Lezione 4 Tecnopatie dell’arto inferiore Giuseppe M. Peretti Istituto Ortopedico Galeazzi, Milan, Italy Univ ersità degli Studi di Milano, Italy Tecnopatie dell’arto inferiore: anca a scatto; ginocchio del corridore; ginocchio del ciclista, ginocchio del saltatore; (distorsioni di ginocchio); shin splint; tennis leg; (distorsione di caviglia); piede del calciatore; turf toe Giuseppe M. Peretti [email protected] INTRODUZIONE ALLA ANATOMIA DEL CINGOLO PELVICO 3 1 IL CINGOLO PELVICO le funzioni la struttura le componenti ossee gli elementi di connessione il movimento ; la componente muscolare Una visione d’insieme 4 ...LE FUNZIONI: Orientare l’arto inferiore in tutte le direzione dello spazio ….di sostegno del peso del corpo e di locomozione Ala iliaca Ischio Pube 6 2 Visione anteriore Ala iliaca Sincondrosi sacro iliaca Sacro-cocige Branca ischio pubica Sinfisi pubica Branca ileo pubica 7 Visione posteriore Ala Alailiaca iliaca Sacro-cocige Branca ischio pubica Branca ileo pubica 8 Testa f emorale Cotile o acetabolo Collo f emorale Regione trocanterica CRESTA INTERTROCANTERICA FOSSA TROCANTERICA 9 3 Cotile o acetabolo Testa femorale Regione trocanterica 10 Spina iliaca antero superiore Spina iliaca antero inferiore P Trocantere G Trocantere Tuberosità glutea 11 Alcune inserzioni muscolari • SIAS M. sartorio M. Tensore della fascia lata • SIAI M. Retto f emorale • G TROCANTERE M. Medio gluteo M. Piccolo G luteo • P TROCANTERE M. Ileopsoas 12 4 41° Antiversione di 10° Inclinazione tetto acetabolare 13 60° Neonato 56° 47° 6 mesi 10 anni14 126° Angolo cervico diafisario 15 5 150° 120° 15 anni 3 settimane 16 Il femore è osservato dall’alto Antiversione collo fem orale Asse trasv ersale che passa per i condili 14° Asse del collo 17 ...ELEMENTI di CONNESSIONE: L’anca è una enartrosi a solido incastro costituita da bacino (cotile) epifisi prossimale femore ( testa femorale ) 18 6 Anca presenta una importante stabilità intrinseca per la sua conformazione ossea 19 Legamento pubo femorale Legamento ileo femorale Legamento della testa femorale ( leg. rotondo) Leg. ischio femorale 20 MOVIMENTI DELLA COXO FEMORALE 21 7 Il movimento di adduzione dell’anca porta l’arto inferiore in dentro e lo avvicina al piano di simmetria del corpo (linea mediana) non esiste in effetti una adduzione pura (gli arti inferiori sono a contatto fra di loro) ma una adduzione combinata con l’estensione dall’anca e una adduzione combinata con la flessione dell’anca Può esistere inoltre un adduzione combinata con l’abduzione dell’anca contro laterale 22 ADDUZIONE 30° 23 Adduzione M. adduttori (Grande adduttore Medio adduttore / lungo Piccolo adduttore) M. pettineo 24 8 L’abduzione dell’anca porta l’arto inf. in fuori e lo allontana dal piano di simmetria del corpo In pratica l’abduzione attiva di un’anca si accompagna sempre alla abduzione automatica dell’anca contro laterale Passivamente è possibile raggiungere 130° Non si tratta di una abduzione pura perché questo posizione è permessa solo da una flessione dell’anca e da un aumento della lordosi lombare ( iper lordosi ) 25 Abduzione pura30° Abduzione delle due anche 90° 26 Abduzione attiv a M.Medio Gluteo M. Piccolo Gluteo Abduzione passiv a 27 9 La flessione attiv a dell’anca è meno ampia della flessione passiv a attiv a 90° passiv a > 120° Sia la flessione passiva che la flessione attiva sono più ampie a ginocchio flesso perché i muscoli posteriori della coscia, nella flessione di ginocchio, si rilasciano La flessione passiva è aumentata dalla rotazione all’indietro del anca (appiattimento della lordosi lombare) 28 Flessione : attiva e passiva .a ginocchio esteso .a ginocchio flesso •m. ileo psoas •m. sartorio •m. vasto anteriore •m. tensore della fascia lata 90° 120° 145° 29 Flessione attiva M Ileo Psoas M Sartorio M. Vasto Anteriore M. Tensore della fascia lata 30 10 Flessione 31 L’estensione attiva è meno ampia di quella passiva è più ampia a ginocchio esteso che a ginocchio flesso ( i muscoli estensori dell’anca che flettono anche il ginocchio hanno perso la loro efficacia flettendo il ginocchio) L’estensione passiva arriva a 20°nell’ affondo a 30°quando l’arto è fortemente tirato indietro aumentata notevolmente con la rotazione in avanti del bacino ( iper lordosi lombare ) 32 m. grande gluteo m.semimembranoso m.semitendinoso m. bicipite 10° 20° Attiv a Estensione Passiv a 20° 30° 33 11 Estensione attiva M. Grande gluteo M.Semitendinoso M Bicipite Femorale M Semimembranoso 34 Estensione 35 I mov imenti di rotazione si effettuano intorno all’asse meccanico dell’arto inferiore Soggetto in ortostatismo Rotazione interna il mov imento che porta la punta del piede in dentro Rotazione esterna il mov imento che porta la punta del piede in fuori 