Lezione 4
Tecnopatie dell’arto inferiore
Giuseppe M. Peretti
Istituto Ortopedico Galeazzi, Milan, Italy
Univ ersità degli Studi di Milano, Italy
Tecnopatie dell’arto inferiore: anca a scatto; ginocchio
del corridore; ginocchio del ciclista, ginocchio del
saltatore; (distorsioni di ginocchio); shin splint; tennis
leg; (distorsione di caviglia); piede del calciatore; turf toe
Giuseppe M. Peretti
[email protected]
INTRODUZIONE ALLA
ANATOMIA DEL
CINGOLO PELVICO
3
1
IL CINGOLO
PELVICO
le funzioni
la struttura
le componenti ossee
gli elementi di connessione
il movimento ; la componente muscolare
Una visione d’insieme
4
...LE FUNZIONI:
Orientare l’arto inferiore in tutte le
direzione dello spazio
….di sostegno del peso del
corpo e di locomozione
Ala iliaca
Ischio
Pube
6
2
Visione anteriore
Ala iliaca
Sincondrosi sacro iliaca
Sacro-cocige
Branca
ischio
pubica
Sinfisi pubica
Branca ileo
pubica 7
Visione posteriore
Ala
Alailiaca
iliaca
Sacro-cocige
Branca
ischio
pubica
Branca ileo
pubica 8
Testa f emorale
Cotile o acetabolo
Collo f emorale
Regione
trocanterica
CRESTA INTERTROCANTERICA
FOSSA TROCANTERICA
9
3
Cotile o
acetabolo
Testa femorale
Regione
trocanterica
10
Spina iliaca
antero
superiore
Spina iliaca antero
inferiore
P Trocantere
G Trocantere
Tuberosità glutea
11
Alcune inserzioni muscolari
• SIAS
M. sartorio
M. Tensore della fascia lata
• SIAI
M. Retto f emorale
• G TROCANTERE
M. Medio gluteo
M. Piccolo G luteo
• P TROCANTERE
M. Ileopsoas
12
4
41°
Antiversione
di 10°
Inclinazione tetto acetabolare
13
60°
Neonato
56°
47°
6 mesi
10 anni14
126°
Angolo cervico diafisario
15
5
150°
120°
15 anni
3 settimane
16
Il femore è
osservato
dall’alto
Antiversione
collo
fem orale
Asse
trasv ersale
che passa
per i condili
14°
Asse del
collo
17
...ELEMENTI di
CONNESSIONE:
L’anca è una enartrosi a
solido incastro costituita
da
bacino (cotile)
epifisi prossimale femore
( testa femorale )
18
6
Anca presenta una
importante stabilità
intrinseca per la sua
conformazione
ossea
19
Legamento pubo femorale
Legamento
ileo
femorale
Legamento della testa
femorale ( leg. rotondo)
Leg. ischio femorale
20
MOVIMENTI DELLA
COXO FEMORALE
21
7
Il movimento di adduzione dell’anca porta
l’arto inferiore in dentro e lo avvicina al
piano di simmetria del corpo (linea
mediana)
non esiste in effetti una adduzione pura (gli arti
inferiori sono a contatto fra di loro) ma una
adduzione combinata con l’estensione dall’anca e
una adduzione combinata con la flessione
dell’anca
Può esistere inoltre un adduzione combinata con
l’abduzione dell’anca contro laterale
22
ADDUZIONE
30°
23
Adduzione
M. adduttori
(Grande adduttore
Medio adduttore / lungo
Piccolo adduttore)
M. pettineo
24
8
L’abduzione dell’anca porta l’arto inf. in
fuori e lo allontana dal piano di
simmetria del corpo
In pratica l’abduzione attiva di un’anca si
accompagna sempre alla abduzione
automatica dell’anca contro laterale
Passivamente è possibile raggiungere 130°
Non si tratta di una abduzione pura perché
questo posizione è permessa solo da una
flessione dell’anca e da un aumento della
lordosi lombare ( iper lordosi )
25
Abduzione pura30°
Abduzione delle due
anche 90°
26
Abduzione attiv a
M.Medio Gluteo
M. Piccolo Gluteo
Abduzione passiv a
27
9
La flessione attiv a dell’anca è meno
ampia della flessione passiv a
attiv a 90°
passiv a > 120°
Sia la flessione passiva che la flessione
attiva sono più ampie a ginocchio flesso
perché i muscoli posteriori della coscia, nella
flessione di ginocchio, si rilasciano
La flessione passiva è aumentata dalla
rotazione all’indietro del anca (appiattimento
della lordosi lombare)
28
Flessione :
attiva e passiva
.a ginocchio esteso
.a ginocchio flesso
•m. ileo psoas
•m. sartorio
•m. vasto anteriore
•m. tensore della fascia
lata
90°
120°
145°
29
Flessione attiva
M Ileo Psoas
M Sartorio
M. Vasto Anteriore
M. Tensore della fascia lata
30
10
Flessione
31
L’estensione attiva
è meno ampia di quella passiva
è più ampia a ginocchio esteso che a
ginocchio flesso ( i muscoli estensori
dell’anca che flettono anche il ginocchio
hanno perso la loro efficacia flettendo il
ginocchio)
L’estensione passiva
arriva a 20°nell’ affondo a 30°quando l’arto è
fortemente tirato indietro
aumentata notevolmente con la rotazione in
avanti del bacino ( iper lordosi lombare )
32
m. grande gluteo
m.semimembranoso
m.semitendinoso
m. bicipite
10°
20°
Attiv a
Estensione
Passiv a
20°
30°
33
11
Estensione attiva
M. Grande gluteo
M.Semitendinoso
M Bicipite Femorale
M Semimembranoso
34
Estensione
35
I mov imenti di rotazione si effettuano
intorno all’asse meccanico dell’arto
inferiore
Soggetto in ortostatismo
Rotazione interna il mov imento
che porta la punta del piede in
dentro
Rotazione esterna il mov imento
che porta la punta del piede in
fuori
36
12
I mov imenti di rotazione si effettuano
intorno all’asse meccanico dell’arto
inferiore
Soggetto seduto ad anca flessa
Rotazione interna il mov imento
che porta la gamba in fuori
Rotazione esterna il mov imento
che porta la gamba in dentro
37
Rotazione
esterna
Rotazione
interna
Rotazione
esterna
Rotazione
interna
38
Rotazione esterna attiva
M. grande Gluteo
M. piccolo e me dio Gluteo (fasci post.)
M. Psoas
M. adduttori
M. Piriforme
Piccolo
Grande
Medio
M. Q uadrato del femore
M. Gemelli
39
13
Rotazione interna attiva
M Piccolo Gluteo
M Grande adduttore fasci anteriori
M. Medio gluteo
( fasci anteriori)
40
ANCA A SCATTO
Sensazione di scatto alla flessione dell’anca,
tale condizione può associarsi spesso alla
presenza di coxalgia (dolore all’anca). Tipica
di chi pratica arti marziali.
ANCA A SCATTO
Non riguarda sempre direttamente l’articolazione ma è
dovuta allo scivolamento di masse muscolari su salienze
ossee extra-articolari
Esistono:
- Anca
- Anca
- Anca
- Anca
a scatto laterale
a scatto anteriore
a scatto posteriore (molto rara)
a scatto intra-articolare
Può essere dovuta alla presenza di osteofiti o
incongruenza dei capi articolari di solito nelle persone più
anziane
14
ANCA A SCATTO LATERALE
scorrimento della fascia lata sul trocantere
causata da - borsiti/infiammazioni della fascia lata
- anomalie del trocantere
ANCA A SCATTO ANTERIORE
scorrimento del muscolo ileo-psoas
sull’eminenza ileo-pettinea, causata da una
tenosinovite del muscolo
ANCA A SCATTO INTRA-ARTICOLARE
Può essere causata dalla presenza di osteofiti,
incongruità articolari in caso di artrosi lieve o
avanzata; corpi mobili intra-articolari;
impingement dell’articolazione dell’anca
15
DIAGNOSI ANCA A SCATTO
prettamente clinica, confermata dalla
riproducibilità dello scatto mediante manovre
cliniche
DIAGNOSI ANCA A SCATTO
La radiografia è l'esame di primo livello nell'anca a
scatto, perché permette di escludere l'esistenza di
dismorfismi ossei e di cause intra-articolari grossolane
(come una condromatosi o un corpo mobile calcifico)
Se l'esame obiettivo del malato ha condotto al sospetto
di una forma extra-articolare, l'ecografia statica e
dinamica (cioè durante l'esecuzione del movimento che
produce lo scatto) consente di identificare con certezza
la struttura che scatta (fascia lata o ileopsoas).
Se l'esame obiettivo orienta invece verso una forma
intra-articolare, esami altamente specifici quali la TAC e
la artro-RMN sono indicati per valutare la presenza di
distacchi labrali, corpi mobili piccoli o non radio-opachi.
TRATTAMENTO ANCA A SCATTO
Il trattamento si effettua solo se lo scatto si
accompagna a dolore, e consiste in terapie
fisiche ed antiinfiammatorie per la risoluzione
dei quadri teno-sinovitici.
