SERVIZI TERRITORIO SRL Esperienze, Metodi e Applicazioni: Monitoraggio delle grotte-­‐ghiacciaia sulla Grigna Settentrionale Il microclima delle grotte-­‐ghiacciaia sulla Grigna Settentrionale (Alto Bregai) Un’esperienza di monitoraggio ipogeo LE GROTTE-­‐GHIACCIAIA. Più o meno tutt* sappiamo cosa sono le grotte, e la maggior parte di noi ne ha visitata una. Ma non sono molte le persone che possono vantare l’esperienza d’aver visto di persona una grotta ghiacciaia. Eppure, le grotte-­‐ghiacciaia sono molto comuni! Indubbiamente, sono uno degli ambienti più interessanti del mondo: dato che i loro depositi di ghiaccio non possono spostarsi (al massimo si fondono), le grotte-­‐ghiacciaia sono una sorta di archivio storico naturale. Analizzando le carote di ghiaccio è possibile risalire all’indietro nel tempo, sino all’era dei Romani e a volte anche prima, e comprendere la composizione dell’atmosfera in tempi remoti. PERCHÉ PROPRIO IN GRIGNA? Quasi nessun abitante dell’area intorno a Milano sa che la Grigna è sede – per il momento – di una delle manifestazioni di glacialismo ipogeo più importanti al mondo. La grotta-­‐ghiacciaia più famosa, già conosciuta e descritta da Leonardo da Vinci, è la Ghiacciaia del Moncodeno: da lì, in passato, il ghiaccio era estratto a mano e trasportato sino a Lecco. Oggi la Ghiacciaia del Moncodeno è quasi priva di depositi di ghiaccio, ma più in alto, nella zona a doline del Bregai, tra le molte centinaia di pozzi e grotte più di 180 contenevano, nel 2006, depositi di neve pressata e/o ghiaccio. Negli ultimi anni i depositi ipogei di ghiaccio hanno manifestato una tendenza generale all’ablazione, come tutti i ghiacciai alpini. Ma nel 2012, gli speleologi entrati nella grotta LO LC 1650 in occasione del 5° Workshop Internazionale sulle Grotte Ghiacciaia, a fine estate, hanno trovato una piccola stalattite di ghiaccio. Che l’anno precedente non c’era… IMPORTANTI, NON SOLO INTERESSANTI. Le grotte-­‐ghiacciaia del Moncodeno non sono solo archivi naturali di informazioni sull’atmosfera (e l’inquinamento) delle epoche storiche passate. Sono anche, forse più prosaicamente ma certo di utilità immediata, riserve d’acqua. Gli ambienti montani sono molto aridi, e l’acqua conservata nei ghiacci in ambiente subaereo (nevai, ghiacciai) e sotterraneo (ghiaccio ipogeo, permafrost) costituisce una risorsa di importanza vitale per chi vi abita. In più il permafrost, un parente molto stretto del ghiaccio ipogeo, contribuisce alla stabilità dei versanti – come testimoniano le frane di roccia catastrofiche degli ultimi anni sulle Alpi, dovute proprio in buona parte allo scongelamento del permafrost. Motivi in più per comprendere e tutelare. E, dato che come diceva lord Kelvin senza misura non c’è alcuna reale conoscenza, per monitorare. METEOROLOGIA IN GROTTA? Bé, sì, è un po’ un controsenso. In grotta (e le grotte ghiacciaia non fanno eccezione) di circolazione d’aria non è che ve ne sia proprio moltissima. Ogni tanto si avverte un alito di vento, ma tutto lì. Quindi, scendere in una grotta, tirare dei cavi, perturbarne il delicatissimo ambiente, e metterci un “volgare” anemometro a coppe avrebbe davvero poco senso… A ciò va aggiunto che nelle grotte la temperatura e l’umidità variano alquanto poco: i termometri usati per applicazioni più “normali” avrebbero, con la loro risoluzione limitata, ben poco da dire. Eppure, è proprio il microclima che determina se in una grotta il ghiaccio potrà depositarsi ed accrescersi, o meno. Tanto per rendere le cose un po’ più interessanti, dobbiamo prendere in seria considerazione la possibilità che una parte dei flussi di energia e di massa possano avvenire per diffusione turbolenta: in altri termini, l’ambiente delle grotte-­‐ghiacciaia è sede di una propria micro-­‐meteorologia, e che questa sia importante ai fini della sua evoluzione. e-­‐mail: [email protected] web: http://www.serviziterritorio.it tel: 02-­‐6125677 fax: 02-­‐66016561 SERVIZI TERRITORIO SRL Esperienze, Metodi e Applicazioni: Monitoraggio delle grotte-­‐ghiacciaia sulla Grigna Settentrionale IL MONITORAGGIO DELL’AMBIENTE IPOGEO NELLE GROTTE-­‐GHIACCIAIA. Microclima e micro-­‐meteorologia rendono le grotte-­‐ghiacciaia un caso molto particolare per il monitoraggio. Servizi Territorio srl ha collaborato con l’Università di Milano Bicocca (Dipartimento di