Impianto di betonaggio di Casalone L’unione fa... L’azienda 25 anni di età, 15 impianti di betonaggio, 700mila mc/anno di calcestruzzo prodotto, un fatturato 2006 di oltre 43milioni di euro, un parco macchine con più di 100 veicoli fanno della Beton Veneta dei fratelli Tognin un’azienda dinamica e competitiva, unica per molti versi nel panorama italiano del calcestruzzo preconfezionato Stefania Menegon L a Beton Veneta s.r.l., nasce formalmente nel 1989, come fusione di società già di proprietà dei fratelli. In realtà l’avvio dell’azienda risale agli inizi degli anni ‘80, dall’intenzione dei cinque fratelli Tognin di entrare nel settore del calcestruzzo come imprenditori; ed è proprio uno dei fratelli Tognin, Marcello, il responsabile amministrativo - commerciale, che ci parla dell’azienda. Com’è nata l’idea di fondare un’impresa per la produzione di calcestruzzo? Possiamo dire che è stata una scommessa, che il tempo ed i risultati dimostrano vinta. Solo due miei fratelli, Ivo e Antonio, avevano esperienza nel settore, ma esclusivamente in quanto autisti alle dipendenze di una società della nostra zona d’origine, Sant’Elena, in provincia di Padova. Giuseppe lavorava nel suo studio di geometra, Mario si occupava di lavori di carpenteria, mentre io lavoravo in banca. Insomma possiamo dire che non eravamo degli specialisti del settore! Tuttavia la voglia di riunire e mettere a frutto le nostre capacità, in concomitanza con la vendita dell’impianto dove lavoravano da dieci anni Ivo e Antonio, ci ha portato ad intraprendere la sfida. La vostra attività è quindi iniziata con lo stabilimento di Sant’Elena? Sarebbe stato il nostro primo obiettivo, ma quando tutto sembrava concluso, l’affare è sfumato. Ma ormai eravamo pronti e decisi ad intraprendere l’attività, perciò abbiamo deciso di creare ex novo un impianto di betonaggio presso Casale di Scodosia, sempre in provincia di Padova. In questa zona era in progetto lo sviluppo di una grande area industriale, dedicata al mobile. Essendo la nostra proposta al12 quarry & construction Luglio 2007 Cronoart/Rino Lo Brutto cave & cantieri ternativa rispetto alle altre, il Comune ha incentivato notevolmente la realizzazione del nostro impianto di betonaggio. All’inizio avevamo due sole betoniere e un impianto da tot m3 60/ora, ma avevamo anche ben chiaro quali dovevano essere le caratteristiche per cui farci notare dai clienti. Sin dal principio abbiamo deciso di mirare a fornire un servizio puntuale e materiali di qualità, che tuttora sono i nostri obiettivi primari. Di strada ne avete fatta da allora. Attualmente quanti impianti controllate? In effetti, a piccoli passi abbiamo aumentato il numero dei poli produttivi, acquisendo e ristrutturando, via via che si presentava l’occasione, nuovi impianti. Al momento controlliamo 15 unità, distribuite tra le province di Verona, dove con 6 unità produttive possiamo vantare di essere i primi produttori della provincia, Padova con 5, Rovigo con 3 e Ferrara con 1. La peculiarità di queste unità produttive è principalmente quella di essere poste a distanza di circa 15 km una dall’altra, nell’ottica di coprire capillarmente il territorio. La sede legale è presso Sant’Elena, dove abbiamo acquisito l’impianto cui miravamo all’inizio della nostra storia aziendale. Presso quest’unità sono collocati, oltre alla sede operativa centrale, il magazzino e l’officina mentre il laboratorio è situato a Casale di Scodosia. Oltre ai due principi da Lei citati, anche la capillarità del servizio si può definire una chiave del successo aziendale? Certo, ma questo solo in tempi più recenti, quando il numero di impianti controllati è cresciuto. Di sicuro siamo riusciti a cogliere delle opportunità al momento giusto, sviluppando poi l’azienda secondo logiche concrete e rigorose. In questo sviluppo, il principio è stato proprio quello di una solida presenza nella provincia padovana e veronese Luglio 2007 quarry & construction 13 fino alla situazione attuale, con impianti contigui e concentrati, che ci permettono di lavorare con tranquillità nonostante i tempi ristretti di consegna imposti dal calcestruzzo preconfezionato. Possiamo così soddisfare la principale necessità del cliente, da quando i costi della manodopera sono diventati più onerosi per un’impresa edile: quella di un servizio eccellente in termini di affidabilità e puntualità della consegna che consente di minimizzare i tempi di attesa. Come vi suddividete il lavoro tra fratelli? Bisogna dire che seppure fratelli, siamo davvero diversi per passioni ed attitudini, ma ci troviamo sempre uniti quando si parla della nostra azienda, costruita con sacrifici e fatica. Queste differenze ci tornano poi utili per controllare direttamente importanti settori. Giuseppe, segue gli acquisti, mentre Antonio, il terzo, segue le diverse unità produttive, oltre che per gli aspetti operativi, soprattutto per le manutenzioni e la gestione del personale. Ivo e Mario fanno i capocantiere nei rispettivi impianti di S. Elena e Casale di Scodosia, mentre io mi occupo dell’aspetto amministrativo e commerciale. L’azienda è quindi strutturata in modo fortemente gerarchico? Abbiamo pensato che, per fare funzionare l’azienda, fosse necessario definire 14 quarry & construction Luglio 2007 cave & cantieri alle dirette dipendenze, sono stimolati a lavorare al meglio. Ogni persona ha le sue responsabilità ed i suoi compiti e, nello svolgere attività compatibili con le proprie competenze ed attitudini, è concretamente un elemento attivo dell’azienda. è questa una politica che funziona se, com’è accaduto negli ultimi 10 anni, il fatturato è aumentato esponenzialmente, sino ad arrivare agli oltre 43milioni di euro del 2006. una precisa gerarchia, con ben definite responsabilità ed aree di competenza. Presso ogni sede è presente un responsabile di filiale, solitamente geometra, che si occupa degli aspetti tecnico-commer- Lo staff Beton Veneta festeggia i 10 anni dell’azienda Lo staff Beton Veneta festeggia i 20 anni dell’azienda ciali, e fa da referente per la risoluzione dei problemi. Il responsabile Quanti dipendenti impiega il gruppo Quali prodotti fornite? risponde ad un capoarea (ne esiste uno in e quale fatturato ha fatto registrare lo L’azienda si occupa primariamente di ogni provincia) ed è affiancato da un cascorso anno? calcestruzzo preconfezionato “normapoimpianto (capocentrale) che risponde Considerando tutte le unità e la sede le”, ad alte prestazioni e ad alta resistendell’organizzazione della produzione e centrale, occupiamo circa 130 dipenza, con ricette e additivazioni secondo delle consegne. denti, più una ventina di padroncini per necessità. Inoltre forniamo calcestruzzi Il capoarea