Un laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero DISTRETTO CALZATURIERO VENETO Un laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Relazione finale progetto di ricerca / Luglio 2006 Distretto Calzaturiero Veneto Via Mazzini, 2 – 30039 Stra (Ve) Italy tel. +39.049.9801422 fax. +39.049.9800503 [email protected] www.distrettocalzaturieroveneto.it Si ringrazia per la collaborazione alla realizzazione del progetto: Comitato Tecnico Scientifico: Adriano Agostini, Agostini Calzaturificio s.r.l. Francesco Baldin, Suolificio Thermoshoe s.n.c. Fabio Boldrin, Tacchificio Riviera s.r.l. Franco Ballin, Calzaturificio Ballin Franco & C. s.r.l. Roberto Barina Calzaturificio Ballin s.r.l. Paolo Destro, Paolo Destro S.p.A. Marcellino Doni, Calzaturificio Mima s.r.l. Paolo Giora, Suolificio G&B di Giora & Baldan s.r.l. Davide Pavanello, Suolettificio Insalp s.r.l. Aldo Tripodi, Formificio STF s.r.l. Emilio Zamberlan, Calzaturificio Zamberlan s.r.l. Michele Modesti Dipartimento di Processi Chimici dell’Ingegneria - Università degli Studi di Padova Angelo Penazzato, Menin Gianni Esperti del settore calzaturiero Chiara Pescarolo, Sabrina Cadamuro ACRIB (Associazione Calzaturifici Riviera del Brenta) Franco Cestonaro, Vittorino Martarello CNA di Rovigo (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) Elio De Gasperi Associazione Artigiani e Piccola Impresa “Città della Riviera del Brenta” Giampiero Menegazzo Rappresentante Patto di Distretto Mario Zambelli, Mauro Tescaro, Maria Elena Gennaro Politecnico Calzaturiero scarl Si ringrazia per la supervisione scientifica: Elisa Segato C.I.S.A.S. - Università degli Studi di Padova Con il contributo della Regione Veneto L.R. 8/2003 In collaborazione con: Rovigo Un laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Ricerca di materiali innovativi, realizzazione di prove e tarature e servizi di assistenza tecnica Relazione finale progetto di ricerca / Luglio 2006 PREFAZIONE DISTRETTI: 3 ANNI PROFICUI CHE IL CALZATURIERO HA SAPUTO METTERE A FRUTTO. ED ORA GUARDIAMO AL DOMANI di Fabio Gava Il modello distrettuale, che ha visto crescere e svilupparsi una miriade di piccole imprese, è stato quello che il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi ha definito “il miracolo” che ha saputo divenire “oggetto di studio nel mondo”. Un modello che ha dato vita a varie filiere produttive che costituivano e costituiscono delle vere “comunità” produttive. Nel rivolgermi ai protagonisti di una delle migliori esperienze in assoluto vissute nel Veneto in questi 3 anni e spiccioli come quella degli imprenditori del calzaturiero, mi pare questa citazione del Presidente della Repubblica il modo più adatto per esprimere tutta la mia considerazione e rivolgere a tutti sinceri complimenti per il cammino svolto ed i risultati raggiunti. La legge regionale che avete così ben saputo utilizzare ha dimostrato in questo triennio la fondatezza delle scelte operate dalla Regione Veneto che, proprio anche grazie alle indicazioni giunte dai destinatari della legge, ai primi di marzo ne ha approvato una rivisitazione, con un cammino veloce, concertato e concreto che è andato ben aldilà degli schieramenti politici, con tante novità come i metadistretti, i distretti di filiera, i nuovi parametri per favorire l’aggregazione, il rafforzamento delle Misure rivolte alla ricerca e all’innovazione. Ecco due parole chiave, come “internazionalizzazione” e “aggregazione sistemica” sulle quali si gioca il nostro futuro, e sulle quali il calzaturiero ha già saputo concentrare il suo lavoro in sede distrettuale, fatto ampiamente dimostrato nei contenuti di questa pubblicazione. La vera forza che le imprese possono trovare all’interno di questi sistemi organizzativi è anche quella di esprimere la loro capacità di cooperare dialogando tra loro, non in competizione, ma come “giocatori” con ruoli diversi di una “stessa squadra”, che riescono a vedere i loro competitors all’esterno. Di prendere consapevolezza di “essere comunità”, che parla lo stesso linguaggio, per favorire l’interscambio di conoscenze. Il Distretto allora diventa, e dovrà sempre più diventare, il luogo che esalta la struttura organizzativa di tanti piccoli che si specializzano e integrano reciprocamente, richiedendo d’altro canto servizi più avanzati della grande impresa, in cui le banche e le Istituzioni non possono rimanere inerti. Dall’agosto 2003, quando vennero riconosciuti dalla Regione i primi 28 Distretti, di strada ne è stata fatta tanta. Nel 2003 vennero presentati 123 progetti, di cui 116 ammessi a contributo per un totale di finanziamenti erogabili di quasi 15 milioni di Euro. Nel 2004 i Distretti salirono a 40; 107 furono i progetti ammessi; 16 milioni 730 mila Euro i fondi destinati dalla Regione. Questi numeri hanno mobilitato investimenti per 54 milioni di Euro, saliti ad oltre 60 milioni nel 2005, con altri 20 milioni di stanziamenti regionali. Dati di sintesi, questi, dai quali mi pare opportuno cogliere alcune considerazioni interessanti come, ad esempio, la crescita dei progetti relativi alle Misure “2” “ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico”: dai 16 proposti nel 2003, pari al 13%, siamo passati ai 40 del 2004, pari al 33%; e ai 58 del 2005, pari al 44% di tutti i progetti presentati e al 60% del cofinanziamento regionale impegnato. Dei questa escalation positiva il distretto della Calzatura è stato ed è una delle stelle polari, e di questo vi ringrazio e mi complimento. Avv. Fabio Gava Assessore Politiche Economiche ed Istituzionali Regione del Veneto PREMESSA Il settore calzaturiero Veneto si trova, oggi, a fronteggiare uno scenario competitivo in rapida e continua evoluzione dove i fenomeni più evidenti sono: il mutamento dei consumi, la perdita di importanza delle stagioni moda, la diffusione di nuove tecnologie CAD, l’internazionalizzazione delle imprese ed il miglioramento della qualità dei prodotti. Questi elementi esercitano sulle imprese una forte pressione sul cambiamento di tipo strategico ed organizzativo, e richiedono una revisione complessiva dei processi e delle metodologie di lavoro, finalizzate al miglioramento della competitività e del valore dell’offerta commerciale. Il Distretto Calzaturiero Veneto, costituito per accelerare questo processo di cambiamento, ha pianificato ed organizzato una serie di interventi finalizzati a migliorare la capacità competitiva delle aziende calzaturiere e della filiera. Nell’ambito di tali attività, presso il Politecnico Calzaturiero è stato potenziato e reso più efficiente il Laboratorio di Controllo qualità dei materiali, tramite il quale saranno effettuate prove e tarature e forniti servizi di assistenza tecnica, ricavando ogni utile informazione per le ricerche di settore sui materiali e sui processi, al fine di supportare le imprese nel mantenimento di elevati standard qualitativi. L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito della Legge Regionale 4 aprile 2003, n.8: “Disciplina dei Distretti Produttivi ed interventi di politica industriale locale – Bando 2004”, ed ha come obiettivo il miglioramento dei prodotti. i La qualità può essere mantenuta ad un alto livello o, addirittura, implementata, grazie all’introduzione di normative tecniche, strumenti per effettuare controlli ripetibili e standard di riferimento, per analizzare le caratteristiche chimiche e fisico-meccaniche delle calzature e dei loro componenti. Anche questa iniziativa si propone di sviluppare la cultura di chi opera nel settore, in collaborazione organica con il mondo dell’Università e le strutture di eccellenza, pubbliche e private, deputate al controllo della qualità dei materiali. Franco Ballin – Presidente ATI “Distretto Calzaturiero Veneto” ii INDICE Capitolo I - Introduzione 1 I.1 Generalità 1 I.2 Struttura organizzativa 2 I.3 Analisi delle problematiche 4 I.4 Laboratorio di controllo qualità materiali 8 I.4.1 Contesto 8 I.4.2 Tipi di prove 9 I.4.3 Risultati attesi 11 Capitolo II - Laboratorio di prova 13 II.1 Generalità 13 II.2 Prove di laboratorio e normativa 14 II.2.1 Il processo normativo 16 II.2.2 Le norme per i test in ambito calzaturiero 18 II.2.3 Le prove del Laboratorio del Politecnico Calzaturiero 19 II.3 Attrezzatture del laboratorio 22 II.4 Prove di laboratorio 57 II.4.1 Prove suddivise per componente 57 II.4.1.1 Calzature complete 58 II.4.1.2 Tomai 58 II.4.1.3 Fodere 59 iii II.4.1.4 Sottopiedi 60 II.4.1.5 Sottopiedi di pulizia 60 II.4.1.6 Suole 61 II.4.1.7 Tacchi 62 II.4.1.8 Contrafforti e puntali 62 II.4.1.9 Accessori 63 II.4.2 Prove suddivise per materiale 63 II.4.2.1 Cuoi 64 II.4.2.2 Gomme ed elastomeri 65 II.4.2.3 Tessuti 65 II.4.2.4 Non tessuti 66 II.4.2.5 Supporti rivestiti 66 II.4.2.6 Adesivi 67 II.4.2.7 Rinizione del cuoio 67 II.4.3 Schede tecniche delle prove 68 Indice delle tabelle 131 Webgrafia 137 iv Capitolo I – Introduzione Capitolo I INTRODUZIONE I.1 GENERALITÀ Negli ultimi anni una serie di cambiamenti strutturali e strategici del mercato ha provocato un’evoluzione delle regole e delle relazioni competitive nel settore moda. Questi mutamenti si riflettono sull’industria calzaturiera, la cui situazione economica mostra segnali di chiara sofferenza. Appare, quindi, opportuno che le imprese calzaturiere si impegnino in un processo di recupero e di miglioramento della propria competitività e del valore della propria offerta commerciale, senza attendere una ripresa sostenuta della domanda in tempi brevi. Alla modifica della situazione congiunturale si aggiunge quella della struttura del mercato, determinata da condizioni destinate a permanere nel tempo. Il settore calzaturiero ha bisogno di essere presidiato con una visione sistematica di spettro più ampio, in modo da promuovere la ricerca e l’innovazione di prodotto e di processo, lo sviluppo delle risorse umane e la penetrazione nei mercati italiani ed esteri. In questa prospettiva presso il Politecnico Calzaturiero è stato costituito un laboratorio per il controllo della qualità dei materiali, finalizzato alla fornitura di servizi di assistenza tecnica, ricerche di settore, effettuazione di prove e tarature per le aziende Calzaturiere del Distretto Veneto. 1 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero I.2 STRUTTURA ORGANIZZATIVA Nei paesi dell'Europa mediterranea e, in particolare, in Italia, la produzione di calzature è concentrata in aree ben definite, caratterizzate da un’elevata presenza di aziende di dimensioni medio piccole. Nelle Marche, in Toscana ed in Veneto, le imprese calzaturiere, che mediamente contano circa venti addetti, hanno contribuito alla nascita di veri e propri distretti specializzati per tipologia di prodotto, nei quali sono presenti due distinti comparti: quello dei produttori di calzature finite e quello dei produttori di parti, componenti e accessori. La specializzazione ha consentito, in passato, alle piccole/medie aziende un’ottimizzazione dei processi produttivi e una maggiore flessibilità, tuttora inadeguata rispetto alle nuove necessità del mercato. Nel Veneto, dal punto di vista geografico, gli insediamenti sono caratterizzati dalla presenza di tre principali poli produttivi localizzati nelle province di Padova, Venezia, Rovigo, Treviso, Verona e Vicenza. Particolari condizioni di tipo storico e culturale, hanno favorito lo sviluppo di specializzazioni territoriali che presentano le seguenti caratterizzazioni: calzature da donna/uomo di tipo classico e di qualità fine/lusso, realizzate in piccole serie, calzature da donna/uomo di qualità media, prodotte in grandi volumi, ed, infine, scarponi da sci e calzature sportive. Il distretto Calzaturiero è costituito da un insieme di aziende che appartengono a tutte le realtà territoriali precedentemente citate, e raccoglie sia le aziende calzaturiere che rappresentano l’anello di collegamento con il mercato finale, che le aziende della filiera produttiva. 2 Capitolo I – Introduzione La maggioranza delle aziende del Distretto è caratterizzata da una dimensione media molto ridotta, circa 15-20 addetti, svolge un grande lavoro di progettazione, proponendo circa 200-250 modelli a stagione, e produce una quantità media per modello molto bassa (da alcune migliaia di paia a poche decine). L’elevata specializzazione, la profonda conoscenza tecnica delle singoli fasi produttive, la notevole dinamicità e flessibilità, rappresentano i punti di forza delle aziende del Distretto, consentendo di rispondere rapidamente ed efficacemente ai mutamenti del mercato. Un grosso contributo alla capacità competitiva delle aziende del Distretto viene, anche, dall’ininterrotto flusso di idee, alimentato dalla collaborazione e dagli scambi di esperienze con le aziende della filiera produttiva (formifici, tacchifici, suolifici, tomaifici, etc.) che producono parti, componenti ed accessori. La diffusa presenza, nel territorio, di questa tipologia di aziende, ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del Distretto, perché garantisce una rapidità di risposta ai mutamenti della domanda del mercato, ed un’elevata innovatività dei progetti. Tali imprese non forniscono prodotti/servizi, esclusivamente, ai calzaturifici del Veneto, ma lavorano, anche, per altre aziende italiane ed europee. I numerosi studi di progettazione, presenti nel territorio, fanno parte integrante della filiera produttiva, e sono impegnati a disegnare e progettare modelli di calzature sia per le aziende del Distretto, che per quelle di tutto il mondo. Il successo delle aziende calzaturiere del Distretto Calzaturiero Veneto si basa su alcuni elementi comuni: da un lato, la sensibilità per lo 3 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero stile, il gusto, il design e l’estetica; dall’altro l’artigianalità e l’attenzione rigorosa ad ogni particolare. I.3 ANALISI DELLE PROBLEMATICHE Una serie di cambiamenti strutturali del mercato verificatisi negli ultimi anni, ha mutato le regole e le relazioni competitive del settore moda, modificandone le strategie. In particolare, sul versante dell’offerta e della domanda finale, si può notare che: • il settore risulta penalizzato dalla caduta delle barriere commerciali e da una competizione con i paesi asiatici impossibile a sostenersi a causa dei bassi costi di produzione; • la distribuzione e le vendite dirette diventano prerogative di un numero sempre maggiore di produttori; • i canali distributivi e le forme di vendite mutano e si evolvono; • la presenza di supply chain estese incorporanti un gran numero di fasi (dall’ideazione, alla produzione ed alla distribuzione) è sempre più allargata. Per quanto concerne il versante dell’offerta finale va considerato che: 4 Capitolo I – Introduzione • lo scenario demografico mondiale è profondamente cambiato, e questo comporta la formazione di nuovi grandi mercati e nuove segmentazioni della clientela; • gli stili di vita ed i comportamenti d’acquisto si evolvono rapidamente; • il brand è diventato l’elemento identificativo e di riconoscimento delle nuove community, non solo a livello giovanile, ma in modo trasversale per tutte le età; • la competizione di altri prodotti di consumo o di investimento rispetto all’abbigliamento è forte, come nel caso dei prodotti high-tech. La struttura del mercato e le variabili che caratterizzano la competizione manifestano una marcata dinamicità, caratterizzata dal passaggio: • da una dominanza delle caratteristiche funzionali e di prezzo del prodotto a quella del disegno e dell’evoluzione continua della proposta moda; • da una domanda in parte prevedibile e pianificabile ad una altamente volatile; • da una variabilità dell’offerta bassa ad una alta; • da cicli di vita del prodotto relativamente lunghi a cicli brevi; • da motivazioni d’acquisto relativamente razionali (come fiducia e qualità) a motivazioni emozionali; 5 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero • da logiche di soddisfazione del mercato esistente a logiche di creazione o apertura o cattura di nuovi segmenti della domanda in fiere; • dalla competizione sui prezzi, che non è più sostenibile nei paesi avanzati, alla ricerca di premium price. Di conseguenza, essendo mutate anche le leve competitive, risulta che: • la capacità di adattamento è stata sostituita dalla risposta rapida; • l’efficienza dalla flessibilità; • l’enfasi sui costi dall’enfasi sui margini; • l’attenzione ai costi interni di produzione dalla ricerca di una gestione soddisfacente dei costi di transazione; • i fornitori principali o strategici tendono sempre più a diventare partner; • il tempo diviene il principale fattore critico. Le imprese calzaturiere si devono impegnare in un processo di recupero e di miglioramento della propria competitività e del valore della propria offerta commerciale, senza poter fare affidamento su una ripresa massiccia e a breve dei mercati e della domanda. Il settore calzaturiero ha bisogno di essere presidiato con una visione ampia e con metodo, promuovendo la ricerca e l’innovazione di prodotto e di processo, lo sviluppo delle risorse umane e l’ingresso nei mercati italiani ed esteri. 