PREMESSA
Rappresentazione del mondo che le persone costruiscono e
ri-costruiscono utilizza continuamente, come elementi
costruttivi di base i “concetti”
Concetto: rappresentazione mentale di una categoria,
ossia di una classe di elementi che si ritiene si associno
tra loro grazie ad una somiglianza parziale
Importante: concetti che abbiamo non corrispondono
necessariamente a come persone, oggetti, situazioni sono
nella realtà, ma a come noi crediamo che essi siano
Inoltre
Persone diverse, ma anche stessa persona in momenti
diversi, possono utilizzare concetti differenti per
rappresentarsi la stessa realtà esterna
“Teorie” del mondo che ciascuno di noi ha, applicate
secondo gli obiettivi del momento, ci fanno scegliere le
categorie che ci paiono più significative per rappresentare
un certo insieme di stimoli
Psicologi utilizzano diversi termini per riferirsi
ai concetti. Tra gli psicologi sociali il termine
più comunemente utilizzato è schema
SCHEMI
Strutture di dati attraverso le quali i concetti immagazzinati in
memoria sono rappresentati
Schemi sociali: riferiti a categorie di persone, ruoli o eventi che
coinvolgono la vita sociale degli individui
Contengono: Parte fissa  elementi comuni a tutti gli esemplari della categoria
Parte variabile  grado di prototipicità dell’esemplare rispetto alla
categoria
Rappresentano l’esperienza con diversi livelli di astrazione
Solitamente rappresentati come strutture gerarchiche organizzate in
modo piramidale
Vertice: forma astratta e generale
Base: contenuti specifici
A COSA SERVONO GLI SCHEMI?
Sono indispensabili per poter dare un senso all’enorme
quantità di stimoli e di informazione nella quale siamo
continuamente immersi
Vengono attivati in modo congiunto da:
1) Aspetti dello stimolo
2) Aspetti del contesto nel quale lo stimolo è osservato
3) Caratteristiche dell’osservatore nell’attivazione degli
schemi cognitivi  accessibilità cronica vs. situazionale
RAPPRESENTANO LE INFORMAZIONI SECONDO
DIVERSE MODALITÀ
1) carattere definitorio: esprimono aspetti concettuali fornendo
gli elementi essenziali per ricostruire il significato di un
termine;
2) memoria semantica: informazioni rappresentate con un
carattere descrittivo  esprimono fatti, relazioni, ecc. in
rapporto a uno specifico concetto.
3) memoria episodica: modalità di rappresentazione delle
informazioni che deriva dalle esperienze personali del soggetto
Strutture di dati per
rappresentare concetti
immagazzinati in memoria, i
loro attributi e le relazioni tra
attributi
Informazioni
astratte e
generali
Esempi concreti
Facilita i processi di
conoscenza top-down che
si basano su concetti,
conoscenze e teorie già
depositate nella memoria.
SCHEMA SOCIALE
Processi top-down:
down accorciano il lavoro
cognitivo del percipiente rendendo
disponibili una serie di informazioni che
facilitano codifica, ricordo e inferenze.
Possono essere fonte di errori dovuti al
fatto che la conoscenza è basata su
concetti già in possesso delle persone.
PROCESSI…
Top-down o
schema driven
Bottom-up o
data driven
Concetti, conoscenze,
teorie già presenti in
memoria
Interpretazione
della realtà
Interpretazione
della realtà
Analisi dei dati
raccolti attraverso
la percezione
Categoria: raggruppam.
di due o più oggetti
distinti che sono trattati
allo stesso modo
Processo che favorisce l’economia
cognitiva, consente al soggetto di
andare oltre l’informazione data e,
quando le categorie sono
combinate, permette di formare
concetti complessi
LA CATEGORIZZAZIONE
È alla base della percezione, della
memoria, del pensiero e dell’azione. Senza
concetti la vita mentale sarebbe caotica
Categoria
Appartenenza
Artificiale: contiene oggetti
che dipendono dall’attività
delle persone, come i libri, le
sedie, i pianoforti
Determinata dagli attributi
necessari e sufficienti
dell’oggetto: nucleo
Naturale: contiene oggetti
indipendenti dall’esistenza
delle persone, come gli
uccelli, i fiori, le pietre
Probabilistica: esiste un
gradiente di rappresentatività o
tipicità dal membro meno
tipico a quello più tipico o
prototipo
Sociale: contiene le persone,
classificate in base a
occupazione, sesso, etnia,
religione e nazionalità
Nucleo + prototipo
Schemi di persona: contengono le informazioni che ci aiutano a
descrivere le persone in base ai loro tratti di personalità o ad altre
caratteristiche che le contraddistinguono (es. i loro scopi o finalità).