ha il compito di supervisiola consegna del calcestruzzo oltre ai fibrorinforzati con fibre poliacriliche ne della normale attività del personale trasportatori/padroncini per l’approvviper ridurre il ritiro plastico e/o con fibre tecnico commerciale e operativo dei gionamento delle materie prime. metalliche per aumentare duttilità e resingoli impianti e risponde alla dirigenQuesto consente di avere una forte comsistenza, ma anche di prodotti speciali za, che comunque è sempre presente per ponente di formazione ed istruzione del come Polical® (calcestruzzo alleggerito risolvere situazioni anomale o in caso di personale e, soprattutto, di garantire un con polistirolo espanso o di sughero, inproblemi. servizio efficiente, poiché tutti, essendo dicato per un miglior isolamento termico di sottofondi e coperture) e Plastobeton® (malta preconfezionata per muratura). Come garantite la qualità dei prodotti? Dal punto di vista strettamente normativo, stiamo seguendo l’iter per la certificazione di processo, e ci approvvigioniamo, non avendo cave di proprietà, di inerti certificati con marcatura CE 2+. Ciò che davvero ci contraddistingue è la presenza di un laboratorio tecnologico centralizzato, ove ingegneri e tecnici si dedicano ai test sulla qualità di prodotti e materie prime, alla verifica delle ricette standard o su specifica dei clienti, e, soLuglio 2007 quarry & construction 15 prattutto, alla ricerca di nuovi prodotti. Ovviamente il servizio sia in termini di consegna che di assistenza tecnologica, ha un suo costo, che tuttavia è riconosciuto dalla clientela locale che ci vede come punto di riferimento per la soluzione di qualsiasi problema legato sia al calcestruzzo ordinario che a prodotti speciali creati su misura per impieghi del tutto particolari che solo con l’ausilio di un supporto tecnologico esperto si riesce a risolvere, facendo guadagnare ai clienti tempo nell’esecuzione ed evitando problemi più seri. Quali sono le procedure per la ricerca tecnologica? Cronoart/Rino Lo Brutto Cronoart/Rino Lo Brutto La procedura, descritta sommariamente, è la seguente. Un nostro tecnico si reca presso il cliente o presso la Direzione Lavori e verifica sul campo, in accordo con gli stessi, quali sono le esigenze, e quindi le caratteristiche di cui deve essere dotato il calcestruzzo. Presso il nostro laboratorio tecnologico centralizzato, sito presso Casale di Scodosia, si definisce un mix di prova, in base alle esperienze pregresse, caratterizzato in termini di dosaggio di cemento, tipo di additivi, granulometrie 16 quarry & construction Luglio 2007 e tipologia di inerti (normali o speciali che siano). Le ricette sono testate prima in laboratorio, quindi in betoniera e successivamente qualificate dal cliente e/o presso il cliente. Se il mix ottiene test positivi sotto tutti gli aspetti, allora viene fornito in cantiere. Dopo le prime gettate si verificano i risultati in opera: il prodotto viene perfezionato fino a diventare perfettamente adatto al contesto dello specifico cantiere. Ovviamente le ricette così determinate sono schedate e conservate per future applicazioni. Il laboratorio è dotato di un ampio parco di macchinari e strumenti quali macchine per prove di compressione monoassiale e a flessione, porosimetri, densimetri, sistemi di vagliatura, ecc., finalizzati al controllo delle materie prime e del prodotto finale sia in fase fresca che indurita. Solitamente il supporto tecnologico è un servizio necessario per lavori speciali quali ad esempio l’intasamento di microtunnel per attraversamenti sotto Po ed Adige. Nel caso specifico si trattava di pipeline Alcune fasi dell’intasamento del microtunnel per l’attraversamento del fiume Po cave cantieri di rispondere ai requisiti richiesti dal cliente e dalle condizioni di cantiere ha consentito di provvedere alla quasi totale fornitura invece che solamente al 50% come inizialmente prospettato dal cliente, che aveva pianificato di operare appoggiandosi a due distinti fornitori. Un’altra peculiarità dell’azienda è il vasto parco macchine di proprietà. Come mai questa scelta? In effetti oggi, dopo oltre 25 anni di attività, annoveriamo un parco macchine davvero invidiabile, con oltre 100 veicoli cava cantiere per la sola fornitura di calcestruzzo; inoltre siamo provvisti di mezzi di cantiere, come le pale gommate (almeno una per stabilimento), e di veicoli operativi accessori. Questo perché riteniamo che, dalle forniture standard ai lavori speciali, sia indispensabile un supporto logistico efficiente e affidabile. Normalmente il parco macchine ha un’età media di 3/4 anni e viene rinnovato smaltendo i mezzi obsoleti, che solitamente si ricavano dalle acquisizioni di nuovi impianti oltre a quelli da noi acquistati e che hanno superato la vita utile. Ci può descrivere il vostro singolare sistema per la gestione dell’usato? Per scelta aziendale riteniamo economicamente più vantaggioso operare con mezzi molto efficienti, quindi di recente costruzione, che creano un livello mini- Realizzazione del ponte ferroviario sul Po a Ostiglia Cronoart/Rino Lo Brutto Rifacimento canali Milani-Verona utilizzata per attuare un’unica fase di getto ininterrotta (24 ore su 24) tramite una successione di betoniere che fornivano in continuo la miscela necessaria. Un altro lavoro particolare svolto recentemente è la fornitura di calcestruzzo per la costruzione di pali ad opera della Trevi S.p.A. necessari alla costruzione di una centrale elettrica, in provincia di Ferrara, con SCC, calcestruzzo autocompattante di elevate caratteristiche. Anche in questo caso il reparto tecnologico ha seguito completamente l’evoluzione dei lavori approntando un calcestruzzo su misura per il caso specifico, modificando e adeguando lo stesso all’evoluzione delle condizioni di cantiere e alle richieste del cliente. Nel caso specifico la maggior capacità Cronoart/Rino Lo Brutto per metano, lunghe rispettivamente 800 m. e 600 m. con diametro interno di 2,0 m., per il riempimento delle quali è stata utilizzata una miscela autolivellante pompabile ad oltre 400 m. di distanza, & Luglio 2007 quarry & construction 17 La betonpompa Cifa Magnum MK 28 L Parco mezzi in pillole La ragguardevole flotta Beton Veneta vede alternarsi in linea di massima 1 autobetonpompa ogni 2 betoniere in una proporzione circa di 35 e 60. Tale assortimento è determinato dalla dimensione del getto necessario a realizzare il tipo di lavoro più frequente in cantiere e il getto tipico è, statisticamente, di circa 15-20 m3 : quindi con l’autobetonpompa e betoniera al seguito è possibile eseguire il lavoro con un unico intervento. Vediamo da vicino la betonpompa che compone il parco mezzi del gruppo guidato dalla famiglia