Un laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
DISTRETTO
CALZATURIERO
VENETO
Un laboratorio
specializzato nel controllo
dei materiali per il
settore calzaturiero
Relazione finale progetto di ricerca / Luglio 2006
Distretto Calzaturiero Veneto
Via Mazzini, 2 – 30039 Stra (Ve) Italy
tel. +39.049.9801422
fax. +39.049.9800503
[email protected]
www.distrettocalzaturieroveneto.it
Si ringrazia per la collaborazione alla realizzazione del progetto:
Comitato Tecnico Scientifico:
Adriano Agostini, Agostini Calzaturificio s.r.l.
Francesco Baldin, Suolificio Thermoshoe s.n.c.
Fabio Boldrin, Tacchificio Riviera s.r.l.
Franco Ballin, Calzaturificio Ballin Franco & C. s.r.l.
Roberto Barina Calzaturificio Ballin s.r.l.
Paolo Destro, Paolo Destro S.p.A.
Marcellino Doni, Calzaturificio Mima s.r.l.
Paolo Giora, Suolificio G&B di Giora & Baldan s.r.l.
Davide Pavanello, Suolettificio Insalp s.r.l.
Aldo Tripodi, Formificio STF s.r.l.
Emilio Zamberlan, Calzaturificio Zamberlan s.r.l.
Michele Modesti
Dipartimento di Processi Chimici dell’Ingegneria - Università degli Studi di Padova
Angelo Penazzato, Menin Gianni
Esperti del settore calzaturiero
Chiara Pescarolo, Sabrina Cadamuro
ACRIB (Associazione Calzaturifici Riviera del Brenta)
Franco Cestonaro, Vittorino Martarello
CNA di Rovigo (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa)
Elio De Gasperi
Associazione Artigiani e Piccola Impresa “Città della Riviera del Brenta”
Giampiero Menegazzo
Rappresentante Patto di Distretto
Mario Zambelli, Mauro Tescaro, Maria Elena Gennaro
Politecnico Calzaturiero scarl
Si ringrazia per la supervisione scientifica:
Elisa Segato C.I.S.A.S. - Università degli Studi di Padova
Con il contributo della Regione Veneto L.R. 8/2003
In collaborazione con:
Rovigo
Un laboratorio
specializzato nel controllo
dei materiali per il
settore calzaturiero
Ricerca di materiali innovativi,
realizzazione di prove e tarature e servizi di assistenza tecnica
Relazione finale progetto di ricerca / Luglio 2006
PREFAZIONE
DISTRETTI: 3 ANNI PROFICUI CHE IL CALZATURIERO
HA SAPUTO METTERE A FRUTTO.
ED ORA GUARDIAMO AL DOMANI
di Fabio Gava
Il modello distrettuale, che ha visto crescere e svilupparsi una miriade di
piccole imprese, è stato quello che il Capo dello Stato Carlo Azeglio
Ciampi ha definito “il miracolo” che ha saputo divenire “oggetto di studio
nel mondo”. Un modello che ha dato vita a varie filiere produttive che
costituivano e costituiscono delle vere “comunità” produttive. Nel
rivolgermi ai protagonisti di una delle migliori esperienze in assoluto
vissute nel Veneto in questi 3 anni e spiccioli come quella degli
imprenditori del calzaturiero, mi pare questa citazione del Presidente della
Repubblica il modo più adatto per esprimere tutta la mia considerazione e
rivolgere a tutti sinceri complimenti per il cammino svolto ed i risultati
raggiunti. La legge regionale che avete così ben saputo utilizzare ha
dimostrato in questo triennio la fondatezza delle scelte operate dalla
Regione Veneto che, proprio anche grazie alle indicazioni giunte dai
destinatari della legge, ai primi di marzo ne ha approvato una rivisitazione,
con un cammino veloce, concertato e concreto che è andato ben aldilà
degli schieramenti politici, con tante novità come i metadistretti, i distretti
di filiera, i nuovi parametri per favorire l’aggregazione, il rafforzamento
delle Misure rivolte alla ricerca e all’innovazione. Ecco due parole chiave,
come “internazionalizzazione” e “aggregazione sistemica” sulle quali si
gioca il nostro futuro, e sulle quali il calzaturiero ha già saputo concentrare
il suo lavoro in sede distrettuale, fatto ampiamente dimostrato nei
contenuti di questa pubblicazione. La vera forza che le imprese possono
trovare all’interno di questi sistemi organizzativi è anche quella di
esprimere la loro capacità di cooperare dialogando tra loro, non in
competizione, ma come “giocatori” con ruoli diversi di una “stessa
squadra”, che riescono a vedere i loro competitors all’esterno. Di prendere
consapevolezza di “essere comunità”, che parla lo stesso linguaggio, per
favorire
l’interscambio di conoscenze. Il Distretto allora diventa, e dovrà sempre
più diventare, il luogo che esalta la struttura organizzativa di tanti piccoli
che si specializzano e integrano reciprocamente, richiedendo d’altro canto
servizi più avanzati della grande impresa, in cui le banche e le Istituzioni
non possono rimanere inerti. Dall’agosto 2003, quando vennero
riconosciuti dalla Regione i primi 28 Distretti, di strada ne è stata fatta
tanta. Nel 2003 vennero presentati 123 progetti, di cui 116 ammessi a
contributo per un totale di finanziamenti erogabili di quasi 15 milioni di
Euro. Nel 2004 i Distretti salirono a 40; 107 furono i progetti ammessi; 16
milioni 730 mila Euro i fondi destinati dalla Regione. Questi numeri hanno
mobilitato investimenti per 54 milioni di Euro, saliti ad oltre 60 milioni nel
2005, con altri 20 milioni di stanziamenti regionali. Dati di sintesi, questi,
dai quali mi pare opportuno cogliere alcune considerazioni interessanti
come, ad esempio, la crescita dei progetti relativi alle Misure “2” “ricerca,
sviluppo e trasferimento tecnologico”: dai 16 proposti nel 2003, pari al
13%, siamo passati ai 40 del 2004, pari al 33%; e ai 58 del 2005, pari al
44% di tutti i progetti presentati e al 60% del cofinanziamento regionale
impegnato. Dei questa escalation positiva il distretto della Calzatura è stato
ed è una delle stelle polari, e di questo vi ringrazio e mi complimento.
Avv. Fabio Gava
Assessore Politiche Economiche ed Istituzionali
Regione del Veneto
PREMESSA
Il settore calzaturiero Veneto si trova, oggi, a fronteggiare uno scenario competitivo in rapida e continua evoluzione dove i fenomeni più
evidenti sono: il mutamento dei consumi, la perdita di importanza delle
stagioni moda, la diffusione di nuove tecnologie CAD, l’internazionalizzazione delle imprese ed il miglioramento della qualità dei prodotti.
Questi elementi esercitano sulle imprese una forte pressione sul
cambiamento di tipo strategico ed organizzativo, e richiedono una revisione complessiva dei processi e delle metodologie di lavoro, finalizzate al
miglioramento della competitività e del valore dell’offerta commerciale.
Il Distretto Calzaturiero Veneto, costituito per accelerare questo
processo di cambiamento, ha pianificato ed organizzato una serie di
interventi finalizzati a migliorare la capacità competitiva delle aziende
calzaturiere e della filiera.
Nell’ambito di tali attività, presso il Politecnico Calzaturiero è stato
potenziato e reso più efficiente il Laboratorio di Controllo qualità dei
materiali, tramite il quale saranno effettuate prove e tarature e forniti servizi di assistenza tecnica, ricavando ogni utile informazione per le ricerche
di settore sui materiali e sui processi, al fine di supportare le imprese nel
mantenimento di elevati standard qualitativi.
L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito della Legge Regionale 4
aprile 2003, n.8: “Disciplina dei Distretti Produttivi ed interventi di politica industriale locale – Bando 2004”, ed ha come obiettivo il miglioramento
dei prodotti.
i
La qualità può essere mantenuta ad un alto livello o, addirittura,
implementata, grazie all’introduzione di normative tecniche, strumenti per
effettuare controlli ripetibili e standard di riferimento, per analizzare le caratteristiche chimiche e fisico-meccaniche delle calzature e dei loro componenti.
Anche questa iniziativa si propone di sviluppare la cultura di chi
opera nel settore, in collaborazione organica con il mondo dell’Università
e le strutture di eccellenza, pubbliche e private, deputate al controllo della
qualità dei materiali.
Franco Ballin – Presidente ATI “Distretto Calzaturiero Veneto”
ii
INDICE
Capitolo I - Introduzione
1
I.1
Generalità
1
I.2
Struttura organizzativa
2
I.3
Analisi delle problematiche
4
I.4
Laboratorio di controllo qualità materiali
8
I.4.1
Contesto
8
I.4.2
Tipi di prove
9
I.4.3
Risultati attesi
11
Capitolo II - Laboratorio di prova
13
II.1
Generalità
13
II.2
Prove di laboratorio e normativa
14
II.2.1
Il processo normativo
16
II.2.2
Le norme per i test in ambito calzaturiero
18
II.2.3
Le prove del Laboratorio del Politecnico Calzaturiero
19
II.3
Attrezzatture del laboratorio
22
II.4
Prove di laboratorio
57
II.4.1
Prove suddivise per componente
57
II.4.1.1
Calzature complete
58
II.4.1.2
Tomai
58
II.4.1.3
Fodere
59
iii
II.4.1.4
Sottopiedi
60
II.4.1.5
Sottopiedi di pulizia
60
II.4.1.6
Suole
61
II.4.1.7
Tacchi
62
II.4.1.8
Contrafforti e puntali
62
II.4.1.9
Accessori
63
II.4.2
Prove suddivise per materiale
63
II.4.2.1
Cuoi
64
II.4.2.2
Gomme ed elastomeri
65
II.4.2.3
Tessuti
65
II.4.2.4
Non tessuti
66
II.4.2.5
Supporti rivestiti
66
II.4.2.6
Adesivi
67
II.4.2.7
Rinizione del cuoio
67
II.4.3
Schede tecniche delle prove
68
Indice delle tabelle
131
Webgrafia
137
iv
Capitolo I – Introduzione
Capitolo I
INTRODUZIONE
I.1
GENERALITÀ
Negli ultimi anni una serie di cambiamenti strutturali e strategici del
mercato ha provocato un’evoluzione delle regole e delle relazioni competitive nel settore moda. Questi mutamenti si riflettono sull’industria calzaturiera, la cui situazione economica mostra segnali di chiara sofferenza.
Appare, quindi, opportuno che le imprese calzaturiere si impegnino
in un processo di recupero e di miglioramento della propria competitività e
del valore della propria offerta commerciale, senza attendere una ripresa
sostenuta della domanda in tempi brevi.
Alla modifica della situazione congiunturale si aggiunge quella della
struttura del mercato, determinata da condizioni destinate a permanere nel
tempo.
Il settore calzaturiero ha bisogno di essere presidiato con una visione
sistematica di spettro più ampio, in modo da promuovere la ricerca e
l’innovazione di prodotto e di processo, lo sviluppo delle risorse umane e
la penetrazione nei mercati italiani ed esteri.
In questa prospettiva presso il Politecnico Calzaturiero è stato costituito un laboratorio per il controllo della qualità dei materiali, finalizzato
alla fornitura di servizi di assistenza tecnica, ricerche di settore, effettuazione di prove e tarature per le aziende Calzaturiere del Distretto Veneto.
1
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
I.2
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Nei paesi dell'Europa mediterranea e, in particolare, in Italia, la
produzione di calzature è concentrata in aree ben definite, caratterizzate da
un’elevata presenza di aziende di dimensioni medio piccole.
Nelle Marche, in Toscana ed in Veneto, le imprese calzaturiere, che
mediamente contano circa venti addetti, hanno contribuito alla nascita di
veri e propri distretti specializzati per tipologia di prodotto, nei quali sono
presenti due distinti comparti: quello dei produttori di calzature finite e
quello dei produttori di parti, componenti e accessori.
La specializzazione ha consentito, in passato, alle piccole/medie
aziende un’ottimizzazione dei processi produttivi e una maggiore flessibilità, tuttora inadeguata rispetto alle nuove necessità del mercato.
Nel Veneto, dal punto di vista geografico, gli insediamenti sono
caratterizzati dalla presenza di tre principali poli produttivi localizzati nelle
province di Padova, Venezia, Rovigo, Treviso, Verona e Vicenza.
Particolari condizioni di tipo storico e culturale, hanno favorito lo
sviluppo di specializzazioni territoriali che presentano le seguenti caratterizzazioni: calzature da donna/uomo di tipo classico e di qualità fine/lusso, realizzate in piccole serie, calzature da donna/uomo di qualità media,
prodotte in grandi volumi, ed, infine, scarponi da sci e calzature sportive.
Il distretto Calzaturiero è costituito da un insieme di aziende che
appartengono a tutte le realtà territoriali precedentemente citate, e
raccoglie sia le aziende calzaturiere che rappresentano l’anello di collegamento con il mercato finale, che le aziende della filiera produttiva.
2
Capitolo I – Introduzione
La maggioranza delle aziende del Distretto è caratterizzata da una
dimensione media molto ridotta, circa 15-20 addetti, svolge un grande lavoro di progettazione, proponendo circa 200-250 modelli a stagione, e
produce una quantità media per modello molto bassa (da alcune migliaia di
paia a poche decine).
L’elevata specializzazione, la profonda conoscenza tecnica delle
singoli fasi produttive, la notevole dinamicità e flessibilità, rappresentano i
punti di forza delle aziende del Distretto, consentendo di rispondere
rapidamente ed efficacemente ai mutamenti del mercato.
Un grosso contributo alla capacità competitiva delle aziende del
Distretto viene, anche, dall’ininterrotto flusso di idee, alimentato dalla
collaborazione e dagli scambi di esperienze con le aziende della filiera
produttiva (formifici, tacchifici, suolifici, tomaifici, etc.) che producono
parti, componenti ed accessori.
La diffusa presenza, nel territorio, di questa tipologia di aziende, ha
un ruolo fondamentale nello sviluppo del Distretto, perché garantisce una
rapidità di risposta ai mutamenti della domanda del mercato, ed un’elevata
innovatività dei progetti. Tali imprese non forniscono prodotti/servizi,
esclusivamente, ai calzaturifici del Veneto, ma lavorano, anche, per altre
aziende italiane ed europee.
I numerosi studi di progettazione, presenti nel territorio, fanno parte
integrante della filiera produttiva, e sono impegnati a disegnare e progettare modelli di calzature sia per le aziende del Distretto, che per quelle di
tutto il mondo.
Il successo delle aziende calzaturiere del Distretto Calzaturiero
Veneto si basa su alcuni elementi comuni: da un lato, la sensibilità per lo
3
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
stile, il gusto, il design e l’estetica; dall’altro l’artigianalità e l’attenzione
rigorosa ad ogni particolare.
I.3
ANALISI DELLE PROBLEMATICHE
Una serie di cambiamenti strutturali del mercato verificatisi negli
ultimi anni, ha mutato le regole e le relazioni competitive del settore moda,
modificandone le strategie. In particolare, sul versante dell’offerta e della
domanda finale, si può notare che:
• il settore risulta penalizzato dalla caduta delle barriere commerciali e da una competizione con i paesi asiatici impossibile a
sostenersi a causa dei bassi costi di produzione;
• la distribuzione e le vendite dirette diventano prerogative di un
numero sempre maggiore di produttori;
• i canali distributivi e le forme di vendite mutano e si evolvono;
• la presenza di supply chain estese incorporanti un gran numero di
fasi (dall’ideazione, alla produzione ed alla distribuzione) è
sempre più allargata.
Per quanto concerne il versante dell’offerta finale va considerato
che:
4
Capitolo I – Introduzione
• lo scenario demografico mondiale è profondamente cambiato, e
questo comporta la formazione di nuovi grandi mercati e nuove
segmentazioni della clientela;
• gli stili di vita ed i comportamenti d’acquisto si evolvono rapidamente;
• il brand è diventato l’elemento identificativo e di riconoscimento delle nuove community, non solo a livello giovanile, ma
in modo trasversale per tutte le età;
• la competizione di altri prodotti di consumo o di investimento
rispetto all’abbigliamento è forte, come nel caso dei prodotti
high-tech.
La struttura del mercato e le variabili che caratterizzano la competizione manifestano una marcata dinamicità, caratterizzata dal passaggio:
• da una dominanza delle caratteristiche funzionali e di prezzo del
prodotto a quella del disegno e dell’evoluzione continua della
proposta moda;
• da una domanda in parte prevedibile e pianificabile ad una altamente volatile;
• da una variabilità dell’offerta bassa ad una alta;
• da cicli di vita del prodotto relativamente lunghi a cicli brevi;
• da motivazioni d’acquisto relativamente razionali (come fiducia
e qualità) a motivazioni emozionali;
5
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
• da logiche di soddisfazione del mercato esistente a logiche di
creazione o apertura o cattura di nuovi segmenti della domanda
in fiere;
• dalla competizione sui prezzi, che non è più sostenibile nei paesi
avanzati, alla ricerca di premium price.
Di conseguenza, essendo mutate anche le leve competitive, risulta
che:
• la capacità di adattamento è stata sostituita dalla risposta rapida;
• l’efficienza dalla flessibilità;
• l’enfasi sui costi dall’enfasi sui margini;
• l’attenzione ai costi interni di produzione dalla ricerca di una
gestione soddisfacente dei costi di transazione;
• i fornitori principali o strategici tendono sempre più a diventare
partner;
• il tempo diviene il principale fattore critico.
Le imprese calzaturiere si devono impegnare in un processo di
recupero e di miglioramento della propria competitività e del valore della
propria offerta commerciale, senza poter fare affidamento su una ripresa
massiccia e a breve dei mercati e della domanda.
Il settore calzaturiero ha bisogno di essere presidiato con una visione
ampia e con metodo, promuovendo la ricerca e l’innovazione di prodotto e
di processo, lo sviluppo delle risorse umane e l’ingresso nei mercati italiani ed esteri.
6
Capitolo I – Introduzione
I cambiamenti che sono avvenuti si stanno riflettendo sul modello e
sulle logiche di progettazione e di produzione, in profonda mutazione. La
produzione è definitivamente passata da continuativa, basata sul riassorbimento continuo secondo logiche “make to stock”, a stagionale, fondata
sulla risposta rapida alle richieste del mercato secondo logiche “make to
order”. Essa tende ad evolversi ulteriormente in direzione di modelli dinamici basati sulla multicollezione, le proposte flash e la progettazione rapida, secondo logiche “engine to order”.
Questi nuovi modelli devono convivere nel reengineering delle filiere e delle reti d’imprese, svilupparsi contestualmente con processi di delocalizzazione internazionale della produzione (per i prodotti relativamente
standardizzati o a minimo contenuto moda). Tutto questo porta a dover
gestire più modelli eterogenei a livello produttivo, logistico e distributivo.
Il governo delle supply chain sposta la sua attenzione dalla disponibilità delle merci a magazzino, alla gestione della capacità produttiva
della filiera e di approvvigionamento dei materiali, fino al controllo dei
tempi di consegna, con la necessità di ottimizzare la logistica integrata.
L’obbiettivo diventa così l’operatività dell’intera supply chain, coerentemente con le esigenze della domanda, con la capacità di ripianificazione e riallocazione, in tempo reale, delle risorse e dei processi su più
soggetti diversamente specializzati e variamente integrati.
In una rete d’imprese dominate da un capofiliera o, più raramente, in
un sistema policentrico, la differenza tra attività interne ed esterne all’impresa tende a sfumare, diventano critici i costi di transazione, aumentano la
complessità e la necessità d’integrazione tra imprese diverse e formalmente autonome, e la necessità di conseguire economie di rete (e non più solo
7
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
di scala o di scopo) al fine di aumentare o mantenere la redditività ed i
margini.
