0% * 2012 ns. stima Fonti: per il 2011: bilancio consolidato IS International SA per il 2012: ricavi per segmento dal bilancio consolidato 2012 IS International Topco SCA Il Gruppo Ideal Standard è stato acquisito nel 2007 dal fondo Bain Capital per 1,75 miliardi di dollari. Gran parte della somma è stata coperta da un prestito di un pool di banche e il prestito è stato garantito dalle stesse aziende acquistate, dai loro marchi e dalle loro reti commerciali. Come noto, le strategie dei fondi di private equity consistono nell’acquisizione di società ritenute ad elevato potenziale e nella loro gestione finalizzata alla successiva vendita o alla quotazione in borsa. Secondo un articolo pubblicato nel Marzo 2009 dal portale di Financial Time 1, l’idea di Bain Capital era quella di ridurre drasticamente i costi spostando una parte della produzione in Europa Orientale e in Asia, ma il rallentamento economico avrebbe compromesso il piano di delocalizzazione e impedito la concretizzazione dei recuperi di efficienza previsti L’orientamento strategico di Bain Capital può essere meglio delineato a partire da quanto dichiarato dalla stessa azienda in un documento del 2011 2, da cui risulta che sin dalla valutazione effettuata al momento dell’acquisizione, le opportunità economiche dell’operazione erano state individuate dal Fondo nella riduzione della capacità produttiva e delle duplicazioni della struttura gestionale e amministrativa, conseguenti alla crescita degli anni precedenti, basata soprattutto su politiche di acquisizioni. Il sopraggiungere della crisi, con le conseguenti difficoltà di mercato e finanziarie, ha rallentato le iniziative programmate e reso quindi più difficoltosa l’exit strategy da parte del Fondo. Le principali iniziative di ristrutturazione che comunque sono state messe in atto hanno riguardato la riduzione della capacità produttiva attraverso la chiusura e il ridimensionamento degli impianti produttivi e lo snellimento delle funzioni generali e amministrative. L’azienda stima che le ristrutturazioni hanno prodotto, tra il 2008 e il 2011, una riduzione di costi di 112 milioni di euro: 1 Haffenden, Chris, "Ideal Standard sponsor Bain hires financial adviser as 2007 LBO falters". FT.com. 20/03/2009 Ideal Standard International, “Management discussion & analysis of financial conditions and results of operations - Restricted information - not for distribution”. 2 2 ISTITUTO POSTER Principali operazioni d ristrutturazione 2008-2011 Anni Interventi 20082009 2010 chiusura di 2 impianti (Spagna e Gran Bretagna) e riduzione spese generali e amministrative 2010 2011 2011 chiusura 2 impianti in Italia, Brescia (ceramiche) e Gozzano (rubinetteria) e ridimensionamento altri stabilimenti (Cig, CdS, esodi) riduzione spese generali e amministrative chiusura di 3 impianti di ceramica: 1 in Gran Bretagna, (Middlewitch) e 2 in Francia (Revin e Dole) riduzione spese generali e amministrative Fonte: slide Goldman Sachs Leveraged Finance Conference, Settembre 2012, pag. 13 Riduzione costi (in mil. €) 37 27 10 27 11 In particolare, con la ristrutturazione degli impianti italiani l’azienda prevedeva di risparmiare 10 milioni di euro all’anno con il CdS e 16,8 milioni con la chiusura dei due impianti, la riduzione delle spese amministrative generali e la diminuzione del costo del lavoro connessa agli esodi negli stabilimenti rimasti 3. I costi fissi dell’impianto di Middlewich sono stati valutati, per il 2010, in 13 mil., mentre quelli degli impianti francesi in 16,1 milioni di euro. Dopo questi interventi, gli impianti produttivi del Gruppo sono localizzati 4 in: - Italia, a Trichiana (ceramica), Orcenico (ceramica e B&W), Roccasecca (ceramica); - Gran Bretagna, a Rugeley 5 (ceramica), Hull (rubinetteria); Otley (altri prodotti) - Francia, ad Angouleme (altri prodotti) - Bulgaria, a Sevlievo (ceramica), Vidima (rubinetteria); - Repubblica Ceca, a Teplice (ceramica); - Germania a Venio (rubinetteria) e a Withtlich (rubinetteria); - Portogallo (rubinetteria); - Egitto (ceramica, B&W, rubinetteria) Capacità produttiva del Gruppo N° stabilimenti Ceramiche Italia Ceramiche fuori Italia Rubinetteria e accessori Bathing & Wellness Mobili Totale 3 4 5 3 2 (altri prod.) 17 Capacità nominale (mil. pcs) 2,0 5,8 10 1,5 0 19,3 Capacità nei paesi a basso costo (2010) Organico (FTE) 52% 3.596 77% 80% 0% 67% 2.222 1.192 154 7.164 Fonti: slide Goldman Sachs Leveraged Finance Conference, Settembre 2012, pag. 6; Piano Industriale 2014-2016 (2 mil. di pezzi la capacità produttiva degli stabilimenti italiani, utilizzata nel 2012 al 60%) 3 We estimate that this agreement has allowed us to eliminate approximately €10 million in annual costs, and that the closure of the two Italian plants, the reduction in administrative overheads in Italy and the savings relating to voluntary leavers from the remaining Italian plants have allowed us to eliminate an additional €16.8 million in costs. 