Tognin, la nuova Magnum MK 28.4 L di Cifa. La linea è compatta e armonica, studiata per il montaggio su autotelai a 4 assi. Longheroni più lunghi rispetto al telaio del camion (200x100 mm) uniti all’utilizzo d’acciai speciali hanno permesso di aumentare la rigidità torsionale del mezzo, calcolata col Metodo ad Elementi Finiti (FEM). Nonostante questa maggior rigidità torsionale e l’utilizzo dello stesso tamburo 115 da 10 mc, la MK 28 è macchina più leggera di 430 kg rispetto al modello precedente e più stabile. Il coefficiente di sicurezza della stabilizzazione è aumentato, secondo CIFA, del 20% per garantire massima sicurezza anche a tamburo vuoto. Suddetta stabilizzazione è comandata idraulicamente da ogni lato della macchina con doppio sfilo telescopico anteriore a sequenza automatica brevettata e stabilizzatori fissi posteriori. Il braccio di distribuzione presenta una linea di tubazioni composta da moduli perfettamente intercambiabili con quella della linea precedente, una serie di boccole autolubrificanti e nuovi attacchi esterni dei cilindri di movimentazione. La MK 28 L è dotata di gruppo pompante PB 607 S7 da 60 mc/h o, come gli esemplari della Beton Veneta, di un gruppo PB 806 S7 da 80 mc/h derivato da quelli montati sulle pompe carrate e che a breve sarà messo in commercio come alternativa al PB 607 S7. L’ autocarro Mercedes Actros di Daimler Chrysler Questo autocarro punta sulla versatilità e la resistenza per soddisfare l’impiego pesante in cantiere. La gamma delle versioni comprende modelli a 2, a 3, a 4 assi ed offre per ogni impiego diverse configurazioni degli assi e diversi allestimenti, che si tratti di ribaltabile, ribaltabile con gru o betoniera, come accade nel caso del gruppo che fa capo ai fratelli Tognin. L’asse con gruppi epicicloidali esterni HL 7 offre altezza libera dal suolo, capacità di resistenza alle sollecitazioni e robustezza. I veicoli a 3 e 4 assi adottano in tandem anche l’affermato asse a trasmissione passante con gruppi epicicloidali esterni HD 7. L’Actros monta propulsori V6 e V8. La coppia massima della serie di motori V6 arriva fino a 2300 Nm, mentre quella dei motori V8 arriva a 2500 Nm. Inoltre, la coppia massima 18 quarry & construction Luglio 2007 & cantieri Cronoart/Rino Lo Brutto cave è sempre disponibile in una bassa fascia di regime, con consumi di carburante ridotti. Tali vantaggi sono resi possibili dal sistema motore Telligent® che regola l’iniezione di carburante in base ai dati principali ed alla situazione di marcia. Se questi motori già soddisfano le norme Euro 3, con BlueTec®, l’innovativa tecnologia diesel SCR di Mercedes Benz per i veicoli pesanti, i propulsori soddisfano anche le norme Euro 4 e addirittura Euro 5. La trasmissione della potenza è affidata a cambi a 16 rapporti armonizzati in base alla potenza del motore, che offrono un’elevata capacità di superamento delle pendenze e basse velocità di manovra. Ai vantaggi prestazionali l’Actros affianca una serie di accorgimenti in grado di rendere più confortevole il lavoro su questi mezzi. La cabina, spaziosa e dal confort elevato, è dotata di numerosi vani e ripiani portaoggetti. Il sedile di guida a sospensione pneumatica offre un ottimo comfort di molleggio e permette di trovare la giusta posizione di seduta. Un’altra particolarità: il volante multifunzione è regolabile pneumaticamente premendo un pulsante e può essere spostato di 66 mm in altezza e di 10° - 42° in inclinazione. mo di manutenzioni e di guasti. Questo comporta un continuo ricambio di veicoli con la conseguente necessità di vendere l’usato che, essendo di recente costruzione ed in ottimo stato di manutenzione, trova facile collocamento nel mercato dell’usato nazionale ed estero. La vendita è completamente gestita dal nostro ufficio interno, anche mediante contatti personali, per cui il ricorso al supporto dei concessionari è limitato all’acquisto del nuovo, alla fornitura di ricambi originali ed alle manutenzioni in garanzia. Collegandosi al sito www.betonveneta.it è possibile, nella sezione usato, visionare i veicoli disponibili alla vendita, per i quali sono presenti anche foto e relative caratteristiche. In effetti la nostra passione per le tecnologie moderne si riflette anche sulla gestione dell’usato. Manutenzioni periodiche e straordinarie, tranne ovviamente gli interventi in garanzia, sono effettuate presso la nostra officina centrale di Sant’Elena. Sia il reparto di officina che quello di carpenteria sono gestiti dai rispettivi responsabili, di grande esperienza, che si occupano della pianificazione degli interventi, dell’organizzazione del personale addetto e dell’approvvigionamento dei materiali. Come gestite le manutenzioni con un tale parco macchine? Quali sono i mezzi d’opera utilizzati dalla Beton Veneta? Anche questo è un aspetto che cerchiamo di curare con la massima attenzione. Per i veicoli impieghiamo gli Actros Mercedes, che anche alla prova del temLuglio 2007 quarry & construction 19 tiere è dettato dal tipo di lavoro e dalla dimensione del getto necessario. Il getto tipico è, statisticamente, di circa 15-20 m3, quindi con l’autobetonpompa e betoniera al seguito è possibile eseguire il lavoro con un unico intervento impiegando due sole macchine. Per getti di più grandi dimensioni o con caratteristiche particolari, è necessario avere una carrata a servizio, quindi si interviene almeno con 3 macchine. Con che logica sono distribuiti i mezzi d’opera? In linea di massima ogni 2 betoniere è presente un’autobetonpompa (la proporzione è di 60 e 35 circa), inoltre abbiamo 4 pompe carrate dislocate una per provincia (approssimativamente una per servire 4 impianti). Vista la vicinanza tra le diverse unità e il collegamento via radio che ogni veicolo o unità produttiva possiede, possiamo facilmente spostare i mezzi con una certa flessibilità. L’assortimento del parco veicoli in can20 quarry & construction Luglio 2007 Fino al 2006 abbiamo sempre installato impianti tradizionali, orizzontali con un solo punto di carico, ma ad elevata velocità. Con il nuovo impianto di Casaleone (VR) abbiamo iniziato, secondo una logica di ristrutturazione e ammoderna- Le soluzioni proposte dalla società Eurogomma di Bergamo approdano anche nel settore del calcestruzzo preconfezionato grazie alla fattiva collaborazione istaurata con Beton Veneta, il gruppo guidato dai fratelli Tognin che con i suoi 15 impianti di produzione di calcestruzzo è tra i maggiori gruppi privati italiani per la produzione di calcestruzzo del nostro paese. La competenza, la tecnologia e l’organizzazione produttiva dell’azienda bergamasca specializzata nella lavorazione del poliuretano, unite all’esperienza e alla concretezza del