IL PROBLEMA DELLA COMPLIANCE NEL
TRATTAMENTO CON FARMACI ANTIPSICOTICI
Daniela Speh
La compliance
La schizofrenia è un disturbo a lungo termine
e la compliance a programmi terapeutici
specifici può migliorare significativamente
le condizioni di salute della persona,
soprattutto in relazione alle possibili
ricadute che vanno ad aumentare il numero
delle ri-ospedalizzazioni e di conseguenza i
costi dovuti a questo aspetto (aumento
anche del 40%) (Weiden & Olfson 1995).
La compliance
La compliance alla terapia indica un comportamento individuale che
comprende, da un lato, il concetto di compliance (Rocca et al.,
2006), cioè l’assunzione di farmaci ai dosaggi indicati e, dall’altro,
quello di persistenza, cioè la continuazione della terapia per il
periodo di tempo consigliato.
Il termine adesione implica un’asimmetria decisionale tra il medico
che pone indicazione al trattamento ed il paziente che deve
attenervisi.
Il termine aderenza (Perkins 1999; Haynes et al., 1979), che si è
affermato successivamente, è ritenuto privo di connotazioni
potenzialmente negative, in quanto sottolinea il ruolo attivo del
paziente.
Esiste inoltre un terzo termine poco usato, concordanza (Gray et al.,
2002), basato sul concetto che l’alleanza terapeutica tra medico e
paziente è un processo di negoziazione che prevede il rispetto delle
esigenze di entrambi.
La compliance, intesa nell’accezione generale di adesioneaderenza-concordanza, è la tappa finale di un percorso
evolutivo che si instaura quando il paziente riesce a dialogare ed
a collaborare nella creazione del suo progetto terapeutico.
(Gray et al., 2002)
I farmaci antipsicotici offrono spesso un’efficacia solo parziale
nei confronti di pazienti con problemi clinici complessi: è
opportuno quindi l’impiego di altri trattamenti specifici per lo
sviluppo di un programma terapeutico globale.
(West et al., 2005)
La compliance alle prescrizioni terapeutiche, da parte delle persone
affette da schizofrenia, non supera il 50%.
(Marder 2003)
Il problema della non-compliance
Le persone con schizofrenia nella maggioranza dei
casi sono solo parzialmente complianti (Oehl et
al., 2000):
• spesso infatti tendono a modificare e a ridurre la
terapia prescritta;
• anche i livelli di aderenza variano nel tempo
(Young et al., 1986);
• l’aderenza è difficilmente misurabile e spesso si
tratta di una compliance parziale, classificata su un
continuum (Cramer & Rosenheck 1998).
Come si misura?
Diversi sono i metodi sperimentati nel tentativo di
monitorare questo aspetto (Lam et al., 2003):
• la conta delle pillole;
• test ematici e delle urine per la valutazione della
concentrazione del farmaco;
• la valutazione del clinico dell’adesione al
programma terapeutico (regolarità negli
appuntamenti di tipo clinico e nei colloqui,
partecipazione ai trattamenti di tipo psicosociale e
di riabilitazione e alle diverse attività concordate);
• strumenti / questionari di valutazione (es.
Morisky Medication Adherence Scale, 1986).
• Sembra però esserci una sovrastima della compliance sia nella
valutazione effettuata dai clinici che per quanto riguarda il
riferito dal paziente, che appare come un metodo poco
attendibile nella misurazione (Churchill 1985).
• Il problema della non aderenza può essere affrontato con
l’utilizzo di farmaci depot, i cosiddetti Long Acting (farmaci a
rilascio prolungato) utilizzati spesso proprio con pazienti con
una storia di non compliance (Heyscue et al., 1998) al fine di
abbassare il numero delle ricadute (Davis et al., 1993).
• Le cause più frequenti della scarsa o mancata aderenza della
persona possono essere riconducibili alle caratteristiche stesse
della malattia (Weiden et al., 1994) come ad esempio la
sospettosità, la negazione per mancanza di possibilità critica, le
difficoltà cognitive o la severità della psicopatologia che viene
infatti considerata predittrice negativa rispetto alla compliance
(Corriss et al., 1999).
