Corso di formazione “Spazio Neutro e incontri protetti per i bambini vittime di maltrattamento e abuso ” La conduzione degli incontri nelle situazioni di sospetto o accertato abuso sessuale. Sesto incontro - sede: BOLOGNA, Centro Specialistico Il Faro - Ausl Bologna Docenti: dr.ssa Rossella Bianchini, assistente sociale specialista - dr.ssa Luisella Mattiace, educatrice senior Spazio Neutro Abuso sessuale intrafamiliare Che cos’è l’abuso sessuale intrafamiliare? E' il coinvolgimento di un minore, da parte di un adulto affettivamente significativo (genitore, parente), in attività sessuali anche non caratterizzate da violenza o minaccia esplicita. Produce trauma, danno grave che genera passando per il vincolo del segreto / imbroglio e per la promiscuità dei confini generazionali confusione nel bambino con perdita di sicurezza, riferimenti. Le fasi in cui può essere attivato/ riattivato lo Spazio Neutro Fase di rilevazione, segnalazione alla Procura Ordinaria e avvio delle indagini preliminari (l’indagato non è, o non dovrebbe essere, al corrente delle indagini in corso a suo carico…) Iter processuale dell’adulto presunto abusante (il presunto abusante è ora al corrente dei capi di imputazione) Chiusura del procedimento penale a carico dell’adulto (esito: patteggiamento, condanna, assoluzione…) Gli snodi critici, le complessità, i punti di attenzione La priorità dell’intervento risiede nella protezione del minore Corretto “uso” della trasparenza con l’adulto incontrante (presunto abusante) Comprensione dell’eventuale posizione dell’altro genitore (protettivo o connivente?) Comprensione della fase del procedimento penale a carico dell’adulto (in particolare: previsione di imminenti audizioni testimoniali del minore) Connessione con la rete giudiziaria e con la rete dei servizi Presidio delle comunicazioni verbali,analogiche, simboliche durante la conduzione degli incontri Gestione dell’incertezza… Protezione 1. 2. Evitare di riavvicinare il minore che ha rivelato al soggetto indicato come abusante, soprattutto in prossimità di audizione del minore in sede testimoniale; laddove questo non è possibile, occorre presidiare strettamente il contesto degli incontri cautela fino a che il genitore potenzialmente protettivo non prenda chiaramente una posizione protettiva per la vittima. Se il genitore non abusante non si schiera con la vittima, l'allontanamento dal nucleo familiare è la misura protettiva necessaria. Rischi: ritrattazione, grave difficoltà nella diagnosi di validazione Interventi di protezione Quando l’abuso è intra-familiare, è fondamentale che i servizi dedicati alla Tutela dei Minori valutino il grado di protettività dell’altro genitore (non abusante) Genitore (per esempio madre) che crede ed è in grado di proteggere la vittima fisicamente e psicologicamente La protezione può essere realizzata anche attraverso l’allontanamento del padre (L.154/01) o attraverso il collocamento in comunità madre e figlia/i Dare sostegno al genitore protettivo per aiutare a superare difficoltà materiali e psicologiche che le si presentano Genitore (per esempio madre) che non crede alla vittima e assume la difesa del presento abusante Realizzare protezione attraverso l’allontanamento provvisorio del minore ed eventuale sospensione dei rapporti con entrambi i genitori o almeno con il genitore presunto abusante Dare sostegno per vedere se è possibile modificare la posizione iniziale del genitore non indagato Tutela del minore abusato sessualmente attraverso la corretta interazione di Tribunale per i Minorenni Procura Ordinaria Servizi Sociali di Tutela Minori Presidio diagnostico e terapeutico Presidio protettivo L’interazione è necessaria ed è finalizzata a superare scissioni degli interventi La rete Nei casi di abuso sessuale è la RETE nella sua globalità ad assumere una funzione “terapeutica”. L’efficacia dei diversi interventi può essere proficua se il lavoro dedicato alla connessione della rete occupa un posto dotato della stessa dignità del lavoro strettamente psicologico e psicoterapeutico. Il lavoro sociale nei casi di abuso sessuale intrafamiliare: la rete