36 12 I mov imenti di rotazione si effettuano intorno all’asse meccanico dell’arto inferiore Soggetto seduto ad anca flessa Rotazione interna il mov imento che porta la gamba in fuori Rotazione esterna il mov imento che porta la gamba in dentro 37 Rotazione esterna Rotazione interna Rotazione esterna Rotazione interna 38 Rotazione esterna attiva M. grande Gluteo M. piccolo e me dio Gluteo (fasci post.) M. Psoas M. adduttori M. Piriforme Piccolo Grande Medio M. Q uadrato del femore M. Gemelli 39 13 Rotazione interna attiva M Piccolo Gluteo M Grande adduttore fasci anteriori M. Medio gluteo ( fasci anteriori) 40 ANCA A SCATTO Sensazione di scatto alla flessione dell’anca, tale condizione può associarsi spesso alla presenza di coxalgia (dolore all’anca). Tipica di chi pratica arti marziali. ANCA A SCATTO Non riguarda sempre direttamente l’articolazione ma è dovuta allo scivolamento di masse muscolari su salienze ossee extra-articolari Esistono: - Anca - Anca - Anca - Anca a scatto laterale a scatto anteriore a scatto posteriore (molto rara) a scatto intra-articolare Può essere dovuta alla presenza di osteofiti o incongruenza dei capi articolari di solito nelle persone più anziane 14 ANCA A SCATTO LATERALE scorrimento della fascia lata sul trocantere causata da - borsiti/infiammazioni della fascia lata - anomalie del trocantere ANCA A SCATTO ANTERIORE scorrimento del muscolo ileo-psoas sull’eminenza ileo-pettinea, causata da una tenosinovite del muscolo ANCA A SCATTO INTRA-ARTICOLARE Può essere causata dalla presenza di osteofiti, incongruità articolari in caso di artrosi lieve o avanzata; corpi mobili intra-articolari; impingement dell’articolazione dell’anca 15 DIAGNOSI ANCA A SCATTO prettamente clinica, confermata dalla riproducibilità dello scatto mediante manovre cliniche DIAGNOSI ANCA A SCATTO La radiografia è l'esame di primo livello nell'anca a scatto, perché permette di escludere l'esistenza di dismorfismi ossei e di cause intra-articolari grossolane (come una condromatosi o un corpo mobile calcifico) Se l'esame obiettivo del malato ha condotto al sospetto di una forma extra-articolare, l'ecografia statica e dinamica (cioè durante l'esecuzione del movimento che produce lo scatto) consente di identificare con certezza la struttura che scatta (fascia lata o ileopsoas). Se l'esame obiettivo orienta invece verso una forma intra-articolare, esami altamente specifici quali la TAC e la artro-RMN sono indicati per valutare la presenza di distacchi labrali, corpi mobili piccoli o non radio-opachi. TRATTAMENTO ANCA A SCATTO Il trattamento si effettua solo se lo scatto si accompagna a dolore, e consiste in terapie fisiche ed antiinfiammatorie per la risoluzione dei quadri teno-sinovitici. Trattamento chirurgico indicato ove il processo infiammatorio provochi retrazioni tendinee oppure nell’anca a scatto intra-articolare 16 TRATTAMENTO ANCA A SCATTO L'anca a scatto extra-articolare richiede essenzialmente un trattamento kinesiterapico finalizzato ad allungare le strutture che scattano: una volta detese, anche lo scatto si risolverà. Gli esercizi di stretching della fascia lata sono dunque indicati nelle forme esterne, mentre quelli di stretching dell'ileopsoas sono indicati nelle forme interne. In caso di borsite associata, riposo, borsa del ghiaccio efarmaci antiinfiammatori permetteranno di alleviare i sintomi. A volte un'infiltrazione cortisonica intrabursale è necessaria per "spegnere" l'infiammazione locale e permettere una migliore riabilitazione. Solo eccezionalmente si ricorre alla chirurgia per sopprimere uno scatto refrattario ad ogni terapia incruenta: in questo caso la detensione del tendine o della fascia troppo contratta permette di eliminare il disturbo. La maggior parte di questi interventi può essere convenientemente eseguita in artroscopia. Nelle rare forme intra-articolari l'indicazione è sempre chirurgica: l'artroscopia oggi permette di rimuovere la maggior parte dei corpi mobili in modo veramente mini-invasivo. Solo pochissimi casi richiedono ancora un intervento chirurgico tradizionale. ESERCIZI PER LA RIABILITAZIONE DELL’ANCA Esercizi di flesso-estensione dell’anca in un primo momento a ginocchio flesso poi a ginocchio esteso Esercizi di abduzioneadduzione controllati Esercizi di potenziamento muscolare contro resistenza STRETCHING DELL’ILEOPSOAS 17 STRETCHING DEL TENSORE DELLA FASCIA LATA SINDROM E DELLA BENDELL ETT A ILEO-TIBIAL E Patologia tipica dei mezzofondisti, consiste nell’infiammazione della porzione distale dell’inserzione del tendine del muscolo tensore della fascia lata. SINDROM E DELLA BENDELL ETT A ILEO-TIBIAL E • Detta anche «ginocchio del corridore». • Questa struttura gioca un ruolo molto importante nella biomeccanica del ginocchio in quanto stabilizzatore del comparto laterale. 