FATTORI D’INFLUENZA
Esistono molteplici fattori che possono influenzare
l’aderenza alla terapia farmacologica.
L’OMS descrive il comportamento di ciascun paziente
come il frutto di una mescolanza di tali elementi che è
possibile raggruppare in quattro grandi categorie:
Fattori individuali (la persona);
Fattori sociali (l’ambiente di vita);
Fattori relativi al trattamento (la terapia);
Fattori relativi alla relazione terapeutica (il rapporto).
(Fleischhacker et al., 2003)
Fattori individuali
• Caratteristiche non modificabili (età, sesso, gruppo
etnico di appartenenza) non sembrano correlate alla
compliance.
• Tuttavia viene segnalata aderenza non adeguata tra i
pazienti molto giovani (Di Matteo & Di Nicola 1982)
o tra quelli molto anziani (Schwartz et al., 1962).
• Interagiscono tra loro, in modo non ancora chiaro,
elementi quali le risorse della persona, gli
atteggiamenti, le convinzioni, le percezioni e le
aspettative della persona stessa.
• Importanti sono la percezione della malattia e della
terapia prescritta (sia relativamente al soggettivo
bisogno di farmaci che rispetto ad una visione più o
meno negativa degli stessi) (Blackwell 1972;
Grunebaum et al., 2001), la motivazione a curarla e la
fiducia nelle proprie capacità di gestire il trattamento.
Fattori sociali
• E’ fortemente influenzata dalle opinioni di coloro con i quali sono in
relazione i pazienti.
• L’atteggiamento della famiglia e dei caregiver in generale ha una
grande rilevanza e l’accettazione della malattia e della conseguente
terapia farmacologica (Razali &Yahya 1995).
• Un ambiente di vita improntato alla comprensione ed al sostegno è
associato ad una migliore compliance (Young et al., 1986).
• Lo stigma sociale può spingere la persona a negare la malattia e ad
evitare i contatti con i servizi (Fleischhacker et al., 2003).
• E’ stato dimostrato che le iniziative informative rivolte al vicinato ed
il coinvolgimento dello stesso, al fine di aumentarne la conoscenza e a
ridurne il rifiuto, sono stati programmi educativi che hanno ottenuto
risultati molto positivi (Wolff et al., 1996).
• Importanti anche i valori, le convinzioni culturali ed un
atteggiamento fiducioso (Carrà et al., 2004), come pure la stabilità
delle condizioni di vita sembrano dimostrare correlazioni con la
compliance.
• Non si conosce approfonditamente l’influenza di variabili sociali quali
la residenza urbana o rurale, il livello di istruzione, la disoccupazione
etc. (Lacro et al., 2002).
Fattori di trattamento
Molti studi hanno dimostrato che la complessità del trattamento è
inversamente proporzionale al grado di aderenza (Fenton et al., 1997), per
cui ad esempio vengono preferiti i farmaci in singola somministrazione
giornaliera. In particolare:
• il numero e la frequenza delle dosi da assumere;
• la via di somministrazione (orale, intramuscolare etc.);
• altre caratteristiche peculiari del farmaco (dimensione, sapore);
• gli orari;
• la durata della terapia.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali, è bene sottolineare che
praticamente tutti i farmaci efficaci presentano effetti collaterali e che
anche per quanto riguarda i farmaci antipsicotici tali effetti hanno un
significativo impatto sulla compliance (c.d. tollerabilità) (Wieden et al.,
1986; Renton et al., 1963).
E’ opportuno segnalare però che le ultime revisioni sistematiche hanno
evidenziato che gli effetti collaterali determinati dall’uso dei farmaci non
sembrano essere il fattore più importante nel determinare l’aderenza alla
terapia (Adams & Howe 1993; Marder et al., 1983; Mutsatsa et al., 2003)
e possono avere sulla compliance un impatto inferiore rispetto alla loro
stessa efficacia (Kapman & Lehtinen 1999; Linden 1987).
