LA FIAT 600 COMPIE 50 ANNI (1955-2005) Cinquant’anni fa nasceva la Fiat 600, l’auto che diede vita alla motorizzazione di massa e che ancora oggi mantiene intatto quell’alone magico fissato da Felice Casorati nel suo famoso manifesto pubblicitario con una Torino notturna e surreale. Era il 1955, l’Italia si apprestava a vivere una nuova stagione politica e sociale: tra luci ed ombre, la vita di tutti i giorni s’imponeva sulla tragedia bellica che aveva lasciato in eredità un presente denso di incertezze e un futuro altrettanto precario. E spetta alla forza di volontà e all’ingegno degli italiani promuovere una rinascita difficile ma possibile. In questo contesto, nasce la «piccola-grande» Fiat 600, una vettura dalle dimensioni contenute ma dalle potenzialità enormi. A progettarla Dante Giacosa, il famoso ingegnere che a partire dal 1951 lavora a ritmo serrato per realizzare un’utilitaria a quattro posti, con motore posteriore, leggera e robusta allo stesso tempo. E soprattutto: dal prezzo accessibile a quanti la producono. Inizia così il progetto, conosciuto in azienda con la sigla «100», destinato a cambiare il volto del nostro Paese. Intanto a Mirafiori, con un investimento di 300 miliardi di lire, si realizzano nuove linee di montaggio per far fronte ad una produzione in forte crescita: basti dire che si passa dalle 100 mila unità del 1950 alle 500 mila del 1960. Dopo quatto anni di progettazione e sperimentazione, la Fiat 600 è pronta e Dante Giacosa sale agli onori della cronaca. Come raccontò lui stesso alcuni anni dopo: «Nel 1957 fui invitato dall’Istitution of Mechanical Engineers, l’antica associazione inglese, a presentare una Clayton Lecture. Ricevuto con grande onore nella prestigiosa sede di Londra, davanti a un pubblico che gremiva due enormi auditori, la conferenza sul tema “Problemi della piccola vettura utilitaria”, nella quale, con un accurato esame di questi problemi, dicevo come erano stati risolti nella 600. La Lecture destò grande interesse, tanto che il “Times” mi dedicò una colonna». ### 1955: FIAT 600 DEBUTTA AL SALONE DI GINEVRA Il 9 marzo 1955, presso il Palazzo delle Esposizioni di Ginevra, Fiat presenta alla Stampa internazionale la Fiat 600. È un tributo di pareri entusiastici da parte di giornalisti e addetti ai lavori che premiano, soprattutto, l’adozione di «soluzioni non ortodosse e ingegnose». Il pubblico, alcuni giorni dopo, conferma i primi giudizi e saluta la nuova vettura con la stessa grande ammirazione: Fiat ha colpito l’immaginario collettivo. Contemporaneamente all’anteprima svizzera, dove i visitatori si mettono in paziente coda pur di provarla, la nuova Fiat 600 invade le principali città italiane: ovunque, sfilano centinaia di vetture tra ali di folla incuriosite e pronte a sognare un futuro diverso. Del resto, il 1955 è l’anno della rivoluzione dei consumi e la piccola Fiat diventa il nuovo «status symbol» della società italiana: sempre meno rurale, sempre più urbana. La stessa Italia che il 19 novembre del 1955 vede per la prima volta in televisione «Lascia o Raddoppia?». La trasmissione è un vero e proprio caso nazionale: in casa o nei bar, oltre 10 milioni di spettatori assistono al nuovo quiz condotto da Mike Buongiorno. Nello stesso anno a Mirafiori si passa dalle prime 624 unità giornaliere alle 839 del 1957: in soli 12 mesi escono dalla linea di montaggio di Torino circa 300.000 Fiat 600. In questo senso, quindi, il successo della piccola Fiat accompagnò – forse anche ne fu una delle cause – il crescente desiderio di possedere beni di consumo durevoli: dalla televisione ai mobili, dalla lavatrice all’automobile. Forte anche di una nuova forma di acquisto che permetteva di soddisfare un sogno diluendo nel tempo il suo costo: la vendita a rate. La Fiat 600 non fa 1 di 6 eccezione: per acquistarla sono sufficienti 24 cambiali, anche se per averla bisogna attendere quasi un anno. Insomma, nel volgere