6 Capitolo I – Introduzione I cambiamenti che sono avvenuti si stanno riflettendo sul modello e sulle logiche di progettazione e di produzione, in profonda mutazione. La produzione è definitivamente passata da continuativa, basata sul riassorbimento continuo secondo logiche “make to stock”, a stagionale, fondata sulla risposta rapida alle richieste del mercato secondo logiche “make to order”. Essa tende ad evolversi ulteriormente in direzione di modelli dinamici basati sulla multicollezione, le proposte flash e la progettazione rapida, secondo logiche “engine to order”. Questi nuovi modelli devono convivere nel reengineering delle filiere e delle reti d’imprese, svilupparsi contestualmente con processi di delocalizzazione internazionale della produzione (per i prodotti relativamente standardizzati o a minimo contenuto moda). Tutto questo porta a dover gestire più modelli eterogenei a livello produttivo, logistico e distributivo. Il governo delle supply chain sposta la sua attenzione dalla disponibilità delle merci a magazzino, alla gestione della capacità produttiva della filiera e di approvvigionamento dei materiali, fino al controllo dei tempi di consegna, con la necessità di ottimizzare la logistica integrata. L’obbiettivo diventa così l’operatività dell’intera supply chain, coerentemente con le esigenze della domanda, con la capacità di ripianificazione e riallocazione, in tempo reale, delle risorse e dei processi su più soggetti diversamente specializzati e variamente integrati. In una rete d’imprese dominate da un capofiliera o, più raramente, in un sistema policentrico, la differenza tra attività interne ed esterne all’impresa tende a sfumare, diventano critici i costi di transazione, aumentano la complessità e la necessità d’integrazione tra imprese diverse e formalmente autonome, e la necessità di conseguire economie di rete (e non più solo 7 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero di scala o di scopo) al fine di aumentare o mantenere la redditività ed i margini. Il concetto di processo logistico si allarga incorporando le fasi a monte e a valle del classico flusso “in-plant-out”, includendo le fasi di lancio “time to market” dei nuovi prodotti, e l’assistenza post vendita, fino ad affrontare l’integrazione cliente-fornitore in tutti i suoi aspetti. Si devono perseguire queste esigenze mantenendo accettabile il livello di competitività sui costi dell’intera filiera: infatti, la capacità di abbattere i costi e di raggiungere il migliore “total cost of owner ship” della catena conserva tutta la sua importanza nelle fasi di congiuntura difficile, oltre alle capacità reattive, innovative e di servizio al cliente. I.4 LABORATORIO DI CONTROLLO QUALITÀ MATERIALI I.4.1 Contesto Per promuovere lo sviluppo delle attività imprenditoriali, l’innalza- mento della competitività del Distretto e la compartecipazione delle aziende, si devono potenziare le politiche di penetrazione commerciale nei mercati esteri, sostenendo le imprese negli investimenti finalizzati al rinnovo dei prodotti e dei processi produttivi. Finora queste aziende hanno realizzato, con successo, prodotti di elevata qualità, utilizzando materiali idonei ed effettuando lavorazioni accurate. L’accelerazione dei cambiamenti imposta dalla moda, la proposta 8 Capitolo I – Introduzione continua di nuovi materiali e componenti, l’introduzione di nuove macchine utensili nel processo produttivo, e la progressiva dequalificazione delle maestranze legata alla scarsa appetibilità dei settori manifatturieri, hanno reso difficilmente controllabili il processo e la qualità dei prodotti. Fin dagli anni ‘80, gli Enti normativi Internazionali e Nazionali hanno elaborato, in base alle esigenze del mondo industriale, una serie di normative tecniche specifiche per il settore calzaturiero. Esse interessano i materiali da utilizzare (pelli, tessuti e materiali plastici), le calzature di sicurezza, quelle classiche e sportive, sia da donna che da uomo. La sensibilità e l’attenzione ai controlli di qualità nelle aziende che operano nel settore della calzatura classica, si sono sviluppate sono negli ultimi anni, sia perché è sempre più difficile garantire la conformità dei nuovi materiali, sia perché i grandi gruppi di acquisto, le catene di distribuzione e le griffe internazionali per cui operano molte aziende calzaturiere, richiedono prodotti con una qualità costante e misurabile. I.4.2 Tipi di prove Le tipologie di prove che si possono effettuare presso il Laboratorio di materiali si differenziano in base a due criteri diversi: il componente della calzatura sotto esame, o il tipo di materiale sottoposto a prova. In particolare, nella prima suddivisone si considerano le calzature, per le quali si possono eseguire le prove di tenuta dei tacchi, di distacco dei tomai dalle suole e di impermeabilità dinamica e resistenza all’acqua, i contrafforti e i puntali, per i quali si verificano la capacità all’incollaggio e 9 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero le caratteristiche meccaniche, i tacchi, per i quali si testano la resistenza a fatica e all’inchiodatura, l’impatto laterale e la tenuta del soprattacco al tacco, gli accessori, per i quali si possono eseguire le prove di trazione, di rilascio di nichel e di resistenza alla corrosione; per le restanti parti della calzatura (tomai, fodere, sottopiedi, sottopiedi di pulizia, suole), si possono eseguire delle prove che, a volte, sono in comune, come quella per la determinazione della resistenza a flessioni ripetute, a lacerazione, a trazione, ad abrasione, al sudore, a cucitura, a sfaldatura e delaminazione, della permeabilità e dell’assorbimento del vapor d’acqua, della migrazione del colore e della solidità dello stesso allo strofinio. Nella seconda categoria si considerano le prove di laboratorio divise in base al materiale che viene testato. Nel caso del cuoio si effettuano prove di tipo chimico o meccanico. Nel primo caso si può determinare il contenuto di pentaclorofenolo, di formaldeide libera, di coloranti azoici, di cromo esavalente, e la misura del pH e dell’indice differenziale. Per quanto riguarda, invece, le prove meccaniche bisogna effettuare una distinzione in base al materiale in questione, che può essere cuoio, gomma od elastomero, un supporto rivestito, un tessuto o nontessuto, un adesivo. Le prove più frequenti sono la determinazione della resistenza a trazione, a lacerazione, alle flessioni ripetute, ad abrasione, la valutazione della permeabilità al vapor d’acqua, dell’assorbimento d’acqua e la misura dello spessore. Altre tipologie di prove sono quella di durezza per la gomma e gli elastomeri, la determinazione del potere adesivo e della temperatura e del tempo di riattivazione per gli adesivi, la solidità del colore alla luce per i tessuti e la solidità del colore allo strofinio per i supporti rivestiti. 10 Capitolo I – Introduzione I.4.3 Risultati attesi Il progetto di costituzione di un laboratorio presso il Politecnico Cal- zaturiero prevede la realizzazione di prove di tipo fisico, meccanico e chimico su materiali, componenti e calzature complete realizzati dalle aziende del Distretto Calzaturiero Veneto, al fine di garantire la realizzazione di scarpe di alto livello qualitativo. Gli indicatori che nel tempo saranno utilizzati per valutare il successo del Laboratorio di materiali sono i seguenti: • la completezza delle tipologie dei test e delle prove realizzabili; • la completezza delle tipologie dei materiali caratterizzabili; • le competenze maturate dal personale addetto alla gestione del laboratorio; • lo stato di applicazione delle procedure operative e del sistema di qualità. 11 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero 12 Capitolo II – Laboratorio di prova Capitolo II LABORATORIO DI PROVA II.1 GENERALITÀ Il mercato potenziale dei servizi di controllo qualità materiali per il settore calzaturiero è molto promettente. Infatti, la tendenza crescente dei grandi gruppi di acquisto, delle catene di distribuzione e delle griffe internazionali, per cui operano molte delle aziende calzaturiere, è quella di richiedere una qualità dei prodotti costante e misurabile, che può essere garantita solo attraverso un controllo rigoroso della qualità dei materiali, dei componenti e della calzatura finita. Presso il Politecnico calzaturiero è stato istituito il Laboratorio per il controllo della qualità dei materiali e per l’esecuzione di prove e tarature. L’ambiente è condizionato, e si trova ad una temperatura costante di 23°C±2°C e ad un’umidità relativa pari al 50%±5%, per garantire la validità tecnica delle prove che vengono effettuate. Al suo interno si trovano diversi tipi di attrezzature per le prove sui materiali e sui componenti delle calzature. In Fig.II.1 si può osservare la vista in pianta del Laboratorio. 13 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero II.2 PROVE DI LABORATORIO E NORMATIVA Lo svolgimento di prove di laboratorio su materiali e componenti ha generalmente gli obiettivi di determinare le caratteristiche del materiale e di verificarne l’idoneità all’uso finale, qualsiasi sia l’ambito di ricerca, o di applicazione dell’oggetto di prova. Nel primo caso il test permette di misurare le proprietà intrinseche del materiale, come ad esempio il carico di rottura, il modulo elastico, o l’allungamento a rottura. Nel caso di verifica dell’idoneità all’uso finale, la prova simula ciò che accade al materiale o al componente durante l’utilizzo, come ad esempio flessioni ripetute, urti, usura, esposizione a particolari agenti che ne provocano il degrado o l’invecchiamento. Le metodologie di prova sono regolate da norme, al fine di garantire l’attendibilità dei risultati e la ripetibilità delle procedure. Le norme in vigore in Italia sono pubblicate dall’UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione, che svolge attività normativa in quasi tutti i settori industriali, commerciali e del terziario e partecipa, in rappresentanza dell'Italia, all'attività normativa degli organismi sopranazionali di normazione: ISO (International Organization for Standardization) e CEN (Comité Européen de Normalisation). In generale si può dire che le norme nascono dall’esigenza, da parte del mercato, di un riferimento ufficiale che regolamenti un certo aspetto. 14 Capitolo II – Laboratorio di prova Figura II.1 – Vista in pianta del laboratorio per il controllo della qualità dei materiali. 15 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Storicamente i mercati sono stati delimitati dalle frontiere politiche degli Stati, negli anni successivi alla fine del primo conflitto mondiale, sono stati pertanto fondati gli enti di normazione nazionali dei paesi industrialmente più attivi (in Italia l’UNI è nato nel 1921). Le norme avevano validità nazionale e, inevitabilmente, ogni Stato aveva le proprie, generalmente diverse da quelle degli altri paesi. Successivamente è nato l’ISO quale organismo internazionale di normazione, mentre dai primi anni 60, con l’avvento del mercato comune e poi del mercato unico tra i principali paesi dell’Europa occidentale, riuniti nella CEE (poi UE), il mondo della normazione ha intrapreso una nuova esperienza comune che ha portato alla nascita del CEN. L’attività europea di normazione ha avuto il suo massimo sviluppo con l’emanazione delle direttive di “nuovo approccio” e della marcatura CE per la circolazione di prodotti sicuri sul territorio europeo. II.2.1 Il processo normativo Si è detto che le norme nascono da esigenze espresse dal mercato: il primo passo consiste nella richiesta all'organismo di normazione della messa allo studio di un progetto di norma. Si avvia così un processo fondamentalmente unificato in tutto il mondo che si conclude con la pubblicazione della norma stessa. A livello nazionale ciò avviene a seguito della ratifica del presidente dell’UNI. 16 Capitolo II – Laboratorio di prova A livello europeo i progetti vengono sottoposti al voto degli organismi di normazione nazionali e, in caso di approvazione, la norma viene ratificata e resa disponibile. Tuttavia si può parlare di pubblicazione effettiva su tutto il territorio europeo soltanto quando ogni organismo di normazione nazionale ha assolto l’obbligo di “recepire” la norma EN (che diventa UNI EN in Italia), eventualmente pubblicandola nella propria lingua e ritirando quella/e nazionale/i esistenti sul medesimo argomento. Anche a livello internazionale i progetti vengono sottoposti al voto degli organismi di normazione nazionali e, in caso di approvazione, la norma viene pubblicata quale norma ISO. Non bisogna però pensare che tutte le norme ISO siano state elaborate per riferirsi ad un unico mercato globale. Una norma ISO, infatti, può essere adottata a livello nazionale quale norma UNI ISO, in italiano, quando ciò venga ritenuto un utile complemento del parco normativo nazionale; diventando una norma UNI ISO diventa così un documento di riferimento anche per le transazioni che si svolgono all’interno delle frontiere dell’Italia. Al pari di quanto è accaduto per le norme nazionali, anche il mercato unico europeo valuta la validità di quanto già esistente in ISO per, eventualmente, adottarlo senza modifiche con la sigla EN ISO. La differenza importante rispetto all’ISO risiede nella regola che obbliga al recepimento nazionale delle norme EN ed al ritiro delle norme nazionali in contrasto. Riassumendo, possiamo dire che in Italia l’utente si può trovare di fronte alle seguenti possibilità: 17 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero • norme ISO non adottate a livello nazionale (con prefisso ISO); • norme ISO adottate a livello nazionale (con prefisso UNI ISO); • norme ISO adottate dal CEN (con prefisso EN ISO) e conseguentemente adottate a livello nazionale (con prefisso UNI EN ISO); • norme CEN (con prefisso UNI EN); • norme UNI (con prefisso UNI). II.2.2 Le norme per i test in ambito calzaturiero Per quanto concerne gli standard che riguardano le prove sulle calzature e i loro materiali e componenti, si può pensare di dividerli in due gruppi, a seconda dell’oggetto di prova: • tipologia di utilizzo/componente; • tipologia di materiale. Il primo insieme di norme è piuttosto recente ed in continuo perfezionamento e, riferendosi esplicitamente all’ambito della calzatura, annovera fra gli oggetti di prova tomai, fodere, sottopiedi, suole, tacchi, ecc., indipendentemente dal particolare materiale che li costituisce. Il secondo insieme include materiali come cuoio, tessuti, non tessuti, supporti rivestiti, elastomeri, ecc., senza fare esplicito riferimento alla loro applicazione nell’industria calzaturiera. Questo orientamento può apparire irrilevante, ma denota un ampliamento di vedute, rispetto alla possibilità di introdurre innovazioni nel cam- 18 Capitolo II – Laboratorio di prova po dei materiali: il materiale non è classificato e qualificato in base al suo nome ed alle sue proprietà intrinseche, bensì rispetto al campo di applicazione prescelto, in questo caso la calzatura. Per la produzione dei suoi componenti si può quindi pensare di utilizzare qualsiasi materiale, sia totalmente nuovo, che proveniente da altri settori merceologici, purché sia in grado di superare le prove normate per quella precisa destinazione d’uso (tomaio, fodera, ecc.). II.2.3 Le prove del Laboratorio del Politecnico Calzaturiero È stata realizzata un’indagine presso alcuni calzaturifici, al fine di conoscere quali sono le prove maggiormente richieste per testare i materiali ed i componenti delle calzature; si è cercato inoltre di capire quale sia il modus operandi dei calzaturifici, nel selezionare ed utilizzare i materiali ed i componenti, per valutare l’entità della domanda nel bacino di utenza del laboratorio del Politecnico Calzaturiero. Si può dire che nei confronti di questo tema esistono due tendenze. La maggior parte dei calzaturifici esegue poche prove, affidandosi ai consigli ed alle garanzie dei propri fornitori: si tratta di aziende la cui produzione è di tipo tradizionale e basata sull’utilizzo di pellame, pertanto non sottopongono a prova i materiali utilizzati, poiché sono stati testati direttamente sul campo ormai da anni. I calzaturifici che invece mantengono rapporti anche con fornitori occasionali, o che osano di più, sia dal punto di vista stilistico, che dal punto di vista delle innovazioni tecniche, devono eseguire dei test, per preve- 19 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero nire eventuali danneggiamenti in fase di produzione, o nel caso più spiacevole, durante l’utilizzo della calzatura. Le prove eseguite negli ultimi tre anni sono state, quindi, raccolte e classificate in base all’oggetto da testare, e si tratta soprattutto di prove che riguardano la verifica del materiale rispetto alla destinazione d’uso. Per la caratterizzazione della calzatura completa, le prove più richieste sono le seguenti: Determinazione della resistenza al distacco della tomaia dalla suola; Determinazione dell'impermeabilità dinamica; Determinazione dell'isolamento termico; Determinazione della tenuta del tacco al fondo; Determinazione della resistenza al lavaggio. Per la caratterizzazione dei tomai, le prove più richieste sono le seguenti: Determinazione della resistenza alle flessioni ripetute; Determinazione della resistenza alla lacerazione; Determinazione della resistenza alla trazione e dell'allungamento percentuale a rottura; Determinazione della resistenza alla delaminazione; Determinazione della solidità del colore allo strofinio e alla migrazione; Determinazione della permeabilità e dell'assorbimento di vapore d'acqua; Determinazione dell'impermeabilità dinamica; Determinazione della resistenza alla cucitura; Determinazione dell'adattabilità alla forma. Per la caratterizzazione di fodera, tallonetta e sottopiede di pulizia, le prove più richieste sono le seguenti: Determinazione della resistenza alle flessioni ripetute; Determinazione della resistenza alla trazione; Determinazione della resistenza all'abrasione; Determinazione della resistenza alla lacerazione; Determinazione della permeabilità e dell'assorbimento di vapore d'acqua; Determinazione dell' assorbimento e del deassorbimento di acqua dai sottopiedi di pulizia; Determinazione della solidità del colore 20 Capitolo II – Laboratorio di prova allo strofinio e alla migrazione; Determinazione della resistenza al sudore. Per la caratterizzazione dei sottopiedi, le prove più richieste sono: Determinazione della resistenza alla lacerazione; Determinazione della resistenza alla cucitura; Determinazione della resistenza alla sfaldatura; Determinazione della resistenza alla perforazione del chiodo; Determinazione dell' assorbimento e del deassorbimento d'acqua; Determinazione della resistenza all'usura. Per la caratterizzazione delle suole, le prove più richieste sono: Determinazione della resistenza alle flessioni ripetute; Determinazione della resistenza all'abrasione; Determinazione della resistenza alla lacerazione; Determinazione della stabilità dimensionale; Determinazione della resistenza alla delaminazione; Determinazione della resistenza alla trazione; Determinazione della capacità all'incollaggio; Determinazione della durezza Shore. Per la caratterizzazione dei tacchi e dei soprattacchi, le prove più richieste sono: Determinazione della resistenza all'abrasione del soprattacco; Determinazione della resistenza allo scivolamento del soprattacco; Determinazione della tenuta del soprattacco al tacco; Determinazione della resistenza agli urti ripetuti del tacco; Determinazione della tenuta dei chiodi al tacco; Determinazione della resistenza alla fatica del tacco; Determinazione della durezza Shore del sopratacco. Per la caratterizzazione di contrafforti e puntali, le prove più richieste sono: Determinazione della capacità all'incollaggio; Determinazione delle caratteristiche meccaniche. Per la caratterizzazione degli adesivi, le prove più richieste sono: Determinazione della resistenza allo strappo; Determinazione dello scor- 21 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero rimento a temperatura costante; Determinazione della temperatura ottimale di riattivazione; Determinazione della massa volumica. Per la caratterizzazione dei cuoi, le prove più richieste sono: Determinazione del contenuto di formaldeide libera; Determinazione del contenuto di pentaclorofenolo; Determinazione del contenuto di cromo esavalente; Determinazione del contenuto di azocoloranti. Per la caratterizzazione degli accessori, le prove più richieste sono: Determinazione della resistenza all'abrasione dei lacci; Determinazione della resistenza all'apertura laterale della cerniera; Determinazione della tenuta della chiusura (cursore); Determinazione della resistenza alla corrosione e del rilascio di nichel degli accessori metallici. II.3 ATTREZZATTURE DEL LABORATORIO Nel Laboratorio per il controllo della qualità dei materiali sono di- sponibili delle attrezzature specifiche per eseguire determinate prove: un Abrasimetro a tamburo rotante per la prova di abrasione di suole, gomme ed elastomeri, un Abrasimetro di tipo Martindale per la prova di abrasione di tomai, cuoi, tessuti, non tessuti ed accoppiati (tessili+sintetici), una Bilancia elettronica, un Dinamometro elettronico per la prova di resistenza a trazione, flessione, compressione, taglio, carico alternato ed altri tipi di sollecitazione dinamica, un apparecchio Dome per la misurazione della resistenza alla messa in forma di contrafforti e puntali, un Durometro Shore per la determinazione della durezza di gomma, elastomeri e materie plastiche, un apparecchio per la misurazione della resistenza all'impatto 22 Capitolo II – Laboratorio di prova continuo dei tacchi per calzature da Signora, un Flessimetro tipo Bally normale ed uno per le basse temperature per lo svolgimento di prove atte alla determinazione della resistenza alle flessioni ripetute di tomai, cuoi e pelli artificiali, un Flessimetro tipo Bennewart ed un Flessimetro Ross per la misurazione della resistenza alle flessioni ripetute delle suole, un apparecchio per la determinazione della resistenza all'impatto laterale continuo dei tacchi per calzature da Signora, un apparecchio per la determinazione dell’impermeabilità del cuoio delle suole, una Lampada allo xeno per la misurazione dell’invecchiamento accelerato alla luce artificiale delle calzature, un apparecchio per la determinazione della permeabilità dinamica dei tomai, un apparecchio per la determinazione della permeabilità al vapor d'acqua dei tomai, un Perspirometro per la misurazione della resistenza alla migrazione del colore per contatto di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia, un apparecchio idoneo alla determinazione della resistenza alla screpolatura dei cuoi, uno Spessimetro per la misurazione dello spessore dei cuoi, un apparecchio detto “Veslic” per la determinazione della solidità del colore di tomai, fodere, sottopiedi e supporti rivestiti allo strofinio, un apparecchio per la determinazione della resistenza allo strappo dei cuoi. Di seguito vengono presentate le schede inerenti alle attrezzature disponibili nel Laboratorio, dove vengono specificati il tipo di macchina e la società che la fornisce, il tipo di prova per cui è utilizzabile ed i componenti testabili, le normative di riferimento, le caratteristiche costruttive ed i comandi presenti nel pannello di controllo, gli accessori disponibili e le caratteristiche dimensionali e di alimentazione. 