AREA TECNICA – SETTORE URBANISTICA OGGETTO PIANO URBANISTICO TERRITORIALE TEMATICO/ “PAESAGGIO” ELENCO BENI ARCHITETTONICI EXTRAURBANI Consulente:Dott. Nicola CLAVERI Il Capo Settore Urbanistica (Arch. Vincenzo Cavallo) Assessore all’ Urbanistica (Francesco Donatelli) Il Dirigente dell’Area Tecnica (Arch. Giovanni Narracci) Il Sindaco (Dott. Raffaele Bagnardi) Grottaglie, 12 APRILE 2007 1 id idbancadati tavola toponimo 1 2 001 Masseria Abbate Graziano Quota 6 Descrizione Contrada /Località: nelle vicinanze del Regio Tratturello Martinese. Destinazione originaria: Masseria di pecore e di campo; probabile luogo di sosta durante la transumanza. Caratteristiche A. Cinque, Economia rurale e aziende masserizie in Grottaglie fino al 1850, Taranto, Mandese Editore, p. 227-230 Archivio Curia Arcivescovile di Taranto, scaff. 4, Categ.2 , Posiz. 2, doc 29. Destinazione attuale: abbandono Tipologia generale: A corte chiusa. 2 2 002 Masseria Amici 33 Descrizione: Gli ambienti di servizio sono disposti ai lati della casa padronale, formando un complesso architettonico a forma di ferro di cavallo, con un cortile centrale di modeste dimensioni, nel quale è presente una scala in pietra che permette l’accesso al primo piano della casa padronale. Si segnala la presenza di una cisterna con copertura a spioventi sulla parte sinistra dell’aia antistante. Contrada /Località: lungo la strada provinciale Grottaglie- S.Marzano. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, voll. II, ff. 259v. A.S.T. Atti notarili, Notaio Rossi Michele Casimiro, Grottaglie, 1826, f.102r Destinazione attuale: Masseria di pecore e di campo / residenziale. Destinazione originaria: Masseria di pecore e di campo. Tipologia generale: A corte chiusa. Descrizione: La masseria è composta da due complessi separati risalenti ad epoche diverse. Il primo è composto da un casino padronale, più elaborato dal punto di vista architettonico, risalente al XVIII-XIX secolo, e una corte interna su cui si prospettano i vari ambienti masserizi. Sul retro sorge un’altra costruzione - l’antica torre come attestato nel catasto del 1753 - con molta probabilità eretta fra XV e XVI secolo e successivamente rimaneggiata. 3 2 003 Masseria Angiulli Grande 26 Elementi architettonici significativi e stemmi: Il casino padronale presenta un porticato con sei archi a tutto sesto, alla cui sommità s’innesta un possente balcone. Contrada /Località: Nella ex Foresta Tarantina in località Angiulli. Destinazione attuale: di campo/residenziale. A. Cinque, Economia rurale e aziende masserizie in Grottaglie fino al 1850, Taranto, Mandese Editore, p. 85-106. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II , f. 32v Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: Masseria con Torre. Descrizione: La masseria si trova su una piccola collina che domina il paesaggio circostante. Presenta l’aspetto tipico delle masserie fortificate, evidenziato dalla presenza di una torre a pianta quadrangolare, sulla cui sommità è ben evidente una caditoia e il coronamento a beccatelli. Intorno alla torre sono posizionati altri ambienti, costruiti successivamente, alcuni databili intorno al XIX secolo. 4 2 004 Masseria Angiulli Piccolo 27 Elementi architettonici significativi e stemmi Particolarmente imponente è la torre a pianta quadrangolare che richiama, dal punto di vista tipologico, le torri costiere costruite tra il XV e XVI secolo durante la dominazione aragonese. Questa presenta un toro cilindrico marcapiano e una base lievemente scarpata. Sulla sommità della torre in corrispondenza della caditoia è visibile lo stemma della famiglia Angiulli. Contrada /Località: Angiulli A. Cinque, Economia rurale e aziende masserizie in Grottaglie fino al 1850, Taranto, Mandese Editore, p. 32. Destinazione attuale: residenziale id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche Destinazione originaria: Masseria di campo Tipologia generale: A blocco compatto Descrizione: La masseria si presenta con un corpo unico compatto; attraverso un semplice portale con arco a tutto sesto si accede all’atrio interno. A sinistra dell’ingresso è visibile un’ampia terrazza caratterizzata da balaustre a colonnini. Sempre sulla parte sinistra si trova un portoncino con arco a sesto ribassato sovrastato da un finestrino quadrato, al di sopra del quale è scolpita una croce. 5 2 005 Masseria Bucito 7 Contrada /Località: Bucito. Destinazione attuale: Abbandono. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, f. 30 v. A.S.T. Atti Notarili, Notaio de Fusco Vincenzo Maria, Grottaglie p.zzo6444 (1811), ff. 250r-254v., cfr. A. Cinque Economia rurale e aziende masserizie in Grottaglie fino al 1850, Taranto, Mandese Editore p. 239 Destinazione originaria: Masseria di campo e pecore. Tipologia generale: a blocco compatto con recinto. Descrizione: La masseria presenta un corpo principale a due piani, prospettante sul cortile: il pianterreno era destinato ad abitazione del “massaro”, mentre il primo piano era riservato ai proprietari. Alla facciata è addossato un porticato con due archi ciechi a tutto sesto, sul quale si imposta il balcone del primo piano. L’accesso alla masseria è regolato da due portali. Gli alloggi per gli animali (iazzi) risultano staccati dal corpo di fabbrica principale, sono costruiti con conci di tufo e voltati a stella nella parte posteriore. Elementi architettonici significativi e stemmi: Il portale laterale è a sesto ribassato; all’interno sono presenti delle piccole aperture per l’allevamento dei colombi. 6 2 006 Masseria Caprarica 33 Contrada /Località: Lungo la strada provinciale Carosino - Francavilla Fontana. Dati catastali: Foglio 83 Part.lla/e 106-108-110-111 A.S.T. Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, Vol. II f.259 r. A.S.T. Atti Notarili, Notaio Greco Carmelo, Monteiasi, p.zo 7884 (1837) ff. 715r. 715 v., Cfr. in Antonio Cinque, Economia rurale e aziende masserizie in Grottaglie fino al 1850, Taranto, Mandese Editore p. 252. Destinazione attuale: Allevamento di buoi. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: Corte aperta. Descrizione: Gli ambienti residenziali e di servizio si dispongono intorno a una corte centrale, mentre nella parte nord e sud della masseria sono presenti i ricoveri per le pecore (iazzi). Nella parte antistante, sul lato sinistro del portale, è situata la casa padronale articolata su due livelli collegati da due scale esterne: al pianterreno vi è il palmento, mentre al primo piano la residenza del proprietario. L’ingresso presenta un portale voltato a botte, all’interno del quale sono presenti le aperture della colombaia. La corte presenta un’antica carrareccia che dal portale, conducendo alle stalle, era utilizzata in passato per il trasporto delle merci. 3 id idbancadati tavola 7 2 007 toponimo Masseria Carmine Quota 14 Descrizione Contrada /Località: Carmine Caratteristiche Archivio Curia Arcivescovile di Taranto, Platea dei PP. Carmelitani di Grottaglie, 1704, f. 13 r. Destinazione attuale: Masseria di campo, allevamento di cavalli. Destinazione originaria: Masseria di pecore e di campo. Tipologia generale: Corte chiusa con recinto. Descrizione: Alla masseria si accede attraverso un portale con arco a tutto sesto sovrastato da statue; attualmente se ne conserva solo una che raffigura presumibilmente un santo. Superato il portale si entra nella corte interna su cui si affacciano i vari corpi di fabbrica; il prospetto della casa padronale presenta una soluzione di archi a tutto sesto tamponati. La masseria è dotata di una cappella a pianta quadrata ubicata poco distante dalla struttura principale. Il portale è sormontato da un timpano lunettato, con cornice a dentelli, affiancato da due pinnacoli. A sostegno della cornice sono due peducci decorati con due elementi scultorei raffiguranti una croce e un fiore. In asse con il portale sono una finetrella mistilinea e il campaniletto al di sopra del fastigio. Internamente è ad aula unica con un altare con postergale inquadrato da lesene a sostegno di un timpano triangolare spezzato. Si notano frammenti di affreschi. Particolare risulta il portale d’ingresso della masseria, sui cui lati in passato figuravano due statue di santi in pietra; oggi rimane solo la statua posta sulla parte sinistra. 8 2 008 Masseria Casabianca 17 Contrada /Località: Lungo la strada provinciale Grottaglie- Martina Franca, nelle vicinanze del Regio Tratturello Martinese. A.S.T., Atti notarili, notaio Fusco Vincenzo Maria , Grottaglie, p.zo 6445 (1812), ff.522r., 527r. Cfr in Antonio Cinque, Economia rurale e aziende masserizie in Grottaglie fino al 1850, Taranto, Mandese Editore, p.253. Destinazione attuale: Masseria di campo. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: Corte chiusa. Descrizione: La masseria è composta da una grande casa padronale, che richiama più un palazzo urbano. Presenta un balcone centrale e finestre laterali incorniciate in stile neoclassico. Nella parte retrostante sono presenti gli ovili per il ricovero delle pecore. 9 2 009 Masseria Castagna 12 Elementi architettonici significativi e stemmi: La scala esterna d’accesso al piano nobile, visibile nel cortile interno, è d’impianto quadrangolare con tre rampe. Contrada /Località: Lungo il Tratturello Martinese. Destinazione attuale: Masseria di campo. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: A corte aperta. Descrizione: La masseria è dotata di un’ampia corte su cui si dispongono, in un unico blocco, i diversi ambienti e la casa padronale. Nel complesso, seppur imponente per dimensione, non presenta elementi architettonici significativi. Sulla parte posteriore dell’edificio è presente un muro di cinta che delimita l’edificio. 