GIDM Lavoro originale 21, 9-15, 2001 ELEVAZIONE DELLE CONCENTRAZIONI PLASMATICHE DI OMOCISTEINA IN PAZIENTI CON DIABETE DI TIPO 1 E COMPLICANZE MICROVASCOLARI V. CUOMO, M. SACCO, A.F. PERNA*, C. IOVINE, M. MASULLI, D. INGROSSO*, O. VACCARO riassunto Introduzione. Se l’iperomocisteinemia contribuisca allo sviluppo della microangiopatia diabetica è una problematica tuttora dibattuta che presenta implicazioni scientifiche e di pratica clinica, dal momento che l’iperomocisteinemia può essere corretta attraverso interventi nutrizionali. Obiettivi. Gli scopi dello studio sono: 1) valutare i livelli plasmatici di omocisteina e alcuni dei loro maggiori determinanti in pazienti con diabete mellito di tipo 1 e controlli non diabetici; 2) chiarire le basi di tale associazione studiando la relazione tra omocisteinemia, stato vitaminico e complicanze microvascolari del diabete. Materiale e metodi. Abbiamo studiato 66 pazienti affetti da diabete mellito tipo 1, con durata del diabete superiore a 10 anni, con normale creatininemia (<1,3 mg/dL) e privi di malattie cardiovascolari clinicamente evidenti. Abbiamo inoltre studiato un gruppo di 44 controlli non diabetici. Per tutti i partecipanti sono state determinate le concentrazioni plasmatiche di omocisteina, folato e vitamina B12. La microalbuminuria è stata valutata come rapporto albumina/creatinina sulle urine del mattino; la retina è stata studiata mediante la fotografia del fondo oculare. Risultati. I livelli plasmatici di omocisteina sono molto simili nei pazienti diabetici e nei controlli normoglicemici. I pazienti con microalbuminuria o retinopatia proliferante avevano livelli di omocisteina plasmatica significativamente più alti rispetto a quelli senza tali complicanze (rispettivamente 9,4 ± 3,1 vs 7,4 ± 2,8 mmol/L, p < 0,02 e 9,5 ± 2,6 vs 7,3 ± 3,0 mmol/L, p < 0,05). Tali risultati non possono essere attribuiti a fattori confondenti quali età, sesso o fumo di sigaretta, né a differenze nelle concentrazioni plasmatiche di folato e vitamina B12. Conclusioni. Il diabete mellito di tipo 1 di per sé non si associa a elevati livelli plasmatici di omocisteina. I pazienti con microalbuminuria e/o retinopatia proliferante mostrano valori di omocisteinemia significativamente più alti rispetto a quelli privi di tali complicanze. Quest’associazione non è mediata dai fattori confondenti esplorati nello studio né da differenze nel bilancio vitaminico. Parole chiave. Omocisteina, microalbuminuria, retinopatia, acido folico, vitamina B12. summary Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentazione, Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Napoli Federico II, Napoli; *Istituto di Biochimica delle Macromolecole, Facoltà di Medicina, Seconda Università degli Studi di Napoli, Napoli Microvascular complications of diabetes and plasma homocysteine in type 1 diabetic patients. Background. Whether homocysteine contributes to the development of diabetic microangiopathy is still a debated issue with important scientific and clinical practice implications, since hyperhomocysteinemia is susceptible to correction by nutritional means. Objectives. 