fondamenti di informatica
parte 4
appunti per la laurea in Ingegneria
Civile, Edile, Ambientale
a.a. 2005-2008
di
anna maria carminelli gregori
[email protected]
Ancora linguaggio C & C++
fond. di informatica 1 parte 4
1
Esercizi proposti
Ora che le frasi più importanti del C e C++ …
calcolo del M.C.D. e del m.c.m. di 2 interi;
//calcolo del M.C.D. di 2 numeri interi con
//algoritmo di Euclide: lettura di 2 interi dei quali uno
maggiore dell’altro e inizializza resto =1;
// Fintantochè il resto è diverso da 0 fai:
// { dividi il più grande (dividendo) per il più piccolo

(divisore)
// analizza il resto della divisione
// assegna al dividendo il valore del divisore ed al

divisore il valore del resto }
// Il divisore dell’ ultima divisione è il M.C.D.
2
Prima di proseguire
ancora qualche riflessione utile.
E’ gia’ stato detto che lo schema di flusso puo’
essere di notevole aiuto quando la logica del
programma da costruire non e’ semplice. Altrimenti
puo’ bastare indicare nei commenti gli obiettivi nel
linguaggio naturale (pseudocodice).
Se nel tema dell’ esame (applicativo) gli obiettivi
sono posti con la stesura stessa (come appare
anche dal testo seguente relativo all’ esame del
17.10.2000) lo schema di flusso non occorre e non
e’ richiesto.
3
Tema del 17.10.2000
Scrivere in C++ un programma,
strutturato in sottoprogrammi, che letti da
tastiera 3 dati numerici, positivi e ciascuno <1
_ ne valuti il minimo e il massimo;
_ se il minimo e’ inferiore a 0.25 proceda a
moltiplicare per 1.1 i dati e a rivalutarne il
minimo e il massimo, ripetendo tali operazioni
fintantoche’ il minimo risulti maggiore o
uguale a 0.25;
(segue)
fond. di informatica 1 parte 4
4
Tema ...
_ visualizzi sul video o i dati modificati,
 o la stringa ”Non occorre modificare i valori letti”;
_ (memorizzi in una tabella in Memoria
Centrale e) visualizzi sul video i dati originali.
N.B. E' SCONSIGLIATO L' USO DI VARIABILI
GLOBALI.
L’ uso delle tabelle sara’ mostrato +oltre quindi
nell’ ultima domanda attualmente e’ considerata
solo la richiesta di visualizzazione.
fond. di informatica 1 parte 4
5
Considerazioni e ...
I 3 dati numerici, sono positivi e ciascuno <1:
per memorizzarli occorreranno 3 variabili di tipo
…. Di questi 3 dati si deve valutare il minimo e
il massimo, NON l’ ordinamento !
Per valutare il minimo occorre considerare una
variabile dello stesso tipo dei dati e chiamarla
per esempio min. Per il massimo la variabile
dello stesso tipo sara’ max.
La rivalutazione del minimo implica un
procedimento iterativo che si puo’ realizzare
con una funzione contenente la frase while.
fond. di informatica 1 parte 4
6
<condizione>
Nella sintassi delle frasi if, while et similia
compare una condizione o asserzione logica
che puo’ essere vera (True) o falsa (False).
Sono due possibili valori di stato che vengono
assunti da una qualsiasi asserzione logica nel
caso che essa si verifichi o no. Potendo
contrassegnare un’ asserzione logica con un
identificatore di variabile, questa assumera’
il valore vero se l’ asserzione logica si verifica,
falso in caso contrario. Pero’ il significato della
variabile diventa quello di una variabile logica
fond. di informatica 1 parte 4
7
Il discorso quindi
si apre verso una nuova direzione che e’ la
logica, trattata da molteplici studiosi ed autori
gia’ nel periodo greco-romano (1 es. Aristotele)
La logica matematica studia i possibili mezzi
matematici atti a descrivere la logica delle
proposizioni. Tra i suoi studiosi c’ e’ per
esempio il filosofo Leibnitz. Un logicomatematico molto importante e’ George Boole
che nel 1847 publico’ un trattato di logica
matematica che da lui prese il nome di Algebra
di Boole.
A questo tipo di algebra ci introducono anche:
fond. di informatica 1 parte 4
8
...
Gli operatori logici del C e
C++ :
Negazione not
!
Prodotto logico and
&&
Somma logica or
||
Il loro significato sara’ chiarito proprio dall’
algebra di Boole ed anche dall’ esempio
seguente che puo’ facilitarne l’ introduzione. L’
es. si riferisce al prg. project15 di programm4
che converte minuscole in maiuscole. La frase if
che li’ si usa e’ simile alla seguente:
fond. di informatica 1 parte 4
9
&& = and  e inoltre
if (car>=‘a’)
{if (car<=‘z’) putchar (car+’A’-’a’) }
else putchar (car);
Significato: se car e’ compreso nell’intervallo a-z allora
scrivi car dopo averlo convertito in maiuscolo se no
scrivilo cosi’ come e’. (Remember: A=6510 , a=9710 in
pratica è una traslazione nella scala dei codici.) Con gli
operatori logici la frase puo’ essere cosi’ riscritta:
 if ((car>=‘a’) && (car<=‘z’)) putchar (car+’A’-’a’)
else putchar (car); // 65=A________90=Z__97=a________121=z
come è in project23. Si deduce dunque che: …
fond. di informatica 1 parte 4
10
il collegamento tra
espressioni relazionali
puo’ avvenire con operatori logici in modo da
costruire espressioni logiche.
Preciso significato logico dell’ operatore && di
collegamento nell’esempio precedente:
se car >’a’ e inoltre car < ‘z’ allora convertilo.
L’ espressione car >’a’ && car < ‘z’ e’ di tipo
logico. Il C non prevedeva alcun tipo di dato logico e
occorreva usare il tipo int con i 2 valori 0 e 1 per
rappresentare 0 False (Falso) e 1 True (Vero). Il
C++ nelle ultime versioni, prevede il tipo bool per
rappresentare variabili logiche. Vedere project71 in
programm2 dove ripeti è stata dichiarata variabile
logica ossia bool ripeti;
fond. di informatica 1 parte 4
11
Il significato
degli operatori logici del C e C++ e’ il seguente:
Negazione not
! => opposto di
Prodotto logico and && => e inoltre
Somma logica or
|| => oppure
Le costanti logiche True=Vero=1 e False=Falso=0
(che puo’ assumere ogni variabile e/o espressione
logica) sono tipiche dell’ algebra di Boole, non del
C dove venivano definite con
#define True 1 Queste definizioni appaiono
#define False 0 nei prg. per compatibilità col C
fond. di informatica 1 parte 4
12
Come tradurre costanti ed
operazioni dell’ A.d.B. in C++
Per prima cosa si considerano le costanti True e False.
In C++ la definizione esiste già, in C puo’ avvenire con
la direttiva al precompilatore già vista:
#define True 1 // in C basta che sia positiva  0
#define False 0
Stabilito che True = 1 si capisce il significato del ciclo
infinito while(1) ed anche alcune condizioni del tipo:
if (ripeti) cout<< “ch”; ….
O NO ? Se NO cfr. programm1 e provare
13
True e False
sono le 2 uniche costanti logiche dell’ algebra
di Boole con valori: False=0 True 0 posta = 1
Le variabili booleane o logiche sono simili alle
variabili numeriche usate nell’ algebra classica,
ma possono assumere solo questi 2 valori ossia
sono binarie. Oggetto dell’ algebra di Boole
sono insiemi di variabili con nomi diversi e
contenenti False = 0 o True =1.
Sulle 2 entita’ 0 e 1 si possono introdurre le 3
operazioni basilari dell’ algebra di Boole.
fond. di informatica 1 parte 4
14
Algebra di Boole
L’ idea di G. Boole era quella di automatizzare il
ragionamento umano. Punto di partenza del
suo discorso sono le proposizioni con significato
di osservazioni e/o ‘asserzioni logiche’. Es. Oggi
piove; Prendo un taxi; Sono ricco; Socrate e’ un
uomo; .…Di ciascuna di queste si puo’ dire che
e’ vera o falsa. (Quali altre non hanno questo
significato? Per es. le ingiunzioni: Non uscire!)
Ad ogni asserzione logica si puo' associare una
variabile a 2 valori (binaria) contenente uno dei
2 valori Vero o Falso, (True , False), 1 o 0. Si
tratta delle variabili booleane o logiche.
fond. di informatica 1 parte 4
15
Operazioni di base dell’
algebra booleana sono:
il prodotto logico o congiunzione = and ,
la somma logica o disgiunzione = or ,
la complementazione o negazione = not.
La definizione di ogni operazione avviene
tramite una tabellina: in quelle del prodotto e
della somma compaiono due variabili
indipendenti ed una variabile dipendente
che contiene il risultato; in quella della
negazione la variabile indipendente e’ solo
una come la variabile dipendente.
fond. di informatica 1 parte 4
16
Tabellina di Prodotto
(congiunzione
= and )
X
0
1
0
1
Y
0
0
1
1
XY
0
0
0
1
con X e Y var. indipend. e XY var. dipend.
Tabellina di Somma (disgiunzione = or )
X
0
1
0
1
Y
0
0
1
1
X+Y con X e Y var. indipend. e X+Y var. dipend.
0
1
ARITMETICA ELEMENTARE, MA PARTICOLARE
1
perche’ 1 e’ il tetto oltre il quale non si va !!!
1
fond. di informatica 1 parte 4
17
Tabellina di negazione e …
funzioni elementari !
A
0
1
not (A)=Ā
1
0
con A var. indipend. e not(A) var. dipend.
not (A) e’ indicata anche con A barrato
ossia A negato o -A
Ogni operazione puo’ essere considerata come
una funzione elementare di 1 o 2 variabili
G.Boole, evidenziando la correlazione tra le
var. binarie e le proposizioni logiche associabili
ad esse, sottolinea come anche le operazioni
booleane su tali proposizioni logiche assumono
un significato logico.
fond. di informatica 1 parte 4
18
Significato logico delle
operazioni booleane (esempi)
 Operazione logica congiunzione = and = . = ‘e inoltre’
 Piove Ho soldi Prendo taxi
 X
Y
X Y (come in algebra e’ omesso il . )
 0
0
0
 1
0
0
 0
1
0
 1
1
1
 Oper. logica complementazione Fa freddo Non Fa freddo
 se la var. vale 1 il risultato e’ 0
A
not (A)=Ā
“ “ “
“ 0 “ “
“ 1
0
1