gruppo veneto hanno consentito di mettere a punto accorgimenti per superare fastidiosi e dispendiosi problemi di usura, pulizia del tappo Ekos e rumorosità durante il carico della betoniera. L’inconveniente era rappresentato dall’usura della tramoggia di carico e prima canala di scarico, unitamente all’incrostazione del tappo Ekos dove si formavano degli strati di cemento e calcestruzzo che appesantendo lo stesso, nel tempo comportano il cedimento dei relativi supporti. Per la produzione dei ricambi necessari ad ovviare al problema sopra esposto, Eurogomma utilizza macchine a taglio laser per la realizzazione della sagoma, che viene successivamente rivestita con l’elastomero sintetico caratterizzato da alta resistenza all’usura e ottime caratteristiche antiaderenti nei confronti dei conglomerati cementizi. Le parti in questioni sono semplicemente applicate sopra quelle originali in metallo senza necessità di apportare modifiche di sorta alla macchina, tramite viti e/o semplici punti di saldatura. Il rivestimento della tramoggia di carico della betoniera con tali materiali comporta anche una notevole riduzione della rumorosità dovuta alla caduta dell’inerte proveniente dal nastro di carico sulla tramoggia stessa. Tutti i pannelli utilizzati sono realizzati su misura per i differenti tipi di betoniere, o sulla base delle specifiche esigenze manifestate dal cliente. Analogo rivestimento in elastomero sintetico ad alta resistenza ed antintasamento viene utilizzato per le tramogge di carico dell’impianto di calcestruzzo di Casaleone: questo accorgimento allunga la durata dell’impianto, elimina i problemi di pulizia allo stesso, e riduce notevolmente di conseguenza gli interventi di manutenzione. Eurogomma contro l’usura po hanno dato ottimi risultati. Al momento abbiamo circa 90 veicoli Actros cava cantiere, frutto di acquisti iniziati al momento del lancio sul mercato italiano alla fine del 1999. Per gli allestimenti, in particolare per le betoniere ricorriamo alla fornitura Cifa; questo perché, oltre alla buona qualità, consideriamo anche l’elevato valore residuo che ci consente buoni realizzi al momento della rivendita. Per quanto riguarda le pompe, da circa cinque anni a questa parte integriamo la fornitura della CIFA con quella Putzmeister mentre per i mezzi da cantiere (pale gommate) utilizziamo Caterpillar. Il valore residuo riconosciuto dal mercato è un parametro rilevante nella scelta dei mezzi, dato che il ricambio dei mezzi d’opera viene effettuato con frequenza: circa ogni 7/8 anni il ricambio è completo, attualmente l’età media dei nostri veicoli è di circa 3-4 anni. La validità del ricorso a questi marchi leader del mercato è dimostrata dall’elevata affidabilità e dalla continua disponibilità dei mezzi di cantiere. Nuove macchine e nuovi sistemi anche per la realizzazione del calcestruzzo. Ci può descrivere le nuove installazioni di pre-mescolatori? cave Presso i vostri impianti sono utilizzati anche dei sistemi innovativi per il contenimento di rumore ed usura, ce li può descrivere? Oltre all’utilizzo classico di coperture e pannellature per il contenimento di rumore e polvere, facciamo uso di accessori speciali in poliuretano, forniti dalla Eurogomma di Bergamo, per il rivestimento delle tramogge di carico e dei punti di caduta, nonché di tutte le sezioni fortemente sollecitate. Questo consente sia di attutire notevolmente la rumorosità di tali punti, sia di ridurre l’usura in modo davvero considerevole. Visti i risultati, abbiamo esteso l’uso di rivestimenti in poliuretano anche al sistema di carico e scarico delle betoniere, con rivestimento della tramoggia di carico, del disco nel tappo Ekos e nella prima canala di scarico. In questo caso abbiamo il maggiore vantaggio nella riduzione della presa del calcestruzzo, che normalmente sul ferro aderisce in modo tale da dover demolire il tappo per pulirlo. Grazie all’uso del poliuretano si riduce notevolmente il tempo di manutenzione e pulizia della macchine. cantieri L a parola “qualità” è senza dubbio molto in voga ultimamente, tanto che a volte viene pronunciata senza cognizione. Nel campo dei processi produttivi industriali Qualità significa: costanza della produzione nel tempo. Ad esempio prendiamo un’azienda che produce calcestruzzo. Nell’ arco di un mese vengono prodotti da un impianto ipotizziamo 2.000 metri cubi di RCK 300. Da questi 2000 mc di cls, andiamo a realizzare 100 cubetti, ovviamente presi a campione prima dello scarico in cantiere. Tanto più i carichi di rottura dei cubetti saranno “simili” ( e comunque superiori a 300 N/mmq per definizione del prodotto), tanto più alto sarà il grado di qualità della produzione. Quindi in altre parole possiamo dire che, in un certo lasso di tempo un certo tipo di calcestruzzo prodotto dev’essere, passatemi il termine, “il più uguale possibile”. Appunto, costanza della produzione nel tempo. Per ottenere questo si dovrebbero perseguire due obiettivi: -Limitare la componente discre-zionale umana del processo produt-tivo, ovvero cercare di evitare di lasciare ai vari operatori la possibilità di alterare la miscela del calcestruzzo. Quindi : il calcestruzzo è meglio che sia mescolato nell’impianto e venga immesso “finito” nelle autobetoniere, le quali dovrebbero essere viste solo come dei mezzi di trasporto. E’ vero, ancora oggi in Italia e in altri paesi, l’autobetoniera è vista sia come un mezzo di trasporto che come mescolatore, ma per come è conformata e per i materiali usati, male si addice a macchina in grado di mescolare una miscela di inerti cemento e acqua altamente abrasiva. Se poi parliamo di calcestruzzi con un basso rapporto acqua/cemento, SCC, calcestruzzi fibrorinforzati, come possiamo pretendere che un’autobetoniera realizzi un impasto “omogeneo”? Meglio lasciar perdere e affidare la mescolazione ad una macchina concepita appositamente per lo scopo. Inoltre è bene che gli autisti di autobetoniere evitino di improvvisarsi tecnici del calcestruzzo aggiungendo acqua in cantiere per perfezionare la lavorabilità della miscela, a scapito della resistenza, caratteristica prioritaria del calcestruzzo. -Rendere il processo di produzione il più preciso possibile, quindi bilance di acqua cemento inerti e additivi efficienti, con una bassa tolleranza. In questo modo si arriva ad essere certi della quantità Produrre calcestruzzo con un Betomat Liebherr mento e col supporto tecnologico della Liebherr, ad installare nuovi impianti muniti di pre-mescolatore, moderni nel rigore costruttivo e nelle procedure di funzionamento. Presso il sito di Vallese di Oppeano stiamo ultimando i lavori di installazione di un nuovo impianto, sempre Liebherr con due pre-mescolatori. Questo