Fattori della relazione terapeutica
Il rapporto con gli operatori di diverse professionalità presenti nel
servizio e la tipologia del servizio stesso, entro cui tale rapporto si
esplica.
Importante se le persone percepiscono il medico o l’operatore di
riferimento competenti, coinvolti, sinceramente interessati a loro
come individui (Frank & Gunderson 1990).
Abilità quali l’ascolto e l’empatia, la creazione di un rapporto basato
sulla fiducia, orientato al benessere ed all’empowerment della
persona, sembrano aspetti di fondamentale importanza e di grande
impatto sulla compliance (Haynes & Sackett 1976).
Se infatti la consapevolezza della malattia viene accresciuta e
sostenuta grazie a questo tipo di relazione, può essere sviluppata ad
esempio la capacità della persona di riconoscere i sintomi della
malattia (Lin et al., 1979) nonchè i benefici dell’assunzione dei
farmaci (Chan 1984) per evitare le ricadute legate alla remissione
sintomatologica, poichè essa non è sinonimo di guarigione certa
(Keith & 2003).
Obiettivo
Obiettivo dello studio è la valutazione della
compliance al trattamento dei soggetti con
diagnosi di psicosi in carico ai servizi di
salute mentale territoriali a Trieste, in
relazione alle variabili individuali, sociali
ed agli interventi terapeutico-riabilitativi.
La popolazione dello studio
3563 utenti in carico al Dipartimento di Salute
Mentale dell’ASS 1 Triestina.
Età: tra 18-65 anni
Diagnosi F20-29 (schizofrenia e altri disturbi
psicotici non affettivi) o F30-31 (episodi
maniacali e disturbo bipolare) secondo l’ICD-10
Prescrizione di uno o più farmaci antipsicotici
Durata di almeno 6 mesi
Frequenza almeno mensile di contatti con il
Servizio.
Variabili relative alla persona
• Genere;
• Classe di età;
• Struttura di riferimento;
• Categoria diagnostica.
• Compliance;
• Insight;
• Capacità di autogestione
del disturbo;
• Cura di sé;
• Autonomia nelle attività
strumentali.
Variabili relative alla rete Variabili relative al
rapporto con i servizi
sociale
•
•
•
•
Relazioni sociali;
Rapporti con i familiari;
Disponibilità caregiver;
Carico familiare.
• Intensità (frequenza) del
contatto con il servizio;
• Luogo prevalente di contatto
con la persona;
• Qualità del rapporto con il
servizio;
• Presenza di case manager
(operatore di riferimento
diverso dal medico).
Variabili relative ai trattamenti
Variabili relative alla
tipologia degli
interventi
Variabili relative al
trattamento
farmacologico
• Intervento con i familiari; • Effetti collaterali dei
• Interventi
farmaci;
riabilitativi/socializzanti. • Motivi delle variazioni di
terapia.
Analisi statistica
È stata effettuata una statistica descrittiva dei
parametri considerati.
La presenza dell’indipendenza fra le variabili
considerate è stata studiata mediante il test del χ².
E’ stato inoltre utilizzato il test non parametrico di
Mann Whitney per il confronto delle mediane di
alcuni parametri del gruppo “compliante” vs. il
gruppo “non compliante”.
La significatività statistica è stata posta ad =5%.
Per le analisi statistiche sono stati utilizzati
Microsoft Excel e il pacchetto statistico SPSS
(versione 15.0).