1) To evaluate the association between fasting plasma homocysteine, type 1 diabetes and the microvascular complications of diabetes; 2) to elucidate the basis of this association by investigating some of the major determinants of plasma homocysteine in relation to diabetic microangiopathy. Methods. We studied sixty-six consecutive patients with type 1 diabetes mellitus of >10 years duration, with normal serum creatinine (1.3 mg/dL) and free from clinically detectable cardiovascular diseases. Forty-four non diabetic controls were also studied. Plasma concentrations of homocysteine, folate and vitamin B12 were investigated. Renal and retinal diabetic complications were evaluated as albumin/creatinine ratio on early morning urine spot collection and fundus photographs. Results. Fasting plasma homocysteine levels were very similar in diabetic patients and normoglycemic controls (8.0 ± 2.9 vs 9.3 ± 3.6 mmol/L). Patients with microalbuminuria or proliferative retinopathy had significantly higher plasma homocysteine than those without - respectively 9.4 ± 3.1 vs 7.4 ± 2.8 mmol/L, p < 0.02 and 9.5 ± 2.6 vs 7.3 ± 3.0 mmol/L, p < 0.05.The finding is not explained by confounders, such as age, sex and smoking, nor by differences in plasma concentrations of folate and vitamin B12. 9 GIDM Lavoro originale 21, 9-15, 2001 Conclusions. Type 1 diabetes is not associated with increased plasma homocysteine levels. Patients with microalbuminuria and/or proliferative retinopathy show significantly higher plasma homocysteine values as compared to those free from these conditions. This association is not mediated by obvious confounders, nor by differences in vitamin status. On these basis it is plausible to hypothesize that plasma homocysteine contributes, together with other diabetes related noxae to the development of nephropathy and the progression of retinopathy. Key words. Homocysteine, microalbuminuria, retinopathy, folic acid, vitamin B12. Introduzione Le evidenze più recenti della letteratura indicano che un moderato aumento dell’omocisteina plasmatica rappresenta un fattore di rischio indipendente per accidenti cardiovascolari (1-5). Alcune osservazioni, inclusi studi in vitro e su animali, indicano l’esistenza di plausibili meccanismi biologici che mettono in relazione l’iperomocisteinemia con gli eventi cardiovascolari: ad esempio l’omocisteina causa danno endoteliale, agisce come agente trombogenico e stimola la proliferazione delle cellule muscolari lisce (5-10). Tutti i meccanismi descritti non solo giocano un ruolo nell’aterogenesi ma sembrano anche essere implicati nella patogenesi delle lesioni microvascolari del diabete. Se il diabete si associa a elevati livelli di omocisteina e se questi contribuiscono allo sviluppo delle sue complicanze vascolari (sia microvascolari che macrovascolari) non è stato ancora chiarito (11-19). Una relazione tra un aumentata escrezione urinaria di albumina e iperomocisteinemia è stata riportata in pazienti sia di tipo 1 che di tipo 2, tuttavia le basi di quest’associazione rimangono poco chiare. Inoltre la relazione tra livelli plasmatici di omocisteina e retinopatia (la più specifica tra le complicanze del diabete) è stata finora poco studiata. La relazione tra l’omocisteinemia e le complicanze vascolari del diabete rappresenta una problematica di rilievo nella pratica clinica, dal momento che l’iperomocisteinemia è suscettibile di correzione tramite interventi nutrizionali. È infatti risaputo che condizioni relativamente frequenti, quali un basso apporto di vitamina B12 e di acido folico, possono determinare moderati aumenti dei livelli di omocisteina, in quanto tali vitamine sono importanti cofattori nelle tappe del catabolismo dell’omocisteina (2, 8, 20). L’obiettivo di questo studio è duplice: 1) valutare i livelli di omocisteina e alcuni dei suoi maggiori determinanti in pazienti con diabete mellito di tipo 1 rispetto a controlli non diabetici; 2) studiare la relazione tra omocisteina, stato vitaminico e complicanze microvascolari del diabete. Materiale e metodi Abbiamo studiato 66 pazienti consecutivi affetti da diabete mellito di tipo 1 con