sistema ci permette di conseguire la completa automazione delle procedure di carico e di preparazione delle ricette, col mix adeguato alle richieste del cliente in modo completamente controllato dal sistema di PLC: in questo modo la ricerca effettuata in sede teorica e pratica dal nostro laboratorio tecnologico può dare i suoi migliori risultati. & dei componenti della miscela, si è certi che la miscela è mescolata bene (se si opera col mescolatore ), quindi omogenea in ogni sua par te, e si dovrebbe anche essere certi che la miscela arrivi inalterata sino allo scarico. Se i materiali inerti ed il cemento sono controllati “in entrata” e soddisfano gli standard richiesti, a questo punto direi che siamo sulla buona strada per giungere ad un’alta qualità del calcestruzzo. In quest’ottica di produzione si posiziona il Betomat, l’impianto a torre per produrre calcestruzzo della Liebherr Mischtechnik di Bad Schussenried in Germania, proponendosi come un’ottima soluzione tecnologica sotto diversi punti di vista; andiamo quindi a vedere quali sono le principali caratteristiche ed i vantaggi che offre. Dallo schema che ripor tiamo si possono individuare le varie parti dell’ impianto. Per quanto riguarda lo scarico e lo stoccaggio degli inerti nel caso dell’impianto di Casaleone, si è optato verso la possibilità di scaricare in tramogge interrate (cinque), direttamente dai cassoni degli autocarri, i vari tipi di inerti impiegati. In questo modo le tramogge assumono anche la funzione di “polmone”, aumentando di fatto la capacità di stoccaggio dell’impianto e minimizzano le operazioni di movimentazione degli iner ti con pala gommata (meno manodopera, meno costi, meno inquinamento acustico, meno traffico sul piazzale: arrivano i cassoni in pesa, scaricano, pesata a vuoto e via!). I nastri posizionati sotto le tramogge sono alimentati da estrattori vibranti e confluiscono in un elevatore a tazze con tappeto in gomma. La portata oraria dell’elevatore è di 160 mc\h, in grado quindi di rifornire il silo inerti anche durante lunghe giornate di intensissima produzione. Al culmine dell’elevatore gli inerti vengono trasportati da un nastro verso Luglio 2007 quarry & construction 21 un distributore rotante che ha il compito di indirizzare gli inerti nello spicchio di cilindro a loro destinato per lo stoccaggio. A seconda delle necessità del cliente vengono infatti realizzati anche fino a 9-10 scomparti, in funzione di quante tipologie di inerti vengono utilizzate. Nel caso di Beton Veneta 6 scomparti, due da 90° per gli inerti di maggiore consumo, due da 60° e due da 30° per un totale di capacità di circa 345 mc. Una volta che il silo viene riempito la prima volta, si può dire che praticamente non c’è usura sulle lamiere del silo inerti, che infatti ha un fondo piatto. La caduta dal distributore rotante e lo scorrimento degli inerti, avviene “sasso su sasso”, e non danneggia quindi le parti in acciaio. Il silo è poi isolato all’ esterno con Rockwool da 60mm di spessore e da un’ altra serie di lamiere trattate e verniciate con fondo Primer e vernice di finitura. In questo modo quindi gli inerti sono protetti da pioggia e 22 quarry & construction Luglio 2007 ghiaccio. Il livello degli inerti è monitorizzato costantemente da un sistema di controllo a microonde e visualizzato nel monitor del computer. Dalle bocchette di dosaggio gli inerti cadono su una canala dove sono posizionate le sonde d’umidità brevettate e costruite da Liebherr. In questo modo, in particolare per le sabbie, viene rilevata l’ umidità effettiva e reale che in quel preciso momento ha l’inerte che effettivamente confluisce nella miscela. Il quantitativo d’ acqua rilevato viene poi sottratto dal quantitativo totale di acqua che va in miscela dal sistema di controllo MPS II. Gli inerti vengono quindi pesati dalla bilancia conica con celle di carico. Qui, a parte le lamiere intercambiabili antiusura, si mettono dei tappeti in gomma proprio in corrispondenza dei punti d’impatto per limitare sia l’usura che il rumore. Da sottolineare che tutti i sistemi di rilevazione (celle di carico, sonde, etc.) lavorano in un ambiente chiuso, copertoe abbastanza isolato termicamente, quindi hanno una durata maggiore rispetto a quelli all’aperto; sono anche più precisi perché le escursioni termiche dell’ambiente in cui operano sono meno rilevanti. Passiamo al cemento; Beton Veneta ha optato per una capacità di stoccaggio importante: 2 silos da 370 mc e 3 da 145 mc per un totale di 1.175 mc pari a circa 1.645 tonnellate di cemento che, visti i cinque contenitori, può essere di diversa tipologia. Essendo i silos posizionati sopra una struttura in c.a. che tra l’altro ospita deposito additivi, locale quadri elettrici ed eventualmente anche cabina comandi, le coclee che portano i cementi alla bilancia sono praticamente quasi orizzontali e anche abbastanza corte, questo aumenta la durata delle coclee e la velocità con la quale il cemento arriva alla bilancia. Al termine di ciascuna coclea, è inoltre applicata una valvola che ferma la caduta del cemento non appena la bilancia e l’MPS II danno lo stop. La bilancia è posizionata allo stesso piano della bilancia degli inerti. Sullo stesso piano sono solitamente ubicate anche la bilancia dell’acqua (sia pulita che proveniente dal riciclo) e le bilance degli additivi. Anche qui Beton Veneta, vista la diversificazione degli additivi impiegati nei vari tipi di prodotto, ha scelto di lavorare con 2 bilance indipendenti (rispettivamente predisposte per 4 e 8 tipi di additivi) collegate a 12 serbatoi, ognuno dotato della propria pompa. A questo punto scendiamo di un Piano attraverso le scale interne: normalmente si arriva al piano mescolatore\i, ma a Casaleone, Beton Veneta ha scelto di aggiungere un piano intermedio, in modo tale da facilitare le operazioni di manutenzione alle varie condotte che convogliano i vari componenti dalle bilance al mescolatore. In questo piano si vedono le uscite delle bilance che, a seconda del tipo di impianto che si intende realizzare, possono essere singole (per un punto di carico), oppure doppie (2 punti di carico). Nel caso dell’ impianto di Casaleone, Beton Veneta cave Impianto di betonaggio di Casaleone Il polo produttivo è costituito da una serie di spazi e impianti con diverse funzioni. Anzitutto grandi aree di stoccaggio inerti, approvvigionate periodicamente da fornitori selezionati, permettono di avere a disposizione con continuità la materia prima per il calcestruzzo; analogamente, per il cemento, sono a disposizione 3 silos da 145 m3 e due da 370 m3 costruiti dalla Laife di Arezzo per lo stoccaggio delle aggiunte (ceneri volanti). Lo stoccaggio inerti è gestito con una