Risultati (1)
Donne
33,3
35
28,8
30
27,7
25
(%)
20
15
9,4
10
5
0,7
0
≥ 18 ≤ 24
≥ 25 ≤ 34
≥ 35 ≤ 44
≥ 45 ≤ 54
≥ 55 ≤ 64
Classi di età
CAMPIONE n = 587
Donne 45%
Uomini 55%
Uomini
40
35
30
25
(%) 20
15
10
5
0
35,6
25,6
20,6
16,6
1,6
≥ 18 ≤ 24
≥ 25 ≤ 34
≥ 35 ≤ 44
Classi di età
Diagnosi
89%  F20-29 schizofrenia e altri disturbi psicotici non affettivi
11%  F30-31 episodi maniacali e disturbo bipolare
≥ 45 ≤ 54
≥ 55 ≤ 64
Risultati (2)
Compliance
(n)
(%)
0 = rifiuto del trattamento farmacologico
11
1,9
1 = difficoltà di gestione della terapia per rifiuto temporaneo
dell’assunzione nei momenti critici e/o per abuso
28
4,8
2 = solo saltuariamente sforzi particolari
per l’assunzione della terapia farmacologica
24
4,1
3 = qualche piccolo problema nell’assunzione della terapia farmacologica
78
13,3
4 = compliance al trattamento farmacologico
443
75,5
Non noto
3
0,5
Totale
587
100,0
In questa ricerca, la modalità di determinazione della compliance alla terapia è basata sul
giudizio del clinico (c.d. clinician’s judgement), ed appare opportuno ricordare che sembra esso
tenda a sottostimare la non-compliance dei soggetti (Weiden et al., 1994).
Il 75.5% dei soggetti risulta avere una compliance completa mentre il restante 24% presenta un
livello di compliance che varia da parziale (partial compliance) a nullo.
Risultati (3)
Variabili individuali non modificabili e compliance
Non Compliant
(n)
(%)
Compliant
(n)
(%)
Totale
(n)
(%)
Test statistici
χ2
Uomini
82
25,6
238
74,4
320
54,5
p=0,319
Donne
59
22,1
208
77,9
267
45,5
Totale
141
24,0
446
76,0
587
100,0
età < 45 anni
74
28,1
189
71,9
263
44,8
età > 45 anni
67
20,7
257
79,3
324
55,2
Totale
141
24,0
446
76,0
587
100,0
F20-29
127
24,1
400
75,9
527
89,8
F30-31
14
23,3
46
76,7
60
10,2
Totale
141
24,0
446
76,0
587
100,0
Genere
Età
p=0,035
Diagnosi
p=0,895
Le associazioni tra compliance e le variabili mostrano indipendenza per quanto riguarda il genere e la
diagnosi del campione preso in considerazione.
Per quanto riguarda l’età, essa risultava al limite della significatività statistica prendendo in considerazione
tutte le 5 classi. Raggruppando le classi per età inferiore ai 45 e superiore-uguale ai 45 si registra una
migliore compliance nel raggruppamento di età tra i 45 ed i 65 anni (qui considerati come limite). Emerge
quindi che le persone con età compresa tra i 45 ed i 65 anni mostrano una maggiore compliance,
confermando quanto riportato in letteratura.
Risultati (4)
Altre variabili individuali e compliance
Non compliant
Compliant
Totale
Test statistici
(n)
(%)
(n)
(%)
(n)
(%)
χ2
Mann-Whitney
0 (Nulla)
36
43,4
47
56,6
83
14,1
p=0,000
p=0,000
1 (Scarsa)
28
35,9
50
64,1
78
13,3
2 (Inadeguata)
49
36,3
86
63,7
135
23,0
3 (Parziale)
23
14,8
132
85,2
155
26,4
4 (Completa)
5
3,7
131
96,3
136
23,2
Totale
141
24,0
446
76,0
587
100,0
0 (Nulla)
38
45,2
46
54,8
84
14,3
p=0,000
p=0,000
1 (Scarsa)
34
31,8
73
68,2
107
18,2
2 (Inadeguata)
40
29,9
94
70,1
134
22,8
3 (Parziale)
26
16,0
137
84,0
163
27,8
4 (Completa)
3
3,0
96
97,0
99
16,9
Totale
141
24,0
446
76,0
587
100,0
0 (Nulla)
8
33,3
16
66,7
24
4,1
p=0,000
p=0,001
1 (Scarsa)
31
44,9
38
55,1
69
11,8
2 (Inadeguata)
18
24,7
55
75,3
73
12,4
3 (Parziale)
26
19,1
110
80,9
136
23,2
4 (Completa)
58
20,4
227
79,6
285
48,6
Totale
141
24,0
446
76,0
587
100,0
0 (Nulla)
18
33,3
36
66,7
54
9,2
p=0,000
p=0,000
1 (Scarsa)
19
28,4
48
71,6
67
11,4
2 (Inadeguata)
35
34,7
66
65,3
101
17,2
3 (Parziale)
40
25,8
115
74,2
155
26,4
4 (Completa)
29
13,8
181
86,2
210
35,8
Totale
141
24,0
446
76,0
587
100,0
Insight
Autogestione
Cura di sé
Autonomia
•Le associazioni tra compliance e le altre variabili individuali sono
risultate tutte significative, e la compliance aumenta con l’aumentare
della qualità positiva delle variabili prese in considerazione.