4 Fonte: slide Goldman Sachs Leveraged Finance Conference, Settembre 2012, pag.6. 5 Ideal Standard’s (IS’s) plant located in Rugeley had been its sole ceramics plant in the UK for the past two to three years, having previously closed plants in Hull, Middlewich and Stoke-on-Trent. Its future strategy for the Rugeley plant was to continue to supply the UK market competitively vis-à-vis products imported from abroad. IS’s distribution centre was adjacent to its factory, which gave it an advantage over imported products as customers did not need to bear shipping costs, though the actual cost of imported pieces were cheaper. It did not plan to change how it supplied the UK market. There were various small-scale producers of sanitaryware in the UK market. However, IS was the only remaining large-volume producer in the UK following the demise of companies such as Twyfords. IMERYS/GOONVEAN MERGER INQUIRY, May 2013. 3 ISTITUTO POSTER In una presentazione del 2012 6, l’azienda dichiara una capacità produttiva per i prodotti ceramici di 7,8 milioni di pezzi, di cui il 52% (al 2010), collocato nei paesi a basso costo del lavoro (Bulgaria, Repubblica Ceca, Egitto) e definisce la propria piattaforma produttiva “ben investita e diversificata , con una sostanziale base nei paesi a basso costo del lavoro”. Nel documento del 2011 l’azienda rende noto anche di aver individuato ulteriori opportunità di riduzione della capacità produttiva degli stabilimenti meno efficienti che si prestavano ad essere implementate dopo il completamento delle chiusure degli impianti in Francia e in Gran Bretagna. Con queste ulteriori ristrutturazioni l’azienda si proponeva di ridurre i costi di 25 – 30 milioni di euro all’anno. E per rispondere alle oscillazioni della domanda prevedeva di rafforzare il ricorso a terzisti 7. Si può già intravvedere in queste intenzioni, esplicitate nei primi mesi del 2011, l’orientamento che si è poi manifestato più chiaramente nel “Piano Industriale 2014-2016”. Nonostante queste operazioni, i conti economici consolidati del Gruppo rimangono fortemente in perdita e fanno ritenere che le iniziative di ristrutturazione possano subire un acceleramento nei prossimi anni, come emerge anche dalle valutazioni degli analisti finanziari internazionali. Ricavi e risultati consolidati del Gruppo (in milioni di euro) Ricavi Risultato finale Fonte: bilanci 2008 2009 2010 2011 2012 957,0 -235,3 737,0 -94,3 753,4 -107,3 713,0 -201,6 714,7 Una nota di Giugno 2011 degli analisti finanziari di Lucror Analytics considerava l’investimento in Ideal Standard “ad altissimo rischio”. In tale nota i concorrenti, tra cui Sanitec e Grohe, venivano ritenuti in posizioni più avanzate relativamente ai processi di ristrutturazione e la situazione del Gruppo era giudicata più complicata a causa della sua elevata esposizione in mercati maturi (in particolare Regno Unito, Italia, Germania e Francia) e del fatto che una gran parte della sua rete di produzione si trovava (ancora) in paesi ad alto costo del lavoro. Lo stesso programma di ristrutturazione, la cui realizzazione era prevista protrarsi fino al 2014, veniva giudicato ad elevato grado di rischio di esecuzione. Gli analisti ritenevano di poter riportare la valutazione del Gruppo nella fascia “ad alto rischio” solo in presenza di visibili segnali di successo delle iniziative di ristrutturazione. A Maggio 2012 Moody’s ha declassato il rating di Ideal Standard International da Caa1 a Caa3 (sempre nella fascia del “rischio molto alto”, a sole due posizioni prima del default) a causa del deterioramento dei margini di redditività e della insoddisfacente situazione di liquidità, determinati dal calo delle vendite, dall’aumento dei costi delle materie prime e dall’elevata base di costi fissi. A Maggio del 2013 Fitch ha abbassato il rating di Ideal Standard International SA da “CCC” (rischio di credito sostanziale: il default è una realtà) a “CC” (rischio molto elevato: un default di qualche tipo appare probabile). L’Agenzia di rating prevede infatti che nei prossimi 12-18 mesi la gestione di Ideal Standard assorbirà ingenti flussi di cassa e ritiene che il Gruppo avrà difficoltà a trovare le risorse finanziarie aggiuntive necessarie per sostenere l’attività. 