Trattamento chirurgico
indicato ove il processo
infiammatorio provochi
retrazioni tendinee
oppure nell’anca a
scatto intra-articolare
16
TRATTAMENTO ANCA A SCATTO
L'anca a scatto extra-articolare richiede essenzialmente un trattamento
kinesiterapico finalizzato ad allungare le strutture che scattano: una volta
detese, anche lo scatto si risolverà. Gli esercizi di stretching della fascia
lata sono dunque indicati nelle forme esterne, mentre quelli di stretching
dell'ileopsoas sono indicati nelle forme interne. In caso di borsite
associata, riposo, borsa del ghiaccio efarmaci
antiinfiammatori permetteranno di alleviare i sintomi. A volte un'infiltrazione
cortisonica intrabursale è necessaria per "spegnere" l'infiammazione locale
e permettere una migliore riabilitazione. Solo eccezionalmente si ricorre alla
chirurgia per sopprimere uno scatto refrattario ad ogni terapia incruenta: in
questo caso la detensione del tendine o della fascia troppo contratta
permette di eliminare il disturbo. La maggior parte di questi interventi può
essere convenientemente eseguita in artroscopia.
Nelle rare forme intra-articolari l'indicazione è sempre chirurgica:
l'artroscopia oggi permette di rimuovere la maggior parte dei corpi mobili in
modo veramente mini-invasivo. Solo pochissimi casi richiedono ancora un
intervento chirurgico tradizionale.
ESERCIZI PER LA
RIABILITAZIONE DELL’ANCA
Esercizi di flesso-estensione
dell’anca in un primo momento a
ginocchio flesso poi a ginocchio
esteso
Esercizi di abduzioneadduzione controllati
Esercizi di
potenziamento
muscolare contro
resistenza
STRETCHING DELL’ILEOPSOAS
17
STRETCHING DEL TENSORE
DELLA FASCIA LATA
SINDROM E DELLA BENDELL ETT A
ILEO-TIBIAL E
Patologia tipica dei mezzofondisti, consiste
nell’infiammazione della porzione distale
dell’inserzione del tendine del muscolo tensore della
fascia lata.
SINDROM E DELLA BENDELL ETT A
ILEO-TIBIAL E
• Detta anche «ginocchio del corridore».
• Questa struttura gioca un ruolo molto importante
nella biomeccanica del ginocchio in quanto
stabilizzatore del comparto laterale.
18
BENDELL ETTA ILEO-TIBIAL E
SINDROM E DELLA BENDELL ET TA
ILEO-TIBIAL E
Durante il movimento della corsa si ha uno
scorrimento continuo del tendine sul condilo
femorale esterno (ginocchio flesso di circa 3040°).
SINDROM E DELLA BENDELL ET TA
ILEO-TIBIAL E
• Alle v olte il passaggio della benderella sopra il
condilo può dare v eri e propri scatti, tale
sollecitazione continua inf iamma e irrigidisce il
tendine.
19
SINDROM E DELLA BENDELL ET TA
ILEO-TIBIAL E
Cause di insorgenza:
- calzature non idonee
- terreni troppo duri e accidentati
- deviazioni assiali in varo del ginocchio
- anomalie del condilo femorale
(es: post trauma)
SINDROM E DELLA BENDELL ET TA
ILEO-TIBIAL E
Si manifesta con dolore alla palpazione del comparto
laterale del ginocchio, con dolore alla corsa e
sensazione di scatto ad ogni passo.
Col tempo si hanno progressive retrazioni fibrotiche
del tendine.
TRATTAMENTO DELLA
SINDROM E DELLA BENDELL ETTA
ILEO-TIBIAL E
Consiste nell’astensione dalla corsa per 1-2
mesi, terapia antiinfiammatoria e crioterapia
nei primi giorni di esordio.
20
PROGRAMMI RIABILITATIVI
SPECIFICI
• stretching del grande gluteo
• stretching del tensore della
fascia lata
così da diminuire la tensione
del loro tendine comune
STRETCHING DEL GRANDE
GLUTEO
stretching del grande gluteo
STRETCHING DEL TENSORE
DELLA FASCIA LATA
stretching del tensore della fascia lata
21
PROGRAMMI RIABILITATIVI
SPECIFICI
Molto utile può essere anche il rinforzo dei
muscoli piccolo e medio gluteo oltre al
tensore della fascia lata.
PROGRAMMI RIABILITATIVI
SPECIFICI
rinforzo dei muscoli ischio-crurali, adduttori e quadricipite e
cioè rispettivamente dei muscoli posteriori, interni e
anteriore della coscia.
potenziamento del vasto laterale del
quadricipite, degli abduttori ed extrarotatori
dell’anca e dei gemelli del polpaccio.
PROGRAMMI RIABILITATIVI
INDIVIDUALI
Correggere eventuali eterometrie degli arti inferiori
attraverso l’uso di una soletta di rialzo calcaneare
22
TUTORI SPECIFICI
Fascia di compressione della bendelletta ileo-tibiale
RIPRESA SPORTIVA
• La ripresa progressiva dell’allenamento deve avvenire
su di un terreno piano e morbido, con calzature adeguate
(eliminando scarpe da corsa usurate).
• In caso di ginocchio varo sarebbe utile effettuare un
Test Baropodometrico per posizionare un plantare
adeguato. (Per prevenire le recidive è utile lo stretching
della fascia lata)
RIPRESA SPORTIVA
Valutare le condizioni del terreno di allenamento;
nel caso in cui vi sia una lieve pendenza, sui bordi
esterni della strada, è consigliato correre sul bordo
facendo il percorso sempre dallo stesso lato sia
all’andata che al ritorno. Stesso discorso se ci si
allena in pista, o percorsi che presentano curve,
variare sempre il senso di corsa…
23
RIPRESA SPORTIVA
Da notare che sostituire temporaneamente la
corsa con sport alternativi come la bici può
essere controproducente perché aumentano di
numero le sollecitazioni sul ginocchio
addirittura a gradi di flessione maggiore.
INTRODUZIONE ALLA
ANATOMIA DEL
GINOCCHIO
Visione anteriore
24
Visione laterale
Visione mediale
25
Visione posteriore
Rotula
Gola intercondiloidea
Condilo
laterale
mediale
Femore
Il ginocchio e la sua
stabilità………….
26
Stabilità perfetta in ogni
circostanza nonostante lo
scarso contatto esistente fra le
superfici articolari:
*forma dei componenti
ossei
*robustezza ed architettura
dei mezzi di unione
*controllo dinamico
muscolare
Condilo
femorale
esterno
Condilo
femorale
interno
Legamento
collaterale
laterale
Legamento
collaterale
mediale
menischi
Legamenti
crociati
Perone
Condilo
femorale
interno
Condilo
femorale
esterno
menischi
Legamenti
crociati
27
Legamento
collaterale
mediale
Legamento
collaterale
laterale
Legamento
crociato
posteriore
Legamento
crociato
posteriore
I legamenti collaterali sono tesi
durante la estensione e sono
detesi durante la flessione
assicurano la stabilità del
ginocchio
in estensione
28
Legamento collaterale mediale
Legamento collaterale mediale
I legamenti crociati
assicurano al stabilità
antero - posteriore del
ginocchio
29
Legamento crociato anteriore
Legamento crociato posteriore
Menischi
Elem enti fibro-cartilaginei
(giunti elastici) che
com pensano la non perfetta
corrispondenza fra le superfici
articolari fem orale
(sferiche) e tibiale (piatte) e
trasm ettono le sollecitazioni
pressorie fra fem ore e tibia
30
Legamento
crociato
posteriore
Menisco
mediale
Menisco
laterale
Legamento
crociato
anteriore
I m uscoli gem elli che
sono m uscoli flessori
si oppongono al
cassetto posteriore
31
Il m uscolo bicipite;
antivarizzante in estensione
diviene flessore e rotatore
esterno
Muscoli della zampa d’oca: sartorio
gracile e semitendinoso
Antivalgizzanti in estensione
divengono flessori e rotatori
interni nel corso della flessione
bloccano il com parto m ediale in
rotazione interna
“zampa d’oca”
96
GINOCCHIO DEL CICLISTA
Condropatia femoro-rotulea spesso associata
a tendinite inserzionale del quadricipite o
dei muscoli della zampa d’oca.
32
GINOCCHIO DEL CICLISTA
Durante la pedalata la rotula agisce da fulcro a
diversi muscoli (primo fra tutti il quadricipite)
Viene pertanto posta sotto stress compressivo
l’articolazione femoro rotulea, creando così un
danno alla cartilagine articolare
GINOCCHIO DEL CICLISTA
Tale patologia può essere favorita da:
- alterazioni dell’asse di scorrimento della
rotula
- deviazioni dell’asse femoro-tibiale
- posizione errata sulla bicicletta (sellino
troppo basso)
33
GINOCCHIO DEL CICLISTA
GINOCCHIO DEL CICLISTA
Terapia conservativa
• Riposo
• Trattamento farmacologico
• Correzione della postura durante la
pedalata
Se la sindrome insorge a causa di
deviazioni assiali dell’asse femoro-rotuleo e
femoro-tibiale, è opportuno ricorrere ad
interventi chirurgici di riallineamento.
GINOCCHIO DEL CICLISTA
Terapia conservativa
• Esercizi di stretching
• Riallineamento tramite rinforzo muscolare
• Taping e/o ginocchiere specifiche
• Terapie fisiche (ghiaccio, laser, Tecar,
ultrasuoni)
34
GINOCCHIO DEL CICLISTA
Terapia conservativa
Principali esercizi riabilitativi:
• Alzate a gamba tesa
• Abduzioni e adduzioni a gamba tesa
• Estensioni del ginocchio
• Esercizi di propiocezione
GINOCCHIO DEL CICLISTA
Ortesi
GINOCCHIO DEL CICLISTA
Approfondimenti diagnostici
• Studio dell’allineamento del sistema
estensore con TAC mirata TA-GT
• Studio della cartilagine con RMN
35
GINOCCHIO DEL CICLISTA
Terapia chirurgica
• Lateral release
• Riallineamento distale
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Tendinopatia che colpisce l’apparato
estensore del ginocchio, in particolare il
tendine rotuleo.
