Capitolo 4: La percezione sociale Lo studio del modo in cui ci creiamo impressioni e formuliamo giudizi sugli altri Assunto generale: l’individuo non si limita a registrare i dati ma agisce sugli stimoli in modo attivo Le impressioni vengono a formarsi attraverso informazioni che ci provengono attraverso più canali •l’osservazione della persona target (comportamento non verbale) • la comunicazione diretta (comportamento verbale) • la comunicazione indiretta (cosa altri riportano della persona target) Il comportamento non verbale Le espressioni del volto, il tono di voce, i gesti, le posizioni e i movimenti del corpo, l’uso del tatto e lo sguardo. Le caratteristiche del comportamento non verbale e dell’aspetto fisico sono massimamente importanti nella formazione delle prime impressioni Sono un indicatore fondamentale per definire il significato di affermazioni e comportamenti e per esprimere valutazioni Regole socialmente condivise di espressione (Argyle, 1975) a) Esprimere emozioni (stringiamo gli occhi, aggrottiamo le ciglia, guardiamo fissi, serriamo la bocca per esprimere rabbia) b) Comunicare atteggiamenti (sorridiamo e rivolgiamo lo sguardo verso chi ci piace) c) Comunicare i propri tratti di personalità (l’apertura nei gesti e il tono di voce segnalano l’estroversione) d) Facilitare la comunicazione verbale (abbassiamo il tono di voce e volgiamo lo sguardo altrove per segnalare alla persona con cui stiamo parlando che abbiamo finito) Il comportamento non verbale e le menzogne E’ più probabile individuare chi mente a partire dal suo comportamento non verbale piuttosto che da quello verbale. Ciò è particolarmente vero tanto più una persona si sforza di mentire Esperimento di DePaulo, Stone & Lassiter, 1985 Richiesta a dei partecipanti di esprimere il proprio atteggiamento su una serie di questioni (e.g., è giusto pagare gli alimenti dopo il divorzio ?). Successiva richiesta di mentire, esprimendo un’opinione opposta alla propria, a una persona che però non potevano vedere e che si sapeva avere un’opinione effettivamente opposta alla propria. Manipolazioni: l’interlocutore poteva essere dello stesso sesso del partecipante oppure un attraente membro del sesso opposto. Trascrivere o dire ad alta voce la menzogna. I partecipanti venivano filmati mentre mentivano. Si chiedeva poi ad altre persone di guardare i filmati – o leggere la trascrizione - e di valutare se stessero mentendo Da DePaulo et al., 1985 Possibile spiegazione: le persone che cercano di mentire efficacemente stanno molto attente a ciò che dicono e non riescono quindi a controllare il proprio comportamento non verbale Elementi di tipo universale (Darwin): le emozioni di tipo primario Rabbia, Felicità, Sorpresa, Paura, Disgusto, Tristezza (Ekman, Friesen, Izard) Gli studi di Ekman presso la tribù dei Fore (Nuova Guinea) Nessun contatto precedente con le culture occidentali Prima fase: • Descrizione di brevi storie che implicavano un contenuto emotivo • Foto di americani (M e F) che esprimevano le 6 emozioni • Richiesta di associare le espressioni facciali delle emozioni alle storie • Risultati: accuratezza simile a quella mostrata da soggetti americani Seconda fase • lettura delle brevi storie • richiesta di esprimere l’emozione appropriata (fotografati) • richiesta a soggetti americani di individuare l’emozione espressa • Risultati: elevatissimo grado di correttezza Conferma dell’universalità sia nella decodifica (Fase 1; interpretare l’emozione provata da altri) che nella codifica (Fase 2; produrre l’espressione corrispondente a ciascuna emozione) Differenze di tipo culturale nella manifestazione delle emozioni: Le regole di esibizione Es: le donne giapponesi non devono esprimere sorrisi (si coprono con le mani) mentre per le donne occidentali è concesso, se non ingiunto, di farne di larghi e frequenti Es: le norme culturali occidentali scoraggiano gli uomini a piangere, mentre lo permettono alle donne Cosa si riesce a capire dai comportamenti non verbali ? Es: due donne giocano con un bambino. Chi è la madre? Chi vede il filmato è in grado con un discreto grado di accuratezza di capire chi sia