6 Goldman Sachs Leveraged Finance Conference, Settembre 2012 We continue to examine our manufacturing footprint to identify opportunities to rationalise excess capacity, particularly at our less efficient plants. We have identified additional restructuring opportunities that could be implemented after the completion of the plant closures in France and the United Kingdom described above. We are targeting to eliminate between €25 and €30 million of annual costs with these additional opportunities. As part of the rationalisation of our manufacturing capacity, we are also enhancing our third party supplier relationships so that we can source rather than produce additional volumes to respond to changes in market demand. 7 4 ISTITUTO POSTER Date le difficili prospettive di mercato, gli analisti valutano improbabile un miglioramento della situazione commerciale e ritengono che la struttura finanziaria del Gruppo diventi insostenibile in assenza di un significativo miglioramento della capacità di generare flussi di cassa netti. L’analisi di Fitch sottolinea che la gestione corrente del 2012 ha prodotto un “Free Cash Flow” negativo, ossia il flusso di cassa generato dall’attività operativa non è stato sufficiente a coprire gli esborsi per finanziare il capitale circolante netto (scorte e crediti, al netto dei debiti commerciali) e il capitale fisso (cd “capex”). Gli analisti si aspettano che tale situazione permanga anche nel 2013 e ritengono che possa migliorare solo a fronte di un recupero delle vendite e della redditività, cosa giudicata improbabile nel breve termine. Le prospettive per il mercato dei prodotti del bagno sono ancora negative per il 2013, in particolare per l‘Italia e la Gran Bretagna (i principali mercati per Ideal Standard), dove sono attesi ulteriori cali della domanda (più in Italia che in Gran Bretagna). La crescita potrebbe provenire principalmente dall’Est Europa (soprattutto Russia), Egitto e Medio Oriente. Nonostante le difficili condizioni di mercato, Fitch si aspetta che Ideal Standard possa aumentare leggermente i ricavi grazie alle politiche di prezzo e all’espansione della rete di vendita. Infine, Fitch ritiene che i risparmi conseguiti con il processo di ristrutturazione completato nel 2011 siano stati largamente assorbiti dal calo dei volumi di vendita e dalla conseguente difficoltà ad assorbire i costi fissi nella misura prevista. La concorrenza nel settore è basata su molti fattori: riconoscimento del marchio e capacità di fidelizzazione dei clienti, qualità e affidabilità del prodotto, ampiezza della gamma di prodotti offerti, design di prodotto e innovazione, capacità produttiva, accesso ai canali di distribuzione, entità e qualità dei servizi, sconti di volume e prezzi. Ideal Standard è in competizione sia con grandi produttori attivi a livello internazionale (Sanitec, Kohler, Roca, Villeroy & Boch), che con operatori regionali. Dall’analisi dell’andamento dei principali competitors sembra emergere una perdita di posizionamento competitivo da parte di IS: Ricavi dei principali competitors nei segmenti delle ceramiche sanitarie e del B&W (in milioni di euro) IS - Ceramics IS - W&B IS - Ceramics e W&B 2008 2009 2010 316,0 90,6 406,6 Sanitec1 Villeroy & Boch 2 521,0 1) Divisione Bathroom Ceramics 2) Divisione Bathroom & Wellness Fonti: bilanci aziendali 427,0 447,0 2011 281,6 92,6 374,2 2012 272,2 97,5 369,7 I sem 2012 I sem 2013 140,0 123,6 50,6 53,2 190,6 176,8 Var.% -11,7% 5,1% -7,2% 551,7 546,5 142,4 136,3 -4,3% 462,0 466,0 245,3 234,0 -4,6% Sulla base dei dati riportati nel Piano, risulterebbe che il mercato italiano della ceramica sanitaria al 2011 può essere valutato in 198 milioni di euro8. Secondo le slide “Goldman Sachs - Leveraged Finance Conference”, nel segmento della ceramica in Italia IS detiene una quota di mercato pari al 45%. Le vendite di ceramica in Italia nel 2011 ammonterebbero quindi a 45% x 198 = 89,1 milioni. Il totale dei ricavi 2011 in Italia della commerciale IS Italia ammonta a 143,3 milioni di euro 9. Quindi la quota di fatturato 2011 derivante da rubinetti, B&W, mobili e complementi sarebbe pari a 143,3 – 89,1 milioni = 54,2 milioni. 