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Molto comune in chi pratica sport quali il
basket, la pallavolo e le specialità di salto
dell’atletica leggera.
36
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Il meccanismo alla base di tale patologia
consiste nella brusca estensione del
ginocchio flesso.
La ripetizione continua di questi movimenti
stressa l’apparato estensore del ginocchio
che reagisce infiammandosi.
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Possono favorire l’insorgenza di tale
patologia:
- alterata biomeccanica dell’arto inferiore
- terreni di gioco eccessivamente rigidi
- familiarità
- allenamenti troppo intensivi
37
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Sintomatologia
Si manifesta elettivamente con dolore
in corrispondenza dell’apparato
estensore del ginocchio.
Tre stadi:
1) Dolore durante attività sportiva
2) Dolore anche a riposo
3) Dolore intenso con rischio di rotture
tendinee
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Terapia
Il trattamento nella prima fase si limita al riposo,
all’applicazione di ghiaccio ed antiinfiammatori
locali, e ad eventuali terapie fisiche.
Nella seconda fase è utile un’astensione
prolungata dall’attività agonistica e l’utilizzo di
terapie antiinfiammatorie a dosaggio pieno.
Qualora le terapie conservative non rechino
beneficio, può essere utile ricorrere ad
interventi chirurgici.
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Terapie fisiche
•Laserterapia
•Tecarterapia
•Ionof oresi
•Onde d’urto
38
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Trattamento chirurgico
•Scarificazione artroscopica
•Chirurgia aperta
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Esercizi di riabilitazione
39
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Esercizi di riabilitazione
Contrazioni isometriche del
quadricipite: seduti a terra, con la
gamba inf ortunata distesa e
aderente al terreno, l'altra piegata,
spingere verso il terreno il
ginocchio infortunato contraendo il
quadricipite. Mantenere per 10
secondi, rilassarsi e ripetere 3
volte.
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Esercizi di riabilitazione
Estensione completa della gamba:
seduti sul bordo di una sedia
appoggiandosi con le mani,
ginocchia flesse a 90°, raddrizzare
lentamente soltanto il ginocchio
colpito da tendinite estendendolo
completamente. Mantenere per 5
secondi, ritornare lentamente nella
posizione iniziale e ripetere 6 volte.
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Esercizi di riabilitazione
Estensione del ginocchio contro
resistenza: in piedi, con le mani
appoggiate alla sedia, a un tavolo o alla
spalliera, fissare l'estremità di un elastico
al supporto (ad es. una gamba della
sedia) e l'altra dietro il ginocchio da
riabilitare. Fare un passo in dietro per
mettere in tensione l'elastico. Tenendo
l'altro arto teso flettere leggermente il
ginocchio infortunato (30-45°), fermarsi
ed estendere il ginocchio contraendo i
muscoli della coscia. Ripetere 10 volte.
40
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Esercizi di riabilitazione
Mezzo squat: in piedi, mani lungo i
f ianchi, piedi alla larghezza della
spalle con le punte ruotate verso
l'esterno di 30°. Piegare entrambe
le ginocchia di 45 gradi, spingere
sui talloni contraendo i muscoli
della coscia e tornare nella
posizione di partenza. Ripetere 10
volte.
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Esercizi di riabilitazione
Step su e giù: salire su un gradino di 5
cm utilizzando l'arto infortunato, poi
scendere lentamente fino ad appoggiare
il tallone (non le dita) dell'altro piede.
Sollevarsi verso l'alto facendo forza sul
tallone dell'arto dolente e ripetere.
Durante la flessione il ginocchio
infortunato non deve mai superare la
proiezione verticale della punta del
piede. L'altezza del gradino andrà
aumentata progressivamente seduta
dopo seduta (10-15-20 cm).
41
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Esercizi di stretching
Aggiungere esercizi di stretching per il
quadricipite e per i muscoli posteriori della coscia
G li esercizi di allungamento degli arti inferiori, se
eseguiti all'inizio e al termine degli allenamenti,
sono utili anche per prevenire la tendinite.
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Prevenzione
La tendinite rotulea si previene aumentando il tono
muscolare e l’estensibilità del muscolo quadricipite e
dei tendini ischio-crurali. Occorre quindi una
preparazione atletica mirata al rinforzo simmetrico del
muscolo quadricipite.
Eventuali malallineamenti femoro-rotulei devono
essere corretti con calzature o ortesi, quando possibile.
42
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Prevenzione
Ulteriori misure preventive comprendono:
• correzione di eventuali squilibri muscolari o
articolari
• potenziamento anche della muscolatura non
direttamente coinvolta nel gesto atletico
• esecuzione di un programma di allenamento
razionale, adatto alle proprie caratteristiche fisiche
e che preveda i giusti tempi di recupero.
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Prevenzione
• non esagerare con le attività sportive alternative
alla principale, soprattutto se poco correlate al
gesto atletico
• indossare scarpe comode ed evitare terreni
eccessivamente rigidi, morbidi o sconnessi
• imparare ad ascoltare i segnali che il corpo
trasmette: in particolare è bene non ignorare
dolore e rigidezza locale anche se lieve e
momentanea
GINOCCHIO DEL SALTATORE
ESERCIZI DA EVITARE:
• Affondi (aumenterebbero la flessione del
ginocchio)
• Squat con flessione del ginocchio che superi
i 130°
• Leg extension partendo da un’eccessiva
flessione del ginocchio
• Pressa
43
GINOCCHIO DEL SALTATORE
Ortesi
Rotture dei legamenti del
ginocchio
LA DISTORSIONE DEL
GINOCCHIO
44
Le distorsioni del ginocchio
I traumatismi più frequenti sono le distorsioni.
Si verificano con il completo appoggio del piede al suolo, con una
componente di varo o di valgo che può essere accentuata da un
elemento esterno (il peso di un avversario, ad esempio).
Alcuni sports predispong on o a questo genere di lesioni.
Calcio
Sci
Sports di combattimento
Rugby
Pallacanes tro
Le cause
Segni e Sintomi
•
•
•
•
•
•
Senso di instabilità
Dolore
Perdita antalgica di funzione articolare
Versamento articolare
Ecchimosi
Dolorabilità palpatoria in
corrispondenza delle strutture
capsulolegamentose lese
45
Le distorsioni
•
•
•
•
•
Nella maggioranza
di circa 30°.
Interne
Esterne
LCA
LCP
Combinate
dei casi il trauma si verifica a ginocchio flesso
Ci sono traumi laterali che si verificano in estensione completa o
anche in iperestensione.
Il calcio a vuoto può provocare una rottura isolata del LCA.
I°grado
II°grado
III° grado
Le distorsioni benigne (I grado)
Si parla di distorsione benigna quando c’è un allungamento delle fibre senza
rottura (soprattutto i legamenti collaterali interno o esterno).
Si tratta talvolta di un semplice movimento di lateralità.
Segni clinici delle distorsioni benigne:
- Dolore lungo il tragitto del legamento stirato, più spesso nella sua parte superiore, a
livello dell’inserzione condiloidea, ma anche in basso o nel mezzo.
Stabilire il carattere benigno della distorsione, ovvero provare che non c’è
interruzione della continuità delle fibre legamentose.
- Assenza di lassità interna, ovvero assenza di divaricazione del lato interno nella
manovra di valgo forzato, in estensione e in leggera flessione del ginocchio.
- Assenza di lassità esterna nel varo forzato.
- Assenza di movimento anormale nel cassetto anteriore o posteriore.
46
Verificare l’integrità del menisco interno.
In caso di dubbio:
- Ripetere l’esame a distanza dalla fase dolorosa acuta
- Artroscopia
- La RMN mostra bene i menischi, i legamenti e le cartilagini.
Trattamento delle distorsioni benigne
Si può prescrivere l’impiego di una ginocchiera asportabile a scopo antalgico
per qualche giorno.
I principi del trattamento:
- Trattamento antalgico ed antinfiammatorio.
- Mobilizzazione rapida del ginocchio (rodaggio articolare).
- Ripresa dell'appoggio con la cessazione dei dolori.
- Rinforzo del quadricipite e degli ischio-crurali, allorché possibile.
L’evoluzione è in genere favorevole in 3 settimane, con ripresa dello sport.
Le distorsioni gravi (III grado)
- Rottura di un legamento periferico (media gravità)
- Rottura dei crociati e di altri legamenti (distorsione grave)
Le rotture dei legamenti crociati vengono molto spesso misconosciute
da chi esamina per primo il paziente (per difficoltà dovute alla
sintomatologia o talvolta per ignoranza dei test clinici di rottura), fatto
che spiega molti errori terapeutici.
RIVEDERE A BREVE IL PAZIENTE!!
All’anamnesi viene spesso riferita l’impressione di uno
scricchiolio/strap po ben percepito al momento dell’incident e e di una
lussazione del ginocchio. A volte si ha la sensazione immediata di
instabilità con sensazione di "gamba matta".
Distorsioni interne
I meccanismi sono di solito:
• Valgo-Flessione-Rotazione Esterna:
VALFE (distorsione tipica dello sciatore)
• Valgo puro (trauma su un ginocchio
appoggiato in estensione)
47
Lesioni del compartimento interno
Distorsioni esterne
Varo-flessione-rotazione
interna
VARFI
Iperestensione
Calcio nel vuoto: rottura isolata del LCA
48
Ricercare la lassità degli altri legamenti, segno di rottura
Lassità in Valgo-Flessione Rotazione Esterna
Lassità in Varo-Flessione Rotazione Interna
Cassetto anteriore
VALFE
VARFI
Cassetto posteriore
La rottura del LCA è la lesione
legamentosa più frequente
Bisogna ricercarla in primo
luogo
LCA
LCA normale
Rottura del LCA nella RMN
49
Test per ev idenziare una lassità anteriore
Cassetto anteriore
Lachman test
In flessione
"LACHMAN test" introdotto da TORG 1976
Utilizzato già in Francia da TRILLAT (1963)
Questo test, se positivo, obiettiva:
- Una rottura del LCA se c’è uno spostamento anteriore della tibia
- Una rottura del LCP se c’è uno spostamento posteriore
E’ molto importante saper eseguire i test dinamici destinati a riprodurre
lo scatto tipico e patognomonico della rottura del LCA.