4 id idbancadati tavola 10 2 010 toponimo Masseria Celano Quota 13 Descrizione Costruito ‘a secco’, presenta una soluzione angolare a ‘prora di nave’. Contrada /Località: Melio. Destinazione attuale: Masseria di campo. Caratteristiche A.S.T., Atti Notarili, notaio Urselli Francesco, Montemesola, 1821 f. 296-303, Cfr. in A. Cinque, Economia rurale e aziende masserizie in Grottaglie fino al 1850, Taranto, Mandese Editore p. 256. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: A corte chiusa. Descrizione: La masseria è formata dall’unione di più corpi di fabbrica, con al centro la residenza padronale, cinti da un alto muro realizzato con conci di tufo. Presenta un unico portale d’ingresso di forma rettangolare con piattabanda. 11 2 011 Masseria Coltura 29 Elementi architettonici significativi e stemmi: Particolarmente interessante si presenta la soluzione angolare del muro di cinta ‘a prora di nave’. Dati catastali: Foglio 53 Part.lla/e 7 A.S.T., Atti Notarili, Notaio Caraglio Giovanni Antonio, Grottaglie, 24 marzo, 1651. Archivio Curia Arcivescovile di Taranto, Platea Curia Arcivescovile di Taranto,1711, Contrada /Località: Coltura; nelle vicinanze del Tratturello Tarantino. f. 46r. Destinazione attuale: Abbandono. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: Non classificabile. Descrizione: La masseria è ridotta allo stato di rudere, i vari corpi di fabbrica sono stati abbattuti nel corso degli anni, è rimasto soltanto un corpo compatto con contrafforti sul lato Est. 12 2 012 Masseria Crisete 30 Contrada /Località: Lungo la strada provinciale Grottaglie- S. Giorgio Jonico. Destinazione attuale: Abbandono. C. Cafforio, La lama del Fullonese: sobborgo medievale di Grottaglie,Taranto, Pappacena Editore, 1961, p.12. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, f. 63r. 66r. Destinazione originaria: Masseria di pecore. Tipologia generale: Non classificabile. 13 2 013 Masseria Cortemaggio 32 Descrizione: Nella struttura, nel corso degli ultimi anni, si sono verificati una serie di crolli che pregiudicano una lettura precisa. È una struttura di modeste dimensioni, alla quale si accede attraverso un portale con arco a tutto sesto, seguito da un androne voltato a botte, che immette nell’atrio scoperto attorno al quale si dispongono gli ambienti di servizio. Sul lato destro sono visibili delle colombaie in corrispondenza di alcuni ambienti crollati. Al primo piano è presente la dimora del “massaro” nella quale è collocato un camino in pietra. Contrada /Località: Cortemaggio; lungo il Regio Tratturello Martinese. Archivio di Stato di Lecce, Platea della Confraternita del Rosario di Grottaglie, 16801750, c. 90 v. Destinazione attuale: Residenziale. C. Cafforio, Santa Maria Mutata nellnullex feudo di S. Vittore della Mensa Arcivescovile di Taranto, Taranto, Tipografia Arcivescovile, 1954, p.18. Destinazione originaria: Di pecore e di campo. Tipologia generale: 5 id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche Descrizione: Il portale d’accesso presenta le aperture della colombaia ed è sormontato da una croce di pietra. Sulla parte sinistra del complesso architettonico principale sono presenti altri corpi di fabbrica, stalle e altri ambienti di servizio, affaccianti su una piccola corte rettangolare. Gli ambienti sono cinti da un muro realizzato in parte con tufi e in parte in pietra. Particolarmente interessante risulta il piccolo bastione, di forma semicircolare, realizzato in pietra e situato in prossimità dell’ingresso. 14 2 014 Masseria Frantella 8 Contrada /Località: Pineta Frantella lungo la strada Grottaglie - Martina, nelle vicinanze del Tratturello Martinese AST, Atti Notarili, notaio De Fusco Vincenzo Maria, Grottaglie (1817) ff. 728 r. -731 v. Destinazione attuale: Masseria di campo Destinazione originaria: Masseria di pecore 15 2 015 Masseria Galeasi 20 Tipologia generale: A corte aperta con recinto Contrada /Località: Galeasi, strada provinciale Grottaglie S. Marzano. Destinazione attuale: di campo. A.S.T., Notaio Caforio Cataldo, Grottaglie, 1628, c. 57 r. Archivio Capitolare di Grottaglie, Libri delle conclusioni capitolari, 1684-1742, Cfr. Rosario Quaranta,(a cura di) Il Carmine a Grottaglie, testimonianze storiche religiose e artistiche, Manduria, Tiemme, 1998, p. 15. Destinazione originaria: di campo e di pecore. Tipologia generale: Masseria fortificata con torre e recinto. 16 2 016 Masseria Genzano 28 Descrizione: Come per la maggior parte delle masserie fortificate, la torre risulta essere la costruzione principale intorno alla quale gravitano gli altri ambienti di servizio, formando una corte. Le stalle sono collegate alla corte da un sentiero scavato nella roccia. Sulla destra dell’ingresso principale è presente la cappella già esistente nel XVII sec. come attestato nelle Conclusioni Capitolari della chiesa collegiata di Grottaglie del 1684, dove vi è un riferimento al sacerdote Paolo D’Alessandro che ottenne il beneficio annesso alla cappella della Natività della masseria Galeasi. Il portale d’ingresso è formato da un arco a tutto sesto. Il corpo principale, più rilevante dal punto di vista architettonico, è la torre: al centro è presente un grande arco cieco su cui corre un lungo balcone mentre sull’estremità superiore è presente un articolato coronamento. Contrada /Località: Genzano. Archivio di Stato di Lecce, Scritture delle Università e feudi. Atti diversi del Tarantino, Grottaglie b.1 fasc. 5/3, Bonateneti di Taranto 1567. Destinazione attuale: Masseria di campo. A.S.L. , Scritture delle Università e feudi. Atti diversi del Tarantino, Grottaglie b.1 fasc. 5/3, Bonateneti Esteri che possiedono robbe nel territorio delle Grottaglie, Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. 1599. A.S.T. Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, Vol. II, f. 218 v. Tipologia generale: Corte chiusa. Descrizione: Superato il portale principale, con arco a tutto sesto e androne voltato a botte, si accede alla corte interna rettangolare su cui prospettano i vari corpi di fabbrica. 17 2 017 Masseria Li Gronci 27 Contrada /Località: Li Gronci Destinazione attuale: Residenziale. A.S.T. Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, Vol. II ff. 174 r. A.S.T. Atti Notarili, notaio Rossi Michele Casimiro, Grottaglie, p.zo (5362) (18201821), ff. 193r.- 197v. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. 6 id idbancadati tavola 18 2 018 toponimo Masseria Lella Quota 27 Descrizione Tipologia generale: A corte chiusa. Contrada /Località: Lella. Destinazione attuale: Abbandono. Destinazione originaria: Campo e di pecore. Tipologia generale: A corte chiusa. Caratteristiche Relazione di Carlo Olaj per l’iscrizione nel Cedolario della successione feudale da Giovan B. Cicinelli a la nipote Giulia Maria Cicinelli Archivio di Stato di Napoli, Cedolario di Terra D’Otranto, vol.30, c. 140 Cfr. Giuseppe Vozza, Feudo e feudatari di Grottaglie, 1965, p. 42. A.S.T. Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, Vol. II, f. 218 v. A.V. Greco, La masseria nel paesaggio agrario del tarantino, Masseria Lella in <www.perieghesis.it/masseria.htm>,ultima consultazione 18/09/06. Descrizione: La masseria costituisce un esempio molto interessante d’impiego ideologico di una forma architettonica. Si trova (non a caso) lungo la strada che i Grottagliesi percorrono per raggiungere il santuario della Madonna di Mutata. L’avancorpo si presenta con un austero blocco a pianta rettangolare; sulla facciata si aprono grandi finestre; il portale a bugnato è sovrastato dallo stemma nobiliare dei Cicinelli, mentre in alto si intravedono doccioni con mascheroni antropomorfi. All’interno è presente una corte su cui si affacciano gli altri ambienti costituiti da magazzini e ricoveri per animali, risalenti ad epoca precedente. Elementi architettonici significativi e stemmi: Sul portale d’ingresso si trova lo stemma della famiglia Cicinelli, principi di Cursi e duchi di Grottaglie, raffigurante un volatile. 19 2 019 Masseria Le Monache 31 Contrada /Località: Monache-Montedoro. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, f. 165 r. Destinazione attuale: Bed and breakfast. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: a corte chiusa. Descrizione: Si tratta di una struttura complessa con ambienti residenziali e di servizio disposti attorno a più corti. Davanti al portale d’ingresso, con semplice arco a tutto sesto, è sistemato il pozzo con due pilastri poggianti sulla vera: sui pilastri in passato era sistemata la trozzella (carrucola). La masseria si distingue dalle altre dell’agro grottagliese per il colore rosso; bianchi sono alcuni elementi come le scale, il portale interno, le mensole delle finestre e la decorazione ad archetti che corre in alcuni punti lungo il coronamento. 20 2 020 Masseria Lonoce 20 Contrada /Località: Contrada Lo Noce, lungo la strada provinciale Grottaglie -S. Marzano. Destinazione attuale: Residenziale R. Licinio, L’organizzazione del territorio fra XIII e XIV secolo, in “Civiltà e Culture in Puglia”, vol. 3°, Milano, Electa, 1981, p. 265. A.S.T., Atti Notarili, Rossi Michele Casimiro, Grottaglie, 1819, pezzo, 5361, f.128 r.129 r. Destinazione originaria: Masseria di pecore Tipologia generale: Masseria a membri sparsi con recinto. Descrizione: La masseria attualmente risulta frazionata in due parti; la parte padronale composta dal casino ed il giardino, risulta separata dal resto del vecchio complesso masseriale. Situata in prossimità di una gravina presenta numerosi ambienti ricavati nella roccia, tra cui una cripta scavata ed affrescata dai monaci basiliani tra XI e XII secolo. Maestoso risulta il giardino, circondato da poderosi muri a secco, si presenta con un lungo colonnato al termine del quale è situato un’apiario. Nel complesso masseriale si segnala un articolato frantoio ipogeo dotato di numerosi ambienti per 7 id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche la produzione dell’olio. 21 2 021 Masseria Malabarba 16 Contrada /Località: Strada provinciale Grottaglie- Martina, a circa un chilometro dall’abitato. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, 197 r. A.S.T. , Atti Notarili, Notaio de Fusco Vincenzo Maria, Grottaglie, 1814, pezzo 6447, f. 347 r. Destinazione attuale: Abbandono. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: Corte chiusa. Descrizione: La masseria è composta da piccoli ambienti disposti intorno ad una piccola corte centrale, sulla quale si affacciano i vari ambienti di servizio. Notevole è per dimensioni il giardino interno cinto da muri a secco e disposto su due livelli, all’interno del quale si registra la presenza di alcune grotte utilizzate come ricoveri per gli animali. 22 2 022 Masseria Mannara 08 Contrada /Località: Mannara, in prossimità del Regio Tratturello Martinese. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, ff. 255r. Destinazione attuale: Residenziale. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: Corte chiusa. Descrizione: La masseria ha una grande corte rettangolare, lungo la quale si dispongono i vari ambienti e la casa padronale. Quest’ultima presenta in facciata numerose aperture, alcune con timpani triangolari. Il portale d’accesso è dotato di colombaie, mentre sul coronamento sono posizionati una croce, al centro, e due fiaccole ai lati. Dalla corte si accede anche alla cappella caratterizzata in facciata da quattro lesene (due per lato); al centro è il portale sovrastato da un finestrino ellittico. A destra e a sinistra della corte sono i giardini; si conservano alcuni elementi d’arredo, quali il pozzo e alcuni sedili in pietra. 23 2 023 Masseria Montedoro 31 Contrada /Località: Montedoro. Destinazione attuale: Masseria di campo. A.C.A.T., S. Visita Caracciolo, 1652, cfr in V. Musardo Talò, Il monastero di S. Chiara a Grottaglie, Lecce, Edizioni del Grifo, 1992, p. 206. V. Cazzato, M. Fagiolo, M. Pasculli Ferrara, Atlante del Barocco in Italia. Terra di Bari e Capitanata, Roma, De Luca, 1996, p.169. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: Corte chiusa. Descrizione: In passato formava con la vicina masseria Le Monache un’unica proprietà; la divisione in due distinte masserie di piccole dimensioni è avvenuta con molta probabilità a fine Ottocento, periodo in cui i beni appartenenti agli ordini religiosi furono incamerati dal Demanio, per essere poi frazionati e venduti ai privati. La masseria è composta da una piccola corte su cui si affacciano gli ambienti massariali e da una piccola cappella a pianta quadrangolare, la cui tipologia è analoga alle altre cappelle presenti nelle masserie grottagliesi. All’interno è un altare in pietra sopra il quale è collocato un quadro realizzato a olio, riconducibile al XVIII secolo, raffigurante la Vergine Addolorata. 24 2 024 Masseria Oliovitolo 23 Elementi architettonici significativi e stemmi: Il campanile ha una forma semicircolare, ascrivibile ad un barocco rurale tardo settecentesco. Contrada /Località: Oliovitolo, lungo il Regio Tratturello Martinese, Archivio di Stato di Lecce, Scritture delle Università e Feudi del Tarantino, Platea Mensae Tarentinae, Fasc 5/3, 1478 ff. 1 r- 4 r. 8 id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche Destinazione attuale: Abbandono. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: Masseria a Corte chiusa. Descrizione: Presenta un’aia antistante dove sono collocate due cisterne, di cui solo una si è conservata integralmente. Attraverso il portale si accede ad una corte interna, su cui si affacciano gli ambienti di servizio e il casino padronale, dove si trova una scala esterna in muratura che dà accesso al piano nobile. Le stanze della casa padronale presentano delle volte a squadro. 25 2 025 Masseria Padula Monaca 14 Contrada /Località: Padula Monaca. Destinazione attuale: Masseria di campo e di pecore. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: corte chiusa. Descrizione: Di piccole dimensioni, la masseria è formata da una casa padronale e dagli altri ambienti di servizio, disposti ai lati di una corte rettangolare, lungo la quale si trova un grande “lamione” per la paglia, voltato a stella. L’ambiente padronale è raggiungibile attraverso una scala esterna in muratura che conduce ad un piccolo terrazzo. Una maschera antropomorfa dalla quale fuoriescono elementi vegetali, avente funzione apotropaica, è posta sul portale della masseria. 26 2 026 Masseria Paparazio 19 Contrada /Località: Paparazio, nelle vicinanze della superstrada Taranto-Brindisi. Destinazione attuale: di campo / residenziale. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Isidoro, Chirulli,Istoria Cronologica della Franca Martina cogli avvenimenti più notabili del Regno di Napoli, Vol. III, p. 33-36, Napoli, 1749. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, f. 200 v. AST, Atti Notarili, mNotaio De Fusco V.zo Maria, Grottaglie, p.zo 6451 (1818), f. 442r. 446r., cfr in A Cinque, Economia rurale e aziende masserizie in Grottaglie fino al 1850, Taranto, Mandese Editore p. 332-334. Vito Nicola Cavallo, Studi per la definizione della dimensione urbana della città di Grottaglie attraverso il sistema delle masserie, Tesi di laurea discussa presso la facoltà di architettura dell’ Università di Firenze, anno accademico 1988-89, p. 34. A.C.A.T., Platea del Convento di San Francesco di Paola 1780 e 1781, Grottaglie, scaff.(, Cat.3, Pos. 16, doc. 18 f. 113v. , cfr. A. Cinque, Economia rurale e aziende masserizie in Grottaglie fino al 1850, Taranto, Mandese Editore, p. 102. Ibidem, cit., p. 96 A.S.T., Atti Notarili, notaio Urselli Francesco, Montemesola ff, 158r-169v. cfr cinque, cit., p.339. Tipologia generale: A membri sparsi. 27 2 027 Masseria Rosario 41-49 Descrizione: Di fronte alla struttura originaria, la masseria presenta una grande casa padronale, risalente quasi certamente ad epoca successiva (XIX secolo). Si tratta di una fabbrica su due livelli e d’impianto rettangolare, il cui prospetto denuncia la diretta derivazione dalle residenze cittadine. Il portale principale con arco a sesto ribassato è asimmetrico rispetto alla facciata, ma perfettamente in asse con il viale d’accesso alla masseria. Un ordine a fasce scandisce la facciata in senso verticale e orizzontale. A sinistra un arco a sesto lievemente ribassato è sormontato da un ballatoio, al quale si accede attraverso una scala, che doveva verosimilmente condurre all’interno dell’abitazione, anche se attualmente non sono presenti aperture d’accesso. Oltrepassando l’arco, si accede alla corte interna su cui prospettano le antiche strutture masserizie: di difficile datazione, con tutta probabilità furono interessate da alcuni interventi, forse nello stesso periodo in cui fu eretta la residenza padronale, dove spicca in particolare la torre colombaia, caratterizzata da pinnacoli posti ai quattro angoli. È presente inoltre un giardino cinto da muri a secco. Degni di nota i finestrini ellittici che affiancano il portale, tipici dell’architettura locale tra XVIII-XIX secolo. Contrada /Località: Adiacente la strada provinciale Grottaglie Monteiasi. Archivio di Stato di Lecce, Platea della confraternita del Rosario,1680-1750, f. 66 v. Archivio di Stato di Taranto, Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, f. 119 r. Destinazione attuale:Residenziale/ allevamento di cavalli. 9 id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche Destinazione originaria: Masseria di pecore e di campo. Tipologia generale: A membri sparsi. Descrizione: La masseria è costituita da vari corpi di fabbrica risalenti a diverse epoche. La torre menzionata nella platea è stata rimaneggiata e ampliata per essere trasformata in un casino padronale più grande, ma se ne riconosce tuttora l’antico impianto. Sulla specchiatura della facciata del casino sono presenti quattro paraste lisce. Sulla parte retrostante si trova un cortile interno su cui si affacciano vari ambienti di servizio, risalenti a diverse epoche, e le stalle per gli animali realizzati in muratura e voltati a spigolo. 28 2 028 Masseria S. Angelo 14 Contrada /Località: S. Angelo. Archivio di Stato di Taranto, Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, Vol II, 96v-97r A.S.T., Atti Notarili, Notaio Greco Carmelo, Monteiasi, p.zo 7803 (1836), ff. 76r-88v. Destinazione attuale: Abbandono. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale:Corte chiusa. 29 2 029 Descrizione: Un portale d’accesso con arco a tutto sesto immette nella corte interna, sulla quale prospetta la casa padronale su due livelli. Dalla corte si accede inoltre ad alcuni ambienti di servizio, alle stalle per i buoi e alle colombaie. Alle spalle della struttura residenziale sono disposte le stalle e diversi appezzamenti di terreno, con destinazioni d’uso differenti, separati da muretti di recinzione a secco. Dati catastali: Foglio Part.lla/e Archivio di Stato di Taranto, Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, Vol. II, f. 204 v. A.S.T. Atti notarili, notaio De Fusco Vincenzo Maria, Grottaglie, pezzo, 6450 (1817), Contrada /Località: Scasserba. ff.511r., 519v. Masseria Scasserba Destinazione attuale: Residenziale. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: non classificabile 30 2 030 Masseria Spartivento 17 Descrizione: È una struttura in parte rimaneggiata soprattutto in epoca recente. A sinistra dell’ingresso principale sono visibili gli ambienti originariamente destinati alla residenza del padrone, le stalle e altri vani di servizio Contrada /Località: Spartivento. Archivio di Stato Taranto, Catasto Onciario di Grottaglie,1799, Vol. I, f. 273 v. Destinazione attuale: Abbandono. Destinazione originaria: Masseria di pecore. Tipologia generale: Masseria a blocco compatto con recinto. Descrizione: La struttura a blocco compatto presenta degli ambienti parzialmente crollati. Intatto è il muro di cinta in pietra a secco, che delimita la grande area interna di forma irregolare. In alcuni punti sono visibili tracce d’intonaco, sulle tonalità del rosso, secondo una tendenza ottocentesca. Il corpo della masseria si dispone lungo il muro di cinta e sulla sinistra sono presenti le stalle. 31 2 031 Masseria Speziale 15 Contrada /Località: Speziale. Archivio di Stato di Taranto, Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, ff. 106r., 111r. 10 id idbancadati tavola toponimo Quota Descrizione Caratteristiche Destinazione attuale: Abbandono. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore Tipologia generale: Non classificabile. 32 2 032 Masseria La Torre 21-33 Descrizione: Di questa masseria si è conservato ben poco. Sono sopravvissuti al tempo e all’incuria dell’uomo solo alcuni ambienti, pertanto le pessime condizioni in cui versa lo stabile rendono difficile una classificazione tipologica. Contrada /Località: Torre Caprarica, in prossimità della strada provinciale Francavilla Fontana Carosino. Archivio di Stato di Taranto, Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, Vol. II, F 259v. Destinazione attuale: Masseria di Campo. Destinazione originaria: Masseria di pecore e di campo. Tipologia generale: Masseria fortificata con torre. 33 2 033 Masseria Comune 24 Descrizione: Alla corte interna si accede per mezzo di un imponente portale. Sulla corte prospetta la robusta torre a base quadrangolare con mensole lungo il coronamento, in parte distrutta. La torre è situata lungo un robusto recinto avente funzione difensiva realizzato con blocchi di tufo. La torre a pianta quadrangolare è posta su un banco calcarenitico, articolata su due piani, con una serie di mensole ricurve disposte lungo il coronamento. Contrada /Località: La Comune. Destinazione attuale: Residenziale. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. 34 2 034 Masseria Mutata 26 Contrada /Località: La Mutata. Archivio Storico del Comune di Grottaglie, Fondo Pre-unitario, Cartella, 13, fasc.64 ,Atti relativi alle subaste del fitto dei terreni e della masseria comunale nella contrada foresta Anni: 1836-1907 A.S.T., Atti Notarili, Notaio DeVincentiis Vincenzo, Grottaglie, 1843, pezzo 7877, f. 283-286 C. Cafforio, Santa Maria Mutata, nel ex feudo di S. Vittore della Mensa Arcivescovile di Taranto, Taranto, Tipografia Arcivescovile, 1954, p. 31-112. Destinazione attuale: Residenziale. Destinazione originaria: Residenziale, poi masseria di campo e di pecore. 35 2 035 Masseria Misicuro 44 Tipologia generale: blocco compatto. Contrada /Località: Misicuro, nelle vicinanze dell’ antica via Appia. Destinazione attuale: Masseria di campo. Destinazione originaria: masseria di campo e di pecore. Archivio di Stato di Taranto, Atti Notarili, Notaio Caraglio Antonio, 1644, Grottaglie c. 49 r. Archivio della curia arcivescovile Taranto, Platea della Curia Arcivescovile, 1711 c.43 r. N. Cippone, La via Appia e la terra Jonica, Edizioni della Provincia di Taranto, Taranto, 1993, p.173. Tipologia generale: A blocco compatto. 36 2 036 Masseria Capitolo 28 Descrizione: Il nucleo architettonico della masseria rimanda alla tipologia a blocco compatto, in cui tutti gli ambienti sono disposti lungo un asse longitudinale. Contrada /Località: Capitolo, lungo la strada provinciale che collega Grottaglie a Montemesola. Destinazione attuale: Disabitata. Archivio Capitolare di Grottaglie, Deliberazioni Capitolari, 6 novembre 1669, p.27, cfr. in R. Quaranta, La Confraternita del Purgatorio di Grottaglie, Oria, Italgrafica, 2000, p.31. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, f.197r. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: A corte Chiusa. Descrizione: 11 id idbancadati tavola 37 2 037 toponimo Masseria Giulianello Quota 40 Descrizione La maggior parte dei corpi di fabbrica della masseria Capitolo sono stati costruiti e/o rimaneggiati nella seconda metà dell’Ottocento, definendo un complesso architettonico riconducibile alla tipologia a corte chiusa. Caratteristiche Contrada /Località: Giulianello, lungo la strada provinciale Grottaglie-Montemesola. A.C.A.T., Platea del convento di S. Francesco di Paola Grottaglie, 1781, f. 111 v. A. Cinque, Economia rurale e aziende masserizie in Grottaglie fino al 1850, Taranto, Destinazione attuale: Masseria di Campo Mandese Editore p.192, e p. 290. Destinazione originaria:di pecore e di campo. Tipologia generale: A corte aperta. 38 2 038 Masseria Le Grotte 34 Descrizione: Il nucleo architettonico della masseria Giulianello rimanda alla tipologia cosiddetta a sviluppo linare , nella quale tutti i corpi di fabbrica sono disposti lungo un asse longitudinale, in questo caso a forma di “L”, dove all’estremità destra è sita la chiesa. Contrada /Località: Lungo la strada provinciale Grottaglie - S. Marzano. Destinazione attuale: Masseria di campo. A. Cinque, Economia rurale e aziende masserizie in Grottaglie fino al 1850, Taranto, Mandese Editore p. 295-299. Archivio Curia Arcivescovile di Taranto, Platea della Curia Arcivescovile, 1798, f. 156 Destinazione originaria: Masseria di pecore. 39 2 039 Masseria Nuova 25 Tipologia generale: A corte aperta. Contrada /Località: Masseria Nuova. R. Licinio, L’organizzazione del territorio fra XIII e XIV secolo, in “Civiltà e Culture in Puglia” Vol.III, Milano, Electa, 1981, p. 262. Destinazione originaria: Masseria di pecore e di campo. Destinazione attuale: Masseria di campo. 40 2 040 Masseria Marrocco 24 Tipologia generale: A corte aperta. Contrada /Località: Marrocco, nelle vicinanze del Regio Tratturello Martinese. Destinazione attuale: Masseria di campo. Isidoro, Chirulli,Istoria Cronologica della Franca Martina cogli avvenimenti più notabili del Regno di Napoli, Vol. III, p. 33-36, Napoli, 1749. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, f. 200v- 201r. Destinazione originaria: Di campo e di pecore. Tipologia generale: A corte aperta. Descrizione: Il nucleo architettonico della masseria Marrocco si dispone lungo un asse longitudinale. I vari corpi di fabbrica, le stalle e gli altri ambienti di servizio, sono disposti secondo uno sviluppo lineare. Un portale con arco a sesto lievemente ribassato, sormontato da uno stemma, introduce nella corte dove sono presenti i resti di più antichi corpi di fabbrica. 41 2 041 Masseria Melio 13 Contrada /Località: nelle vicinanze del Regio Tratturello Martinese. Destinazione attuale: Masseria di campo /residenziale. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, f. 219 r. Archivio Storico Comune Grottaglie, In difesa della signora Maria Fischietti rappresentante i minori Motolese contro la Mensa Arcivescovile di Taranto, Corte d’Appello delle Puglie, 1873, 49 p., Sezione Peunitario, Crt.4 fasc. 19 Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. 42 2 042 Masseria Stagliate 41 Tipologia generale: A corte chiusa. Contrada /Località: Stagliate -Rosario Destinazione attuale: Masseria di campo. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Archivio Curia Arcivescovile di Taranto, Notaio Giuseppe M. Manigrasso, 6 novembre 1780, in Acta Monalium, Monastero di S. Chiara di Grottaglie, Scaff. 4, cat. VII, posiz 2, doc 4,. Cfr Musardo Talò, Il monastero di Santa Chiara a Grottaglie,1992, p.215 Visita del arciv. T. Caracciolo 1652, cfr musardo talo p.210. A.S.T., Catasto Onciario 12 id idbancadati tavola 43 2 043 toponimo Quota Masseria Vicentino 32 Grande Descrizione Tipologia generale: a corte chiusa. Contrada /Località: Vicentino, in prossimità della strada provinciale Grottaglie S. Marzano. Caratteristiche di Grottaglie, 1753, vol. II, ff. 165 r – 169 r. V. Musardo Talò, Il Monastero di Santa Chiara a Grottaglie, Lecce, Edizioni del Grifo, 1992, p. 42-43. A.S.T., Catasto Onciario di Grottaglie, Vol II, c166 r-166 v. Destinazione attuale: Masseria di campo. Destinazione originaria: Masseria di campo e di pecore. Tipologia generale: A corte. 44 2 044 45 2 045 Masseria Vicentino 32 Piccolo Masseria S. 032 Susanna Contrada /Località: In prossimità dellnullincrocio tra le strade provinciali GrottaglieS. Marzano e Francavilla-Carosino. Destinazione originaria: Masseria di pecore. Destinazione attuale: Residenziale. 46 2 046 Ovile San Giovanni 18 Tipologia generale: A corte chiusa. Contrada /Località: Quartiere delle ceramiche. Destinazione attuale: Disabitato. Archivio di Stato Taranto, Catasto Onciario di Grottaglie, 1753, vol. II, 59r.