Arrivano gli alloggi col 30% di sconto
Gli inquilini pagheranno il 30% in meno rispetto agli affitti di mercato e i
proprietari degli alloggi riceveranno
la quota mancante dalla Provincia. È
questa la regola base stabilita per far
decollare le modalità di affitto a canone moderato. Uno strumento varato ieri dalla giunta provinciale, su
proposte dell'assessore alle politiche sociali Ugo Rossi, per calmierare il mercato degli affitti in un momento di crisi e difficoltà economica.
Fino ad ora si era parlato di canone
moderato con riferimento ad alloggi
realizzati dall'Itea, tipo quelli in programma in via dei Tigli. La novità della delibera di ieri è che ora si guarda
anche alle imprese private, che dovrebbero essere allettate ad offrire i
loro alloggi anche grazie ad alcune
garanzie collaterali sull'effettivo pagamento da parte degli inquilini di
quanto dovuto.
«Quello dell'incentivo ai proprietari
di alloggi - spiega l'assessore Rossi è uno strumento che abbiamo deciso di attivare per contrastare il "caro affitti" ed aiutare coloro che non
riescono a soddisfare il loro fabbisogno abitativo perché troppo poveri
per acquistare un alloggio alle condizioni di mercato e al tempo stesso
troppo ricchi per accedere agli allog-
gi sociali». Con la Finanziaria verrà
ampliata anche la fascia Icef, oggi
compresa tra 0,23 e 0,34, per consentire ad un maggior numero di persone di beneficiare dell'aiuto.
A prestare le garanzie a copertura
dell'eventuale mancato pagamento
del canone saranno le Comunità, anche tramite associazioni o altri soggetti che gestiscono fondi di garanzia, attraverso fidejussioni o altri strumenti. Le stesse Comunità potranno
avvalersi di tali soggetti anche per
creare dei fondi di solidarietà a favore di giovani fino ai 35 anni e che hanno contratti di lavoro a tempo determinato o precario al fine di garantire l'eventuale mancato pagamento
del canone di locazione, nei periodi
di disoccupazione, fino all'importo
massimo di 12 mensilità nell'arco dell'intera durata contrattuale.
Le domande di richiesta di contributo da parte dei proprietari degli appartamenti potranno essere presentate da persone fisiche non esercenti attività d'impresa, imprese individuali e societarie, fondazioni e associazioni, organismi di diritto pubblico, dal 30 gennaio al 30 marzo 2012
al Servizio politiche sociali e abitative della Provincia. Sono previste delle graduatorie con attribuzione di
punteggi per la localizzazione e le
condizioni qualitative degli alloggi.
Si prevede di riuscire a recuperare
166 alloggi localizzati su tutto il territorio provinciale, accanto ai 143 già
individuati. Uno stesso soggetto proprietario potrà beneficiare del contributo per non più di 3 alloggi.
Gli inquilini che aspirano ad avere
una casa a canone moderato verranno collocati in una nuova graduatoria, stilata sulla base della situazione economico-patrimoniale. Sono
previsti punteggi di favore per le giovani coppie.
Il proprietario dell'alloggio dovrà locare ai soggetti che sono nella graduatoria locale fino al 65% dell'elenco; esaurita questa prima quota, potrà scegliere liberamente, all'interno
del rimanente 35 %.
Con l'intervento di ieri la giunta ha
voluto dare un impulso al piano straordinario di edilizia residenziale pubblica, che per la verità ha accumulato un notevole ritardo rispetto a
quanto ipotizzato. La spinta maggiore al canone moderato dovrebbe poi
arrivare con l'avvio del «fondo immobiliare», uno strumento per il quale
bisognerà scegliere tramite gara il
soggetto gestore ma che in prospettiva dovrebbe garantire la realizzazione di 4-500 nuovi alloggi da mettere sul mercato, a prezzi calmierati.
Alle Rurali servono 400 milioni. Si punta alla superasta Bce
del 21 dicembre, Cassa del Trentino lavora ai titoli in garanzia
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Il presidente
della Banca
Centrale
Europea
Mario Draghi
La Bce ha
indetto due
aste per dare
liquidità
alle banche
ìidità, i trentini da Draghi
Le banche trentine andranno
dalla Bce guidata da Mario Draghi a chiedere quella liquidità
che oggi manca e che sta portando ad una stretta del credito di cui soffrono famiglie e imprese, perfino nelle iniziative
finanziate dalla Provincia come i prestiti partecipativi (vedi a pagina 29). L'occasione è
la superasta di rifinanziamento a 36 mesi, al tasso dell'1%,
prevista dalla Banca centrale
europea per il 21 dicembre. Le
condizioni sono molto convenienti, l'offerta è illimitata. Servono però titoli da portare in
garanzia. A questo sta lavorando la finanziaria provinciale
Cassa del Trentino.
Il tavolo di lavoro tra banche,
consorzi di garanzia fidi e Provincia sta lavorando da qualche settimana a nuove iniziative per garantire liquidità alle
banche, finalizzata al credito
alle imprese.
Le carte da giocare vanno dal
fondo investimenti locali di
Pensplan alla cartolarizzazione dei mutui, dall'emissione di
bond garantiti ai nuovi accordi sui margini di garanzia, la cosiddetta «cappatura», la misura su cui si è più vicini a concludere. Ma ora si è affacciata
un'altra possibilità più immediata e allettante.
Il presidente della Bce Draghi
infatti, di fronte alla bufera nei
mercati, ha tagliato di nuovo
dall'1,25 all'I % il tasso di riferimento, cioè il tasso di interesse guida in base al quale si
determinano tutti gli altri, e ha
indetto due aste per rifinanziare le banche, la prima il 21 di-
cembre e la seconda il prossimo 29 febbraio.
Il taglio dei tassi dovrebbe aiutare famiglie e imprese ad avere credito a costi più contenuti, limitando l'attuale corsa degli spread bancari. Le aste di
rifinanziamento sono il modo
con cui si offre liquidità alle
banche. A Francoforte, sede
della Bce, bisogna però portare a garanzia titoli di buona
qualità. L'istituto centrale europeo è venuto incontro alle
banche ammettendo tra i titoli anche quelli delle cartolarizzazioni, purché dotati di rating.
Cassa del Trentino, ora guidata da Gianfranco Cerea, sta supportando gli istituti locali in
questo campo.
Ma quanti soldi mancano alle
banche trentine? Ad esempio
le Casse Rurali, che hanno il
60% del mercato provinciale,
hanno oggi prestiti pari al 98%
della raccolta, cioè 12.200 milioni di euro di crediti a fronte
di 12.500 milioni di risparmio
depositato. Il rapporto, per
consentire di allentare la stretta del credito, dovrebbe scendere almeno al 95%, e quindi
servirebbero circa 400 milioni
di euro.
F. Ter.
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