Radiografie dinamiche
Varus
50
ARTROCENTESI
LA LUSSAZIONE DEL
GINOCCHIO
Lussazioni del ginocchio
Lussazione anteriore
Lussazione esterna
51
Le lesioni
La radiografia
Manovra di riduzione
52
Trattamento delle distorsioni benigne (I grado)
• Immobilizzazione breve (antalgica)
• Kinesiterapia precoce
Trattamento delle distorsioni gravi (III grado)
L'immobilizzazione gessata
Permette di ottenere la cicatrizzazione dei legamenti
lesionati, nella speranza di ottenere una riparazione
« termino-terminale" corretta senza lassità residua.
Questo è valido per i legamenti periferici.
Il LCA non cicatrizza quasi mai, probabilmente in ragione
della cattiva vascolarizzazione dei frammenti. Il legamento
necrotizza, soprattutto se le estremità non sono a contatto.
Il LCP cicatrizza meglio.
Il gesso (o ginocchiera bloccata) deve essere tenuto per 45
giorni.
Indicazioni: Le rotture dei legamenti periferici ed anche nel
soggetto anziano e nel soggetto non sportivo (nel quale,
secondo alcuni, si può sopportare una lassità residua). –
Indicazione nostra in tutte le persone non anziane
Per altri pz vedere caso per caso…
Trattamento delle distorsioni gravi
L'immobilizzazione parziale con rieducazione
Si cerca spesso di evitare l’immobilizzazione rigorosa
per troppo tempo per i suoi inconvenienti sulla rigidità
e l’amiotrofia:
- proteggendo con una ginocchiera asportabile e
- rieducando precocemente la flessione.
I legamenti periferici possono così cicatrizzare e il
perno centrale potrà essere ricostruito
secondariamente, in caso di instabilità.
[atteggiamento non da tutti condiviso: meglio
immobilizzazione efficacie e lunga quanto serve per la
riparazione sicura del legamento]
La rieducazione sarà molto importante.
53
Ginocchiere protettrici
ESEMPIO DI RIABILITAZIONE
ARTO INFERIORE
(GINOCCHIO) DOPO
RICOSTRUZIONE LCA
FASE I (post-op - I settim ana)
Obiettivi:
• Riduzione della tumefazione.
• Riduzione del dolore.
• Riduzione dell’infiamm azi on e
Consigli:
• Allettamento o deambulazion e in scarico assoluto
• Ghiaccio locale, compressione
• Contrazione del mm quadricipite (esercizi isometrici)
• Mantenimento del ginocchio a 30° circa di flessione
54
FASE II (I-II settim ane)
Obiettivi:
• Recupero dei ROM.
• Riduzione del dolore.
• Riduzione dell’infiamm azi on e.
• Ritorno alla deambulazio ne in scarico.
Consigli:
• Deambulazio ne con stampelle.
• Compressione e ghiaccio.
• Flessione passiva permessa fino ad un massimo di 120°.
• Recupero tono muscolare con flessione attiva, discesa da scalini in
scarico.
FASE III (II-IV settim ane)
Obiettivi:
• Recupero dei ROM.
• Ritorno alla deambulazio ne.
Consigli:
• Deambulazio ne con stampelle.
• Recupero graduale dell’estensio ne completa attiva.
• Flessione passiva permessa fino ad un massimo di 135°.
• Recupero tono muscolare con esercizi attivi di rinforzo della
muscolatura di coscia e gamba, discesa e salita da scalini in carico
progressivo.
FASE IV (I-II m esi)
Obiettivi:
• Mantenere completa articolarità.
• Ripresa attività normale.
Consigli:
• Deambulazio ne in carico.
• Recupero graduale dell’estensio ne completa attiva.
• Esercizi di propriocezion e.
• Recupero tono muscolare con esercizi attivi di rinforzo della
muscolatura di coscia e gamba.
55
FASE V (II m ese in avanti)
Obiettivi:
• Prevenzione di nuove lesioni.
• Ripresa attività agonistica.
Consigli:
• Continuare con gli esercizi di propriocezio ne.
• Miglioramento del tono muscolare.
• Recupero dei gesti sport-specifici.
• Corsa.
ESERCIZI PER LA
RIABILITAZIONE DEL GINOCCHIO
Recupero ROM con flessione passiva
Recupero propriocezione
ESERCIZI PER LA
RIABILITAZIONE DEL GINOCCHIO
Recupero ROM con flessione attiva, prima
senza resistenza poi contro resistenza
Recupero dell’estensione completa
56
Comitato Riabilitazione SIGASCOT
Proposta di protocolli di riabilitazione
pe r i più comuni interve nti chirurgici di
ginocchio
GINOCCHIO
• Ricostruzione L.C.A. (con STG)
• Ricostruzione L.C.P.
• Artroprotesi
Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del
Legamento Crociato Anteriore (pag. 1)
TUTORE
CARICO
Ris petto dei tempi
biologici di
cicatr iz z az ione
Facoltativo,
s econdo
pr es cr iz ione
del chir ur go
Due s tampelle nelle
pr ime due s ettimane
Poi, in as s enz a di
gonfior e,
abbandonar e
pr ogr es s ivamente
una, quindi entr ambe
le s tampelle
Contr ollo dolor e ed
infiammaz ione
Recuper o iniz iale del
movimento
(es tens ione completa,
fles s ione a 90° entr o2
s ettimane e 120° entro 4
s ettimane)
Recuper o completo
del movimento
(es tens ione e fless ione)
Deambulaz ione
cor r etta
(5- 8 sett.)
Ginocchio s gonfio con
as s enz a di ver s amento
ESERCIZI
TERAPEUTICI
Es er ciz i attivi per anca e
caviglia
M obiliz z az ioni r otulee
Cocontr az ioni di
quadr icipite e fles s or i a
ginocchio es tes o
Es er ciz i is ometr ici del
quadr icipite, Str etching
fles s or i e tr icipite s ur ale
No
Completo in as s enz a
di gonfior e
I n cas o di ginocchio
gonfio continuar e
con una s tampella
Es er ciz i in acqua
Cyclette, r infor z o con
elas tici di anca-ginocchiocaviglia
Es er ciz i in catena chius a
con fles s ione del ginocchio
0-45°
Comitato Riabilitazione Sigascot
(1- 4 sett.)
OBIETTIVI
57
Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del
Legamento Crociato Anteriore (pag. 2)
TUTORE
CARICO
Recuper o iniz iale
della for z a
mus colar e
No
Completo, s e il
ginocchio tende a
gonfiar s i, diminuir e
le attività fis iche
gior nalier e
Ripr es a completa
delle attività
quotidiane (guidar e,
lavor ar e, etc)
Recuper o completo
della for z a
mus colar e
(13-20 sett.)
No
Completo, s e il
ginocchio continua
a gonfiar s i far s i
vis itar e dal chir ur go
ESERCIZI
TERAPEUTICI
Rinfor z o in catena aper ta con
macchine is otoniche evitando
gli ultimi 30° di es tens ione
Cyclette, es er ciz i in catena
chius a fino a 90° di fles s ione e
es er ciz i pr opr iocettivi con
tavolette ins tabili
Es er ciz i in acqua
Cor s a s u tapis r oulant e s ul
campo s por tivo, in linea r etta
Recuper o della
cor s a e della
coor dinaz ione
Es er ciz i pr opr iocettivi
Rinfor z o mus colar e fino a
r ecuper o completo
(tes t is ocinetico)
Comitato Riabilitazione Sigascot
(9- 12 sett.)
OBIETTIVI
Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del
Legamento Crociato Anteriore (pag. 3)
TUTORE
CARICO
Recuper o atletico
(r es is tenz a allo
s for z o pr olungato)
No
Completo
Recuper o
completo dei ges ti
s por t s pecifici
ESERCIZI
TERAPEUTICI
I n pr ogr es s ione, dopo la
cor s a in linea r etta,
intr odur r e cur ve ad
angolo s empr e più s tr etto,
fino a cambi di dir ez ione
Attività aer obica e di
r es is tenz a allo s for z o
pr olungato
Balz i ed attività
pliometr ica
Comitato Riabilitazione Sigascot
(21-24 s ett.)
OBIETTIVI
Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del
Legamento Crociato Posteriore (pag. 1)
TUTORE
CARICO
Ris petto dei tempi
biologici di
cicatr iz z az ione
Bloccato in
es tens ione
Due s tampelle
ESERCIZI
TERAPEUTICI
Es er ciz i attivi per anca e
caviglia
M obiliz z az ioni r otulee
Contr ollo dolor e ed
infiammaz ione
Es er ciz i di mobiliz z az ione
as s is titi fino a 60°
(1- 4 sett.)
Recuper o iniz iale del
movimento
(es tens ione completa e
fles s ione a 60°)
Recuper o completo
del movimento
(es tens ione e fless ione)
Deambulaz ione
cor r etta
(5- 8 sett.)