-61v. A.S.T., Atti Notarili, Notaio La Cava Ilario Pasquale, Grottaglie, p.zo 5478, 1823, ff. 693 r. 701r. . Cfr. A. Cinque, cit., p. 266-269. Destinazione originaria: Masseria di pecore Tipologia generale:Corte chiusa. Attraverso un portale a tutto sesto, si accede al cortile interno sul quale si prospettano i vari ambienti di servizio, tra cui una stalla realizzata in muratura voltata a botte con aperture ad arco. L’intero complesso è cinto da alti muri a secco. All’interno del recinto è presente un muro a secco che divide il cortile da una chiusura, all’interno della quale su una parete rocciosa si vede un incavo, dove presumibilmente si dovevano trovare le arnie di un apiario. All’esterno è visibile un giardino cinto da un alto muro in muratura. Sul lato destro del portale è presente una piccola cappella, con una facciata liscia sulla cui sommità è posta una nicchia. All’interno, voltato a botte, è presente un altare in tufo. Sul paliotto è una croce greca inscritta in un cerchio a rilievo. 47 2 047 Ovile Riggio 15 P. Parenzan, La gravina di Riggio: Grottaglie, redazione a cura di Arcangelo Fornaro Descrizione: e Valentino Valentini, (Le gravine fra paesaggio e habitat), Fasano, Schena, 1995, Il territorio di Grottaglie è stato nei secoli inevitabilmente caratterizzato dalla p. 203 presenza di lame e gravine ,che hanno determinato la formazione della cosiddetta ‘civiltà rupestre’. Questa singolare conformazione geomorfologica, accompagnata dalla presenza di grotte naturali, ha ospitato le prime forme di allevamento. Lentamente, grazie ad una sempre più specializzata organizzazione del lavoro, l’ovile Riggio, nato come ricovero temporaneo, è stato interessato dall’aggiunta di nuovi ambienti di servizio per contenere gli attrezzi indispensabili alla conduzione. 48 2 048 Casino Papavito 43 Contrada /Località: Località Fontignano, lungo la strada provinciale GrottaglieCarosino. V. Cazzato, Il barocco Leccese(Itinerari d lArte), Laterza, Bari, 2003, p.109-111. Destinazione originaria: Masseria trasformata in casino residenziale. Destinazione attuale: abbandono. Descrizione: 13 id idbancadati tavola 49 2 049 toponimo Villa Gemmato Quota 17 Descrizione Caratteristiche Si tratta di un edificio ormai allo stato di rudere, ma nel giardino vi è un viale colonnato interrotto da eleganti sedili in pietra, disposti in maniera circolare, le cui spalliere sono decorate da volute. Dietro ogni spalliera resti di colonne che dovevano far parte del gazebo. località: Archivio di Stato di Taranto, Atti Notarili, notaio Alberto Piergianni, Grottaglie, XII L’edificio è situato nelle vicinanze della gravina S. Elia e si prospetta sull’attuale via febbraio 1898, ff. 8. Ennio (all’epoca della costruzione via Dei Due Mari). Archivio Storico del Comune di Grottaglie, Deliberazioni del Consiglio Comunale (1897-98), Deliberazione del 24 febbraio 1898, f. 1r. Caratteristiche storico-artistiche: J. SUMMERSON, Il linguaggio classico dell’architettura. Dal Rinascimento ai Come per le altre ville presenti nel territorio di Grottaglie la posizione dove è sita maestri contemporanei, Torino 1963. non risulta casuale ma è dettata da una consuetudine piuttosto diffusa, tra il XIX e N. PEVSNER, J. FLEMING, H. HONOUR, Dizionario di architettura, Terni 1966. XX secolo, quando l’ubicazione trovava la sua ragion d’essere in una serie di fattori R. MIDDLETON, D. WATKIN, Architettura dell’Ottocento, Milano 19880. deterministici di natura fisico-geografici: breve distanza dal centro urbano; interessi A. CASSIANO, La nuova pittura, in Architettura e città a Lecce. Edilizia privata e economici, agro-produttivi e commerciali; socio-culturali. La villa diventa in tal modo nuovi borghi fra ‘800 e ‘900, Galatina 1997, pp. 49-56. il vessillo del proprietario. Vincenzo Cavallo, Vito Nicola Cavallo, Ritratto di Vito Nicola Mummolo,Un grande Si tratta di una tipologia architettonica che vede l’unione di più ambienti con diverse benefattore, in “La Voce di Grottaglie” I, 3, settembre- ottobre 2003, p. 15. destinazioni: la dimora del colono, i locali destinati all’azienda rurale e la parte V. CAZZATO, S. POLITANO, Architettura e città a Lecce. Edilizia privata e nuovi nobile riservata al proprietario. borghi fra ‘800 e ‘900, Galatina 1997. L’ingresso principale, disposto su via Ennio, è costituito da due semplici pilastri A. MANTOVANO, La “pelle” dell’architettura: decorazione e colore della città quadrangolari, sovrastati da due sfere, che inquadrano il cancello oltre il quale è un “nuova”, in Architettura e città a Lecce. Edilizia privata e nuovi borghi fra ‘800 e ‘900, lungo viale rettilineo perfettamente in asse con il prospetto principale della villa. Ai Galatina 1997, pp. 34-48. lati del viale si dispongono appezzamenti di terreno recintati, attualmente incolti, V. FARELLA, Il Palazzo di Città a Taranto (1865-1869) tra vecchi e nuovi equilibri un’area piuttosto estesa che presumibilmente in origine doveva ospitare agrumeti, istituzionali e formali, in “Kronos”, 5-6, Galatina 2003, pp. 169-178. frutteti e piante ornamentali. La facciata della villa - che potremmo definire ‘a bandiera’, in quanto presenta un terzo ordine occupato in realtà dalle coperture - è tripartita orizzontalmente e verticalmente, da un rigoroso e formale richiamo al classicismo. Al piano terra un avancorpo tetrastilo precede il portale ad arco a tutto sesto, sull’esempio del progetto presentato intorno agli anni ’60 dell’Ottocento dall’architetto Davide Conversano per il Palazzo di Città a Taranto. L’anonimo progettista chiamato dal Mummolo impreziosì però l’avancorpo, sostenuto da colonne doriche disposte a coppie, con una scalinata a doppia rampa addossata al prospetto che termina al piano nobile, dove vi sono una porta finestra, al centro, e due finestre ai lati, inquadrate da paraste ioniche che ‘sostengono’ una robusta trabeazione con coronamento a dentelli. L’ultimo livello è caratterizzato, invece, da un ordine ‘a fasce’. Nel complesso la facciata risulta razionalmente concepita come un ‘piano’, definito geometricamente da linee ortogonali e in cui il movimento in verticale, enfatizzato dall’aggiunta di un fittizio terzo livello, è bloccato dalle fasce marcapiano in un rigoroso e composto gioco di simmetrie. La regolarità geometrica della facciata è enfatizzata dal colore che ricopre intere porzioni, lasciando bianchi solo gli elementi ‘strutturali’, una scelta in molti casi voluta e ricercata “contrariamente a quanto si potrebbe osservare oggi in considerazione della dilagante e irragionevole tendenza a cancellare irrimediabilmente dai prospetti ogni traccia di intonaco colorato o scialbatura, riportando la superficie muraria ad una forzata ‘faccia vista’” (A. Mantovano). Anche in pianta l’edificio ripropone il modello neoclassico; un blocco compatto di forma rettangolare, con ambienti disposti razionalmente, alla ricerca di una “nobile semplicità e pacata grandiosità”. Alcuni vani conservano ancora le decorazioni delle volte che denunciano, come spesso accade, un maggiore eclettismo degli stili, tipico dell’arte a cavallo tra Otto e Novecento, momento in cui “l’attività di pittori e scultori fu di [...] coinvolgimento totale nel rinnovamento delle arti applicate e determinò l’affermarsi del gusto per le carte da parati, i tappeti, i cinz, i tendaggi, i vetri serigrafati e sinanche mobili e decorazioni a stucco che gareggiavano con l’altro gusto imperante dell’orientalismo” (A. Cassiano). Alcune ‘volte’ simulano delle balaustre sulle quali si affacciano coppie di uccellini; si scorgono piante ornamentali e sullo sfondo il cielo azzurro. La balaustra è talvolta interrotta da cornici circolari all’interno nelle quali sono inserite delle monocrome vedute di paesaggio; in altri casi sensuali figure femminili sono adagiate sulle ‘finte’ cornici. 14 id idbancadati tavola 50 2 050 toponimo Santuario Santa Maria Mutata Quota 26 Descrizione Luogo: Mutata (ex foresta tarantina) Caratteristiche C. Cafforio, Santa Maria Mutata nell ex feudo di S.Vittore della Mensa Arcivescovile di Taranto, Taranto, Tipografia Arcivescovile, 1954, p.116. Epoca di costruzione: X secolo circa. 51 2 051 Casino Candida 49 Descrizione La chiesa presenta una semplice facciata tripartita verticalmente da lesene che reggono una trabeazione a triglifi, coronata da un grande timpano interrotto al centro per permettere l’inserimento di una croce in pietra; la sezione centrale è doppia rispetto alle laterali. In asse con il portale, caratterizzato anch’esso da un timpano spezzato, è una nicchia contenente la statua della Madonna. Particolarmente atipica risulta la soluzione adottata per la lesena centrale che risulta appena accennata al di sotto del capitello e si interrompe in corrispondenza della nicchia. Completa l’impaginato della facciata il piccolo campanile a vela posto sul lato sinistro. L’interno è costituito da un invaso quadrangolare diviso da tre navate che ricalcano l’impianto basilicale preesistente (documentato nella Santa Visita del 1577). Le navate sono coperte da volte a spigolo interamente dipinte con festoni di fiori e frutti, putti e una serie di riquadri all’interno dei quali sono raffigurati alcuni episodi di eventi miracolosi e vedute di paesaggi. La navata centrale termina con una cappella all’interno della quale è situato l’altare maggiore in asse con il portale, realizzato in pietra locale ed arricchito da un struttura in legno, decorata a grottesche, che custodisce un crocifisso ligneo del XV secolo. Sulla navata sinistra è un altare in pietra sormontato da una tela raffigurante la Madonna del Carmelo tra i Santi Lorenzo e Francesco di Paola, opera seicentesca donata da Giuseppe De Laurentis (1643-1705); segue la cantoria lignea sulla quale è posto l’organo. Sulla navata destra è la statua in pietra raffigurante S. Giuseppe, opera databile al XVII secolo; segue una piccola nicchia contenente una statua di piccole dimensioni databile all’XI-XII secolo. Sull’altare che fronteggia il secondo ingresso alla chiesa (un ingresso privato che collega la chiesetta alla masseria) è l’affresco miracoloso raffigurante la Madonna di Mutata patrona di Grottaglie: datato al X secolo, l’aspetto originario dell’affresco risulta alterato da una serie di restauri non appropriati. La cornice dell’affresco risulta impreziosita da alcuni elementi scultorei, databili al XVII-XVIII secolo, raffiguranti due putti. L’altare della Madonna è sormontato da una cupola interamente affrescata secondo un progetto decorativo unitario. Sui pennacchi sono affrescati i quattro evangelisti; sul tamburo sono rappresentati figure di santi; nella calotta è raffigurata l’incoronazione della Vergine Assunta. Sull’altare intitolato a San Cataldo, protettore di Grottaglie fino al 1844, è la statua in pietra del santo irlandese. L’ultima cappella è dedicata San Francesco De Geronimo. Completa il quadro decorativo la pavimentazione in ceramica maiolicata, databile al XVIII secolo, con motivi geometrici e fitomorfi. Contrada /Località: Contrada Sessolo. V. Cazzato, Il barocco leccese, (Itinerari d Arte), Bari, Editori Laterza, 2003, p. 109111. Destinazione originaria: residenziale. Destinazione attuale: abbandono. 