Il concetto di processo logistico si allarga incorporando le fasi a
monte e a valle del classico flusso “in-plant-out”, includendo le fasi di lancio “time to market” dei nuovi prodotti, e l’assistenza post vendita, fino ad
affrontare l’integrazione cliente-fornitore in tutti i suoi aspetti.
Si devono perseguire queste esigenze mantenendo accettabile il
livello di competitività sui costi dell’intera filiera: infatti, la capacità di abbattere i costi e di raggiungere il migliore “total cost of owner ship” della
catena conserva tutta la sua importanza nelle fasi di congiuntura difficile,
oltre alle capacità reattive, innovative e di servizio al cliente.
I.4
LABORATORIO DI CONTROLLO QUALITÀ MATERIALI
I.4.1
Contesto
Per promuovere lo sviluppo delle attività imprenditoriali, l’innalza-
mento della competitività del Distretto e la compartecipazione delle aziende, si devono potenziare le politiche di penetrazione commerciale nei mercati esteri, sostenendo le imprese negli investimenti finalizzati al rinnovo
dei prodotti e dei processi produttivi.
Finora queste aziende hanno realizzato, con successo, prodotti di
elevata qualità, utilizzando materiali idonei ed effettuando lavorazioni accurate. L’accelerazione dei cambiamenti imposta dalla moda, la proposta
8
Capitolo I – Introduzione
continua di nuovi materiali e componenti, l’introduzione di nuove macchine utensili nel processo produttivo, e la progressiva dequalificazione delle
maestranze legata alla scarsa appetibilità dei settori manifatturieri, hanno
reso difficilmente controllabili il processo e la qualità dei prodotti.
Fin dagli anni ‘80, gli Enti normativi Internazionali e Nazionali
hanno elaborato, in base alle esigenze del mondo industriale, una serie di
normative tecniche specifiche per il settore calzaturiero. Esse interessano i
materiali da utilizzare (pelli, tessuti e materiali plastici), le calzature di sicurezza, quelle classiche e sportive, sia da donna che da uomo. La sensibilità e l’attenzione ai controlli di qualità nelle aziende che operano nel settore della calzatura classica, si sono sviluppate sono negli ultimi anni, sia
perché è sempre più difficile garantire la conformità dei nuovi materiali,
sia perché i grandi gruppi di acquisto, le catene di distribuzione e le griffe
internazionali per cui operano molte aziende calzaturiere, richiedono prodotti con una qualità costante e misurabile.
I.4.2
Tipi di prove
Le tipologie di prove che si possono effettuare presso il Laboratorio
di materiali si differenziano in base a due criteri diversi: il componente
della calzatura sotto esame, o il tipo di materiale sottoposto a prova.
In particolare, nella prima suddivisone si considerano le calzature,
per le quali si possono eseguire le prove di tenuta dei tacchi, di distacco dei
tomai dalle suole e di impermeabilità dinamica e resistenza all’acqua, i
contrafforti e i puntali, per i quali si verificano la capacità all’incollaggio e
9
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
le caratteristiche meccaniche, i tacchi, per i quali si testano la resistenza a
fatica e all’inchiodatura, l’impatto laterale e la tenuta del soprattacco al
tacco, gli accessori, per i quali si possono eseguire le prove di trazione, di
rilascio di nichel e di resistenza alla corrosione; per le restanti parti della
calzatura (tomai, fodere, sottopiedi, sottopiedi di pulizia, suole), si possono
eseguire delle prove che, a volte, sono in comune, come quella per la determinazione della resistenza a flessioni ripetute, a lacerazione, a trazione,
ad abrasione, al sudore, a cucitura, a sfaldatura e delaminazione, della permeabilità e dell’assorbimento del vapor d’acqua, della migrazione del colore e della solidità dello stesso allo strofinio.
Nella seconda categoria si considerano le prove di laboratorio divise
in base al materiale che viene testato. Nel caso del cuoio si effettuano prove di tipo chimico o meccanico. Nel primo caso si può determinare il contenuto di pentaclorofenolo, di formaldeide libera, di coloranti azoici, di
cromo esavalente, e la misura del pH e dell’indice differenziale. Per quanto
riguarda, invece, le prove meccaniche bisogna effettuare una distinzione in
base al materiale in questione, che può essere cuoio, gomma od elastomero, un supporto rivestito, un tessuto o nontessuto, un adesivo. Le prove più
frequenti sono la determinazione della resistenza a trazione, a lacerazione,
alle flessioni ripetute, ad abrasione, la valutazione della permeabilità al vapor d’acqua, dell’assorbimento d’acqua e la misura dello spessore. Altre
tipologie di prove sono quella di durezza per la gomma e gli elastomeri, la
determinazione del potere adesivo e della temperatura e del tempo di riattivazione per gli adesivi, la solidità del colore alla luce per i tessuti e la solidità del colore allo strofinio per i supporti rivestiti.
10
Capitolo I – Introduzione
I.4.3
Risultati attesi
Il progetto di costituzione di un laboratorio presso il Politecnico Cal-
zaturiero prevede la realizzazione di prove di tipo fisico, meccanico e chimico su materiali, componenti e calzature complete realizzati dalle aziende
del Distretto Calzaturiero Veneto, al fine di garantire la realizzazione di
scarpe di alto livello qualitativo.
Gli indicatori che nel tempo saranno utilizzati per valutare il successo del Laboratorio di materiali sono i seguenti:
• la completezza delle tipologie dei test e delle prove realizzabili;
• la completezza delle tipologie dei materiali caratterizzabili;
• le competenze maturate dal personale addetto alla gestione del
laboratorio;
• lo stato di applicazione delle procedure operative e del sistema di
qualità.
11
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
12
Capitolo II – Laboratorio di prova
Capitolo II
LABORATORIO DI PROVA
II.1
GENERALITÀ
Il mercato potenziale dei servizi di controllo qualità materiali per il
settore calzaturiero è molto promettente. Infatti, la tendenza crescente dei
grandi gruppi di acquisto, delle catene di distribuzione e delle griffe internazionali, per cui operano molte delle aziende calzaturiere, è quella di richiedere una qualità dei prodotti costante e misurabile, che può essere garantita solo attraverso un controllo rigoroso della qualità dei materiali, dei
componenti e della calzatura finita.
Presso il Politecnico calzaturiero è stato istituito il Laboratorio per il
controllo della qualità dei materiali e per l’esecuzione di prove e tarature.
L’ambiente è condizionato, e si trova ad una temperatura costante di
23°C±2°C e ad un’umidità relativa pari al 50%±5%, per garantire la validità tecnica delle prove che vengono effettuate.
Al suo interno si trovano diversi tipi di attrezzature per le prove sui
materiali e sui componenti delle calzature. In Fig.II.1 si può osservare la
vista in pianta del Laboratorio.
13
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
II.2
PROVE DI LABORATORIO E NORMATIVA
Lo svolgimento di prove di laboratorio su materiali e componenti ha
generalmente gli obiettivi di determinare le caratteristiche del materiale e
di verificarne l’idoneità all’uso finale, qualsiasi sia l’ambito di ricerca, o di
applicazione dell’oggetto di prova.
Nel primo caso il test permette di misurare le proprietà intrinseche
del materiale, come ad esempio il carico di rottura, il modulo elastico, o
l’allungamento a rottura.
Nel caso di verifica dell’idoneità all’uso finale, la prova simula ciò
che accade al materiale o al componente durante l’utilizzo, come ad esempio flessioni ripetute, urti, usura, esposizione a particolari agenti che ne
provocano il degrado o l’invecchiamento.
Le metodologie di prova sono regolate da norme, al fine di garantire
l’attendibilità dei risultati e la ripetibilità delle procedure. Le norme in vigore in Italia sono pubblicate dall’UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione, che svolge attività normativa in quasi tutti i settori industriali,
commerciali e del terziario e partecipa, in rappresentanza dell'Italia, all'attività normativa degli organismi sopranazionali di normazione: ISO (International Organization for Standardization) e CEN (Comité Européen de
Normalisation).
In generale si può dire che le norme nascono dall’esigenza, da parte
del mercato, di un riferimento ufficiale che regolamenti un certo aspetto.
14
Capitolo II – Laboratorio di prova
Figura II.1 – Vista in pianta del laboratorio per il controllo della qualità dei materiali.
15
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Storicamente i mercati sono stati delimitati dalle frontiere politiche
degli Stati, negli anni successivi alla fine del primo conflitto mondiale,
sono stati pertanto fondati gli enti di normazione nazionali dei paesi industrialmente più attivi (in Italia l’UNI è nato nel 1921).
Le norme avevano validità nazionale e, inevitabilmente, ogni Stato
aveva le proprie, generalmente diverse da quelle degli altri paesi.
Successivamente è nato l’ISO quale organismo internazionale di
normazione, mentre dai primi anni 60, con l’avvento del mercato comune e
poi del mercato unico tra i principali paesi dell’Europa occidentale, riuniti
nella CEE (poi UE), il mondo della normazione ha intrapreso una nuova
esperienza comune che ha portato alla nascita del CEN. L’attività europea
di normazione ha avuto il suo massimo sviluppo con l’emanazione delle
direttive di “nuovo approccio” e della marcatura CE per la circolazione di
prodotti sicuri sul territorio europeo.
II.2.1 Il processo normativo
Si è detto che le norme nascono da esigenze espresse dal mercato: il
primo passo consiste nella richiesta all'organismo di normazione della
messa allo studio di un progetto di norma. Si avvia così un processo
fondamentalmente unificato in tutto il mondo che si conclude con la pubblicazione della norma stessa.
A livello nazionale ciò avviene a seguito della ratifica del presidente
dell’UNI.
16
Capitolo II – Laboratorio di prova
A livello europeo i progetti vengono sottoposti al voto degli organismi di normazione nazionali e, in caso di approvazione, la norma viene
ratificata e resa disponibile. Tuttavia si può parlare di pubblicazione effettiva su tutto il territorio europeo soltanto quando ogni organismo di normazione nazionale ha assolto l’obbligo di “recepire” la norma EN (che diventa UNI EN in Italia), eventualmente pubblicandola nella propria lingua e
ritirando quella/e nazionale/i esistenti sul medesimo argomento.
Anche a livello internazionale i progetti vengono sottoposti al voto
degli organismi di normazione nazionali e, in caso di approvazione, la norma viene pubblicata quale norma ISO.
Non bisogna però pensare che tutte le norme ISO siano state elaborate per riferirsi ad un unico mercato globale. Una norma ISO, infatti, può
essere adottata a livello nazionale quale norma UNI ISO, in italiano, quando ciò venga ritenuto un utile complemento del parco normativo nazionale;
diventando una norma UNI ISO diventa così un documento di riferimento
anche per le transazioni che si svolgono all’interno delle frontiere dell’Italia.
Al pari di quanto è accaduto per le norme nazionali, anche il
mercato unico europeo valuta la validità di quanto già esistente in ISO per,
eventualmente, adottarlo senza modifiche con la sigla EN ISO.
La differenza importante rispetto all’ISO risiede nella regola che obbliga al recepimento nazionale delle norme EN ed al ritiro delle norme
nazionali in contrasto.
Riassumendo, possiamo dire che in Italia l’utente si può trovare di
fronte alle seguenti possibilità:
17
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
• norme ISO non adottate a livello nazionale (con prefisso ISO);
• norme ISO adottate a livello nazionale (con prefisso UNI ISO);
• norme ISO adottate dal CEN (con prefisso EN ISO) e conseguentemente adottate a livello nazionale (con prefisso UNI EN ISO);
• norme CEN (con prefisso UNI EN);
• norme UNI (con prefisso UNI).
II.2.2 Le norme per i test in ambito calzaturiero
Per quanto concerne gli standard che riguardano le prove sulle calzature e i loro materiali e componenti, si può pensare di dividerli in due
gruppi, a seconda dell’oggetto di prova:
• tipologia di utilizzo/componente;
• tipologia di materiale.
Il primo insieme di norme è piuttosto recente ed in continuo perfezionamento e, riferendosi esplicitamente all’ambito della calzatura, annovera fra gli oggetti di prova tomai, fodere, sottopiedi, suole, tacchi, ecc.,
indipendentemente dal particolare materiale che li costituisce.
Il secondo insieme include materiali come cuoio, tessuti, non tessuti,
supporti rivestiti, elastomeri, ecc., senza fare esplicito riferimento alla loro
applicazione nell’industria calzaturiera.
Questo orientamento può apparire irrilevante, ma denota un ampliamento di vedute, rispetto alla possibilità di introdurre innovazioni nel cam-
18
Capitolo II – Laboratorio di prova
po dei materiali: il materiale non è classificato e qualificato in base al suo
nome ed alle sue proprietà intrinseche, bensì rispetto al campo di applicazione prescelto, in questo caso la calzatura. Per la produzione dei suoi
componenti si può quindi pensare di utilizzare qualsiasi materiale, sia totalmente nuovo, che proveniente da altri settori merceologici, purché sia in
grado di superare le prove normate per quella precisa destinazione d’uso
(tomaio, fodera, ecc.).
II.2.3 Le prove del Laboratorio del Politecnico Calzaturiero
È stata realizzata un’indagine presso alcuni calzaturifici, al fine di
conoscere quali sono le prove maggiormente richieste per testare i materiali ed i componenti delle calzature; si è cercato inoltre di capire quale sia
il modus operandi dei calzaturifici, nel selezionare ed utilizzare i materiali
ed i componenti, per valutare l’entità della domanda nel bacino di utenza
del laboratorio del Politecnico Calzaturiero.
Si può dire che nei confronti di questo tema esistono due tendenze.
La maggior parte dei calzaturifici esegue poche prove, affidandosi ai
consigli ed alle garanzie dei propri fornitori: si tratta di aziende la cui produzione è di tipo tradizionale e basata sull’utilizzo di pellame, pertanto non
sottopongono a prova i materiali utilizzati, poiché sono stati testati direttamente sul campo ormai da anni.
I calzaturifici che invece mantengono rapporti anche con fornitori
occasionali, o che osano di più, sia dal punto di vista stilistico, che dal punto di vista delle innovazioni tecniche, devono eseguire dei test, per preve-
19
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
nire eventuali danneggiamenti in fase di produzione, o nel caso più spiacevole, durante l’utilizzo della calzatura.
Le prove eseguite negli ultimi tre anni sono state, quindi, raccolte e
classificate in base all’oggetto da testare, e si tratta soprattutto di prove che
riguardano la verifica del materiale rispetto alla destinazione d’uso.
Per la caratterizzazione della calzatura completa, le prove più richieste sono le seguenti: Determinazione della resistenza al distacco della
tomaia dalla suola; Determinazione dell'impermeabilità dinamica; Determinazione dell'isolamento termico; Determinazione della tenuta del tacco
al fondo; Determinazione della resistenza al lavaggio.
Per la caratterizzazione dei tomai, le prove più richieste sono le
seguenti: Determinazione della resistenza alle flessioni ripetute; Determinazione della resistenza alla lacerazione; Determinazione della resistenza alla trazione e dell'allungamento percentuale a rottura; Determinazione
della resistenza alla delaminazione; Determinazione della solidità del colore allo strofinio e alla migrazione; Determinazione della permeabilità e
dell'assorbimento di vapore d'acqua; Determinazione dell'impermeabilità
dinamica; Determinazione della resistenza alla cucitura; Determinazione
dell'adattabilità alla forma.
Per la caratterizzazione di fodera, tallonetta e sottopiede di pulizia,
le prove più richieste sono le seguenti: Determinazione della resistenza alle
flessioni ripetute; Determinazione della resistenza alla trazione; Determinazione della resistenza all'abrasione; Determinazione della resistenza alla
lacerazione; Determinazione della permeabilità e dell'assorbimento di vapore d'acqua; Determinazione dell' assorbimento e del deassorbimento di
acqua dai sottopiedi di pulizia; Determinazione della solidità del colore
20
Capitolo II – Laboratorio di prova
allo strofinio e alla migrazione; Determinazione della resistenza al sudore.
Per la caratterizzazione dei sottopiedi, le prove più richieste sono:
Determinazione della resistenza alla lacerazione; Determinazione della resistenza alla cucitura; Determinazione della resistenza alla sfaldatura; Determinazione della resistenza alla perforazione del chiodo; Determinazione
dell' assorbimento e del deassorbimento d'acqua; Determinazione della resistenza all'usura.
Per la caratterizzazione delle suole, le prove più richieste sono: Determinazione della resistenza alle flessioni ripetute; Determinazione della
resistenza all'abrasione; Determinazione della resistenza alla lacerazione;
Determinazione della stabilità dimensionale; Determinazione della resistenza alla delaminazione; Determinazione della resistenza alla trazione;
Determinazione della capacità all'incollaggio; Determinazione della durezza Shore.
Per la caratterizzazione dei tacchi e dei soprattacchi, le prove più
richieste sono: Determinazione della resistenza all'abrasione del soprattacco; Determinazione della resistenza allo scivolamento del soprattacco; Determinazione della tenuta del soprattacco al tacco; Determinazione della
resistenza agli urti ripetuti del tacco; Determinazione della tenuta dei chiodi al tacco; Determinazione della resistenza alla fatica del tacco; Determinazione della durezza Shore del sopratacco.
Per la caratterizzazione di contrafforti e puntali, le prove più richieste sono: Determinazione della capacità all'incollaggio; Determinazione delle caratteristiche meccaniche.
Per la caratterizzazione degli adesivi, le prove più richieste sono:
Determinazione della resistenza allo strappo; Determinazione dello scor-
21
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
rimento a temperatura costante; Determinazione della temperatura ottimale
di riattivazione; Determinazione della massa volumica.
Per la caratterizzazione dei cuoi, le prove più richieste sono: Determinazione del contenuto di formaldeide libera; Determinazione del
contenuto di pentaclorofenolo; Determinazione del contenuto di cromo
esavalente; Determinazione del contenuto di azocoloranti.
Per la caratterizzazione degli accessori, le prove più richieste sono:
Determinazione della resistenza all'abrasione dei lacci; Determinazione
della resistenza all'apertura laterale della cerniera; Determinazione della
tenuta della chiusura (cursore); Determinazione della resistenza alla corrosione e del rilascio di nichel degli accessori metallici.
II.3
ATTREZZATTURE DEL LABORATORIO
Nel Laboratorio per il controllo della qualità dei materiali sono di-
sponibili delle attrezzature specifiche per eseguire determinate prove: un
Abrasimetro a tamburo rotante per la prova di abrasione di suole, gomme
ed elastomeri, un Abrasimetro di tipo Martindale per la prova di abrasione
di tomai, cuoi, tessuti, non tessuti ed accoppiati (tessili+sintetici), una Bilancia elettronica, un Dinamometro elettronico per la prova di resistenza a
trazione, flessione, compressione, taglio, carico alternato ed altri tipi di
sollecitazione dinamica, un apparecchio Dome per la misurazione della resistenza alla messa in forma di contrafforti e puntali, un Durometro Shore
per la determinazione della durezza di gomma, elastomeri e materie plastiche, un apparecchio per la misurazione della resistenza all'impatto
22
Capitolo II – Laboratorio di prova
continuo dei tacchi per calzature da Signora, un Flessimetro tipo Bally
normale ed uno per le basse temperature per lo svolgimento di prove atte
alla determinazione della resistenza alle flessioni ripetute di tomai, cuoi e
pelli artificiali, un Flessimetro tipo Bennewart ed un Flessimetro Ross per
la misurazione della resistenza alle flessioni ripetute delle suole, un apparecchio per la determinazione della resistenza all'impatto laterale
continuo dei tacchi per calzature da Signora, un apparecchio per la determinazione dell’impermeabilità del cuoio delle suole, una Lampada allo
xeno per la misurazione dell’invecchiamento accelerato alla luce artificiale
delle calzature, un apparecchio per la determinazione della permeabilità dinamica dei tomai, un apparecchio per la determinazione della permeabilità al vapor d'acqua dei tomai, un Perspirometro per la misurazione della
resistenza alla migrazione del colore per contatto di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia, un apparecchio idoneo alla determinazione della resistenza
alla screpolatura dei cuoi, uno Spessimetro per la misurazione dello spessore dei cuoi, un apparecchio detto “Veslic” per la determinazione della
solidità del colore di tomai, fodere, sottopiedi e supporti rivestiti allo strofinio, un apparecchio per la determinazione della resistenza allo strappo
dei cuoi.