1
0
fond. di informatica 1 parte 4
19
Operazioni algebriche ==>
operazioni logiche
 Operazione logica disgiunzione = or = + = ‘oppure’
 Piove Fa fresco Metto impermeabile
 X
Y
X+Y
 0
0
0
 1
0
1
 0
1
1
 1
1
1
Altro esempio: sia b = oggi piove ed e’ tempo brutto;

c = oggi e’ tempo bello;
se b = true (=1) deve essere c = false (=0) e
viceversa, e poi non puo’ essere che sia b=c=true
fond. di informatica 1 parte 4
20
Conclusioni:
1a conclusione: l’ A.d.B. definisce operazioni di
tipo matematico che permettono di interpretare
operazioni logiche;
2a conclusione: gli operatori dell’ A.d.B. possono
effettuare automaticamente le proposizioni
logiche tipiche dell’ intelligenza umana … primo
passo verso la programmazione logica (Prolog);
3a conclusione: data la semplicita’ dell’ A.d.B. e’
possibile l’ automazione dei suoi calcoli con
circuiti elettronici.
fond. di informatica 1 parte 4
21
Gli operatori logici del C e
C++
(come gia’ visto) collegano le variabili logiche o le
espressioni relazionali e permettono di ottenere cosi’
un’ espressione logica.
Complementazione not !
Prodotto logico and
&&
Somma logica or
||
Es. di uso in project23 di programm4.
Con questi operatori o simili, ma di uguale significato,
il C, C++ e gli altri linguaggi di programmazione come
il Pascal, il Basic, ... possono essere usati per costruire
programmi con analisi di tipo logico (per es. gli Expert
System per le diagnosi automatiche.)
fond. di informatica 1 parte 4
22
A proposito della variabile
logica da usare in project22…
riprendermo il discorso alla fine
di parte 4

fond. di informatica 1 parte 4
23
A.d.B. e dualita’
L’ A.d.B. si puo’ definire in modo molto rigoroso
introducendo il concetto di reticolo caro ai
matematici. In questo approccio elementare si
introdurrano le Proprieta’ degli elementi, degli
operatori logici e delle operazioni logiche.
a) l’ elemento 0 si dice duale dell’ elemento 1, l’
operatore + duale dell’ operatore . e vale la
seguente legge di dualita’:
b) da qq. identita’ booleana se ne puo’ trarre
un’ altra per dualita’ sostituendo i rispettivi
duali agli elementi 0 e 1 ed a ogni operatore.
fond. di informatica 1 parte 4
24
c) proprieta’ delle operazioni
logiche: si dimostrano con
tabelline dette tabelle di verita’ e si possono
estendere a n variabili.
1) associativa della somma:
 (A+B)+C = A+(B+C)
NOTA: la somma di 2 o piu’ variabili assume il valore 0
solo se tutte la var. sono 0 e assume 1 negli altri casi
2) associativa del prodotto:
 (A B)C = A(BC)
NOTA: il prodotto di 2 o piu’ variabili assume il val. 1
solo se tutte la var. sono 1 e assume 0 negli altri casi
25
Proprieta’ delle operazioni
dell’ Algebra di Boole
3)

4)