durata della malattia superiore ai 10 anni. Il deficit di insulina è stato definito come storia documentata di chetoacidosi e/o concentrazione a digiuno di peptide C < 0,2 nmol/L. Abbiamo inoltre studiato un gruppo di controllo di 44 soggetti non diabetici paragonabili per sesso ed età, reclutato fra i coniugi dei pazienti. I criteri di esclusione sono stati: la presenza di macroproteinuria dimostrata dall’Albustix; riscontro di una creatininemia ≥ 1,3 mg/dL; uso di farmaci antipertensivi; presenza di malattie cardiovascolari clinicamente evidenti diagnosticate con il questionario della OMS su infarto, angina e claudicatio (21), con l’ECG standard e con l’indice di Winsor. Sia i partecipanti diabetici che quelli non diabetici sono stati informati sugli obiettivi e le modalità dello studio e hanno dato il loro consenso a partecipare. L’approvazione per lo studio è stata data dalla commissione etica della struttura. La retinopatia è stata studiata mediante fotografia del fondo oculare eseguita e valutata secondo un protocollo standard (22). I partecipanti sono stati classificati in tre gruppi: assenza di retinopatia (< 2 microaneurismi), retinopatia non proliferante (2 o più microaneurismi, o emorragie retiniche, o essudati duri o morbidi, o edema maculare), retinopatia proliferante (neovascolarizzazione o emorragie del vitreo o glaucoma emorragico o proliferazione fibrovascolare o distacco di retina, pregressa fotocoagulazione panretinica) (22-23). L’esame del fondo oculare non è disponibile per due pazienti. Per la determinazione dell’omocisteina, il sangue è stato prelevato a digiuno in provette con EDTA immediatamente centrifugate a 4 °C per separare il plasma dalle cellule. I campioni sono stati poi congelati a –80 °C per successive misurazioni. L’omocisteinemia è stata misurata con la cromatografia liquida ad alta risoluzione secondo il metodo di Ubbink, modificato 10 GIDM Lavoro originale 21, 9-15, 2001 Risultati I partecipanti diabetici avevano una durata media del diabete di 17 ± 7 anni, ed erano in uno stato di discreto controllo glicemico come dimostrato dai livelli di emoglobina glicata (8,0 ± 1,2%). Per effetto dei criteri di selezione adottati l’età e la distribuzione dei due sessi erano simili nei pazienti diabetici e nei controlli (tab. I). L’indice di massa corporea era significativamente più alto nei pazienti non diabetici, mentre i livelli plasmatici di omocisteina a digiuno erano molto simili nei partecipanti con o senza diabete (tab. I). I livelli plasmatici di folato e vitamina B12 erano in un range normale sia nei pazienti diabetici che nei soggetti non diabetici; ma i valori erano significativamente più alti nei diabetici (tab. I). I livelli plasmatici di omocisteina erano significativamente e inversamente correlati con i livelli plasmatici di folato e vitamina B12 sia nei partecipanti diabetici che nei non diabetici, mentre nel gruppo dei diabetici nessuna correlazione significativa era osservata con variabili associate al diabete, quali la durata della malattia e l’emoglobina glicata (tab. II). TAB. I. Caratteristiche generali, livelli plasmatici di omocisteina acido folico e vitamina B12 nei pazienti con diabete mellito tipo 1 e nei controlli normoglicemici Pazienti diabetici (n = 66) Controlli normoglicemici (n = 44) 43,3 ± 6,8 44,1 ± 6,5 Maschi (%) 50 55 IMC (kg/m2) 25,1 ± 2,9 26,9 ± 3,7* Omocisteinemia (mmol/L) 8,0 ± 2,9 9,3 ± 3,6 Folati (nmol/L) 15,2 ± 4,9 10,2 ± 5,9** 417, ± 115,0 303,0 ± 116,1** 17,0 ± 7,0 - Età (anni) B12 (pmol/L) Durata del diabete (anni) * p < 0,05; ** p < 0,02 I pazienti con microalbuminuria (fig. 1) avevano livelli significativamente