23 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.1 – Abrasimetro a tamburo rotante. ABRASIMETRO A TAMBURO ROTANTE IG/ABR/DIN Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Giuliani Tecnologie S.r.l. Prove di abrasione su provini diversificati, in particolar modo utilizzati nel settore calzaturiero. Gomma ed elastomeri, suole Norme di riferimento • ISO 4649 • UNI EN 12770 • UNI 9185 Caratteristiche costruttive • Basamento portante in acciaio verniciato antiacido • Doppio gruppo di movimento con motoriduttori di potenza adeguata • Gruppo porta campione basculante con appoggio e stacco automatico del tamburo • Sistema di regolazione micrometrica della posizione • Piano raccogli abraso in Acciaio INOX 18/8 Pannello di controllo • Interruttore magnetotermico salvavita di 24 • UNI 8615 • DIN 53 516 • BS 903 Capitolo II – Laboratorio di prova sicurezza • Pulsanti Start, Stop manuali • Pulsanti Start, Stop a rotazione • Contagiri digitale programmabile Accessori N°. posti Dimensioni Peso Alimentazione • Carta abrasiva normalizzata • Gomma campione normalizzata • Nastro biadesivo normalizzato 1 1100mm x 500mm x 500mm 55 kg 200 V, 50 Hz 25 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.2 – Abrasimetro tipo Martindale. ABRASIMETRO TIPO MARTINDALE IG/MART/DIGIT Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Norme di riferimento Caratteristiche costruttive 26 Giuliani Tecnologie S.r.l. Apparecchio per determinare il grado di abrasione e di pilling dei cuoi e dei tessuti. Tomai, cuoi, tessuti, non tessuti, accoppiati (tessili+sintetici) • • • • • • • UNI EN 13520 BS 5690: 1991 – 3424: PT24: 1990 ASTM D4966-69, ASTM D4970: 1989 ISO 12673: 1989 IWTO 196: 1980 – 112: 1980 M&S P19 – P19B DIN/ISO 12947 - 1 • Carcassa portante in acciaio verniciato antiacido in resina epossidica • Gruppo motoriduttore • Gruppi di abrasione (6 posti di lavoro) in Capitolo II – Laboratorio di prova Caratteristiche costruttive acciaio INOX 18/8 • Pesi normalizzati intercambiabili in acciaio INOX 18/8 Pannello di controllo • • • • Interruttore generale Sistema digitale di conteggio totale Contatore singolo su ogni testa Pulsanti start, stop, emergenza Materiali di consumo • • • • Abradent Fabric Tessuto abradente standard Tessuto"Non-Woven" Set di fogli di poliuretano "Foam" Accessori N°. posti Dimensioni Peso Alimentazione • 2 set di pesi che generano pressioni pari a 9 MPa e 12 MPa 6 750mm x 650mm x 300mm 120 kg 200 V, 50 Hz monofase 27 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.3 – Bilancia analitica ad alta risoluzione. BILANCIA ANALITICA AD ALTA RISOLUZIONE AT460 Società fornitrice Tipi di prove Norme di riferimento Mettler Pesata analitica ad alta risoluzione ISO 9901/29001 Caratteristiche costruttive • Funzionamento automatico, con apertura e chiusura sincrona delle finestre • Comandi manuali • Camera di pesata aperta, con paravento molto versatile e configurabile Calibrazione FACT • Autocalibrazione a motore totalmente automatica, con due pesi di calibrazione incorporati e possibile avviamento manuale Selezionabile • Adattatore di vibrazioni con 3 regolazioni per l’adattamento al luogo d’installazione, soppressioni degli effetti vibratori • Adattatore del processo di pesata con 4 28 Capitolo II – Laboratorio di prova Selezionabile Interfaccia dati N°. posti Precisione d’indicazione Portata Campo tara (sottrattivo) Linearità Tempo di stabilizzazione Pesi di calibrazione Piatto Altezza libera sopra il piatto Chassis della bilancia Peso regolazioni: dosaggio, regolazione uni-versale, pesata assoluta, applicazioni speciali • Rilevatore di stabilizzazione con 8 regolazioni con diversi limiti di tolleranza • Unità di pesata 1: g, mg, oz, tl, GN, dwt, ct, C.M., mo • Unità di pesata 2: g, mg, oz, tl, GN, dwt, ct, C.M., mo, PCS, Stk, % • Applicazioni: PCS, Stk (conteggi di pezzi, riferimento 10, 20, 50, 100 pezzi) e % (pesate in percento) CL/RS232C, bidirezionale, installata di serie 1 1mg 405 g 0g ÷ 405g ±0,8mg 4s, 6s, 8s 2 x 100g 80mm x 80mm in acciaio INOX, dispositivo per le pesate al d sotto della bilancia 239mm 241mm x 433mm x 289mm 9,3kg 29 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.4 – Dinamometro elettronico. DINAMOMETRO ELETTRONICO Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Norme di riferimento 30 Acquati S.r.l. Apparecchio universale usato per prove di resistenza a: trazione, flessione, compressione, taglio, carico alternato ed altri tipi di sollecitazione dinamica. Tomai, cuoi, fodere, tessuti, non tessuti, sottopiedi, sottopiedi di pulizia, suole, gomma e elastomeri, assemblati, filati, cordonetti, corde • • • • UNI EN 12744 UNI EN 12745 UNI EN 12771 UNI EN 12774 • • • • UNI EN 1392 UNI EN 29073 UNI EN ISO 1421 UNI EN ISO 9073-4 Capitolo II – Laboratorio di prova • • • • • • • Norme di riferimento • • • • • • • Caratteristiche tecniche • Un sistema di assemblaggio tecnologicamente avanzato assicura all’apparecchio una grande affidabilità e solidità. Strumenti di misura N°. posti Alimentazione UNI EN 12785 UNI EN 12803 UNI EN 13511 UNI EN 13514 UNI EN 13522 UNI EN 13571 UNI EN 13572 UNI EN ISO 19958 UNI EN ISO 13934-1 UNI EN ISO 20863 UNI EN ISO 22776 UNI ISO 3376 UNI ISO 3377 UNI ISO 3379 • Cella di carico da 250000N • Estensimetro a corsa lunga 1 200 V, 50 Hz 31 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.5 – Dome. DOME IG/DOME Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Norme di riferimento Caratteristiche costruttive N°. posti Dimensioni Peso 32 Giuliani Tecnologie S.r.l. Apparecchio idoneo alla misurazione della resistenza alla messa in forma. Tomai, cuoi, contrafforti e puntali • UNI EN ISO 20864 • IUP/21 • Anelli in ottone per la tenuta del provino • Pistone con testa a forma sferica • Micrometro con precisione 1/100 1 200mm x 150mm x 150mm 2 kg Capitolo II – Laboratorio di prova Tabella II.6 – Durometro Shore. DUROMETRO SHORE IG/DS Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Giuliani Tecnologie S.r.l. Apparecchio per la determinazione della durezza di gomma, elastomeri, materie plastiche: permette di determinare la durezza con carico costante. Gomme ed elastomeri, materie plastiche Norme di riferimento • UNI ENI ISO 868 • UNI 4916 Caratteristiche costruttive • Lo speciale attacco rapido permette di intercambiare la testa di misurazione sia essa di tipo A o di tipo D. Accessori N°. posti Dimensioni Peso • Strumento SHORE A • Strumento SHORE D • Peso supplementare per SHORE D 1 250mm x 250mm x 500mm 5 kg 33 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.7 – Apparecchio di prova di resistenza dei tacchi alla fatica. APPARECCHIO DI PROVA DI RESISTENZA DEI TACCHI ALLA FATICA IG/HFT Società fornitrice Tipi di prove 34 Giuliani Tecnologie S.r.l. Apparecchio che serve per la determinazione della resistenza all'impatto continuo del tacco per calzature da Signora. La prova avviene tramite un movimento elettromeccanico che agisce sul sistema di fissaggio suola/tacco e sullo stelo del tacco stesso, grazie ad una testa di impatto in acciaio INOX, con frequenza di circa 60 colpi al minuto. Il tacco viene fissato tramite fusione su di una superficie in lega speciale. Il test può essere terminato assecondando il numero di cicli Capitolo II – Laboratorio di prova Tipi di prove preimpostato o si può attendere l'eventuale rottura del tacco, nel cui caso il sistema si interrompe automaticamente. Componenti di prova Tacchi Norme di riferimento • BS 5131 – 4.9 • UNI EN ISO 19956 Caratteristiche costruttive • Cabina in acciaio a forte spessore • Sistema di supporto tacco ad inclinazione variabile • Regolazione verticale orizzontale tacco • Pendolo con testa di battuta in acciaio • Motoriduttore per il sollevamento del pendolo • Sistema di sgancio automatico Pannello di controllo N°. posti Dimensioni Peso Alimentazione • Interruttore magnetotermico generale • Contacicli digitale a 6 digit programmabile • Pulsanti Start , Stop 1 600mm x 600mm x 800mm 50 kg 200 V, 50 Hz 35 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.8 – Flessimetro tipo Bally a bassa temperatura. FLESSIMETRO TIPO BALLY A BASSA TEMPERATURA G.6/FS – G.12/FS Società fornitrice Tipi di prove 36 Giuliani Tecnologie S.r.l. Attrezzatura idonea allo svolgimento di prove non disturbate da fonti di calore, in quanto il gruppo di trasmissione del movimento è esterno e schermato dalla cella di prova. Tutta la massa dei provini o delle suole ha temperatura costante. La discesa termica è veloce, così come il recupero della temperatura dopo l’apertura della porta per la lettura dei cicli programmati raggiunti . Capitolo II – Laboratorio di prova Componenti di prova Tomai, cuoi, pelli artificiali Norme di riferimento • UNI EN ISO 5402 • EN 13512 Caratteristiche costruttive • Sistema frigorifero completo di mobile portante realizzato in lamiera di acciaio verniciato su ruote pivottanti • Cella interna di prova in acciaio INOX 18/8 • Portello superiore su cerniere autoallineanti a perfetta tenuta con maniglione di presa • Coibentazione interna a doppia tenuta • Motocompressore ermetico di potenza adeguata completo dei relativi servomeccanismi • Luce interna con lampada a 24V • Microswitch di sicurezza sulla porta Caratteristiche tecniche • Idoneo a lavorare da T ambiente a -30°C circa (od altre temperature a richiesta) Pannello di controllo N°. posti Dimensioni Alimentazione • Interruttore magnetotermico di sicurezza • Pulsante luminoso Start, Stop, gruppo movimento • Pulsante luminoso Start, Stop frigoventilatore • Pulsante luminoso luce interna • Pulsante luminoso per il posizionamento manuale gruppo porta suole • Programmatore - indicatore digitale della temperatura di prova • Contacicli elettronico digitale a 6 cifre 6 – 12 Dimensioni utili interne della cella: 900mm x 500mm x 500mm 200 V, 50 Hz 37 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.9 – Flessimetro tipo Bennewart. FLESSIMETRO TIPO BENNEWART IG/BEWRT Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Giuliani Tecnologie S.r.l. Apparecchio per test di resistenza alle flessioni di suole. Suole, materiali per suole Norme di riferimento • UNI EN ISO 5402 • EN 13512 Caratteristiche costruttive • Cabina comando realizzata in acciaio verniciato antiacido • Gruppo motoriduttore autolubrificante • Gruppo di trasmissione del movimento su 38 Capitolo II – Laboratorio di prova Caratteristiche costruttive Pannello di controllo N°. posti Alimentazione cuscinetti di rotolamento schermati autocentranti • Basetta portante realizzata in acciaio • Pinze superiori ed inferiori, asta di supporto e viterie realizzate in acciaio • Supporti in acciaio brunito (acciaio INOX opzionale) • Cuscinetti di tipo autocentrante schermati in acciaio anticondensa • Interruttore generale • Pulsante per la messa in asse automatica dei morsetti • Contaimpulsi programmatore elettronico a 6 cifre con azzeramento automatico 6 200 V, 50 Hz 39 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.10 – Flessimetro tipo Ross. FLESSIMETRO TIPO ROSS IG/ROSS Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Norme di riferimento Caratteristiche costruttive Pannello di controllo N°. posti Alimentazione 40 Giuliani Tecnologie S.r.l. Apparecchiatura per le prove di flessione a 90°. Suole, materiali per suole BS 5131 – 2.1 ISO 6907: 1984 • Motoriduttore autolubrificante • Gruppo di movimento in acciaio INOX 18/8, completo di sistema Giuliani di apertura del gruppo per un facile e perfetto posizionamento del campione • Interruttore Magnetotermico Generale di sicurezza • Pulsanti big-touch Start, Stop • Programmatore elettronico digitale a 6 cifre • Reset 12 per i provini 4 per le suole 200 V, 50 Hz Capitolo II – Laboratorio di prova Tabella II.11 – Apparecchio di prova di resistenza all’impatto dei tacchi. APPARECCHIO PER L’IMPATTO DEI TACCHI IG/RLI Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l. Tipi di prove Apparecchio per la determinazione della resistenza all'impatto laterale ordinario ed improvviso del tacco per calzature da Signora. Componenti di prova Norme di riferimento Caratteristiche costruttive N°. posti Dimensioni Peso Alimentazione Tacchi • UNI EN ISO 19953 • Cabina in acciaio verniciato antiacido a forte spessore • Testa di impatto in acciaio INOX 18/8 • Gruppo di supporto tacco regolabile • Scala graduata 1 600mm · 600mm · 800mm 50kg 200 V, 50 Hz 41 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.12 – Apparecchio impermeabilità dinamica del cuoio della suola. APPARECCHIO IMPERMEABILITÀ DINAMICA DEL CUOIO DELLA SUOLA IG/MIS Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Norme di riferimento Caratteristiche costruttive 42 Giuliani Tecnologie S.r.l. Apparecchio per la determinazione dell’impermeabilità del cuoio della suola. Sottopiedi, sottopiedi di pulizia UNI EN 12746 I.U.P. 11 UNI 8426 • Basetta portante in acciaio verniciato antiacido in resina epossidica • Gruppo di movimento con motoriduttore Capitolo II – Laboratorio di prova Caratteristiche costruttive Pannello di controllo N°. posti Dimensioni Peso Alimentazione ad ingrassaggio permanente • Ruota di pressione e flessione in metallo conduttivo • Morsetti in acciaio INOX 18/8 • Piattaforma di contatto con pressione calibrata • Contenitore del liquido • Interruttore magnetotermico di sicurezza • Pulsanti Big-Touch Start, Stop • Contacicli-programmatore digitale a 4 digit • Sistema ottico-acustico di segnalazione di fine ciclo • Contacicli digitale con microprocessore programmabile • Sistema Acquatest digitale per la rilevazione del passaggio dell’acqua 1 500mm x 700mm x 400mm 35kg 200V, 50Hz 43 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.13 – Lampada di invecchiamento. LAMPADA DI INVECCHIAMENTO LIFA 400 Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Norme di riferimento Caratteristiche costruttive 44 Giuliani Tecnologie S.r.l. La lampada per invecchiamento accelerato alla luce artificiale è costituita da riflettori incorporanti delle lampade alogene a vapori metallici, in grado di fornire una riflessione del colore brillante e naturale, con le caratteristiche precipue della luce diurna. Esse forniscono 95 lumen per Watt. Tessuti • UNI EN ISO 105-B02 • Lampade alogene a vapori metallici • Lo spazio sottoposto a radiazioni comple- Capitolo II – Laboratorio di prova Caratteristiche costruttive Pannello di controllo N°. posti Dimensioni Peso Alimentazione Potenza nominale Potenza assorbita con reattore Differenza massima di tensione Intensità di corrente Potenza luminosa Potenza erogata Indice di riflessione colore Temperatura colore te ha diametro di 400mm • Il sistema di regolazione della temperatura, permette di attivare automaticamente le ventole di raffreddamento interno della cella • Interruttore generale • Pulsanti Start, Stop • Timer automatico programmabile • Termoregolatore • Ventole di circolazione aria • Reattore cavo 1 1800mm x 600mm x 600mm 45kg 200V, 50Hz 360W 385W 50% 3,5A 5,6cd 2227,5cd 85RA 6000K 45 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.14 – Apparecchio permeabilità dinamica elettronico. APPARECCHIO PERMEABILITÀ DINAMICA ELETTRONICO IG/A4 Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Norme di riferimento Caratteristiche costruttive 46 Giuliani Tecnologie S.r.l. L'apparecchiatura permette di determinare il tempo di passaggio del liquido attraverso il provino. Il sistema brevettato “Acquatest” avvisa immediatamente, con un segnale acustico, il passaggio della prima microgoccia, visualizzando il tempo effettivo d’impermeabilità del campione. Tomai UNI EN 13518 I.U.P. 10 • Piano portante interno in profilato di acciaio trattato verniciato antiacido • Gruppo di prova in acciaio INOX 18/8 a 4 posti di lavoro Capitolo II – Laboratorio di prova Caratteristiche costruttive Pannello di controllo N°. posti Dimensioni Peso Alimentazione • Sistema di regolazione dell'ampiezza delle flessioni secondo normative internazionali • Gruppo porta provini sollevabile per facilitare le operazioni di inserimento campio-ne • Gruppo motoriduttore di potenza adeguata • Vaschetta porta liquido estraibile in acciaio INOX 18/8 • Sensori in acciaio INOX 18/8 • Sistema di pressione a salita automatica • Rullo di pressione con morsetti porta provino ad attacco rapido • Interruttore magnetotermico di sicurezza • Avviso ottico/acustico di fine prova • Pulsanti start, stop, manuale • N°.4 sistemi Acquatest • N°.4 timer digitali • N°.4 avvisatori acustici • Strumento digitale con preimpostazione del numero di cicli 4 600mm x 800mm x 600mm 50kg 200V, 50Hz 47 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.15 – Permeabilità al vapor d’acqua. PERMEABILITÀ AL VAPOR D’ACQUA IG/VDA Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Norme di riferimento Caratteristiche costruttive 48 Giuliani Tecnologie S.r.l. Apparecchio per la determinazione della permeabilità al vapor d'acqua su pelli, cuoi o materiali permeabili in genere. Tomai, fodere • UNI EN 13515 • IUP 15 • Carcassa portante realizzata in acciaio verniciato antiacido in resina epossidica, di adeguato spessore • Gruppo di ventilazione a norma con palette in duralluminio • Gruppo porta flaconi in duralluminio, con Capitolo II – Laboratorio di prova Caratteristiche costruttive Pannello di controllo Accessori N°. posti Dimensioni Peso Alimentazione sistema a molla per lo sgancio dei medesimi. • Gruppo con frizione regolabile per il prelevamento, a fine prova, dei flaconi • Gruppo di movimento con motoriduttore in bagno d'olio • Interruttore magnetotermico di sicurezza • Pulsanti luminosi Start, Stop • Timer autoriprogrammabile multiscala 6 flaconi porta provino normalizzati 6 500mm x 650mm x 500mm 25 kg 200 V, 50 Hz 49 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.16 – Perspirometro. PERSPIROMETRO IG/HYDR Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Giuliani Tecnologie S.r.l. Determinazione della resistenza alla migrazione del colore per contatto. Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia Norme di riferimento • UNI EN 13517 • IUF/421-426-442 • DIN 54 005 - 54 006 - 54 007 Caratteristiche costruttive • Carcassa portante realizzata in lamiera di acciaio INOX 18/8 • Piano di appoggio su sistema elastico per il carico normalizzato e preciso su tutta la superficie di appoggio • Peso normalizzato in massello di acciaio INOX 18/8 con maniglia di presa • N°. 11 inserti normalizzati in acrilico Accessori N°. posti Dimensioni Peso 50 • Foglio in PVC per apparecchio Hydro-test Perspirometro 1 200mm x 150mm x 150mm 5 kg Capitolo II – Laboratorio di prova Tabella II.17 – Resistenza alla screpolatura. RESISTENZA ALLA SCREPOLATURA IG/RSC Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Giuliani Tecnologie S.r.l. Apparecchio idoneo alla determinazione della resistenza alla screpolatura. Cuoi Norme di riferimento • • • • Caratteristiche costruttive • Base di prova in acciaio INOX 18/8 • Braccio di rotazione in acciaio INOX 18/8 • Cilindri calibrati in acciaio INOX 18/8 Accessori N°. posti Dimensioni Peso UNI EN ISO 3378 I.U.P.12 DIN 53324 BS 3144 • Cilindri a diametri differenziati normalizzati 1 200mm x 200mm x 150mm 2kg 51 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.18 – Spessimetro. SPESSIMETRO IG/MS Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Giuliani Tecnologie S.r.l. Prove di misurazione dello spessore dei cuoi. Cuoi Norme di riferimento • • • • • Caratteristiche costruttive • Carcassa portante in acciaio verniciato in resina epossidica antiacida 52 UNI ISO 2589 UNI ISO 2420 UNI 8615 UNI GOMMA 0120 I.U.P. 4 – I.U.P. 5 Capitolo II – Laboratorio di prova Caratteristiche costruttive N°. posti Alimentazione Campo di misura Precisione • Base di misura con peso e battente a norma • Strumento digitale per la visualizzazione con ciclo automatico di taratura, e possibilità di configurazione con sistemi metrici alternativi 1 200 V, 50 Hz 0mm ÷ 40mm 0,005mm 53 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.19 – Apparecchio prova di strofinio tipo Veslic. APPARECCHIO PROVA DI STROFINIO TIPO VESLIC IG/10/MOD Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova Norme di riferimento 54 Giuliani Tecnologie S.r.l. Apparecchio per la determinazione della solidità del colore di tomai, fodere, sottopiedi e supporti rivestiti allo strofinio (solidità alla lavorazione e all’uso), detto “Veslic”. Tomai, fodere, sottopiedi, supporti rivestiti • I.U.F./450 • UNI EN 13516 • UNI EN 12747 Capitolo II – Laboratorio di prova Caratteristiche costruttive Pannello di controllo N°. posti Dimensioni Peso Alimentazione • Basetta portante in acciaio verniciato antiacido in resina epossidica • Gruppo di movimento con motoriduttore ad ingrassaggio permanente • Piattaforma orizzontale in acciaio INOX 18/8 con morsetti per la presa dei campioni • Sistema di allungamento del 10% • Portafeltro guidati per feltrini di 15mm· ·15mm con un carico di 500 g • Pesi supplementari per portafeltro per ottenere 1000 g • Spazio di movimento di 50 mm • 40 cicli/min • Interruttore magnetotermico di sicurezza • Pulsanti Big-Touch Start, Stop • Contacicli programmatore digitale a 4 digit. 1÷4 400mm x 560mm x 500mm 25kg 200V, 50Hz 55 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.20 – Apparecchio prova di stirabilità. APPARECCHIO PROVA DI STIRABILITÀ Società fornitrice Tipi di prove Componenti di prova N°. posti Dimensioni Alimentazione 56 Giuliani Tecnologie S.r.l. Apparecchio per la determinazione della resistenza del colore alla stiratura a caldo. Si utilizza abbinato al Veslic. Tomai 4 300mm · 250mm · 175mm 200V, 50Hz Capitolo II – Laboratorio di materiali II.4 PROVE DI LABORATORIO Le prove che possono essere eseguite presso il Laboratorio per il controllo della qualità dei materiali possono essere suddivise secondo due criteri, il primo tiene conto del componente da sottoporre a prova, il secondo del tipo di materiale che viene considerato. In entrambe queste categorie è possibile eseguire una suddivisione ulteriore, che tiene conto della distinzione tra le prove chimiche e quelle fisiche-meccaniche. I tipi di prove realizzabili sono state riassunte in alcune schede tecniche che sono riportate di seguito, dove vengono specificati il tipo di prova in questione, l’attrezzatura necessaria per la sua esecuzione e la società che la fornisce, la norma vigente di riferimento, il tipo di materiale o il componente da sottoporre a verifica, una breve descrizione della preparazione dei campioni e della procedura di prova, la modalità di espressione del resoconto finale, eventuali requisiti minime di soglia della categoria considerata. II.4.1 Prove suddivise per componente In questa categoria di prove si considera il tipo di componente da te- stare, classificabile in calzature complete, tomai, fodere, sottopiedi, sottopiedi di pulizia, suole, tacchi, contrafforti e puntali ed infine accessori. Nelle tabelle riportate nei seguenti paragrafi vengono indicati il tipo di componente da sottoporre a prova, la denominazione della prova e il numero della scheda tecnica di riferimento. 57 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero II.4.1.1 Calzature complete Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sulle calzature complete. Tabella II.21 – Tipi di prove per le calzature complete. Calzature complete Tipo di prova Scheda di riferimento Distacco tomaio/suola Tab.II.38 Resistenza all'acqua Tab.II.39 Tenuta del tacco Tab.II.40 II.4.1.2 Tomai Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sui tomai. Tabella II.22 – Tipi di prove per i tomai. Tomai Tipo di prova Scheda di riferimento Adattabilità alla forma/attitudine al montaggio Tab.II.41 Flessioni ripetute Tab.II.42 Migrazione colore Tab.II.43 Permeabilità al vapor d'acqua Tab.II.44 58 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tipo di prova Scheda di riferimento Prova di trazione Tab.II.45 Resistenza ad abrasione Tab.II.46 Resistenza a lacerazione Tab.II.47 Resistenza all'acqua Tab.II.48 Resistenza a sfaldatura/delaminazione Tab.II.49 Resistenza della cucitura Tab.II.50 Solidità colore a strofinio Tab.II.51 II.4.1.3 Fodere Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sulle fodere. Tabella II.23 - Tipi di prove per le fodere. Fodere Tipo di prova Scheda di riferimento Flessioni ripetute Tab.II.42 Migrazione colore Tab.II.43 Permeabilità al vapor d'acqua Tab.II.44 Resistenza ad abrasione Tab.II.46 Resistenza a lacerazione Tab.II.47 Resistenza alla perspirazione Tab.II.52 Resistenza della cucitura Tab.II.50 59 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tipo di prova Scheda di riferimento Solidità colore a strofinio Tab.II.51 II.4.1.4 Sottopiedi Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sui sottopiedi. Tabella II.24 - Tipi di prove per i sottopiedi. Sottopiedi Tipo di prova Scheda di riferimento Assorbimento d’acqua Tab.II.43 Resistenza ad usura Tab.II.54 Resistenza alla perspirazione Tab.II.52 Resistenza a sfaldatura/delaminazione Tab.II.55 Tenuta ai chiodi Tab.II.56 II.4.1.5 Sottopiedi di pulizia Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sui sottopiedi di pulizia. 60 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.25 - Tipi di prove per i sottopiedi di pulizia. Sottopiedi di pulizia Tipo di prova Scheda di riferimento Assorbimento d'acqua Tab.II.53 Migrazione colore Tab.II.43 Resistenza ad abrasione Tab.II.46 Resistenza a lacerazione Tab.II.47 Resistenza alla perspirazione Tab.II.52 Resistenza della cucitura Tab.II.50 II.4.1.6 Suole Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sulle suole. Tabella II.26 - Tipi di prove per le suole. Suole Tipo di prova Scheda di riferimento Flessioni ripetute Tab.II.57 Prova di trazione Tab.II.58 Resistenza ad abrasione Tab.II.59 Resistenza a lacerazione Tab.II.60 Resistenza a flessione Tab.II.61 Resistenza della cucitura Tab.II.62 61 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tipo di prova Scheda di riferimento Stabilità dimensionale Tab.II.63 II.4.1.7 Tacchi Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sui tacchi. Tabella II.27 - Tipi di prove per i tacchi. Tacchi Tipo di prova Scheda di riferimento Impatto laterale Tab.II.64 Resistenza alla fatica Tab.II.65 Resistenza all'inchiodatura Tab.II.66 Tenuta del soprattacco al tacco Tab.II.67 II.4.1.8 Contrafforti e puntali Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sui contrafforti e sui puntali. 62 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.28 - Tipi di prove per i contrafforti ed i puntali.. Contrafforti e puntali Tipo di prova Scheda di riferimento Capacità all'incollaggio Tab.II.68 Caratteristiche meccaniche Tab.II.69 II.4.1.9 Accessori Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sugli accessori. Tabella II.29 - Tipi di prove per gli accessori. Accessori Tipo di prova Scheda di riferimento Prova di trazione Tab.II.70 Resistenza alla corrosione Tab.II.71 Rilascio di nichel Tab.II.72 II.4.2 Prove suddivise per materiale Nella categoria caratterizzante il tipo di materiale da sottoporre a prova si hanno gli adesivi, i cuoi, le gomme e gli elastomeri, i tessuti, i non tessuti, le rifinizioni del cuoio ed i supporti rivestiti. 63 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Nel caso dei cuoi, le prove vengono ulteriormente differenziate in meccaniche e chimiche. Nelle tabelle riportate nei seguenti paragrafi vengono indicati il tipo di materiale da sottoporre a prova, la denominazione della prova e il numero della scheda tecnica di riferimento. II.4.2.1 Cuoi Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sui cuoi, esse vengono distinte in prove meccaniche e chimiche, come si può vedere rispettivamente nelle Tab.II.30 e Tab.II.31. Tabella II.30 - Tipi di prove meccaniche per i cuoi. Cuoi: prove meccaniche Tipo di prova Scheda di riferimento Assorbimento d’acqua Tab.II.73 Flessioni ripetute Tab.II.74 Misura dello spessore Tab.II.75 Permeabilità al vapor d’acqua Tab.II.76 Prova di trazione Tab.II.77 Resistenza allo strappo Tab.II.78 Resistenza a screpolatura del fiore Tab.II.79 Resistenza a trazione del fiore Tab.II.80 64 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.31 - Tipi di prove chimiche per i cuoi. Cuoi: prove chimiche Tipo di prova Scheda di riferimento Determinazione del contenuto di coloranti azoici Tab.II.81 Determinazione del contenuto di cromo esavalente Tab.II.82 Determinazione del contenuto di formaldeide libera Tab.II.83 Determinazione del contenuto di pentaclorofenolo Tab.II.84 Determinazione del pH e indice differenziale Tab.II.85 II.4.2.2 Gomme ed elastomeri Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire su gomme ed elastomeri. Tabella II.32 - Tipi di prove per gomme ed elastomeri. Gomme ed elastomeri Tipo di prova Scheda di riferimento Durezza Tab.II.86 Resistenza ad abrasione Tab.II.87 II.4.2.3 Tessuti Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sui tessuti. 65 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.33 - Tipi di prove per i tessuti. Tessuti Tipo di prova Scheda di riferimento Prova di trazione Tab.II.88 Solidità del colore alla luce artificiale Tab.II.89 II.4.2.4 Non tessuti Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sui non tessuti. Tabella II.34 - Tipi di prove per i non tessuti. Non tessuti Tipo di prova Scheda di riferimento Prova di trazione Tab.II.90 Resistenza a lacerazione Tab.II.91 II.4.2.5 Supporti rivestiti Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sui supporti rivestiti. 66 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.35 - Tipi di prove per i supporti rivestiti. Supporti rivestiti Tipo di prova Scheda di riferimento Assorbimento d’acqua Tab.II.92 Permeabilità al vapor d’acqua Tab.II.93 Prova di trazione Tab.II.94 Solidità colore a strofinio Tab.II.95 II.4.2.6 Adesivi Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire sugli adesivi. Tabella II.36 - Tipi di prove per gli adesivi. Adesivi Tipo di prova Scheda di riferimento Potere adesivo Tab.II.96 Temperatura e tempo di riattivazione Tab.II.97 II.4.2.7 Rinizione del cuoio In questo caso è possibile eseguire un solo tipo di prova, come si può vedere nella seguente tabella. 67 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.37 - Tipi di prove per la rifinizione del cuoio. Rifinizione del cuoio Tipo di prova Scheda di riferimento Misura dello spessore Tab.II.98 II.4.3 Schede tecniche delle prove Le prove che sono state elencate nelle tabelle precedenti vengono ora sintetizzate tramite delle schede tecniche che riassumono le caratteristiche salienti della preparazione dei campioni, dello svolgimento della prova e dell’espressione dei risultati, indicando la normativa di riferimento. L’ordine con cui le schede tecniche sono riportate rispecchia quello con cui sono state elencate nelle tabelle dei precedenti paragrafi. 68 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.38 – Distacco del tomaio dalla suola. DISTACCO TOMAIO/SUOLA Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza al distacco del tomaio dalla suola esterna o al distacco di strati adiacenti della suola esterna o alla rottura da strappo del tomaio o della suola. Dinamometro Acquati S.r.l. Calzature UNI EN 17708: 2004 Si effettua la misurazione della forza richiesta per separare il tomaio dalla suola esterna, utilizzando una macchina per prove di trazione con un carico di registrazione continuo. I morsetti si allontanano ad una velocità di (100±20)mm/min. I tipi di costruzione per la verifica dell’adesione tomaio-suola prevedono dei provini, prelevati da calzature, di diverse dimensioni: • Larghi circa 25mm e lunghi circa 15mm, senza sottopiede • Larghi circa 10mm e lunghi almeno 50mm, con un distacco iniziale del tomaio dalla suola di 10mm • Larghi circa 15mm e lunghi almeno 50mm, con gli strati della suola con un distacco iniziale di 10mm Essi devono essere sottoposti ad un processo di invecchiamento a 50°C±2°C per 7 giorni, e condizionati per almeno 24h prima della prova. • Valori del distacco tomaio-suola (minimo, medio e massimo) per ogni singola determinazione • L’adesione tomaio-suola per ogni campione Contenuto del rapporto di prova • Il codice di aspetto del materiale • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 69 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.39 – Resistenza dei tomai all’acqua. RESISTENZA ALL’ACQUA Tipi di prova Dispositivo Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza all’acqua delle calzature. Vari strumenti di laboratorio Calzature UNI EN 13073: 2003 Si indossa un paio di calzature mentre si avanza di un numero misurato di passi su una superficie allagata d’acqua, profonda fino a un livello di 5mm sopra la linea di giunzione, o profonda in tutto 25mm, a seconda del valore minimo. La vasca in questione deve essere larga circa 0,6m, e lunga da 9m a 10m, in modo da consentire all’operatore di avanzare di 10 passi normali nell’acqua tra le piattaforme poste all’inizio ed alla fine. Si avanza di 100 lunghezze di vasca nell’acqua utilizzando le piattaforme per voltarsi. L’entità dell’ingresso d’acqua è determinata mediante ispezione visiva ed al tatto. La serie di 100 lunghezze di vasca viene ripetuta finché non viene rilevata una penetrazione d’acqua. In caso contrario, la prova viene interrotta dopo 500 lunghezze di vasca. Il campione è una calzatura completa. Il numero minimo di provini è 3, ciascuno di misura diversa: uno più piccolo, uno medio ed uno più grande. • Numero di lunghezze di vasca Contenuto del • Area totale di penetrazione d’acqua rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 70 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.40 – Tenuta del tacco alla calzatura. TENUTA DEL TACCO Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della tenuta del tacco di calzature da donna con tacco medio e alto. Dinamometro Acquati S.r.l. Calzature UNI EN 12785: 2001 La parte anteriore di una calzatura viene fissata al morsetto di una macchina per la prova di trazione. Il tacco, vicino al soprattacco, all’altro morsetto della macchina, e tirato indietro dalla parte anteriore, ad una velocità di separazione dei morsetti (100±10)mm/min. Il tomaio della calzatura deve essere tagliato nella parte anteriore includendo il sottopiede, per adattare il fondo della scarpa al morsetto della macchina per la prova di trazione. Nel caso il tacco sia robusto, va predisposto un foro di 6mm o 7mm parallelo alla sua parte anteriore e all’interfaccia tacco/soprattacco, per consentire l’uso di un morsetto dotato di una barra che lo attraversi. Per la maggior parte degli scopi non è necessario condizionare la calzatura in atmosfera controllata prima di sottoporla a prova. • Deformazione dell’estremità del tacco relativa alla parte anteriore ad una forza di 200N • Deformazione permanente prodotta da una forza di 400N Contenuto del rapporto di prova • Forza richiesta per staccare completamente il tacco e la modalità di distacco • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 71 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.41 – Adattabilità alla forma e attitudine al montaggio dei tomai. ADATTABILITÀ ALLA FORMA ATTITUDINE AL MONTAGGIO Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Contenuto del rapporto di prova 72 Prove per la determinazione dell’adattabilità alla forma di tomai, indipendentemente dal materiale. Dinamometro Acquati S.r.l. Tomai UNI EN 13511: 2003 I bordi del provino vengono fissati all’apparecchiatura, e distesi gradualmente, spingendo una piccola sfera di metallo, posta all’estremità di un albero, attraverso il provino stesso. Vengono registrate: una distensione definita, in cui compaiono i primi segni di danneggiamento, chiamata “primo punto di danneggiamento”, una distensione maggiore, alla quale il materiale scoppia. Se richiesto, si registrano lo spostamento e la forza dell’albero, in modo da produrre un diagramma forza/distensione. I provini, di forma circolare, devono essere di misura sufficiente, tale da permettere il loro fissaggio sull’apparecchiatura di prova, in modo da evitare lo scivolamento durante la prova stessa. Deve essere lasciata una superficie centrale circolare libera di diametro (25,0±0,5)mm. I provini devono essere sottoposti a condizionamento prima di essere sottoposti a prova, che deve essere svolta nello stesso ambiente. • Si calcola la media aritmetica dei risultati per tre provini, per i valori di forza (approssimati a 10N) e di distensione (approssimati a 0,1mm) relativi al primo punto di danneggiamento, alla rottura del fiore (per i cuoi), al punto di scoppio • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.42 – Flessioni ripetute di tomai e fodere. FLESSIONI RIPETUTE Tomai, fodere Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza alle flessioni di tomai e fodere. Flessimetro Bally normale o per basse temperature Giuliani Tecnologie S.r.l. Tomai, fodere UNI EN 13512: 2002 I provini vengono fissati alla macchina, dove viene simulato il danneggiamento causato dal piegamento verso l’interno della mascherina del tomaio, tramite dei morsetti, che oscillano a velocità costante. Si può eseguire la prova con provini a secco o ad umido, a temperatura ambiente o, con provini a secco, a temperature sotto zero. Dopo un numero di cicli prestabiliti, si esegue un esame visivo. I provini devono essere rettangolari (70mm± ±1mm)x(45mm±1mm), e, prima della prova, devono essere posti in un’atmosfera controllata per almeno 24h. • Gravità del danneggiamento, macchie saline risultanti, numero totale di cicli a flessione Contenuto del rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Tomai: • Calz. da passeggio: cuoio asciutto: 50000 flessioni, cuoio umido: 10000 flessioni • Calzature da tempo libero: cuoio asciutto: 80000 flessioni, cuoio umido: 20000 flessioni Requisiti minimi • Calz. moda, da bambino, indoor: cuoio asciutto: 15000 flessioni, cuoio umido: 5000 flessioni • Calz. da ragazzo: cuoio asciutto: 50000 flessioni, cuoio umido: 10000 flessioni 73 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.43 – Migrazione del colore di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia. MIGRAZIONE DEL COLORE Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della tendenza di un materiale a provocare la variazione del colore di un altro, quando sono posti in contatto. Tale metodo è applicabile a tutti i materiali utilizzati a contatto tra loro e agli adesivi usati per il loro incollaggio. Hydrotest perspirometer Giuliani Tecnologie S.r.l. Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia UNI EN 13517: 2002 Si posizionano dei materiali diversi all’interno delle piastre di vetro. Essi vengono messi in stretto contatto, oppure un singolo materiale viene rivestito con un prodotto (ad esempio un adesivo). L’insieme è depositato in un ambiente buio (a 60°C± ±2°C) per un determinato periodo ad un’elevata temperatura. I provini vengono poi esaminati per determinare la variazione di colore, e paragonati ad un campione di materiale non esposto. La variazione di colore indica che i materiali tendono a scolorire in condizioni di normale utilizzo. Il provino più scuro ha dimensioni (50mm±2mm)x x(40mm±2mm), il provino più chiaro ha dimensioni (60mm±2mm)x(50mm±2mm). Nel caso si sottoponga a prova un singolo materiale o un materiale accoppiato, si deve prelevare un campione di dimensioni (50mm±2mm)x(40mm±2mm). Essi devono condizionati per almeno 24h prima della prova. • Descrizione di ogni variazione o trasferimento di colore di ogni provino Contenuto del • Tempo totale di contatto corrispondente rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 74 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.44 – Permeabilità di tomai e fodere al vapor d’acqua. PERMEABILITÀ AL VAPOR D’ACQUA Tomai, fodere Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la valutazione della permeabilità al vapor d’acqua (WVP) di tomai assemblati e non. Apparecchio per la determinazione dell’assorbimento e della permeabilità al vapor d'acqua. Giuliani Tecnologie S.r.l. Tomai, fodere UNI EN 13515: 2003 Un provino è bloccato all’estremità aperta di un recipiente di prova cilindrico, contenente un agente disidratante che assorbe l’umidità. Sopra il provino è diretta aria con umidità, temperature e velocità specificate, che viene fatta circolare spostando il contenitore, provocando il movimento dell’agente disidratante. Si determina la massa di vapore d’acqua trasmessa attraverso il provino e viene calcolata la permeabilità al vapore d’acqua del materiale. I provini hanno dimensioni 70mmx45mm, vengono collocati in un ambiente controllato per almeno 24h, e sottoposti ad una prova di 20000 cicli. • Media aritmetica di WVP di ogni provino, valutata sulla sua superficie di prova Contenuto del rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Per i tomai: • In generale: ≥1,5mg/(cm2·h) • Calzature da bambino: ≥2,5mg/(cm2·h) • Calzature resistenti ed altamente resistenti Requisiti minimi all’acqua: ≥0,8mg/(cm2·h) per i tomai con spessore ≤1,4mm, ≥0,6mg/(cm2·h) per i tomai con spessore >1,4mm Per le fodere: in generale: ≥1,5mg/(cm2·h) 75 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.45 – Prova di trazione per i tomai. PROVA DI TRAZIONE Tomai Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza della forza necessaria alla rottura di un provino ricavato da tomai. Dinamometro Acquati S.r.l. Tomai UNI EN 13522: 2003 Un provino rettangolare viene gradualmente allungato mediante una macchina per prova di trazione, fino a rottura. Sono determinati sia la resistenza a rottura che l’allungamento a trazione. I morsetti si devono separare ad una velocità costante di (100± ±5)mm/min. Nel caso di materiali soggetti a danni da sfregamento i provini devono essere rettangolari di lunghezza (160±10)mm e di larghezza (25,0±0,5)mm. Nel caso di materiali non soggetti a danno di sfregamento i provini devono avere lunghezza di (160± ±10)mm e larghezza (25,0±0,5)mm. I provini vanno messi in atmosfera controllata per almeno 48h prima della prova. • Resistenza a rottura media per ogni direzione principale Contenuto del • Allungamento a trazione per ogni direzione prinrapporto di prova cipale • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 76 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.46 – Resistenza di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia all’abrasione. RESISTENZA AD ABRASIONE Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia Prove per la determinazione della resistenza di tomai, fodere e sottopiedi, all’abrasione a umido e a secco, al fine di valutarne l’utilizzo finale. Abrasimetro di tipo Martindale Dispositivo Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l. Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia Componenti UNI EN 13520: 2003 Norme Sei provini circolari sono sfregati contro pezzi di un tessuto abrasivo ed una carta abrasiva di riferimento, sottoposti ad una pressione costante di (12±0,2)kPa, dove due dei pezzi di abrasivo sono secchi e due umidi. Il movimento relativo tra Procedura l’abrasivo e il provino è un motivo ciclico complesso che produce strofinio in tutte le direzioni. La prova è interrotta dopo un numero pre-determinato di cicli, e si valuta il danno subito dal provino. Il provino è bloccato lungo il bordo, ed ha una parte esposta una porzione piana circolare di area Provino pari a (645±5)mm Per ogni provino vengono forniti: • Se è stato abraso con abrasivo a umido o a secco • Il numero totale di giri completati Contenuto del • La quantità, il tipo ed il livello di danno alla fine rapporto di prova della prova, e, se necessario, nelle fasi di ispe-zione intermedie • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Tipi di prova 77 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.47 – Resistenza di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia a lacerazione. RESISTENZA A LACERAZIONE Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza a lacerazione al fine di valutare l’idoneità all’utilizzo finale. Dinamometro Acquati S.r.l. Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia UNI EN 13571: 2002 Un provino, con un singolo intaglio per formare due lembi, viene posizionato in una macchina per prove di trazione, in modo che l’intaglio sia parallelo all’asse della macchina, e in ogni morsetto sia fissato un lembo. I morsetti vengono separati, affinché la propagazione della lacerazione si estenda fino al bordo del provino. Si registrano la forza iniziale di lacerazione, le forze media e massima richieste per continuare la lacerazione, ed il tipo di lacerazione. I morsetti si separano ad una velocità di (100±10)mm/min. I provini devono essere quadrati, di dimensioni 100mm±5mm, nel caso di materiali non di cuoio, e rettangolari, di dimensioni (55mm±2mm)x(25mm± ±2mm), per provini prelevati da tomaie per calzature o in cuoio. Prima della prova i provini devono essere condizionati per 24h. • Le medie aritmetiche di: picco delle forze iniziali, forza massima di lacerazione, forza media necessaria per continuare la lacerazione, per ogni Contenuto del direzione di prova (longitudinale e trasversale), e rapporto di prova per ogni tipologia di lacerazione • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 78 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.48 – Resistenza dei tomai all’acqua. RESISTENZA ALL’ACQUA Tomai Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza alla penetrazione dell’acqua in flessione di un materiale per tomai di calzature. Apparecchio permeabilità dinamica elettronico Giuliani Tecnologie S.r.l. Tomai UNI EN 13518: 2002 Un provino rettangolare viene piegato parzialmente in forma arrotondata e fissato tra due morsetti cilindrici, in modo da creare una forma cava. La forma cava viene immersa in acqua, ed i morsetti oscillano a velocità costante in modo che il provino subisca ripetute flessioni. Si registra il tempo impiegato dall’acqua per penetrare attraverso il provino, e si misura la massa d’acqua assorbita dal provino e trasmessa attraverso di esso. I provini sono rettangolari di dimensioni (75mm± 2mm)x(60mm±1mm). La loro superficie esterna viene lucidata leggermente grazie allo strofinio con la carta abrasiva, finché il 50% centrale della superficie non mostra segni di una lieve abrasione (graffi e opacità). I provini devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Tempo necessario affinché si verifichi la penetrazione iniziale dell’acqua Contenuto del • Se richiesto, l’assorbimento d’acqua nel tempo e rapporto di prova la trasmissione d’acqua nel tempo • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 79 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.49 – Resistenza dei tomai a sfaldatura e delaminazione. RESISTENZA A SFALDATURA E DELAMINAZIONE Tomai Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza alla delaminazione dei tomai. Dinamometro Acquati S.r.l. Tomai UNI EN 13514: 2002 La superficie rivestita di un provino è incollata ad una placchetta di gomma, utilizzando un adesivo efficace. Con un dinamometro si misura la forza necessaria per staccare il provino dalla provetta di gomma, lasciando la rifinizione incollata alla placchetta. La prova può essere anche eseguita su provini umidi o idrolizzati. I morsetti della macchina si separano con una velocità di (100±10)mm/min. I provini devono essere rettangolari, di dimensioni (30,0mm±0,5mm)x(50,0mm±1,0mm). • La media aritmetica delle forze massime di separazione iniziali per provini Contenuto del • La media aritmetica delle forze di separazione rapporto di prova medie dei provini • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 80 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.50 – Resistenza della cucitura di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia. RESISTENZA DELLA CUCITURA Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della forza di cucitura di tomai, fodere o sottopiedi di pulizia. Dinamometro Acquati S.r.l. Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia UNI EN 13572: 2002 I metodi di prova sono due: • Metodo A: una fila di aghi è spinta attraverso la sezione piena di un provino a forma di T; alla fila di aghi, che è parallela e ad una distanza fissa dalla base della “T”, viene applicata una forza di trazione perpendicolarmente. Si ricava la forza perpendicolare alle perforazioni dell’ago. • Metodo B: un provino contenente una cucitura viene allungato gradualmente in direzione perpendicolare alla cucitura fino a quando si verifica un cedimento. Si determinano il carico di rottura e il tipo di cedimento. I morsetti della macchina si separano ad una distanza di (100±10)mm/min. • Metodo A: i provini, a forma di T, sono larghi 65mm e alti 75mm. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Metodo B: i provini sono rettangolari di dimensioni (90mm±10mm)x(50mm±2mm), se ricavati da calzature o da tomai, (50mm±2mm)x(50mm± ±2mm), se preparati da cuciture realizzate per simulare la fabbricazione. Essi devono essere condizionati per almeno 48h prima della prova. • Resistenza a cucitura e tipo di rottura Contenuto del • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova va 81 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.51 – Solidità del colore di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia allo strofinio. SOLIDITÀ DEL COLORE ALLO STROFINIO Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione del grado di trasferimento del colore della superficie di un materiale durante l’abrasione leggera a secco o a umido. Apparecchio prova per strofinio tipo Veslic Giuliani Tecnologie S.r.l. Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia UNI EN 13516: 2002 I metodi di prova sono tre: • Metodo A: un provino viene sottoposto a sfregamento, con moto alternato, su un feltrino di lana secco o umido sotto una forza di contatto costante. • Metodo B: analogo al metodo A, con la differenza che il feltrino viene ruotato contro la superficie del materiale. • Metodo C: un provino, a contatto con un tessu-to multifibra normalizzato, è imbevuto con una soluzione adatta. Il tutto viene posto sotto vetro con un peso di 4,5kg e conservato in un ambiente caldo. Le dimensioni dei provini, che devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. sono: • Metodo A: dimensioni minime 100mmx25mm • Metodo B: dimensioni minime 60mmx60mm, o diametro di 60mm • Metodo C: dimensioni minime (110±10)mmx x(55±5)mm • Indice numerico minimo sulla scala dei grigi inerente il trasferimento di colore, o lo scarico di Contenuto del colore del tessuto multifibra rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 82 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.52 – Resistenza di fodere, sottopiedi e sottopiedi di pulizia alla perspirazione. RESISTENZA ALLA PERSPIRAZIONE Tipi di prova Dispositivo Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione dell’invecchiamento di sottopiedi, fodere e sottopiedi di pulizia, provocato dalla traspirazione umana. Vari strumenti di laboratorio Fodere, sottopiedi, sottopiedi di pulizia UNI EN 12801: 2001 Un provino viene posto in un recipiente contenente una soluzione di sudore artificiale. Il recipiente viene messo in una stufa termostatata a 35°C per 24h. Si estrae il provino dalla soluzione e lo si lascia per 24h in atmosfera normalizzata. Questo procedimento viene ripetuto cinque volte. Infine si eseguono delle misurazioni sul provino rispetto a dei riferimenti posti precedentemente. I provini devono essere quadrati, di lato (60± ±20)mm. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Contrazione lineare percentuale in lunghezza ed in larghezza • Se è stata effettuata la prova di resistenza alla Contenuto del trazione o a lacerazione, si esprimono i risultati rapporto di prova ottenuti per ciascuna delle direzioni • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 83 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.53 – Assorbimento d’acqua di sottopiedi e sottopiedi di pulizia. ASSORBIMENTO D’ACQUA Sottopiedi, sottopiedi di pulizia Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione dell’assorbimento d’acqua (WA) da parte del cuoio. Apparecchio per la determinazione dell’assorbimento d’acqua Giuliani Tecnologie S.r.l. Sottopiedi, sottopiedi di pulizia UNI EN 12746: 2001 Un provino viene pesato allo 0,001g più vicino, poi viene posto su una base umidificata e viene sottoposto a flessione ripetuta ad una data pressione. Si effettuano pesate periodiche del provino fino a 8h, registrando la massa allo 0,001g più vicino. I provini hanno dimensioni (110mm±1mm)x x(40mm±1mm). Essi devono venire condizionati per un minimo di 48h. Per prevenire l’ingresso di acqua attraverso i lati, si applica una piccola quantità di grasso di silicone sui bordi del provino. • Assorbimento d’acqua WA in g/m2 Contenuto del • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova va Assorbimento d’acqua ≥40% Requisiti minimi 84 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.54 – Resistenza dei sottopiedi all’usura. RESISTENZA AD USURA Sottopiedi Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza all’usura dei sottopiedi. Apparecchio prova per strofinio tipo Veslic Giuliani Tecnologie S.r.l. Sottopiedi UNI EN 12747: 1999 I provini vengono strofinati con dei tamponi di feltro di lana bianca bagnata, ricoperti da un tessuto abrasivo, con dei movimenti alternati. Ogni 100 cicli vengono sostituiti. Si interrompe la prova quando il danno da usura del provino è pari, o peggiore del grado di “usura ammissibile” del corrispondente “campione di riferimento”, o comunque dopo 400 cicli. I provini devono essere rettangolari, lunghi 120mm e larghi 20mm. I provini devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Valutazione visiva del danno da usura delle superfici di tre provini, rispetto al “campione di riferimento” della stessa famiglia di materiali. Il Contenuto del risultato è fornito dal provino, tra i tre, che mostra rapporto di prova il danno maggiore. • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 85 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.55 – Resistenza dei sottopiedi a sfaldatura e delaminazione. RESISTENZA A SFALDATURA E DELAMINAZIONE Sottopiedi Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza alla sfaldatura dei sottopiedi. Dinamometro Acquati S.r.l. Sottopiedi UNI EN 12744: 1999 Un provino viene incollato a due cilindri che vengono collegati ai due morsetti della macchina per la prova di trazione, che si separano ad una velocità di (25±5)mm/min. Nel caso di prove a umido, l’assemblaggio provino+cilindri, viene immerso in acqua distillata per (6,0±0,5)h, prima della prova. I provini devono essere circolari di diametro (38,0± ±1,0)mm. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Resistenza a sfaldatura del materiale, espressa come rapporto tra la media delle forze massime Contenuto del registrate per tre provini, e la media delle superfici rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 86 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.56 – Tenuta dei sottopiedi ai chiodi. TENUTA AI CHIODI Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della capacità del sottopiede di tenere ai chiodi per il tacco, e di impedire che il sottopiede stesso sia oltrepassato dalla testa del chiodo. Dinamometro Acquati S.r.l. Sottopiedi UNI EN 12745: 1999 Con un trapano con punta da 2mm si eseguono tre fori lungo la mezzeria del provino parallela al lato da 80mm, a distanze da un’estremità rispettivamente di 20mm, 40mm, 60mm. Si inserisce lo stelo dell’asta in un foro e si aziona la macchina per le prove di trazione ad una velocità di separazione dei morsetti di (100±20)mm/min, registrando continuamente la forza finché il provino non si rompe. Si ripete questo metodo anche per gli altri due fori. Nella prova ad umido, il provino viene prima immerso in acqua a temperatura di 23°C±2°C per 6h. I provini devono essere rettangolari di dimensioni 80mmx20mm. Essi sono due e vengono utilizzati uno per la prova a secco ed uno per la prova ad umido. Prima della prova a secco devono essere condizionati per almeno 48h. • Media delle tre forze massime rilevate per ciascun provino, sia nel caso di prova a secco, che di prova ad umido • Valor medio dello spessore di ciascun provino, Contenuto del misurato in tre punti della mezzeria parallela al lato rapporto di prova da 80mm, a distanza da un’estremità rispettivamente di 20mm, 40mm, 60mm • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 87 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.57 – Resistenza di suole e materiali per suole alle flessioni ripetute. FLESSIONI RIPETUTE Suole, materiali per suole Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza alle flessioni dopo aver praticato un intaglio, di materiali per suole. Flessimetro Ross Giuliani Tecnologie S.r.l. Suole, materiali per suole BS 5131-2.1: 1979 Un provino viene ripetutamente flesso con un angolo di 90° su un mandrino dopo aver praticato un piccolo intaglio nel provino con un apposito punzone. L’incremento in ampiezza di questo intaglio fornisce una misura della tendenza del materiale a rompersi. Si può anche flettere una suola, senza praticarvi l’intaglio preliminare, per valutare l’eventualità che si presentino una o più rotture nel punto di flessione. Si usano 3 provini, uno per ogni direzione principale del campione, larghi 25mm e lunghi 150mm, e con spessore che può valere: (3,0±0,2)mm, (5,0± ±0,2)mm, (7,0±0,2)mm, (10,0±0,2)mm, (15,0± ±0,2)mm. Non è necessario condizionare i provini, purché il materiale da cui sono stati ricavati sia stato preparato in accordo con la norma BS 5135-2.7. • Incremento in lunghezza dell’intaglio • Numero di cicli necessario perché cominci a preContenuto del sentarsi la rottura, per i provini senza intaglio rapporto di prova iniziale • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 88 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.58 – Prova di trazione per le suole. PROVA DI TRAZIONE Suole Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza alla trazione e all’allungamento delle suole. Dinamometro Acquati S.r.l. Suole UNI EN 12803: 2001 Il provino viene fissato tra i due morsetti della macchina di trazione, che vengono separati con una velocità costante di (100±10)mm/min. Tramite un registratore grafico vengono valutate la tensione e la deformazione. I provini, sagomati ad asse rettilineo, sono a forma di manubrio, e possono essere lunghi (25,0± ±0,5)mm o (20,0±0,5)mm. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Resistenza a trazione fino a rottura • Allungamento a rottura Contenuto del • Tensione ad un dato allungamento rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Requisiti • Resistenza a trazione ≥10N/mm2 • Allungamento a rottura ≥18% ≤30% 89 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.59 – Resistenza delle suole ad abrasione. RESISTENZA AD ABRASIONE Suole Prove per la determinazione della resistenza all’usura da azione meccanica esercitata su una superficie. Abrasimetro a tamburo rotante Dispositivo Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l. Suole Componenti UNI EN 12770 Norme Il provino, fissato al porta provino, viene premuto contro il tamburo con una forza verticale di 10N± ±0,2N. La prova si conclude automaticamente dopo un percorso di abrasione di 40m e, dopo di essa, il Procedura campione non deve essere completamente abraso, altrimenti si ripete la procedura con un percorso ridotto, di 20 m o meno, estrapolando i risultati a 40m. I provini devono essere di forma cilindrica, di diametro di 6mm. Ne sono necessari almeno tre, e Provino devono essere condizionati, prima della prova, per un minimo di 24h. Vengono forniti: • La perdita di massa relativa, in mg • La perdita relativa di volume, in mm3 • La massa volumica apparente Contenuto del rapporto di prova • Qualunque scostamento dalla procedura di prova, soprattutto se la prova prevede solo metà del percorso di abrasione • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Tipi di prova 90 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.60 – Resistenza delle suole a lacerazione. RESISTENZA A LACERAZIONE Suole Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza alla lacerazione delle suole con provini “a pantalone”. Dinamometro Acquati S.r.l. Suole UNI EN 12771: 2001 Un provino, con un singolo intaglio per formare due lembi, viene posizionato in una macchina per prove di trazione, in modo che l’intaglio sia parallelo all’asse della macchina, e in ogni morsetto sia fissato un lembo. I morsetti vengono separati, affinché la propagazione della lacerazione si estenda fino al bordo del provino. Si registrano la forza iniziale di lacerazione, le forze media e massima richieste per continuare la lacerazione, ed il tipo di lacerazione. I morsetti si separano ad una velocità di (100±10)mm/min. I provini devono essere rettangolari, di dimensioni (100mm±5mm)x(15mm±1mm), nel caso di materiali non di cuoio, e di dimensioni (100mm±5mm)x x(40mm±1mm), per provini di cuoio. Lo spessore deve essere di 2,0mm±0,2mm per le suole compatte polimeriche ed elastomeriche, di 4,0mm±0,2mm per le suole in materiale semiespanso e cellulare, per le suole di cuoio l’intero spessore deve essere sottoposto a prova. Prima della prova i provini devono essere condizionati per almeno 24h. • La media di tre determinazioni della resistenza a lacerazione Ts, espressa in N/mm, data dal rapporto Contenuto del tra forza mediana e spessore rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 91 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.61 – Resistenza di suole e materiali per suole a flessione. RESISTENZA ALLA FLESSIONE Suole, materiali per suole Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza alla flessione delle suole. Con questo metodo si possono valutare gli effetti dell’aumento dell’intaglio sui materiali per suole e sui campioni di superfici. Flessimetro Bennewart Giuliani Tecnologie S.r.l. Suole, materiali per suole UNI EN ISO 17707: 2005 Nella prova per misurare la rigidezza longitudinale delle suole, si flette una suola alla velocità di curvatura di (100±10)mm/min, fino ad un angolo massimo di 45°, e si registra la forza applicata. Nella prova per misurare la resistenza alla flessione, si rimuove il tacco dalla suola, se necessario, si pratica un intaglio su di essa e la si pone sopra il mandrino della macchina di flessione, dove viene flessa fino ad un angolo massimo di 90° ripetutamente. Si misura, infine, l’aumento della lunghezza dell’intaglio praticato all’inizio. Un provino è costituito da suola e soletta di una calzatura, o dalla sola suola. Esso deve essere condizionato per almeno 24h prima della prova. • Rigidezza longitudinale del campione Contenuto del • Resistenza alla flessione del campione rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 92 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.62 – Resistenza delle suole a sfaldatura e delaminazione. RESISTENZA A SFALDATURA E DELAMINAZIONE Suole Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della resistenza alla delaminazione e al distacco tra gli strati delle suole. Dinamometro Acquati S.r.l. Suole UNI EN 12774: 2001 Con un dispositivo di spaccatura a lama, si taglia a metà una delle estremità di ciascun provino, in modo che la superficie superiore e quella inferiore siano equidistanti approssimativamente 15mm. Nel caso di suole multistrato, si separano i loro strati per una lunghezza di 10mm, inserendo una lama riscaldata nello strato di collante. Si ripiegano i due lembi sulle estremità del provino, si inseriscono e si fissano in ciascun morsetto del dinamometro. Si aziona l’apparecchio in modo tale che i morsetti si separino ad una velocità di (100±10)mm/min. I provini devono essere strisce di almeno 75mm di lunghezza e di (25,0±0,2)mm di larghezza. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Resistenza del materiale alla delaminazione, espressa come rapporto tra la media delle forze Contenuto del registrate per tre provini, e la loro larghezza rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 93 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.63 – Stabilità dimensionale delle suole. STABILITÀ DIMENSIONALE Tipi di prova Dispositivo Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della contrazione lineare dopo trattamento a caldo dei provini prelevati da suole. Vari strumenti di laboratorio Suole UNI EN 12772: 2001 Sulla superficie esterna dei provini vengono praticate due incisioni parallele di riferimento, aventi una profondità non maggiore di 0,5mm, su tutta la lunghezza del provino e su ciascun lato dello stesso. Sul provino più lungo le incisioni distano (100±5)mm l’una dall’altra, mentre per il provino più corto esse distano (50±5)mm l’una dall’altra. Si misura, allo 0,2 più prossimo, la distanza che separa le incisioni lungo l’asse mediano. Si collocano i provini nella stufa orizzontalmente per (24,0±0,5)h, ad una temperatura di 70°C±2°C. Si lasciano i provini in atmosfera normalizzata per 30min, e si misura, allo 0,2 più prossimo, la distanza tra le incisioni lungo l’asse mediano. I provini devono avere larghezza di (25±5)mm, e lunghezza corta (150±5)mm, o lunga (75±5)mm. Il loro spessore deve essere equivalente a quello della suola. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Contrazione percentuale riferita alla distanza iniziale tra le due incisioni, dovuta al trattamento Contenuto del termico rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 94 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.64 – Impatto laterale dei tacchi. IMPATTO LATERALE Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della forza di impatto sui tacchi per le calzature da signora, in grado di fornire una valutazione sulla resistenza a colpi impulsivi occasionali durante la calzata. Apparecchio che serve per la determinazione della resistenza all'impatto laterale dei tacchi. Giuliani Tecnologie S.r.l. Tacchi UNI EN ISO 19953: 2005 Un tacco, fissato con la punta verso l’alto, è soggetto a dei colpi impulsivi, che vengono impartiti dalle percussioni di un pendolo, che viene lasciato cadere. L’energia sviluppata nei colpi viene incrementata finché il tacco cede. I provini sono costituiti dai tacchi fissati su appositi supporti. • N°. di urti che hanno portato al danneggiamento • Energia spesa durante l’ultimo urto Contenuto del • Tipo di danno, ed eventuale presenza della rotrapporto di prova tura nel punto di impatto • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 95 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.65 – Resistenza dei tacchi alla fatica. RESISTENZA ALLA FATICA Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della capacità dei tacchi per le calzature da signora, di resistere ai piccoli colpi impartiti durante la camminata normale. Apparecchio per la prova di resistenza alla fatica dei tacchi. Giuliani Tecnologie S.r.l. Tacchi UNI EN ISO 19956: 2005 Un tacco, fissato con la punta verso l’alto, è soggetto a dei colpi di energia specificata, causati dalla caduta di un pendolo che si ripete a cicli di 1s. La prova ha termine alla rottura del tacco, o comunque dopo 2000 cicli. Il tacco usato come campione va messo in un vassoio di metallo asciutto, con la punta rivolta verso l’alto. Si scalda la lega di metallo finché fluisce in tutte le parti del vassoio garantendo l’immobilità del tacco. • Descrizione del tipo di danneggiamento o di rottura Contenuto del • Numero di cicli per cui si valuta il danneggiarapporto di prova mento, o per cui si verifica la rottura del tacco • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 96 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.66 – Resistenza dei tacchi all’inchiodatura. RESISTENZA ALL’INCHIODATURA Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la misurazione della forza richiesta per estrarre un chiodo dal tacco. Dinamometro Acquati S.r.l. Tacchi UNI EN ISO 19957: 2005 La testa di un chiodo per i tacchi viene tenuta in uno dei morsetti della macchina per le prove di trazione, nell’altro morsetto viene inserito il tacco. Si applica una forza di separazione approssimativamente parallela all’asse longitudinale del chiodo. Si registra la forza massima necessaria per estrarre il chiodo dal tacco. Si usano come campioni 3 tacchi, ciascuno con 6 chiodi inseriti. Nel caso questo non sia possibile, si utilizzano 4 tacchi, ciascuno con 4 chiodi. • Sforzo necessario per estrarre un chiodo dal tacco Contenuto del • Media della profondità di penetrazione del chiorapporto di prova do • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 97 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.67 – Tenuta del soprattacco al tacco. TENUTA DEL SOPRATTACCO AL TACCO Prove per la determinazione della forza richiesta per staccare il soprattacco dal tacco. Dinamometro Dispositivo Società fornitrice Acquati S.r.l. Tacchi Componenti UNI EN ISO 19958: 2005 Norme Il soprattacco viene staccato grazie all’applicazione di una forza in costante aumento, applicata nel suo centro, in direzione perpendicolare alla superficie del soprattacco. Esso prima viene perforato in modo da permettere l’immissione di un bullone che Procedura consente il collegamento ad uno dei morsetti della macchina per la prova di trazione. Anche il tacco viene perforato, in modo da poter essere attaccato all’altro morsetto. Si registra la forza massima necessaria affinché il soprattacco si stacchi dal tacco. Il campione è costituito dal tacco e dal relativo soprattacco, che vengono afferrati dai morsetti della Provino macchina per le prove di trazione. • Forza massima per staccare il soprattacco dal tacco Contenuto del rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Tipi di prova 98 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.68 – Capacità di incollaggio di contrafforti e puntali. CAPACITÀ ALL’INCOLLAGGIO Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della capacità di incollaggio dei materiali, mediante l’applicazione di pressioni e/o calore ed eventuali adesivi. • Dinamometro Acquati S.r.l. Contrafforti e puntali UNI EN ISO 20863: 2005 Il pezzo da sottoporre al test, viene preso tra dei morsetti e sottoposto a trazione ad una velocità di separazione dei morsetti pari a (100±10)mm/min, fino a che metà del pezzo si è separato. Poi i provini vengono sommersi in acqua distillata per 16h ed, infine di nuovo sottoposti a trazione fino alla loro totale separazione. I provini hanno dimensioni (150mm±10mm)x x(30mm±2mm), vengono fatti aderire tra di loro tramite il calore o un solvente. Prima della prova vengono condizionati per 24h. • Forza media per ottenere metà della separazione dei provini Contenuto del • Forza media per ottenere la totale separazione rapporto di prova dei provini • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Per i tomai, le suole e le intersuole: • Calzature da passeggio e da tempo libero: ≥3,5N/mm Requisiti minimi • Calzature moda, da bambino, indoor e da ragazzo: ≥3,0N/mm 99 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.69 – Caratteristiche meccaniche di contrafforti e puntali. CARATTERISTICHE MECCANICHE Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della capacità di mantenere la forma e lo sforzo di compressione di contrafforti e puntali. Dome Giuliani Tecnologie S.r.l. Contrafforti e puntali UNI EN ISO 20864: 2005 Un provino viene montato nel dispositivo usando un anello di serraggio. L’albero viene spinto dolcemente attraverso il buco fino ad entrare in contatto con la superficie interna della macchina di prova per 5s±1s, registrando la lettura del calibro. Il provino viene rimosso e si determina la capacità di mantenimento della forma. Nel caso di prova ad umido, il provino viene imbevuto con acqua distillata o deionizzata per 16h, ad una temperatura di 23°C±2°C. I provini, circolari e di diametro idoneo, devono essere sei. Il diametro del pistone è di (47,5±0,5)mm, la cupola ha raggio di curvatura di (35,0±0,5)mm. I provini devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Valore dell’area del provino prima della prova e dopo dieci operazioni di pressatura Contenuto del • Resilienza del materiale rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 100 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.70 – Prova di trazione per gli accessori. PROVA DI TRAZIONE Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della forza della chiusura scorrevole sugli scorrevoli assemblati in una porzione di cerniera. Dinamometro Acquati S.r.l. Cerniere ASTM D 2061: 1987 Si colloca e si fissa lo scorrevole a metà tra le estremità delle dentature, assicurandosi che uno dei dentini emerga dalla scanalatura dello scorrevole nella morsa superiore e uno nella morsa inferiore della macchina di prova. Si colloca il corpo scorrevole lungo l’asse delle morse e a metà tra loro. Si applica un carico per consentire la separazione dei morsetti. Si esamina, poi, il campione per determinare gli effetti della prova, come l’inceppamento dello scorrevole, il danno dello scorrevole o della fettuccia o degli elementi di chiusura (dentini), che compromettono il funzionamento della cerniera. Il campione di prova consiste in uno scorrevole assemblato alla dentatura di una cerniera con la quale esso deve essere impiegato. • Natura del danno, se presente, e carico estremo applicato Contenuto del rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 101 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.71 – Resistenza degli accessori alla corrosione. RESISTENZA ALLA CORROSIONE Tipi di prova Dispositivo Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della tendenza di una superficie metallica a non cambiare visivamente a causa della contaminazione con l’inquinamento atmosferico, o a resistere alla corrosione dovuta all’azione dell’acqua salata. Vari strumenti di laboratorio Accessori UNI EN ISO 22775: 2005 Con un primo metodo, un provino viene posizionato in un’atmosfera umida, che contiene una bassa concentrazione di solfuro di idrogeno gassoso, per 1h. Con un secondo metodo, una tela di cotone viene imbevuta con una soluzione di cloruro di sodio, e poi avvolta attorno al provino. Il tutto viene poi introdotto in una borsa sigillata per 24h, a temperatura ambiente. I segni di corrosione sul provino vengono valutati in modo soggettivo, tramite un confronto visivo. Sono necessari 2 provini, uno di essi viene esposto ai reagenti, mentre l’altro viene usato come termine di paragone per identificare qualsiasi danneggiamento o sbiadimento. • Grado di corrosione o di sbiadimento Contenuto del • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova va 102 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.72 – Rilascio di nichel da articoli a contatto con la pelle. RILASCIO DI NICHEL DA ARTICOLI IN CONTATTO CON LA PELLE Tipi di prova Dispositivo Componenti Norme Procedura Provino Prove per la simulazione del rilascio di nichel da articoli che vengono in contatto diretto o prolungato con la pelle, al fine di determinare se questi articoli rilasciano nichel con un tasso maggiore di 0,5µg/cm2/settimana. Vari strumenti di laboratorio Accessori UNI EN 1811: 2000 L’articolo da sottoporre alla prova per il rilascio di nichel è posto in una soluzione di prova di sudore artificiale (composto da acqua deionizzata ed aerata) per una settimana. Il recipiente con il provino viene lasciato indisturbato in un bagno d’acqua termostaticamente controllata o in un forno a 30°C±2°C. La concentrazione di nichel disciolto nella soluzione è misurata per mezzo della spettrometria ad assorbimento atomico, della spettrometria al plasma o di un altro metodo analitico appropriato. Deve essere analizzata sono la superficie dell’articolo che viene in diretto e prolungato contatto con la pelle. L’area di analisi minima è di 0,2cm2. • Estensione dell’area di analisi Contenuto del • Valore del rilascio di nichel rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 103 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.73 – Assorbimento d’acqua dei cuoi. ASSORBIMENTO D’ACQUA Cuoi Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione dell’assorbimento d’acqua da parte del cuoio per immersione in condizioni statiche. Kubelka Giuliani Tecnologie S.r.l. Cuoi ISO 2417: 1983 Un provino, di volume o di peso noto, viene immerso, per un tempo determinato (che può essere 15min, 30min, 1h, 2h, 24h), in acqua distillata a temperatura nota. Si determina il volume di acqua assorbita. I provini devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Quantità di acqua assorbita per ogni periodo di immersione Contenuto del • Temperatura di prova rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Calzature resistenti ed altamente resistenti all’acqua: • Tomai con spessore ≤1,4mm: ≤20% dopo 30min per il 1° livello, ≤20% dopo 60min per il 2° livello Requisiti minimi • Tomai con spessore >1,4mm: ≤20% dopo 60min per il 1° livello, ≤20% dopo 120min per il 2° livello 104 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.74 – Resistenza dei cuoi alle flessioni ripetute. FLESSIONI RIPETUTE Cuoi Tipi di prova Prove per la determinazione della resistenza alla flessione a umido o a secco del cuoio. Essa è applicabile a tutti i tipi di cuoio di spessore minore di 3mm. Dispositivo Flessimetro Bally Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l. Componenti Cuoi Norme UNI EN ISO 5402: 2004 Procedura Un provino viene piegato con la superficie da sottoporre a prova rivolta verso l’interno fissata su di un morsetto superiore mobile, e con la superficie da sottoporre a prova rivolta verso l’esterno fissata su di un morsetto inferiore fisso. Il movimento del morsetto superiore causa una piegatura lungo tutto il provino, che viene esaminato periodicamente per valutarne il danneggiamento. Provino I 12 provini devono essere campionati in conformità alla norma ISO 2418. Tra di essi 6 devono essere utilizzati per le prove a secco, e 6 per le prove ad umido. Essi devono essere condizionati secondo la norma ISO 2419 (temperatura di 20°C, 65% di umidità relativa, o temperatura di 23°C, 50% di umidità relativa). • Numero di cicli di flessione Contenuto del • Danni rilevati per il peggiore provino rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 105 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.75 – Misura dello spessore dei cuoi. MISURA SPESSORE Cuoi Tipi di prova Prove per la misurazione dello spessore del cuoio. Dispositivo Spessimetro Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l. Componenti Cuoi Norme UNI ISO 2589: 1983 Procedura Il cuoio viene posto sulla macchina di prova con il lato fiore rivolto verso l’alto. Ad esso si applica lentamente un carico fino a che si raggiunge il suo massimo. Si effettua la misura dello spessore mantenendo il provino e le facce del piede e dell’incudine dell’apparecchiatura in posizione orizzontale. Provino Possono essere considerati dei provini tutti i tipi di cuoi, ad eccezione di quelli di 3mm o più di spessore. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Misura dello spessore del cuoio • Il numero di punti in cui lo spessore è stato miContenuto del surato e la loro posizione rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 106 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.76 – Permeabilità dei cuoi al vapor d’acqua. PERMEABILITÀ AL VAPOR D’ACQUA Cuoi Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della permeabilità al vapor d’acqua dei cuoi. Apparecchio per la determinazione della permeabilità al vapor d’acqua del cuoio. Giuliani Tecnologie S.r.l. Cuoi UNI 8429: 1982 Il provino di cuoio viene fissato all’imboccatura di un flacone che contiene un essiccante solido ed è esposto ad una rapida corrente d’aria in un ambiente condizionato. L’aria, nell’interno del flacone, viene agitata tenendo in moto l’essiccante. Il flacone viene pesato periodicamente per determinare la quantità di vapor d’acqua trasmessa attraverso il cuoio ed assorbita dall’essiccante. Il cuoio viene tagliato in quadrati di lato 50mm. Essi vengono appoggiati su un tavolo con il fiore verso l’alto, e vengono abrasi con un pezzo di carta abrasiva n°. 180 con 10 movimenti alternati, in diverse direzioni, con una forza di circa 2N. Quindi si tranciano dal cuoio i provini circolari di diametro 30mm. • Permeabilità al vapor d’acqua in mg/(cm2·h) Contenuto del • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova va 107 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.77 – Prova di trazione per i cuoi. PROVA DI TRAZIONE Cuoi Tipi di prova Prove per la determinazione della resistenza a trazione e dell’allungamento del cuoio. Dispositivo Dinamometro Società fornitrice Acquati S.r.l. Componenti Cuoi Norme UNI ISO 3376: 1983 Procedura Per la determinazione della resistenza a trazione, si condiziona un provino in atmosfera controllata, si misura lo spessore e lo si sottopone a trazione, fino a rottura, su una macchina per la prova di trazione. Per la determinazione dell’allungamento, si mette in trazione un provino, condizionato, su una macchina per la prova di trazione, fino a che la forza applicata raggiunge un valore predeterminato o fino alla rottura della provetta. La velocità di separazione dei morsetti è costante e vale (100±10)mm/min. La loro forza di serraggio, applicata al centro del provino, è di 300N. Provino I provini sono lunghi 90mm e larghi 25mm. Nel caso in cui la quantità di cuoio non sia sufficiente, i provini sono lunghi 40mm e larghi 10mm. Devono essere condizionati per 24h prima della prova. • Resistenza a trazione, data dal rapporto tra il carico di rottura e l’area della sezione traversale del provino Contenuto del • Allungamento a rottura, dato dalla distanza dei rapporto di prova morsetti al momento della rottura del provino • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Requisiti minimi 108 Resistenza a trazione ≥10N/mm2 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.78 - – Resistenza dei cuoi allo strappo. RESISTENZA ALLO STRAPPO Tipi di prova Prove per la determinazione della resistenza allo strappo per i cuoi. Dispositivo Dinamometro Società fornitrice Acquati S.r.l. Componenti Cuoi Norme UNI ISO 3377: 1983 Procedura Un provino di cuoio, nel quale è stata praticata una fessura, è agganciato ad un paio di portaprovini fissati ai morsetti di una macchina per le prove di trazione. La forza massima ad allungamento necessaria per la separazione del portaprovini è considerata come resistenza allo strappo. Provino I provini sono rettangolari di dimensioni (50mm± 1mm)x(25mm±1mm), ed hanno un intaglio largo 5mm e lungo 20mm, posto in posizione centrale. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Resistenza a strappo e spessore della provetta Contenuto del • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova va Requisiti minimi Valori del carico di strappo per le applicazioni con la fodera: calzature da passeggio uomo ≥50N, calzature da passeggio donna ≥40N, calzature da tempo libero ≥70N, calzature moda, da bambino, indoor ≥30N, calzature da ragazzo ≥40N • Valori del carico di strappo per le applicazioni sen-za la fodera: calzature da passeggio uomo ≥60N, calzature da passeggio donna ≥50N, calzature da tempo libero ≥80N, calzature moda, da bambino, indoor ≥40N, calzature da ragazzo ≥50N 109 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.79 – Resistenza dei cuoi a screpolatura del fiore. RESISTENZA A SCREPOLATURA DEL FIORE Tipi di prova Prove per la determinazione della resistenza alla screpolatura del fiore e dell’indice di screpolatura del fiore. Dispositivo Apparecchio per la resistenza alla screpolatura Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l. Componenti Cuoio Norme UNI EN ISO 3378: 2005 Procedura Una striscia di cuoio viene piegata attorno ad un rullo, di diametro noto, sotto l’azione di una forza minima, in grado di garantire il contatto tra il rullo ed il cuoio. Il fiore è monitorato, al fine di notificare ogni sua screpolatura. Il provino viene ruotato attorno al rullo di 180° per 5s±1s. Provino I provini sono strisce di cuoio larghe 25mm±1mm e lunghe almeno 150mm. Tre di essi vengono disposti con il lato lungo parallelo alla base, e tre con il lato lungo perpendicolare alla base. • Indice di screpolatura del fiore Contenuto del • Qualsiasi deviazione dal metodo standard di prorapporto di prova va Requisiti minimi 110 Cuoi per suole: screpolatura ≥ 4·s, dove s è lo spessore del cuoio in mm Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.80 – Resistenza dei cuoi a trazione del fiore. RESISTENZA A TRAZIONE DEL FIORE Tipi di prova Prove per la determinazione della distensione e della resistenza a trazione del fiore di un cuoio con il metodo della biglia. Dispositivo Dinamometro Società fornitrice Acquati S.r.l. Componenti Cuoio Norme UNI ISO 3379: 1983 Procedura Una biglia di acciaio è pressata sul centro del lato carne di una provetta di cuoio a forma di disco, saldamente serrata sulla sua periferia. La pressione della biglia e la distensione della provetta risultanti sono registrate al momento in cui il fiore si screpola e allo scoppio (se esso si verifica). Il diametro della superficie libera deve essere di 25,0mm. La velocità relativa di spostamento del morsetto e della biglia deve provocare un allungamento del cuoio di (12±2)mm/min. L’errore sulla misura della forza necessaria a provocare la screpolatura del fiore e la sua rottura, non deve essere maggiore al 3%. Provino I provini sono circolari ed hanno un diametro di 44,5mm. Devono essere condizionati 24h prima della prova. • Se il provino scoppia, si danno come risultati la forza applicata e la distensione al momento della screpolatura e allo scoppio Contenuto del • Se il provino non scoppia, si danno come risulrapporto di prova tati la forza applicata e la distensione al momento della screpolatura e quella sotto la forza massima • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Requisiti minimi Cuoi per tomai: distensione ≥ 7mm 111 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.81 – Contenuto di coloranti azoici nei cuoi tinti. COLORANTI AZOICI NEL CUOIO TINTO Tipi di prova Prove per la determinazione dell’uso di coloranti azoici che possono liberare ammine aromatiche. Dispositivo Vari strumenti di laboratorio Componenti Cuoi Norme UNI CEN ISO/TS 172346: 2005 Procedura Dopo esser stato sgrassato, il provino di cuoio viene trattato con una soluzione opportuna a 70°C in un recipiente chiuso. Le ammine liberate durante il processo vengono estratte, e la loro quantità viene misurata tramite cromatografia. Provino Il cuoio viene campionato in base alla norma EN ISO 2418 e macinato in base alla norma EN ISO 4044. • Coloranti azoici in mg/kg Contenuto del • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova va Requisiti minimi 112 Cuoi per tomai, suole, fodere, intersuole, sottopiedi, guardoli: coloranti azoici≤30mg/kg Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.82 - – Contenuto di cromo esavalente nei cuoi. CONTENUTO DI CROMO ESAVALENTE Tipi di prova Prove per la determinazione del contenuto di cromo esavalente nelle soluzioni lisciviate dal cuoio in condizioni definite. Dispositivo Vari strumenti di laboratorio Componenti Cuoi Norme UNI CEN/TS 14495: 2005 Procedura Del cromo esavalente viene lisciviato dal provino con un pH che vale 7,5 o 8,0, le sostanze che influenzano la rilevazione vengono rimosse tramite l’estrazione di una fase solida, se necessario. Il cromo esavalente in soluzione reagisce formando un complesso rosso/viola, dove il cromo può essere quantificato per via spettrofotometrica alla lunghezza d’onda di 540mm. Provino Si mescolano (2,00±0,01)g di cuoio con 100ml di soluzione degassata. Il tutto viene agitato meccanicamente per 3h±5min. Il cuoio viene precedentemente campionato in base alla norma EN ISO 2418 e macinato in base alla norma EN ISO 4044. • Contenuto di cromo esavalente Contenuto del • Sostanze volatili presenti nel cuoio rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Requisiti minimi Cuoi per tomai, fodere, intersuole: cromo VI≤2ppm 113 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.83 – Contenuto di formaldeide libera nei cuoi. CONTENUTO DI FORMALDEIDE Tipi di prova Prove per la determinazione del contenuto di formaldeide libera e rilasciata nel cuoio. Dispositivo Vari strumenti di laboratorio Componenti Cuoi Norme UNI CEN ISO/TS 17226: 2005 Procedura La formaldeide viene separata e quantificata come derivato dalle altre aldeidi e dai chetoni grazie alla cromatografia liquida. In questo modo si rileva la formaldeide libera e quella idrolizzata dalle altre aldeidi edurante l’estrazione. Il provino è eluito con acqua a 40°C. Dopo ulteriori trattamenti le aldeidi ed i chetoni reagiscono dando le rispettive idrazine, che vengono separate. Provino Il cuoio viene campionato in base alla norma EN ISO 2418 e macinato in base alla norma EN ISO 4044. • Contenuto di formaldeide libera Contenuto del • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova va Requisiti minimi 114 Cuoi per tomai, suole, fodere, intersuole, sottopiedi, guardoli: formaldeide libera≤150ppm Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.84 – Contenuto di pentaclorofenolo nei cuoi. CONTENUTO DI PENTACLOROFENOLO Tipi di prova Dispositivo Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione del contenuto di pentaclorofenolo (PCP), dei suoi sali ed esteri. Vari strumenti di laboratorio Cuoi UNI CEN/TS 14494: 2004 Inizialmente il cuoio è sottoposto a distillazione a vapore. Dopo l’estrazione di n-esano, il PCP viene acetilato con anidride acetica ed i suoi acetati vengono analizzati tramite gas-cromatografia con un detector ECD. Si effettua la loro quantificazione grazie ad uno standard esterno, e si apportano le opportune correzioni con uno standard interno. I provini vanno preparati come suggerisce la norma EN ISO 2418, il cuoio va trattato conformemente alla norma EN ISO 4044. I provini devono essere condizionati conformemente alla norma EN ISO 2419. • Contenuto di pentaclorofenolo (PCP) del cuoio Contenuto del • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova va Cuoi per tomai, suole, fodere, guardoli, intersuole, Requisiti minimi sottopiedi: PCP ≤5 ppm 115 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.85 – Determinazione del pH dei cuoi. DETERMINAZIONE DEL PH Tipi di prova Prove per la determinazione del pH e dell’indice differenziale di un estratto acquoso di cuoio. Dispositivo Vari strumenti di laboratorio Componenti Cuoi Norme UNI EN ISO 4045: 2000 Procedura Si prepara un estratto acquoso da una porzione per analisi di cuoio, e si misura il pH dell’estratto con un pH-metro. Si utilizzano: acqua, con un pH compreso tra 6 e 7, ed una soluzione tampone, per tarare gli elettrodi. Provino Un provino è costituito da (5,0±0,1)g di campione, preparato secondo la ISO 4044, mescolato a (100± ±1)ml di acqua. Il composto viene agitato a mano per 30s e, poi, meccanicamente per 6h. • Valore medio delle singole determinazioni di pH e, nel caso tale valore sia minore di 4 o maggiore di Contenuto del 10, il valore dell’indice differenziale rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova Requisiti minimi 116 Cuoi per tomai, suole fodere, intersuole, sottopiedi: pH≥3,2, ΔpH≤0,7 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.86 – Determinazione della durezza di gomme, elastomeri e materie plastiche. DUREZZA Gomme, elastomeri, materie plastiche Tipi di prova Prove per la determinazione della durezza per penetrazione di un durometro (durezza Shore). Dispositivo Durometri Shore A e D Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l. Componenti Gomme ed elastomeri, materie plastiche Norme UNI EN ISO 868: 2005 Procedura Un penetratore è forzato ad entrare nel materiale sottoposto a prova, in modo da misurare la profondità di penetrazione, che è inversamente proporzionale alla durezza, che, a sua volta, dipende dal modulo di elasticità e dalle proprietà viscoelastiche del materiale. Si effettuano le misure di durezza in cinque differenti posizioni sul provino, a distanza di almeno 6mm, e se ne determina il valore medio. Provino Lo spessore del provino deve essere almeno 4mm, in caso contrario, può essere composto da più strati sottili per ottenere lo spessore richiesto. Le dimensioni devono essere tali da effettuare misurazioni ad almeno 9mm da ciascun bordo, la superficie deve essere piana per permettere l’appoggio su un’area di almeno 6mm attorno al punto di penetrazione. • I valori singoli della durezza e gli intervalli tra le letture • Il valore medio della durezza per penetrazione Contenuto del • Temperatura di prova ed umidità relativa rapporto di prova • Il tipo di durometro • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 117 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.87 – Resistenza di gomme ed elastomeri ad abrasione. RESISTENZA AD ABRASIONE Gomme ed elastomeri Tipi di prova Prove per la determinazione della resistenza della gomma ad azioni abrasive ottenute per mezzo di un dispositivo a tamburo cilindrico rotante. Dispositivo Abrasimetro a tamburo rotante Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l. Componenti Gomme ed elastomeri Norme UNI 9185: 1988 Procedura Un provino di gomma viene sottoposto all’azione di una tela abrasiva con corindone di grado abrasivo 60. Il provino poggia sul tamburo con un carico verticale di (10,0±0,2)N, in casi speciali si può usare un carico di (5,0±0,1)N. L’abrasione ha luogo su una delle basi piane del provino cilindrico; la tela abrasiva è attaccata alla superficie di un tamburo cilindrico, rotante con frequenza di (40±1)giri/min, contro il quale il provino si muove trasversalmente. Si determina la perdita in massa del provino e, per mezzo della densità del materiale, viene calcolata la perdita in volume. Il provino deve essere cilindrico con diametro di +0, 2 (16,0 −0, 0 )mm, e tale da determinare, con la cavità Provino del portaprovino, una leggera interferenza che ne assicuri il bloccaggio. Lo spessore della gomma in prova non deve essere minore di 2mm. Essi devono essere condizionati almeno 16h prima della prova. • Perdita in volume relativo e massa volumica Contenuto del • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova va 118 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.88 – Prova di trazione per i tessuti. PROVA DI TRAZIONE Tessuti Tipi di prova Prove per la determinazione della forza massima e dell’allungamento alla forza massima dei tessuti con il metodo della striscia. Dispositivo Dinamometro Società fornitrice Acquati S.r.l. Componenti Tessuti Norme UNI EN ISO 13934-1: 2000 Procedura Un provino di tessuto viene serrato tra due morsetti per la sua intera lunghezza, e allungato a velocità costante fino alla rottura. La separazione dei morsetti avviene a velocità costante di (20±2)mm/min, o di (100±10)mm/min. Provino I provini devono essere larghi (50±0,5)mm, e sufficientemente lunghi da permettere una lunghezza di prova di (200±1)mm, per i tessuti con allungamento alla forza massima fino al 75%, oppure devono essere sufficientemente lunghi da permettere una lunghezza di prova di (100±1)mm, per i tessuti con allungamento alla forza massima maggiore del 75%. I provini devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Media aritmetica della forza massima e, se richiesta, della forza a rottura Contenuto del • Media aritmetica dell’allungamento alla forza rapporto di prova massima e, se richiesto, dell’allungamento a rottura • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 119 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.89 – Solidità del colore dei tessuti alla luce artificiale. SOLIDITÀ DEL COLORE ALLA LUCE ARTIFICIALE Tipi di prova Prove per la determinazione della solidità del colore dei tessili, di qualsiasi tipo e forma, all’azione di una sorgente di luce artificiale rappresentativa della luce del giorno. Dispositivo Lampada per invecchiamento accelerato Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l. Componenti