5)

doppia negazione:
not (not A) = A
distributiva del prodotto:
A (B+C) = AB + AC
distributiva della somma:
A+(BC) = (A+B)(A+C) (piove o (c’e’ vento e inoltre
fa freddo) = (piove o c’e’ vento) e inoltre (piove o fa freddo))
6) assorbimento
 AA = A
A+A = A
7) proprieta’ del complemento: A+Ā =1
fond. di informatica 1 parte 4
26
Proprieta’ fondamentali &
Legge di de Morgan:
not (A+B) = not(A)not(B) il negato della somma
logica = prodotto dei negati (ossia il negato di piove
o fa fresco = non piove e inoltre non fa fresco)
 duale: not(AB) = not(A) + not(B)
Fa comodo per le esclusioni, per es. se si vuole inviare
posta in UE, ma non in Belgio né in Francia, si può
scrivere in entrambi i modi seguenti:
if ( !(stato== “Belgio” || stato==“Francia”) ) invia(p);
if (!(stato== “Belgio”) && !(stato==“Francia”))inv(p);
Altro esempio in project233 programm4 e di
seguito.
fond. di informatica 1 parte 4
27
main ()
{ /* Inizio programma */

char car;

cout<<"\ndammi un carattere:";

while ((car = getchar()) != EOF)

{
//not( A
+
B
)
//if (( car >= 'f') && ! ((car >= 't')||(car == 'h')))putchar(car);
if (( car >= 'f')&& !(car >= 't')&& !(car == 'h'))
 putchar(car); //not A
and not B

}
 return 0;
} /* Fine programma */
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28
Saltare fino a 30 compreso
de Morgan (continua)
Legge di de Morgan estesa: (chiarisce la
dualita’ )
se in un’ espressione booleana si
sostituisce ogni variabile col suo
complemento, ogni operatore + con
l’operatore prodotto, ogni operatore
prodotto con l’operatore + si ottiene il
complemento dell’ espressione data.
fond. di informatica 1 parte 4
29
Applicazione alla
legge di de Morgan duale che e’:
not(AB) = not(A) + not(B) (il negato del
prodotto = somma dei negati)
Se in not(AB) (1o menbro) si sostituisce
A con not(A), B con not(B) e l’ operatore . con
+ si ottiene:
not(not(A) + not(B)) ossia il complemento di
not(A) + not(B) (2o menbro) che e’ uguale a
not(AB)!! quindi il complemento di not(AB)=AB,
o come si indichera’ tra 2 diapo, nand(AE) = (Ā+Ē).
fond. di informatica 1 parte 4
30
Operazioni algebriche ==>
circuiti logici
Come si e’ gia’ visto, ogni operazione
eseguibile su variabili booleane (somma,
prodotto, complementazione ed altre da
queste deducibili) puo' essere definita tramite
una tabella con variabili indipendenti e
dipendenti detta tabella di verita’ .
E per ciascuna di queste tabelle di verita'
esiste il corrispondente circuito elementare
…=>Importanza delle tabelle di verita’
fond. di informatica 1 parte 4
31
Tabelle di verita’ delle
Operazioni fondamentali
Meo 1 lez.9 e
seg.
che sono: not

or

and
ed anche: xor
or esclusivo

nand
and negato

nor
or negato
Per le relative tabelle ed i corrispondenti circuiti
elementari (detti porte logiche = gate) vedere
la diapo seguente tratta dal Bishop.
fond. di informatica 1 parte 4
32
fond. di informatica 1 parte 4
33
Realizzazione circuitale del
calcolo binario
Per rappresentare grandezze binarie si usa di
norma la tensione elettrica come grandezza di
riferimento con valori convenzionali: alto =1
basso =0.
Un circuito elettronico elementare che
rappresenti un’ operazione fondamentale dell’
A.d.B. e’ detto porta (gate). Esso riceve in
ingresso uno o due impulsi elettrici da 1 o da 2 punti
di ingresso e fornisce 1 uscita nel punto di uscita: le
tensioni sui 2 punti di ingresso rappresentano
i valori delle variabili indipendenti; la tensione
sul punto di uscita il valore della variabile
dipendente.
fond. di informatica 1 parte 4
34
Grafici dei circuiti elementari
= porte
I simboli dei circuiti elementari (porte)
riportati in diapo 33 sono tratti dal Bishop.
In ogni circuito elettronico di E.E. sono
utilizzate le porte.
I circuiti logici ottenuti combinando le
porte logiche corrispondono a funzioni
dell’ A.d.B. e si dicono circuiti
combinatori.
 SALTARE FINO A DIAPO 42 compresa
fond. di informatica 1 parte 4
35
Funzioni di variabili booleane
SALTARE FINO A DIAPO 42
Con solo 2 valori discreti (e non un' infinita'
di valori continui come 0.001, 0.011, 0.111 …
0.990 ...) anche le Funzioni dell’ A.d.B. si
possono rappresentare in forma tabellare.
 Per esempio siano 2 variabili booleane A, E col significato di:
 A = oggi piove; E = ho l' ombrello; la funzione f(A,E) (col
significato di: f(A,E) = esco in auto), si potra' scrivere cosi’:
A E
f(A,E)
0
0
0
oggi piove=ho l’ombrello=esco in auto=falso
1
0
1
“
“ vero “ “
falso “
“ “ vero
0
1
0
etc.
1
1
1
fond. di informatica 1 parte 4
36
Tabelle di verita' delle f(x,y)
La tabella precedente e' la tabella di verita'
della funzione f(A,E). La sua espressione
booleana si costruisce "elencando" tutte le
condizioni che portano f(A,E) ad assumere
valore VERO.
Nell’ esempio: f(A,E) e’ vera (ossia esco in
auto) se A e’ vera e inoltre E e’ falsa (oggi
piove e non ho l’ ombrello) oppure se A e’ vera
e inoltre E e’ vera (oggi piove e inoltre ho l’
ombrello). ANCHE: f(A,E) e’ vera se:
A e’ vera e inoltre Ē e’ vera
oppure se A e inoltre E sono vere.
fond. di informatica 1 parte 4
37
L’ espressione booleana di f
e’ quindi: f(A,E) = AĒ + AE = A(Ē+E) = A
Questo e’ il modo di costruire l’ espressione
booleana di una qualunque funzione f(X,Y,Z …)
dove X, Y, Z… sono variabili booleane
(L’ "elenco" di tutte le condizioni che portano f
ad assumere SOLO il valore VERO =1, e’
costruito con le righe della tabella di verita’ in
cui f=1: su ogni riga le variabili sono legate da
operatori and mentre le righe sono legate da
operatori or).
fond. di informatica 1 parte 4
38
Semplificazione
L’ espressione ottenuta puo’ poi essere
tradotta in un circuito logico equivalente: se
pero’ non e’ semplice e’ meglio
semplificarla applicando le fondamentali
proprieta’ dell' algebra di Boole.
Si arriva ad un' espressione booleana
semplificata che si traduce in un circuito
logico piu’ semplice e quindi piu’
economico di quello che si otterrebbe
utilizzando l' espressione non semplificata.
fond. di informatica 1 parte 4
39
Esempio:
A
E
U
f
0
0
0
0
1
1
1
1
0
0
1
1
0
0
1
1
0
1
0
1
0
1
0
1
1
1
0
0
0
1
0
1
A parole:
f e’ VERA se A,E,U sono
tutte FALSE oppure se
A e E sono FALSE e
inoltre U e’ VERA
oppure se A,E,U sono
tutte VERE oppure se A
e inoltre U sono VERE
e inoltre E e’ FALSA.
fond. di informatica 1 parte 4
40
Semplificazione
L' espressione booleana corrispondente e’:
f= ĀĒŪ + ĀĒU + AĒU + AEU
1a espressione da
semplificare
1o passo ĀĒŪ + ĀĒU = ĀĒ (Ū+U) = ĀĒ proprieta’ dist.
del prodotto e del complemento (U+ Ū)=1
2o passo AĒU + AEU = AU(E+Ē) = AU proprieta’ dist.
del prodotto e del complemento (E+Ē)=1
...
Quindi:
f
f= ĀĒ + AU .
..
fond. di informatica 1 parte 4
41
Il circuito corrispondente
(molto piu’ semplice di quello relativo all’
espressione non semplificata) e’ elementare:
i 2 segnali A e U entrano direttamente in una
porta and mentre i segnali A e E prima di
entrare in una porta and devono essere
complementati o possono entrare direttamente
in una porta nor. Riflettere su questo: per
quale legge ? Le uscite delle 2 porte and e nor
entrano poi in una porta OR da cui esce il
segnale risultante, valore della f(A,E,U).
fond. di informatica 1 parte 4
42
Conclusioni:
 i circuiti logici che si ottengono combinando le porte
logiche, corrispondono a funzioni dell' algebra booleana
ciascuna caratterizzata da una Tabella di Verita’ e
rappresentata da un' espressione che si semplifica usando
le relazioni fondamentali, per es. la proprieta’ distributiva
del prodotto: A(B+C) = AB + AC; o la proprieta’
distributiva della somma: A+(BC) = (A+B)(A+C); (fa
freddo o (nevica e piove)) o anche usando la proprieta’
di assorbimento:
 A+A = A; AA = A
 o le leggi di de Morgan, di dualita’ … tutte le leggi dell’
A.d.B.
fond. di informatica 1 parte 4
43
Circuiti logici Combinatori:
smemorati
I Circuiti logici Combinatori che si
ottengono combinando le porte logiche,
corrispondono a funzioni dell' algebra booleana
ed hanno la caratteristica di essere
"smemorati":
i valori di uscita sono funzione dei soli valori di
ingresso in un dato istante.
fond. di informatica 1 parte 4
44
Altro tipo di circuiti logici
sono i circuiti sequenziali
con memoria: i valori di uscita sono funzione dei valor
di ingresso e dello Stato del circuito.
Per Stato di un sistema si intende in generale il valore
della situazione in cui il sistema si trova.
Esempio del prof. Mezzalama e’ il sistema "apriporta” a
2 Stati: porte aperte-porte chiuse e relativi
comportamenti diversi.
Esempio tipico di Circuiti Combinatori e’ il
Decodificatore; Esempio tipico di Circuiti Sequenziali
e’ il Registrino di Memoria detto Flip-Flop.
Tutti questi Circuiti si trovano nella CPU di E.E.
45
Decodificatori SALTARE FINO A
DIAPO 51 compresa
Per la conversione dei dati da un formato all'
altro sono necessari appositi DECODIFICATORI.
Un semplice esempio di DECODIFICATORE
elementare e’ formato da un circuito con 2
morsetti di ingresso (su cui scrivere un codice
da 0 a 3) e 4 morsetti di uscita di cui solo uno
deve essere attivo in un certo istante. Il codice
scritto sui 2 morsetti di ingresso indica il
morsetto di uscita che si vuole rendere
attivo nell' istante considerato. Queste sono le
specifiche del circuito DECODIFICATORE.
fond. di informatica 1 parte 4
46
L’ esempio di decodificatore
(saltare fino 51 compresa)
presentato appare inizialmente come una
scatola nera qui sotto rappresentata che
per ogni segnale di input ha un segnale di
output.