Di seguito vengono presentate le schede inerenti alle attrezzature
disponibili nel Laboratorio, dove vengono specificati il tipo di macchina e
la società che la fornisce, il tipo di prova per cui è utilizzabile ed i componenti testabili, le normative di riferimento, le caratteristiche costruttive ed i
comandi presenti nel pannello di controllo, gli accessori disponibili e le caratteristiche dimensionali e di alimentazione.
23
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.1 – Abrasimetro a tamburo rotante.
ABRASIMETRO A TAMBURO ROTANTE
IG/ABR/DIN
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Prove di abrasione su provini diversificati, in
particolar modo utilizzati nel settore calzaturiero.
Gomma ed elastomeri, suole
Norme di riferimento
• ISO 4649
• UNI EN 12770
• UNI 9185
Caratteristiche
costruttive
• Basamento portante in acciaio verniciato
antiacido
• Doppio gruppo di movimento con motoriduttori di potenza adeguata
• Gruppo porta campione basculante con
appoggio e stacco automatico del tamburo
• Sistema di regolazione micrometrica della
posizione
• Piano raccogli abraso in Acciaio INOX
18/8
Pannello di controllo
• Interruttore magnetotermico salvavita di
24
• UNI 8615
• DIN 53 516
• BS 903
Capitolo II – Laboratorio di prova
sicurezza
• Pulsanti Start, Stop manuali
• Pulsanti Start, Stop a rotazione
• Contagiri digitale programmabile
Accessori
N°. posti
Dimensioni
Peso
Alimentazione
• Carta abrasiva normalizzata
• Gomma campione normalizzata
• Nastro biadesivo normalizzato
1
1100mm x 500mm x 500mm
55 kg
200 V, 50 Hz
25
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.2 – Abrasimetro tipo Martindale.
ABRASIMETRO TIPO MARTINDALE
IG/MART/DIGIT
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Norme di riferimento
Caratteristiche
costruttive
26
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Apparecchio per determinare il grado di
abrasione e di pilling dei cuoi e dei tessuti.
Tomai, cuoi, tessuti, non tessuti, accoppiati
(tessili+sintetici)
•
•
•
•
•
•
•
UNI EN 13520
BS 5690: 1991 – 3424: PT24: 1990
ASTM D4966-69, ASTM D4970: 1989
ISO 12673: 1989
IWTO 196: 1980 – 112: 1980
M&S P19 – P19B
DIN/ISO 12947 - 1
• Carcassa portante in acciaio verniciato
antiacido in resina epossidica
• Gruppo motoriduttore
• Gruppi di abrasione (6 posti di lavoro) in
Capitolo II – Laboratorio di prova
Caratteristiche
costruttive
acciaio INOX 18/8
• Pesi normalizzati intercambiabili in acciaio INOX 18/8
Pannello di controllo
•
•
•
•
Interruttore generale
Sistema digitale di conteggio totale
Contatore singolo su ogni testa
Pulsanti start, stop, emergenza
Materiali di consumo
•
•
•
•
Abradent Fabric
Tessuto abradente standard
Tessuto"Non-Woven"
Set di fogli di poliuretano "Foam"
Accessori
N°. posti
Dimensioni
Peso
Alimentazione
• 2 set di pesi che generano pressioni pari a
9 MPa e 12 MPa
6
750mm x 650mm x 300mm
120 kg
200 V, 50 Hz monofase
27
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.3 – Bilancia analitica ad alta risoluzione.
BILANCIA ANALITICA AD ALTA RISOLUZIONE
AT460
Società fornitrice
Tipi di prove
Norme di riferimento
Mettler
Pesata analitica ad alta risoluzione
ISO 9901/29001
Caratteristiche
costruttive
• Funzionamento automatico, con apertura e chiusura sincrona delle finestre
• Comandi manuali
• Camera di pesata aperta, con paravento
molto versatile e configurabile
Calibrazione FACT
• Autocalibrazione a motore totalmente
automatica, con due pesi di calibrazione incorporati e possibile avviamento manuale
Selezionabile
• Adattatore di vibrazioni con 3 regolazioni per l’adattamento al luogo d’installazione, soppressioni degli effetti
vibratori
• Adattatore del processo di pesata con 4
28
Capitolo II – Laboratorio di prova
Selezionabile
Interfaccia dati
N°. posti
Precisione d’indicazione
Portata
Campo tara (sottrattivo)
Linearità
Tempo di stabilizzazione
Pesi di calibrazione
Piatto
Altezza libera sopra il
piatto
Chassis della bilancia
Peso
regolazioni: dosaggio, regolazione uni-versale, pesata assoluta, applicazioni speciali
• Rilevatore di stabilizzazione con 8 regolazioni con diversi limiti di tolleranza
• Unità di pesata 1: g, mg, oz, tl, GN, dwt,
ct, C.M., mo
• Unità di pesata 2: g, mg, oz, tl, GN, dwt,
ct, C.M., mo, PCS, Stk, %
• Applicazioni: PCS, Stk (conteggi di
pezzi, riferimento 10, 20, 50, 100 pezzi) e
% (pesate in percento)
CL/RS232C, bidirezionale, installata di serie
1
1mg
405 g
0g ÷ 405g
±0,8mg
4s, 6s, 8s
2 x 100g
80mm x 80mm in acciaio INOX, dispositivo per le pesate al d sotto della bilancia
239mm
241mm x 433mm x 289mm
9,3kg
29
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.4 – Dinamometro elettronico.
DINAMOMETRO ELETTRONICO
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Norme di riferimento
30
Acquati S.r.l.
Apparecchio universale usato per prove di
resistenza a: trazione, flessione, compressione, taglio, carico alternato ed altri tipi di
sollecitazione dinamica.
Tomai, cuoi, fodere, tessuti, non tessuti, sottopiedi, sottopiedi di pulizia, suole, gomma e
elastomeri, assemblati, filati, cordonetti, corde
•
•
•
•
UNI EN 12744
UNI EN 12745
UNI EN 12771
UNI EN 12774
•
•
•
•
UNI EN 1392
UNI EN 29073
UNI EN ISO 1421
UNI EN ISO 9073-4
Capitolo II – Laboratorio di prova
•
•
•
•
•
•
•
Norme di riferimento
•
•
•
•
•
•
•
Caratteristiche
tecniche
• Un sistema di assemblaggio tecnologicamente avanzato assicura all’apparecchio una
grande affidabilità e solidità.
Strumenti di misura
N°. posti
Alimentazione
UNI EN 12785
UNI EN 12803
UNI EN 13511
UNI EN 13514
UNI EN 13522
UNI EN 13571
UNI EN 13572
UNI EN ISO 19958
UNI EN ISO 13934-1
UNI EN ISO 20863
UNI EN ISO 22776
UNI ISO 3376
UNI ISO 3377
UNI ISO 3379
• Cella di carico da 250000N
• Estensimetro a corsa lunga
1
200 V, 50 Hz
31
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.5 – Dome.
DOME
IG/DOME
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Norme di riferimento
Caratteristiche
costruttive
N°. posti
Dimensioni
Peso
32
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Apparecchio idoneo alla misurazione della
resistenza alla messa in forma.
Tomai, cuoi, contrafforti e puntali
• UNI EN ISO 20864
• IUP/21
• Anelli in ottone per la tenuta del provino
• Pistone con testa a forma sferica
• Micrometro con precisione 1/100
1
200mm x 150mm x 150mm
2 kg
Capitolo II – Laboratorio di prova
Tabella II.6 – Durometro Shore.
DUROMETRO SHORE
IG/DS
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Apparecchio per la determinazione della durezza di gomma, elastomeri, materie plastiche: permette di determinare la durezza con
carico costante.
Gomme ed elastomeri, materie plastiche
Norme di riferimento
• UNI ENI ISO 868
• UNI 4916
Caratteristiche
costruttive
• Lo speciale attacco rapido permette di intercambiare la testa di misurazione sia essa
di tipo A o di tipo D.
Accessori
N°. posti
Dimensioni
Peso
• Strumento SHORE A
• Strumento SHORE D
• Peso supplementare per SHORE D
1
250mm x 250mm x 500mm
5 kg
33
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.7 – Apparecchio di prova di resistenza dei tacchi alla fatica.
APPARECCHIO DI PROVA DI RESISTENZA
DEI TACCHI ALLA FATICA
IG/HFT
Società fornitrice
Tipi di prove
34
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Apparecchio che serve per la determinazione
della resistenza all'impatto continuo del tacco per calzature da Signora. La prova avviene tramite un movimento elettromeccanico
che agisce sul sistema di fissaggio suola/tacco e sullo stelo del tacco stesso, grazie ad
una testa di impatto in acciaio INOX, con
frequenza di circa 60 colpi al minuto. Il tacco viene fissato tramite fusione su di una superficie in lega speciale. Il test può essere
terminato assecondando il numero di cicli
Capitolo II – Laboratorio di prova
Tipi di prove
preimpostato o si può attendere l'eventuale
rottura del tacco, nel cui caso il sistema si
interrompe automaticamente.
Componenti di prova
Tacchi
Norme di riferimento
• BS 5131 – 4.9
• UNI EN ISO 19956
Caratteristiche
costruttive
• Cabina in acciaio a forte spessore
• Sistema di supporto tacco ad inclinazione
variabile
• Regolazione verticale orizzontale tacco
• Pendolo con testa di battuta in acciaio
• Motoriduttore per il sollevamento del pendolo
• Sistema di sgancio automatico
Pannello di controllo
N°. posti
Dimensioni
Peso
Alimentazione
• Interruttore magnetotermico generale
• Contacicli digitale a 6 digit programmabile
• Pulsanti Start , Stop
1
600mm x 600mm x 800mm
50 kg
200 V, 50 Hz
35
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.8 – Flessimetro tipo Bally a bassa temperatura.
FLESSIMETRO TIPO BALLY A BASSA
TEMPERATURA
G.6/FS – G.12/FS
Società fornitrice
Tipi di prove
36
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Attrezzatura idonea allo svolgimento di prove non disturbate da fonti di calore, in quanto il gruppo di trasmissione del movimento è
esterno e schermato dalla cella di prova. Tutta la massa dei provini o delle suole ha temperatura costante. La discesa termica è veloce, così come il recupero della temperatura
dopo l’apertura della porta per la lettura dei
cicli programmati raggiunti .
Capitolo II – Laboratorio di prova
Componenti di prova
Tomai, cuoi, pelli artificiali
Norme di riferimento
• UNI EN ISO 5402
• EN 13512
Caratteristiche
costruttive
• Sistema frigorifero completo di mobile
portante realizzato in lamiera di acciaio
verniciato su ruote pivottanti
• Cella interna di prova in acciaio INOX
18/8
• Portello superiore su cerniere autoallineanti a perfetta tenuta con maniglione di
presa
• Coibentazione interna a doppia tenuta
• Motocompressore ermetico di potenza
adeguata completo dei relativi servomeccanismi
• Luce interna con lampada a 24V
• Microswitch di sicurezza sulla porta
Caratteristiche tecniche
• Idoneo a lavorare da T ambiente a -30°C
circa (od altre temperature a richiesta)
Pannello di controllo
N°. posti
Dimensioni
Alimentazione
• Interruttore magnetotermico di sicurezza
• Pulsante luminoso Start, Stop, gruppo
movimento
• Pulsante luminoso Start, Stop frigoventilatore
• Pulsante luminoso luce interna
• Pulsante luminoso per il posizionamento
manuale gruppo porta suole
• Programmatore - indicatore digitale della
temperatura di prova
• Contacicli elettronico digitale a 6 cifre
6 – 12
Dimensioni utili interne della cella:
900mm x 500mm x 500mm
200 V, 50 Hz
37
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.9 – Flessimetro tipo Bennewart.
FLESSIMETRO TIPO BENNEWART
IG/BEWRT
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Apparecchio per test di resistenza alle flessioni di suole.
Suole, materiali per suole
Norme di riferimento
• UNI EN ISO 5402
• EN 13512
Caratteristiche
costruttive
• Cabina comando realizzata in acciaio verniciato antiacido
• Gruppo motoriduttore autolubrificante
• Gruppo di trasmissione del movimento su
38
Capitolo II – Laboratorio di prova
Caratteristiche
costruttive
Pannello di controllo
N°. posti
Alimentazione
cuscinetti di rotolamento schermati autocentranti
• Basetta portante realizzata in acciaio
• Pinze superiori ed inferiori, asta di supporto e viterie realizzate in acciaio
• Supporti in acciaio brunito (acciaio INOX
opzionale)
• Cuscinetti di tipo autocentrante schermati
in acciaio anticondensa
• Interruttore generale
• Pulsante per la messa in asse automatica
dei morsetti
• Contaimpulsi programmatore elettronico a
6 cifre con azzeramento automatico
6
200 V, 50 Hz
39
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.10 – Flessimetro tipo Ross.
FLESSIMETRO TIPO ROSS
IG/ROSS
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Norme di riferimento
Caratteristiche
costruttive
Pannello di controllo
N°. posti
Alimentazione
40
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Apparecchiatura per le prove di flessione a
90°.
Suole, materiali per suole
BS 5131 – 2.1
ISO 6907: 1984
• Motoriduttore autolubrificante
• Gruppo di movimento in acciaio INOX
18/8, completo di sistema Giuliani di apertura del gruppo per un facile e perfetto posizionamento del campione
• Interruttore Magnetotermico Generale di
sicurezza
• Pulsanti big-touch Start, Stop
• Programmatore elettronico digitale a 6
cifre
• Reset
12 per i provini
4 per le suole
200 V, 50 Hz
Capitolo II – Laboratorio di prova
Tabella II.11 – Apparecchio di prova di resistenza all’impatto dei tacchi.
APPARECCHIO PER L’IMPATTO DEI TACCHI
IG/RLI
Società fornitrice
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Tipi di prove
Apparecchio per la determinazione della resistenza all'impatto laterale ordinario ed improvviso del tacco per calzature da Signora.
Componenti di prova
Norme di riferimento
Caratteristiche
costruttive
N°. posti
Dimensioni
Peso
Alimentazione
Tacchi
• UNI EN ISO 19953
• Cabina in acciaio verniciato antiacido a
forte spessore
• Testa di impatto in acciaio INOX 18/8
• Gruppo di supporto tacco regolabile
• Scala graduata
1
600mm · 600mm · 800mm
50kg
200 V, 50 Hz
41
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.12 – Apparecchio impermeabilità dinamica del cuoio della suola.
APPARECCHIO IMPERMEABILITÀ DINAMICA
DEL CUOIO DELLA SUOLA
IG/MIS
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Norme di riferimento
Caratteristiche
costruttive
42
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Apparecchio per la determinazione dell’impermeabilità del cuoio della suola.
Sottopiedi, sottopiedi di pulizia
UNI EN 12746
I.U.P. 11
UNI 8426
• Basetta portante in acciaio verniciato antiacido in resina epossidica
• Gruppo di movimento con motoriduttore
Capitolo II – Laboratorio di prova
Caratteristiche
costruttive
Pannello di controllo
N°. posti
Dimensioni
Peso
Alimentazione
ad ingrassaggio permanente
• Ruota di pressione e flessione in metallo
conduttivo
• Morsetti in acciaio INOX 18/8
• Piattaforma di contatto con pressione calibrata
• Contenitore del liquido
• Interruttore magnetotermico di sicurezza
• Pulsanti Big-Touch Start, Stop
• Contacicli-programmatore digitale a 4
digit
• Sistema ottico-acustico di segnalazione di
fine ciclo
• Contacicli digitale con microprocessore
programmabile
• Sistema Acquatest digitale per la rilevazione del passaggio dell’acqua
1
500mm x 700mm x 400mm
35kg
200V, 50Hz
43
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.13 – Lampada di invecchiamento.
LAMPADA DI INVECCHIAMENTO
LIFA 400
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Norme di riferimento
Caratteristiche
costruttive
44
Giuliani Tecnologie S.r.l.
La lampada per invecchiamento accelerato
alla luce artificiale è costituita da riflettori
incorporanti delle lampade alogene a vapori
metallici, in grado di fornire una riflessione
del colore brillante e naturale, con le caratteristiche precipue della luce diurna. Esse forniscono 95 lumen per Watt.
Tessuti
• UNI EN ISO 105-B02
• Lampade alogene a vapori metallici
• Lo spazio sottoposto a radiazioni comple-
Capitolo II – Laboratorio di prova
Caratteristiche
costruttive
Pannello di controllo
N°. posti
Dimensioni
Peso
Alimentazione
Potenza nominale
Potenza assorbita con
reattore
Differenza massima di
tensione
Intensità di corrente
Potenza luminosa
Potenza erogata
Indice di riflessione
colore
Temperatura colore
te ha diametro di 400mm
• Il sistema di regolazione della temperatura, permette di attivare automaticamente le
ventole di raffreddamento interno della cella
• Interruttore generale
• Pulsanti Start, Stop
• Timer automatico programmabile
• Termoregolatore
• Ventole di circolazione aria
• Reattore cavo
1
1800mm x 600mm x 600mm
45kg
200V, 50Hz
360W
385W
50%
3,5A
5,6cd
2227,5cd
85RA
6000K
45
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.14 – Apparecchio permeabilità dinamica elettronico.
APPARECCHIO PERMEABILITÀ DINAMICA
ELETTRONICO
IG/A4
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Norme di riferimento
Caratteristiche
costruttive
46
Giuliani Tecnologie S.r.l.
L'apparecchiatura permette di determinare il
tempo di passaggio del liquido attraverso il
provino. Il sistema brevettato “Acquatest”
avvisa immediatamente, con un segnale acustico, il passaggio della prima microgoccia,
visualizzando il tempo effettivo d’impermeabilità del campione.
Tomai
UNI EN 13518
I.U.P. 10
• Piano portante interno in profilato di acciaio trattato verniciato antiacido
• Gruppo di prova in acciaio INOX 18/8 a 4
posti di lavoro
Capitolo II – Laboratorio di prova
Caratteristiche
costruttive
Pannello di controllo
N°. posti
Dimensioni
Peso
Alimentazione
• Sistema di regolazione dell'ampiezza delle
flessioni secondo normative internazionali
• Gruppo porta provini sollevabile per facilitare le operazioni di inserimento campio-ne
• Gruppo motoriduttore di potenza adeguata
• Vaschetta porta liquido estraibile in acciaio INOX 18/8
• Sensori in acciaio INOX 18/8
• Sistema di pressione a salita automatica
• Rullo di pressione con morsetti porta provino ad attacco rapido
• Interruttore magnetotermico di sicurezza
• Avviso ottico/acustico di fine prova
• Pulsanti start, stop, manuale
• N°.4 sistemi Acquatest
• N°.4 timer digitali
• N°.4 avvisatori acustici
• Strumento digitale con preimpostazione
del numero di cicli
4
600mm x 800mm x 600mm
50kg
200V, 50Hz
47
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.15 – Permeabilità al vapor d’acqua.