Ginocchio s gonfio
Sbloccar e in
pr ogr es s ione la
fles s ione
Abbandonar e
pr ogr es s ivamente
una, quindi entr ambe
le s tampelle
Es er ciz i in acqua
Cyclette, r infor z o con
elas tici di ancaginocchio-caviglia
Es er ciz i in catena chius a
con fles s ione del
ginocchio 0-45°
Comitato Riabilitazione Sigascot
OBIETTIVI
58
Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del
Legamento Crociato Posteriore (pag. 2)
TUTORE
CARICO
Recuper o iniz iale
della for z a
mus colar e
No
Completo, s e il
ginocchio tende a
gonfiar s i, diminuir e
le attività fis iche
gior nalier e ed
indos s ar e una
ginocchier a elas tica
Rinfor z o in catena aper ta
del quadr icipite con
macchine is otoniche
Completo, s e il
ginocchio continua a
gonfiar s i far s i
vis itar e dal chir ur go
Cor s a s u tapis r oulant e
s ul campo s por tivo, in
linea r etta
Ripr es a completa
delle attività
quotidiane (guidar e,
lavor ar e, etc)
Recuper o completo
della for z a
mus colar e
(13-24 sett.)
No
Recuper o della
cor s a e della
coor dinaz ione
Es er ciz i in catena chius a
fino a 90° di fles s ione e
pr opr iocettivi
Es er ciz i pr opr iocettivi
Rinfor z o mus colar e fino a
r ecuper o completo
(tes t is ocinetico)
Comitato Riabilitazione Sigascot
(9- 12 sett.)
ESERCIZI
TERAPEUTICI
OBIETTIVI
Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del
Legamento Crociato Posteriore (pag. 3)
TUTORE
CARICO
Recuper o atletico
(r es is tenz a allo
s for z o pr olungato)
No
Completo
Recuper o
completo dei ges ti
s por t s pecifici
ESERCIZI
TERAPEUTICI
I n pr ogr es s ione, dopo la
cor s a in linea r etta,
intr odur r e cur ve ad
angolo s empr e più s tr etto,
fino a cambi di dir ez ione
Attività aer obica e di
r es is tenz a allo s for z o
pr olungato
Balz i ed attività
pliometr ica
Comitato Riabilitazione Sigascot
(25-32 s ett.)
OBIETTIVI
P rotocollo di riabilitazione per intervento di Artroprotesi
di Ginocchio (pag. 1)
Es tens ione completa
Fles s ione PASSI VA
del ginocchio a 100°
(1-2 s ett.)
Autonomia nella
deambulaz ione con
s tampelle
Fles s ione ATTI VA
del ginocchio a 100°
(3-4 s ett.)
Autonomia nello
s cender e e s alir e le
s cale con due
s tampelle
ARCO DI
MOVIMENTO
Us o di dis pos itivo
C.P.M . par tendo da
0-40° e aumentando
5- 10° ogni gior no
(almeno un or a al
gior no)
Stop C.P.M .
Continuar e con
mobiliz z az ione attiva
CARICO
Con deambulator e
dalla
pr ima/s econda
gior nata
ESERCIZI
TERAPEUTICI
M obiliz z az ione attiva
Contr az ioni is ometr iche
del quadr icipite
Con s tampelle
dalla ottava
gior nata
Es er ciz i attivi per anca
ginocchio e caviglia
Con due s tampelle
pr ogr es s ivo
Es er ciz i per
deambulaz ione con
s tampelle (anche s u s cale)
Rinfor z o di anca,
ginocchio e caviglia con
legger a r es is tenz a
Comitato Riabilitazione Sigascot
OBIETTIVI
59
P rotocollo di riabilitazione per intervento di Artroprotesi
di Ginocchio (pag. 2)
Autonomia
totale s enz a
aus ili
r ecuper ar e la
mas s ima fles s ione
pos s ibile
CARICO
I niz ialmente con una
s ola s tampella da
abbandonar e appena
funz ionalità e dolor e
lo per mettono
(5-6 s ett.)
ESERCIZI
TERAPEUTICI
Es er ciz i di r infor z o
s pecifico per quadr icipite
e fles s or i
Es er ciz i di equilibr io
monopodalici
Es er ciz i s u s cale, cyclette,
ginnas tica in acqua
Comitato Riabilitazione Sigascot
ARCO DI
OBIETTIVI MOVIMENTO
SHIN SPLINTS
Colpisce elettivamente i mezzofondisti
Dolore a livello della cresta tibiale che origina
da una tendinopatia dei muscoli della gamba
Durante la corsa infatti i muscoli delle logge
anteriore e posteriore della gamba stressano
continuamente il periostio su cui si
inseriscono causando microtraumatismi e
microdistacchi periostali
SHIN SPLINTS
La sintomatologia è tipica e si manifesta con
dolore acuto in prossimità della cresta tibiale,
generalmente al terzo medio o al terzo distale
60
SHIN SPLINTS
Il trattamento di questa patologia consiste in:
‒ riposo prolungato (fino a 3 mesi)
‒ ghiaccio
‒ terapia antiinfiammatoria
‒ stretching
SHIN SPLINTS
SHIN SPLINTS
61
SHIN SPLINTS
Prevenzione:
‒ Calzatura e supporti
‒ Plantare termoformabile
‒ Correzione gesto tecnico
‒ Riscaldamento e stretching
TENNIS LEG
E’ una tendinopatia
dell’inserzione prossimale del
gemello mediale a livello del
condilo femorale
Colpisce in maggior parte i
tennisti, ma anche chi pratica
atletica leggera può essere
colpito da tale disturbo
TENNIS LEG
L’origine di tale disturbo risiede nella brusca
contrazione del gemello mediale a ginocchio
esteso, come accade nel tennis o durante le
partenze in gare di atletica leggera
62
TENNIS LEG
Si manifesta con una zoppia tipica e con un
forte dolore in sede di inserzione del
gemello mediale; se trascurata si può
giungere anche alla completa disinserzione
del ventre muscolare.
TENNIS LEG
Nelle fasi iniziali il riposo (scarico con stampelle
e bendaggio contentivo in varo-equino),
crioterapia, terapia antiinfiammatoria risolvono
il quadro clinico.
TENNIS LEG
‒ Dopo 3-6 settimane si inizia un
programma di stiramenti manuali
progressivi e stretching.
‒ Rinforzo muscolare
‒ Ripresa graduale dell’attività
sportiva
In caso di disinserzione del
ventre muscolare si deve
ricorrere ad intervento chirurgico
63
INTRODUZIONE ALLA
ANATOMIA DELLA
TIBIO- TARSICA e del PIEDE
La caviglia e
il Piede
le funzioni
la struttura
le componenti ossee
gli elementi di connessione
il movimento ; la componente muscolare
Una visione d’insiem e
sostegno del peso del
corpo
elemento essenziale per
la locomozione
orienta la volta plantare
in tutte le direzioni per
adattarla alle asperità del
terreno
64
COMPLESSO ARTICOLARE DELLA
TIBIO - TARSICA E PIEDE
(RETRO PIEDE-MEDIO PIEDEAVAN PIEDE )
65
Malleolo tibiale
Malleolo peroneale
66
Malleolo peroneale
astragalo
Malleolo peroneale
Malleolo tibiale
astragalo
Malleolo
peroneale
Malleolo tibiale
astragalo
calcagno
67
Mortaio tibio peroneale
Troclea astragalica
Piede
68
scafoide
Articolazione medio tarsica
Art tarso metatarsica
Cuboide
Articolazione sotto astragalica
Cuneiforme md
astragalo
testa collo troclea
scafoide
calcagno tuberosità
L’articolazione tibio- tarsica è
una diartrosi
definita anche ginglimo angolare
dotata di un solo tipo di
movimento ( sul piano sagittale )
69
Articolazione tibio tarsica
Articolazione talo crurale navicolare
Articolazione metatarso falangea
Articolazione interfalangea
Leg. Tibio peroneale
anteriore
Leg. collaterale laterale
Peroneo astragalico ant.
peroneo calcaneare
peroneo astragalico post
posteriore
70
Leg. collaterale laterale
Leg. Tibio peroneale
anteriore
Peroneo
astragalico ant.
peroneo
calcaneare
posteriore
Leg. Deltoideo
tibio astragalico ant
tibio astragalico post
tibio calcaneare
tibio navicolare
Leg. Deltoideo
tibio astragalico ant
tibio astragalico post
tibio calcaneare
tibio navicolare
71
Membrana interossea
Leg. Tibio
peroneale post.
Leg. Peroneo
astragalico
post.
Leg. deltoideo
Membrana interossea
Leg. Tibio
peroneale ant.
Leg. deltoideo
Tre assi di movimento DEL PIEDE
ASSE TRASVERSALE passa attrav erso i
malleoli condiziona i mov imenti di
FLESSO ESTENSIONE del piede
ASSE LONGITUDINALE DELLA GAMBA
condiziona i mov imenti di ADDUZZIONE
ABDUZIONE del piede
ASSE LONGITUDINALE DEL PIEDE
condiziona i mov imenti PRONO
SUPINAZIONE
DEL PIEDE
72
ASSE TRASVERSALE
ASSE LONGITUDINALE DEL
PIEDE
ASSE LONGITUDINALE DELLA GAMBA
Flessione
il mov imento che
av v icina il dorso del piede alla
faccia anteriore della gamba
Estensione
il
mov imento che allontana
il dorso del piede alla
faccia anteriore della
gamba
Flessione
Estensione
73
Flessione dorsale
Flessione plantare
Movim enti del com plesso
articolare del piede
Adduzione quando la punta del
piede si porta in dentro si avvicina
alla linea m ediana
Abduzione quando la punta
del piede si porta all’esterno
si allontana dalla linea
m ediana
Linea
mediana
Adduzione
Linea
mediana
Abduzione
74
Movim enti del com plesso
articolare del piede
La supinazione orienta la volta
plantare verso l’interno
La pronazione orienta la
volta plantare verso l’esterno
Eversione
Supinazione adduzione
Inversione
75
Sottoposti a
tensione
i leg. laterali
Sottoposti a tensione
i leg. mediali
76
Muscoli flessori della caviglia
adbuttori pronatori
Peroneo terzo
Estensore lungo delle dita
adduttori supinatori
Tibiale anteriore
77
Muscoli estensori
(flessione plantare) della
caviglia
Tricipite surale
Peroneo breve
Peroneo lungo
Tibiale posteriore
Flessore lungo delle dita
78
DISTORSIONI DI CAVIGLIA E
PIEDE
• Rappresentano il 15% di tutti gli
infortuni negli atleti.