A _____
______0_

______1_

E _____
______2_

______3_
fond. di informatica 1 parte 4
47
Sui morsetti di ingresso si
scrive un codice con:
segnale su: A
E

0
0
basso su A basso su E

0
1
"
" " alto " "

1
0
alto
" " basso " "

1
1
"
" " alto " "
Dei morsetti di uscita solo uno deve essere
attivo in un cero istante.
Il circuito attua quattro funzioni booleane
distinte.
fond. di informatica 1 parte 4
48
Per ciascuna funzione
booleana di uscita
si puo’ scrivere una tabella di verita’. Per es. per
l'uscita 0 si ha:
A
E
USC.0

0
0
1

0
1
0

1
0
0

1
1
0
Dalla prima riga della tabella si deduce: USC.0 = ĀĒ
quindi il DECODIFICATORE prima visto come una
scatola nera contiene al suo interno anche porte nor:
in una di queste entrano i segnali A ed E (teorema di
de Morgan).
fond. di informatica 1 parte 4
49
Sintesi di circuiti
Si e’ arrivati alla sintesi del circuito USC.0
tramite l' ispezione della tabella della verita’
che descrive la funzione logica USC.0 per ogni
combinazione di valori delle due variabili A e E.
E' questa una tecnica usata per la sintesi di
circuiti combinatori semplici; la sintesi di ogni
circuito combinatorio complesso si ottiene con
la descrizione delle funzioni (= operazioni) che
il circuito stesso deve realizzare. La descrizione
viene espressa in un linguaggio simile ad un
linguaggio di programmazione. (Corso di Reti
logiche)
fond. di informatica 1 parte 4
50
Perche’ ?
L’ispezione delle tabelle di verita’ che
descrivono funzioni logiche per ogni
combinazione di valori delle variabili di
ingresso, diventa pesante all’ aumentare
del numero N delle variabili. Il numero
delle righe di una tabella di N var. e’ pari a
2N (num. di combinazioni diverse) ossia di
tipo esponenziale e quindi al crescere di N
(= 10, 20, 30 ...) si deve usare un altro
metodo.
fond. di informatica 1 parte 4
51
Flip-Flop Set-Reset = FF_SR
Circuito elementare di memoria che memorizza
un BIT = BInary digiT = cifra binaria =>
informazione elementare
E’ realizzato con 2 porte nor retroazionate
come si vede nel grafico di Meo-Mezzalama
dove Q indica lo stato attuale del circuito.
E’ detto anche multivibratore bistabile …
Domanda: che tipo di circuito e’ ? Sequenziale!
Saltare fino 55 compresa
fond. di informatica 1 parte 4
52
Q= STATO del SISTEMA circuito
FF_SR : o 0 o 1 Saltare a 56
Se in ingresso S = R = 0 risulta

se Q=0 allora not(Q)=1 e

Q restera’ 0

in uscita

se Q=1 allora not(Q)=0 e

Q restera’ 1
Il RISULTATO e’ diverso pur avendo lo stesso
ingresso: cio’ dipende dallo STATO del circuito
=> il valore di uscita e’ funzione dell’ ingresso e
inoltre dello STATO del circuito … sequenziale
fond. di informatica 1 parte 4
53
Altre situazioni:
 Se in ingresso S = 1 (SET) e R = 0 risulta:
se attualmente Q=0 allora nor(QS)=0=not(Q)

quindi Q = nor(not(Q)R) diventa 1;
0

0
invece se Q=1 allora nor(QS) = 0 = not(Q)

quindi Q = nor(not(Q)R) resta 1.
 Se in ingresso S = 0 e R =1 (RESET) risulta:
se attualmente Q=0 allora nor(QS)=1=not(Q)
quindi Q = nor(not(Q)R) resta 0; ed anche
se Q=1 nor(QS) = 0 = not(Q) quindi
Q=nor(not(Q)R) diventa 0. In definitiva: ...