52 2 052 Casino in località Pastanelle 48 Descrizione: Il casino a pianta quadrata e articolato su due piani presenta al pianterreno i locali di servizio (magazzino e cantina), mentre il primo piano sono presenti gli ambienti destinati ai soggiorni stagionali del proprietario. L’edificio è sito a poca distanza dalla stazione di Monteiasi lungo la superstrada Brindisi-Taranto. Presenta una pianta rettangolare articolata su due livelli ed è 15 id idbancadati tavola 53 2 053 toponimo Casino in località Scasserba Quota 42 54 2 054 Casino Scasserba 43 55 2 055 Casino Pastanelle 48 56 2 056 Casino Pignatelli 30 57 2 057 Casino Carrieri 43 58 2 058 Casino Maggiulli 43 59 2 059 Chiesa S. Biagio 30 60 2 060 Chiesa Madonna del Prato 43 61 2 061 Cappella dell Immacolata Concezione 9 62 2 062 Masseria Padrechicco 31 Descrizione interamente intonacato e tinteggiato di color giallo ocra secondo una tendenza ottonovecentesca. Sul retro prospetto è un portico su pilastri quadrangolari sul quale originariamente doveva impostarsi una terrazza. Località: Scasserba; lungo la starda provinciale Grottaglie-S. Giorgio. Caratteristiche Struttura a base quadrangolare su due livelli, presenta al piano nobile delle portefinestre con balconcini sorretti da mensole. Sempre al primo piano si nota la decorazione angolare con bugne piatte. L’intero edificio è intonacato e dipinto di colore rosso secondo la moda tipica del XIX secolo. Descrizione: Edificio a due piani preceduto da un ampio portico, voltato a spigolo, sul quale si imposta la terrazza del piano nobile. Al primo piano un arco a tutto sesto precede il portale principale, altre porte-finestre sono ai lati. Struttura risultante dall’unione di più corpi di fabbrica. Presenta un porticato su due lati del pianterreno sovrastato da una terrazza. Al primo piano sono dislocati vari ambienti residenziali ai quali si accede attraverso una scala interna. Semplice struttura preceduta da un lungo viale d’accesso. È articolato su due piani separati da due cornici marcapiano; si aprono portali al piano terra e finestre al primo piano. Struttura irregolare in pianta preceduta da un lungo porticato con cinque archi di dimensioni differenti (quattro a sesto acuto, uno a sesto lievemente ribassato). Sotto ogni arco vi era una porta d’accesso ai diversi ambienti del piano terra. Descrizione: Struttura compatta dall’impianto rettangolare con annesso giardino e muretti di recinzione in pietra a secco a sinistra del corpo principale. L’ingresso è costituito da due bassi pilastri a base quadrata. Sul prospetto principale, scandito da un ordine ‘a fasce’, si aprono quattro porte (due tamponate) e tre finestre e una piccola nicchia attualmente vuota. Sulla destra dell’edificio il muro di recinzione termina con un robusto pilastro quadrato con gli angoli smussati che ospita un’altra nicchia. La chiesa, a pianta rettangolare, si presenta come un blocco squadrato. Sulla facciata, sormontata da un piccolo campanile, si apre un portale preceduto da sei gradini e sovrastato da una lunetta che ospita un bassorilievo in tufo di recente fattura. Poco al di sopra del portale si apre un finestrino rettangolare. La chiesa, a pianta rettangolare, è assimilabile, dal punto di vista architettonico, alla vicina chiesa intitolata a S. Biagio. Sulla facciata (interessata da un recente intervento di restauro) si apre un semplice portale sovrastato da un’edicola, all’interno della quale è presente un affresco raffigurante una Madonna con Bambino. Struttura complessa sita in contrada Monte Pizzuto. Il corpo principale è un’edicola votiva (con all’interno statua di pietra) preceduta da un portalino con arco a sesto ribassato e paramento bugnato. Affiancano l’edicola due colonne con capitelli figurati, forse di reimpiego, che sostengono una trabeazione con la scritta: “15 AGOSTO 1954 - ANNO MARIANO”. Sulla trabeazione si imposta una lunetta con arco a ogiva contenente una Sacra Famiglia in pietra al di sopra della quale un angelo sostiene un festone con la scritta: “REGINA PACIS”. Al di sopra della lunetta svetta una struttura a mo’ di obelisco con cupolino e statua dell’Immacolata Concezione. Contrada /Località: lungo la strada provinciale Grottaglie- S. Marzano. Tipologia: A corte chiusa. Destinazione attuale:Residenziale. Destinazione originaria: Masseria di pecore. 16 id idbancadati tavola 63 2 063 64 2 064 65 2 065 66 2 066 67 2 067 68 2 068 69 2 069 70 2 070 71 2 071 72 2 072 73 2 073 74 2 074 75 2 075 76 2 076 77 2 077 toponimo Convento dei Cappuccini Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Maria Mutata. Strada Statale n. 71 Grottaglie- S. Quota 17 Descrizione Caratteristiche Descrizione: Il nucleo insediativo presenta un agglomerato di corpi diversi disposti intorno a una corte. Luogo/località: Storia della chiesa, diretta da Hubert Jedin, vol. VI, Voll. IX, Milano, Cooperativa Edizioni Jaca Book, 1975, p. 523-524. Il convento si trova fuori dell’abitato, lungo lo spalto sinistro della lama del Fullonese. 17 Descrizione: La chiesa presenta una facciata semplice incorniciata da due pilastri sormontati da un timpano e un portale, con arco a tutto sesto, successivamente tamponato dove è stata aggiunta, nell’intradosso, un’edicola. L’interno si compone di una navata centrale e una navatella laterale; al presbiterio, rialzato, si accede mediante un arco trionfale sul quale è posto lo stemma della famiglia Dell’Antoglietta. Vi erano anche tre altari con tele, opera di scuola napoletana, databili al XVII secolo. I Mistero Gaudioso. Annunciazione dell Arcangelo Gabriele a Maria Vergine. 17 Secondo Mistero Gaudioso. La Visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta. 17 Terzo Mistero Gaudioso. Natività di Gesù. 17 Quarto Mistero Gaudioso. Presentazione di Gesù al tempio 28 Quinto Gaudioso. Il ritrovamento di Gesù nel tempio. 28 Primo Mistero Doloroso. Gesù nellnullorto degli ulivi. 28 Secondo Mistero Doloroso. La Flagellazione di Gesù. 28 Terzo Mistero Doloroso. La Coronazione di spine. 27 Quarto Mistero Doloroso. Il Viaggio al Calvario di Gesù. 27 Quinto Mistero Doloroso. Crocifissione e morte di Gesù. 27 Secondo Mistero Glorioso. Ascensione di Gesù al cielo. 26 Terzo Mistero Glorioso. La discesa dello Spirito Santo. 14 Quarto Mistero Glorioso. Assunzione di Maria Vergine al Cielo. 26 Quinto Mistero Glorioso. Incoronazione della Vergine Maria. 17 id idbancadati tavola 78 2 078 toponimo Maria Mutata. Regio Tratturello Martinese Quota Descrizione 35, 23, Cenni Storici 24,12,13,5,6,7,8,9,10,11. Il termine “Tratturo” risale al periodo tardoantico, deriva da “Tractoria” termine latino che indicava il privilegio d’uso dei terreni di proprietà dello Stato. Le vie di percorrenza delle greggi transumanti, indicate con il temine “Tratturo”, hanno un’origine antichissima. Sistemi strutturali legati alla transumanza erano presenti, nell’Italia centro-meridionale, già in epoca pre-romana. Con la conquista romana del meridione, la rete dei tratturi fu organizzata in modo sistematico: i romani, non appena acquisirono il controllo dei pascoli meridionali, instaurarono un complesso sistema pubblico di sfruttamento economico, regolamentando l’accesso e la fruizione attraverso l’esazione di dazi. Durante il Medioevo, i tratturi continuarono ad essere percorsi dalle greggi transumanti e nello stesso tempo rappresentarono, in alcuni casi, le uniche vie di collegamento, tra i vari centri abitati, supplendo alle antiche vie romane rimaste in disuso a seguito delle invasioni barbariche. Al XV secolo, più precisamente agli inizi della dominazione aragonese, risale la Dogana della mena delle pecore di Puglia istituita nel 1447 da Alfonso I d’Aragona. Da epoca remotissima la Puglia, in particolare il Tavoliere, forniva, mediante il pagamento di un canone di locazione, il pascolo alle greggi che d’inverno vi trasmigravano dalle nevose montagne dell’Abruzzo e del Molise, sulle quali poi risalivano con l’arrivo dell’estate. Una nuova organizzazione sistematica della rete tratturale si ebbe con l’arrivo della dinastia Aragonese nel Regno di Napoli. Alfonso I trovò in gran disordine quell’immensa distesa di terre: se ne dividevano il possesso baroni, università, chiese, privati e - in dimensioni più estese - lo Stato. Esistevano in Puglia, specialmente nell’ambito dei terreni demaniali, aree messe a coltura, le masserie, ma l’invadente e più redditizia attività armentizia in alcuni casi le aveva ridotte allo stremo. Infatti, se le guerre civili, scoppiate per la successione