PERMEABILITÀ AL VAPOR D’ACQUA
IG/VDA
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Norme di riferimento
Caratteristiche
costruttive
48
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Apparecchio per la determinazione della
permeabilità al vapor d'acqua su pelli, cuoi o
materiali permeabili in genere.
Tomai, fodere
• UNI EN 13515
• IUP 15
• Carcassa portante realizzata in acciaio
verniciato antiacido in resina epossidica, di
adeguato spessore
• Gruppo di ventilazione a norma con palette in duralluminio
• Gruppo porta flaconi in duralluminio, con
Capitolo II – Laboratorio di prova
Caratteristiche
costruttive
Pannello di controllo
Accessori
N°. posti
Dimensioni
Peso
Alimentazione
sistema a molla per lo sgancio dei medesimi.
• Gruppo con frizione regolabile per il prelevamento, a fine prova, dei flaconi
• Gruppo di movimento con motoriduttore
in bagno d'olio
• Interruttore magnetotermico di sicurezza
• Pulsanti luminosi Start, Stop
• Timer autoriprogrammabile multiscala
6 flaconi porta provino normalizzati
6
500mm x 650mm x 500mm
25 kg
200 V, 50 Hz
49
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.16 – Perspirometro.
PERSPIROMETRO
IG/HYDR
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Determinazione della resistenza alla migrazione del colore per contatto.
Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia
Norme di riferimento
• UNI EN 13517
• IUF/421-426-442
• DIN 54 005 - 54 006 - 54 007
Caratteristiche
costruttive
• Carcassa portante realizzata in lamiera di
acciaio INOX 18/8
• Piano di appoggio su sistema elastico per
il carico normalizzato e preciso su tutta la
superficie di appoggio
• Peso normalizzato in massello di acciaio
INOX 18/8 con maniglia di presa
• N°. 11 inserti normalizzati in acrilico
Accessori
N°. posti
Dimensioni
Peso
50
• Foglio in PVC per apparecchio Hydro-test
Perspirometro
1
200mm x 150mm x 150mm
5 kg
Capitolo II – Laboratorio di prova
Tabella II.17 – Resistenza alla screpolatura.
RESISTENZA ALLA SCREPOLATURA
IG/RSC
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Apparecchio idoneo alla determinazione della resistenza alla screpolatura.
Cuoi
Norme di riferimento
•
•
•
•
Caratteristiche
costruttive
• Base di prova in acciaio INOX 18/8
• Braccio di rotazione in acciaio INOX 18/8
• Cilindri calibrati in acciaio INOX 18/8
Accessori
N°. posti
Dimensioni
Peso
UNI EN ISO 3378
I.U.P.12
DIN 53324
BS 3144
• Cilindri a diametri differenziati normalizzati
1
200mm x 200mm x 150mm
2kg
51
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.18 – Spessimetro.
SPESSIMETRO
IG/MS
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Prove di misurazione dello spessore dei cuoi.
Cuoi
Norme di riferimento
•
•
•
•
•
Caratteristiche
costruttive
• Carcassa portante in acciaio verniciato in
resina epossidica antiacida
52
UNI ISO 2589
UNI ISO 2420
UNI 8615
UNI GOMMA 0120
I.U.P. 4 – I.U.P. 5
Capitolo II – Laboratorio di prova
Caratteristiche
costruttive
N°. posti
Alimentazione
Campo di misura
Precisione
• Base di misura con peso e battente a norma
• Strumento digitale per la visualizzazione
con ciclo automatico di taratura, e possibilità di configurazione con sistemi metrici
alternativi
1
200 V, 50 Hz
0mm ÷ 40mm
0,005mm
53
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.19 – Apparecchio prova di strofinio tipo Veslic.
APPARECCHIO PROVA DI STROFINIO
TIPO VESLIC
IG/10/MOD
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
Norme di riferimento
54
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Apparecchio per la determinazione della solidità del colore di tomai, fodere, sottopiedi e
supporti rivestiti allo strofinio (solidità alla
lavorazione e all’uso), detto “Veslic”.
Tomai, fodere, sottopiedi, supporti rivestiti
• I.U.F./450
• UNI EN 13516
• UNI EN 12747
Capitolo II – Laboratorio di prova
Caratteristiche
costruttive
Pannello di controllo
N°. posti
Dimensioni
Peso
Alimentazione
• Basetta portante in acciaio verniciato antiacido in resina epossidica
• Gruppo di movimento con motoriduttore
ad ingrassaggio permanente
• Piattaforma orizzontale in acciaio INOX
18/8 con morsetti per la presa dei campioni
• Sistema di allungamento del 10%
• Portafeltro guidati per feltrini di 15mm·
·15mm con un carico di 500 g
• Pesi supplementari per portafeltro per ottenere 1000 g
• Spazio di movimento di 50 mm
• 40 cicli/min
• Interruttore magnetotermico di sicurezza
• Pulsanti Big-Touch Start, Stop
• Contacicli programmatore digitale a 4
digit.
1÷4
400mm x 560mm x 500mm
25kg
200V, 50Hz
55
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.20 – Apparecchio prova di stirabilità.
APPARECCHIO PROVA DI STIRABILITÀ
Società fornitrice
Tipi di prove
Componenti di prova
N°. posti
Dimensioni
Alimentazione
56
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Apparecchio per la determinazione della resistenza del colore alla stiratura a caldo. Si
utilizza abbinato al Veslic.
Tomai
4
300mm · 250mm · 175mm
200V, 50Hz
Capitolo II – Laboratorio di materiali
II.4
PROVE DI LABORATORIO
Le prove che possono essere eseguite presso il Laboratorio per il
controllo della qualità dei materiali possono essere suddivise secondo due
criteri, il primo tiene conto del componente da sottoporre a prova, il secondo del tipo di materiale che viene considerato. In entrambe queste categorie è possibile eseguire una suddivisione ulteriore, che tiene conto della distinzione tra le prove chimiche e quelle fisiche-meccaniche.
I tipi di prove realizzabili sono state riassunte in alcune schede tecniche che sono riportate di seguito, dove vengono specificati il tipo di prova in questione, l’attrezzatura necessaria per la sua esecuzione e la società
che la fornisce, la norma vigente di riferimento, il tipo di materiale o il
componente da sottoporre a verifica, una breve descrizione della preparazione dei campioni e della procedura di prova, la modalità di espressione
del resoconto finale, eventuali requisiti minime di soglia della categoria
considerata.
II.4.1
Prove suddivise per componente
In questa categoria di prove si considera il tipo di componente da te-
stare, classificabile in calzature complete, tomai, fodere, sottopiedi, sottopiedi di pulizia, suole, tacchi, contrafforti e puntali ed infine accessori.
Nelle tabelle riportate nei seguenti paragrafi vengono indicati il tipo
di componente da sottoporre a prova, la denominazione della prova e il numero della scheda tecnica di riferimento.
57
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
II.4.1.1 Calzature complete
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sulle calzature complete.
Tabella II.21 – Tipi di prove per le calzature complete.
Calzature complete
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Distacco tomaio/suola
Tab.II.38
Resistenza all'acqua
Tab.II.39
Tenuta del tacco
Tab.II.40
II.4.1.2 Tomai
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sui tomai.
Tabella II.22 – Tipi di prove per i tomai.
Tomai
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Adattabilità alla forma/attitudine al montaggio
Tab.II.41
Flessioni ripetute
Tab.II.42
Migrazione colore
Tab.II.43
Permeabilità al vapor d'acqua
Tab.II.44
58
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Prova di trazione
Tab.II.45
Resistenza ad abrasione
Tab.II.46
Resistenza a lacerazione
Tab.II.47
Resistenza all'acqua
Tab.II.48
Resistenza a sfaldatura/delaminazione
Tab.II.49
Resistenza della cucitura
Tab.II.50
Solidità colore a strofinio
Tab.II.51
II.4.1.3 Fodere
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sulle fodere.
Tabella II.23 - Tipi di prove per le fodere.
Fodere
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Flessioni ripetute
Tab.II.42
Migrazione colore
Tab.II.43
Permeabilità al vapor d'acqua
Tab.II.44
Resistenza ad abrasione
Tab.II.46
Resistenza a lacerazione
Tab.II.47
Resistenza alla perspirazione
Tab.II.52
Resistenza della cucitura
Tab.II.50
59
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Solidità colore a strofinio
Tab.II.51
II.4.1.4 Sottopiedi
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sui sottopiedi.
Tabella II.24 - Tipi di prove per i sottopiedi.
Sottopiedi
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Assorbimento d’acqua
Tab.II.43
Resistenza ad usura
Tab.II.54
Resistenza alla perspirazione
Tab.II.52
Resistenza a sfaldatura/delaminazione
Tab.II.55
Tenuta ai chiodi
Tab.II.56
II.4.1.5 Sottopiedi di pulizia
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sui sottopiedi di pulizia.
60
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.25 - Tipi di prove per i sottopiedi di pulizia.
Sottopiedi di pulizia
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Assorbimento d'acqua
Tab.II.53
Migrazione colore
Tab.II.43
Resistenza ad abrasione
Tab.II.46
Resistenza a lacerazione
Tab.II.47
Resistenza alla perspirazione
Tab.II.52
Resistenza della cucitura
Tab.II.50
II.4.1.6 Suole
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sulle suole.
Tabella II.26 - Tipi di prove per le suole.
Suole
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Flessioni ripetute
Tab.II.57
Prova di trazione
Tab.II.58
Resistenza ad abrasione
Tab.II.59
Resistenza a lacerazione
Tab.II.60
Resistenza a flessione
Tab.II.61
Resistenza della cucitura
Tab.II.62
61
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Stabilità dimensionale
Tab.II.63
II.4.1.7 Tacchi
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sui tacchi.
Tabella II.27 - Tipi di prove per i tacchi.
Tacchi
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Impatto laterale
Tab.II.64
Resistenza alla fatica
Tab.II.65
Resistenza all'inchiodatura
Tab.II.66
Tenuta del soprattacco al tacco
Tab.II.67
II.4.1.8 Contrafforti e puntali
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sui contrafforti e sui puntali.
62
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.28 - Tipi di prove per i contrafforti ed i puntali..
Contrafforti e puntali
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Capacità all'incollaggio
Tab.II.68
Caratteristiche meccaniche
Tab.II.69
II.4.1.9 Accessori
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sugli accessori.
Tabella II.29 - Tipi di prove per gli accessori.
Accessori
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Prova di trazione
Tab.II.70
Resistenza alla corrosione
Tab.II.71
Rilascio di nichel
Tab.II.72
II.4.2
Prove suddivise per materiale
Nella categoria caratterizzante il tipo di materiale da sottoporre a
prova si hanno gli adesivi, i cuoi, le gomme e gli elastomeri, i tessuti, i non
tessuti, le rifinizioni del cuoio ed i supporti rivestiti.
63
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Nel caso dei cuoi, le prove vengono ulteriormente differenziate in
meccaniche e chimiche.
Nelle tabelle riportate nei seguenti paragrafi vengono indicati il tipo
di materiale da sottoporre a prova, la denominazione della prova e il numero della scheda tecnica di riferimento.
II.4.2.1 Cuoi
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sui cuoi, esse vengono distinte in prove meccaniche e chimiche, come si
può vedere rispettivamente nelle Tab.II.30 e Tab.II.31.
Tabella II.30 - Tipi di prove meccaniche per i cuoi.
Cuoi: prove meccaniche
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Assorbimento d’acqua
Tab.II.73
Flessioni ripetute
Tab.II.74
Misura dello spessore
Tab.II.75
Permeabilità al vapor d’acqua
Tab.II.76
Prova di trazione
Tab.II.77
Resistenza allo strappo
Tab.II.78
Resistenza a screpolatura del fiore
Tab.II.79
Resistenza a trazione del fiore
Tab.II.80
64
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.31 - Tipi di prove chimiche per i cuoi.
Cuoi: prove chimiche
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Determinazione del contenuto di coloranti azoici
Tab.II.81
Determinazione del contenuto di cromo esavalente
Tab.II.82
Determinazione del contenuto di formaldeide libera
Tab.II.83
Determinazione del contenuto di pentaclorofenolo
Tab.II.84
Determinazione del pH e indice differenziale
Tab.II.85
II.4.2.2 Gomme ed elastomeri
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
su gomme ed elastomeri.
Tabella II.32 - Tipi di prove per gomme ed elastomeri.
Gomme ed elastomeri
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Durezza
Tab.II.86
Resistenza ad abrasione
Tab.II.87
II.4.2.3 Tessuti
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sui tessuti.
65
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.33 - Tipi di prove per i tessuti.
Tessuti
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Prova di trazione
Tab.II.88
Solidità del colore alla luce artificiale
Tab.II.89
II.4.2.4 Non tessuti
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sui non tessuti.
Tabella II.34 - Tipi di prove per i non tessuti.
Non tessuti
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Prova di trazione
Tab.II.90
Resistenza a lacerazione
Tab.II.91
II.4.2.5 Supporti rivestiti
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sui supporti rivestiti.
66
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.35 - Tipi di prove per i supporti rivestiti.
Supporti rivestiti
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Assorbimento d’acqua
Tab.II.92
Permeabilità al vapor d’acqua
Tab.II.93
Prova di trazione
Tab.II.94
Solidità colore a strofinio
Tab.II.95
II.4.2.6 Adesivi
Di seguito è riportato l’elenco delle prove che è possibile eseguire
sugli adesivi.
Tabella II.36 - Tipi di prove per gli adesivi.
Adesivi
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Potere adesivo
Tab.II.96
Temperatura e tempo di riattivazione
Tab.II.97
II.4.2.7 Rinizione del cuoio
In questo caso è possibile eseguire un solo tipo di prova, come si
può vedere nella seguente tabella.
67
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.37 - Tipi di prove per la rifinizione del cuoio.
Rifinizione del cuoio
Tipo di prova
Scheda di riferimento
Misura dello spessore
Tab.II.98
II.4.3
Schede tecniche delle prove
Le prove che sono state elencate nelle tabelle precedenti vengono
ora sintetizzate tramite delle schede tecniche che riassumono le caratteristiche salienti della preparazione dei campioni, dello svolgimento della prova
e dell’espressione dei risultati, indicando la normativa di riferimento.
L’ordine con cui le schede tecniche sono riportate rispecchia quello
con cui sono state elencate nelle tabelle dei precedenti paragrafi.
68
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.38 – Distacco del tomaio dalla suola.
DISTACCO TOMAIO/SUOLA
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza al distacco del tomaio dalla suola esterna o al distacco
di strati adiacenti della suola esterna o alla rottura
da strappo del tomaio o della suola.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Calzature
UNI EN 17708: 2004
Si effettua la misurazione della forza richiesta per
separare il tomaio dalla suola esterna, utilizzando
una macchina per prove di trazione con un carico di
registrazione continuo. I morsetti si allontanano ad
una velocità di (100±20)mm/min.
I tipi di costruzione per la verifica dell’adesione
tomaio-suola prevedono dei provini, prelevati da
calzature, di diverse dimensioni:
• Larghi circa 25mm e lunghi circa 15mm, senza
sottopiede
• Larghi circa 10mm e lunghi almeno 50mm, con
un distacco iniziale del tomaio dalla suola di 10mm
• Larghi circa 15mm e lunghi almeno 50mm, con
gli strati della suola con un distacco iniziale di
10mm
Essi devono essere sottoposti ad un processo di invecchiamento a 50°C±2°C per 7 giorni, e condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Valori del distacco tomaio-suola (minimo, medio e massimo) per ogni singola determinazione
• L’adesione tomaio-suola per ogni campione
Contenuto del
rapporto di prova • Il codice di aspetto del materiale
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di
prova
69
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.39 – Resistenza dei tomai all’acqua.
RESISTENZA ALL’ACQUA
Tipi di prova
Dispositivo
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza all’acqua delle calzature.
Vari strumenti di laboratorio
Calzature
UNI EN 13073: 2003
Si indossa un paio di calzature mentre si avanza di
un numero misurato di passi su una superficie allagata d’acqua, profonda fino a un livello di 5mm sopra la linea di giunzione, o profonda in tutto 25mm,
a seconda del valore minimo. La vasca in questione
deve essere larga circa 0,6m, e lunga da 9m a 10m,
in modo da consentire all’operatore di avanzare di
10 passi normali nell’acqua tra le piattaforme poste
all’inizio ed alla fine. Si avanza di 100 lunghezze
di vasca nell’acqua utilizzando le piattaforme per
voltarsi. L’entità dell’ingresso d’acqua è determinata mediante ispezione visiva ed al tatto. La serie
di 100 lunghezze di vasca viene ripetuta finché non
viene rilevata una penetrazione d’acqua. In caso
contrario, la prova viene interrotta dopo 500 lunghezze di vasca.
Il campione è una calzatura completa. Il numero
minimo di provini è 3, ciascuno di misura diversa:
uno più piccolo, uno medio ed uno più grande.
• Numero di lunghezze di vasca
Contenuto del
• Area totale di penetrazione d’acqua
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
70
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.40 – Tenuta del tacco alla calzatura.
TENUTA DEL TACCO
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della tenuta del tacco
di calzature da donna con tacco medio e alto.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Calzature
UNI EN 12785: 2001
La parte anteriore di una calzatura viene fissata al
morsetto di una macchina per la prova di trazione.
Il tacco, vicino al soprattacco, all’altro morsetto
della macchina, e tirato indietro dalla parte anteriore, ad una velocità di separazione dei morsetti
(100±10)mm/min.
Il tomaio della calzatura deve essere tagliato nella
parte anteriore includendo il sottopiede, per adattare il fondo della scarpa al morsetto della macchina
per la prova di trazione. Nel caso il tacco sia robusto, va predisposto un foro di 6mm o 7mm parallelo alla sua parte anteriore e all’interfaccia tacco/soprattacco, per consentire l’uso di un morsetto dotato di una barra che lo attraversi. Per la maggior parte degli scopi non è necessario condizionare la calzatura in atmosfera controllata prima di sottoporla a
prova.
• Deformazione dell’estremità del tacco relativa
alla parte anteriore ad una forza di 200N
• Deformazione permanente prodotta da una forza di 400N
Contenuto del
rapporto di prova • Forza richiesta per staccare completamente il
tacco e la modalità di distacco
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
71
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.41 – Adattabilità alla forma e attitudine al montaggio dei tomai.
ADATTABILITÀ ALLA FORMA
ATTITUDINE AL MONTAGGIO
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Contenuto del
rapporto di prova
72
Prove per la determinazione dell’adattabilità alla
forma di tomai, indipendentemente dal materiale.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Tomai
UNI EN 13511: 2003
I bordi del provino vengono fissati all’apparecchiatura, e distesi gradualmente, spingendo una piccola
sfera di metallo, posta all’estremità di un albero,
attraverso il provino stesso. Vengono registrate:
una distensione definita, in cui compaiono i primi
segni di danneggiamento, chiamata “primo punto di
danneggiamento”, una distensione maggiore, alla
quale il materiale scoppia. Se richiesto, si registrano lo spostamento e la forza dell’albero, in modo
da produrre un diagramma forza/distensione.
I provini, di forma circolare, devono essere di misura sufficiente, tale da permettere il loro fissaggio
sull’apparecchiatura di prova, in modo da evitare lo
scivolamento durante la prova stessa. Deve essere
lasciata una superficie centrale circolare libera di
diametro (25,0±0,5)mm. I provini devono essere
sottoposti a condizionamento prima di essere sottoposti a prova, che deve essere svolta nello stesso
ambiente.