di pochissimi mesi l’entusiasmo dimostrato al Salone di Ginevra si trasforma in uno straordinario successo commerciale. Merito certamente del suo essere una vettura completamente inedita sia per carrozzeria sia per meccanica. Infatti, con la Fiat 600 si apre un capitolo nuovo nella tradizione Fiat della vettura utilitaria, che aveva avuto nella «500» una realizzazione di universale successo e nella «600» trova un ulteriore progresso all’incremento del parco automobilistico nazionale, mettendo alla portata di un più vasto pubblico una vettura a 4 posti, economica, ad un prezzo inferiore a quello della «Topolino»: 590 mila lire chiavi in mano. In particolare, è la posizione posteriore del propulsore – un quattro cilindri di 633 centimetri cubi – a segnare un’altra tappa importante del progresso motoristico Fiat. Con questa rivoluzionaria soluzione si riesce a guadagnare spazio utile all’interno della vettura, rendendo possibili 4 posti comodi ed effettivi, pur contenendo le dimensioni di ingombro esterno al minimo indispensabile: è lunga poco più 320 centimetri, larga 138 e alta 140. Piccola ma funzionale, quindi, la Fiat 600 è una vettura di concezione completamente nuova come dimostra, per esempio, anche un singolare primato: è la prima utilitaria a poter vantare un efficace impianto di riscaldamento che, utilizzando l’aria spinta dalla ventola di raffreddamento del radiatore, provvede allo sbrinamento del parabrezza e a riscaldare l’abitacolo. Tra l’altro il motore da 633 cm3 si dimostra affidabile e versatile tanto da permettere anche ulteriori incrementi di cilindrata e di potenza dando vita a particolari trasformazioni sportive. Ma le novità introdotte dalla «600» nel campo automobilistico non si fermano certo solo al motore. Con la sua posizione «tutto dietro», infatti, si può anche eliminare l’albero della trasmissione ed il ponte posteriore, con conseguente sensibile guadagno di peso; ne risulta il vantaggio di avere tutte e 4 le ruote indipendenti, per garantire alla vettura un’ottima tenuta di strada anche alle alte velocità. Nella sospensione anteriore, di nuovo tipo, la molla a balestra, disposta trasversalmente, ha la funzione di stabilizzatore ed è vincolata alla cassa portante con elementi di gomma; le molle ad elica e gli ammortizzatori idraulici telescopici permettono alla Fiat 600 un ottimo confort di marcia, anche su strade sconnesse. Ma quest’ultime, nei piani governativi del tempo, dovevano essere ridotte con il Piano Decennale di costruzioni delle Autostrade: l’obiettivo è collegare il Nord e il Sud dell’Italia con una lingua di asfalto in modo da aumentare la distribuzione delle merci e la mobilità della società ormai «motorizzata». Giungiamo così al 1956 quando si affaccia sulla scena mondiale un giovane cantante statunitense che il 10 gennaio lancia il suo primo disco «Heartbreak Hotel« della RCA. Il suo nome è Elvis Presley e, di lì a breve, sarebbe diventato il re del «Rock’n roll»: il ballo amato dai giovani e contro il quale si scagliano le chiese e i culti dell’intero pianeta. Allo stesso modo crociate puritane investono anche la sensuale Marylin Monroe, negli Stati Uniti, e la provocante Brigitte Bardot, lanciata proprio nel ‘56 dal regista Roger Vadim con il film «Et Dieu crea la femme» (in Italia «Piace a troppi»). Dilaga così, anche in Italia, il mito della donna emancipata e priva di inibizioni. Intanto al Festival di Sanremo debutta Domenico Modugno mentre Anna Magnani vince l’Oscar per la «Rosa tatuata». Ma il 1956 è anche l’anno delle rivelazioni di Khrushev sui crimini di Stalin e le prime drammatiche rivolte nei Paesi dell’Est, in Polonia e poi in Ungheria. In Italia, invece, si afferma Enrico Mattei, il presidente dell’ENI che sfida apertamente il monopolio delle «Sette Sorelle» mentre, nell’estate, due tragedie turbano le vacanze degli italiani: il 26 luglio affonda l’Andrea Doria, il gioiello della flotta