0
1fond. di informatica 1
parte 4
54
FF_SR: 8 situazioni possibili =
4 input X 2 stati attuali (Q_ora)





X
0
1
0
1
Y nor(X+Y)
0
1
0
0
1
0
1
0
S R Q_ora Q_poi
0
0
0
0
0
1
0 S=R=0 no modifiche
1 Q_poi=Q_ora
1
1
0
0
0
1
1 S=1 forza Q_poi a 1
1
 0
 0
1
1
0
1
0 R=1 forza Q_poi a 0
0





 1 1
0
0 o 1 Ambiguita’ da
 1 1
1
0 o 1 togliere con
modifiche nella struttura (FF tipo D o55JK)
La Dipendenza dal tempo
deve essere introdotta in tutti i circuiti
collegandovi il segnale di clock come ingresso
ulteriore: e’ il segnale periodico che cadenza il
funzionamento dei circuiti e permette la
sincronizzazione di tutte le operazioni.
Es. i Flip-Flop non sono usati singolarmente,
ma aggregati a gruppi di 4 o di 8 (=byte) o di
32 (registro). Le 2 linee portanti l’
informazione entrano in porte and col segnale
di clock: le uscite delle porte and diventano gli
ingressi dei Flip-Flop => Tutti FF sono
temporizzati nello stesso modo e sono attivi
solo quando e’ attivo il segnale di clock.
fond. di informatica 1 parte 4
56
Memorie
I Flip-Flop vengono usati negli elementi di
memoria di E.E. ossia nella RAM e nei registri
della CPU.
La memoria principale o C.M. di E.E. (composta
con circuiti denominati RAM =Random Access
Memory) ha come parametri significativi il
tempo di ciclo TC e la capacita’ C (dimensione).
TC = intervallo tra la richiesta di un dato da
parte della CPU e la fine della risposta della
memoria che torna allo stato di ricezione.
fond. di informatica 1 parte 4
57
SRAM e DRAM:
sono 2 tipi di circuiti.

SRAM = Static RAM

.
TC  10 nsec
C << C(DRAM)
+ veloci, ma + costose e
+ voluminose


TC  50 nsec

C  20 Milioni di bit / chip
+ usate
DRAM = Dinamic RAM
Legenda: il simbolo

 significa dell’ ordine di;
il chip e’ … il “nostro centopiedi”
fond. di informatica 1 parte 4
58
ROM (Read Only Memory)
Circuiti con informazione memorizzata in modo
permanente

1) programmabili 1 sola volta in fabbrica
Tipi 2) “
““
“
dall’ utente

3) cancellabili e riprogrammabili “ “
.
+volte
1) ROM, 2) PROM, 3) EPROM
fond. di informatica 1 parte 4
59
Emulazione della C.M.
Della C.M. di E.E. fu detto (parte 1) che nel
Modello di von Neumann la memoria e’ di tipo
lineare ossia: successione di locazioni
(posizioni, celle, byte, parole) numerate (e
quindi indirizzabili) sequenzialmente !
Problema1: sua emulazione con un programma
in C e C++.
Problema2: memorizzare le tavole dell’ A.d.B.
Soluzione: utilizzo di tabelle o array o altro ?
fond. di informatica 1 parte 4
60
Array
E’ un tipo di variabile composta, strutturata
Importante perche’ permette di:
mantenere in memoria un insieme di elementi
omogenei (dello stesso tipo, detto tipo base);
tutti presenti contemporaneamente, posti in
memoria consecutivamente a partire da un
indirizzo iniziale, ma accessibili in modo
casuale o diretto usando la loro posizione;
accessibili +volte tramite appositi indici interi
che in C e C++ assumono uno tra i valori
compresi in un dato intervallo a partire da 0 (a
cui corrisponde il primo elemento dell’ array);
Richiede un’ opportuna definizione in cui sia
61
dichiarata al compilatore la sua dimensione.
Esempi di definizione di array o
tabelle a + dimensioni in C++
int a[5] array monodimensionale o vettore di
5 componenti intere memorizzabili in:
a[0], a[1], a[2], a[3], a[4]. Necessario 1 indice
per individuare la componente iesima a[i]
float f[2][3] array bidimensionale o matrice
di 2 righe e 3 colonne memorizzabili in:
f[0][0], f[0][1], f[0][2], (tipo base=float)
f[1][0], f[1][1], f[1][2] Necessari 2 indici per
individuare la componente i,jesima f[i][j]
int c[2][3][4] array tridimensionale di tipo intero
62
(4 matrici di 2 righe e 3 col.: necess. 3 indici).
Possibili inizializzazioni:
In fase di compilazione:
float f[5] = {0.0, 1.0, 2.0, 3.0, 4.0};
int g[100] = {7}; // si inizializza solo g[0]=7;
int dedo [] = { 2, 3};//inizializzazione obbligatoria:
NON c’ e’ dimensione => il compilatore la calcola
automaticamente in base al numero di valori di
inizializzazione: UNico caso ammesso senza dimension.
In fase di esecuzione con cicli a ripetizione notare:
es. for (i=0; i<5; i++) f[i] = (float) i ;
 for (i=0; i<100; i++) g[i] = 0;// g azzerata
fond. di informatica 1 parte 4
63
Creazione-stampa di vettori
Il primo esempio d’uso di vettori e’ in program5 il
project24 (qui di seguito) dove si notano i vettori tab e
cop dichiarati di MAX componenti o elementi. Il
vettore tab e’ creato nel main con un for mentre in
cop (non inizializzato) sono letti, con la procedura
leggi, e sempre con un for, i valori degli elementi del
vettore, uno dopo l’ altro; la sua copia e’ fatta nella
procedura copia, la visualizzazione nella procedura
scrivi;
in tutti i sottoprogrammi il passaggio di vettori (e
array in generale) e’ fatto per indirizzo.
fond. di informatica 1 parte 4
64
Uno spezzone di project24
#define MAX 2 // Si può cambiare MAX come si vuole
// Dichiarazione dei Prototipi dei MODULI usati
void attendi(); void scrivi(int*); void leggi (int []);
 void copia (int [],int []);
 main() /* Inizio Modulo principale */
 { int n, tab[MAX], cop[MAX]; /* definizione vettori di
MAX elementi senza inizializzazione e INIZIO Parte
esecutiva */
clrscr();