• Sport coinvolti: pallavolo (56% ),
basket (55% ), calcio (51% ), danza.
• Il recupero è completo tranne
nel 20-40% dei casi ove si hanno
dolore ed instabilità cronica
LESIONI DEL LEGAMENT O
COLLATERAL E LATERALE
CLASSIFICAZIONE
GRADO 1: stiramento senza
rotture.
Non limitazioni funzionali.
No instabilità articolare.
GRADO 2: parziale rottura.
Funzionalità parzialmente
conservata. Lieve instabilità.
GRADO 3: rottura completa.
Funzionalità compromessa.
Instabilità meccanica articolare.
79
DISTORSIONE ESTERNA DELLA CAVIGLIA
Trauma in adduzione
- Sensazione di rottura, spesso
percepita dal paz.
- Dolore acuto costante
- Impotenza immediata non sempre
completa, il paz. può spesso
riprendere un’attività dopo qualche
minuto di dolore acuto
- Una tumefazione esterna, somigliante
ad un uovo, segna l‘ematoma,
l'ecchimosi invece è più tardiva
La palpazione trova dei punti
dolorosi, in avanti e sotto il malleolo.
Ricerca di una instabilità esterna con
una mano, mentre con un dito si palpa
l’interlinea
RADIOGRAFIE DINAMICHE
(misure comparative dei 2 lati)
- 10 - 15°
- 20 - 25°
- 30°
: rottura del peroneo-astragalico
: rottura dei 2 fasci
: rottura dei 3 fasci
anteriore
80
MOVIMENTI DEL CASSETTO ANTERIORE
Una mano impugna il tallone e lo tira
in avanti, mentre l'altra spinge il terzo
inferiore della gamba in dietro
La ricerca del cassetto ant. si esegue
in leggera flessione plantare
La rottura di un solo fascio crea un
piccolo cassetto. Esso aumenta se gli
altri fasci del legamento esterno sono
rotti
Misura del cassetto: normalmente < 7 a 8 mm
DIAGNOSI
TILT ASTRAGALICO
CASSETTO
ANTERIORE
81
TRATTAMENT O
•
Bend ag g io ad esivo: contenzione sufficiente nelle d istorsioni
b enig ne o med ie: 15 g g - 21 g g
•
Si utilizzano sp esso tutori rimovib ili (tip o "AIRCAST ") che
p ermettono la marcia ed imp ed iscono i movimenti laterali
•
•
Anti-infiammatori e fisioterap ia
Il g esso (g amb aletto d a carico), p er le d istorsioni g ravi : 45
gg
•
Noi: tutte le d istorsioni d a med ie a g ravi sono trattate con
emistivaletto g essato, scarico, arto sollevato, b orsa d el
g hiaccio ed eventuali anti-infiammatori p er b occa;
Successiva rivalutazione d el p aziente d op o 7 g iorni in
amb ulatorio. Se p ersistenza d ei seg ni e/o sintomi,
confezionamento d i stivaletto g essato d a carico p er ulteriori
2 settimane (almeno)
TRATTAMENT O
• FASE ACUTA: PRICE: Protezione, Riposo, Ghiaccio
(Ice), Compressione, Elevazione. Utile anche
immobilizzazione in posizione neutra (GRADO I e II
tutore; GRADO III stivaletto gessato)
• FASE SUBACUTA: Esercizi di rinforzo e appropriati
esercizi di carico
• FASE RIABILITATIVA (circa 3 settimane postlesione): Stretching controllato dei muscoli e dei
movimenti articolari
FASE I (fase acuta)
Tempi
• Distorsione di grado 1: 1-3 giorni
• Distorsione di grado 2: 2-4 giorni
• Distorsione di grado 3: 3-7 giorni
Obiettivi
• Riduzione della tumefazione
• Riduzione del dolore
• Prevenzione di una recidiva
• Mantenere una situazione di carico adeguato
Opzioni protettive
• Bendaggio adesivo
• Tutori funzionali
• Stivale gessato amovibile (in alcune distorsioni di grado 2,
nella maggior parte di quelle di grado 3)
• Riposo (uso delle stampelle per promuovere la
deambulazion e senza alterazioni dell’andatur a)
82
FASE I (fase acuta)
Ghiaccio
• Crioterapia a cuffia
• Borsa del ghiaccio
• Ghiaccio con altre fisioterapie (correnti interferenziali,
stimolazione galvanica ad alto voltaggio o ionoforesi,
ultrasuoni)
Compressione leggera
• Benda elastica
• Calze TED (trombo embolici deterrente)
Elevazione
• Sopra il cuore
FASE II (fase subacuta)
Tempi
• Distorsione di grado 1: 2-4 giorni.
• Distorsione di grado 2: 3-5 giorni.
• Distorsione di grado 3: 4-8 giorni.
Obiettivi
• Ridurre la tumefazione.
• Ridurre il dolore.
• Aumentare il ROM indolore.
• Dare inizio al rinforzo.
• Dare inizio all’allenamento propriocettivo senza
carico.
• Fornire un supporto protettivo, secondo necessità.
FASE II (fase subacuta)
Tecniche fisioterapiche per ridurre il dolore e la
tumefazione
• Ghiaccio o bagni di contrasto
• Elettrostimolazione (stimolazione galvanica ad alto
voltaggio o ionoforesi, stimolazione interferenziale)
• Ultrasuoni
• Massaggio trasversale (con cautela)
• Ortesi morbida con cuneo laterale di 0,3-0,5 cm (se
necessario)
Carico
• Carico progressivo in funzione dei sintomi
• Da carico parziale a carico totale, se non vi sono
segni di andatura antalgica.
83
ALCUNI ESERCIZ I (fase II)
A
Elevazioni sulla punta dei piedi in posizione neutra,
supinazione e pronazione
Sollevamento delle dita dei piedi
B
ESERCIZI (fase II)
«Aqua ankle».
L’allenamento alla resistenza della caviglia
viene effettuato utilizzando
questo dispositivo in una vasca con acqua
fredda ed in seguito tiepida
Rinforzo in isometria.
Pronazione contro un
oggetto fisso (muro) con
un cuscino come
imbottitura.
Esercizi di equilibrio. Da eseguire su una pedana
circolare inclinabile per migliorare la propriocezione.
FASE III (fase riabilitativa)
Tempi
• Distorsione di grado 1: 1 settimana.
• Distorsione di grado 2: 2 settimane.
• Distorsione di grado 3: 3 settimane.
Obiettivi
• Incrementare il ROM indolore.
• Rinforzo progressivo.
• Allenamento propriocettivo progressivo.
• Aumentare le attività della vita quotidiana senza dolore.
• Carico completo senza dolore e deambulazione non
compensata
84
ESERCIZI (fase III)
1
2
3
1- Equilibrio monopodalico
2- Equilibrio monopodalico sul trampolino
3- Equilibrio monopodalico con una
distrazione
Supinazione, pronazione, flessione
plantare, dorsiflessione contro
Theraband.
FASE IV (fase funzionale)
Tempi
• Distorsione grado 1: 1-2 settimane
• Distorsione grado 2: 2-3 settimane
• Distorsione grado 3: 3-6 settimane
Obiettivi
• Recuperare tutta la forza
• Biomeccanica normale
• Ritorno all’attività
• Protezione e rinforzo contro ogni lieve residuo di
instabilità articolare
ESERCIZI (fase IV)
Miglioramento della propriocezione
85
FASE V (fase preventiva)
Obiettivi
• Prevenire le lesioni
Esercizi terapeutici
• Esercizi funzionali
• Attività su tavolette di equilibrio multidirezionali
• Rinforzo preventivo (insistere sulla pronazione dei
peronei)
• Sostegno protettivo preventivo, secondo necessità
FASE V (fase preventiva)
Quali fratture, oltre quelle malleolari devono essere
ricercate all’esame clinico ed alla rx grafie, in caso
di distorsione di caviglia importante?
86
Quali fratture, oltre quelle malleolari devono essere
ricercate all’esame clinico ed alla rx grafie, in caso
di distorsione di caviglia importante?
87
Quali fratture, oltre quelle malleolari devono essere
ricercate all’esame clinico ed alla rx grafie, in caso
di distorsione di caviglia importante?
• Fratture della base del 5° metatarso da
distacco osseo dell’inserzione del peroneo
breve
• Soprattutto frattura osteocondrale della
volta astragalica
LESIONI ASSOCIATE
Fratture osteocondrali della volta astragalica
Polo super o-ester no
m alleolo ester no
: contatto
con il
Polo super o-inter no
: contatto
tibiale
con il pilone
88
Le rotture esterne possono arrivare fino alla lussazione della caviglia
Il trattamento delle lussazioni della caviglia
•
Gesso (gambaletto da carico): 45 gg. Scarico iniziale per
2-3 settimane
La rieducazione è una tappa fondamentale del trattamento,
per ritrovare una buona stabilità.