8 9 4,4 mil. di pezzi x 45€ prezzo medio; fonte Piano IS, pag. 3 e pag. 15 Bilancio 2011 IS International SA, pag. 19 5 ISTITUTO POSTER Sulla base dei dati forniti dalla stessa azienda, la quota di mercato in Italia di IS, nel segmento dei prodotti ceramici per il bagno, è passata, in valore, dal 45% del 2011 10 al 42,4% del 2012 11. Con riferimento ai volumi venduti, l’azienda dichiara una quota di mercato del 40% nel 2009 12. Se si rapportano i quantitativi venduti in Italia nel 2012, 1,289 milioni di pezzi, alla dimensione totale del mercato italiano, 3,5 milioni di pezzi, risulta che la quota di mercato in Italia di Ideal Standard è scesa, nel 2012, al 36,8%. Il Gruppo in Italia In Italia il Gruppo è composto da tre società: Ideal Standard Holdings (BC) Italy Srl: controllata al 100% da Ideal Standard International Holding Sarl (Lussemburgo); controlla al 100% Ideal Standard Industriale Srl (unità produttiva), Ideal Standard Italia Srl (commerciale); Ideal Standard S.A. Grecia; svolge principalmente attività di fornitura di servizi accessori alla gestione del Gruppo. Nel 2012 ha registrato 16,2 milioni di euro di ricavi provenienti dalle società del Gruppo (4,9 da IS Italia, 5 da IS Industriale, 6,3 da IS International BVBA). Ha chiuso il 2012 con una perdita di 47 milioni di euro, determinata prevalentemente dalla svalutazione dell’avviamento (38 milioni), dalla svalutazione della partecipazione in IS S.A. Grecia (5,4 milioni), e dagli oneri finanziari (3,9 milioni) rappresentati principalmente dagli interessi passivi sul finanziamento concesso dalla controllante IS International Holding Sarl (Lussemburgo). La controllante, per coprire la perdita, a Dicembre 2012 ha rinunciato a una parte del proprio credito finanziario per 52,5 milioni, convertendolo in “Riserva versamento socio in conto capitale” al fine di ricapitalizzare la società. L’organico in forza al 31/12/2012 ammonta a 107 unità. Ideal Standard Italia Srl: società commerciale del Gruppo, controllata al 100% da IS Holdings (BC) Italy; acquista i prodotti finiti dalle società del Gruppo, in prevalenza da Ideal Standard International BVBA (Belgio), e li rivende in Italia. Nel 2012 ha conseguito ricavi per 125 milioni di euro (di cui 124 da vendite e prestazioni) e ha effettuato acquisti per 106,9 milioni da IS International BVBA, per 205 mila euro da IS Industriale Srl e per 251 mila euro da Ideal Standard Vidima, società di produzione del Gruppo con base a Sevlievo (Bulgaria). Inoltre, ha sostenuto costi per 4,9 milioni di euro per servizi erogati dalla controllante Ideal Standard Holdings (BC) Italy. I bilanci non forniscono informazioni sulla provenienza dei prodotti che vengono acquistati da IS International BVBA (ossia, quanti derivano dalle lavorazioni effettuate da IS Industriale e quanti invece dagli altri stabilimenti europei del Gruppo che “transitano” attraverso la consociata belga). La società conta al 31/12/2012 60 dipendenti e ha chiuso il 2012 con un utile netto di 1 milione di euro. Ideal Standard Industriale Srl: controllata al 100% da IS Holdings (BC) Italy , è un’unità produttiva che lavora come terzista per la consociata IS International BVBA (Belgio), da cui riceve materie prime e componenti. 10 Pag. 5, slide “Goldman Sachs - Leveraged Finance Conference”, Settembre 2012 Il mercato 2012 può essere valutato in: 3,5 mil. di pezzi venduti x prezzo medio (45€) = 157,5 mil. di euro (fonte slide Piano); il fatturato 2012 di IS: 1.289 mila pezzi venduti x prezzo medio di vendita (51,8€) = 66,8 mil. di euro; la quota di mercato sarebbe quindi pari a 66,8/157,5 = 42,4%. 12 “… in both Italy and the United Kingdom we have an approximately 40% market share in ceramics, our largest product category, based on 2009 volumes” (fonte: Ideal Standard International, “Management discussion & analysis of financial conditions and results of operations. Restricted information - not for distribution”) 11 6 ISTITUTO POSTER I ricavi da vendite e prestazioni (70,1 mil. nel 2012) derivano dall’attività di trasformazione commissionata da IS International BVBA. Altri ricavi provengono dal riaddebito di costi di servizi alle società del Gruppo: la voce più rilevante è costituita dalla gestione della logistica, fatturata a IS International BVBA per 4,1 milioni (a fine 2012 risultano stoccati in magazzino beni di IS International BVBA per 23,5 milioni). Nel 2012 la società ha effettuato acquisti da IS Holding (BC) Italy per 5 milioni di euro, relativi soprattutto all’erogazione di servizi da parte della controllante. La redditività della gestione caratteristica (EBITDA) è positiva (quasi 12% sul valore della produzione), anche se altalenante (9,3% nel 2007, 5,1% nel 2008, 17,4% nel 2009, 8,2% nel 2010, 14,4% nel 2011). Il 2012 è stato chiuso con un utile netto di 782 mila