- sabato 14 novembre 2015 - l'Adige - Pagina: 8 - Gli australiani puntano all’«oro bianco» Enel vende a Macquarie per 335 milioni Rossi: partita aperta, c’è la prelazione FRANCESCO TERRERI twitter: @fterreri CONCESSIONI La prima scade nel 2018 TRENTO - Hydro Dolomiti Enel, joint venture col 51% in mano a Dolomiti Energia e il 49% a Enel Produzione, gestisce un parco di impianti idroelettrici, 26 di grande derivazione e 2 di piccola, con una potenza totale installata di 1.280 megawatt. La produzione realizzata nel corso del 2014 è stata pari a 4,2 miliardi di chilowattora. Le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche scadevano il 31 dicembre 2010 ma sono state prorogate dalla Provincia di dieci anni al 31 dicembre 2020. Le concessioni delle piccole derivazioni scadono invece nel 2029. Ma la prima concessione idroelettrica trentina in scadenza è quella di Santa Giustina che fa capo all’altra joint venture di Dolomiti Energia, quella con Edison. La concessione scade a fine 2018, il bando dovrebbe essere emanato entro giugno 2016 ma secondo la Corte Costituzionale sarà lo Stato a stabilire i criteri della gara. TRENTO - L’oro bianco delle centrali idroelettriche trentine fa gola a colossi finanziari internazionali come il gruppo australiano Macquarie. Enel Produzione ha firmato l’accordo per la cessione del 49% di Hydro Dolomiti Enel, la joint venture con Dolomiti Energia con 28 impianti in gestione, a Fedaia Holdings, società veicolo lussemburghese controllata dal Macquarie European Infrastructure Fund 4, gestito da Macquarie Infrastructure and Real Assets, società che gestisce fondi per 100 miliardi di euro e controlla infrastrutture in mezzo mondo, dagli aeroporti, tra i quali Bruxelles, alle autostrade, dalla Francia alla Cina, alle comunicazioni, all’energia. Il corrispettivo della cessione è di 335 milioni di euro oltre a un conguaglio sulla base degli usuali meccanismi. Ma l’operazione è subordinata al via libera dell’Antitrust europea e, soprattutto, all’esercizio del diritto di prelazione da parte del socio trentino. Per il presidente della Provincia, principale azionista di Dolomiti Energia, Ugo Rossi la partita è ancora aperta: «Valuteremo tutte le opzioni». L’operazione, afferma Enel in una nota, rientra tra le dismissioni di parte- cipazioni di minoranza previste nell’ambito della strategia di gestione attiva del portafoglio, annunciata al mercato lo scorso marzo. Come anticipato dall’Adige (15 settembre), per la cessione della partecipazione in Hde era stato affidato il mandato di advisor a Banca Imi e la platea dei potenziali acquirenti si annunciava affollata. Sulla società che gestisce 28 centrali Provincia e Dolomiti Energia valutano tutte le opzioni. Allarme di Tancredi (Uil): i fondi puntano solo ai profitti Hde è una gallina dalle uova d’oro. Nel 2014 ha fatturato 364 milioni, in crescita del 17%, con un Ebitda (margine lordo) di 247 milioni e un maxi utile netto di 147, che ha generato un dividendo di 100 milioni, 51 a Dolomiti Energia e 49 a Enel Produzione. La società è iscritta a bilancio Enel per 218 milioni. Se la vendita va in porto, l’ex monopolista incasserà una plusvalen- za di 117 milioni. Dolomiti Energia precisa che «rimane in essere il proprio diritto di prelazione» e che «attende di ricevere da Enel, secondo le modalità previste dallo statuto societario, la documentazione con le condizioni della transazione, per poter valutare l’esercizio di tale diritto. A seguito di tale comunicazione, Dolomiti Energia attiverà nei prossimi giorni le procedure necessarie per valutare le condizioni proposte da Enel e convocherà gli organi sociali competenti per la decisione finale sull’esercizio del diritto di prelazione». «Ci riserviamo di valutare bene il contratto, non solo il prezzo ma anche le condizioni e i termini di pagamento afferma Rossi - Le opzioni sono tre. Potremmo prendere atto dell’operazione oppure potremmo esercitare il diritto di prelazione su tutto o su parte del 49% di Hde». Si tratterebbe si sborsare centinaia di milioni per battere l’offerta di Macquarie. «Ma vogliamo capire quali sono le prospettive di investimento e le quali sono le condizioni poste dal partner». Il segretario della Uiltec Uil Alan Tancredi è preoccupato: «Le cessione ad un fondo, che ha come obiettivo solo i profitti, non avrà ricadute sul territorio, sugli investimenti, sulle assunzioni. Al cittadino di questi risultati d’oro non arriva niente».