italiana, con la scomparsa di 55 passeggeri; l’8 agosto crolla una galleria nella miniera di Marcinelle (Belgio) provocando la morte di 237 minatori dei 2 di 6 quali 139 sono italiani. Pochi mesi dopo si sfiora la terza guerra mondiale con la nazionalizzazione del Canale di Suez da parte di Nasser, il neo presidente della Nuova Repubblica Egiziana. Fortunatamente i venti di guerra si placano pochi giorni prima del Natale. Nello stesso periodo continua l’affermazione della Fiat 600 che propone delle piccole ma significative novità che rendono la vettura sempre più confortevole e funzionale. Come la sostituzione dei vetri scorrevoli con cristalli discendenti e quella delle cinghie dello schienale del sedile posteriore con un innovativo sistema di fissaggio che facilita il ribaltamento dello stesso. Inoltre, vengono proposte delle nuove calotte dei coprimozzi e si inseriscono delle piastre per il sollevamento della vettura. Insomma, tante piccole ma significative novità che aumentano la popolarità della vettura Fiat che, sempre nel 1956, amplia la gamma con due nuove versioni: la prima propone il tetto apribile, la seconda è la famosa «Multipla». Era ormai giunta la fine della produzione della 500 Belvedere, l’automobile che aveva inaugurato, in un certo senso, la distribuzione urbana delle merci. Tocca proprio alla nuova versione «familiare» della 600 sostituirla. E lo fa superbamente come dimostrano le oltre 243 mila unità vendute (dal 1956 al 1970) diventando ben presto la vettura ideale per la famiglia e per il lavoro. Il suo vero punto di forza è la versatilità d’impiego, come dimostra anche il nome Multipla inteso come «moltiplicazione degli usi»: infatti, capace di 6 posti a sedere, oppure ribaltando i sedili posteriori, si può avere a disposizione, di volta in volta, una vettura di comodo turismo per più persone, oppure un ampio piano di carico per bagagli o merci. La Fiat 600 Multipla, grazie proprio a queste caratteristiche di adattamento, si impone facilmente in ogni campo di attività commerciale, industriale, artigianale ed agricola. Lasciato alle spalle il ‘56, alle 20.30 del 1° febbraio del 1957 compare sugli schermi il primo contenitore pubblicitario televisivo: il Carosello. L’Italia scopre così i nuovi prodotti di consumo e si appassiona all’impresa spaziale della cagnetta Laika a bordo dello Sputnik 2. Lo stesso Paese che resta incollato davanti al televisore per vedere il Musichiere di Mario Riva o per ascoltare «Corde della mia chitarra», la canzone di Claudio Villa e Nunzio Gallo vincitrice del Festival di Sanremo. Nel frattempo, negli Stati Uniti, esce il romanzo «On the road» di Kerouac, la bibbia della «beat generation». Il 2 luglio dello stesso anno, Fiat presenta la nuova «500» continuando al tempo stesso ad apportare ulteriori modifiche alla «sorella maggiore»: infatti, la Fiat 600 adotta da quel momento nuovi fanali posteriori a due luci, due carenature sulle fiancate, rostri sui paraurti, lampeggiatori circolari più grandi e verniciatura bicolore della carrozzeria. All’interno, poi, la selleria è proposta in panno o in similpelle mentre i sedili diventano completamente ribaltabili. Infine, sempre nel 1957, la Fiat 600 offre la parte inferiore della plancia imbottita e le due leve sul piantone per azionare le luci e gli indicatori di direzione. L’anno successivo non si registrano novità per il modello se non che a bordo di una Fiat 600 si può, in poco più di un’ora, andare da Milano a Parma utilizzando i primi 100 chilometri della neonata Autostrada del Sole. E se da una parte l’economia italiana decolla sulle ali di «Volare», dall’altra parte la società deve fare i conti con la legge Merlin che chiude le «case di tolleranza». Intanto, dall’altra parte dell’Oceano, Martin Luther King pubblica «Un passo verso la libertà» mentre, lo stesso anno, viene eletto Giovanni XXIII, il Papa che affronta, per la prima volta, le nuove tematiche relative al mondo del lavoro. Si arriva così al 1959 quando gli operai nello stabilimento di Mirafiori sono circa 65.000 e si producono quasi mezzo milione di vetture. La Fiat 600 è sempre l’oggetto del desiderio per migliaia di italiani e, salvo un nuovo retrovisore ed inedite spie per luci di posizione e abbaglianti, il modello è il medesimo del 1958. Bisognerà attendere l’anno successivo per 3 di 6 vedere tutte le novità apportate nella seconda serie. 