euro, dopo aver contabilizzato oneri di natura straordinaria per 1,4 milioni di euro, derivanti dallo stanziamento effettuato a fronte dei rischi connessi agli accertamenti fiscali relativi agli esercizi 2007-2009. I 1.304 dipendenti in forza al 31/12/2012 sono collocati a Orcenico (PN, 350 addetti nella fabbrica ceramica), Trichiana (BL, 505 addetti in fabbrica), Roccasecca (FR, 275 addetti nella fabbrica ceramica), Bassano Bresciano (BS, piattaforma logistica, 54 addetti). [dati da verificare/completare] NOTA sui flussi economici e finanziari intercompany Negli ultimi sei anni non si rilevano trasferimenti di risorse finanziarie all’estero mediante distribuzione di dividendi alla controllante Ideal Standard International Holding Sarl (Lussemburgo) dato che la Capogruppo italiana, IS Holding (BC) Italy, presenta sistematicamente bilanci in perdita: Dati di sintesi delle società italiane del Gruppo Ideal Standard 2007 2008 2009 2010 IS Holding Ricavi (000 €) 0 1.376 16.757 16.259 Risultato finale (000 €) -1.111 -7.732 -7.287 -10.121 Dipendenti 0 12 135 127 2011 2012 15.686 -10.213 113 15.255 -46.905 108 IS Italia Ricavi (000 €) Risultato finale (000 €) Dipendenti 272.116 1.212 76 227.953 -281 75 176.093 5.521 76 171.358 1.970 67 147.913 1.679 62 124.219 1.032 61 IS Industriale Ricavi (000 €) Risultato finale (000 €) Dipendenti 123.047 952 1.738 115.442 -4.251 1.641 94.194 -5.573 1.547 77.966 32 1.476 75.309 4.164 1.408 70.137 782 1.308 Eventuali trasferimenti di risorse economiche all’estero possono essere avvenuti attraverso possibili politiche che il Gruppo può aver messo in atto nella determinazione dei prezzi di trasferimento intercompany. E’ infatti evidente che i risultati economici di IS Industriale, così come quelli delle altre aziende italiane, sono fortemente condizionati dai flussi di materiali e servizi tra le società del Gruppo e dai prezzi di trasferimento intercompany. Per valutare canali ed entità di eventuali “deflussi” di risorse dall’Italia all’estero andrebbero approfonditi i rapporti economici tra le società italiane e quelle estere (i dati citati di seguito si riferiscono al 2012). 7 ISTITUTO POSTER La società estera con cui le aziende italiane intrattengono i rapporti più significativi è IS International BVBA (Belgio). Vanno quindi esplorate le relazioni: 1) tra IS Industriale e IS International BVBA - IS Industriale ha ricavato 70,1 mil. di euro per le lavorazioni effettuate per conto di BVBA; il contratto prevede il pagamento mensile da parte della consociata belga di una somma composta dai costi di produzione più un certo ricarico (mark-up): andrebbe verificata la congruità del mark-up applicato; - IS Industriale ha riaddebitato a BVBA i costi della logistica (4,1 mil); a quali oneri si riferiscono? (personale - 54 addetti - e strutture del polo logistico di Bassano Bresciano?); coprono effettivamente tutti i costi?; 2) tra IS Italia e IS International BVBA - IS Italia ha pagato costi a IS International BVBA per 106,9 milioni 13, relativi prevalentemente agli acquisti di prodotti finiti destinati alla rivendita (103,9 milioni); Da rilevare che BVBA ha trasferito al gruppo italiano, attraverso i suoi acquisti da IS Industriale (70,1 mil. per lavorazioni + 4,1 mil. per rimborso costi logistica) e IS Italia (3,7 mil.), risorse per 78 milioni di euro; nel contempo, BVBA ha ricavato dal gruppo italiano risorse per 106,9 mil., derivanti prevalentemente dalle vendite di prodotti finiti a IS Italia. Tali acquisti sono composti sia da prodotti lavorati da IS Industriale 14 che da prodotti lavorati da altri siti produttivi del Gruppo 15 e da altri fornitori. Per BVBA il risultato netto di questi flussi è stato pari a 22,7 milioni di euro. Sotto il profilo finanziario non si rilevano particolari dinamiche che possano suggerire deflussi di risorse verso l’estero: al 31/12/2012 l’unico credito finanziario delle società italiane verso le aziende estere del Gruppo è costituito da un credito di 10,3 milioni di IS Holding (BC) Italy verso IS International BVBA derivante dalla gestione della liquidità effettuata a livello di gruppo (cash pooling). Sono invece le società italiane a beneficiare di interventi finanziari da parte delle imprese estere: IS Holding (BC) Italy espone infatti un debito di 23,3 milioni nei confronti di IS International Holding Sarl, derivante da un finanziamento da questa concesso (e per il quale ha anche parzialmente rinunciato al rimborso per coprire la perdita 2012 della capogruppo italiana). Su tale finanziamento nel 2012 la