• Si calcola la media aritmetica dei risultati per tre
provini, per i valori di forza (approssimati a 10N) e
di distensione (approssimati a 0,1mm) relativi al
primo punto di danneggiamento, alla rottura del
fiore (per i cuoi), al punto di scoppio
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.42 – Flessioni ripetute di tomai e fodere.
FLESSIONI RIPETUTE
Tomai, fodere
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza alle
flessioni di tomai e fodere.
Flessimetro Bally normale o per basse temperature
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Tomai, fodere
UNI EN 13512: 2002
I provini vengono fissati alla macchina, dove viene
simulato il danneggiamento causato dal piegamento
verso l’interno della mascherina del tomaio, tramite
dei morsetti, che oscillano a velocità costante. Si
può eseguire la prova con provini a secco o ad umido, a temperatura ambiente o, con provini a secco,
a temperature sotto zero. Dopo un numero di cicli
prestabiliti, si esegue un esame visivo.
I provini devono essere rettangolari (70mm±
±1mm)x(45mm±1mm), e, prima della prova, devono essere posti in un’atmosfera controllata per almeno 24h.
• Gravità del danneggiamento, macchie saline
risultanti, numero totale di cicli a flessione
Contenuto del
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Tomai:
• Calz. da passeggio: cuoio asciutto: 50000 flessioni, cuoio umido: 10000 flessioni
• Calzature da tempo libero: cuoio asciutto: 80000
flessioni, cuoio umido: 20000 flessioni
Requisiti minimi
• Calz. moda, da bambino, indoor: cuoio asciutto:
15000 flessioni, cuoio umido: 5000 flessioni
• Calz. da ragazzo: cuoio asciutto: 50000 flessioni,
cuoio umido: 10000 flessioni
73
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.43 – Migrazione del colore di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia.
MIGRAZIONE DEL COLORE
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della tendenza di un
materiale a provocare la variazione del colore di un
altro, quando sono posti in contatto. Tale metodo è
applicabile a tutti i materiali utilizzati a contatto tra
loro e agli adesivi usati per il loro incollaggio.
Hydrotest perspirometer
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia
UNI EN 13517: 2002
Si posizionano dei materiali diversi all’interno delle piastre di vetro. Essi vengono messi in stretto
contatto, oppure un singolo materiale viene rivestito con un prodotto (ad esempio un adesivo). L’insieme è depositato in un ambiente buio (a 60°C±
±2°C) per un determinato periodo ad un’elevata
temperatura. I provini vengono poi esaminati per
determinare la variazione di colore, e paragonati ad
un campione di materiale non esposto. La variazione di colore indica che i materiali tendono a scolorire in condizioni di normale utilizzo.
Il provino più scuro ha dimensioni (50mm±2mm)x
x(40mm±2mm), il provino più chiaro ha dimensioni (60mm±2mm)x(50mm±2mm). Nel caso si sottoponga a prova un singolo materiale o un materiale
accoppiato, si deve prelevare un campione di dimensioni (50mm±2mm)x(40mm±2mm). Essi devono condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Descrizione di ogni variazione o trasferimento di
colore di ogni provino
Contenuto del
• Tempo totale di contatto corrispondente
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
74
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.44 – Permeabilità di tomai e fodere al vapor d’acqua.
PERMEABILITÀ AL VAPOR D’ACQUA
Tomai, fodere
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la valutazione della permeabilità al vapor
d’acqua (WVP) di tomai assemblati e non.
Apparecchio per la determinazione dell’assorbimento e della permeabilità al vapor d'acqua.
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Tomai, fodere
UNI EN 13515: 2003
Un provino è bloccato all’estremità aperta di un recipiente di prova cilindrico, contenente un agente
disidratante che assorbe l’umidità. Sopra il provino
è diretta aria con umidità, temperature e velocità
specificate, che viene fatta circolare spostando il
contenitore, provocando il movimento dell’agente
disidratante. Si determina la massa di vapore d’acqua trasmessa attraverso il provino e viene calcolata la permeabilità al vapore d’acqua del materiale.
I provini hanno dimensioni 70mmx45mm, vengono collocati in un ambiente controllato per almeno
24h, e sottoposti ad una prova di 20000 cicli.
• Media aritmetica di WVP di ogni provino,
valutata sulla sua superficie di prova
Contenuto del
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Per i tomai:
• In generale: ≥1,5mg/(cm2·h)
• Calzature da bambino: ≥2,5mg/(cm2·h)
• Calzature resistenti ed altamente resistenti
Requisiti minimi
all’acqua: ≥0,8mg/(cm2·h) per i tomai con spessore
≤1,4mm, ≥0,6mg/(cm2·h) per i tomai con spessore
>1,4mm
Per le fodere: in generale: ≥1,5mg/(cm2·h)
75
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.45 – Prova di trazione per i tomai.
PROVA DI TRAZIONE
Tomai
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza della
forza necessaria alla rottura di un provino ricavato
da tomai.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Tomai
UNI EN 13522: 2003
Un provino rettangolare viene gradualmente allungato mediante una macchina per prova di trazione,
fino a rottura. Sono determinati sia la resistenza a
rottura che l’allungamento a trazione. I morsetti si
devono separare ad una velocità costante di (100±
±5)mm/min.
Nel caso di materiali soggetti a danni da sfregamento i provini devono essere rettangolari di lunghezza (160±10)mm e di larghezza (25,0±0,5)mm.
Nel caso di materiali non soggetti a danno di sfregamento i provini devono avere lunghezza di (160±
±10)mm e larghezza (25,0±0,5)mm. I provini vanno messi in atmosfera controllata per almeno 48h
prima della prova.
• Resistenza a rottura media per ogni direzione
principale
Contenuto del
• Allungamento a trazione per ogni direzione prinrapporto di prova cipale
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
76
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.46 – Resistenza di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia all’abrasione.
RESISTENZA AD ABRASIONE
Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia
Prove per la determinazione della resistenza di
tomai, fodere e sottopiedi, all’abrasione a umido e
a secco, al fine di valutarne l’utilizzo finale.
Abrasimetro di tipo Martindale
Dispositivo
Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l.
Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia
Componenti
UNI EN 13520: 2003
Norme
Sei provini circolari sono sfregati contro pezzi di
un tessuto abrasivo ed una carta abrasiva di
riferimento, sottoposti ad una pressione costante di
(12±0,2)kPa, dove due dei pezzi di abrasivo sono
secchi e due umidi. Il movimento relativo tra
Procedura
l’abrasivo e il provino è un motivo ciclico complesso che produce strofinio in tutte le direzioni. La
prova è interrotta dopo un numero pre-determinato
di cicli, e si valuta il danno subito dal provino.
Il provino è bloccato lungo il bordo, ed ha una
parte esposta una porzione piana circolare di area
Provino
pari a (645±5)mm
Per ogni provino vengono forniti:
• Se è stato abraso con abrasivo a umido o a secco
• Il numero totale di giri completati
Contenuto del
• La quantità, il tipo ed il livello di danno alla fine
rapporto di prova della prova, e, se necessario, nelle fasi di ispe-zione
intermedie
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Tipi di prova
77
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.47 – Resistenza di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia a lacerazione.
RESISTENZA A LACERAZIONE
Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza a
lacerazione al fine di valutare l’idoneità all’utilizzo
finale.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia
UNI EN 13571: 2002
Un provino, con un singolo intaglio per formare
due lembi, viene posizionato in una macchina per
prove di trazione, in modo che l’intaglio sia parallelo all’asse della macchina, e in ogni morsetto sia
fissato un lembo. I morsetti vengono separati, affinché la propagazione della lacerazione si estenda
fino al bordo del provino. Si registrano la forza iniziale di lacerazione, le forze media e massima richieste per continuare la lacerazione, ed il tipo di
lacerazione. I morsetti si separano ad una velocità
di (100±10)mm/min.
I provini devono essere quadrati, di dimensioni
100mm±5mm, nel caso di materiali non di cuoio, e
rettangolari, di dimensioni (55mm±2mm)x(25mm±
±2mm), per provini prelevati da tomaie per calzature o in cuoio. Prima della prova i provini devono
essere condizionati per 24h.
• Le medie aritmetiche di: picco delle forze iniziali, forza massima di lacerazione, forza media
necessaria per continuare la lacerazione, per ogni
Contenuto del
direzione di prova (longitudinale e trasversale), e
rapporto di prova
per ogni tipologia di lacerazione
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
78
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.48 – Resistenza dei tomai all’acqua.
RESISTENZA ALL’ACQUA
Tomai
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza alla
penetrazione dell’acqua in flessione di un materiale
per tomai di calzature.
Apparecchio permeabilità dinamica elettronico
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Tomai
UNI EN 13518: 2002
Un provino rettangolare viene piegato parzialmente
in forma arrotondata e fissato tra due morsetti cilindrici, in modo da creare una forma cava. La forma
cava viene immersa in acqua, ed i morsetti oscillano a velocità costante in modo che il provino subisca ripetute flessioni. Si registra il tempo impiegato
dall’acqua per penetrare attraverso il provino, e si
misura la massa d’acqua assorbita dal provino e
trasmessa attraverso di esso.
I provini sono rettangolari di dimensioni (75mm±
2mm)x(60mm±1mm). La loro superficie esterna
viene lucidata leggermente grazie allo strofinio con
la carta abrasiva, finché il 50% centrale della
superficie non mostra segni di una lieve abrasione
(graffi e opacità). I provini devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Tempo necessario affinché si verifichi la penetrazione iniziale dell’acqua
Contenuto del
• Se richiesto, l’assorbimento d’acqua nel tempo e
rapporto di prova la trasmissione d’acqua nel tempo
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
79
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.49 – Resistenza dei tomai a sfaldatura e delaminazione.
RESISTENZA A SFALDATURA E DELAMINAZIONE
Tomai
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza alla
delaminazione dei tomai.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Tomai
UNI EN 13514: 2002
La superficie rivestita di un provino è incollata ad
una placchetta di gomma, utilizzando un adesivo
efficace. Con un dinamometro si misura la forza
necessaria per staccare il provino dalla provetta di
gomma, lasciando la rifinizione incollata alla placchetta. La prova può essere anche eseguita su provini umidi o idrolizzati. I morsetti della macchina si
separano con una velocità di (100±10)mm/min.
I provini devono essere rettangolari, di dimensioni
(30,0mm±0,5mm)x(50,0mm±1,0mm).
• La media aritmetica delle forze massime di separazione iniziali per provini
Contenuto del
• La media aritmetica delle forze di separazione
rapporto di prova medie dei provini
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
80
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.50 – Resistenza della cucitura di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia.
RESISTENZA DELLA CUCITURA
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della forza di cucitura
di tomai, fodere o sottopiedi di pulizia.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia
UNI EN 13572: 2002
I metodi di prova sono due:
• Metodo A: una fila di aghi è spinta attraverso la
sezione piena di un provino a forma di T; alla fila
di aghi, che è parallela e ad una distanza fissa dalla
base della “T”, viene applicata una forza di trazione
perpendicolarmente. Si ricava la forza perpendicolare alle perforazioni dell’ago.
• Metodo B: un provino contenente una cucitura
viene allungato gradualmente in direzione perpendicolare alla cucitura fino a quando si verifica un
cedimento. Si determinano il carico di rottura e il
tipo di cedimento.
I morsetti della macchina si separano ad una distanza di (100±10)mm/min.
• Metodo A: i provini, a forma di T, sono larghi
65mm e alti 75mm. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Metodo B: i provini sono rettangolari di dimensioni (90mm±10mm)x(50mm±2mm), se ricavati da
calzature o da tomai, (50mm±2mm)x(50mm±
±2mm), se preparati da cuciture realizzate per simulare la fabbricazione. Essi devono essere condizionati per almeno 48h prima della prova.
• Resistenza a cucitura e tipo di rottura
Contenuto del
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova
va
81
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.51 – Solidità del colore di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia allo strofinio.
SOLIDITÀ DEL COLORE ALLO STROFINIO
Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione del grado di trasferimento del colore della superficie di un materiale
durante l’abrasione leggera a secco o a umido.
Apparecchio prova per strofinio tipo Veslic
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Tomai, fodere, sottopiedi di pulizia
UNI EN 13516: 2002
I metodi di prova sono tre:
• Metodo A: un provino viene sottoposto a sfregamento, con moto alternato, su un feltrino di lana
secco o umido sotto una forza di contatto costante.
• Metodo B: analogo al metodo A, con la differenza che il feltrino viene ruotato contro la superficie del materiale.
• Metodo C: un provino, a contatto con un tessu-to
multifibra normalizzato, è imbevuto con una
soluzione adatta. Il tutto viene posto sotto vetro con
un peso di 4,5kg e conservato in un ambiente caldo.
Le dimensioni dei provini, che devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova. sono:
• Metodo A: dimensioni minime 100mmx25mm
• Metodo B: dimensioni minime 60mmx60mm, o
diametro di 60mm
• Metodo C: dimensioni minime (110±10)mmx
x(55±5)mm
• Indice numerico minimo sulla scala dei grigi
inerente il trasferimento di colore, o lo scarico di
Contenuto del
colore del tessuto multifibra
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
82
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.52 – Resistenza di fodere, sottopiedi e sottopiedi di pulizia alla perspirazione.
RESISTENZA ALLA PERSPIRAZIONE
Tipi di prova
Dispositivo
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione dell’invecchiamento di
sottopiedi, fodere e sottopiedi di pulizia, provocato
dalla traspirazione umana.
Vari strumenti di laboratorio
Fodere, sottopiedi, sottopiedi di pulizia
UNI EN 12801: 2001
Un provino viene posto in un recipiente contenente
una soluzione di sudore artificiale. Il recipiente viene messo in una stufa termostatata a 35°C per 24h.
Si estrae il provino dalla soluzione e lo si lascia per
24h in atmosfera normalizzata. Questo procedimento viene ripetuto cinque volte. Infine si eseguono delle misurazioni sul provino rispetto a dei riferimenti posti precedentemente.
I provini devono essere quadrati, di lato (60±
±20)mm. Essi devono essere condizionati per
almeno 24h prima della prova.
• Contrazione lineare percentuale in lunghezza ed
in larghezza
• Se è stata effettuata la prova di resistenza alla
Contenuto del
trazione o a lacerazione, si esprimono i risultati
rapporto di prova
ottenuti per ciascuna delle direzioni
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
83
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.53 – Assorbimento d’acqua di sottopiedi e sottopiedi di pulizia.
ASSORBIMENTO D’ACQUA
Sottopiedi, sottopiedi di pulizia
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione dell’assorbimento
d’acqua (WA) da parte del cuoio.
Apparecchio per la determinazione dell’assorbimento d’acqua
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Sottopiedi, sottopiedi di pulizia
UNI EN 12746: 2001
Un provino viene pesato allo 0,001g più vicino, poi
viene posto su una base umidificata e viene sottoposto a flessione ripetuta ad una data pressione. Si
effettuano pesate periodiche del provino fino a 8h,
registrando la massa allo 0,001g più vicino.
I provini hanno dimensioni (110mm±1mm)x
x(40mm±1mm). Essi devono venire condizionati
per un minimo di 48h. Per prevenire l’ingresso di
acqua attraverso i lati, si applica una piccola quantità di grasso di silicone sui bordi del provino.
• Assorbimento d’acqua WA in g/m2
Contenuto del
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova
va
Assorbimento d’acqua ≥40%
Requisiti minimi
84
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.54 – Resistenza dei sottopiedi all’usura.
RESISTENZA AD USURA
Sottopiedi
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza all’usura dei sottopiedi.
Apparecchio prova per strofinio tipo Veslic
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Sottopiedi
UNI EN 12747: 1999
I provini vengono strofinati con dei tamponi di feltro di lana bianca bagnata, ricoperti da un tessuto
abrasivo, con dei movimenti alternati. Ogni 100 cicli vengono sostituiti. Si interrompe la prova quando il danno da usura del provino è pari, o peggiore
del grado di “usura ammissibile” del corrispondente “campione di riferimento”, o comunque dopo
400 cicli.
I provini devono essere rettangolari, lunghi 120mm
e larghi 20mm. I provini devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Valutazione visiva del danno da usura delle superfici di tre provini, rispetto al “campione di
riferimento” della stessa famiglia di materiali. Il
Contenuto del
risultato è fornito dal provino, tra i tre, che mostra
rapporto di prova
il danno maggiore.
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
85
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.55 – Resistenza dei sottopiedi a sfaldatura e delaminazione.
RESISTENZA A SFALDATURA E DELAMINAZIONE
Sottopiedi
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza alla
sfaldatura dei sottopiedi.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Sottopiedi
UNI EN 12744: 1999
Un provino viene incollato a due cilindri che vengono collegati ai due morsetti della macchina per la
prova di trazione, che si separano ad una velocità di
(25±5)mm/min. Nel caso di prove a umido, l’assemblaggio provino+cilindri, viene immerso in acqua distillata per (6,0±0,5)h, prima della prova.
I provini devono essere circolari di diametro (38,0±
±1,0)mm. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Resistenza a sfaldatura del materiale, espressa
come rapporto tra la media delle forze massime
Contenuto del
registrate per tre provini, e la media delle superfici
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
86
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.56 – Tenuta dei sottopiedi ai chiodi.
TENUTA AI CHIODI
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della capacità del sottopiede di tenere ai chiodi per il tacco, e di impedire che il sottopiede stesso sia oltrepassato dalla testa del chiodo.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Sottopiedi
UNI EN 12745: 1999
Con un trapano con punta da 2mm si eseguono tre
fori lungo la mezzeria del provino parallela al lato
da 80mm, a distanze da un’estremità rispettivamente di 20mm, 40mm, 60mm. Si inserisce lo stelo
dell’asta in un foro e si aziona la macchina per le
prove di trazione ad una velocità di separazione dei
morsetti di (100±20)mm/min, registrando continuamente la forza finché il provino non si rompe. Si ripete questo metodo anche per gli altri due fori. Nella prova ad umido, il provino viene prima immerso
in acqua a temperatura di 23°C±2°C per 6h.
I provini devono essere rettangolari di dimensioni
80mmx20mm. Essi sono due e vengono utilizzati
uno per la prova a secco ed uno per la prova ad
umido. Prima della prova a secco devono essere
condizionati per almeno 48h.
• Media delle tre forze massime rilevate per ciascun provino, sia nel caso di prova a secco, che di
prova ad umido
• Valor medio dello spessore di ciascun provino,
Contenuto del
misurato in tre punti della mezzeria parallela al lato
rapporto di prova
da 80mm, a distanza da un’estremità rispettivamente di 20mm, 40mm, 60mm
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
87
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.57 – Resistenza di suole e materiali per suole alle flessioni ripetute.
FLESSIONI RIPETUTE
Suole, materiali per suole
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza alle
flessioni dopo aver praticato un intaglio, di materiali per suole.
Flessimetro Ross
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Suole, materiali per suole
BS 5131-2.1: 1979
Un provino viene ripetutamente flesso con un angolo di 90° su un mandrino dopo aver praticato un
piccolo intaglio nel provino con un apposito punzone. L’incremento in ampiezza di questo intaglio
fornisce una misura della tendenza del materiale a
rompersi. Si può anche flettere una suola, senza
praticarvi l’intaglio preliminare, per valutare
l’eventualità che si presentino una o più rotture nel
punto di flessione.