1960: NASCE LA FIAT 600 D Il 1960 si apre con la prematura morte del campionissimo del ciclismo italiano: Fausto Coppi. È il 2 gennaio quando il vincitore di cinque Giri d’Italia, due Giri di Francia e i Campionati del mondo si spegne a causa della malaria. La tragica scomparsa dell’atleta placa per sempre le polemiche sulla sua relazione con la «Dama Bianca», una storia che aveva diviso in due il Paese. E lo stesso anno, sulle prime pagine dei giornali trova posto un’altra vicenda «scandalistica» per quei tempi: la popolare cantante Mina mette al mondo una bambina senza essere sposata. Scandali che oggi possono far sorridere ma se riportati a quegli anni danno la misura di quanto la società stesse, per la prima volta, confrontandosi con modelli di comportamento ben diversi da quelli tipici del mondo rurale. Per dare un’idea dell’inflessibilità di quegli anni basti dire che il 1960 è anche l’anno in cui la censura italiana colpisce, implacabile e cieca, capolavori del cinema: «La Dolce Vita» di Federico Fellini (il 20 maggio al Festival cinematografico di Cannes il film vince la «palma d’oro»), «Rocco e i suoi fratelli» di Luchino Visconti, «L’Avventura» di Michelangelo Antonioni, «La giornata balorda» di Mauro Bolognini e «Psyco» di Alfred Hitchkock. Tutti, se non sequestrati, vengono tagliati o messi all’indice dai giornali del tempo. Nell’autunno del 1960, forte di un successo commerciale senza precedenti (quasi un milione di vetture vendute), Fiat presenta la seconda serie della «600». Contraddistinta dalla sigla «D», la nuova versione debutta in anteprima mondiale al Salone Internazionale di Parigi e, rispetto alla prima serie, presenta numerose modifiche sia alla meccanica sia alla carrozzeria. Innanzitutto, la cilindrata del motore viene maggiorata da 633 a 767 cm3 (la potenza è ora di 29 CV a 4.800 giri/min), così come l’alesaggio e la corsa aumentano rispettivamente di 2 mm e di 7,5. Inoltre, il propulsore adotta l’inedito carburatore Weber 28 ICP (o Solex C 28 PIB 2), un nuovo albero a gomiti, bielle allungate e valvole maggiorate. Migliorie tecniche che permettono alla Fiat 600 D di raggiungere una velocità massima di 110 km/h (contro i 95 km/h della prima serie) e di superare comodamente una pendenza massima del 30% (+ 3% rispetto alla versione del 1955). Il tutto mantenendo praticamente invariato il consumo medio: dai precedenti 5,7 ai 5,8 litri di benzina per 100 chilometri. In più, la Fiat 600 D propone per la prima volta l’avviamento elettromagnetico con chiave (scompare la levetta sul tunnel), i deflettori regolabili e una griglia di raffreddamento del vano motore di maggiori dimensioni. All’interno, poi, la strumentazione offre un inedito tachimetro (portato a 120 km/h) e una diversa posizione delle spie. Il prezzo sale così a 640.000 lire quando lo stipendio di un operaio è di circa 47.000 lire e l’industria occupa quasi il 41% dei lavoratori italiani. Siamo ormai nel «boom economico»: il 50% delle famiglie italiane possiede un televisore, un frigorifero (58%), una lavatrice (25%) e un’automobile (secondo l’ACI nel gennaio 1960 le vetture immatricolate sono 731.182 contro 473.833 registrate nello stesso periodo del 1959, quindi con un incremento del 54,5%). Un benessere dietro il quale si cela una vera e propria fuga dalle campagne alla città: Torino, Milano e Genova sono i vertici del triangolo industriale italiano. Intanto, mentre negli Stati Uniti viene eletto John