capogruppo italiana ha versato a IS International Holding Sarl 3,8 milioni per interessi passivi (tasso Euribor + spread 3,3125%). Le società italiane non presentano debiti rilevanti verso banche e l’unica azienda indebitata verso l’esterno è la commerciale IS Italia (23,3 milioni per l’affidamento concesso da IfiItalia - Gruppo BNL-Paribas - per crediti commerciali ceduti pro-solvendo). I principali flussi economici 2012 tra le società italiane del Gruppo sono rappresentati nel seguente schema: 13 Relazione sulla gestione al bilancio 2012 di IS Italia, pag.3 Secondo il Piano Industriale, la produzione 2012 dei siti italiani è stata pari a 1,21 milioni di pezzi (pag. 9), di cui 627 mila esportati o ceduti ad altre aziende estere del Gruppo (pag. 10); la produzione italiana ceduta a IS Italia ammonterebbe quindi a 1.210 – 627 = 583 mila pezzi). Questi conteggi sono però da verificare. Vedi “punti da chiarire”, pag.9 15 Secondo il Piano Industriale, le vendite 2012 in Italia sono state pari a 1,29 milioni di pezzi (pag.9); i pezzi provenienti dagli stabilimenti esteri e venduti in Italia ammonterebbero quindi a 1.290 – 583 = 706 mila pezzi). Questi conteggi sono però da verificare. Vedi “punti da chiarire”, pag.9 14 8 ISTITUTO POSTER 9 ISTITUTO POSTER NOTA su margini di redditività e struttura dei costi di IS Industriale Anche se la struttura di impresa terzista di IS Industriale rende difficilmente comparabile la configurazione dei costi con quella dei principali competitors italiani, da una prima analisi dei conti economici delle principali società italiane del settore (Tav. 1 allegata) emerge che: - vi sono competitors che riescono a conseguire elevati margini di redditività (Ceramiche Catalano, Ceramiche Globo), grazie anche al posizionamento sui mercati esteri, - IS Industriale riesce comunque a conseguire apprezzabili margini di redditività operativa, come evidenziato dall’EBITA (circa 12% del valore prodotto) ed EBIT (circa 4% del valore prodotto). Per confrontare la struttura dei costi di IS Industriale (che vende servizi di lavorazione effettuati su materie prime fornite dal committente) è necessario scorporare i consumi di materie prime dal valore della produzione delle altre maggiori imprese italiane del settore (i cui ricavi incorporano invece anche il valore dei materiali consumati): Conti econom ici riclassificati (valori in m igliaia di €) Valore della produzione, al netto del consum o di m aterie prim e Servizi Godimento di beni di terzi Oneri diversi di gestione VALORE AGGIUNTO Personale EBITDA (MOL) Ammortamenti e svalutazioni Accantonamenti per rischi Altri accantonamenti EBIT (REDDITO OPERATIVO Ideal Standard Industriale Catalano 71.819 100,0% 26.907 100,0% 20.342 958 1.093 49.427 40.166 9.262 5.921 498 0 2.842 8.426 25 531 17.925 10.186 7.739 4.772 69 144 2.754 28,3% 1,3% 1,5% 68,8% 55,9% 12,9% 8,2% 0,7% 0,0% 4,0% 31,3% 0,1% 2,0% 66,6% 37,9% 28,8% 17,7% 0,3% 0,5% 10,2% Globo Flaminia 15.290 100,0% 5.591 854 430 8.415 5.236 3.179 831 0 0 2.348 36,6% 5,6% 2,8% 55,0% 34,2% 20,8% 5,4% 0,0% 0,0% 15,4% 13.504 100,0% 4.865 1.519 381 6.738 6.003 736 851 23 0 -139 36,0% 11,2% 2,8% 49,9% 44,5% 5,4% 6,3% 0,2% 0,0% -1,0% Hatria 16.217 100,0% 7.285 0 467 8.465 8.275 190 4.530 0 28 -4.368 44,9% 0,0% 2,9% 52,2% 51,0% 1,2% 27,9% 0,0% 0,2% -26,9% Galassia 12.297 100,0% 4.730 287 447 6.833 5.627 1.205 1.251 0 0 -45 38,5% 2,3% 3,6% 55,6% 45,8% 9,8% 10,2% 0,0% 0,0% -0,4% GSI 10.229 100,0% 3.314 363 229 6.322 5.202 1.120 1.042 0 0 78 32,4% 3,6% 2,2% 61,8% 50,9% 11,0% 10,2% 0,0% 0,0% 0,8% In rapporto al valore dei servizi venduti (che nelle altre aziende corrisponde alla produzione al netto dei consumi di materie prime), IS Industriale realizza la quota di valore aggiunto più elevata (68,8%), ma sostiene un costo del personale nettamente più alto dei migliori competitors (55,9%, contro il 37,9% di Catalano e il 34,2% di Globo). Ciononostante, l’EBITDA raggiunge livelli positivi (circa il 13% sul valore al netto dei consumi di materie prime), pur rimanendo distante da quello dei migliori competitors (29% Catalano, 21% Globo). Nella tabella seguente è riportata la ricostruzione del Conto Economico consolidato “operativo” 2012 del Gruppo composto dalle società Italiane. 