pala frontale gommata della Caterpil- & cantieri lar 950 GII (come in ogni stabilimento), che si occupa anche di rifornire, se necessario, le tramogge di alimentazione dell’impianto, contenenti circa tot m3 280 e separate per granulometrie dalla struttura in calcestruzzo. Le tramogge sono collocate al livello campagna per cui si è reso necessario ricavare un ambiente sotterraneo da m. 5 x 25 profondo circa 7 m. per alloggiare i coni delle tramogge con i rispettivi estrattori vibranti e con sottostanti i due nastri trasportatori che convogliano a loro volta in un nastro trasportatore centrale che confluisce sull’elevatore a tazze alto più di 40 m. gli inerti. L’elevatore trasporta gli inerti al silo di stoccaggio, di capienza complessiva di circa 345 m3, posto al piano più alto dell’impianto, alimentato mediante un nastro ed un successivo scivolo, montato su un rotore ad asse verticale. Lo scivolo, cambiando posizione in base al prodotto trasportato, scarica il materiale negli stoccaggi parziali, ottenuti dal silo principale mediante setti divisori, che contengono le diverse classi granulometriche. Il riempimento del silos Luglio 2007 quarry & construction 23 dell’impianto avviene in modo completamente automatico essendo dotato di livelli in continuo i quali danno l’input di riempimento quando il livello di ogni singolo scomparto scende sotto ad un livello prestabilito. Celle di carico ne permettono l’estrazione di quantità adeguate alla necessità per comporre il mix della ricetta, il tutto controllato mediante PLC e sistemi operativi che rendono completamente automatizzate le procedure. Il mix di inerti ed il cemento sono immessi nel pre-mescolatore, in circuito chiuso per recupero dei fini ed in presenza di sistemi filtranti di abbattimento a calze con controlavaggio ad aria compressa per la pulizia dei filtri. Il pre-mescolatore è una macchina realizzata dalla BHS e consente la preparazione di 2,5 m3 di calcestruzzo per ciclo. La caratteristica notevole, oltre all’efficienza dell’operazione di mescolazione, è l’attenzione prestata alla sicurezza delle operazioni. Tutte le aperture sono controllate da dispositivi di blocco (con pistoni ad incastro), con rilevamento delle posizioni di aperto/chiuso mediante micro-switch che danno o meno il consenso alle operazioni successive, con eventuale blocco delle procedure di carico e, in caso di situazioni potenzialmente pericolose, segnalazioni acustiche di allarme. Per aumentare la velocità di preparazione del calcestruzzo è stato inserito, a valle del premescolatore, un dispositivo di scarico rapido. Questo consta di ha scelto di puntare su un impianto misto: un punto di carico tradizionale “a secco”, e uno premiscelato. Quindi un’ uscita di ciascuna bilancia va nel mescolatore, mentre le altre vengono portate direttamente nei pressi del punto di carico a Secco. Qui avviene tutto per caduta gravitazionale. Appena i portelli delle bilance si aprono tutto scende, cade, velocizzando i tempi di carico. Ovviamente sia al mescolatore, sia al punto di carico a secco sono applicati sistemi di aspirazione e filtri altamente efficienti rispondenti alle più restrittive norme a livello internazionale. Il mescolatore dell’impianto di Casaleone è un BHS da 2,5 metri cubi di calcestruzzo reso, a doppio asse orizzontale, dotato di sistema sequenziale ad alta pressione per il lavaggio in automatico, sotto al quale è stata applicata una tramoggia di precarica con agitatore e valvola a ghigliottina con lo scopo di velocizzare ulteriormente i tempi di c arico dell’autobetoniera. Ad esempio, se un’autobetoniera sta rientrando, si possono cominciare a preparare 2,5 mc di calcestruzzo e farli attendere in questa tr amoggia. Mentre il mezzo si posiziona sotto il punto di carico, intanto il sistema parte con le pesate per il secondo ciclo di carico e, contemporaneamente, quando l’autobetoniera è pronta a ricevere, la tramoggia si apre e scarica, mentre nel mescolatore già sta mescolando la seconda pesata. Il limite della produttività di un punto di carico non è fissato dalla larghezza o dalla velocità dei nastri, ma solo dalla capacità delle autobetoniere di ricevere i componenti della miscela attraverso il cono di carico delle stesse. Posso avere un impianto che convoglia 120mc\ h di inerti e coclee di cemento appositamente dimensionate, ma poi mi troverei sempre la stessa Autobetoniera che pur girando al massimo della velocità, farebbe fatica a ricevere, a inglobare, questi materiali asciutti. Si sa, infatti, che questo limite è intorno agli 85mc\h e diminuisce anche di molto, in funzione dello stato di usura delle eliche delle betoniere, 24 quarry & construction Luglio 2007 nonché dalla loro conformazione. Nel carico invece del calcestruzzo già miscelato, l’entrata in botte è più semplice, più veloce e meno usurante per le lamiere, in quanto si tratta di un materiale omogeneo, più o meno fluido, ma che comunque viene assorbito più velocemente dalle botti a causa della sua maggiore scorrevolezza. Per l’impianto di Oppeano, che è in corso di realizzazione, Beton Veneta ha deciso di installare direttamente due mescolatori sui due punti di carico, sempre da 2,5 mc resi, convinti, a ragion veduta della bontà del sistema “Premescolato a Torre”. Dalla piattaforma di mescolazione si rientra nella struttura in C.A. e si scende al piano terra. Quì attraverso dei coni posizionati su dei bracci azionati pneumaticamente vengono cave una tramoggia “di pre-carica” e consente lo svuotamento veloce del pre-mescolatore, facendo da polmone tra questo ed il mezzo da caricare. La tramoggia ha poi tre posizioni di apertura corrispondenti a diverse velocità di scarico, per essere svuotata mentre contemporaneamente nel pre-mescolatore si sta già preparando un’altra miscela. Con questa soluzione si ottimizzano i tempi per i caricamenti successivi, il tempo di riempimento è ridotto a circa 5,30 minuti e la produttività teorica di 80 m3/ora può diventare di 110-120 m3/ora. Un sistema davvero comodo nelle “ore di punta” di richiesta di prodotto, ad esempio ad inizio turno. Per soddisfare a tutte le necessità produttive abbiamo preferito avere a disposizione un secondo punto di carico necessario per caricare solo cemento, nel caso ad esempio di carico del Polical, o prodotto a secco che non necessita di mescolazione. L’impianto di betonaggio prodotto ed installato da Liebherr presenta caratteristiche abbastanza standardizzate, ma è risultato di avanzate ricerche e si avvale raccolte le acque di lavaggio del mescolatore e quindi vengono convogliate in tubazioni fino al punto di raccolta delle acque da riciclare. Pendenze della pavimentazione e canaline di scolo aiutano comunque a