del Regno di Napoli, si erano rivelate dannose per tutta l’economia del Regno, ancor di più lo furono per il demanio, favorendo - con l’allentarsi dei poteri amministrativi - le usurpazioni e pregiudicando le entrate della fida (la tassa sull’erbaggio). Già in precedenza, durante il regno di Giovanna II, si era cercato di riportare l’ordine nei pascoli meridionali con misure miranti a risollevare l’industria armentizia, ma la confusione riapparve col riesplodere, alla morte della regina, delle lotte intestine per la successione alla corona del Regno. Tali disposizioni sulla pastorizia transumante, assieme alla conoscenza che Alfonso I aveva della “Dogana delle pecore spagnole”, la Mesta, furono la base del radicale riordinamento che egli fece dei pascoli che andavano dall’Abruzzo al Salento. Questi furono posti sotto il diretto controllo dello Stato, accorpando in unnullunica amministrazione i pascoli demaniali e privati, previo l’obbligo del pagamento ai proprietari di quest’ultimi di un censo annuo. Questa regolamentazione garantì un ordinato uso dei pascoli e insieme la sicurezza di chi percorreva i tratturi. I pastori dal canto loro furono agevolati con l’esenzione dal pagamento dei dazi baronali lungo il percorso dalle loro sedi ai pascoli. Il territorio fu diviso in diverse locazioni di varie estensioni, mentre “locati” furono chiamati gli affittuari. La transumanza, e di conseguenza l’originaria funzione agropastorale e socioeconomica dei tratturi, iniziò a decadere nel corso del XIX secolo. Durante il periodo napoleonico, avvenne infatti la soppressione della Dogana con la legge del 21 maggio 1806 e l’istituzione di un nuovo ufficio (la Amministrazione del Tavoliere), che aveva il compito di stipulare gli atti di censuazione e di definire le vertenze in atto. Con l’unità d’Italia anche l’Amministrazione del Tavoliere fu soppressa a causa del passaggio dalla pastorizia, diventata meno redditizia (a causa dell’abbassamento del prezzo della lana) alla granicoltura, secondo quanto voluto dal neo governo unitario. In questo nuovo contesto politico, economico e sociale, il numero delle greggi transumanti diminuì costantemente. I tratturi cominciarono sia legalmente, per concessione del Demanio, e sia illegalmente, ad essere fagocitati dai fondi agricoli Caratteristiche Archivio di Stato di Taranto, Atti Notarili, notaio Cataldo Caforio di Grottaglie, 1659, f.79 r. Antiche infrastrutture per uno sviluppo compatibile, (Università "G. DnullAnnunzio" Chieti-Pescara; Università degli studi del Molise, Chieti, 2004, pp.395. Dalena P., Strade e percorsi nel Mezzogiorno d’Italia (secc. VI-XIII), Cosenza, 1995, pp. 47-54. Fedele B., Gli insediamenti preclassici lungo la via Appia antica in Puglia, in Archivio Storico Pugliese XIX (1966), pp. 29-89. Lugli G.,La via Appia attraverso l’Apulia e un singolare gruppo di strade orientate, in Archivio Storico Pugliese VIII (1955), pp. 12-16. Massafra A., Storia e natura nella formazione della rete viaria pugliese nella prima metà dell’Ottocento, in "Riflessioni Umanesimo della Pietra", Martina Franca, 1985, pp. 45-58. Palasciano I., Le lunghe vie erbose: ratturi e pastori della Puglia di ieri,Cavallino (Le),pp.125. Uggeri G.: Sistema viario e insediamento rupestre tra antichità e Medioevo, in C. D. Fonseca ( a cura di): Habitat-Strutture-Territorio, Galatina, 1978, pp. 115-136. 18 id idbancadati tavola 79 2 079 toponimo Tratturello Tarantino Quota 40,41,29,48,54. Descrizione e dalla realizzazione di nuove strade di collegamento. La rete tratturale di Grottaglie. Il territorio grottagliese presenta un paesaggio piuttosto variegato, nell’ambito del quale il sistema dei tratturi sembra rappresentare il legame per antonomasia tra i diversi ambiti morfologici. Questo sistema ha costituito la base sulla quale si sono sovrapposte nel tempo differenti realtà storiche e paesaggistiche. Lungo la rete tratturale grottagliese, nei secoli, si sono formati insediamenti, luoghi di scambio e di relazioni come le masserie: veri ‘sistemi aperti’, secondo l’accezione della teoria sistemistica di Von Bertalanffy. Le relazioni tra le masserie grottagliesi e il fenomeno della transumanza sono esplicitate, in un atto notarile rogato da Giovanni Antonio Caraglio di Grottaglie nel 1655:” […] tieneno et possiedeno alcuni arbori d’olive, dentro questa Terra di Grottaglie nel luoco chiamato Curtimaggio confine alle altre chiusure di olive, et beni delli sop.detti de Blasi, nelle quali chiusure, et beni si trova un passaturo da dove suolno passare le bestiami, che vanno a pascolare in dette chiusure et beni, et andare ad annottare alli curti delli sopradetti de Blasi allo quale passaturo s’entra dalla strata publica chiamata la Strata Reale […]”(A.S.T., Not. Caraglio G.A.). La perdita d’importanza dei tratturi, a seguito della crisi ottocentesca della pastorizia, ha comportato nel nostro territorio, come nel resto della regione, una serie di abusi che nel tempo hanno alterato e -in alcuni punti - fagocitato i tracciati originari, nonostante le varie reintegre, promosse tra Otto e Novecento dal governo unitario. La viabilità tratturale, che attraversa il territorio in questione, è rappresentata da due tratturelli che rappresentavano la viabilità minore della transumanza: fungevano da raccordo tra un tratturo e l’altro ed avevano una larghezza variabile di 12- 21 metri. Cenni Storici Il termine “Tratturo” risale al periodo tardoantico, deriva da “Tractoria” termine latino che indicava il privilegio d’uso dei terreni di proprietà dello Stato. Le vie di percorrenza delle greggi transumanti, indicate con il temine “Tratturo”, hanno un’origine antichissima. Sistemi strutturali legati alla transumanza erano presenti, nell’Italia centro-meridionale, già in epoca pre-romana. Con la conquista romana del meridione, la rete dei tratturi fu organizzata in modo sistematico: i romani, non appena acquisirono il controllo dei pascoli meridionali, instaurarono un complesso sistema pubblico di sfruttamento economico, regolamentando l’accesso e la fruizione attraverso l’esazione di dazi. Durante il Medioevo, i tratturi continuarono ad essere percorsi dalle greggi transumanti e nello stesso tempo rappresentarono, in alcuni casi, le uniche vie di collegamento, tra i vari centri abitati, supplendo alle antiche vie romane rimaste in disuso a seguito delle invasioni barbariche. Al XV secolo, più precisamente agli inizi della dominazione aragonese, risale la Dogana della mena delle pecore di Puglia istituita nel 1447 da Alfonso I d’Aragona. Da epoca remotissima la Puglia, in particolare il Tavoliere, forniva, mediante il pagamento di un canone di locazione, il pascolo alle greggi che d’inverno vi trasmigravano dalle nevose montagne dell’Abruzzo e del Molise, sulle quali poi risalivano con l’arrivo dell’estate. Una nuova organizzazione sistematica della rete tratturale si ebbe con l’arrivo della dinastia Aragonese nel Regno di Napoli. Alfonso I trovò in gran disordine quell’immensa distesa di terre: se ne dividevano il possesso baroni, università, chiese, privati e - in dimensioni più estese - lo Stato. Esistevano in Puglia, specialmente nell’ambito dei terreni demaniali, aree messe a coltura, le masserie, ma l’invadente e più redditizia attività armentizia in alcuni casi le aveva ridotte allo stremo. Infatti, se le guerre civili, scoppiate per la successione del Regno di Napoli, si erano rivelate dannose per tutta l’economia del Regno, ancor di più lo furono per il demanio, favorendo - con l’allentarsi dei poteri amministrativi - le usurpazioni e pregiudicando le entrate della fida (la tassa sull’erbaggio). Già in precedenza, durante il regno di Giovanna II, si era cercato di riportare l’ordine nei pascoli meridionali con misure miranti a risollevare l’industria armentizia, ma la confusione riapparve col riesplodere, alla morte della regina, Caratteristiche Antiche infrastrutture per uno sviluppo compatibile, (Università "G. DnullAnnunzio" Chieti-Pescara; Università degli studi del Molise, Chieti, 2004, pp.395. Dalena P., Strade e percorsi nel Mezzogiorno d’Italia (secc. VI-XIII), Cosenza, 1995, pp. 47-54. Le lunghe vie erbose: ratturi e pastori della Puglia di ieri,Cavallino (Le),pp.125. A.V. Greco in <www.perieghesis/tratturi.htm>. Uggeri G.: Sistema viario e insediamento rupestre tra antichità e Medioevo, in C. D. Fonseca ( a cura di): Habitat-Strutture-Territorio, Galatina, 1978, pp. 115-136. 