10 ISTITUTO POSTER Stima Risultato Operativo consolidato Gruppo Ideal Standard Italia 2012 (valori in migliaia di euro) Lavorazioni per BVBA Riaddebito a BVBA costi logistica Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni Altri ricavi Ricavi della Holding da altre consociate non italiane Ricavi vendite in Italia Ricavi vendite a BVBA Totale ricavi 6) per materie prime sussidiarie di consumo e di merci 7) per servizi 8) per godimento di beni di terzi 9) costi per il personale 10) ammortamenti e svalutazioni 11) variazioni delle rimanenze di materie prime sussidia 12) accantonamenti per rischi 13) altri accantonamenti 14) oneri diversi di gestione altre rettifiche di consolidamento Totale costi della produzione Risultato operativo IS Ind 70.137 4.141 899 2.380 77.557 5.946 16.175 958 40.166 5.921 168 498 0 1.093 -879 70.045 7.512 Holding 5.598 5.598 121 4.354 1.629 8.993 95 0 0 0 800 IS Italia TOTALE 70.137 4.141 899 2.380 0 121.380 121.380 3.748 9.346 125.128 208.283 15.992 104.000 8.860 512 4.056 12 0 48 0 860 -759 117.589 110.067 29.389 3.098 53.214 6.028 168 546 0 2.753 -1.638 203.626 -10.394 7.539 4.657 Stima Risultato Operativo consolidato Gruppo Ideal Standard Italia 2012 senza CdS (valori in migliaia di euro) Lavorazioni per BVBA Riaddebito a BVBA costi logistica Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni Altri ricavi Ricavi della Holding da altre consociate non italiane Ricavi vendite in Italia Ricavi vendite a BVBA Totale ricavi IS Ind 70.137 4.141 899 2.380 Holding 5.598 77.557 5.598 5.946 16.175 958 44.900 5.921 168 498 0 1.093 -879 74.780 121 4.354 1.629 8.993 95 0 0 0 800 Risultato operativo Organico m edio 2012: Dirigenti Quadri, impiegati Operai Totale dipendenti 6) per materie prime sussidiarie di consumo e di merci 7) per servizi 8) per godimento di beni di terzi 9) costi per il personale senza CdS1 10) ammortamenti e svalutazioni 11) variazioni delle rimanenze di materie prime sussidia 12) accantonamenti per rischi 13) altri accantonamenti 14) oneri diversi di gestione altre rettifiche di consolidamento Totale costi della produzione IS Italia TOTALE 70.137 4.141 899 2.380 5.598 121.380 121.380 3.748 3.748 125.128 208.283 15.992 104.000 8.860 512 4.056 12 0 48 0 860 -759 117.589 110.067 29.389 3.098 57.949 6.028 168 546 0 2.753 -1.638 208.360 2.777 -10.394 7.539 -77 3 197 1.108 1.308 12 92 4 108 5 56 0 61 20 345 1.112 1.477 1) Per IS Industriale: 44.900 (Fonte Piano, pag.49) 11 ISTITUTO POSTER Tale consolidato “operativo” 2012 è stato ricostruito a partire dai Conti Economici dei bilanci ufficiali, apportando le seguenti rettifiche: 1) sono stati stornati i costi-ricavi derivanti da rapporti commerciali tra le società italiane: a. 377 mila euro di ricavi IS Industriale per servizi resi a IS Holding Italy; b. 5,046 milioni di ricavi commerciali IS Holding Italy 16 per vendite a IS Industriale; c. 4,944 milioni di ricavi commerciali IS Holding Italy 17 per vendite a IS Italia; d. le differenze tra i ricavi totali dichiarati da IS Holding Italy per vendite alle controllate e i costi esplicitati dalle controllate stesse per i servizi acquistati dalla controllante (4,167 IS Industriale e 4,185 IS Italia) sono state inserite come “altre rettifiche di consolidamento”, a rettifica dei costi di produzione complessivi delle controllate (5,046 - 4,167 = 879 mila per IS Industriale e 4,944 - 4,185 = 759 mila per IS Italia); 2) è stata stornata dalla voce “10) ammortamenti e svalutazioni” del Conto Economico di IS Holding Italy la svalutazione dell’avviamento, per un importo di 37,96 milioni di euro, in quanto di natura straordinaria. Il Risultato Operativo del bilancio consolidato 2012 del “gruppo italiano” risulta quindi pari a 4,657 milioni di euro. Tale risultato ovviamente risente del risparmio di costo derivante dal Contratto di Solidarietà. A parità di risultati e di tutti gli altri costi, se si considera come costo del personale senza CdS quello dichiarato nel “Piano Industriale 2014-2016” (44,9 milioni di euro, pag. 49), il Risultato Operativo del consolidato italiano ammonterebbe a -77 mila euro. Ovviamente il risultato sarebbe molto più basso se non venissero considerati come “operativi” i ricavi di: - IS Industriale da BVBA per il riaddebito dei costi di logistica (4,1 mil.), - IS Italia provenienti da BVBA (3,7 mil.), - IS Holding Italy per servizi resi alle altre società estere del Gruppo (5,6 mil.). Il Piano dichiara invece un Reddito Operativo di -13,5 milioni per quello che definisce “IS Italia – Conto Economico Ceramica” 18. 