Si usano 3 provini, uno per ogni direzione principale del campione, larghi 25mm e lunghi 150mm, e
con spessore che può valere: (3,0±0,2)mm, (5,0±
±0,2)mm, (7,0±0,2)mm, (10,0±0,2)mm, (15,0±
±0,2)mm. Non è necessario condizionare i provini,
purché il materiale da cui sono stati ricavati sia stato preparato in accordo con la norma BS 5135-2.7.
• Incremento in lunghezza dell’intaglio
• Numero di cicli necessario perché cominci a preContenuto del
sentarsi la rottura, per i provini senza intaglio
rapporto di prova iniziale
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
88
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.58 – Prova di trazione per le suole.
PROVA DI TRAZIONE
Suole
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza alla
trazione e all’allungamento delle suole.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Suole
UNI EN 12803: 2001
Il provino viene fissato tra i due morsetti della macchina di trazione, che vengono separati con una velocità costante di (100±10)mm/min. Tramite un registratore grafico vengono valutate la tensione e la
deformazione.
I provini, sagomati ad asse rettilineo, sono a forma
di manubrio, e possono essere lunghi (25,0±
±0,5)mm o (20,0±0,5)mm. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Resistenza a trazione fino a rottura
• Allungamento a rottura
Contenuto del
• Tensione ad un dato allungamento
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Requisiti
• Resistenza a trazione ≥10N/mm2
• Allungamento a rottura ≥18%
≤30%
89
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.59 – Resistenza delle suole ad abrasione.
RESISTENZA AD ABRASIONE
Suole
Prove per la determinazione della resistenza
all’usura da azione meccanica esercitata su una
superficie.
Abrasimetro a tamburo rotante
Dispositivo
Società fornitrice Giuliani Tecnologie S.r.l.
Suole
Componenti
UNI EN 12770
Norme
Il provino, fissato al porta provino, viene premuto
contro il tamburo con una forza verticale di 10N±
±0,2N. La prova si conclude automaticamente dopo
un percorso di abrasione di 40m e, dopo di essa, il
Procedura
campione non deve essere completamente abraso,
altrimenti si ripete la procedura con un percorso
ridotto, di 20 m o meno, estrapolando i risultati a
40m.
I provini devono essere di forma cilindrica, di diametro di 6mm. Ne sono necessari almeno tre, e
Provino
devono essere condizionati, prima della prova, per
un minimo di 24h.
Vengono forniti:
• La perdita di massa relativa, in mg
• La perdita relativa di volume, in mm3
• La massa volumica apparente
Contenuto del
rapporto di prova • Qualunque scostamento dalla procedura di prova, soprattutto se la prova prevede solo metà del
percorso di abrasione
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Tipi di prova
90
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.60 – Resistenza delle suole a lacerazione.
RESISTENZA A LACERAZIONE
Suole
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza alla lacerazione delle suole con provini “a pantalone”.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Suole
UNI EN 12771: 2001
Un provino, con un singolo intaglio per formare
due lembi, viene posizionato in una macchina per
prove di trazione, in modo che l’intaglio sia parallelo all’asse della macchina, e in ogni morsetto sia
fissato un lembo. I morsetti vengono separati, affinché la propagazione della lacerazione si estenda
fino al bordo del provino. Si registrano la forza iniziale di lacerazione, le forze media e massima richieste per continuare la lacerazione, ed il tipo di
lacerazione. I morsetti si separano ad una velocità
di (100±10)mm/min.
I provini devono essere rettangolari, di dimensioni
(100mm±5mm)x(15mm±1mm), nel caso di materiali non di cuoio, e di dimensioni (100mm±5mm)x
x(40mm±1mm), per provini di cuoio. Lo spessore
deve essere di 2,0mm±0,2mm per le suole compatte polimeriche ed elastomeriche, di 4,0mm±0,2mm
per le suole in materiale semiespanso e cellulare,
per le suole di cuoio l’intero spessore deve essere
sottoposto a prova. Prima della prova i provini devono essere condizionati per almeno 24h.
• La media di tre determinazioni della resistenza a
lacerazione Ts, espressa in N/mm, data dal rapporto
Contenuto del
tra forza mediana e spessore
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
91
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.61 – Resistenza di suole e materiali per suole a flessione.
RESISTENZA ALLA FLESSIONE
Suole, materiali per suole
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza alla
flessione delle suole. Con questo metodo si possono valutare gli effetti dell’aumento dell’intaglio sui
materiali per suole e sui campioni di superfici.
Flessimetro Bennewart
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Suole, materiali per suole
UNI EN ISO 17707: 2005
Nella prova per misurare la rigidezza longitudinale
delle suole, si flette una suola alla velocità di curvatura di (100±10)mm/min, fino ad un angolo massimo di 45°, e si registra la forza applicata. Nella
prova per misurare la resistenza alla flessione, si rimuove il tacco dalla suola, se necessario, si pratica
un intaglio su di essa e la si pone sopra il mandrino
della macchina di flessione, dove viene flessa fino
ad un angolo massimo di 90° ripetutamente. Si misura, infine, l’aumento della lunghezza dell’intaglio
praticato all’inizio.
Un provino è costituito da suola e soletta di una
calzatura, o dalla sola suola. Esso deve essere condizionato per almeno 24h prima della prova.
• Rigidezza longitudinale del campione
Contenuto del
• Resistenza alla flessione del campione
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
92
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.62 – Resistenza delle suole a sfaldatura e delaminazione.
RESISTENZA A SFALDATURA E DELAMINAZIONE
Suole
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della resistenza alla
delaminazione e al distacco tra gli strati delle suole.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Suole
UNI EN 12774: 2001
Con un dispositivo di spaccatura a lama, si taglia a
metà una delle estremità di ciascun provino, in modo che la superficie superiore e quella inferiore siano equidistanti approssimativamente 15mm. Nel
caso di suole multistrato, si separano i loro strati
per una lunghezza di 10mm, inserendo una lama riscaldata nello strato di collante. Si ripiegano i due
lembi sulle estremità del provino, si inseriscono e si
fissano in ciascun morsetto del dinamometro. Si
aziona l’apparecchio in modo tale che i morsetti si
separino ad una velocità di (100±10)mm/min.
I provini devono essere strisce di almeno 75mm di
lunghezza e di (25,0±0,2)mm di larghezza. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Resistenza del materiale alla delaminazione,
espressa come rapporto tra la media delle forze
Contenuto del
registrate per tre provini, e la loro larghezza
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
93
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.63 – Stabilità dimensionale delle suole.
STABILITÀ DIMENSIONALE
Tipi di prova
Dispositivo
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della contrazione lineare dopo trattamento a caldo dei provini prelevati
da suole.
Vari strumenti di laboratorio
Suole
UNI EN 12772: 2001
Sulla superficie esterna dei provini vengono praticate due incisioni parallele di riferimento, aventi
una profondità non maggiore di 0,5mm, su tutta la
lunghezza del provino e su ciascun lato dello
stesso. Sul provino più lungo le incisioni distano
(100±5)mm l’una dall’altra, mentre per il provino
più corto esse distano (50±5)mm l’una dall’altra. Si
misura, allo 0,2 più prossimo, la distanza che separa le incisioni lungo l’asse mediano. Si collocano i
provini nella stufa orizzontalmente per (24,0±0,5)h,
ad una temperatura di 70°C±2°C. Si lasciano i
provini in atmosfera normalizzata per 30min, e si
misura, allo 0,2 più prossimo, la distanza tra le incisioni lungo l’asse mediano.
I provini devono avere larghezza di (25±5)mm, e
lunghezza corta (150±5)mm, o lunga (75±5)mm. Il
loro spessore deve essere equivalente a quello della
suola. Essi devono essere condizionati per almeno
24h prima della prova.
• Contrazione percentuale riferita alla distanza
iniziale tra le due incisioni, dovuta al trattamento
Contenuto del
termico
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
94
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.64 – Impatto laterale dei tacchi.
IMPATTO LATERALE
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della forza di impatto
sui tacchi per le calzature da signora, in grado di
fornire una valutazione sulla resistenza a colpi impulsivi occasionali durante la calzata.
Apparecchio che serve per la determinazione della
resistenza all'impatto laterale dei tacchi.
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Tacchi
UNI EN ISO 19953: 2005
Un tacco, fissato con la punta verso l’alto, è soggetto a dei colpi impulsivi, che vengono impartiti dalle
percussioni di un pendolo, che viene lasciato cadere. L’energia sviluppata nei colpi viene incrementata finché il tacco cede.
I provini sono costituiti dai tacchi fissati su appositi
supporti.
• N°. di urti che hanno portato al danneggiamento
• Energia spesa durante l’ultimo urto
Contenuto del
• Tipo di danno, ed eventuale presenza della rotrapporto di prova tura nel punto di impatto
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
95
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.65 – Resistenza dei tacchi alla fatica.
RESISTENZA ALLA FATICA
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della capacità dei tacchi per le calzature da signora, di resistere ai piccoli colpi impartiti durante la camminata normale.
Apparecchio per la prova di resistenza alla fatica
dei tacchi.
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Tacchi
UNI EN ISO 19956: 2005
Un tacco, fissato con la punta verso l’alto, è soggetto a dei colpi di energia specificata, causati dalla
caduta di un pendolo che si ripete a cicli di 1s. La
prova ha termine alla rottura del tacco, o comunque
dopo 2000 cicli.
Il tacco usato come campione va messo in un vassoio di metallo asciutto, con la punta rivolta verso
l’alto. Si scalda la lega di metallo finché fluisce in
tutte le parti del vassoio garantendo l’immobilità
del tacco.
• Descrizione del tipo di danneggiamento o di
rottura
Contenuto del
• Numero di cicli per cui si valuta il danneggiarapporto di prova mento, o per cui si verifica la rottura del tacco
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
96
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.66 – Resistenza dei tacchi all’inchiodatura.
RESISTENZA ALL’INCHIODATURA
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la misurazione della forza richiesta per
estrarre un chiodo dal tacco.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Tacchi
UNI EN ISO 19957: 2005
La testa di un chiodo per i tacchi viene tenuta in
uno dei morsetti della macchina per le prove di trazione, nell’altro morsetto viene inserito il tacco. Si
applica una forza di separazione approssimativamente parallela all’asse longitudinale del chiodo. Si
registra la forza massima necessaria per estrarre il
chiodo dal tacco.
Si usano come campioni 3 tacchi, ciascuno con 6
chiodi inseriti. Nel caso questo non sia possibile, si
utilizzano 4 tacchi, ciascuno con 4 chiodi.
• Sforzo necessario per estrarre un chiodo dal tacco
Contenuto del
• Media della profondità di penetrazione del chiorapporto di prova do
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
97
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.67 – Tenuta del soprattacco al tacco.
TENUTA DEL SOPRATTACCO AL TACCO
Prove per la determinazione della forza richiesta
per staccare il soprattacco dal tacco.
Dinamometro
Dispositivo
Società fornitrice Acquati S.r.l.
Tacchi
Componenti
UNI EN ISO 19958: 2005
Norme
Il soprattacco viene staccato grazie all’applicazione
di una forza in costante aumento, applicata nel suo
centro, in direzione perpendicolare alla superficie
del soprattacco. Esso prima viene perforato in modo da permettere l’immissione di un bullone che
Procedura
consente il collegamento ad uno dei morsetti della
macchina per la prova di trazione. Anche il tacco
viene perforato, in modo da poter essere attaccato
all’altro morsetto. Si registra la forza massima necessaria affinché il soprattacco si stacchi dal tacco.
Il campione è costituito dal tacco e dal relativo soprattacco, che vengono afferrati dai morsetti della
Provino
macchina per le prove di trazione.
• Forza massima per staccare il soprattacco dal
tacco
Contenuto del
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Tipi di prova
98
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.68 – Capacità di incollaggio di contrafforti e puntali.
CAPACITÀ ALL’INCOLLAGGIO
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della capacità di incollaggio dei materiali, mediante l’applicazione di
pressioni e/o calore ed eventuali adesivi.
• Dinamometro
Acquati S.r.l.
Contrafforti e puntali
UNI EN ISO 20863: 2005
Il pezzo da sottoporre al test, viene preso tra dei
morsetti e sottoposto a trazione ad una velocità di
separazione dei morsetti pari a (100±10)mm/min,
fino a che metà del pezzo si è separato. Poi i provini vengono sommersi in acqua distillata per 16h ed,
infine di nuovo sottoposti a trazione fino alla loro
totale separazione.
I provini hanno dimensioni (150mm±10mm)x
x(30mm±2mm), vengono fatti aderire tra di loro
tramite il calore o un solvente. Prima della prova
vengono condizionati per 24h.
• Forza media per ottenere metà della separazione
dei provini
Contenuto del
• Forza media per ottenere la totale separazione
rapporto di prova dei provini
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Per i tomai, le suole e le intersuole:
• Calzature da passeggio e da tempo libero:
≥3,5N/mm
Requisiti minimi
• Calzature moda, da bambino, indoor e da ragazzo: ≥3,0N/mm
99
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.69 – Caratteristiche meccaniche di contrafforti e puntali.
CARATTERISTICHE MECCANICHE
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della capacità di mantenere la forma e lo sforzo di compressione di contrafforti e puntali.
Dome
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Contrafforti e puntali
UNI EN ISO 20864: 2005
Un provino viene montato nel dispositivo usando
un anello di serraggio. L’albero viene spinto dolcemente attraverso il buco fino ad entrare in contatto
con la superficie interna della macchina di prova
per 5s±1s, registrando la lettura del calibro. Il provino viene rimosso e si determina la capacità di
mantenimento della forma. Nel caso di prova ad
umido, il provino viene imbevuto con acqua distillata o deionizzata per 16h, ad una temperatura di
23°C±2°C.
I provini, circolari e di diametro idoneo, devono essere sei. Il diametro del pistone è di (47,5±0,5)mm,
la cupola ha raggio di curvatura di (35,0±0,5)mm. I
provini devono essere condizionati per almeno 24h
prima della prova.
• Valore dell’area del provino prima della prova e
dopo dieci operazioni di pressatura
Contenuto del
• Resilienza del materiale
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
100
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.70 – Prova di trazione per gli accessori.
PROVA DI TRAZIONE
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della forza della chiusura scorrevole sugli scorrevoli assemblati in una
porzione di cerniera.
Dinamometro
Acquati S.r.l.
Cerniere
ASTM D 2061: 1987
Si colloca e si fissa lo scorrevole a metà tra le estremità delle dentature, assicurandosi che uno dei dentini emerga dalla scanalatura dello scorrevole nella
morsa superiore e uno nella morsa inferiore della
macchina di prova. Si colloca il corpo scorrevole
lungo l’asse delle morse e a metà tra loro. Si applica un carico per consentire la separazione dei morsetti. Si esamina, poi, il campione per determinare
gli effetti della prova, come l’inceppamento dello
scorrevole, il danno dello scorrevole o della fettuccia o degli elementi di chiusura (dentini), che compromettono il funzionamento della cerniera.
Il campione di prova consiste in uno scorrevole assemblato alla dentatura di una cerniera con la quale
esso deve essere impiegato.
• Natura del danno, se presente, e carico estremo
applicato
Contenuto del
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
101
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.71 – Resistenza degli accessori alla corrosione.
RESISTENZA ALLA CORROSIONE
Tipi di prova
Dispositivo
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della tendenza di una
superficie metallica a non cambiare visivamente a
causa della contaminazione con l’inquinamento
atmosferico, o a resistere alla corrosione dovuta
all’azione dell’acqua salata.
Vari strumenti di laboratorio
Accessori
UNI EN ISO 22775: 2005
Con un primo metodo, un provino viene posizionato in un’atmosfera umida, che contiene una bassa
concentrazione di solfuro di idrogeno gassoso, per
1h. Con un secondo metodo, una tela di cotone viene imbevuta con una soluzione di cloruro di sodio,
e poi avvolta attorno al provino. Il tutto viene poi
introdotto in una borsa sigillata per 24h, a temperatura ambiente. I segni di corrosione sul provino
vengono valutati in modo soggettivo, tramite un
confronto visivo.
Sono necessari 2 provini, uno di essi viene esposto
ai reagenti, mentre l’altro viene usato come termine
di paragone per identificare qualsiasi danneggiamento o sbiadimento.
• Grado di corrosione o di sbiadimento
Contenuto del
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova
va
102
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.72 – Rilascio di nichel da articoli a contatto con la pelle.
RILASCIO DI NICHEL DA ARTICOLI
IN CONTATTO CON LA PELLE
Tipi di prova
Dispositivo
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la simulazione del rilascio di nichel da
articoli che vengono in contatto diretto o prolungato con la pelle, al fine di determinare se questi
articoli rilasciano nichel con un tasso maggiore di
0,5µg/cm2/settimana.
Vari strumenti di laboratorio
Accessori
UNI EN 1811: 2000
L’articolo da sottoporre alla prova per il rilascio di
nichel è posto in una soluzione di prova di sudore
artificiale (composto da acqua deionizzata ed
aerata) per una settimana. Il recipiente con il
provino viene lasciato indisturbato in un bagno
d’acqua termostaticamente controllata o in un forno
a 30°C±2°C. La concentrazione di nichel disciolto
nella soluzione è misurata per mezzo della spettrometria ad assorbimento atomico, della spettrometria al plasma o di un altro metodo analitico appropriato.
Deve essere analizzata sono la superficie dell’articolo che viene in diretto e prolungato contatto con
la pelle. L’area di analisi minima è di 0,2cm2.
• Estensione dell’area di analisi
Contenuto del
• Valore del rilascio di nichel
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
103
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.73 – Assorbimento d’acqua dei cuoi.
ASSORBIMENTO D’ACQUA
Cuoi
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione dell’assorbimento
d’acqua da parte del cuoio per immersione in condizioni statiche.
Kubelka
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Cuoi
ISO 2417: 1983
Un provino, di volume o di peso noto, viene immerso, per un tempo determinato (che può essere
15min, 30min, 1h, 2h, 24h), in acqua distillata a
temperatura nota. Si determina il volume di acqua
assorbita.
I provini devono essere condizionati per almeno
24h prima della prova.
• Quantità di acqua assorbita per ogni periodo di
immersione
Contenuto del
• Temperatura di prova
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Calzature resistenti ed altamente resistenti all’acqua:
• Tomai con spessore ≤1,4mm: ≤20% dopo 30min
per il 1° livello, ≤20% dopo 60min per il 2° livello
Requisiti minimi
• Tomai con spessore >1,4mm: ≤20% dopo 60min
per il 1° livello, ≤20% dopo 120min per il 2° livello
104
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.74 – Resistenza dei cuoi alle flessioni ripetute.
FLESSIONI RIPETUTE
Cuoi
Tipi di prova
Prove per la determinazione della resistenza alla
flessione a umido o a secco del cuoio. Essa è applicabile a tutti i tipi di cuoio di spessore minore di
3mm.
Dispositivo
Flessimetro Bally
Società fornitrice
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Componenti
Cuoi
Norme
UNI EN ISO 5402: 2004
Procedura
Un provino viene piegato con la superficie da sottoporre a prova rivolta verso l’interno fissata su di
un morsetto superiore mobile, e con la superficie da
sottoporre a prova rivolta verso l’esterno fissata su
di un morsetto inferiore fisso. Il movimento del
morsetto superiore causa una piegatura lungo tutto
il provino, che viene esaminato periodicamente per
valutarne il danneggiamento.
Provino
I 12 provini devono essere campionati in conformità alla norma ISO 2418. Tra di essi 6 devono essere
utilizzati per le prove a secco, e 6 per le prove ad
umido. Essi devono essere condizionati secondo la
norma ISO 2419 (temperatura di 20°C, 65% di
umidità relativa, o temperatura di 23°C, 50% di
umidità relativa).