tenere pulita e asciutta l’area. Passiamo ora ad analizzare le prestazioni di un impianto a Torre Liebherr attraverso il diagramma di carico, dove si può capire bene anche qual è la sequenza delle operazioni, che come abbiamo visto è completamente diversa rispetto al tradizionale impianto a secco orizzontale. Il grafico del ciclo di carico che portiamo ad esempio, è riferito e calcolato per la produzione di 10 mc di calcestruzzo con un mescolatore da 3 mc resi. Il mescolatore verrà caricato 4 volte e lavorerà con 2,5 mc di calcestruzzo reso. Da notare che viene fatta inoltre distinzione tra “pratical continuos output” tradotto produzione in continuo 104 mc\h, e “pratical output when filling a truck mixer” ovvero, produzione per il riempimento di un’ autobetoniera, 88 mc\h. Cosa cambia? Nel secondo dato si calcolano i tempi da quando la betoniera è posizionata e parte il ciclo, fino al momento in cui la betoniera è “piena”. Mentre la betoniera finisce di caricare, ov vero il mescolatore finisce di scaricare l’ ultima pesata, il ciclo può continuare, e mentre avvengono le pesate per la seconda autobetoniera, la prima può uscire e la seconda posizionarsi. In questo modo l’ impianto funziona in continuo e si abbreviano i tempi. Siamo quindi in queste condizioni alla Pratical continuos output. Vediamo ora il grafico: in orizzontale, abbiamo il tempo in secondi, mentre in verticale abbiamo tutte le varie operazioni: pesata degli inerti 58”, scarico inerti 15”, pesata cemento 43”, scarico cemento 15”, pesata dell’acqua 54”, scarico dell’ acqua 22”, pesata additivi 34”, scarico additivi 10”, sciacquo delle pese degli additivi 10”. Come si può vedere le operazioni di pesata partono tutte da zero secondi, e sono & cantieri di sistemi e soluzioni ormai ottimizzati; ad esempio ogni macchinario ha il suo piano di servizio, importante per l’operatività ma anche per la gestione degli interventi di manutenzione. Un aspetto cui è stata prestata particolare contemporanee, quella più lunga è la pesata degli inerti ed è quella che in pratica limita tutto il resto. Solo quando questa è terminata cominciano gli scarichi nel mescolatore, e non prima, in quanto inerti e cemento entrano per Luglio 2007 quarry & construction 25 vamento dei piazzali. Il sistema Betonwash della Simem tratta quindi l’acqua accumulata nella vasca finale di raccolta proveniente dal ciclo produttivo o dal lavaggio dei mezzi, ove il materiale è mantenuto in sospensione mediante opportuni agitatori. Il Betonwash è un dispositivo di forma troncoconica, riconoscibile come una specie di bicchiere inclinato. Mediante una spirale interna, separa l’inerte per il successivo riutilizzo. L’acqua così ottenuta, viene portata nella seconda vasca, attrezzata con 1 pompa e 2 miscelatori con lo scopo di tenere in sospensione le parti fini, per il riutilizzo nel processo produttivo. Il sistema è controllato mediante indicatori di minimo e massimo delle vasche e di gestione del funzionamento per le pompe e gli agitatori. Grande attenzione è stata dedicata anche al sistema di additivazione del calcestruzzo che è gestito in modo completamente automatizzato. L’additivazione è effettuata in base alle richieste del cliente o alle ricette definite per gli specifici lavori dalle ricerche del primi nel mescolatore che è già in funzione. Quando tutti i materiali sono stati scaricati completamente nel mescolatore, solo ora iniziano i trenta secondi di mescolazione. Nel frattempo sono già iniziate le pesate per il ciclo successivo, anzi, per la precisione, dal grafico si vede che ciascuna bilancia, appena finito di scaricare, comincia subito la pesata successiva, ovvero, è come se lavorassero in continuo. Terminati i trenta secondi di mescolazione si apre il portello del mescolatore in modo graduale, in modo tale da non intasare il cono di carico delle autobetoniere, per poi aprirsi totalmente quando il materiale all’ interno del mescolatore stesso sta per terminare. Quando il mescolatore è vuoto, si chiude il portello d’ uscita e siccome la pesata è già pronta, si aprono subito le valvole per fare entrare (cadere) i materiali nel mescolatore stesso. Tutto questo consecutivamente per quattro volte, tranne nell’ ultimo ciclo, dove vengono calcolati anche 10” supplementari per il lavaggio delle bilance degli additivi (Additive rinsing) . Totale: 411secondi, 6 minuti e 51 secondi per betoniera, che corrispondono a 88 mc\h di portata. Se poi le operazioni di avvicendamento delle autobetoniere sono veloci, la produzione può aumentare proprio per il fatto che mentre una betoniera esce e l’ altra si posiziona, si può effettuare il ciclo delle pesate per la seconda autobetoniera, facendo effettivamente funzionare l’ impianto in continuo e quindi arrivare a superare i cento metri cubi orari di produzione con un punto di carico. Nel caso dell’ impianto di Oppeano, come abbiamo detto, si andranno ad installare 2 mescolatori da 2,5 metri cubi resi della BHS, qui la produzione, non raddoppierà in quanto è vero che ci sono 2 mescolatori, ma le bilance sono sempre una per tipo. Si stima comunque che si arriverà ad una produzione oraria intorno ai 150 metri cubi orari, il che significa riempire 14\15 betoniere in un’ ora, dato particolarmente interessante specialmente la mattina quando si devono iniziare i lavori e “mandar via i mezzi” alla svelta. E’ comunque possibile installare all’ interno della torre di betonaggio due serie complete di Bilance oltre che due mescolatori: in questo modo è come avere due impianti separati in uno e di conseguenza si arriva anche a produzioni intorno ai 200mc\h. Tutto questo sistema è controllato e gestito da un sof tware, l’MPS II. Due schermi per poter visualizzare sia tutte le funzioni dell’impianto (operazioni in corso, quantitativi delle materie prime, eventuali anomalie del sistema, visualizzazione della consistenza del calcestruzzo attraverso un amperometro applicato al mescolatore, etc.) sia la parte relativa ai documenti di trasporto. Inoltre l’MPS II offre chiaramente la possibilità 26 quarry & construction Luglio 2007 Cronoart/Rino Lo Brutto Cronoart/Rino Lo Brutto attenzione è il sistema di controllo, riciclo e pulizia delle acque: l’acqua viene prelevata da un pozzo artesiano mediante pompe in serie ed inserita nel processo produttivo, sostanzialmente per la creazione della miscela di calcestruzzo e per la pulizia di impianto e macchine. Nei diversi stadi di trattamento ed in base alle diverse funzioni esistono vasche successive di raccolta, che contengono tutta l’acqua che per motivi diversi viene a contatto con il ciclo produttivo della centrale, come ad esempio le acque di lavaggio delle betoniere o quelle di dila- & cantieri