•Sia la consapevolezza che la capacità di autogestione rimandano al
lavoro terapeutico riabilitativo nella misura in cui esso risulta orientato
alla recovery e quindi all’empowerment.
•Entrambe queste variabili risultano dipendenti dagli stili di lavoro e di
approccio nonché dall’esperienza vissuta dal soggetto nel contatto col
servizio (Mead & Copeland 2000).
•Una buona cura di sé nella vita quotidiana sembra legarsi ad un’alta
adesione, mentre soggetti più disabili tendono a mostrare maggiori
difficoltà.
•Allo stesso modo al crescere delle capacità del soggetto di operare in
modo indipendente ed autonomo cresce pure l’adesione.
•In generale i fattori individuali risultati statisticamente in relazione
significativa alla compliance sono da inserire in un'area che attiene già
alla relazione terapeutica e perciò sono considerati modificabili.
Risultati (5)
Variabili relative alla rete sociale e compliance
Non Compliant
Compliant
Totale
Test statistici
(n)
(%)
(n)
(%)
(n)
(%)
χ2
Mann-Whitney
0 (Nulle)
47
36,2
83
63,8
130
22,1
p=0,000
p=0,000
1 (Insufficienti)
33
27,7
86
72,3
119
20,3
2 (Scarse)
31
25,4
91
74,6
122
20,8
3 (Qualche Carenza)
21
17,6
98
82,4
119
20,3
4 (Buone)
9
9,3
88
90,7
97
16,5
Totale
141
24,0
446
76,0
587
100,0
0 (Nulli)
17
23,0
57
77,0
74
12,8
p=0,000
p=0,000
1 (Conflittuali)
31
41,9
43
58,1
74
12,8
2 (Scarsi)
25
33,8
49
66,2
74
12,8
3 (Qualche problema)
42
27,1
113
72,9
155
26,8
4 (Buoni)
26
12,9
176
87,1
202
34,9
Totale
141
24,4
438
75,6
579
100,0
0 (Nulla)
30
30,3
69
69,7
99
17,1
p=0,006
p=0,002
1 (Scarsa)
26
31,7
56
68,3
82
14,2
2 (Inadeguata)
38
28,1
97
71,9
135
23,4
3 (Parziale)
27
15,3
150
84,7
177
30,6
4 (Completa)
17
20,0
68
80,0
85
14,7
Totale
138
23,9
440
76,1
578
100,0
0 (Grave)
11
27,5
29
72,5
40
9,2
p=0,000
p=0,000
1 (Marcato)
27
43,5
35
56,5
62
14,2
2 (Difficoltà frequenti)
20
30,3
46
69,7
66
15,1
3 (Difficoltà occasionali)
27
23,7
87
76,3
114
26,1
4 (Nessun problema)
19
12,3
135
87,7
154
35,3
Totale
104
23,9
332
76,1
436
100,0
Relazioni sociali
Rapporti con i familiari
Disponibilità Caregiver
Carico Familiare
•Le relazioni sociali delle persone ed i rapporti con i familiari risultano di
fondamentale importanza nel sostenere la compliance.