La rieducazione propriocettiva della caviglia inizierà dopo il
periodo di immobilizzazione, quale che sia la gravità della
distorsione e qualunque sia il trattamento adottato
89
TRATTAMENT O CHIRURGICO
•
E’ a volte preferito al gesso nelle distorsioni gravi,
soprattutto nei soggetti giovani e sportivi
•
Consiste nella sutura dei fasci rotti allo scopo di favorire
una cicatrizzazione migliore delle fibre
•
L'immobilizzazione in gesso segue l’intervento, come
per il trattamento ortopedico
EVOLUZIONE
•
Favorevole, spesso, con un trattamento adatto e ben
condotto
•
Le sindromi algo-distrofiche sono una complicanza che si
vede raramente se il recupero funzionale è precoce
•
La sindrome d'instabilità cronica e dolorosa è frequente
dopo distorsioni inveterate o mal curate: quadro di
distorsioni recidivanti
•
La rieducazione propriocettiva ben condotta permette di
stabilizzare buona parte di questi casi, se no: chirurgia
•
Parecchi interventi sono stati
proposti. I più utilizzati sono quello
di WATSON JONES e quello di
CASTAING che utilizzano il tendine
del peroneo breve
•
Rieducazione propriocettiva prima
e dopo l’intervento
•
I risultati sono in generale
soddisfacenti
90
Caviglia – distorsione
Trattamento
kinesiterapico
Caviglia – distorsione
Trattamento kinesiterapico
• Recupero ROM
• Rinforzo muscolare
• Rieducazione propriocettiva
ROM Caviglia
Motion
Ankle plantar flexion
Ankle dorsiflexion
Foot inversion
Foot eversion
Normal
45
20
35
25
°
°
°
°
Functional
20
10
10
10
°
°
°
°
91
ROM Caviglia
• Esercizi di mobilizzazione attiva e passiva
• Idrochinesiterapia
• Kinetec per la caviglia (MPC)
Muscoli
Flessori plantari
Dorsiflessori
• Gastrocnemio
• Tibiale anteriore
(anche inversione)
• Soleo
• Estens. lungo dita
• Tibiale posteriore
(anche inversione)
• Estens. lungo alluce
• Flessore lungo delle
dita
• Flessore lungo alluce
Muscoli
Eversori del piede
Inversori del piede
• Peroneo lungo
• Tibiale posteriore (che
• Peroneo breve
agisce anche come
flessore plantare)
• Tibiale anteriore (che
agisce anche come
dorsiflessore)
92
Rinforzo m uscolare
Un buon trofismo dei muscoli riduce il rischio di
lesioni recidivanti e permette al paziente di
riprendere a pieno regime le attività che
svolgeva prima dell’incidente
Esercizi per il potenziamento muscolare:
- dorsiflessori della caviglia
- flessori plantari
- peronei (eversori)
Mobilità articolare / stretching
Flessioni
del
piede d a st azione
er etta con la punta su un
contro
una
par et e
a
rialzo o
ginocchio
est eso. Con la punta e met at ar so di
un piede su un opportuno ri alzo o
contro una p ar ete, spost ar e a vanti il
corpo
in
ma ssi mo
modo
da
flett er e
la gamb a sul
piede.
al
I
mus coli m aggiorm ente int er es s ati
sono
i
flesso ri
plantari
della
caviglia.
Flessioni del piede d a s eduto su
panca
a
Manten endo
affe rr ar e
con
ginocchio
la
est e so.
ginocchio
le
mani
este so,
punt e
e
met at ar si del pied e ed e se rcit ar e una
trazione ce rc ando di flette re il piede. I
mus coli
maggior m ente
int er es sati
sono i flessori plantari della ca viglia.
93
Flessioni dei piedi da st azione er ett a con le
punte su un rialzo a gino cchia l egge rm ente
fles se. Con le punte e i met ata rsi dei piedi
su
un
ri alzo
di
6- 8
c m.,
pieg ar si
progre ssi va ment e sulle g amb e spo stando il
corpo per a vanti-b as so in modo da flettere
al ma ssi mo il piede sulla gamba. I muscoli
maggior ment e inter es sa ti sono i flessori
plantari della ca viglia. Fanno ec ce zione i
gem elli che, a c aus a della se mifle ssione d el
ginocchio,
si
trov ano
con
i
capi
di
inserzione estremi ravvicinati.
Flessioni del piede d a s eduto su
panca
a
fles so.
ginoc chio
legger m ente
Mant enendo
la
ga mba
se mifle ss a, affe rr ar e con le mani la
punta e il metat ar so del piede ed
es er cita re una tr azione c er cando di
flette re
il
piede.
maggior ment e
I
inte re s sati
muscoli
sono
i
fles sori plantari della c aviglia. Fanno
ec cezion e i gem elli che, a c aus a della
se mifle ssione
trov ano
con
del
i
ginocchio,
capi
si
di inserzione
estremi ravvicinati.
Esten sioni del pied e da s eduto su
panca
a
ginocchio
legge rm ente
fles so. Manten endo la il ginocchio
fles so,
affe rr ar e con
le mani
la
punta e il metat a rso del piede ed
es er cita re una fl es sione planta re d el
piede.
I
muscoli
maggiorm ente
intere ss ati sono i flessori dors ali
della caviglia.
94
Esten sioni
del
pied e da
st azione
er etta a ginocchio fles so con una
mano
alla c a viglia. Mant enendo le
cos ce allineat e, flette re un ginoc chio
e affe rr ar e con le mani la punta del
piede.
Quindi
est ensione
plantar e).
d el
I
ese rcit ar e
piede
mus coli
una
( fles sione
maggior m ente
intere ss ati sono i fles sori dor sali della
caviglia.
Esten sioni dei piedi da posizione in
ginocchio seduto sui talloni. Col
dorso dei piedi a te rr a, es er cita re
una pres sione sulla ca viglia col
peso
d el
co rpo.
I
mus coli
maggior ment e inte re ss ati
sono
i
flessori dorsali della caviglia.
Circonduzioni del piede da seduto su
panca
a
ginocchio
Mantenendo
il
afferrare con
semiflesso.
ginocchio
semiflesso,
le mani la punta e il
metatarso del piede ed esercitare delle
circonduzioni
rotazione.
I
lente nei due sensi di
muscoli
maggiormente
interessati sono tutti quelli che agiscono
nella mobilizzazione del piede in tutte le
direzioni.
Con il ginocchio semiflesso
fanno eccezione i gemelli che, a causa
della semiflessione del
ginocchio,
si
trovano con i capi di inserzione estremi
ravvicinati.
95
Flessione plantare e dorsale con elastico
Inizialment e con poche ripetizioni,
poi aument ar e progr e ssiv a ment e il
nume ro
delle
suc ce ssi va ment e,
ripetizione
e,
au ment ando
il
carico
Intra- ed extra-rotazioni con elastico
Important e pe r la sollecit azione d ei comp ar ti lega mento si
che
si
t rov ano,
infatti,
sopra ttutto
all’e ste rno
dell’articolazione
Gli stessi e se rcizi possono e ss er e es eguiti con la palla di
spugna. Se mpr e da seduti, ponendo la palla a cont atto con
una par ete, si pos sono es eguir e movi menti di fles sione
plantar e e dorsal e ponendo la pianta del piede sulla palla.
Con le ste ss e mod alità si possono e segui re mo vim enti di
intra- ed ext r a-rot azione, ponendo que sta volta a cont atto con
la palla l’interno o l’esterno del piede.
96
Standing and sitting calf
Solo quando il soggetto ha r ecup er ato dalla zoppia e
senz a a ccu s ar e dolore, allor a è pos sibile proporr e es er cizi
a carico completo
Leg press
Estend er e le ga mbe cont ro la re sist enza r egolabile d ella
macchina.
Nelle sue va rianti, us ar e un solo a rto, oppure d ei cu scini
proprioce ttivi da appo rr e tr a la piant a del piede e l a
pedana
fis sa,
in
modo
tale
da
sti molar e
la
propriocettività insieme alla forza.
Rieducazione propriocettiva
Dopo
un
tr aum a
com e
una
distorsione o una fr attur a non è
sufficient e r ecup er ar e l'el asti cità e
la
forza
inferiori:
mus colar e
bisogna
degli
arti
migliora re
l'equilibrio e il controllo posturale
stati co
e
dina mico
pe r
e vita re
recidive.
97
Rieducazione propriocettiva
Si esegu e m anten endo posizioni o svolgendo degli eser cizi
utilizzando degli attrez zi che r endono difficoltoso il mant enim ento
dell'equilibrio; in questo modo si pr epa ra il corpo ad aff ronta re le
condizioni instabili che capit ano nella vit a quotidiana e dur ante
l'attività sportiva.
Appena si può appoggia re l a m et à del prop rio peso sulla ca viglia
infortunata, la pri ma t er apia da svolge re è co stituita da es er cizi
proprioce ttivi a t e rr a, sulle t avolet te ins tabili o sui cus cini
morbidi.
Rieducazione propriocettiva
Esercizio di equilibrio sul
cuscino morbido
Rieducazione propriocettiva
Mantenere la posizione in
piedi con un solo piede sul
cuscino gonfiato ad aria è
molto più difficile rispetto al
cuscino morbido.
98
Rieducazione propriocettiva
Mantenere la posizione di
equilibrio su un solo piede
con una zavorra su una sola
mano.
Rieducazione propriocettiva
Giocare con la palla in piedi
su una sola gamba sul
cuscino gonfiato ad aria.
Rieducazione propriocettiva
Gli esercizi sulla tavoletta
propriocettiva rotonda sono
tra i più difficili.
99
Rieducazione propriocettiva
Rimanere in piedi tenendo
l'altra gamba con una mano
appoggiando su un solo
piede.
Rieducazione propriocettiva
Fase iniziale
In questa fase gli esercizi sono eseguiti da seduto,
ad arto quasi completamente "scarico".