più alti di omocisteina plasmatica rispetto a quelli senza microalbuminuria (9,4 ± 3,1 vs 7,4 ± 2,8 mmol/L, rispettivamente). Questa differenza non è spiegata da variazioni nella concentrazione di acido folico o di vitamina B12, i cui valori non erano significativamente differenti fra i due gruppi con o senza microalbuminuria (fig. 2); né da differenze nella creatinina sierica (0,9 ± 0,2 e 0,86 ± 0,1 14 Omocisteinemia (µmol/L) da Perna (24, 25), valutando l’omocisteina totale. Le concentrazioni plasmatiche di vitamina B12 e folato sono state misurate contemporaneamente sul siero usando un kit presente in commercio (Simultrac SNB B12 57Co/folate 125I radioassay solid phase no-boil Kit; ICN Biomedicals). La microalbuminuria è stata misurata con metodo radioimmunologico sulle urine del mattino; valori compresi tra 30 e 300 µg/mg di creatinina sono stati definiti come microalbuminuria (26). La clearance della creatinina è stata calcolata tramite la formula di Cockroft (27). Tutti gli esami clinici e laboratoristici sono stati eseguiti in cieco da operatori che non erano a conoscenza né della diagnosi di diabete né dello stato delle complicanze. Analisi statistica: i risultati sono espressi come media ± deviazione standard o in percentuali. La relazione tra l’omocisteinemia e lo stato vitaminico o le altre variabili è stata studiata con la correlazione di Pearson. I confronti tra i gruppi per le variabili continue sono stati eseguiti attraverso un test t di Student per dati non appaiati o con analisi della varianza con il post hoc Duncan test. È stata necessaria la trasformazione logaritmica dei valori di omocisteina per rendere valida l’assunzione della normalità della sua distribuzione. L’analisi è stata condotta con i dati in forma logaritmica; i risultati sono stati espressi nella scala originale. 12 * 10 8 6 4 2 0 * p < 0,03 Microalbuminuria No Sì Fig. 1. Livelli di omocisteinemia nei pazienti diabetici di tipo 1 con o senza microalbuminuria. 11 GIDM Lavoro originale 21, 9-15, 2001 TAB. II Correlazione semplice (r) fra i livelli plasmatici di omocisteina e alcuni suoi determinanti, nei pazienti con o senza diabete mellito tipo 1 Pazienti diabetici (n = 66) Controlli normoglicemici (n = 44) r p r p Età (anni) 0,20 0,26 0,15 0,32 Folati (nmol/L) –0,46 0,001 –0,55 0,001 B12 (pmol/L) –0,41 0,001 –0,51 0,001 Durata del diabete (anni) 0,2 0,9 - - Emoglobina glicosilata (%) –0,15 0,3 - - mg/dL rispettivamente) o nella clearance della creatinina (96,8 ± 18,2 e 99,4 ± 18,3 mL/m rispettivamente). I livelli plasmatici di omocisteina aumentavano progressivamente, con un trend lineare significativo (p < 0,03), con il grado di compromissione retinica (7,3 ± 3,0 vs 8,2 ± 2,6 vs 9,5 ± 2,6 mmol/L, rispettivamente nei pazienti senza retinopatia, con retinopatia non proliferante e con retinopatia proliferante). Il Post hoc Duncan test indicava livelli significativamente (p < 0,05) più alti di omocisteina plasmatica a digiuno nei pazienti con retinopatia proliferante rispetto a quelli senza alcun segno di retinopatia (fig. 3). Ancora una volta le concentrazioni di folato e di vitamina B12 (fig. 4) non erano significativamente differenti nei tre gruppi. Analogamente non si osservavano differenze nei tre gruppi per la creatininemia (0,8 ± 0,1, 0,9 ± 0,1, 0,9 ± 0,2 mg/dL rispettivamente) e la clearance della creatinina (97,8 ± 16,2, 105,6 ± 21,7, 90,6 ± 11,9 mg/min rispettivamente). Le condizioni di retinopatia proliferante e di microalbuminuria erano largamente sovrapposte (in questo studio il 50% dei pazienti con retinopatia proliferante avevano anche microalbuminuria). Nel tentativo di