18 BENDELL ETTA ILEO-TIBIAL E SINDROM E DELLA BENDELL ET TA ILEO-TIBIAL E Durante il movimento della corsa si ha uno scorrimento continuo del tendine sul condilo femorale esterno (ginocchio flesso di circa 3040°). SINDROM E DELLA BENDELL ET TA ILEO-TIBIAL E • Alle v olte il passaggio della benderella sopra il condilo può dare v eri e propri scatti, tale sollecitazione continua inf iamma e irrigidisce il tendine. 19 SINDROM E DELLA BENDELL ET TA ILEO-TIBIAL E Cause di insorgenza: - calzature non idonee - terreni troppo duri e accidentati - deviazioni assiali in varo del ginocchio - anomalie del condilo femorale (es: post trauma) SINDROM E DELLA BENDELL ET TA ILEO-TIBIAL E Si manifesta con dolore alla palpazione del comparto laterale del ginocchio, con dolore alla corsa e sensazione di scatto ad ogni passo. Col tempo si hanno progressive retrazioni fibrotiche del tendine. TRATTAMENTO DELLA SINDROM E DELLA BENDELL ETTA ILEO-TIBIAL E Consiste nell’astensione dalla corsa per 1-2 mesi, terapia antiinfiammatoria e crioterapia nei primi giorni di esordio. 20 PROGRAMMI RIABILITATIVI SPECIFICI • stretching del grande gluteo • stretching del tensore della fascia lata così da diminuire la tensione del loro tendine comune STRETCHING DEL GRANDE GLUTEO stretching del grande gluteo STRETCHING DEL TENSORE DELLA FASCIA LATA stretching del tensore della fascia lata 21 PROGRAMMI RIABILITATIVI SPECIFICI Molto utile può essere anche il rinforzo dei muscoli piccolo e medio gluteo oltre al tensore della fascia lata. PROGRAMMI RIABILITATIVI SPECIFICI rinforzo dei muscoli ischio-crurali, adduttori e quadricipite e cioè rispettivamente dei muscoli posteriori, interni e anteriore della coscia. potenziamento del vasto laterale del quadricipite, degli abduttori ed extrarotatori dell’anca e dei gemelli del polpaccio. PROGRAMMI RIABILITATIVI INDIVIDUALI Correggere eventuali eterometrie degli arti inferiori attraverso l’uso di una soletta di rialzo calcaneare 22 TUTORI SPECIFICI Fascia di compressione della bendelletta ileo-tibiale RIPRESA SPORTIVA • La ripresa progressiva dell’allenamento deve avvenire su di un terreno piano e morbido, con calzature adeguate (eliminando scarpe da corsa usurate). • In caso di ginocchio varo sarebbe utile effettuare un Test Baropodometrico per posizionare un plantare adeguato. (Per prevenire le recidive è utile lo stretching della fascia lata) RIPRESA SPORTIVA Valutare le condizioni del terreno di allenamento; nel caso in cui vi sia una lieve pendenza, sui bordi esterni della strada, è consigliato correre sul bordo facendo il percorso sempre dallo stesso lato sia all’andata che al ritorno. Stesso discorso se ci si allena in pista, o percorsi che presentano curve, variare sempre il senso di corsa… 23 RIPRESA SPORTIVA Da notare che sostituire temporaneamente la corsa con sport alternativi come la bici può essere controproducente perché aumentano di numero le sollecitazioni sul ginocchio addirittura a gradi di flessione maggiore. INTRODUZIONE ALLA ANATOMIA DEL GINOCCHIO Visione anteriore 24 Visione laterale Visione mediale 25 Visione posteriore Rotula Gola intercondiloidea Condilo laterale mediale Femore Il ginocchio e la sua stabilità…………. 26 Stabilità perfetta in ogni circostanza nonostante lo scarso contatto esistente fra le superfici articolari: *forma dei componenti ossei *robustezza ed architettura dei mezzi di unione *controllo dinamico muscolare Condilo femorale esterno Condilo femorale interno Legamento collaterale laterale Legamento collaterale mediale menischi Legamenti crociati Perone Condilo femorale interno Condilo femorale esterno menischi Legamenti crociati 27 Legamento collaterale mediale Legamento collaterale laterale Legamento crociato posteriore Legamento crociato posteriore I legamenti collaterali sono tesi durante la estensione e sono detesi durante la flessione assicurano la stabilità del ginocchio in estensione 28 Legamento collaterale mediale Legamento collaterale mediale I legamenti crociati assicurano al stabilità antero - posteriore del ginocchio 29 Legamento crociato anteriore Legamento crociato posteriore Menischi Elem enti fibro-cartilaginei (giunti elastici) che com pensano la non perfetta corrispondenza fra le superfici articolari fem orale (sferiche) e tibiale (piatte) e trasm ettono le sollecitazioni pressorie fra fem ore e tibia 30 Legamento crociato posteriore Menisco mediale Menisco laterale Legamento crociato anteriore I m uscoli gem elli che sono m uscoli flessori si oppongono al cassetto posteriore 31 Il m uscolo bicipite; antivarizzante in estensione diviene flessore e rotatore esterno Muscoli della zampa d’oca: sartorio gracile e semitendinoso