Tessuti Norme UNI EN ISO 105-B02 2004 Procedura Esistono vari metodi di esecuzione di questa prova, in quello qui considerato, un provino di tessile viene esposto alla luce artificiale assieme ad una serie di riferimenti di lana blu. La solidità del colore viene determinata per confronto della degradazione del colore del provino con quella dei riferimenti impiegati. Per i tessili bianchi (sbiancati o con candeggio ottico) la solidità del colore è valutata per confronto della degradazione del grado di bianco del provino con quello dei riferimenti impiegati. Provino Le dimensioni dei provini dipendono dalla loro quantità, dalla loro forma e dalle dimensioni del portaprovini. Un provino può essere una striscia di tessuto, un filo avvolto a spire strette su un cartone o accostato in parallelo e fissato su un cartoncino, un nastro di fibre pettinate e compresse. Ciascuna area esposta e non esposta non deve essere minore di 10mmx8mm. • Indice di solidità del colore Contenuto del • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova va 120 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.90 – Prova di trazione per i non tessuti. PROVA DI TRAZIONE Non tessuti Tipi di prova Prove per la determinazione della resistenza alla trazione dei non tessuti mediante il metodo di prova su striscia. Dispositivo Dinamometro Società fornitrice Acquati S.r.l. Componenti Non tessuti Norme UNI EN 29073-3: 1993 Procedura Un provino di tessuto viene serrato tra due morsetti per la sua intera lunghezza, e allungato a velocità costante fino alla rottura. La separazione dei morsetti avviene ad una velocità costante di (100± 10)mm/min. Provino I provini devono essere larghi (50±0,5)mm, e sufficientemente lunghi da permettere una lunghezza di prova di (200±1)mm • Media aritmetica della forza a rottura Contenuto del • Media aritmetica dell’allungamento a rottura rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 121 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.91 – Resistenza dei non tessuti a lacerazione. RESISTENZA A LACERAZIONE Non tessuti Tipi di prova Prove per la determinazione della resistenza a lacerazione dei non tessuti mediante il metodo del trapezio. Dispositivo Dinamometro Società fornitrice Acquati S.r.l. Componenti Non tessuti Norme UNI EN ISO 9073-4: 1999 Procedura Un provino viene posizionato in una macchina per prove di trazione, dove i morsetti si trovano inizialmente ad una distanza di (25±1)mm tra loro, e si separano ad una velocità di (100±10)mm/min. Si seleziona il campo di forza della macchina in modo che la rottura si verifichi tra il 10% ed il 90% della scala. Si registrano la forza di lacerazione sul registratore grafico automatico, e, se la provetta non si lacera, non si registra il risultato. Provino I provini devono essere rettangolari, di dimensioni (75mm±1mm)x(150mm±2mm), e devono essere marcati con un trapezio isoscele utilizzando la dima. Si devono prelevare 5 provette nella direzione macchina e 5 in direzione trasversale, per fornire indicazioni circa l’anisotropia delle provette finali. • La media ed il coefficiente di variazione dei picchi di carico rilevati per le 5 provette in entrambe le direzioni, macchina e trasversale. Contenuto del • Ogni comportamento anomalo rilevato durante rapporto di prova la prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 122 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.92 – Assorbimento d’acqua dei supporti rivestiti. ASSORBIMENTO D’ACQUA Supporti rivestiti Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione dell’assorbimento d’acqua dei supporti rivestiti. Apparecchio per la determinazione dell’assorbimento d’acqua Giuliani Tecnologie S.r.l. Supporti rivestiti UNI 4818-25: 1974 Un provino viene posto sopra un setto poroso, con il supporto rivolto verso il basso, e caricato con una massa di 100g. Dopo 15min si legge la quantità d’acqua assorbita dal provino, con approssimazione di 0,1 ml. I 6 provini sono di forma circolare, ed hanno diametro di (50,0±0,5)mm. 3 provini vengono utilizzati per la prova sulla faccia del rivestimento e 3 su quella del supporto. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Valore di assorbimento d’acqua per ogni singolo provino, in ml/m2 Contenuto del • Media aritmetica dei valori rilevati sui provini rapporto di prova relativi a ciascuna delle due facce in esame • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 123 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.93 – Permeabilità dei supporti rivestiti al vapor d’acqua. PERMEABILITÀ AL VAPOR D’ACQUA Supporti rivestiti Tipi di prova Dispositivo Società fornitrice Componenti Norme Procedura Provino Prove per la determinazione della permeabilità al vapor d’acqua di supporti rivestiti aventi supporto e strato di rivestimento traspiranti. Apparecchio per la determinazione dell’assorbimento e della permeabilità al vapor d'acqua. Giuliani Tecnologie S.r.l. Supporti rivestiti UNI 4818-26: 1974 Nel contenitore della macchina di prova vengono versati 25ml di acqua distillata, portata a 20°C±2°C in camera condizionata. Si dispone una guarnizione di gomma, e sopra di essa il provino con la faccia rivestita verso la superficie dell’acqua. Si pesa il tutto e lo si introduce in un essiccatore contenete gel di silice colorato con indicatore. Dopo 24h il contenitore viene rimosso e lo si pesa. La differenza di massa fornisce la quantità d’acqua passata sotto forma di vapore attraverso il provino, di superficie 1000mm2. I 3 provini hanno forma circolare, di diametro (58,0±0,5)mm. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Permeabilità al vapor d’acqua per ogni provino • Media aritmetica della permeabilità al vapor Contenuto del d’acqua di tre provini rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 124 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.94 – Prova di trazione per i supporti rivestiti di gomma o materie plastiche. PROVA DI TRAZIONE Supporti rivestiti di gomma o materie plastiche Tipi di prova Prove per la determinazione della resistenza a rottura dei supporti tessili rivestiti. Dispositivo Dinamometro Società fornitrice Acquati S.r.l. Componenti Supporti rivestiti di gomma o materie plastiche Norme UNI EN ISO 1421: 2000 Procedura Un provino viene tirato fino alla sua rottura. Se si usa il metodo di prova della striscia (tutta la larghezza del provino è serrata nelle morse), si determinano la forza massima e l’allungamento alla forza massima e, se richiesto, la forza di rottura e l’allungamento a rottura. Se si usa il metodo di prova a strappo (solo la parte del provino è serrata tra le morse), si determina solo la forza massima. Una delle due morse rimane fissa, l’altra si sposta ad una velocità costante di (100± ±10)mm/min. Provino • Prova della striscia: i provini devono avere larghezza (50±0,5)mm, e lunghezza sufficiente a consentire una distanza tra le morse di (200±1mm) • Prova a strappo: i provini devono avere larghezza (100±2)mm, e lunghezza non minore di 150mm. I provini devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Forza massima e, se differente, per la prova della striscia la forza di rottura Contenuto del • Solo per la prova della striscia: l’allungamento rapporto di prova massimo e, se differente, l’allungamento a rottura • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 125 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.95 – Solidità del colore dei supporti rivestiti allo strofinio. SOLIDITÀ DEL COLORE ALLO STROFINIO Supporti rivestiti Tipi di prova Prove per la determinazione della solidità del colore del rivestimento allo strofinio con tessuto asciutto, con tessuto imbevuto di acqua saponata e con tessuto imbevuto di n-eptano. Dispositivo Apparecchio prova per strofinio tipo Veslic Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l. Componenti Supporti rivestiti Norme UNI 4818-20: 1974 Procedura Si fissa il tessuto abradente, tagliato in quadrato con il lato di 50mmx50mm, sulla testina posta all’estremità del braccio mobile della macchina per la prova di stro-finio, e si ferma il provino al piano fisso: il braccio viene caricato con una massa di 900g, e si muove di moto alternato, strofinando il provino, per un tratto di 100mm, eseguendo 10 cicli in 10s. Per le prove non a secco, i tessuti vengono imbevuti ri-spettivamente di soluzione acquosa, contenente 5g/l di sapone di Marsiglia e di n-eptano, e quindi strizzati, in modo da contenere una quantità di liquido pari circa alla loro massa. Provino I provini sono 6, uno per ogni tipo di strofinio con tessuto bianco e con tessuto nero, ed hanno dimensioni di 140mmx50mm. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Solidità allo strofinio con tessuto bianco definita usando la scala di grigi Contenuto del • Solidità allo strofinio con tessuto nero definita rapporto di prova tramite la dicitura “solido” o “non solido” • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 126 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.96 – Potere adesivo. POTERE ADESIVO Tipi di prova Prove per la misurazione delle proprietà di incollaggio di materiali per calzature con impiego di adesivi a base di solvente ed adesivi in dispersione. Dispositivo Dinamometro Società fornitrice Acquati S.r.l. Componenti Adesivi Norme UNI EN 1392: 2001 Procedura Si possono eseguire tre tipi di prove: • Prova di pelatura (a 23°C±2°C): le estremità dei provini vanno introdotte per una lunghezza di (20± ±2)mm nei morsetti della macchina per le prove di trazione. I morsetti si separano ad una velocità di (100±10)mm/min • Resistenza al taglio (a 23°C±2°C): il provino, fissato nella macchina per le prove di trazione, ha una lunghezza libera di (100±2)mm. I morsetti si separano fino a rottura ad una velocità di (25± ±2)mm/min • Prova di pelatura a sollecitazione costante ed a temperatura elevata costante (“prova di scorrimento”): il provino viene inizialmente scaldato, e poi sottoposto a trazione per 10min Provino Un provino è costituito da due strisce di materiale incollate. La sua lunghezza e la sua larghezza non devono superare rispettivamente i seguenti valori: • Prova di pelatura: (100±2)mm, (30,0±0,5)mm • Resistenza a taglio: (80±2)mm, (20±2)mm • Resistenza alla pelatura, resistenza al taglio, resistenza allo scorrimento Contenuto del rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 127 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.97 – Temperatura ottimale e tempo massimo di riattivazione degli adesivi. TEMPERATURA OTTIMALE E TEMPO MASSIMO DI RIATTIVAZIONE Tipi di prova Prove per la determinazione delle temperature ottimali di riattivazione e del tempo massimo per la riattivazione di adesivi a solvente ed in dispersione. Dispositivo Dinamometro Società fornitrice Acquati S.r.l. Componenti Adesivi Norme UNI EN 12961: 2001 Procedura Dai materiali per suole e tomai vengono tagliate delle strisce che vengono cosparse di adesivo, che viene lasciato asciugare per (30±5)min, a temperatura di 23°C±5°C ed umidità relativa minore del 70%. Le strisce costituite dal materiale per le suole vengono attivate a caldo ad intervalli di 10°C partendo da 50°C fino a 90°C. Il lembo della suola e quello della tomaia vengono fatti aderire per un tempo variabile da 3 giorni a 5 giorni, a temperatura di 23°C± ±2°C, ed umidità relativa del 50%. Il campione viene sottoposto a prova di trazione, grazie all’inserimento delle due estremità dei lembi nei morsetti nella macchina di prova. Provino Per la determinazione della temperatura ottimale di riattivazione, si prelevano 10 strisce ciascuno, per formare 10 campioni. Per la determinazione del tempo massimo di riattivazione, dai materiali per suole e per tomai vengono prelevate 17 strisce ciascuno, per formare 17 campioni. • Temperatura ottimale di attivazione e tempo massimo di attivazione (valori singoli e medi) Contenuto del rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 128 Capitolo II – Laboratorio di materiali Tabella II.98 – Misura dello spessore della rifinizione del cuoio. MISURA DELLO SPESSORE Rifinizione del cuoio Tipi di prova Prove per la determinazione dello spessore della rifinizione applicata al cuoio, quando misurato senza pressione sul provino. Dispositivo Vari strumenti di laboratorio Componenti Rifinizione del cuoio Norme UNI EN ISO 17186: 2005 Procedura Si preleva una sezione del cuoio perpendicolare alla superficie rifinita. Lo spessore della rifinizione è misurato usando un microscopio ed è espresso sia come spessore, sia come percentuale dello spessore totale del cuoio. Provino I 3 provini sono quadrati di lato 10mm, su di essi viene posizionata perpendicolarmente la parte tagliente della lama, in modo da tagliare una sezione del cuoio. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. • Percentuale di rifinizione, definita come il rapporto tra lo spessore medio della rifinizione e lo Contenuto del spessore medio del cuoio rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova 129 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero 130 Indice delle tabelle INDICE DELLE TABELLE Tabella II.1 - Abrasimetro a tamburo rotante 24 Tabella II.2 - Abrasimetro tipo Martindale 26 Tabella II.3 - Bilancia analitica ad alta risoluzione 28 Tabella II.4 - Dinamometro elettronico 30 Tabella II.5 - Dome 32 Tabella II.6 - Durometro Shore 33 Tabella II.7 - Apparecchio di prova di resistenza dei tacchi alla fatica 34 Tabella II.8 - Flessimetro tipo Bally a bassa temperatura 36 Tabella II.9 - Flessimetro tipo Bennewart 38 Tabella II.10 - Flessimetro tipo Ross 40 Tabella II.11 - Apparecchio per l'impatto dei tacchi 41 Tabella II.12 - Apparecchio impermeabilità dinamica del cuoio della suola 42 Tabella II.13 - Lampada di invecchiamento 44 Tabella II.14 - Apparecchio permeabilità dinamica elettronico 46 Tabella II.15 - Permeabilità al vapor d'acqua 48 Tabella II.16 - Perspirometro 50 Tabella II.17 - Resistenza alla screpolatura 51 Tabella II.18 - Spessimetro 52 Tabella II.19 - Apparecchio prova di strofinio tipo Veslic 54 Tabella II.20 - Apparecchio prova di stirabilità 56 Tabella II.21 - Tipi di prove per le calzature complete 58 131 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.22 - Tipi di prove per i tomai 58 Tabella II.23 - Tipi di prove per le fodere 59 Tabella II.24 - Tipi di prove per i sottopiedi 60 Tabella II.25 - Tipi di prove per i sottopiedi di pulizia 61 Tabella II.26 - Tipi di prove per le suole 61 Tabella II.27 - Tipi di prove per i tacchi 62 Tabella II.28 - Tipi di prove per i contrafforti ed i puntali 63 Tabella II.29 - Tipi di prove per gli accessori 63 Tabella II.30 - Tipi di prove meccaniche per i cuoi 64 Tabella II.31 - Tipi di prove chimiche per i cuoi 65 Tabella II.32 - Tipi di prove per gomme ed elastomeri 65 Tabella II.33 - Tipi di prove per i tessuti 66 Tabella II.34 - Tipi di prove per i non tessuti 66 Tabella II.35 - Tipi di prove per i supporti rivestiti 67 Tabella II.36 - Tipi di prove per gli adesivi 67 Tabella II.37 - Tipi di prove per la rifinizione del cuoio 68 Tabella II.38 - Distacco del tomaio dalla suola 69 Tabella II.39 - Resistenza dei tomai all'acqua 70 Tabella II.40 - Tenuta del tacco alla calzatura 71 Tabella II.41 - Adattabilità alla forma e attitudine al montaggio dei tomai 72 73 Tabella II.42 - Flessioni ripetute di tomai e fodere Tabella II.43 - Migrazione del colore di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia 74 Tabella II.44 - Permeabilità di tomai e fodere al vapor d'acqua 75 Tabella II.45 - Prova di trazione per i tomai 76 132 Indice delle tabelle Tabella II.46 - Resistenza di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia all'abrasione Tabella II.47 - Resistenza di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia a lacerazione 78 79 Tabella II.48 - Resistenza dei tomai all'acqua Tabella II.49 - Resistenza dei tomai a sfaldatura e delaminazione Tabella II.50 - - - - 82 Resistenza di fodere, sottopiedi e sottopiedi di pulizia alla perspirazione Tabella II.53 81 Solidità del colore di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia allo strofinio Tabella II.52 80 Resistenza della cucitura di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia Tabella II.51 77 83 Assorbimento d'acqua di sottopiedi e sottopiedi di pulizia 84 85 Tabella II.54 - Resistenza dei sottopiedi all'usura Tabella II.55 - Resistenza dei sottopiedi a sfaldatura e delaminazione 86 87 Tabella II.56 - Tenuta dei sottopiedi ai chiodi Tabella II.57 - Resistenza di suole e materiali per suole alle flessioni ripetute 88 Tabella II.58 - Prova di trazione per le suole 89 Tabella II.59 - Resistenza delle suole ad abrasione 90 Tabella II.60 - Resistenza delle suole a lacerazione 91 Tabella II.61 - Resistenza di suole e materiali per suole a flessione 92 133 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Tabella II.62 - Resistenza delle suole a sfaldatura e delaminazione 93 Tabella II.63 - Stabilità dimensionale delle suole 94 Tabella II.64 - Impatto laterale dei tacchi 95 Tabella II.65 - Resistenza dei tacchi alla fatica 96 Tabella II.66 - Resistenza dei tacchi all'inchiodatura 97 Tabella II.67 - Tenuta del soprattacco al tacco 98 Tabella II.68 - Capacità di incollaggio di contrafforti e puntali 99 Tabella II.69 - Caratteristiche meccaniche di contrafforti e puntali 100 Tabella II.70 - Prova di trazione per gli accessori 101 Tabella II.71 - Resistenza degli accessori alla corrosione 102 Tabella II.72 - Rilascio di nichel da articoli a contatto con la pelle 103 Tabella II.73 - Assorbimento d'acqua dei cuoi 104 Tabella II.74 - Resistenza dei cuoi alle flessioni ripetute 105 Tabella II.75 - Misura dello spessore dei cuoi 106 Tabella II.76 - Permeabilità dei cuoi al vapor d'acqua 107 Tabella II.77 - Prova di trazione per i cuoi 108 Tabella II.78 - Resistenza dei cuoi allo strappo 109 Tabella II.79 - Resistenza dei cuoi a screpolatura del fiore 110 Tabella II.80 - Resistenza dei cuoi a trazione del fiore 111 Tabella II.81 - Contenuto di coloranti azoici nei cuoi tinti 112 Tabella II.82 - Contenuto di cromo esavalente nei cuoi 113 Tabella II.83 - Contenuto di formaldeide libera nei cuoi 114 Tabella II.84 - Contenuto di pentaclorofenolo nei cuoi 115 134 Indice delle tabelle Tabella II.85 - Determinazione del pH dei cuoi Tabella II.86 - Determinazione della durezza di gomme, elastomeri e materie plastiche Tabella II.87 - 116 117 Resistenza di gomme ed elastomeri ad abrasione 118 119 Tabella II.88 - Prova di trazione per i tessuti Tabella II.89 - Solidità del colore dei tessuti alla luce artificiale 120 Tabella II.90 - Prova di trazione per i non tessuti 121 Tabella II.91 - Resistenza dei non tessuti a lacerazione 122 Tabella II.92 - Assorbimento d'acqua dei supporti rivestiti 123 Tabella II.93 - Permeabilità dei supporti rivestiti al vapor d'acqua Tabella II.94 - Prova di trazione per i supporti rivestiti di gomma o materie plastiche Tabella II.95 - strofinio 126 127 - Potere adesivo Tabella II.97 - Temperatura ottimale e tempo massimo di riatti- - 125 Solidità del colore dei supporti rivestiti allo Tabella II.96 Tabella II.98 124 vazione degli adesivi 128 Misura dello spessore della rifinizione del cuoio 129 135 Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero 136 Webgrafia WEBGRAFIA http://www.uni.com http://www.giuliani.it http://www.acquati.it 137 Un laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero DISTRETTO CALZATURIERO VENETO Un laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero Relazione finale progetto di ricerca / Luglio 2006