•Anche la disponibilità del caregiver a prendersi cura della persona e a collaborare col
servizio, partecipando alle attività da esso promosse, come ad esempio le attività
formative e di psico-educazione (organizzazione di corsi tematici, stretta
collaborazione con le associazioni dei familiari, coinvolgimento della famiglia) pare
favorire la compliance come evidenziato in letteratura (Anthony et al., 2003). In
situazioni di conflittualità o di difficoltà nelle relazioni, il servizio si mostra orientato
alla presa in carico della famiglia in modo globale, considerandola un’importante
risorsa nel percorso personalizzato.
•Il carico familiare mostra pure una relazione inversa con l’adesione alla terapia (bassa
compliance): nelle famiglie dove i componenti vivono in funzione del soggetto malato
le relazioni possono presentare maggiori difficoltà e la compliance invece cresce se i
caregiver vivono una vita senza particolari rinunce o complicazioni. Il carico familiare
può essere notevolmente ridotto se il servizio mette in atto tutte le “buone pratiche” e
le strategie integrate finalizzate al miglioramento della qualità della vita ed al benessere
mentale di tutti i membri del nucleo (Dell’Acqua 2005).
Risultati (6)
Variabili relative al rapporto coi servizi e compliance
Non Compliant
Compliant
Totale
Test statistici
(n)
(%)
(n)
(%)
(n)
(%)
χ2
Mann-Whitney
giornaliera
36
38,7
57
61,3
93
16,4
p=0,002
p=0,007
almeno 1 volta a settimana
29
27,1
78
72,9
107
18,9
almeno 1 volta al mese
52
18,8
224
81,2
276
48,7
al bisogno e mai
23
25,3
68
74,7
91
16,0
Totale
140
24,7
427
75,3
567
100,0
27
27,8
70
72,2
97
16,5
p=0,008
-
sede CSM o altri punti servizio 66
19,5
273
80,5
339
57,8
luoghi di vita e sede CSM
48
31,8
103
68,2
151
25,7
Totale
141
24,0
446
76,0
587
100,0
0 (Difficoltà costanti)
9
64,3
5
35,7
14
2,4
p=0,000
p=0,000
1 (Difficoltà frequenti)
24
75,0
8
25,0
32
5,5
2 (Difficoltà saltuarie)
24
52,2
22
47,8
46
7,9
3 (Difficoltà lievi)
26
40,6
38
59,4
64
11,0
4 (Nessun problema)
57
13,3
371
86,7
428
73,3
Totale
140
24,0
444
76,0
584
100,0
Sì
33
17,5
156
82,5
189
32,4
p=0,011
-
No
107
27,1
288
72,9
395
67,6
Totale
140
24,0
444
76,0
584
100,0
Intensità rapporti CSM
Luogo di prevalenza contatto
luoghi di vita della persona
Qualità rapporto CSM
Operatore di riferimento
•Sembra sussistere una relazione inversa tra la compliance e l’intensità del rapporto
col servizio. Essa appare maggiore tra i bassi utilizzatori (almeno 1 volta al mese),
mentre gli alti utilizzatori si riscontrano maggiormente nel gruppo non compliante.
•Analogamente, i soggetti con compliance elevata tendono a recarsi autonomamente
presso la sede dei servizi come luogo prevalente di assistenza. Peraltro il CSM si
dispone a raggiungere le persone con disturbo psicotico severo e difficoltà di adesione
soprattutto nel luogo di vita (c.d. assertive outreach o assertive community
treatment, Rosen et al., 2007).
•L’individuazione di un operatore di riferimento diverso dal medico prescrittore (case
manager) da parte della persona appare più frequente in pazienti compliant. Si potrebbe
affermare che la presenza di operatori di riferimento testimonia un certo grado di
fiducia nel rapporto col servizio e quindi una maggior aderenza.
•Sarebbe tuttavia opportuno prevedere la presenza di case manager proprio a
sostegno delle persone con maggiori problemi di adesione ai programmi terapeutici,
quale misura di garanzia auspicabile.