la madre nonostante non venga mai detto Es.: Gli sguardi possono segnalare chi è il leader all’interno di un gruppo Spesso vi sono giudizi accurati senza riuscire ad esplicitare gli indizi che permettono di formularlo Differenze legate al genere sessuale: Vi è una superiorità da parte delle donne nel codificare e nel decodificare gli indizi non verbali. Perché vi è una superiorità da parte delle donne? La TEORIA DEL RUOLO SOCIALE ( Eagly, 1987) La differenza risiede nel ruolo che a lungo le donne hanno assunto nelle società occidentali. Di conseguenza, - aspettative sul ruolo dettate dal sesso - differente sviluppo di abilità Ricerche cross-culturali supportano questa teoria (Hall, 1979). • Classificazione di 11 nazioni a seconda del livello di oppressione delle donne (donne che frequentavano l’università, accesso a posizioni di potere, etc.) • Capacità non-verbali • Risultati: correlazione tra i due fenomeni Tanto più bassa è la posizione delle donne tanto maggiore è la capacità di elaborare le informazioni nonverbali Le Teorie Implicite di Personalità Si ritiene che data una specifica caratteristica di personalità sia molto probabile la presenza di tutta un’altra serie di caratteristiche. Le T.I.P. riassumono le idee su quali tratti di personalità si accordino tra di loro. Se una persona è superficiale che probabilità c’è che sia anche inaffidabile? Bruner e Tagiuri (1956) ---------> Andare al di là dell’informazione data Le Teorie Implicite sono una forma di schema Fonte: Rosenberg et al., 1968 Le Teorie Implicite si applicano a vari livelli: sia ai singoli individui che in riferimento a specifici sottogruppi Anche le teorie implicite di personalità hanno una rilevante variabilità da cultura a cultura. Es: in Cina non vi è una teoria sulla personalità artistica Shi gù: senso pratico, culto della famiglia, ben inserito nella società, riservato Hoffman, Lau e Johnson (1986): Cultura e teorie implicite di personalità • Ipotesi: le persone creano le loro impressioni della personalità basandosi sulle teorie implicite di personalità data della loro cultura • Partecipanti leggevano delle storie che descrivevano persone che si comportavano come – un tipo artistico o come uno shi gú (senza usare etichette) (VI1) • VI2: madrelingua inglese / madrelingua cinese testo in inglese / madrelingua cinese testo in cinese • VD: Formarsi impressione della persona: numero di tratti inutilizzati nella storia che si accordano con il tipo di personalità artistica o dello shi gú Hoffman, Lau e Johnson (1986): risultati Numero medio di nuovi tratti schematici 1,6 1,4 1,2 1 T ipo artistico T ipo shi gu 0,8 0,6 0,4 0,2 0 Inglese / Inglese Bilingue / Inglese Bilingue / Cinese La spiegazione dei comportamenti: LE ATTRIBUZIONI CAUSALI Importanza dei tratti per caratterizzare le persone (es. teorie implicite di personalità) Ma cosa c’è dietro ai tratti? Come si arriva ai tratti? Cosa sono i tratti? Sono “i mattoni” per costruire la nostra comprensione delle persone. Ma in che relazione sono con i comportamenti? Quali regole governano le nostre inferenze dai comportamenti ai tratti? E quanto siamo accurati nel trarre queste inferenze? I comportamenti delle persone cambiano, ciò nonostante noi vediamo una personalità stabile dietro ad essi. I tratti sono le disposizioni stabili che danno origine al comportamento. Modello di Heider (1958) Siamo costantemente alla ricerca delle cause: Processo di attribuzione causale un’azione è generalmente riconducibile a: a) b) fattori personali /disposizionali/ INTERNI fattori ambientali / situazionali / ESTERNI (locus della causalità) 2 contributi negli anni '60 sviluppano le idee di Heider. Cercano di spiegare come dal comportamento e dalle intenzioni inferiamo una personalità stabile. Le inferenze corrispondenti (Jones e Davis) Modello della covariazione (Kelley) LE INFERENZE CORRISPONDENTI Jones e Davis (1965) Il processo che porta a caratterizzare qualcuno come dotato di un tratto di personalità che corrisponde al suo comportamento osservabile (= comportamento corrispondente) Quando è giustificata? o libertà di scelta dell'attore (es. biglietto di