Schemi di sé: insieme di strutture schematiche che contengono le
informazioni che ci contraddistinguono.
Schemi di ruolo:
ruolo I ruoli sociali definiscono le aspettative
comportamentali in relazione alle posizioni che le persone occupano in
una data realtà sociale. Possono essere acquisiti o ascritti. Gli schemi
di ruolo rendono disponibile la conoscenza che ci consente di
riconoscere e comprendere le informazioni rilevanti per lo schema in
questione
Schemi di eventi: Includono le conoscenze relative al modo in cui ci si
comporta nelle diverse situazioni sociali, comprese le aspettative che
abbiamo sul modo in cui si comporteranno gli altri (aspettative che
dipendono dai vari ruoli sociali).
Euristiche: strategie cognitive che consentono all’individuo sociale
di emettere giudizi in modo abbastanza economico che semplificano
e abbreviano il tempo dei percorsi cognitivi.
Vantaggi: economia cognitiva e efficienza nella maggior parte dei
casi.
Limiti: produzione di giudizi sistematicamente tendenziosi in certe
condizioni
Rappresentatività: serve per emettere giudizi circa la probabilità che
un certo evento si verifichi
Disponibilità: il giudizio sociale è basato sulla facilità e sulla
disponibilità con cui vengono in mente esempi associati alla categoria
del giudizio in questione
Simulazione: si utilizza nella costruzione di scenari ipotetici. È una
variante dell’euristica della disponibilità
Ancoraggio e accomodamento: serve quando occorre emettere
giudizi sulla base di informazioni incerte o ambigue
ATTRIBUZIONE
Processo attraverso cui le persone identificano le cause degli
eventi sociali.
A seconda delle situazioni, le cause possono essere attribuite a:
fattori personali (interni)
fattori situazionali (esterni)
caratteristiche di una persona caratteristiche di una situazione
La teoria dell’attribuzione è un termine generale riferito alle
spiegazioni circa il funzionamento del processo attribuzionale.
Tali spiegazioni:
- si focalizzano su aspetti diversi delle attribuzioni (sono
complementari)
- adottano una visione razionale del comportamento umano
- non tutti i modelli prestano la dovuta attenzione al ruolo di
motivazioni ed emozione
LE FONTI DELLE ATTRIBUZIONI
CULTURA
Società:
individualistiche vs collettivistiche
locus della causalità
PERSONALITÀ
stile di attribuzione
LA CULTURA
società individualistiche
società collettivistiche
sé indipendente
sé interdipendente
attribuzioni a
caratteristiche personali
attribuzioni a
gruppi
LA PERSONALITÀ
Locus of control
(Rotter, 1966)
Stile attribuzionale
Distingue tra:
-chi ritiene di poter controllare il
proprio destino (locus interno) e
- chi considera il proprio destino
determinato da fattori esterni
(locus esterno)
Tendenza a effettuare
attribuzioni in maniera
costante in situazioni
diverse e in momenti
diversi
HEIDER
The psychology of interpersonal relations (1958)
Attenzione rivolta alla logica e alle regole che le persone comuni
adottano quando si formano impressioni di altre persone partendo
dall’osservazione del loro comportamento. Particolare interesse
per il processo psicologico attraverso il quale le persone
individuano le cause che sono alla base degli eventi osservati
ATTRIBUZIONE CAUSALE
HEIDER
Analisi ingenua: parte dall’osservazione che ogni azione
produce un effetto
POTERE
forze ambientali e forze personali
Relazione moltiplicativa
Relazione additiva
TENTARE
Potere: abilità e competenze della persona (intelligenza, fiducia in sé,
forza…)
Tentare: componente motivazionale delle forze personali. Da
distinguere: intenzione (ciò che la persona intende fare) e sforzo
(energia fisica e psicologica utilizzata per farlo)
Fattori esterni o situazionali
Locus della causalità
Fattori interni o personali
Attribuzione
di
responsabilità
Motivazioni
(voler fare qlcs. o
cercare di fare
qlcs.)