Antivalgizzanti in estensione divengono flessori e rotatori interni nel corso della flessione bloccano il com parto m ediale in rotazione interna “zampa d’oca” 96 GINOCCHIO DEL CICLISTA Condropatia femoro-rotulea spesso associata a tendinite inserzionale del quadricipite o dei muscoli della zampa d’oca. 32 GINOCCHIO DEL CICLISTA Durante la pedalata la rotula agisce da fulcro a diversi muscoli (primo fra tutti il quadricipite) Viene pertanto posta sotto stress compressivo l’articolazione femoro rotulea, creando così un danno alla cartilagine articolare GINOCCHIO DEL CICLISTA Tale patologia può essere favorita da: - alterazioni dell’asse di scorrimento della rotula - deviazioni dell’asse femoro-tibiale - posizione errata sulla bicicletta (sellino troppo basso) 33 GINOCCHIO DEL CICLISTA GINOCCHIO DEL CICLISTA Terapia conservativa • Riposo • Trattamento farmacologico • Correzione della postura durante la pedalata Se la sindrome insorge a causa di deviazioni assiali dell’asse femoro-rotuleo e femoro-tibiale, è opportuno ricorrere ad interventi chirurgici di riallineamento. GINOCCHIO DEL CICLISTA Terapia conservativa • Esercizi di stretching • Riallineamento tramite rinforzo muscolare • Taping e/o ginocchiere specifiche • Terapie fisiche (ghiaccio, laser, Tecar, ultrasuoni) 34 GINOCCHIO DEL CICLISTA Terapia conservativa Principali esercizi riabilitativi: • Alzate a gamba tesa • Abduzioni e adduzioni a gamba tesa • Estensioni del ginocchio • Esercizi di propiocezione GINOCCHIO DEL CICLISTA Ortesi GINOCCHIO DEL CICLISTA Approfondimenti diagnostici • Studio dell’allineamento del sistema estensore con TAC mirata TA-GT • Studio della cartilagine con RMN 35 GINOCCHIO DEL CICLISTA Terapia chirurgica • Lateral release • Riallineamento distale GINOCCHIO DEL SALTATORE Tendinopatia che colpisce l’apparato estensore del ginocchio, in particolare il tendine rotuleo. GINOCCHIO DEL SALTATORE Molto comune in chi pratica sport quali il basket, la pallavolo e le specialità di salto dell’atletica leggera. 36 GINOCCHIO DEL SALTATORE Il meccanismo alla base di tale patologia consiste nella brusca estensione del ginocchio flesso. La ripetizione continua di questi movimenti stressa l’apparato estensore del ginocchio che reagisce infiammandosi. GINOCCHIO DEL SALTATORE Possono favorire l’insorgenza di tale patologia: - alterata biomeccanica dell’arto inferiore - terreni di gioco eccessivamente rigidi - familiarità - allenamenti troppo intensivi 37 GINOCCHIO DEL SALTATORE Sintomatologia Si manifesta elettivamente con dolore in corrispondenza dell’apparato estensore del ginocchio. Tre stadi: 1) Dolore durante attività sportiva 2) Dolore anche a riposo 3) Dolore intenso con rischio di rotture tendinee GINOCCHIO DEL SALTATORE Terapia Il trattamento nella prima fase si limita al riposo, all’applicazione di ghiaccio ed antiinfiammatori locali, e ad eventuali terapie fisiche. Nella seconda fase è utile un’astensione prolungata dall’attività agonistica e l’utilizzo di terapie antiinfiammatorie a dosaggio pieno. Qualora le terapie conservative non rechino beneficio, può essere utile ricorrere ad interventi chirurgici. GINOCCHIO DEL SALTATORE Terapie fisiche •Laserterapia •Tecarterapia •Ionof oresi •Onde d’urto 38 GINOCCHIO DEL SALTATORE Trattamento chirurgico •Scarificazione artroscopica •Chirurgia aperta GINOCCHIO DEL SALTATORE Esercizi di riabilitazione 39 GINOCCHIO DEL SALTATORE Esercizi di riabilitazione Contrazioni isometriche del quadricipite: seduti a terra, con la gamba inf ortunata distesa e aderente al terreno, l'altra piegata, spingere verso il terreno il ginocchio infortunato contraendo il quadricipite. Mantenere per 10 secondi, rilassarsi e ripetere 3 volte. GINOCCHIO DEL SALTATORE Esercizi di riabilitazione Estensione completa della gamba: seduti sul bordo di una sedia appoggiandosi con le mani, ginocchia flesse a 90°, raddrizzare lentamente soltanto il ginocchio colpito da tendinite estendendolo completamente. Mantenere per 5 secondi, ritornare lentamente nella posizione iniziale e ripetere 6 volte. GINOCCHIO DEL SALTATORE Esercizi di riabilitazione Estensione del ginocchio contro resistenza: in piedi, con le mani appoggiate alla sedia, a un tavolo o alla spalliera, fissare l'estremità di un elastico al supporto (ad es. una gamba della sedia) e l'altra dietro il ginocchio da riabilitare. Fare un passo in dietro per mettere in tensione l'elastico. Tenendo l'altro arto teso flettere leggermente il ginocchio infortunato (30-45°), fermarsi ed estendere il ginocchio contraendo i muscoli della coscia. Ripetere 10 volte. 