valutare la relazione dell’omocisteinemia con ognuna di queste condizioni separatamente, i livelli plasmatici di omocisteina sono stati confrontati fra quei pazienti con microalbuminuria ma senza retinopatia proliferante (n = 9) e quelli con retinopatia proliferante ma senza microalbuminuria (n = 5), i valori erano simili (8,9 ± 2,7 vs 8,8 ± 2,6 mmol/L) e per entrambi sostanzialmente più alti di quelli dei pazienti privi di ogni segno di retinopatia o microalbuminuria (6,9 ± 3,1 mmol/L). È anche interessante sottolineare che, sebbene il gruppo totale di pazienti diabetici mostri livelli plasmatici di omocisteina a digiuno simili a quelli dei pazienti non diabetici, i pazienti diabetici non microalbuminurici e senza retinopatia (né proliferativa né background) hanno l’omocisteina plasmatica a digiuno significativamente più bassa dei controlli normoglicemici (6,9 ± 3,1 vs 9,3 ± 3,6 mol/L, p < 0,03). Discussione Questo studio esplora la relazione dei livelli plasmatici di omocisteina, e alcuni dei loro maggiori determi- 25 25 600 20 20 Folato (nmol/L) Folato (nmol/L) 500 B12 (pmol/L) 400 300 200 100 15 15 10 10 5 5 0 0 0 Microalbuminuria Sì No Fig. 2. Livelli di vitamina B12 e folato in pazienti diabetici di tipo 1 con o senza microalbuminuria. 12 Microalbuminuria Microalbuminuria Sì No Sì No GIDM Lavoro originale 21, 9-15, 2001 Omocisteinemia (µmol/L) 14 12 * p < 0,03 per il trend 10 8 6 4 2 0 Assente Non proliferante Proliferante * p < 0,05 vs retinopatia assente, Post hoc Duncan Test Fig. 3. Livelli di omocisteinemia nei pazienti con diabete di tipo 1 in relazione al grado di retinopatia. nanti, con il diabete di tipo 1 e le sue complicanze microvascolari. Studi precedenti hanno prodotto risultati discordanti riportando che i pazienti diabetici, sia di tipo 1 che di tipo 2, possono avere valori di omocisteina più alti, più bassi o sovrapponibili rispetto a quelli dei soggetti non diabetici (11-17, 28). Differenze nella funzione renale e nella presenza di patologie concomitanti (per es. malattie cardiovascolari) nei vari campioni studiati possono in parte spiegare queste discrepanze. Diversamente da molti precedenti lavori, questo studio è stato condotto su di un campione estremamente ben caratterizzato di pazienti con diabete di tipo 1, così da permettere di stabilire con chiarezza che questo tipo di diabete di per sé non è associato a elevati livelli plasmatici di omocisteina; un aumento delle concentrazioni di omocisteina si osserva infatti solo in presenza di complicanze microvascolari (retinopatia e microalbuminuria), mentre i pazienti senza queste complicanze hanno valori di omocisteina più bassi rispetto ai controlli non diabetici. Un elegante lavoro dimostra una relazione diretta tra filtrato glomerulare e livelli di omocisteina plasmatici anche nel range normale di filtrazione glomerulare, e suggerisce che i bassi livelli di omocisteina nei pazienti diabetici possono essere spiegati da una iperfiltrazione spesso presente nel diabete (29). Questa non sembra una spiegazione plausibile nel nostro studio, giacché i pazienti con microalbuminuria o retinopatia proliferante non presentano livelli di filtrato glomerulare significamente diversi. Tuttavia occorre sottolineare che la filtrazione glomerulare nel nostro studio è stata calcolata mediante la formula di Cockroft e non misurata direttamente. Inoltre, in accordo con altri lavori condotti in soggetti non diabetici (2, 8, 3032), i nostri risultati indicano che lo stato vitaminico ha un ruolo importante come determinante della omocisteinemia anche nei diabetici. La dieta abitualmente prescritta ai nostri pazienti copre abbondantemente