X
Abilità
necessaria a
raggiungere lo
scopo
TEORIA DELLE INFERENZE
CORRISPONDENTI Jones e Davis [1965]
Obiettivo: analizzare il modo in cui le persone compiono attribuzioni
stabili circa le disposizioni di chi compie un’azione.
Assunto: il comportamento di una persona diventa informativo agli
occhi di chi produce l’inferenza, quando è giudicato essere frutto di
un’intenzione e quando tale intenzione si mantiene stabile nel tempo
non modificandosi da situazione a situazione.
L’attore conosce le
conseguenze del suo
comportamento e possiede
l’abilità necessaria per
produrre quel
comportamento?
(motivazione x capacità)
SI
Attribuzione di
intenzionalità
Inferenze sulle disposizioni
personali stabili
COME COLLEGARE LE INTENZIONI A
CRITERI
DISPOSIZIONALI?
•L’analisi degli effetti non comuni: quali conseguenze può produrre
il comportamento scelto e in che cosa si differenzia da altri
comportamenti possibili che non sono stati messi in atto?
•La desiderabilità sociale: tanto meno il comportamento in questione
è socialmente desiderabile, tanto più sarà possibile compiere inferenze
attendibili sulle disposizioni personali che lo hanno determinato.
•Le possibilità di scelta: il comportamento messo in atto è frutto di
vincoli situazionali o di una libera scelta?
•Ruoli sociali: tanto meno il comportamento in questione è coerente
con le aspettative di comportamento legate al ruolo ricoperto dal
soggetto osservato, tanto più sarà possibile compiere inferenze
attendibili sulle disposizioni personali che lo hanno determinato.
IL MODELLO ANOVA
Kelley, 1967
Prima di giungere al giudizio causale su un effetto (un accadimento,
un comportamento) l’individuo compie una serie di osservazioni,
rileva la sua covariazione sulla base di più cause potenziali e
attribuisce l’effetto alla causa con cui covaria maggiormente
3 principi informativi:
•Peculiarità: l’effetto si produce solo quando l’entità è presente e
non si manifesta quando è assente?
•Coerenza nel tempo e nel modo: l’effetto si manifesta allo stesso
modo tutte le volte quanto l’entità è presente?
•Consenso: l’effetto viene percepito da tutte le altre persone come
dipendente dalla presenza dell’entità?
si
si
Coerenza:
La persona di solito
si comporta così in
questa situazione?
La persona
stava
rispondendo
alla situazione
(attribuzione
esterna)
Peculiarità:
si
La persona si
comporta in maniera
diversa nelle
diverse situazioni?
no
Consenso:
si
Gli altri si
comportano in
maniera analoga in
questa situazione?
no
La persona
stava
agendo sulla
spinta di tratti
interni
(attribuzione
interna)
TENDENZE SISTEMATICHE NEI PROCESSI
ATTRIBUZIONALI
•Self-serving bias (attribuzione al servizio di sé): tendenza ad
attribuire i successi a cause interne e gli insuccessi a cause esterne.
•Errore fondamentale di attribuzione [Heider, 1958; Ross, 1977]:
tendenza generale di giudizio che i soggetti manifestano quando,
nell’individuare i fattori che determinano il comportamento della
gente, sottostimano l’impatto dei fattori situazionali e a sovrastimano
il ruolo dei fattori disposizionali.
•Differenza attore-osservatore [Bem, 1967; Jones e Nisbett, 1972]:
tendenza sistematica a spiegare il comportamento degli altri nei
termini di fattori disposizionali ed il proprio nei termini di fattori
situazionali o instabili. È complementare all’errore fondamentale.
•L’effetto del falso consenso: tendenza a percepire il proprio
comportamento come tipico e nell’assumere che nelle stesse
circostanze gli altri si sarebbero comportati nella stessa maniera.
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