40 GINOCCHIO DEL SALTATORE Esercizi di riabilitazione Mezzo squat: in piedi, mani lungo i f ianchi, piedi alla larghezza della spalle con le punte ruotate verso l'esterno di 30°. Piegare entrambe le ginocchia di 45 gradi, spingere sui talloni contraendo i muscoli della coscia e tornare nella posizione di partenza. Ripetere 10 volte. GINOCCHIO DEL SALTATORE Esercizi di riabilitazione Step su e giù: salire su un gradino di 5 cm utilizzando l'arto infortunato, poi scendere lentamente fino ad appoggiare il tallone (non le dita) dell'altro piede. Sollevarsi verso l'alto facendo forza sul tallone dell'arto dolente e ripetere. Durante la flessione il ginocchio infortunato non deve mai superare la proiezione verticale della punta del piede. L'altezza del gradino andrà aumentata progressivamente seduta dopo seduta (10-15-20 cm). 41 GINOCCHIO DEL SALTATORE Esercizi di stretching Aggiungere esercizi di stretching per il quadricipite e per i muscoli posteriori della coscia G li esercizi di allungamento degli arti inferiori, se eseguiti all'inizio e al termine degli allenamenti, sono utili anche per prevenire la tendinite. GINOCCHIO DEL SALTATORE Prevenzione La tendinite rotulea si previene aumentando il tono muscolare e l’estensibilità del muscolo quadricipite e dei tendini ischio-crurali. Occorre quindi una preparazione atletica mirata al rinforzo simmetrico del muscolo quadricipite. Eventuali malallineamenti femoro-rotulei devono essere corretti con calzature o ortesi, quando possibile. 42 GINOCCHIO DEL SALTATORE Prevenzione Ulteriori misure preventive comprendono: • correzione di eventuali squilibri muscolari o articolari • potenziamento anche della muscolatura non direttamente coinvolta nel gesto atletico • esecuzione di un programma di allenamento razionale, adatto alle proprie caratteristiche fisiche e che preveda i giusti tempi di recupero. GINOCCHIO DEL SALTATORE Prevenzione • non esagerare con le attività sportive alternative alla principale, soprattutto se poco correlate al gesto atletico • indossare scarpe comode ed evitare terreni eccessivamente rigidi, morbidi o sconnessi • imparare ad ascoltare i segnali che il corpo trasmette: in particolare è bene non ignorare dolore e rigidezza locale anche se lieve e momentanea GINOCCHIO DEL SALTATORE ESERCIZI DA EVITARE: • Affondi (aumenterebbero la flessione del ginocchio) • Squat con flessione del ginocchio che superi i 130° • Leg extension partendo da un’eccessiva flessione del ginocchio • Pressa 43 GINOCCHIO DEL SALTATORE Ortesi Rotture dei legamenti del ginocchio LA DISTORSIONE DEL GINOCCHIO 44 Le distorsioni del ginocchio I traumatismi più frequenti sono le distorsioni. Si verificano con il completo appoggio del piede al suolo, con una componente di varo o di valgo che può essere accentuata da un elemento esterno (il peso di un avversario, ad esempio). Alcuni sports predispong on o a questo genere di lesioni. Calcio Sci Sports di combattimento Rugby Pallacanes tro Le cause Segni e Sintomi • • • • • • Senso di instabilità Dolore Perdita antalgica di funzione articolare Versamento articolare Ecchimosi Dolorabilità palpatoria in corrispondenza delle strutture capsulolegamentose lese 45 Le distorsioni • • • • • Nella maggioranza di circa 30°. Interne Esterne LCA LCP Combinate dei casi il trauma si verifica a ginocchio flesso Ci sono traumi laterali che si verificano in estensione completa o anche in iperestensione. Il calcio a vuoto può provocare una rottura isolata del LCA. I°grado II°grado III° grado Le distorsioni benigne (I grado) Si parla di distorsione benigna quando c’è un allungamento delle fibre senza rottura (soprattutto i legamenti collaterali interno o esterno). Si tratta talvolta di un semplice movimento di lateralità. Segni clinici delle distorsioni benigne: - Dolore lungo il tragitto del legamento stirato, più spesso nella sua parte superiore, a livello dell’inserzione condiloidea, ma anche in basso o nel mezzo. Stabilire il carattere benigno della distorsione, ovvero provare che non c’è interruzione della continuità delle fibre legamentose. - Assenza di lassità interna, ovvero assenza di divaricazione del lato interno nella manovra di valgo forzato, in estensione e in leggera flessione del ginocchio. - Assenza di lassità esterna nel varo forzato. - Assenza di movimento anormale nel cassetto anteriore o posteriore. 