il fabbisogno giornaliero di acido folico e vitamina B12; infatti i pazienti partecipanti allo studio hanno livelli significativamente più alti di B12 e folato rispetto ai controlli non diabetici, e ciò può a sua volta contribuire a regolare i livelli plasmatici dell’omocisteina. Per quanto riguarda l’associazione dell’omocisteina plasmatica con le complicanze microvascolari del diabete, la relazione microalbuminuria-iperomocisteinemia è stata riportata in molti, anche se non in tutti i precedenti lavori, mentre la relazione con la retinopatia è molto meno studiata ed è più controversa (1118). A ogni modo i possibili meccanismi di queste associazioni restano poco chiari. Questo studio stabilisce chiaramente una associazione della omocisteinemia sia con la microalbuminuria sia con la retinopatia, inoltre studia alcuni dei meccanismi più plausibili di quest’associazione. L’aumento dei livelli plasmatici di omocisteina osservati nei pazienti diabetici con microalbuminuria o retinopatia diabetica proliferante non può essere spiegato dalla contemporanea presenza di malattie cardiovascolari o insufficienza renale – condizioni di per sé associate con un aumento dell’omocisteina plasmatica. Anche altri possibili fattori confondenti quali età, sesso, fumo di sigaretta sono stati esclusi, così come differenze nelle concentrazioni plasmatiche di vitamina B12, acido folico e creatinina sierica; anche se non possiamo escludere l’esistenza di lievi differenze nella filtrazione glomerulare non evidenziabili con l’uso della formula di Cockroft. L’iperomocisteinemia è costantemente presente nei pazienti con insufficienza renale clinicamente evidente. Allo stadio di microalbuminuria non c’è traccia di danno renale e la filtrazione glomerulare è spesso sopra la norma, nondimeno sono già presenti alterazioni morfologiche nel rene (33). Inoltre un recente lavoro ha chiaramente stabilito una relazione tra il tasso di filtrazione glomerulare e l’omocisteina plasmatica in soggetti con normale funzione renale (29). In contrasto con questi dati, l’esistenza di un ruolo centrale del rene nel metabolismo e/o escrezione dell’omocisteina, basata essenzialmente sui risultati di studi condotti su animali, è stata seriamente messa in discussione nell’uomo da uno studio recente che non ha evidenziato nessuna differenza tra la concentrazione di omocisteina nell’arteria e nella vena renale in soggetti con normale funzione renale (34). Quindi la relazione tra omocisteina e funzione renale è ancora estremamente poco chiara, e 13 GIDM Lavoro originale 21, 9-15, 2001 600 25 500 20 Folati (nmol/L) B12 (pmol/L) 400 300 200 100 0 Assente Non proliferante 15 10 5 0 Proliferante Assente Non proliferante Proliferante Fig. 4. Livelli di vitamina B12 e folati nei pazienti con diabete di tipo 1 in relazione al grado di retinopatia. allo stato attuale delle conoscenze è verosimile ipotizzare che l’omocisteina giochi un ruolo come determinante delle lesioni vascolari del diabete, piuttosto che essere secondaria alla microalbuminuria. Questa ipotesi è supportata da esperimenti in vitro che dimostrano come l’omocisteina danneggi selettivamente cellule endoteliali in precedenza esposte a prodotti avanzati della glicazione, suggerendo così un effetto sinergico dell’iperglicemia e dell’omocisteina sull’endotelio vascolare (16). Data l’impostazione trasversale dello studio, tuttavia l’ipotesi alternativa che l’aumento dell’omocisteina plasmatica possa rappresentare una conseguenza, piuttosto che un determinante del danno tissutale, come recentemente suggerito (35), non può essere trascurata. I limiti di questo studio derivano