ringraziamento) o C. inatteso o atipico (es. andare in bici da Pd a Roma) --------> Importanza degli schemi e delle aspettative o effetti non comuni: quali effetti avrebbero avuto altri comportamenti? Es. Scegliere un appartamento Remo sceglie tra Augusto sceglie tra App. X App. Y App. V App.Z A,B,C,D A,C,D A,B,C A,C,D A: quartiere signorile B: giardinetto C: autobus vicino D: affitto alto Risultato: Augusto ha scelto l’app. X Risultato: Remo ha scelto l’app. V Conclusione: l’app X si caratterizza per ill giardinetto Conclusione: Remo voleva un giardinetto ma forse anche evitare un affitto alto Inferenza: Augusto ama il giardinaggio Inferenza: poco chiaro TEORIA DELLA COVARIAZIONE Kelley (1967) Agiamo come scienziati alla ricerca delle cause (interne od esterne) del comportamento. Ci basiamo su una nozione fondamentale: le cause covariano con gli effetti. Per verificare: Se A --> B confrontiamo la frequenza con cui B si verifica in presenza di A Es. amico ride alla battuta di un comico Possibilità di attribuzioni - a chi esegue il comportamento (attore) - all’oggetto del comportamento - alle circostanze Tre dimensioni rilevanti (tipi di informazioni): CONSENSO (quante altre persone reagiscono così?) •SPECIFICITA‘ (DISTINTIVITA’) (reagisce solo a quell'oggetto in quel modo?) •COERENZA (quella persona si comporta sempre così?) Esempio CLAUDIO RIDE SENTENDO IL COMICO X (effetto) • Quasi nessuno ride sentendo il comico X (consenso basso) • Claudio ride quasi sempre anche quando sente altri comici (distintività bassa) • In passato Claudio ha riso quasi sempre sentendo il comico X (coerenza alta) Attribuzione alla PERSONA Claudio è un allegrone Esempio CLAUDIO RIDE SENTENDO IL COMICO X (effetto) • Quasi tutti ridono sentendo il comico X (consenso alto) • Claudio non ride quasi mai quando sente altri comici (distintività alta) • In passato Claudio ha riso quasi sempre sentendo il comico X (coerenza alta) Attribuzione all'ENTITA’ Comico X è bravo Esempio CLAUDIO RIDE SENTENDO IL COMICO X (effetto) • Quasi nessuno ride sentendo il comico X (consenso basso) • Claudio non ride quasi mai quando sente altri comici (distintività alta) • In passato Claudio non ha riso quasi mai sentendo il comico X (coerenza bassa) Attribuzione alle CIRCOSTANZE Claudio ha bevuto INFORMAZIONE Attribuzione CONSENSO DISTINTIVITA‘ COERENZA Persona Entità Circostanze BASSO ALTO BASSO BASSA ALTA ALTA ALTA ALTA BASSA Il modello di Weiner: attribuzione di successo e fallimento Ripresa del concetto interno/esterno di Heider, introducendo il criterio della stabilità e della controllabilità Nel suo modello tridimensionale i 3 elementi importanti sono: il locus, la stabilità e la controllabilità Esempio: la spiegazione del risultato di un esame Locus interno Controllabilità Stabile instabile Locus esterno stabile instabile Controllabile ci si impegna sforzo sempre temporaneo corso speciale aiuto da compagni particolare Non Controllabile attitudine difficoltà compito la fortuna stato umore A partire dal tipo di attribuzione è possibile prevedere le specifiche reazioni emotive. CRITICHE Non sempre le persone dispongono di più osservazioni. I modelli precedenti si riferisce a condizioni ideali. I modelli visti sono modelli normativi, che dicono come la gente dovrebbe usare le informazioni, non sono modelli descrittivi, su come la gente di fatto agisce. Alcune tendenze sistematiche nei processi attribuzionali L’errore fondamentale di attribuzione La differenza attore-osservatore Le attribuzioni a proprio favore L’errore fondamentale di attribuzione (o “bias” di corrispondenza) La teoria o schema fondamentale sul comportamento umano è che sono le caratteristiche personali degli individui ad indurli a comportarsi in un determinato modo e non la situazione in cui si trovano. Prevalenza di attribuzioni interne o disposizionali Esperimento di Jones & Harris (1967). Viene fatto leggere un tema scritto da uno studente in cui si sosteneva o avversava il regime di Castro a Cuba 2 condizioni a) libera scelta b) la posizione da sostenere era stata imposta dallo sperimentatore Variabile dipendente: prevedere l’atteggiamento