46 Verificare l’integrità del menisco interno. In caso di dubbio: - Ripetere l’esame a distanza dalla fase dolorosa acuta - Artroscopia - La RMN mostra bene i menischi, i legamenti e le cartilagini. Trattamento delle distorsioni benigne Si può prescrivere l’impiego di una ginocchiera asportabile a scopo antalgico per qualche giorno. I principi del trattamento: - Trattamento antalgico ed antinfiammatorio. - Mobilizzazione rapida del ginocchio (rodaggio articolare). - Ripresa dell'appoggio con la cessazione dei dolori. - Rinforzo del quadricipite e degli ischio-crurali, allorché possibile. L’evoluzione è in genere favorevole in 3 settimane, con ripresa dello sport. Le distorsioni gravi (III grado) - Rottura di un legamento periferico (media gravità) - Rottura dei crociati e di altri legamenti (distorsione grave) Le rotture dei legamenti crociati vengono molto spesso misconosciute da chi esamina per primo il paziente (per difficoltà dovute alla sintomatologia o talvolta per ignoranza dei test clinici di rottura), fatto che spiega molti errori terapeutici. RIVEDERE A BREVE IL PAZIENTE!! All’anamnesi viene spesso riferita l’impressione di uno scricchiolio/strap po ben percepito al momento dell’incident e e di una lussazione del ginocchio. A volte si ha la sensazione immediata di instabilità con sensazione di "gamba matta". Distorsioni interne I meccanismi sono di solito: • Valgo-Flessione-Rotazione Esterna: VALFE (distorsione tipica dello sciatore) • Valgo puro (trauma su un ginocchio appoggiato in estensione) 47 Lesioni del compartimento interno Distorsioni esterne Varo-flessione-rotazione interna VARFI Iperestensione Calcio nel vuoto: rottura isolata del LCA 48 Ricercare la lassità degli altri legamenti, segno di rottura Lassità in Valgo-Flessione Rotazione Esterna Lassità in Varo-Flessione Rotazione Interna Cassetto anteriore VALFE VARFI Cassetto posteriore La rottura del LCA è la lesione legamentosa più frequente Bisogna ricercarla in primo luogo LCA LCA normale Rottura del LCA nella RMN 49 Test per ev idenziare una lassità anteriore Cassetto anteriore Lachman test In flessione "LACHMAN test" introdotto da TORG 1976 Utilizzato già in Francia da TRILLAT (1963) Questo test, se positivo, obiettiva: - Una rottura del LCA se c’è uno spostamento anteriore della tibia - Una rottura del LCP se c’è uno spostamento posteriore E’ molto importante saper eseguire i test dinamici destinati a riprodurre lo scatto tipico e patognomonico della rottura del LCA. Radiografie dinamiche Varus 50 ARTROCENTESI LA LUSSAZIONE DEL GINOCCHIO Lussazioni del ginocchio Lussazione anteriore Lussazione esterna 51 Le lesioni La radiografia Manovra di riduzione 52 Trattamento delle distorsioni benigne (I grado) • Immobilizzazione breve (antalgica) • Kinesiterapia precoce Trattamento delle distorsioni gravi (III grado) L'immobilizzazione gessata Permette di ottenere la cicatrizzazione dei legamenti lesionati, nella speranza di ottenere una riparazione « termino-terminale" corretta senza lassità residua. Questo è valido per i legamenti periferici. Il LCA non cicatrizza quasi mai, probabilmente in ragione della cattiva vascolarizzazione dei frammenti. Il legamento necrotizza, soprattutto se le estremità non sono a contatto. Il LCP cicatrizza meglio. Il gesso (o ginocchiera bloccata) deve essere tenuto per 45 giorni. Indicazioni: Le rotture dei legamenti periferici ed anche nel soggetto anziano e nel soggetto non sportivo (nel quale, secondo alcuni, si può sopportare una lassità residua). – Indicazione nostra in tutte le persone non anziane Per altri pz vedere caso per caso… Trattamento delle distorsioni gravi L'immobilizzazione parziale con rieducazione Si cerca spesso di evitare l’immobilizzazione rigorosa per troppo tempo per i suoi inconvenienti sulla rigidità e l’amiotrofia: - proteggendo con una ginocchiera asportabile e - rieducando precocemente la flessione. I legamenti periferici possono così cicatrizzare e il perno centrale potrà essere ricostruito secondariamente, in caso di instabilità. [atteggiamento non da tutti condiviso: meglio immobilizzazione efficacie e lunga quanto serve per la riparazione sicura del legamento] La rieducazione sarà molto importante. 53 Ginocchiere protettrici ESEMPIO DI RIABILITAZIONE ARTO INFERIORE (GINOCCHIO) DOPO RICOSTRUZIONE LCA FASE I (post-op - I settim ana) Obiettivi: • Riduzione della tumefazione. • Riduzione del dolore. • Riduzione dell’infiamm azi on e Consigli: • Allettamento o deambulazion e in scarico assoluto • Ghiaccio locale, compressione • Contrazione del mm quadricipite (esercizi isometrici) • Mantenimento del ginocchio a 30° circa di flessione 54 FASE II (I-II settim ane) Obiettivi: • Recupero dei ROM. • Riduzione del dolore. • Riduzione dell’infiamm azi on e. • Ritorno alla deambulazio ne in scarico. Consigli: • Deambulazio ne con stampelle. • Compressione e ghiaccio. • Flessione passiva permessa fino ad un massimo di 120°. • Recupero tono muscolare con flessione attiva, discesa da scalini in scarico. FASE III (II-IV settim ane) Obiettivi: • Recupero dei ROM. • Ritorno alla deambulazio ne. Consigli: • Deambulazio ne con stampelle. • Recupero graduale dell’estensio ne completa attiva. • Flessione passiva permessa fino ad un massimo di 135°. • Recupero tono muscolare con esercizi attivi di rinforzo della muscolatura di coscia e gamba, discesa e salita da scalini in carico progressivo. FASE IV (I-II m esi) Obiettivi: • Mantenere completa articolarità. • Ripresa attività normale. Consigli: • Deambulazio ne in carico. • Recupero graduale dell’estensio ne completa attiva. • Esercizi di propriocezion e. • Recupero tono muscolare con esercizi attivi di rinforzo della muscolatura di coscia e gamba. 