• Numero di cicli di flessione
Contenuto del
• Danni rilevati per il peggiore provino
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
105
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.75 – Misura dello spessore dei cuoi.
MISURA SPESSORE
Cuoi
Tipi di prova
Prove per la misurazione dello spessore del cuoio.
Dispositivo
Spessimetro
Società fornitrice
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Componenti
Cuoi
Norme
UNI ISO 2589: 1983
Procedura
Il cuoio viene posto sulla macchina di prova con il
lato fiore rivolto verso l’alto. Ad esso si applica
lentamente un carico fino a che si raggiunge il suo
massimo. Si effettua la misura dello spessore mantenendo il provino e le facce del piede e dell’incudine dell’apparecchiatura in posizione orizzontale.
Provino
Possono essere considerati dei provini tutti i tipi di
cuoi, ad eccezione di quelli di 3mm o più di spessore. Essi devono essere condizionati per almeno 24h
prima della prova.
• Misura dello spessore del cuoio
• Il numero di punti in cui lo spessore è stato miContenuto del
surato e la loro posizione
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
106
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.76 – Permeabilità dei cuoi al vapor d’acqua.
PERMEABILITÀ AL VAPOR D’ACQUA
Cuoi
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della permeabilità al
vapor d’acqua dei cuoi.
Apparecchio per la determinazione della permeabilità al vapor d’acqua del cuoio.
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Cuoi
UNI 8429: 1982
Il provino di cuoio viene fissato all’imboccatura di
un flacone che contiene un essiccante solido ed è
esposto ad una rapida corrente d’aria in un ambiente condizionato. L’aria, nell’interno del flacone,
viene agitata tenendo in moto l’essiccante. Il flacone viene pesato periodicamente per determinare la
quantità di vapor d’acqua trasmessa attraverso il
cuoio ed assorbita dall’essiccante.
Il cuoio viene tagliato in quadrati di lato 50mm. Essi vengono appoggiati su un tavolo con il fiore
verso l’alto, e vengono abrasi con un pezzo di carta
abrasiva n°. 180 con 10 movimenti alternati, in
diverse direzioni, con una forza di circa 2N. Quindi
si tranciano dal cuoio i provini circolari di diametro
30mm.
• Permeabilità al vapor d’acqua in mg/(cm2·h)
Contenuto del
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova
va
107
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.77 – Prova di trazione per i cuoi.
PROVA DI TRAZIONE
Cuoi
Tipi di prova
Prove per la determinazione della resistenza a trazione e dell’allungamento del cuoio.
Dispositivo
Dinamometro
Società fornitrice
Acquati S.r.l.
Componenti
Cuoi
Norme
UNI ISO 3376: 1983
Procedura
Per la determinazione della resistenza a trazione, si
condiziona un provino in atmosfera controllata, si
misura lo spessore e lo si sottopone a trazione, fino
a rottura, su una macchina per la prova di trazione.
Per la determinazione dell’allungamento, si mette
in trazione un provino, condizionato, su una macchina per la prova di trazione, fino a che la forza
applicata raggiunge un valore predeterminato o fino alla rottura della provetta.
La velocità di separazione dei morsetti è costante e
vale (100±10)mm/min. La loro forza di serraggio,
applicata al centro del provino, è di 300N.
Provino
I provini sono lunghi 90mm e larghi 25mm. Nel caso in cui la quantità di cuoio non sia sufficiente, i
provini sono lunghi 40mm e larghi 10mm. Devono
essere condizionati per 24h prima della prova.
• Resistenza a trazione, data dal rapporto tra il carico di rottura e l’area della sezione traversale del
provino
Contenuto del
• Allungamento a rottura, dato dalla distanza dei
rapporto di prova
morsetti al momento della rottura del provino
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Requisiti minimi
108
Resistenza a trazione ≥10N/mm2
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.78 - – Resistenza dei cuoi allo strappo.
RESISTENZA ALLO STRAPPO
Tipi di prova
Prove per la determinazione della resistenza allo
strappo per i cuoi.
Dispositivo
Dinamometro
Società fornitrice
Acquati S.r.l.
Componenti
Cuoi
Norme
UNI ISO 3377: 1983
Procedura
Un provino di cuoio, nel quale è stata praticata una
fessura, è agganciato ad un paio di portaprovini fissati ai morsetti di una macchina per le prove di trazione. La forza massima ad allungamento necessaria per la separazione del portaprovini è considerata
come resistenza allo strappo.
Provino
I provini sono rettangolari di dimensioni (50mm±
1mm)x(25mm±1mm), ed hanno un intaglio largo
5mm e lungo 20mm, posto in posizione centrale.
Essi devono essere condizionati per almeno 24h
prima della prova.
• Resistenza a strappo e spessore della provetta
Contenuto del
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova
va
Requisiti minimi
Valori del carico di strappo per le applicazioni con
la fodera: calzature da passeggio uomo ≥50N, calzature da passeggio donna ≥40N, calzature da tempo libero ≥70N, calzature moda, da bambino,
indoor ≥30N, calzature da ragazzo ≥40N
• Valori del carico di strappo per le applicazioni
sen-za la fodera: calzature da passeggio uomo
≥60N, calzature da passeggio donna ≥50N,
calzature da tempo libero ≥80N, calzature moda, da
bambino, indoor ≥40N, calzature da ragazzo ≥50N
109
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.79 – Resistenza dei cuoi a screpolatura del fiore.
RESISTENZA A SCREPOLATURA DEL FIORE
Tipi di prova
Prove per la determinazione della resistenza alla
screpolatura del fiore e dell’indice di screpolatura
del fiore.
Dispositivo
Apparecchio per la resistenza alla screpolatura
Società fornitrice
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Componenti
Cuoio
Norme
UNI EN ISO 3378: 2005
Procedura
Una striscia di cuoio viene piegata attorno ad un
rullo, di diametro noto, sotto l’azione di una forza
minima, in grado di garantire il contatto tra il rullo
ed il cuoio. Il fiore è monitorato, al fine di notificare ogni sua screpolatura. Il provino viene ruotato
attorno al rullo di 180° per 5s±1s.
Provino
I provini sono strisce di cuoio larghe 25mm±1mm
e lunghe almeno 150mm. Tre di essi vengono disposti con il lato lungo parallelo alla base, e tre con
il lato lungo perpendicolare alla base.
• Indice di screpolatura del fiore
Contenuto del
• Qualsiasi deviazione dal metodo standard di prorapporto di prova
va
Requisiti minimi
110
Cuoi per suole: screpolatura ≥ 4·s, dove s è lo spessore del cuoio in mm
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.80 – Resistenza dei cuoi a trazione del fiore.
RESISTENZA A TRAZIONE DEL FIORE
Tipi di prova
Prove per la determinazione della distensione e della resistenza a trazione del fiore di un cuoio con il
metodo della biglia.
Dispositivo
Dinamometro
Società fornitrice
Acquati S.r.l.
Componenti
Cuoio
Norme
UNI ISO 3379: 1983
Procedura
Una biglia di acciaio è pressata sul centro del lato
carne di una provetta di cuoio a forma di disco, saldamente serrata sulla sua periferia. La pressione
della biglia e la distensione della provetta risultanti
sono registrate al momento in cui il fiore si screpola e allo scoppio (se esso si verifica). Il diametro
della superficie libera deve essere di 25,0mm. La
velocità relativa di spostamento del morsetto e della biglia deve provocare un allungamento del cuoio
di (12±2)mm/min. L’errore sulla misura della forza
necessaria a provocare la screpolatura del fiore e la
sua rottura, non deve essere maggiore al 3%.
Provino
I provini sono circolari ed hanno un diametro di
44,5mm. Devono essere condizionati 24h prima
della prova.
• Se il provino scoppia, si danno come risultati la
forza applicata e la distensione al momento della
screpolatura e allo scoppio
Contenuto del
• Se il provino non scoppia, si danno come risulrapporto di prova tati la forza applicata e la distensione al momento
della screpolatura e quella sotto la forza massima
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Requisiti minimi
Cuoi per tomai: distensione ≥ 7mm
111
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.81 – Contenuto di coloranti azoici nei cuoi tinti.
COLORANTI AZOICI NEL CUOIO TINTO
Tipi di prova
Prove per la determinazione dell’uso di coloranti
azoici che possono liberare ammine aromatiche.
Dispositivo
Vari strumenti di laboratorio
Componenti
Cuoi
Norme
UNI CEN ISO/TS 172346: 2005
Procedura
Dopo esser stato sgrassato, il provino di cuoio
viene trattato con una soluzione opportuna a 70°C
in un recipiente chiuso. Le ammine liberate durante
il processo vengono estratte, e la loro quantità viene misurata tramite cromatografia.
Provino
Il cuoio viene campionato in base alla norma EN
ISO 2418 e macinato in base alla norma EN ISO
4044.
• Coloranti azoici in mg/kg
Contenuto del
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova
va
Requisiti minimi
112
Cuoi per tomai, suole, fodere, intersuole, sottopiedi, guardoli: coloranti azoici≤30mg/kg
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.82 - – Contenuto di cromo esavalente nei cuoi.
CONTENUTO DI CROMO ESAVALENTE
Tipi di prova
Prove per la determinazione del contenuto di cromo
esavalente nelle soluzioni lisciviate dal cuoio in
condizioni definite.
Dispositivo
Vari strumenti di laboratorio
Componenti
Cuoi
Norme
UNI CEN/TS 14495: 2005
Procedura
Del cromo esavalente viene lisciviato dal provino
con un pH che vale 7,5 o 8,0, le sostanze che influenzano la rilevazione vengono rimosse tramite
l’estrazione di una fase solida, se necessario. Il cromo esavalente in soluzione reagisce formando un
complesso rosso/viola, dove il cromo può essere
quantificato per via spettrofotometrica alla lunghezza d’onda di 540mm.
Provino
Si mescolano (2,00±0,01)g di cuoio con 100ml di
soluzione degassata. Il tutto viene agitato meccanicamente per 3h±5min. Il cuoio viene precedentemente campionato in base alla norma EN ISO 2418
e macinato in base alla norma EN ISO 4044.
• Contenuto di cromo esavalente
Contenuto del
• Sostanze volatili presenti nel cuoio
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Requisiti minimi
Cuoi per tomai, fodere, intersuole: cromo VI≤2ppm
113
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.83 – Contenuto di formaldeide libera nei cuoi.
CONTENUTO DI FORMALDEIDE
Tipi di prova
Prove per la determinazione del contenuto di
formaldeide libera e rilasciata nel cuoio.
Dispositivo
Vari strumenti di laboratorio
Componenti
Cuoi
Norme
UNI CEN ISO/TS 17226: 2005
Procedura
La formaldeide viene separata e quantificata come
derivato dalle altre aldeidi e dai chetoni grazie alla
cromatografia liquida. In questo modo si rileva la
formaldeide libera e quella idrolizzata dalle altre
aldeidi edurante l’estrazione. Il provino è eluito con
acqua a 40°C. Dopo ulteriori trattamenti le aldeidi
ed i chetoni reagiscono dando le rispettive idrazine,
che vengono separate.
Provino
Il cuoio viene campionato in base alla norma EN
ISO 2418 e macinato in base alla norma EN ISO
4044.
• Contenuto di formaldeide libera
Contenuto del
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova
va
Requisiti minimi
114
Cuoi per tomai, suole, fodere, intersuole, sottopiedi, guardoli: formaldeide libera≤150ppm
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.84 – Contenuto di pentaclorofenolo nei cuoi.
CONTENUTO DI PENTACLOROFENOLO
Tipi di prova
Dispositivo
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione del contenuto di pentaclorofenolo (PCP), dei suoi sali ed esteri.
Vari strumenti di laboratorio
Cuoi
UNI CEN/TS 14494: 2004
Inizialmente il cuoio è sottoposto a distillazione a
vapore. Dopo l’estrazione di n-esano, il PCP viene
acetilato con anidride acetica ed i suoi acetati vengono analizzati tramite gas-cromatografia con un
detector ECD. Si effettua la loro quantificazione
grazie ad uno standard esterno, e si apportano le
opportune correzioni con uno standard interno.
I provini vanno preparati come suggerisce la norma
EN ISO 2418, il cuoio va trattato conformemente
alla norma EN ISO 4044. I provini devono essere
condizionati conformemente alla norma EN ISO
2419.
• Contenuto di pentaclorofenolo (PCP) del cuoio
Contenuto del
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova
va
Cuoi per tomai, suole, fodere, guardoli, intersuole,
Requisiti minimi
sottopiedi: PCP ≤5 ppm
115
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.85 – Determinazione del pH dei cuoi.
DETERMINAZIONE DEL PH
Tipi di prova
Prove per la determinazione del pH e dell’indice
differenziale di un estratto acquoso di cuoio.
Dispositivo
Vari strumenti di laboratorio
Componenti
Cuoi
Norme
UNI EN ISO 4045: 2000
Procedura
Si prepara un estratto acquoso da una porzione per
analisi di cuoio, e si misura il pH dell’estratto con
un pH-metro. Si utilizzano: acqua, con un pH compreso tra 6 e 7, ed una soluzione tampone, per tarare gli elettrodi.
Provino
Un provino è costituito da (5,0±0,1)g di campione,
preparato secondo la ISO 4044, mescolato a (100±
±1)ml di acqua. Il composto viene agitato a mano
per 30s e, poi, meccanicamente per 6h.
• Valore medio delle singole determinazioni di pH
e, nel caso tale valore sia minore di 4 o maggiore di
Contenuto del
10, il valore dell’indice differenziale
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
Requisiti minimi
116
Cuoi per tomai, suole fodere, intersuole, sottopiedi:
pH≥3,2, ΔpH≤0,7
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.86 – Determinazione della durezza di gomme, elastomeri e materie plastiche.
DUREZZA
Gomme, elastomeri, materie plastiche
Tipi di prova
Prove per la determinazione della durezza per
penetrazione di un durometro (durezza Shore).
Dispositivo
Durometri Shore A e D
Società fornitrice
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Componenti
Gomme ed elastomeri, materie plastiche
Norme
UNI EN ISO 868: 2005
Procedura
Un penetratore è forzato ad entrare nel materiale
sottoposto a prova, in modo da misurare la profondità di penetrazione, che è inversamente proporzionale alla durezza, che, a sua volta, dipende dal
modulo di elasticità e dalle proprietà viscoelastiche del materiale. Si effettuano le misure di durezza in cinque differenti posizioni sul provino, a
distanza di almeno 6mm, e se ne determina il valore medio.
Provino
Lo spessore del provino deve essere almeno 4mm,
in caso contrario, può essere composto da più strati
sottili per ottenere lo spessore richiesto. Le dimensioni devono essere tali da effettuare misurazioni
ad almeno 9mm da ciascun bordo, la superficie
deve essere piana per permettere l’appoggio su
un’area di almeno 6mm attorno al punto di penetrazione.
• I valori singoli della durezza e gli intervalli tra le
letture
• Il valore medio della durezza per penetrazione
Contenuto del
• Temperatura di prova ed umidità relativa
rapporto di prova
• Il tipo di durometro
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
117
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.87 – Resistenza di gomme ed elastomeri ad abrasione.
RESISTENZA AD ABRASIONE
Gomme ed elastomeri
Tipi di prova
Prove per la determinazione della resistenza della
gomma ad azioni abrasive ottenute per mezzo di un
dispositivo a tamburo cilindrico rotante.
Dispositivo
Abrasimetro a tamburo rotante
Società fornitrice
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Componenti
Gomme ed elastomeri
Norme
UNI 9185: 1988
Procedura
Un provino di gomma viene sottoposto all’azione
di una tela abrasiva con corindone di grado abrasivo 60. Il provino poggia sul tamburo con un
carico verticale di (10,0±0,2)N, in casi speciali si
può usare un carico di (5,0±0,1)N. L’abrasione ha
luogo su una delle basi piane del provino cilindrico; la tela abrasiva è attaccata alla superficie di
un tamburo cilindrico, rotante con frequenza di
(40±1)giri/min, contro il quale il provino si muove
trasversalmente. Si determina la perdita in massa
del provino e, per mezzo della densità del materiale, viene calcolata la perdita in volume.
Il provino deve essere cilindrico con diametro di
+0, 2
(16,0 −0, 0 )mm, e tale da determinare, con la cavità
Provino
del portaprovino, una leggera interferenza che ne
assicuri il bloccaggio. Lo spessore della gomma in
prova non deve essere minore di 2mm. Essi devono
essere condizionati almeno 16h prima della prova.
• Perdita in volume relativo e massa volumica
Contenuto del
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova
va
118
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.88 – Prova di trazione per i tessuti.
PROVA DI TRAZIONE
Tessuti
Tipi di prova
Prove per la determinazione della forza massima e
dell’allungamento alla forza massima dei tessuti
con il metodo della striscia.
Dispositivo
Dinamometro
Società fornitrice
Acquati S.r.l.
Componenti
Tessuti
Norme
UNI EN ISO 13934-1: 2000
Procedura
Un provino di tessuto viene serrato tra due morsetti
per la sua intera lunghezza, e allungato a velocità
costante fino alla rottura. La separazione dei morsetti avviene a velocità costante di (20±2)mm/min,
o di (100±10)mm/min.
Provino
I provini devono essere larghi (50±0,5)mm, e sufficientemente lunghi da permettere una lunghezza di
prova di (200±1)mm, per i tessuti con allungamento alla forza massima fino al 75%, oppure devono
essere sufficientemente lunghi da permettere una
lunghezza di prova di (100±1)mm, per i tessuti con
allungamento alla forza massima maggiore del
75%. I provini devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Media aritmetica della forza massima e, se richiesta, della forza a rottura
Contenuto del
• Media aritmetica dell’allungamento alla forza
rapporto di prova massima e, se richiesto, dell’allungamento a rottura
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
119
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.89 – Solidità del colore dei tessuti alla luce artificiale.
SOLIDITÀ DEL COLORE ALLA LUCE ARTIFICIALE
Tipi di prova
Prove per la determinazione della solidità del colore dei tessili, di qualsiasi tipo e forma, all’azione di
una sorgente di luce artificiale rappresentativa della
luce del giorno.
Dispositivo
Lampada per invecchiamento accelerato
Società fornitrice
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Componenti
Tessuti
Norme
UNI EN ISO 105-B02 2004
Procedura
Esistono vari metodi di esecuzione di questa prova,
in quello qui considerato, un provino di tessile viene esposto alla luce artificiale assieme ad una serie
di riferimenti di lana blu. La solidità del colore viene determinata per confronto della degradazione
del colore del provino con quella dei riferimenti
impiegati. Per i tessili bianchi (sbiancati o con candeggio ottico) la solidità del colore è valutata per
confronto della degradazione del grado di bianco
del provino con quello dei riferimenti impiegati.
Provino
Le dimensioni dei provini dipendono dalla loro
quantità, dalla loro forma e dalle dimensioni del
portaprovini. Un provino può essere una striscia di
tessuto, un filo avvolto a spire strette su un cartone
o accostato in parallelo e fissato su un cartoncino,
un nastro di fibre pettinate e compresse. Ciascuna
area esposta e non esposta non deve essere minore
di 10mmx8mm.
• Indice di solidità del colore
Contenuto del
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prorapporto di prova
va
120
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.90 – Prova di trazione per i non tessuti.
PROVA DI TRAZIONE
Non tessuti
Tipi di prova
Prove per la determinazione della resistenza alla
trazione dei non tessuti mediante il metodo di
prova su striscia.
Dispositivo
Dinamometro
Società fornitrice
Acquati S.r.l.
