Foligno 19 Gennaio 2011
Cittadinanza e dialogo
interreligioso
Il linguaggio del diritto e il
vocabolario interreligioso
- Cittadino:
è la persona che all’interno di
uno Stato gode di diritti e di
doveri sanciti dalla carta
costituzionale.
Come si determina la
cittadinanza in Italia
• La cittadinanza in Italia si determina
sulla base del “ius sanguinis”: si è
cittadini italiani se si nasce da padre o
da madre italiani
• “Ius soli”: si applica nei confronti di
coloro che sono nati negli ex-territori
italiani dell’Istria e della Dalmazia;
• Nei confronti delle persone nate negli
ex territori dell’Impero Asburgico;
• Dal 2006, si applica lo “ius soli” a chi
nasce da genitore non-italiano, che
risieda in Italia da almeno 5 anni
senza interruzioni.
Cosa sancisce la Costituzione
della Repubblica Italiana
• Art. 2
• La Repubblica riconosce e garantisce i
diritti inviolabili dell'uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali
ove si svolge la sua personalità, e
richiede l'adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale.
• Art. 3
• Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e
sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali.
• Art. 8
• Tutte le confessioni religiose sono
egualmente libere davanti alla legge. Le
confessioni religiose diverse dalla cattolica
hanno diritto di organizzarsi secondo i
propri statuti, in quanto non contrastino con
l'ordinamento giuridico italiano. I loro
rapporti con lo Stato sono regolati per legge
sulla base di intese con le relative
rappresentanze.
• Art. 19.
• Tutti hanno diritto di professare liberamente
la propria fede religiosa in qualsiasi forma,
individuale o associata, di farne propaganda
e di esercitarne in privato o in pubblico il
culto, purché non si tratti di riti contrari al
buon costume.
• Art. 20.
• Il carattere ecclesiastico e il fine di religione
o di culto d'una associazione od istituzione
non possono essere causa di speciali
limitazioni legislative, né di speciali
gravami fiscali per la sua costituzione,
capacità giuridica e ogni forma di attività.
La Costituzione Italiana riconosce la
religione come fattore che si esprime
nella società.
Questo riconoscimento è di fondamentale
importanza per il dialogo interreligioso,
all’interno di una società caratterizzata dalla
presenza di cittadini italiani di prima
generazione o di cittadini italiani che non si
riconoscono nella confessione cattolicoromana.
Suddito: è una persona che all’interno di uno
Stato non gode di diritti ed è soggetto
solamente ad obblighi e non ha la certezza del
diritto.
• Che cosa succede in uno Stato dove
non è presente una Carta
Costituzionale?
Il dialogo interreligioso si può
svolgere all’interno di un contesto
dove sia riconosciuta libertà di
coscienza.
Quali sono le parole che può utilizzare
il dialogo tra le religioni?
• Piccolo vocabolario interreligioso
• Identità/Differenza
1) Identità come esperienza condivisa
e vissuta; l’identità è qualcosa di
vivo, che si plasma sull’esperienza,
partendo da alcuni elementi
irrinunciabili.
2) Differenza: è la relazione tra
identità diverse.
“Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su
questo monte, né in Gerusalemme, adorerete il
Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi
adoriamo quello che conosciamo, perché la
Salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il
momento, ed è questo, in cui i veri adoratori,
adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il
Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che
lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”.
Vangelo di Giovanni, 4,21-24.
“E a te abbiamo rivelato il libro secondo verità, a conferma delle
Scritture rivelate prima, e a loro protezione. Giudica, dunque,
fra loro, secondo quel che Dio ha rivelato e non seguire i loro
desideri a preferenza di quella verità che ti è giunta. A ognuno
di voi abbiamo assegnato una regola e una via, mentre, se Iddio
avesse voluto, avrebbe fatto di voi una Comunità Unica; ma ciò
non ha fatto per provarvi in quel che vi ha dato. Gareggiate,
dunque, nelle opere buone, perché a Dio tutti tornerete. Allora
Egli vi informerà di quelle cose per le quali ora siete in
discordia”
Sura V, v. 48.