della persona che ha prodotto il tema. Pro 70 Stima dell'atteggiamento 60 50 Libera scelta Assenza di scelta 40 30 20 10 An Filocastrista Anticastrista Posizione del saggio Le spiegazioni del “Bias” di corrispondenza: Il ruolo della Salienza Percettiva L’attenzione è sempre focalizzata più sulle persone che sulla situazione circostante Heider E’ ciò che noi notiamo a sembrarci la causa più ragionevole e logica del comportamento osservato Giudizi sul contributo di A e B 21 Ruolo svolto dagli attori 19 17 15 Attore A Attore B 13 11 9 7 5 Di fronte ad A Adattata da Taylor & Fiske, 1975 Di fronte ad A e B Di fronte a B Modello a due stadi del processo attribuzionale (Gilbert): Inizialmente attribuzioni disposizionali (spontanee, automatiche) Successivamente eventuale correzione tenendo conto degli elementi del contesto (intenzionale e dispendioso) Ad esempio, quando si è stanchi, distratti, etc., ci si ferma al primo stadio Il ruolo della cultura nella manifestazione dell’errore fondamentale di attribuzione (“Bias” di corrispondenza) Alcune società vengono dette “individualiste” (e.g., occidentali): libertà ed autonomia dell’individuo Altre società vengono dette “collettiviste” (e.g., orientali): appartenenza di gruppo, interdipendenza, conformità alle norme di gruppo, etc Hp: nelle società individualiste maggiori attribuzioni disposizionali Miller (1984): chiese a soggetti indù e statunitensi di descrivere comportamenti di loro amici e spiegarne le cause. I soggetti statunitensi fecero maggiore ricorso a attribuzioni disposizionali. Possibile spiegazione alternativa: differenze nei comportamenti generati dai due gruppi Replica: dando i comportamenti generati dagli indù a soggetti statunitensi, questi continuavano a privilegiare spiegazioni disposizionali Analisi del contenuto delle spiegazioni che giornali di lingua inglese e cinese hanno fornito in riferimento a due episodi molto simili in cui un cinese ed un americano avevano commesso due delitti (Morris e Peng, 1994) Attribuzioni disposizionali 0,16 0,14 0,12 0,1 Stampa in lingua inglese Stampa in lingua cinese 0,08 0,06 0,04 0,02 0 Articoli sull'assassino cinese Articoli sull'assassino americano LA DIFFERENZA ATTORE - OSSERVATORE Il “Bias” di corrispondenza non si applica in modo uguale alle attribuzioni che compiamo su noi stessi. proprio comportamento --> cause ESTERNE comportamento altri --> cause INTERNE La medesima azione può produrre attribuzioni disposizionali in chi osserva e attribuzioni situazionali in chi la esegue. Importanza della salienza percettiva: ognuno vede chiaramente le persone attorno a lui e il contesto che lo circonda ma non vede se stesso. Esperimento Storm 1973 Tra le attribuzioni situazionali più frequenti vi è il comportamento del partner 8 Attribuzioni disposizionali 7 6 5 Attori Osservatori 4 3 2 1 0 Nessun Filmato Fonte: Storm, 1973 Filmato stesso orientamento Filmato orientamento capovolto Ulteriori spiegazioni della differenza attore-osservatore - Gli attori dispongono di maggiori informazioni su se stessi. Nei termini di Kelley possiedono maggiori informazioni sulla coerenza e sulla specificità - Differenze nell’uso del linguaggio (Semin & Fiedler) Termini concreti per descrivere noi stessi lasciando agli altri il compito di interpretarli Termini astratti per descrivere gli altri. Le attribuzioni a proprio favore successo --> attribuzione interna fallimento --> attribuzione esterna Studio sui Politici Americani (Kingdon, 1967) 5 mesi dopo le elezioni: Politici eletti: Politici non eletti: I N duro lavoro, T l’impegno verso gli elettori, E R reputazione, etc. N E mancanza di denaro, elettorato, nome dell’avversario, etc. E S T E R N E Studio sugli allenatori e giocatori (Lau e Russell, 1980) Vittoria: Sconfitta: 80% delle risposte aspetti della squadra o dei giocatori Sfortuna Bravura dell’avversario I N T E R N E E S T E R N E Perché le attribuzioni a proprio favore ? Mantenere o accrescere l’autostima Strategia di autopresentazione Attribuzione difensive (vittime colpevoli, Spiegazioni motivazionali credenze nel giusto mondo) Informazioni a disposizione Spiegazioni cognitive