Componenti
Non tessuti
Norme
UNI EN 29073-3: 1993
Procedura
Un provino di tessuto viene serrato tra due morsetti
per la sua intera lunghezza, e allungato a velocità
costante fino alla rottura. La separazione dei morsetti avviene ad una velocità costante di (100±
10)mm/min.
Provino
I provini devono essere larghi (50±0,5)mm, e sufficientemente lunghi da permettere una lunghezza di
prova di (200±1)mm
• Media aritmetica della forza a rottura
Contenuto del
• Media aritmetica dell’allungamento a rottura
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
121
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.91 – Resistenza dei non tessuti a lacerazione.
RESISTENZA A LACERAZIONE
Non tessuti
Tipi di prova
Prove per la determinazione della resistenza a
lacerazione dei non tessuti mediante il metodo del
trapezio.
Dispositivo
Dinamometro
Società fornitrice
Acquati S.r.l.
Componenti
Non tessuti
Norme
UNI EN ISO 9073-4: 1999
Procedura
Un provino viene posizionato in una macchina per
prove di trazione, dove i morsetti si trovano inizialmente ad una distanza di (25±1)mm tra loro, e si
separano ad una velocità di (100±10)mm/min. Si
seleziona il campo di forza della macchina in modo
che la rottura si verifichi tra il 10% ed il 90% della
scala. Si registrano la forza di lacerazione sul registratore grafico automatico, e, se la provetta non si
lacera, non si registra il risultato.
Provino
I provini devono essere rettangolari, di dimensioni
(75mm±1mm)x(150mm±2mm), e devono essere
marcati con un trapezio isoscele utilizzando la dima. Si devono prelevare 5 provette nella direzione
macchina e 5 in direzione trasversale, per fornire
indicazioni circa l’anisotropia delle provette finali.
• La media ed il coefficiente di variazione dei
picchi di carico rilevati per le 5 provette in
entrambe le direzioni, macchina e trasversale.
Contenuto del
• Ogni comportamento anomalo rilevato durante
rapporto di prova
la prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
122
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.92 – Assorbimento d’acqua dei supporti rivestiti.
ASSORBIMENTO D’ACQUA
Supporti rivestiti
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione dell’assorbimento
d’acqua dei supporti rivestiti.
Apparecchio per la determinazione dell’assorbimento d’acqua
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Supporti rivestiti
UNI 4818-25: 1974
Un provino viene posto sopra un setto poroso, con
il supporto rivolto verso il basso, e caricato con una
massa di 100g. Dopo 15min si legge la quantità
d’acqua assorbita dal provino, con approssimazione
di 0,1 ml.
I 6 provini sono di forma circolare, ed hanno diametro di (50,0±0,5)mm. 3 provini vengono utilizzati per la prova sulla faccia del rivestimento e 3 su
quella del supporto. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Valore di assorbimento d’acqua per ogni singolo provino, in ml/m2
Contenuto del
• Media aritmetica dei valori rilevati sui provini
rapporto di prova relativi a ciascuna delle due facce in esame
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
123
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.93 – Permeabilità dei supporti rivestiti al vapor d’acqua.
PERMEABILITÀ AL VAPOR D’ACQUA
Supporti rivestiti
Tipi di prova
Dispositivo
Società fornitrice
Componenti
Norme
Procedura
Provino
Prove per la determinazione della permeabilità al
vapor d’acqua di supporti rivestiti aventi supporto e
strato di rivestimento traspiranti.
Apparecchio per la determinazione dell’assorbimento e della permeabilità al vapor d'acqua.
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Supporti rivestiti
UNI 4818-26: 1974
Nel contenitore della macchina di prova vengono
versati 25ml di acqua distillata, portata a 20°C±2°C
in camera condizionata. Si dispone una guarnizione
di gomma, e sopra di essa il provino con la faccia
rivestita verso la superficie dell’acqua. Si pesa il
tutto e lo si introduce in un essiccatore contenete
gel di silice colorato con indicatore. Dopo 24h il
contenitore viene rimosso e lo si pesa. La differenza di massa fornisce la quantità d’acqua passata
sotto forma di vapore attraverso il provino, di superficie 1000mm2.
I 3 provini hanno forma circolare, di diametro
(58,0±0,5)mm. Essi devono essere condizionati per
almeno 24h prima della prova.
• Permeabilità al vapor d’acqua per ogni provino
• Media aritmetica della permeabilità al vapor
Contenuto del
d’acqua di tre provini
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
124
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.94 – Prova di trazione per i supporti rivestiti di gomma o materie plastiche.
PROVA DI TRAZIONE
Supporti rivestiti di gomma o materie plastiche
Tipi di prova
Prove per la determinazione della resistenza a rottura dei supporti tessili rivestiti.
Dispositivo
Dinamometro
Società fornitrice
Acquati S.r.l.
Componenti
Supporti rivestiti di gomma o materie plastiche
Norme
UNI EN ISO 1421: 2000
Procedura
Un provino viene tirato fino alla sua rottura. Se si
usa il metodo di prova della striscia (tutta la larghezza del provino è serrata nelle morse), si determinano la forza massima e l’allungamento alla forza massima e, se richiesto, la forza di rottura e l’allungamento a rottura. Se si usa il metodo di prova a
strappo (solo la parte del provino è serrata tra le
morse), si determina solo la forza massima. Una
delle due morse rimane fissa, l’altra si sposta ad
una velocità costante di (100± ±10)mm/min.
Provino
• Prova della striscia: i provini devono avere larghezza (50±0,5)mm, e lunghezza sufficiente a consentire una distanza tra le morse di (200±1mm)
• Prova a strappo: i provini devono avere larghezza (100±2)mm, e lunghezza non minore di
150mm.
I provini devono essere condizionati per almeno
24h prima della prova.
• Forza massima e, se differente, per la prova della
striscia la forza di rottura
Contenuto del
• Solo per la prova della striscia: l’allungamento
rapporto di prova massimo e, se differente, l’allungamento a rottura
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
125
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.95 – Solidità del colore dei supporti rivestiti allo strofinio.
SOLIDITÀ DEL COLORE ALLO STROFINIO
Supporti rivestiti
Tipi di prova
Prove per la determinazione della solidità del colore del rivestimento allo strofinio con tessuto
asciutto, con tessuto imbevuto di acqua saponata e
con tessuto imbevuto di n-eptano.
Dispositivo
Apparecchio prova per strofinio tipo Veslic
Società fornitrice
Giuliani Tecnologie S.r.l.
Componenti
Supporti rivestiti
Norme
UNI 4818-20: 1974
Procedura
Si fissa il tessuto abradente, tagliato in quadrato
con il lato di 50mmx50mm, sulla testina posta
all’estremità del braccio mobile della macchina per
la prova di stro-finio, e si ferma il provino al piano
fisso: il braccio viene caricato con una massa di
900g, e si muove di moto alternato, strofinando il
provino, per un tratto di 100mm, eseguendo 10
cicli in 10s. Per le prove non a secco, i tessuti
vengono imbevuti ri-spettivamente di soluzione
acquosa, contenente 5g/l di sapone di Marsiglia e di
n-eptano, e quindi strizzati, in modo da contenere
una quantità di liquido pari circa alla loro massa.
Provino
I provini sono 6, uno per ogni tipo di strofinio con
tessuto bianco e con tessuto nero, ed hanno dimensioni di 140mmx50mm. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Solidità allo strofinio con tessuto bianco definita usando la scala di grigi
Contenuto del
• Solidità allo strofinio con tessuto nero definita
rapporto di prova tramite la dicitura “solido” o “non solido”
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
126
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.96 – Potere adesivo.
POTERE ADESIVO
Tipi di prova
Prove per la misurazione delle proprietà di incollaggio di materiali per calzature con impiego di
adesivi a base di solvente ed adesivi in dispersione.
Dispositivo
Dinamometro
Società fornitrice
Acquati S.r.l.
Componenti
Adesivi
Norme
UNI EN 1392: 2001
Procedura
Si possono eseguire tre tipi di prove:
• Prova di pelatura (a 23°C±2°C): le estremità dei
provini vanno introdotte per una lunghezza di (20±
±2)mm nei morsetti della macchina per le prove di
trazione. I morsetti si separano ad una velocità di
(100±10)mm/min
• Resistenza al taglio (a 23°C±2°C): il provino,
fissato nella macchina per le prove di trazione, ha
una lunghezza libera di (100±2)mm. I morsetti si
separano fino a rottura ad una velocità di (25±
±2)mm/min
• Prova di pelatura a sollecitazione costante ed a
temperatura elevata costante (“prova di scorrimento”): il provino viene inizialmente scaldato, e poi
sottoposto a trazione per 10min
Provino
Un provino è costituito da due strisce di materiale
incollate. La sua lunghezza e la sua larghezza non
devono superare rispettivamente i seguenti valori:
• Prova di pelatura: (100±2)mm, (30,0±0,5)mm
• Resistenza a taglio: (80±2)mm, (20±2)mm
• Resistenza alla pelatura, resistenza al taglio,
resistenza allo scorrimento
Contenuto del
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
127
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.97 – Temperatura ottimale e tempo massimo di riattivazione degli adesivi.
TEMPERATURA OTTIMALE E TEMPO MASSIMO
DI RIATTIVAZIONE
Tipi di prova
Prove per la determinazione delle temperature ottimali di riattivazione e del tempo massimo per la
riattivazione di adesivi a solvente ed in dispersione.
Dispositivo
Dinamometro
Società fornitrice
Acquati S.r.l.
Componenti
Adesivi
Norme
UNI EN 12961: 2001
Procedura
Dai materiali per suole e tomai vengono tagliate
delle strisce che vengono cosparse di adesivo, che
viene lasciato asciugare per (30±5)min, a temperatura di 23°C±5°C ed umidità relativa minore del
70%. Le strisce costituite dal materiale per le suole
vengono attivate a caldo ad intervalli di 10°C partendo da 50°C fino a 90°C. Il lembo della suola e
quello della tomaia vengono fatti aderire per un
tempo variabile da 3 giorni a 5 giorni, a temperatura di 23°C± ±2°C, ed umidità relativa del
50%. Il campione viene sottoposto a prova di
trazione, grazie all’inserimento delle due estremità
dei lembi nei morsetti nella macchina di prova.
Provino
Per la determinazione della temperatura ottimale di
riattivazione, si prelevano 10 strisce ciascuno, per
formare 10 campioni. Per la determinazione del
tempo massimo di riattivazione, dai materiali per
suole e per tomai vengono prelevate 17 strisce ciascuno, per formare 17 campioni.
• Temperatura ottimale di attivazione e tempo
massimo di attivazione (valori singoli e medi)
Contenuto del
rapporto di prova • Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
128
Capitolo II – Laboratorio di materiali
Tabella II.98 – Misura dello spessore della rifinizione del cuoio.
MISURA DELLO SPESSORE
Rifinizione del cuoio
Tipi di prova
Prove per la determinazione dello spessore della rifinizione applicata al cuoio, quando misurato senza
pressione sul provino.
Dispositivo
Vari strumenti di laboratorio
Componenti
Rifinizione del cuoio
Norme
UNI EN ISO 17186: 2005
Procedura
Si preleva una sezione del cuoio perpendicolare alla superficie rifinita. Lo spessore della rifinizione è
misurato usando un microscopio ed è espresso sia
come spessore, sia come percentuale dello spessore
totale del cuoio.
Provino
I 3 provini sono quadrati di lato 10mm, su di essi
viene posizionata perpendicolarmente la parte tagliente della lama, in modo da tagliare una sezione
del cuoio. Essi devono essere condizionati per almeno 24h prima della prova.
• Percentuale di rifinizione, definita come il rapporto tra lo spessore medio della rifinizione e lo
Contenuto del
spessore medio del cuoio
rapporto di prova
• Qualsiasi deviazione dal presente metodo di prova
129
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
130
Indice delle tabelle
INDICE DELLE TABELLE
Tabella II.1
-
Abrasimetro a tamburo rotante
24
Tabella II.2
-
Abrasimetro tipo Martindale
26
Tabella II.3
-
Bilancia analitica ad alta risoluzione
28
Tabella II.4
-
Dinamometro elettronico
30
Tabella II.5
-
Dome
32
Tabella II.6
-
Durometro Shore
33
Tabella II.7
-
Apparecchio di prova di resistenza dei tacchi alla fatica
34
Tabella II.8
-
Flessimetro tipo Bally a bassa temperatura
36
Tabella II.9
-
Flessimetro tipo Bennewart
38
Tabella II.10
-
Flessimetro tipo Ross
40
Tabella II.11
-
Apparecchio per l'impatto dei tacchi
41
Tabella II.12
-
Apparecchio impermeabilità dinamica del cuoio
della suola
42
Tabella II.13
-
Lampada di invecchiamento
44
Tabella II.14
-
Apparecchio permeabilità dinamica elettronico
46
Tabella II.15
-
Permeabilità al vapor d'acqua
48
Tabella II.16
-
Perspirometro
50
Tabella II.17
-
Resistenza alla screpolatura
51
Tabella II.18
-
Spessimetro
52
Tabella II.19
-
Apparecchio prova di strofinio tipo Veslic
54
Tabella II.20
-
Apparecchio prova di stirabilità
56
Tabella II.21
-
Tipi di prove per le calzature complete
58
131
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.22
-
Tipi di prove per i tomai
58
Tabella II.23
-
Tipi di prove per le fodere
59
Tabella II.24
-
Tipi di prove per i sottopiedi
60
Tabella II.25
-
Tipi di prove per i sottopiedi di pulizia
61
Tabella II.26
-
Tipi di prove per le suole
61
Tabella II.27
-
Tipi di prove per i tacchi
62
Tabella II.28
-
Tipi di prove per i contrafforti ed i puntali
63
Tabella II.29
-
Tipi di prove per gli accessori
63
Tabella II.30
-
Tipi di prove meccaniche per i cuoi
64
Tabella II.31
-
Tipi di prove chimiche per i cuoi
65
Tabella II.32
-
Tipi di prove per gomme ed elastomeri
65
Tabella II.33
-
Tipi di prove per i tessuti
66
Tabella II.34
-
Tipi di prove per i non tessuti
66
Tabella II.35
-
Tipi di prove per i supporti rivestiti
67
Tabella II.36
-
Tipi di prove per gli adesivi
67
Tabella II.37
-
Tipi di prove per la rifinizione del cuoio
68
Tabella II.38
-
Distacco del tomaio dalla suola
69
Tabella II.39
-
Resistenza dei tomai all'acqua
70
Tabella II.40
-
Tenuta del tacco alla calzatura
71
Tabella II.41
-
Adattabilità alla forma e attitudine al montaggio dei tomai
72
73
Tabella II.42
-
Flessioni ripetute di tomai e fodere
Tabella II.43
-
Migrazione del colore di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia
74
Tabella II.44
-
Permeabilità di tomai e fodere al vapor d'acqua
75
Tabella II.45
-
Prova di trazione per i tomai
76
132
Indice delle tabelle
Tabella II.46
-
Resistenza di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia all'abrasione
Tabella II.47
-
Resistenza di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia a lacerazione
78
79
Tabella II.48
-
Resistenza dei tomai all'acqua
Tabella II.49
-
Resistenza dei tomai a sfaldatura e delaminazione
Tabella II.50
-
-
-
-
82
Resistenza di fodere, sottopiedi e sottopiedi di
pulizia alla perspirazione
Tabella II.53
81
Solidità del colore di tomai, fodere e sottopiedi
di pulizia allo strofinio
Tabella II.52
80
Resistenza della cucitura di tomai, fodere e sottopiedi di pulizia
Tabella II.51
77
83
Assorbimento d'acqua di sottopiedi e sottopiedi di pulizia
84
85
Tabella II.54
-
Resistenza dei sottopiedi all'usura
Tabella II.55
-
Resistenza dei sottopiedi a sfaldatura e delaminazione
86
87
Tabella II.56
-
Tenuta dei sottopiedi ai chiodi
Tabella II.57
-
Resistenza di suole e materiali per suole alle
flessioni ripetute
88
Tabella II.58
-
Prova di trazione per le suole
89
Tabella II.59
-
Resistenza delle suole ad abrasione
90
Tabella II.60
-
Resistenza delle suole a lacerazione
91
Tabella II.61
-
Resistenza di suole e materiali per suole a flessione
92
133
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
Tabella II.62
-
Resistenza delle suole a sfaldatura e delaminazione
93
Tabella II.63
-
Stabilità dimensionale delle suole
94
Tabella II.64
-
Impatto laterale dei tacchi
95
Tabella II.65
-
Resistenza dei tacchi alla fatica
96
Tabella II.66
-
Resistenza dei tacchi all'inchiodatura
97
Tabella II.67
-
Tenuta del soprattacco al tacco
98
Tabella II.68
-
Capacità di incollaggio di contrafforti e puntali
99
Tabella II.69
-
Caratteristiche meccaniche di contrafforti e
puntali
100
Tabella II.70
-
Prova di trazione per gli accessori
101
Tabella II.71
-
Resistenza degli accessori alla corrosione
102
Tabella II.72
-
Rilascio di nichel da articoli a contatto con la
pelle
103
Tabella II.73
-
Assorbimento d'acqua dei cuoi
104
Tabella II.74
-
Resistenza dei cuoi alle flessioni ripetute
105
Tabella II.75
-
Misura dello spessore dei cuoi
106
Tabella II.76
-
Permeabilità dei cuoi al vapor d'acqua
107
Tabella II.77
-
Prova di trazione per i cuoi
108
Tabella II.78
-
Resistenza dei cuoi allo strappo
109
Tabella II.79
-
Resistenza dei cuoi a screpolatura del fiore
110
Tabella II.80
-
Resistenza dei cuoi a trazione del fiore
111
Tabella II.81
-
Contenuto di coloranti azoici nei cuoi tinti
112
Tabella II.82
-
Contenuto di cromo esavalente nei cuoi
113
Tabella II.83
-
Contenuto di formaldeide libera nei cuoi
114
Tabella II.84
-
Contenuto di pentaclorofenolo nei cuoi
115
134
Indice delle tabelle
Tabella II.85
-
Determinazione del pH dei cuoi
Tabella II.86
-
Determinazione della durezza di gomme, elastomeri e materie plastiche
Tabella II.87
-
116
117
Resistenza di gomme ed elastomeri ad abrasione
118
119
Tabella II.88
-
Prova di trazione per i tessuti
Tabella II.89
-
Solidità del colore dei tessuti alla luce artificiale
120
Tabella II.90
-
Prova di trazione per i non tessuti
121
Tabella II.91
-
Resistenza dei non tessuti a lacerazione
122
Tabella II.92
-
Assorbimento d'acqua dei supporti rivestiti
123
Tabella II.93
-
Permeabilità dei supporti rivestiti al vapor d'acqua
Tabella II.94
-
Prova di trazione per i supporti rivestiti di gomma o materie plastiche
Tabella II.95
-
strofinio
126
127
-
Potere adesivo
Tabella II.97
-
Temperatura ottimale e tempo massimo di riatti-
-
125
Solidità del colore dei supporti rivestiti allo
Tabella II.96
Tabella II.98
124
vazione degli adesivi
128
Misura dello spessore della rifinizione del cuoio
129
135
Un Laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
136
Webgrafia
WEBGRAFIA
http://www.uni.com
http://www.giuliani.it
http://www.acquati.it
137
Un laboratorio specializzato nel controllo dei materiali per il settore calzaturiero
DISTRETTO
CALZATURIERO
VENETO
Un laboratorio
specializzato nel controllo
dei materiali per il
settore calzaturiero
Relazione finale progetto di ricerca / Luglio 2006
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