for (n=0; n<MAX; n++) //creazione di tab

tab[n] = MAX-n;
cout<<"\nho costruito tab e vado a scriverla"<<endl;
scrivi(tab);
// tab inizializzata
fond. di informatica 1 parte 4
65
continua
cout<<"\nnon ho costruito cop ma vado a
scriverla"<<endl;
scrivi(cop); // cop non inizializzata
cout<<"\nora vado a leggere cop"<<endl;
leggi (cop);
 cout<<"\nora vado a copiare cop in
tab"<<endl;

copia(tab,cop); // tab=cop

cout<<"\nho copiato cop in tab e vado a
scriverla"<<endl;

scrivi(tab); attendi(); return (0);
fond. di informatica 1 parte 4
66
Meo 1 lez. 37
Il nome del vettore o tabella e’
sinonimo dell’ indirizzo del primo elemento del
vettore => Si puo’ scrivere: float ris[10];
float *p; p=ris; /*oppure*/ p=&ris[0];
ris e’ un puntatore, ma costante perche’
sigillato a puntare sempre allo stesso vettore.
Es. char* puni =“sono un’ idea”; // puni e’
inizializzato con l’ indirizzo di s, ma poi avendo:
puni =“punto un oggetto”; // a puni si assegna
un altro indirizzo: quello di p.
Non si puo’ mai invece modificare l’ indirizzo
in ris, il contenuto
SI !!!
fond. di informatica 1 parte 4
67
Allocazione in memoria di tabelle
Sia: int tab[3] = {25, 53, 64};
tab nome ed indirizzo
Central Memory
iniziale della tabella;
tab
25
tab è “sinonimo“ di
10000;
25 và in tab[0]
53 “ “ tab[1]
64 “ “ tab[2]
da 1000C c’ è altro.
fond. di informatica 1 parte 4
53
64
altro
10000
10004
10008
1000C
11111
68
Esempi di vettori in...program5
PROBLEMA: calcolare la frequenza di caratteri
alfabetici contenuti in una frase terminante col
punto. Alla fine: visualizzare tutte le frequenze !=0
Progetto logico: n.o caratteri alfabeto ingl. =26;
n.ocontatori di frequenza=26=n.oelementi vett.
da inizializzare a zero; int freq[26]={0,0,… 0};
lettura e calcolo: fintantoche’ il carattere letto
non e’ il punto, aggiungi 1 all’ elemento che
indica la frequenza del carattere letto; poi fai la
visualizzazione. fond. di informatica 1 parte 4
69
Progetto logico: continua
Come si puo’ trovare questo elemento?
Nel vettore freq[26] si trova tramite l’ indice intero
corrispondente nel codice ASCII al carattere letto, ma:
‘A’=65; … ‘Z’=90; ‘a’=97; … ‘z’= 122
Occorre fare una traslazione di scala ossia riportare i
valori dei codici ASCII nell’ intervallo 0-25
=> per i caratteri minuscoli basta fare: car_letto - ‘a’;
e poi incrementare il contatore freq[car_letto- ‘a’]++;
invece per i maiusc. occorre prima convertirli a minus.
con: car_letto = car_letto - ‘A’ + ‘a’ (cfr. project15-16)
e incrementare il contatore freq [car_letto-‘a’]++;
(come sopra).
fond. di informatica 1 parte 4
70
La visualizzazione
Si puo’ fare con un for dove la var. di controllo
e’ ancora il codice ASCII del carattere:
for (char ch = ‘a’; ch<=‘z’; ch++)
if (freq(ch- ‘a’) != 0) // non è nulla!
cout << “\nIl car.”<< ch<<“ ha la frequenza: ”
<< freq[ch- ‘a’];
Con questo progetto logico
fare il programma monoblocco prima e poi
strutturato a moduli.
fond. di informatica 1 parte 4
71
Non confondere stringhe
costanti con tabelle di caratteri
La stringa char *pst= “buonino”; e’ costante. C
e C++ la vedono come una sequenza di caratt.
terminanti con \0. Questo è il segnale di fine
stringa!!! Essa non e’ copiata in pst: a pst e’
assegnato l’ indirizzo del suo primo car. b.
Dovendo leggere o inizializzare una stringa di
caratteri qualunque e’ responsabilita’ del
programmatore riservarle adeguato spazio
in memoria. Una tabella (vettore) di caratteri
puo’ servire a questo scopo, ma non e’ l’ unica
soluzione.
fond. di informatica 1 parte 4
72
programma leggiora (prj25)
 /*Il programma lavora con stringhe.
 Dapprima usa la funzione sizeof ("IO") che ritorna la
dimensione di IO ossia il suo numero di caratteri che sarà 3
dato che ogni stringa termina con '/0';
 poi usa un puntatore a stringa che permette di visualizzare la
stringa, ma non il suo numero di caratteri;
 poi ancora in leggi chiede la stringa che deve leggere nell'
array ora.*/
 /* Variabili del main */ char ora[15]; int n; char* ps ="bello";
 clrscr(); n = (int)sizeof("IO");
 cout<<"Numero di caratteri della stringa: "<<n<<endl;
 n= (int)sizeof(*ps);
 cout<<"Stringa puntata da ps: "<< ps
 <<" Numero di car. della stringa puntata da ps: "<<n;
 leggi(ora);
 scrivi(ora);
 attendi();
fond. di informatica 1 parte 4
73

return (0);
Es. char riga[40];
Ogni elemento della tabella riga e’ di tipo char e quindi
disponibile a contenere un carattere.
Per assegnare una stringa di caratteri ad una tabella ci
sono varie possibilita’: leggercela da tastiera (e per un
es. di cio’ vedere il prg. project25 in program5) oppure
occorre copiare la stringa carattere per carattere …
Come? Cfr. diapo seguente! Ma intanto: per la lettura
di tutti i caratteri spazi bianchi compresi, in project25
(leggiora) si usa la funz. del C++ get(char*,...)
collegata al flusso cin ossia cin.get(char*,... ). (In C
cio’ si ottiene con la funz. gets() ).
fond. di informatica 1 parte 4
74
Copiare stringhe: oltre il prg.
project24 ecco la proc. strcp
void strcp(char *s, char *t) /* s, t: puntatori a
carattere e quindi a stringa; la proc. strcp copia
la stringa puntata da t in quella puntata da s */
while ((*s=*t) != ‘\0’) /*fintantoche’ il
contenuto di t assegnato alla cella puntata da s
e’ diverso da ‘\0’ (=fine stringa) fai*/
{s++; t++}; // + sintetica ?!
{while (*s++=*t++);//perche’ manca !=‘\0’ ??
};
fond. di informatica 1 parte 4
75
Come si scrive una procedura?
L’ esempio precedente vuole mostrare anche
questo: fissati i parametri formali del
sottoprogramma basta scrivere il suo corpo
usandoli in modo corretto e coerente col
progetto logico fatto.
La procedura strcp potra’ essere attivata da
qualunque altro modulo usando come
parametri effettivi o puntatori a stringa o
nomi di vettori contenenti caratteri (cfr. es.)
Visti gli esempi modificare in project24 la proc.
copia in modo simile alla proc. strcp.
fond. di informatica 1 parte 4
76
Esempi
char *ps2,*ps1 = “stringa12”;
char s1[10], str[10]=“abcdefghi”;
strcp(str,ps1);//si puo’ strcp(ps2, s1)? Meglio NO
strcp(s1,str); // strcp(ps1,s1) puo’ dare errore;
Ricordare il significato del nome di un vettore(!)
(sinonimo dell’ indirizzo) e che le array sono sempre
trasmesse tra moduli per indirizzo come indicato nel
programma project24. Nel programma project28
invece si usano vettori nel main e in 2 o 3 procedure:
renderlo tutto modulare!
Attenzione poi al project27 che vuole ampliare array e
produce errore in esecuzione …!
Il più interessante è il project26 che ordina un vettore
di interi: usare lo stesso algoritmo (selezione descritto
nei commenti del programma) per ordinare un vettore
77
di caratteri. E… vedere diapo seguenti!
SORT (Ordinamento)
Si riprende il project26 che ordina un vettore
di interi usando l’algoritmo di selezione o scelta
diretta.
Con questo algoritmo l‘ ordinamento di una
tabella di n elementi si ottiene in n-1 passi
come indicato nella diapo seguente.