Mantenere un livello di coerenza trai vari servizi e istituzioni, Arginare il rischio di percorsi scissi e sconnessi, Tenere sempre al centro l’obiettivo della tutela del minore, Rendere fluidi ed efficaci i canali di comunicazione tra i diversi sistemi istituzionali e servizi in campo, tradurre i linguaggi. Presidiare i diversi tempi del procedimento penale e della tutela del minore Il lavoro sociale nei casi di abuso sessuale intrafamiliare E’ articolato su due livelli: Il lavoro sociale sulla rete: gestire la complessità delle istituzioni in campo Il lavoro con la famiglia: sostenere la vittima e l’eventuale genitore protettivo. I sistemi istituzionali in campo Sistema giudiziario penale (Procura della Repubblica Ordinaria): si occupa della persecuzione dei reati, dell’accertamento della “verità”, della definizione delle sanzioni connesse al giudizio di colpevolezza Sistema giudiziario civile minorile (Tribunale per i Minorenni): si occupa di valutare la presenza di situazioni di pregiudizio per i minori, di garantire il rispetto dei loro diritti: prevede e prescrive misure di protezione per i minori ed eventuali limitazioni della potestà genitoriale Sistema dei servizi sociosanitari: realizzano le funzioni di protezione di minori; offrono percorsi di sostegno al minore e ai suoi familiari (specie se protettivi), esercitano una funzione di controllo I bambini e le loro madri (1) Bambini/e collocati in comunità. Le loro madri non hanno creduto loro; li hanno tacciati in modo implicito o esplicito di menzogna, si sono schierate nei confronti del presunto abusante SPAZIO NEUTRO come contesto vigile e protettivo per il minore nei confronti di entrambi i genitori. Importanza di uno spazio di ascolto e accoglienza per il bambino I bambini e le loro madri (2) Bambini/e con madri protettive che hanno creduto loro SPAZIO NEUTRO come contesto vigile e protettivo per il minore nei confronti del presunto abusante. Importanza di uno spazio di ascolto e accoglienza per il bambino e per la madre che vive una condizione paradossale (deve proteggere il figlio/a e poi accompagnarlo dal presunto abusante) Organizzare e gestire l’incontro Preparare un ambiente consono agli obiettivi di protezione (privilegiare la stanza a contesti più aperti) Raccogliere dagli osservatori privilegiati (educatori della comunità, genitore protettivo, etc) elementi di disagio e riattivazione traumatica del bambino in prossimità degli incontri (somatizzazioni, incubi notturni, paure…) Dedicare tempi e spazi individuali per l’ascolto e il sostegno del minore Prestare grande attenzione a tutti gli aspetti comunicativi Osservare eventuali manifestazioni di disagio espresse dal bambino durante gli incontri Presidiare gli eventuali aspetti di “manipolazione” dell’adulto nei confronti dell’operatore e del contesto Interrompere eventuali messaggi espliciti o impliciti volti alla ritrattazione, al vincolo del “segreto” rivolti al bambino Mantenere un costante canale di aggiornamento verso la rete dei servizi dedicati alla tutela del minore Gestire eventuali nuove rivelazioni del bambino Stendere accuratamente i verbali di ogni incontro Gli incontri dopo la condanna dell’abusante: è possibile la riparazione? Gli incontri possono essere attivati anche a seguito della chiusura del procedimento penale, con esito di condanna per l’adulto. In questo caso è possibile prevedere momenti in cui l’adulto tenti una riparazione con la vittima… Gli incontri devono essere tuttavia pensati e previsti previo parere del terapeuta della vittima, valutandone tempi opportuni, rischi e vantaggi in termini di benessere ed equilibrio Gli incontri “riparativi” possono soprattutto essere previsti con il genitore che ha assunto nel corso della vicenda una posizione ambigua, o di difesa dell’abusante In entrambi i casi, il desiderio di riparazione degli adulti deve essere compreso e valutato nel suo grado di “autenticità” (non come ulteriore strategia di difesa per ricorsi al secondo grado di giudizio!). Gli incontri non devono in alcun modo diventare occasione per colpevolizzare la vittima (“Papà è ora in carcere per colpa tua”)