19 id idbancadati tavola 80 2 080 toponimo Villino Annicchiarico Quota 17 Descrizione delle lotte intestine per la successione alla corona del Regno. Tali disposizioni sulla pastorizia transumante, assieme alla conoscenza che Alfonso I aveva della “Dogana delle pecore spagnole”, la Mesta, furono la base del radicale riordinamento che egli fece dei pascoli che andavano dall’Abruzzo al Salento. Questi furono posti sotto il diretto controllo dello Stato, accorpando in unnullunica amministrazione i pascoli demaniali e privati, previo l’obbligo del pagamento ai proprietari di quest’ultimi di un censo annuo. Questa regolamentazione garantì un ordinato uso dei pascoli e insieme la sicurezza di chi percorreva i tratturi. I pastori dal canto loro furono agevolati con l’esenzione dal pagamento dei dazi baronali lungo il percorso dalle loro sedi ai pascoli. Il territorio fu diviso in diverse locazioni di varie estensioni, mentre “locati” furono chiamati gli affittuari. La transumanza, e di conseguenza l’originaria funzione agropastorale e socioeconomica dei tratturi, iniziò a decadere nel corso del XIX secolo. Durante il periodo napoleonico, avvenne infatti la soppressione della Dogana con la legge del 21 maggio 1806 e l’istituzione di un nuovo ufficio (la Amministrazione del Tavoliere), che aveva il compito di stipulare gli atti di censuazione e di definire le vertenze in atto. Con l’unità d’Italia anche l’Amministrazione del Tavoliere fu soppressa a causa del passaggio dalla pastorizia, diventata meno redditizia (a causa dell’abbassamento del prezzo della lana) alla granicoltura, secondo quanto voluto dal neo governo unitario. In questo nuovo contesto politico, economico e sociale, il numero delle greggi transumanti diminuì costantemente. I tratturi cominciarono sia legalmente, per concessione del Demanio, e sia illegalmente, ad essere fagocitati dai fondi agricoli e dalla realizzazione di nuove strade di collegamento. Caratteristiche La rete tratturale di Grottaglie Il territorio grottagliese presenta un paesaggio piuttosto variegato, nell’ambito del quale il sistema dei tratturi sembra rappresentare il legame per antonomasia tra i diversi ambiti morfologici. Questo sistema ha costituito la base sulla quale si sono sovrapposte nel tempo differenti realtà storiche e paesaggistiche. Lungo la rete tratturale grottagliese, nei secoli, si sono formati insediamenti, luoghi di scambio e di relazioni come le masserie: veri ‘sistemi aperti’, secondo l’accezione della teoria sistemistica di Von Bertalanffy. Le relazioni tra le masserie grottagliesi e il fenomeno della transumanza sono esplicitate, in un atto notarile rogato da Giovanni Antonio Caraglio di Grottaglie nel 1655:” […] tieneno et possiedeno alcuni arbori d’olive, dentro questa Terra di Grottaglie nel luoco chiamato Curtimaggio confine alle altre chiusure di olive, et beni delli sop.detti de Blasi, nelle quali chiusure, et beni si trova un passaturo da dove suolno passare le bestiami, che vanno a pascolare in dette chiusure et beni, et andare ad annottare alli curti delli sopradetti de Blasi allo quale passaturo s’entra dalla strata publica chiamata la Strata Reale […]”(A.S.T., Not. Caraglio G.A.). La perdita d’importanza dei tratturi, a seguito della crisi ottocentesca della pastorizia, ha comportato nel nostro territorio, come nel resto della regione, una serie di abusi che nel tempo hanno alterato e -in alcuni punti - fagocitato i tracciati originari, nonostante le varie reintegre, promosse tra Otto e Novecento dal governo unitario. La viabilità tratturale, che attraversa il territorio in questione, è rappresentata da due tratturelli che rappresentavano la viabilità minore della transumanza: fungevano da raccordo tra un tratturo e l’altro ed avevano una larghezza variabile di 12- 21 metri. Caratteristiche storico-artistiche: - N. PEVSNER, J. FLEMING, H. HONOUR, Dizionario di architettura, Terni 1966. - V. CAZZATO, S. POLITANO, Architettura e città a Lecce. Edilizia privata e nuovi La villa costruita nella prima metà del ‘900, rappresenta uno dei vari esempi di borghi fra ‘800 e ‘900, Galatina 1997 abitazioni residenziali sorte a Grottaglie tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. L’ingresso, posizionato su via S. Elia, è costituito da due pilastri quadrangolari che inquadrano il cancello oltre il quale vi è un lungo viale rettilineo in asse con il prospetto principale della villa. Ai lati del viale si dispongono appezzamenti di terreno recintati, attualmente incolti, che in origine dovevano ospitare delle piante ornamentali o alberi da frutto. 20 id idbancadati tavola toponimo Quota 81 2 081 Chiesa Madonna di 10 Pompei 82 2 082 Castelletto Carrieri 10 83 2 083 Villa Tuzzo 84 2 084 Cimitero Comunale 29 85 2 085 Villa sita in via XXV 17 luglio 10 Descrizione La facciata della villa è composta da un solo livello tripartito orizzontalmente e verticalmente da un pronao rettangolare tetrastilo, con una piccola scala con balaustra, che precede l’ingresso alla villa. La regolarità geometrica della facciata è messa in risalto dal colore che ricopre la maggior parte delle superfici, lasciando bianchi solo gli elementi strutturali. La semplicità della prospetto viene spezzata da alcuni elementi decorativi costituiti dalle balaustre a ‘colonnini’ delle finestre e da un fregio, un tondo con fasce orizzontatali, presente sulla sommità del pronao Chiesa Madonna di Pompei. La chiesa fu costruita, fuori dall’abitato, probabilmente nel 1954 in occasione del centenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. L’edificio presenta una pianta rettangolare con un’unica navata. La facciata, in stile neoclassico, è caratterizzata da due lesene che sorreggono una trabeazione sormontata da un timpano, mentre i due pilastri angolari ne inquadrano l’impaginato conferendo uno slancio verticale; sul portale si apre un piccolo rosone circolare. La luce filtra all’interno attraverso una serie di finestre presenti sulla parte alta dei muri laterali; nella zona del presbiterio si erge una piccola cupola a calotta sormontata da una lanterna. Caratteristiche Le ville suburbane grottagliesi, trovano ampio sviluppo tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del ‘Novecento. Ebbe inizio in questo periodo, ad opera del ceto egemone grottagliese, una ricolonizzazione dei terreni agricoli situati in prossimità dell’abitato attraverso l’edificazione di alcune ville. La localizzazione tra ambiente agricolo e urbano non risulta casuale ma trova la sua ragion d’essere in una serie di fattori deterministici di natura fisico-geografici: breve distanza dal centro urbano; interessi economici, agro-produttivi e commerciali; socio-culturali. Notevole risulta la loro concentrazione soprattutto a Nord dell’abitato, tra via La Sorte e via Madonna di Pompei, dove sono ubicate Villa Lupo, Villa Mastropaolo, Villa Erroi, Villa Tuzzo, Villa del Castelletto Carrieri. A Sud-ovest, fra le ville più interessanti è Villa Gemmato già Mummolo e la villa sita in via XXV Luglio, mentre a Sud-est, a circa 4 Km. Dall’abitato, Villa Galeasi all’interno dell’omonima masseria. Si tratta di costruzioni quasi sempre a due piani circondate da giardini murati caratterizzati da alberi di agrumi, mandorli e ulivi. Presentano uno forma fondato sulla giustapposizione dei vari stili, neomedievali (Castelletto Carrieri), neoclassici (Villa Gemmato) e liberty. Come tutti i cimiteri italiani, quello di Grottaglie fu realizzato all’inizio dell’Ottocento durante il periodo napoleonico. Infatti secondo l’editto di Saint Cloude, del 1806 voluto da Napoleone, le sepolture dovevano avvenire fuori dall’abitato. Dopo la costruzione del primo nucleo subì una serie di interventi di ampliamento documentati in un interessante carteggio conservato nell’archivio storico comunale. A Grottaglie in questo periodo si affermò un nuovo ceto egemone agrario che si distinse nella vita civile e politica rendendosi protagonista della maggior parte delle committenze artistiche di palazzi, ville, casini e cappelle. Parallelamente ai cambiamenti politici e sociali si affermò un nuovo stile artistico, soprattutto in architettura; fondato sulla giustapposizione dei vari stili, un linguaggio architettonico che, secondo Camillo Boito, recupera “ogni vecchia architettura, dall’egiziana alla quarenghiana” poiché ognuna di esse “ha qualcosa di buono, e però è d’uopo scegliere e accozzare”. L’esempio di questo eclettismo architettonico, al quale si affianca qualche modello in stile neoclassico, è ampiamente documentato nelle numerose cappelle gentilizie che adornano il primo nucleo del cimitero comunale. Le ville suburbane grottagliesi, trovano ampio sviluppo tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del ‘Novecento. Ebbe inizio in questo periodo, ad opera del ceto egemone grottagliese, una ricolonizzazione dei terreni agricoli situati in prossimità dell’abitato attraverso l’edificazione di alcune ville. La localizzazione tra ambiente agricolo e urbano non risulta casuale ma trova la sua ragion d’essere in una serie di fattori deterministici di natura fisico-geografici: breve distanza dal centro urbano; interessi economici, agro-produttivi e commerciali; socio-culturali. Notevole risulta la loro concentrazione soprattutto a Nord dell’abitato, tra via La Sorte e via Madonna di Pompei, dove sono ubicate Villa Lupo, Villa Mastropaolo, 21 id idbancadati tavola toponimo 86 2 086 Centrale acquedotto 87 2 087 Masseria Fantiano Quota 14 Descrizione Villa Erroi, Villa Tuzzo, Villa del Castelletto Carrieri. A Sud-ovest, fra le ville più interessanti è Villa Gemmato già Mummolo e la villa sita in via XXV Luglio, mentre a Sud-est, a circa 4 Km. Dall’abitato, Villa Galeasi all’interno dell’omonima masseria. Si tratta di costruzioni quasi sempre a due piani circondate da giardini murati caratterizzati da alberi di agrumi, mandorli e ulivi. Presentano uno forma fondato sulla giustapposizione dei vari stili, neomedievali (Castelletto Carrieri), neoclassici (Villa Gemmato) e liberty. E’ una centrale fatta costruire dall’Acquedotto Pugliese. Lnulledificio principale, destinato al trattamento delle acque potabili, per le sue caratteristiche storicoarchitettoniche risulta essere di interesse archeologico-industriale. Simbolo dellnullindustria dellnullinizio secolo, la costruzione appare imponente e funzionale come in altri edifici industriali costruiti tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. La struttura presenta un sistema costruttivo molto semplice; presenta dei volumi rettangolari con muri in conci e aperture (finestre e tondi) distanziate con ritmo regolare. Il tentativo del progettista fu quello di organizzare gli spazi e le funzioni secondo una logica rivolta al lavoro. Caratteristiche 22