•Tutto quanto sopra rilevato é confermato dai dati della qualità del rapporto, in cui
risulta che la maggior parte delle persone che non presentano problemi di gestione per il
servizio (gravosità nella HoNOS) si dimostrano altresì maggiormente complianti.
Risultati (7)
Trattamenti integrati
Tipologie di trattamento
(n)
(%)
Trattamenti Farmacologici
39
6,4
Trattamenti Farmacologici e Colloqui
100
16,4
Trattamenti Farm., Colloqui e Interventi riabilitativi socializzanti
35
5,8
Trattamenti Farmacologici, Colloqui e Interventi su Rete sociale
103
16,9
Tratt. Farm., Colloqui, Interventi riab. soc. e Int. su Rete sociale
145
23,8
Tratt. Farm., Colloqui, Int. riab. soc., Rete sociale e Sostegno econ.
59
9,7
Altre combinazioni di 3 o più tipologie di intervento
61
10,0
Altro
45
7,4
Non noto
21
3,5
Totale interventi
608
100,0
Risultati (8)
Variabili relative alla tipologia di trattamenti e compliance
Non Compliant
Compliant
(n)
(%)
(n)
Totale
Test statistici
(%)
(n)
(%)
χ2
p=0,010
Interventi con i familiari
Sì
41
18,8
177
81,2
218
38,4
No
99
28,4
250
71,6
349
61,6
Totale
140
24,7
427
75,3
567
100,0
Interventi riabilitativi /
socializzanti
Sì
58
20,6
223
79,4
281
49,6
No
82
28,7
204
71,3
286
50,4
Totale
140
24,7
427
75,3
567
100,0
p=0,027
Anche gli interventi con i familiari e quelli socializzanti e riabilitativi
mostrano un’elevata significatività nell’associazione con la compliance.
Risultati (9)
Motivi delle variazioni per ogni prescrizione precedente rilevata
(n=769)
Motivi della variazione
(da rapporto, cartella
o prescrittore)
2° Prescr.
3° Prescr.
4° Prescr.
5° Prescr.
Totale
(n)
(%)
(n)
(%)
(n)
(%)
(n)
(%)
(n)
(%)
Decisione persona
15
4,2
15
7,1
2
1,6
2
2,7
34
4,4
Scarsa efficacia
128
35,6
64
30,2
45
36,6
22
29,7
260
33,7
Intolleranza
65
18,1
35
16,5
21
17,1
10
13,5
131
17,0
Miglioramento
32
8,9
10
4,7
2
1,6
4
5,4
48
6,2
Discontinuità
14
3,9
9
4,2
4
3,3
1
1,4
28
3,6
Altro
22
6,1
13
6,1
11
8,9
5
6,8
51
6,6
Due o più motivi
37
10,3
29
13,7
13
10,6
11
14,9
90
11,7
Non noto
47
13,1
37
17,5
25
20,3
19
25,7
129
16,7
Totale variazioni
360
100,0
212
100,0
123
100,0
74
100,0
769
100,0
Limiti
• Parziale carenza di informazioni sul grado di
istruzione dei soggetti (missing data).
• Determinazione della compliance basata sul
giudizio clinico.
• Non è stata indagata la percezione della persona
stessa, relativamente al problema compliance.
Questo studio dimostra come la compliance
non appare come qualità o atteggiamento
del soggetto, o condizionamento della
malattia, ma è una variabile dipendente
dalla globalità della presa in carico e
dalla qualità comunitaria dei servizi,
nonché dal contesto socioculturale che
comprende anche gli operatori del
servizio stesso.
Poter intervenire sui fattori che migliorano la compliance
è di fondamentale importanza nella pratica clinica
quotidiana, soprattutto per la figura infermieristica,
coinvolta in prima persona nelle problematiche del
trattamento farmacologico, non ovviamente in quanto
prescrittore, ma sicuramente per tutti gli altri
molteplici aspetti relativi non solo all’assunzione del
farmaco ma all’informazione, alla psicoeducazione
della persona e del caregiver e più in generale
all’assistenza ed alla relazione terapeutica.
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