Scienze della Terra) per mettere a punto un sistema di misura capace di “dire cose” su un ambiente così speciale – e delicato. Il primo passo è stato trovare i due siti di misura. La scelta, compiuta tenendo presenti le caratteristiche ambientali e la stori dei monitoraggi precedenti, è caduta sulle due grotte LO LC 1650 e LO LC 1592, al margine dell’Alto Bregai, in una delle zone maggiormente carsificate di tutto il Mondoceno La soluzione tecnica trovata ha comportato l’installazione di un anemometro ultrasonico triassiale a ridosso del deposito di ghiaccio principale, nonché di numerosi punti di misura di temperatura in ghiaccio e in roccia. La raccolta dei dati è stata eseguita impiegando una rete di data-­‐logger Campbell CR-­‐10 (al tempo, il sistema Meteoflux Core non era ancora disponibile), interconnessi a formare una sorta di “sistema nervoso a gangli” dell’intera grotta. UN ASPETTO NON TRASCURABILE… L’ambiente carsico del Moncodeno suscita un senso di riverente meraviglia, soprattutto quando se ne apprezzino le dimensioni immani, e la varietà – sia nelle sculture fantastiche dell’erosione e della dissoluzione, che nella biodiversità assolutamente inimmaginabile dei suoi abitanti. È anche, col suo aspetto apparentemente lunare, uno dei terreni più severi che si possano concepire. La densità delle doline (studiate una per una dal prof. Alfredo Bini, praticamente in tutta una vita di studio) arriva in alcuni punti a dieci per ettaro – e molte sono in realtà dei pozzi verticali impressionanti. Ciò rende le operazioni in campo, diciamo, “leggermente complesse”. Che, poi, queste siano necessarie è un po’ nella natura delle cose: le grotte del Moncodeno sono principalmente pozzi verticali che evolvono per crollo progressivo della volta. Ciò vuol dire che l’ambiente che gli speleologi percepiscono come assolutamente immoto e pacifico sia in realtà di tanto in tanto interessato da “piccole catastrofi”, come la caduta di sassi o blocchi di ghiaccio. E gli speleologi dopo qualche ora escono dalla grotta, mentre gli strumenti stanno lì. Inevitabile che qualcuno di loro ogni tanto sia colpito e danneggiato. Per paragone, le stazioni “meteorologiche” ALSEP installate sulla Luna nei siti di atterraggio del programma Apollo si sono trovate ad operare in una situazione infinitamente più tranquilla: si sono “esaurite” anni dopo la messa in funzione, senza che nemmeno il più piccolo micrometeorite le avesse sfiorate. ENERGIA! L’area del Moncodeno, esposta a Nord, rimane in ombra per alcuni mesi durante l’anno. Ciò ha richiesto una progettazione molto accurata del sistema di alimentazione, nonché dell’uso oculato della corrente elettrica, sino all’ultimo elettrone. Gli accorgimenti presi hanno toccato tutti gli aspetti del sistema, dal dimensionamento delle batterie all’uso partizionato del sistema di comunicazione, all’orientamento dei pannelli nella posizione di massima energia, al sollevamento dei pannelli rispetto alla superficie del suolo per evitare fossero coperti dalla neve. Cosa molto interessante, il sistema ha “retto” per vari anni. e-­‐mail: [email protected] web: http://www.serviziterritorio.it tel: 02-­‐6125677 fax: 02-­‐66016561 SERVIZI TERRITORIO SRL Esperienze, Metodi e Applicazioni: Monitoraggio delle grotte-­‐ghiacciaia sulla Grigna Settentrionale PRIMO: NON NUOCERE. Questo è un principio molto usato in medicina, ma si applica anche alle grotte-­‐ghiacciaia ed a tutti gli ambienti delicati. Quanto “vale” una grotta-­‐ghiacciaia? Nessuno lo sa dire con precisione – anche perché non esiste somma di denaro al mondo capace di ripristinarne una, dopo che sia stata perduta. A noi umani è concesso dare la vita, ma non ricrearla… Una cosa è vera di certo: la strumentazione anche più sofisticata è solo “paccottiglia metallica e plastica” al confronto con le opere della Natura. Quando il monitoraggio termina, deve sparire senza lasciare la minima traccia visibile. Durante la campagna di misura, invece, deve operare senza contaminare l’ambiente. Questi fatti si traducono nella richiesta di minimo impatto sull’ambiente, e facilità nel decommissioning. Che, in Moncodeno come altrove, vanno soddisfatte caso per caso. e-­‐mail: [email protected] web: http://www.serviziterritorio.it tel: 02-­‐6125677 fax: 02-­‐66016561 
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