fond. di informatica 1 parte 4
78
SORT & Algoritmo di Scelta diretta.
Con questo metodo l'ordinamento di una tabella di N elementi
si ottiene in N-1 passi.
• Al passo 1 si ricerca il minimo tra gli N elementi con N
confronti (il CONFRONTO è l’ operazione dominante!) e
trovatolo si scambia (di posto) col primo elemento;
• al passo 2 si ricerca il minimo tra gli N-1 elementi (dal
secondo all'ennesimo con N-1 confronti ) e trovatolo si
scambia (di posto) col secondo elemento ;
• cosi' di seguito fino al passo N-1 quando si potranno
scambiare di posto l' elemento N-1 con l'elemento N.
•Ad ogni passo #confronti  N
•#passi  N
#operazioni effettuate dall'algoritmo è dell'
ordine di N*N ... fond.
QUINDI
di informatica 1 da
parte 4usare se N <10.
79
void ordina(int x[], int n) /* x è “orlata” cioè l’
elemento x[0] è trascurato: Effettua l' ordinamento di x
(tabella di n elementi) con Scelta Diretta
Variabili locali usate: i,j,k,min;
Parametri in ingresso: n,x; per es. n=3, x[1] =3, x[2]
= 4 x[3] =1
Parametri che escono definiti: x; x[1] =1, x[2] = 3,
x[3] = 4 */
{ int i,j; /* var. di controllo cicli */ int k; /* indice
del minimo */
int min; /* var. contenente il minimo */
80
/* Inizio parte esecutive di ordina */
for (i = 1; i <= n-1; i++)
{ min = x[i]; k = i; // se i=1 allora min = 3 e k =1;
 for (j = i+1; j <= n; j++) /* ciclo di ricerca del minimo */
{ 
if (x[j] < min) // solo per j=3 questa condizione è vera (1<3)
 { k= j; min = x[j]; /* per i=1 si ha: k=3. e min= 1

“ i=2 “ “ k=3. e min= 3*/ }
 }// fine del for su j
 x[k] = x[i]; /* scambio tra x[3] e x[1]ottenendo 1, 4, 3 per

i=1 e 1, 3, 4 per i=2*/
x[i] = min; /* per ricerche del min. senza successo

queste due frasi non hanno effetto */

} //fine del for su i
}/* fine di ordina */
fond. di informatica 1 parte 4
81
E…
 …cercare altri algoritmi di SORT per esempio da pag. 503 del
testo di Franco Crivellari: “Elementi di programmazione con il
C++”, Franco Angeli; (primo riferimento in Bibliografia) dove sono
descritti
 ALGORITMI  (metodi) DI ORDINAMENTO come:
 1) selezione (per minimi successivi)

complessita’ = O(n2)
 2) scambi (bubble sort)

complessita’ = O(n2)
 3) inserzione

complessita’ = O(n2)
 4) ad albero: doppio indice (quicksort)
complessita’ =

heap-sort
O(n log(n))
 5) distribuzione e fusione o MergeSort
 Per la Complessità …corso successivo, ma intuitivamente = N.o di
operazioni necessarie per raggiungere la soluzione di un problema
fond. di informatica 1 parte 4
82
Precisazioni ed esercizi
 Gli esempi in Program6 si riferiscono ad array
a 2 dimensioni: il project29, letta una matrice,
esegue qualche calcolo e la passa alla
procedura di visualizzazione, project30 crea la
Tavola Pitagorica della moltiplicazione e la
passa alla procedura di visualizzazione.
Li ho lasciati perché sono semplici e possono
essere sempre utili. A voi però lascio il compito
di completare il tema in diapo 3-4.
fond. di informatica 1 parte 4
83
Break e altro
La frase break si può usare anche in cicli while,
do… while, for: vedere project 20 - 22 di programm4
dove si esce con un break da un ciclo infinito come
qui riportato CON : bool attiva = false;
forever
 {
switch (menu(!attiva)) {
case 1: cout <<"\nnumero 1 e ris: ";
 ris = elabora(menu(attiva)); cout <<ris; break;
case 2: cout <<"\nnumero 2 e ris: ";
 ris = elabor1(menu(attiva)); cout <<ris; break;
 case 99: cout<< " Un numero 99 =>fine forever”; break;
 default: cout <<"\n intero non previsto\n";}//fine switch