principalmente dalle piccole dimensioni del campione e dalla definizione di microalbuminuria basata su un’unica misurazione, entrambe queste condizioni possono mascherare l’associazione e viziare l’interpretazione verso conclusioni negative piuttosto che positive. In ogni caso le nostre osservazioni meritano ulteriori approfondimenti in quanto hanno importanti implicazioni nella pratica clinica; infatti i livelli di omocisteina plasmatica possono essere controllati attraverso adeguati interventi nutrizionali o supplementi di acido folico (31). Quindi, i risultati di questo studio forniscono un forte incentivo per trials d’intervento mirati a testare se la riduzione dell’omocisteinemia contribuisca a prevenire sia la micro- che la macroangiopatia nel diabete di tipo 1. Bibliografia 1. Stampfer MJ, Malinow RM, Willett WC, Newcomer LM, Upson B, Ullmann C, Tishlor PV, Hennekens CH: A pro- spective study of plasma homocysteine and risk of myocardial infarction in US physicians. JAMA 268, 877-881, 1992 2. Boushey CJ, Beresford SA, Omenn GS, Motulsky AG: A quantitative assessment of plasma homocysteine as a risk factor for vascular disease. Probable benefits of increasing folic acid intakes. JAMA 274, 1049-1057, 1995 3. Nygård O, Nordrehaug JE, Refsum H, Ueland M, Farstad M, Vollset SE: Plasma homocysteine levels and mortality in patients with coronary artery disease. N Engl J Med 337, 230-236, 1997 4. Welch GN, Loscalzo J: Homocysteine and atherothrombosis. New Engl J Med 338, 1042-1050, 1998 5. Refsum H, Ueland P: Recent data are not in conflict with homocysteine as a cardiovascular risk factor. Curr Opin Lipidol 9, 533-539, 1998 6. Mancini FP, Di Minno G: Hyperhomocysteinemia and thrombosis: the search for a link. NMCD 6, 168-177, 1996 7. Lentz SR, Sobey CG, Piegors DJ, Bhopatkar MY, Faraci FM, Malinow MR, Heistad DD: Vascular dysfunction in monkeys with diet-induced hyperhomocysteinemia. J Clin Invest 98, 24-29, 1996 8. Dennis VW, Nurko S, Robinson K: Hyperhomocysteinemia: detection, risk assessment, and treatment. Current Opinion in Nephrology and Hypertension 6, 483-488, 1997 9. Feener EP, King GL: Vascular dysfunction in diabetes mellitus. Lancet 350 (suppl 1), 9-13, 1997 10. Lentz SR: Mechanism of thrombosis in hyperhomocysteinemia. Curr Opinon Hematol 5, 343-349, 1998 11. Hultberg B, Agardh E, Andersson A, Brattstrom L, Isaksson A, Israelsson B, Agardh D: Increased levels of plasma homocysteine are associated with nephropathy, but not severe retinopathy in type 1 diabetes mellitus. Scand J Clin Invest 51, 277-282, 1991 12. Agardh CD, Agardh E, Andersson A, Hultberg B: Lack of association between plasma homocysteine levels and microangiopathy in type 1 diabetes mellitus. Scand J Clin Invest 54, 637-641, 1994 14 GIDM Lavoro originale 21, 9-15, 2001 13. Neugebauer S, Tsuneharu B, Kurokawa K, Watanabe T: Defective homocysteine metabolism as a risk factor for diabetic retinopathy. Lancet 349, 473-474, 1997 14. Vaccaro O, Ingrosso D, Rivellese A, Greco G, Riccardi G: Moderate hyperhomocysteinemia and retinopathy in insulin-dependent diabetes. Lancet 349, 1102-1103, 1997 15. Chico A, Perez A, Cordoba A, Arcelus R, Carreras G, de Leiva A, Gonzalez-Sastre F, Blanco-Vaca F: Plasma homocysteine is related to albumin excretion rate in patients with diabetes mellitus: a new link between diabetic nephropathy and cardiovascular disease? Diabetologia 41, 684-693, 1998 16. Hofmann MA, Kohl B, Zubach MS, Borcea V, Bierhaus A, Henkels M, Amiral J, Fiehn W, Ziegler R, Wahl P, Nawroth PP: Hyperhomocysteinemia and endothelial dysfunction in IDDM. Diabetes Care 21, 841-848, 1998 17. Cronin CC, McPartlin