Fitzgerald Kennedy, il russo Gagarin e l’americano Shepard danno inizio alla conquista dello spazio. Così come gli occhi di tutto il mondo sono puntati il 25 agosto sulla città di Roma che ospita la XVII edizione dei Giochi olimpici. E per l’evento sportivo Fiat mette a disposizione dell’organizzazione alcune Fiat 600 Multipla. Passiamo, quindi, al 1963 quando si conclude il piano di raddoppio della produzione a Mirafiori (iniziato cinque anni prima) e i dipendenti alla Fiat sono ormai oltre 100.000. Lo 4 di 6 stesso anno muore il Papa Giovanni XXIII e il 22 novembre, a Dallas, viene assassinato J.F. Kennedy. Intanto, negli stessi anni, sono oltre 10 mila le piccole aziende che lavorano per Fiat e che partecipano anche alla realizzazione della Fiat 600 D: nel 1964, in base alle nuove norme del Codice della Strada, il modello propone le portiere con apertura controvento. Sulle strade italiane circolano quasi 5 milioni e mezzo di automobili quando, il 15 luglio del 1965, viene inaugurato il Traforo del Monte Bianco: quasi 12 chilometri che uniscono Francia e Italia. Nello stesso anno, al Salone di Torino, Fiat presenta la 600 nella versione denominata «fanalona», per via dei proiettori anteriori maggiorati, che presenta un nuovo fregio sul frontale e i paraurti in gomma, oltre ad eliminare le cromature sulle fiancate. È l’ultima novità di un modello che esce di produzione il 18 maggio 1969, lasciando definitivamente il posto alla nuova Fiat 850: in quindici anni sono state prodotte oltre 2 milioni 604 mila esemplari di Fiat 600. ### SCHEDA TECNICA Fiat 600 (1955 – 1960) MOTORE Posteriore longitudinale; 4 cilindri in linea; 633 cm3; alesaggio e corsa 60x56 mm; rapporto di compressione 7:1; potenza massima 21,5 CV a 4.600 giri/min; coppia massima 4 mgk a 2.800 giri/min; distribuzione a 2 valvole in testa allineate; albero a camme laterale; alimentazione con carburatore monocorpo invertito Weber 22 DRA; accensione a spinterogeno TRASMISSIONE Trazione posteriore, frizione monodisco a secco, cambio a 4 rapporti + retromarcia STERZO Vite e settore elicoidale FRENI A tamburo sulle 4 ruote con comando idraulico; freno a mano sulla trasmissione SOSPENSIONI Anteriori ruote indipendenti, balestra trasversale, bracci trasversali oscillanti, ammortizzatori idraulici. Posteriori ruote indipendenti, bracci trasversali inclinati oscillanti, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici RUOTE E PNEUMATICI Cerchi in lamiera 3.5”x12”, pneumatici 5,20-12 DIMENSIONI E PESI lunghezza larghezza altezza passo carreggiata ant. carreggiata post. peso in ordine di marcia 3.215 1.380 1.405 2.000 1.144 1.154 mm mm mm mm mm mm 590 kg VELOCITÀ MASSIMA 95 km/h 5 di 6 SCHEDA TECNICA Fiat 600 D (1960 – 1969) MOTORE Posteriore longitudinale; 4 cilindri in linea; 767 cm3; alesaggio e corsa 62x63,5 mm; rapporto di compressione 7,5:1; potenza massima 29 CV a 4.800 giri/min; coppia massima 5 mgk a 2.800 giri/min; distribuzione a 2 valvole in testa allineate; albero a camme laterale; alimentazione con carburatore monocorpo invertito Weber 28 ICP o Solex C28 PIB2; accensione a spinterogeno TRASMISSIONE Trazione posteriore, frizione monodisco a secco, cambio a 4 rapporti + retromarcia STERZO Vite e settore elicoidale FRENI A tamburo sulle 4 ruote con comando idraulico; freno a mano sulla trasmissione SOSPENSIONI Anteriori ruote indipendenti, balestra trasversale, bracci trasversali oscillanti, ammortizzatori idraulici. Posteriori ruote indipendenti, bracci trasversali inclinati oscillanti, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici RUOTE E PNEUMATICI Cerchi in lamiera 3.5”x12”, pneumatici 5,20-12 DIMENSIONI E PESI lunghezza larghezza altezza passo carreggiata ant. carreggiata post. peso in ordine di marcia 3.292 1.380 1.405 2.000 1.150 1.160 mm mm mm mm mm mm 605 kg VELOCITÀ MASSIMA 110 km/h [testo: Fiat Auto Press, illustrazioni: Fiat Auto Press, Virtual Car] 6 di 6