if (menu(attiva) == 99) break; // fine forever
 }
fond. di informatica 1 parte 4
84
A proposito della variabile logica da usare
in project22… riprendiamo il discorso?
Ossevare i project 21 e 22. Quando la funzione
menu() viene attivata nella frase switch e’
giusto che richiami la funzione leggi(n) in
quanto n deve dirottare il controllo al caso
ennesimo; invece quando la funzione menu()
viene attivata nelle 2 funzioni di elaborazione
non occorrera’ una nuova lettura purche’ n sia
ancora disponibile. Questo e’ il punto: n e’
ancora disponibile? NO se in menu non si
dichiara:
fond. di informatica 1 parte 4
85
static int n;
Significato delle variabili
automatiche e statiche
Meo 1 lez.33
In C e C++ ogni variabile e’ caratterizzata oltre
che dal tipo dalla sua classificazione rispetto
alla sua allocazione in memoria ed alla sua
durata. Le variabili finora trattate sono dette
automatiche perche’ iniziano ad esistere
(sono allocate in memoria) quando la funzione
in cui sono definite e’ attivata e “spariscono” all’
uscita dalla funzione. Non conservano il loro
valore tra una attivazione e l’ altra della
funzione. Per conservarlo devono essere
dichiarate static: senza questo attributo sono
fond. di informatica 1 parte 4
86
automatiche.
Static => protezione
Tutte la variabili (locali o globali) definite static
sono create ed inizializzate prima che il main
inizi l’ esecuzione e sono distrutte solo al
termine dell’ esecuzione del main program: la
loro inizializzazione e’ eseguita una sola volta,
se manca sono inizializzate a 0.
Anche una var. globale (o esterna) puo’ essere
dichiarata static: in tal caso diventa visibile e
usabile solo all’ interno delle funzioni definite
nello stesso file sorgente in cui essa e’
definita, ma diventa invisibile ad altri file: è
un tipo di protezione.
fond. di informatica 1 parte 4
87
Conclusione per menu()
Per salvare il valore di n letto solo la prima volta
bisogna dichiarare n static (non solo int) e
quindi scrivere menu cosi’ (come in project22):
int menu (int attiva) /* attiva param. formale di
tipo logico che deve essere True solo al primo
richiamo e False ai richiami successivi in cui si
potrà usare !attiva senza cambiarlo in false*/
{static int n; // n inizializzata a 0
if (attiva) leggi(&n) /*se attiva = True in n va il
valore digitato che resta immutato fino a nuova
lettura che non si verifica se attiva = False */
return n; }
fond. di informatica 1 parte 4
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E … per emulare la memoria?
Le matrici non bastano: per i dati occorrerebbe
una zona a dimensione variabile (che si
puo’ ottenere con l’uso di funzioni come malloc
o new) di int ove porre valori interi e poi un’
altra zona di float, una di char …; una per gli
indirizzi e le istruzioni in linguaggio macchina e
poi ancora occorrerebbe un’ altra zona per gli
interi unsigned, etc. Insomma un contenitore di
elementi di tipo diverso, non omogenei (come
invece avviene per le matrici) ed anche a dimensione variabile.
Un tipo di variabile strutturata che permette
di mantenere in memoria un insieme fisso di
elementi non omogenei e’ la struct del C e
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C++ simile al record del Pascal.
Esempio di struct in C e C++
struct studente
{char nome[20];
char cognome[25];
int eta;
float peso;
float altezza;
};
Concettualmente con la keyword
struct si definisce un tipo di tabella non
omogenea con elementi di vari tipi che in C e
C++ possono essere anche funzioni: cosi’
fatta la struct puo’ servire a introdurre la class
del C++…ma questa e’ un’ altra storia …
fond. di informatica 1 parte 4
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Appendice a): perplessita’ 1
RICORDARSI: l’ operatore >> preleva un dato
dal un flusso di input: che tipo di dato? Il tipo
che e’ stato dichiarato: char, int, float, ...
2) RICORDARSI: non abusare di matrici e/o
vettori; usarli solo quando esiste la necessita’ di
tenere memoria dei valori calcolati o letti: se
tale necessita’ manca allora usare il valore letto
per i calcoli necessari e passare al successivo
valore da leggere.
fond. di informatica 1 parte 4
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Appendice a): perplessita’ 2-1
Ricordare che gli indici di un array sono
SEMPRE di tipo “discreto”, MAI floatingpont!!!
NON CONFONDERE INDICE CON
CONTENUTO DI UN ELEMENTO !!!
Ed ancora array e strutture sono passati a
procedure per indirizzo, ma il loro indirizzo è
rappresentato dal loro NOME e NON da
&nome o da *nome!!!
fond. di informatica 1 parte 4
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Ancora su array: perplessita’ 2-2
se si vuole fare una ricerca in un array ad una
dimensione (vettore) si può usare il metodo
lineare esaminando un elemento dopo l’ altro
con un for oppure il metodo della bisezione
(dividendo il vettore a metà e poi a metà delle
metà e così via) accelerando la ricerca.
In array a 2 dimensioni (matrici) il modo più
semplice da usare è il metodo lineare: si
esamina una riga alla volta e dentro ogni riga
un elemento dopo l’ altro con 2 for nidificati.
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Appendice a): perplessita’ 2
3) La funzione elabora usata in tanti esempi di
programmi indica col suo nome una
elaborazione di tipo generale. Quando l’
elaborazione e’ di un tipo specificato e’ meglio
usare nomi di funzioni pertinenti, come fatto
nell’ esempio sulla valutazione del minimo e del
massimo (parte 4) dove si usavano nomi come
minimo, massimo, rivaluta e memovis. Cosi’ il
programma diventa +comprensibile e -generico
Come ulteriore esempio, se in un programma ...
fond. di informatica 1 parte 4
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Appendice a): perplessita’ 3
… se in un programma e’ richiesto di leggere
una matrice di valori interi e ricercarvi un certo
valore (letto anch’esso da tastiera) le funzioni
da usare e costruire saranno:
leggi(matrice); cin>> valore;
if (ricerca(valore, matrice, &riga, &colonna))
visualizza(“\ntrovo valore in ”, riga,colonna);
else cout<< “\nIl valore non c’e’ !”<<endl;
QUI la funzione elabora e’ la ricerca che ritorna
un valore bool! fond. di informatica 1 parte 4
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Appendice a): perplessita’ 4
4) RICORDARE: la codifica F.P. normalizzata fa
riferimento alla base 2 e quindi il valore dell’
esponente riguarda la base 2. Col metodo delle
moltiplicazioni successive ogni moltiplicazione
per la base isola una nuova cifra nella nuova
base. Per es.  =3.1410 avra’ 112 come parte
intera e 00100011112 come parte decimale.
Normalizzando  +.1100100011112 E+102
con S=0, M=1100100011112, E=0102 .
fond. di informatica 1 parte 4
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Appendice a): perplessita’ 5
5) RICORDARSI di fare attenzione alle
specifiche di progetto di un programma: IN
PARTICOLARE alle specifiche di progetto del
programma da costruire all’ esame che stanno
nelle relative richieste. Analizzarle e riflettere!
UN CONSIGLIO per l’ esame: scrivere il
programma in modo semplice e chiaro, con
qualche commento, ma senza fronzoli,
badando a rispondere a tutte e sole le
richieste. Privilegiare la sostanza ! Se resta
tempo aggiungere … i “fiorellini” !
fond. di informatica 1 parte 4
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Appendice a): perplessita’ 6
6)RICORDARE quanto detto in fondinf3 diapo 48
e seg. “Primo motivo per l' introduzione dei
sottoprogrammi: Si inserisce una sola volta
il codice del sottoprogramma (per es. la
printf ….”)
Se si devono leggere 10 matrici si scrive una
procedura di lettura di una matrice generica e si
richiama 10 volte per leggere le 10 matrici una
alla volta!!! NON scrivere una procedura con la
lettura di 10 matrici … (e capita anche che
qualcuno la richiami 10 volte!!!)
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Appendice a): perplessita’ 7
Attenzione al significato del while che è:
fin tanto che, per tutto il tempo che è vera la
condizione tra parentesi
E NON: fino al momento in cui diventerà vera!!!
Se si deve leggere un valore <0 si scriverà:
cin>> comodo;

while (comodo >=0) cin>> comodo;
ed anche, se A e B sono array:

if (tot<soglia) cout<<"\n Soglia non

raggiunta da tot = "<<tot<<endl;

else { while ((tot=somma (A,B))>= soglia)

diminuisci(A,B); …. }
e ricordarsi l’ else, ma solo quando occorre !!!
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Appendice a): continua
perplessita’ 7
ed inoltre: usare il while
appropriatamente!
NON si deve scrivere:
cin>> comodo;

while (comodo >=0)
{ }
va in loop !!!
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