• Empatia: la capacità di mettersi nei panni
dell’altro, di sentire come se si fosse l’altro senza
“perdere il contatto con sé stessi”, senza
dimenticarsi la propria identità;
• Passione: prima della conoscenza, occorre
prendersi a cuore “le sorti dell’altro”; prendersi
cura della sua vicenda personale.
• Ascolto
• Esistono due modi per
ascoltare:
1) impossessarsi del discorso
altrui per metterlo a servizio
delle nostre tesi;
2) ascoltare l’altra persona per
capire “da dove parla”, per
andare verso di lui;
• “Il buon samaritano”
1) il sacerdote;
2) il levita;
3) il Samaritano: “Passandogli
accanto lo vide e ne ebbe
compassione”.
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e
incappò nei briganti che lo spogliarono, lo
percossero e poi se ne andarono lasciandolo mezzo
morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella
medesima strada e quando lo vide passò oltre
dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel
luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano,
che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e
n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le
ferite versandogli olio e vino; poi lo caricò sul suo
giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di
lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede
all’albergatore, dicendogli: - Abbi cura di lui e ciò
che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno”
Vangelo di Luca, 10-29-36.
“La pietà non consiste nel volgere i vostri volti verso
l’Oriente e l’Occidente, ma nel credere in Dio e nell’ultimo
Giorno, negli Angeli, nei Libri, nei Profeti; nel dare dei
propri beni, per amore Suo [di Dio], ai parenti, agli orfani, ai
poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare
gli schiavi, compiere l’orazione e pagare kla decima,
mantenere fede agli impegni presi, essere pazienti nelle
avversità, nelle ristrettezze e di fronte al pericolo. Queste
sono le virtù che caratterizzano i credenti pii e sinceri.”
Sura II 2,177.
“Nessuno di voi avrà fede finché non amerete per il vostro
prossimo ciò che amate per voi stessi”
Detti del Profeta, cap. 13.
• Conoscenza reciproca
•
•
•
•
caratteri essenziali;
nelle sue suscettibilità;
nelle sue vicende storiche;
evitare deformazioni o
caricature;
• evitare la paura dell’altro.
“Costruite case e abitatele, piantate orti e
mangiatene i frutti; prendete mogli e
mettete al mondo figli e figlie […].
Moltiplicatevi e non diminuite. Cercate il
benessere del paese in cui vi ho fatto
deportare. Pregate il Signore per esso,
perché dal suo benessere dipende il
vostro benessere”
Geremia, 29,5-7.
“Forse Dio Stabilirà amicizia tra voi e quanti fra
loro considerate nemici. Dio non proibisce di
essere buoni e giusti nei confronti di coloro
che non vi hanno combattuto per la vostra
religione, che non vi hanno scacciato dalle
vostre case, perché dio ama coloro che si
comportano con giustizia”
Sura LX, 8
• Accoglienza /mitezza
1) aprirsi alle necessità altrui:
materiali, come spirituali;
2) non attendere ricompensa per
l’opera prestata;
3) consapevolezza che la verità
trascende qualsiasi comunità
religiosa;
4) identità mite: rifiuto della violenza,
la gioia di gustare i beni terreni, il
piacere della serena relazione con
l’altro.
“Ma Rut rispose:- Non insistere con me
perché ti abbandoni e torni indietro senza
di te; perché dove tu andrai anch’io
andrò, dove ti fermerai io mi fermerò; il
tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio
sarà il mio Dio; dove morirai tu, morirò
anch’io e vi sarò sepolta. Il Signore mi
punisca come vuole se altra cosa che la
morte mi separa da te”.
Rut 1, 16-17
Tempo verrà
in cui con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro, e dirà: Siedi qui.
Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
A se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola”
Derek Walcott, Amore dopo Amore
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