Cronoart/Rino Lo Brutto cave di memorizzare fino a 1.000 ricette e visualizzare statistiche di produzione, in modo da ottimizzare la gestione delle scorte. Ogni operazione, viene memorizzata, e va a far parte del protocollo di carico: vengono memorizzati i quantitativi pesati, i tempi di mescolazione, i quantitativi di acqua, la consistenza del calcestruzzo, l’eventuale quantitativo d’acqua aggiunto in manuale, insomma tutti i dati relativi ad ogni pesata eseguita. Non sfugge nulla, e questa è una garanzia notevole, perchè si ha la certezza di quello che esce dall’ impianto anche a distanza di tempo. Il sistema di controllo può inoltre essere integrato con diverse telecamere, proprio come ha fatto Beton Veneta, per avere anche un controllo visivo su quello che succede in ogni momento ed in ogni parte dell’impianto. Intento dei Signori Tognin è, infatti, fare in modo che un operatore solo sia in grado di gestire l’impianto in ogni sua parte: direi che ci sono riusciti. Tutto questo, comprese le tramogge di scarico degli inerti, occupa un’ area a terra di 25 m per 25 m, e questo direi è un notevole vantaggio, visto il costo delle aree. In più va considerato che impianti di questo tipo, grazie ai vari tamponamenti anche nella zona di carico, hanno un impatto acustico veramente minimo. Un bel piazzale cementato contornato da una siepe fitta ed ecco che l’impianto per calcestruzzo da “bestia nera” delle zone industriali ed urbane, diventa un insediamento produttivo come tanti altri, pulito, senza polveri e con rumorosità ridotta al minimo. In più in grado di lavorare senza problemi anche in inverni rigidi. In paesi con normative in materia ambientale molto più severe rispetto a quella italiana, questa tipologia di impianti è la più diffusa e spesso capita anche di vedere impianti nelle prime periferie delle grandi capitali europee, non solo nelle zone industriali o nelle campagne. Come succede in diverse aree del mondo, da un paio di anni Liebherr ha avviato in Italia una collaborazione con Putzmeister Italia srl per l’importazione e la vendita di impianti per calcestruzzo e autobetoniere: due aziende tedesche, leader nella tecnologia del calcestruzzo che assicurano a chi ha a che fare con la produzione, il trasporto e il pompaggio di calcestruzzo, un unico referente in grado di assicurare competenza e soluzioni a livello internazionale. Anche se il concetto di calcestruzzo di qualità in Italia è ancora “in fasce”, confidiamo molto nell’evoluzione del prodotto: sembra infatti che grazie alle richieste di precise specifiche nelle forniture di particolari cantieri (ferrovie e alcune opere pubbliche) e anche grazie alla lungimiranza di alcuni imprenditori del settore, forse una strada si sia aperta anche da noi. Mauro Munaretti, sales department Putzmeister Italia S.r.l. Luglio 2007 quarry & construction 27 laboratorio tecnologico. La sezione di additivazione è composta da 12 pompe in linea per l’estrazione da grandi serbatoi da tot litri 100.000, collegati al sistema con valvole comandate mediante PLC, il che consente il dosaggio automatico a peso dell’additivo richiesto dal mix in preparazione. Oltre a stoccare numerosi additivi di utilizzo normale o comunque frequente (Glenium Sky 524 e Glenium Sky 527 per calcestruzzi ordinari, Glenium Pav 46 e Glenium Pav 44 per le pavimentazioni industriali rispettivamente estive e invernali, Micro Air 108 come aerante per classi di esposizione XF4, Rheocell come schiumogeno per malte e Geobeton e Polical, Pozzolith 105 XR come fluidificante ad azione ritardante, Rheubuil 807 – 1000 per pavimentazioni 28 quarry & construction Luglio 2007 ordinarie, Pozzolith BM come ritardante per malte, Glenium Sky 528 e 524 per gli SCC), alcuni contenitori sono mantenuti di riserva nel caso di necessità di nuovi prodotti, ad esempio per lavori speciali o particolari richieste del cliente. Tutto l’impianto può essere monitorato dalla sala controllo, ove l’operatore ha a disposizione le immagini fornite da un sistema di telecamere collocate nei punti chiave oltre a quella installata all’interno del mescolatore che l’operatore ha la possibilità di vedere mentre si realizza l’impasto, numerosi indicatori di funzionamento del processo produttivo, nonché i dispositivi di controllo e comando per la creazione ed il carico delle ricette predefinite. Si può tranquillamente affermare inoltre che la tipologia dell’impianto a torre cave & cantieri I motivi del successo Beton Veneta così come installata nella nostra filiale di Casaleone, garantisce l’assenza totale di polveri dovute alla produzione di calcestruzzo mentre con l’ausilio di una spazzatrice meccanica e della pavimentazione in calcestruzzo in tutta l’area di manovra dei veicoli attorno all’impianto si eliminano totalmente il formarsi di polveri causate dal trascinamento delle ruote dei mezzi. I 15 poli produttivi della Beton Veneta Sant’Angelo di Piove Sant’Elena Provincia di Padova Monselice Il vantaggio competitivo dell’azienda sta sicuramente nella sicurezza del gruppo direttivo e nella forte gerarchizzazione della struttura societaria. L’uso costante della delega e la responsabilizzazione delle figure aziendali, con speciale attenzione alle capacità ed attitudini specifiche, permette di svolgere con soddisfazione il lavoro per cui sono portate senza sentirsi un elemento qualsiasi ed accumulando dell’esperienza che risulterà poi fondamentale per la formazione di nuovo personale per i futuri avvicendamenti. La gestione delle cave per l’approvvigionamento di inerti è un problema delegato ai numerosi produttori della zona d’azione. I molteplici ed ampi stoccaggi permettono di coprire eventuali picchi di produzione e di contrattare prezzi più favorevoli dai fornitori. Quello che fa davvero la differenza rispetto alla situazione standard italiana, è l’efficiente gestione di un parco mezzi di proprietà così ampio. Sicuramente questa scelta è attuabile solo grazie alla politica aziendale di acquistare mezzi d’opera di alta qualità e prestazioni, e agli efficienti servizi di logistica (per sfruttare al massimo la macchina ed ammortizzarne il costo) e di manutenzione (per minimizzare i costi di esercizio delle stesse e garantirne l’efficienza in ogni contesto). E qui torniamo al discorso iniziale: solo un’azienda ben strutturata, con persone di valore nelle posizioni chiave può permettersi di operare delle scelte così coraggiose, peraltro premiate dal successo. Bagnoli di Sopra Casale di Scodosia Castagnaro Legnago Provincia di Verona Casaleone Isola Rizza S. Maria di Zevio Chievo Badia Polesine Provincia di Rovigo Occhiobello Castelnovo Bariano Provincia di Ferrara Ferrara Luglio 2007 quarry & construction 29