JM, Barry DG, Barry Ferriss J, Scott JM, Weir DG: Plasma homocysteine concentrations in patients with type 1 diabetes. Diabetes Care 21, 18431847, 1998 18. Vaccaro O, Perna FA, Mancini FP, Cuomo V, Sacco M, Tufano A, Rivellese AA, Ingrosso D, Riccardi G: Plasma homocysteine and its determinants in diabetic retinopathy. Diabetes Care 23, 1026-1027, 2000 19. Kark JD, Selhub J, Bostom A, Adler B, Rosenberg JH: Plasma Homocysteine and all-cause mortality in diabetes. Lancet 353, 1936-1937, 1999 20. Frosst P, Blom HJ, Milos R, Goyette P, Sheppard CA, Matthews RG, Boers GJH, den Heijer M, Kluijtmans LAJ, van den Heuvel LP, Rozen R: A candidate genetic risk factor for vascular disease: a common mutation in methylenetetrahydrofolate reductase. Nature Genetics 10, 111-113, 1995 21. Rose GA, Blackburn H, Gillum RF, Prineas RJ: Cardiovascular survey methods. 2nd edition, Geneva, WHO1982 (Monogr Ser N° 56) 22. Aldington SJ, Kohner EM, Meuer S, Klein R, Sj¯lie AK for the EURODIAB IDDM Complications Study Group: Methodology for retinal photography and assessment of diabetic retinopathy: the EURODIAB IDDM Complications Study. Diabetologia 38, 437-444, 1995 23. Aiello LP, Gardner TW, King GL, Blankenship G, Cavallerano JD, Ferris LF, Klein R: Diabetic retinopathy. Diabetes Care 43, 143-156, 1998 24. Ubbink JB, Vermaak WJH, Bissbort S: Rapid high-performance liquid chromatographic assay for total homocysteine levels in human serum. J Chromatogr 565, 441446, 1991 25. Perna AF, Ingrosso D, De Santo NG, Galletti P, Zappia V: Mechanism of erythrocyte accumulation of methylation inhibitor S-adenosylhomocysteine in uremia. Kidney Int 47, 247-253, 1995 26. American Diabetes Association. Diabetic nephropathy. Position Statement. Diabetes Care 20 (suppl 1), S24S27, 1997 27. Cockroft DW, Gault MH: Prediction of creatinine clearance from serum creatinine. Nephron 16, 31-41, 1976 28. Targher G, Bertolini L, Zenari L, Cacciatori V, Muggeo M, Faccini G, Zoppini G: Cigarette smoking and plasma total homocysteine levels in young adults with type 1 diabetes. Diabetes Care 23: 524-528, 2000 29. Wollesen F, Brattstrom L, Refsum H, Ueland P M, Berglund L, Berne C: Plasma total homosysteine and cystein in relation to glomerular filtration rate in diabetes mellitus. Kidney Int 55, 1028-1035, 1999 30. Selhub J, Jacques PF, Wilson PW, Rush D, Rosenberg IH: Vitamin status and intake as primary determinants of homocysteinemia in an elderly population. JAMA 270, 2693-2698, 1993 31. Jacques PF, Selhub J, Bostom AG, Wilson PWF, Rosemberg IH: The effect of folic acid fortification on plasma folate and total homocysteine concentrations. New Engl J Med 340, 1449-1454, 1999 32. Evrovski J, Cole DE: Clinical chemistry and molecular biology of homocysteine metabolism: an update. Clin Biochem 3, 189-201, 1999 33. Fioretto P, Steffes MW, Mauer M: Glomerular structure in non proteinuric IDDM patients with various levels of albuminuria. Diabetes 43, 1358-1364, 1994 34. van Guldener C, Donker AJ, Jakobs C, Teerlink T, de Meer K: No net renal extraction of homocysteine in fasting humans. Kidney Int 54, 166-169, 1998 35. Dudman NPB: An alternative view of homocysteine. Lancet 354, 2072-2074, 1999 Corrispondenza a: Dott. Vincenzo Cuomo, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Policlinico dell'Università di Napoli Federico II, Via S. Pansini 5, 80131 Napoli Pervenuto in Redazione il 15/09/2000 - Accettato per la pubblicazione il 30/10/2000 A questo lavoro è stato attribuito il 3° Premio Nazionale Roche Giornale Italiano di Diabetologia e Metabolismo “Diabete, obesità e patologie metaboliche: dalla ricerca alla clinica” 15