Esercizio –
Appoggiando il piede leso su una ta volett a tipo Free m an a
mez zelune (con un solo asse di movim ento), si esegu e il
movi mento di fles so-e st ensione ( mez zelune ad orient am ento
longitudinale) della caviglia, mant enendo un range angol ar e in
cui non sia pre sen te dolore. Il mo vim ento è lento, gr aduale e
controllato p er tu tto l'ar co di e se cuzione. Si eff ettuano 10 -2 0
ripetizioni. L'ese rcizio si ripete v ari ando l'as se di movim ento
(orienta re le mez zelune d ella t avol etta tr as ve rs alm ente, con
obliquità a destra e poi a sinistra). Si introducono così i
movi menti di prono- supinazione e inv er sione- ev er sione pe r poi
pas sa re all'u so della tavolett a a bas e se misf eri ca che pe rm ett e
movi menti combinati ( cir conduzione). Le es er cita zioni vengono
effet tuat e dall'atl eta an che ad occhi chiusi, per es alta re le
qualità propriocettive non più coadiuvate dall'apporto visivo.
100
Delos postural system
Rieducazione propriocettiva
Fase intermedia a carico limitato
In questa fa s e gli ese rcizi proposti in pre ced enza vengono
es eguiti dall'atl eta in piedi, con il piede sano poggiato al suolo
e quello
infortunato
trau matiz zato
vien e
sulla ta volett a.
aum enta to
Il
carico
sul
progre ssiv a ment e
piede
se mpr e
comunque in un range di assenza di dolore.
Rieducazione propriocettiva
Si può iniziare il lavo ro in a cqua do ve
grazie
alla spinta idrodina mic a,
possibile anticipa re gli
ese rcizi
è
in
ortostatismo a pieno carico.
A tal proposito e cco alcuni e se rcizi da
eseguire in acqua
101
Rieducazione propriocettiva
Ese rcizio
-
Inizialmente s e mplici
affondi
e/o
piegamenti
e
distensioni sugli arti infe riori, a o cchi chiusi, dov e le pi ccole
instabilità ch e si gene rano dur ante l'e se cuzione (proprio a cau sa
dell'a ss enza d ella vision e) sono in grado di stimola r e la rispo sta
dei propriocettori.
Ese rcizio
- Si effe ttuano gli ese rcizi vi sti prim a sulle ta volett e di
Free m an ( cost ruite in alluminio per l 'uso in acqu a), in c arico
stavolta bipodalico e con gli occhi prima aperti e poi chiusi.
Rieducazione propriocettiva
Fase finale
A questo punto vengono proposti esercizi con carico sugli arti
inferiori sempre maggiore e introdotti esercizi dinamici, dove oltre ai
movimenti attivi e precisi eseguiti in precedenza, viene chiesto al
soggetto di mantenere l'equilibrio in situazioni di sempre maggiore
"instabilità”.
Si ripetono gli esercizi sulle tavolette sia in appoggio bipodalico che
monopodalico, eseguendo, oltre ai movimenti attivi della caviglia,
anche dei piegamenti sugli arti inferiori, cercando in questo caso di
mantenere orizzontale la tavoletta stessa durante il piegamento. Le
tavolette utilizzate hanno una superficie d'appoggio sempre minore e
quindi aumenta l'instabilità e quindi la difficoltà dell'esercizio che, se
eseguito ad occhi chiusi raggiunge livelli di impegno molto elevati.
Rieducazione propriocettiva
Ese rcizio - L 'atl eta in appoggio monopodalico su una
tavole tta, dev e man ten er e la posizione ad occhi chiusi,
ment re il te rapist a imp rim e piccole spinte de st abilizzanti
sul soggetto, d a dive rs e dir ezioni; l'e se rcizio si ripet e a
vari gradi di piegamento degli arti inferiori.
102
Rieducazione propriocettiva
Esercizio - L'atleta in appoggio monopodalico su una tavoletta semisferica,
mantiene l'equilibrio a gradi diversi di flessione del ginocchio, quindi
esegue esercizi con l'arto superiore (ad esempio lanciare una palla contro il
muro e riprenderla). Oltre all'effetto destabilizzante, si distoglie in tal modo
l'attenzione
dall'arto
infortunato
automatizzando
le
risposte
neuromuscolari.
Esercizio - L'atleta esegue alcuni balzi prima con atterraggio su due piedi e
poi su un piede solo, sul tappeto elastico e sulle tavolette; il balzo viene
eseguito da varie direzioni in avanti, in direzione obliqua, di lato e così via.
Per ultimo vengono effettuati dei percorsi composti da tavolette diverse e
tappeti elastici, nei quali l'atleta balza da una superficie all'altra.
per una corretta rieducazione propriocettiva..
• Bisogna aver raggiunto un buon tono muscolare
• Bisogna aver recuperato la mobilità articolare
•
Gli atleti nece s sitano di questo tipo di ese rcit azioni non
solo per r ecup er ar e da un trau ma, ma an che com e
prev enzione degli e venti di stor sivi molto fr equenti in
sport come la pallavolo, il calcio, il basket...
103
IL PIEDE DEL CALCIATO RE
IL PIEDE DEL CALCIATO RE
Patologia che colpisce generalmente calciatori professionisti,
o con alle spalle diversi anni di carriera agonistica,
caratterizzata dalle lesioni delle strutture capsulo
legamentose dell’articolazione tibio-tarsica e del piede
IL PIEDE DEL CALCIATO RE
SI DISTING UONO 3 FORME PRINCIPALI:
1. SINDROME ANTERIORE
2. SINDROME POSTERIORE
3. SINDROME DEL PRIMO DITO
104
IL PIEDE DEL CALCIATO RE
SINDRO ME ANTERIO RE
E’ caratterizzata dalla sofferenza della
porzione anteriore della capsula articolare
e del tendine del muscolo tibiale anteriore.
In flessione dorsale infatti queste due
strutture collidono ed entrano in conflitto.
IL PIEDE DEL CALCIATO RE
SINDRO ME ANTERIO RE
DISTACCO OSSEO DEL BORDO
INFERIORE DELLA TIBIA LEGATO AL
CONTINUO CONFLITTO TRA
TIBIA ED ASTRAGALO.
COLLISIONE TRA COLLO
ASTRAGALICO E MARGINE
ANTERIORE DELLA TIBIA
DURANTE LA
DORSIFLESSIONE.
OSTEOFITA ESTREMITA’ DISTALE
ANTERIORE DI TIBIA (ARTROSI
TIBIOTARSICA)
IL PIEDE DEL CALCIATO RE
SINDRO ME PO STERIO RE
E’ caratterizzata dalla sofferenza della
porzione posteriore della capsula
articolare.
In flessione plantare si ha collisione fra
l’astragalo e la tibia.
105
IL PIEDE DEL CALCIATO RE
SINDRO ME DEL 1° DITO
E’ caratterizzata dal continuo stress
esercitato sul 1°dito dall’atto del calciare.
Questi continui microtraumatismi a lungo
andare ledono la prima articolazione
metatarso falangea
IL PIEDE DEL CALCIATO RE
Importante in questi casi è localizzare il
dolore per capire da quale sindrome è affetto
l’atleta
Controllare poi l’articolarità del piede e
dell’articolazione tibio-tarsica
Eventuale esecuzione di esami strumentali
IL PIEDE DEL CALCIATO RE
Fondamentale in questi casi è la prevenzione,
dal momento che la clinica si manifesta solo agli
stadi più avanzati.
E’ comunque indicata l’astensione dall’attività
agonistica per circa 2-3 mesi, l’utilizzo di terapia
anti-inf iammatoria ed eventualmente la
rimozione di tessuto infiammatorio o di osteofiti
mediante procedure chirurgiche.
106
IL PIEDE DEL CALCIATO RE
Durante il periodo di riposo è indicato
eseguire:
- esercizi di stretching e mantenimento ROM
- esercizi isometrici di potenziamento
muscolare
- esercizi per migliorare la propriocezione
IL PIEDE DEL CALCIATO RE
Durante il trattamento riabilitativo post-chirurgico è
indicato:
- tutore
- es di stretching e mantenimento ROM
- es isometrici di potenziamento muscolare
- es per migliorare la propriocezione
- cyclette
- massoterapia
TURF TO E
(dorsifle ssione de lla MTF)
La distorsione della prima MTF (turf toe)
può produrre una menomazione e una
disabilità significative nei corridori. Il
termine turf toe descrive una serie di lesioni
del complesso capsulolegamentoso della
prima MTF.
107
TURF TOE
(dorsiflessione della MTF)
La distorsione della prima MTF (turf
toe) può produrre una menomazione e
una disabilità significative nei corridori.
Il
termine turf toe descrive una serie di
lesioni del complesso
capsulolegamentoso della prima MTF.
ANATOMIA I MTF
TRATTAMENT O TURF TOE
In questi casi si consiglia il riposo in fase
acuta, ghiaccio locale ed anti-infiammatori,
utile il massaggio per prevenire la rigidità
dell’articolazione.
108
RECUPERO FUNZIONAL E I MTF
Può essere utile eseguire attività quali il
Cross training, attività in acqua e ciclismo
per la forma aerobica.
RECUPERO FUNZIONAL E I MTF
Successivamente risulta utile l’applicazione
di un bendaggio adesivo di protezione o di un
tutore per alluce e la scelta di scarpe idonee.
ESERCIZI PER LA RIABILITAZIONE
DEL PIEDE
Accartocciare l’asciugamano con le dita.
Dorsiflessione del dito e della caviglia
da posizione seduta.
Afferrare con le dita un piccolo oggetto.
109
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ginocchio - tecniche ortopediche iii anno