16 Relazione sulla gestione al bilancio 2012 IS Holding Italy , pag.3 Relazione sulla gestione al bilancio 2012 IS Holding Italy , pag.3 18 Pag. 28 e pag.50 17 12 ISTITUTO POSTER Punti del Piano da chiarire 1. Costi di produzione A pag.49 del Piano si dichiara un costo di produzione 2012 di 62,8 milioni di euro, composto da costo del lavoro (44,9 mil., senza CdS), energia (10,6 mil.), servizi (4,2 mil.), ammortamenti, tasse e assicurazioni (3,1 mil.); nella stessa slide si dichiara che il volume di produzione 2012 è stato di 1,2 milioni pezzi, come asserito anche a pag.9. Il costo medio unitario di produzione sarebbe quindi pari a 62,8 mil. €/1,2 mil. pezzi = 52,3€ per pezzo. Se invece si considerano come costi totali quelli identificati con l’acronimo CPP (?), pari a 66,4 mil. €, il costo medio unitario sarebbe pari a 66,4 mil. €/1,2 mil. pezzi = 55,3€ per pezzo. A pag. 50 del Piano il costo unitario di produzione 2012 è invece dichiarato pari a 58,6€ per pezzo. Come vengono calcolati i costi unitari di produzione? Quali voci vengono considerate? (vanno dettagliate le voci citate a pag. 49: servizi, ammortamenti, tasse e assicurazioni ) Come sono calcolati i costi di produzione per ciascun stabilimento italiano (vedi anche punto 2)? 2. Margini di contribuzione degli stabilimenti italiani A pag. 44 del Piano si dichiarano i “margini di contribuzione lordi” di ciascun stabilimento italiano (6% Trichiana, -25% Orcenico, 25% Roccasecca). Come vengono calcolati questi “margini di contribuzione lordi”? Per ciascun stabilimento vanno chiariti: a) i ricavi provenienti dalle lavorazioni di prodotti che vengono venduti all’estero (export + intercompany): quanti pezzi sono stati prodotti? a che prezzi sono venduti a BVBA? a che prezzi sono rivenduti sul mercato?); b) i ricavi provenienti dalle lavorazioni di prodotti che poi vengono rivenduti in Italia (a quanti pezzi ammontano? a che prezzi sono venduti a BVBA? a che prezzi sono rivenduti sul mercato?) c) quali sono e a quanto ammontano i costi variabili (manodopera diretta, materiali, lavorazioni esterne, …)? d) quali sono, in dettaglio, i costi fissi imputati a ciascun stabilimento (28,6 mil. Trichiana, 20,2 mil. Orcenico, 14 mil. Roccasecca)? Con quali criteri i costi fissi (o indiretti) vengono “ribaltati” ai prodotti o ai singoli “centri di costo diretti”? 13 ISTITUTO POSTER 3. Conto Economico “consolidato” del Gruppo in Italia A pag. 50 del Piano viene presentato un “Conto Economico Ceramica” a valori unitari, da cui risulterebbe una perdita operativa di 10,5 € per ogni pezzo venduto in Italia nel 2012. Il Conto Economico “di contabilità analitica” dovrebbe essere innanzitutto presentato a valori assoluti, distinguendo ricavi, costi e margini di ciascuna linea di prodotto (ceramica, rubinetteria, W&B, ecc.). I particolare vanno dettagliati, per ciascuna “linea di prodotto” (ceramica, rubinetteria, ecc.): a) i ricavi provenienti dalle lavorazioni effettuate da IS Industriale su prodotti che vengono venduti all’estero (export + intercompany): a quanti pezzi ammontano? a che prezzi sono venduti a BVBA? a che prezzi sono rivenduti sul mercato? (vedi punto 2); b) i ricavi provenienti dalle vendite di prodotti lavorati da IS Industriale (a quanti pezzi ammontano? a che prezzi sono venduti da IS Italia?) (vedi punto 2) c) i ricavi provenienti dalla rivendita di prodotti lavorati da aziende estere del gruppo o da produttoriterzi (a quanti pezzi ammontano? a quali prezzi sono stati rivenduti?) d) i costi di acquisto dei prodotti lavorati da società estere del gruppo e da terzi; e) i costi di produzione dei prodotti lavorati da IS Industriale (vedi punti 1 e 2) f) i costi di magazzino/logistica (cosa comprendono? come sono calcolati?) g) i costi di struttura (cosa comprendono? come sono calcolati?) h) i criteri con cui i costi di magazzino/logistica, di struttura e di tutti gli altri costi fissi vengono imputati alla “linea” ceramica e alle altre linee di prodotto (rubinetteria, W&B, ecc.) I dati di contabilità analitica dovrebbero essere riconciliati con le voci di bilancio del Conto Economico delle tre società italiane del Gruppo (IS Industriale, IS Holding, IS Italia). 4. Strategia commerciale Il Piano sviluppa diversi scenari assumendo come mercato di riferimento l’Italia. Perché non vengono considerate ipotesi di sviluppo in altri mercati? - a causa delle limitazioni derivanti dai costi di trasporto? - perché sono già ben presidiati da produttori internazionali o locali (anche grazie alla produzione importata da impianti delocalizzati in paesi a basso costo del lavoro)? - perché sono mercati già serviti (o che si pensa di servire) da altri stabilimenti IS? - oppure perché la proprietà ha semplicemente una strategia di ristrutturazione, di riduzione dei costi e di uscita dal settore? Vicenza, 06/09/2013 14