55 FASE V (II m ese in avanti) Obiettivi: • Prevenzione di nuove lesioni. • Ripresa attività agonistica. Consigli: • Continuare con gli esercizi di propriocezio ne. • Miglioramento del tono muscolare. • Recupero dei gesti sport-specifici. • Corsa. ESERCIZI PER LA RIABILITAZIONE DEL GINOCCHIO Recupero ROM con flessione passiva Recupero propriocezione ESERCIZI PER LA RIABILITAZIONE DEL GINOCCHIO Recupero ROM con flessione attiva, prima senza resistenza poi contro resistenza Recupero dell’estensione completa 56 Comitato Riabilitazione SIGASCOT Proposta di protocolli di riabilitazione pe r i più comuni interve nti chirurgici di ginocchio GINOCCHIO • Ricostruzione L.C.A. (con STG) • Ricostruzione L.C.P. • Artroprotesi Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore (pag. 1) TUTORE CARICO Ris petto dei tempi biologici di cicatr iz z az ione Facoltativo, s econdo pr es cr iz ione del chir ur go Due s tampelle nelle pr ime due s ettimane Poi, in as s enz a di gonfior e, abbandonar e pr ogr es s ivamente una, quindi entr ambe le s tampelle Contr ollo dolor e ed infiammaz ione Recuper o iniz iale del movimento (es tens ione completa, fles s ione a 90° entr o2 s ettimane e 120° entro 4 s ettimane) Recuper o completo del movimento (es tens ione e fless ione) Deambulaz ione cor r etta (5- 8 sett.) Ginocchio s gonfio con as s enz a di ver s amento ESERCIZI TERAPEUTICI Es er ciz i attivi per anca e caviglia M obiliz z az ioni r otulee Cocontr az ioni di quadr icipite e fles s or i a ginocchio es tes o Es er ciz i is ometr ici del quadr icipite, Str etching fles s or i e tr icipite s ur ale No Completo in as s enz a di gonfior e I n cas o di ginocchio gonfio continuar e con una s tampella Es er ciz i in acqua Cyclette, r infor z o con elas tici di anca-ginocchiocaviglia Es er ciz i in catena chius a con fles s ione del ginocchio 0-45° Comitato Riabilitazione Sigascot (1- 4 sett.) OBIETTIVI 57 Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore (pag. 2) TUTORE CARICO Recuper o iniz iale della for z a mus colar e No Completo, s e il ginocchio tende a gonfiar s i, diminuir e le attività fis iche gior nalier e Ripr es a completa delle attività quotidiane (guidar e, lavor ar e, etc) Recuper o completo della for z a mus colar e (13-20 sett.) No Completo, s e il ginocchio continua a gonfiar s i far s i vis itar e dal chir ur go ESERCIZI TERAPEUTICI Rinfor z o in catena aper ta con macchine is otoniche evitando gli ultimi 30° di es tens ione Cyclette, es er ciz i in catena chius a fino a 90° di fles s ione e es er ciz i pr opr iocettivi con tavolette ins tabili Es er ciz i in acqua Cor s a s u tapis r oulant e s ul campo s por tivo, in linea r etta Recuper o della cor s a e della coor dinaz ione Es er ciz i pr opr iocettivi Rinfor z o mus colar e fino a r ecuper o completo (tes t is ocinetico) Comitato Riabilitazione Sigascot (9- 12 sett.) OBIETTIVI Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore (pag. 3) TUTORE CARICO Recuper o atletico (r es is tenz a allo s for z o pr olungato) No Completo Recuper o completo dei ges ti s por t s pecifici ESERCIZI TERAPEUTICI I n pr ogr es s ione, dopo la cor s a in linea r etta, intr odur r e cur ve ad angolo s empr e più s tr etto, fino a cambi di dir ez ione Attività aer obica e di r es is tenz a allo s for z o pr olungato Balz i ed attività pliometr ica Comitato Riabilitazione Sigascot (21-24 s ett.) OBIETTIVI Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del Legamento Crociato Posteriore (pag. 1) TUTORE CARICO Ris petto dei tempi biologici di cicatr iz z az ione Bloccato in es tens ione Due s tampelle ESERCIZI TERAPEUTICI Es er ciz i attivi per anca e caviglia M obiliz z az ioni r otulee Contr ollo dolor e ed infiammaz ione Es er ciz i di mobiliz z az ione as s is titi fino a 60° (1- 4 sett.) Recuper o iniz iale del movimento (es tens ione completa e fles s ione a 60°) Recuper o completo del movimento (es tens ione e fless ione) Deambulaz ione cor r etta (5- 8 sett.) Ginocchio s gonfio Sbloccar e in pr ogr es s ione la fles s ione Abbandonar e pr ogr es s ivamente una, quindi entr ambe le s tampelle Es er ciz i in acqua Cyclette, r infor z o con elas tici di ancaginocchio-caviglia Es er ciz i in catena chius a con fles s ione del ginocchio 0-45° Comitato Riabilitazione Sigascot OBIETTIVI 58 Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del Legamento Crociato Posteriore (pag. 2) TUTORE CARICO Recuper o iniz iale della for z a mus colar e No Completo, s e il ginocchio tende a gonfiar s i, diminuir e le attività fis iche gior nalier e ed indos s ar e una ginocchier a elas tica Rinfor z o in catena aper ta del quadr icipite con macchine is otoniche Completo, s e il ginocchio continua a gonfiar s i far s i vis itar e dal chir ur go Cor s a s u tapis r oulant e s ul campo s por tivo, in linea r etta Ripr es a completa delle attività quotidiane (guidar e, lavor ar e, etc) Recuper o completo della for z a mus colar e (13-24 sett.) No Recuper o della cor s a e della coor dinaz ione Es er ciz i in catena chius a fino a 90° di fles s ione e pr opr iocettivi Es er ciz i pr opr iocettivi Rinfor z o mus colar e fino a r ecuper o completo (tes t is ocinetico) Comitato Riabilitazione Sigascot (9- 12 sett.) ESERCIZI TERAPEUTICI OBIETTIVI Protocollo di riabilitazione per intervento di ricostruzione del Legamento Crociato Posteriore (pag. 3) TUTORE CARICO Recuper o atletico (r es is tenz a allo s for z o pr olungato) No Completo Recuper o completo dei ges ti s por t s pecifici ESERCIZI TERAPEUTICI I n pr ogr es s ione, dopo la cor s a in linea r etta, intr odur r e cur ve ad angolo s empr e più s tr etto, fino a cambi di dir ez ione Attività aer obica e di r es is tenz a allo s for z o pr olungato Balz i ed attività pliometr ica Comitato Riabilitazione Sigascot (25-32 s ett.) OBIETTIVI P rotocollo di riabilitazione per intervento di Artroprotesi di Ginocchio (pag. 1) Es tens ione completa Fles s ione PASSI VA del ginocchio a 100° (1-2 s ett.) Autonomia nella deambulaz ione con s tampelle Fles s ione ATTI VA del ginocchio a 100° (3-4 s ett.) Autonomia nello s cender e e s alir e le s cale con due s tampelle ARCO DI MOVIMENTO Us o di dis pos itivo C.P.M . par tendo da 0-40° e aumentando 5- 10° ogni gior no (almeno un or a al gior no) Stop C.P.M . Continuar e con mobiliz z az ione attiva CARICO Con deambulator e dalla pr ima/s econda gior nata ESERCIZI TERAPEUTICI M obiliz z az ione attiva Contr az ioni is ometr iche del quadr icipite Con s tampelle dalla ottava gior nata Es er ciz i attivi per anca ginocchio e caviglia Con due s tampelle pr ogr es s ivo Es er ciz i per deambulaz ione con s tampelle (anche s u s cale) Rinfor z o di anca, ginocchio e caviglia con legger a r es is tenz a Comitato Riabilitazione Sigascot OBIETTIVI 59 P rotocollo di riabilitazione per intervento di Artroprotesi di Ginocchio (pag. 2) Autonomia totale s enz a aus ili r ecuper ar e la mas s ima fles s ione pos s ibile CARICO I niz ialmente con una s ola s tampella da abbandonar e appena funz ionalità e dolor e lo per mettono (5-6 s ett.) ESERCIZI TERAPEUTICI Es er ciz i di r infor z o s pecifico per quadr icipite e fles s or i Es er ciz i di equilibr io monopodalici Es er ciz i s u s cale, cyclette, ginnas tica in acqua Comitato Riabilitazione Sigascot ARCO DI OBIETTIVI MOVIMENTO SHIN SPLINTS Colpisce elettivamente i mezzofondisti Dolore a livello della cresta tibiale che origina da una tendinopatia dei muscoli della gamba Durante la corsa infatti i muscoli delle logge anteriore e posteriore della gamba stressano continuamente il periostio su cui si inseriscono causando microtraumatismi e microdistacchi periostali SHIN SPLINTS La sintomatologia è tipica e si manifesta con dolore acuto in prossimità della cresta tibiale, generalmente al terzo medio o al terzo distale 60 SHIN SPLINTS Il trattamento di questa patologia consiste in: ‒ riposo prolungato (fino a 3 mesi) ‒ ghiaccio ‒ terapia antiinfiammatoria ‒ stretching SHIN SPLINTS SHIN SPLINTS 61 SHIN SPLINTS Prevenzione: ‒ Calzatura e supporti ‒ Plantare termoformabile ‒ Correzione gesto tecnico ‒ Riscaldamento e stretching TENNIS LEG E’ una tendinopatia dell’inserzione prossimale del gemello mediale a livello del condilo femorale Colpisce in maggior parte i tennisti, ma anche chi pratica atletica leggera può essere colpito da tale disturbo TENNIS LEG L’origine di tale disturbo risiede nella brusca contrazione del gemello mediale a ginocchio esteso, come accade nel tennis o durante le partenze in gare di atletica leggera 62 TENNIS LEG Si manifesta con una zoppia tipica e con un forte dolore in sede di inserzione del gemello mediale; se trascurata si può giungere anche alla completa disinserzione del ventre muscolare. TENNIS LEG Nelle fasi iniziali il riposo (scarico con stampelle e bendaggio contentivo in varo-equino), crioterapia, terapia antiinfiammatoria risolvono il quadro clinico. TENNIS LEG ‒ Dopo 3-6 settimane si inizia un programma di stiramenti manuali progressivi e stretching. ‒ Rinforzo muscolare ‒ Ripresa graduale dell’attività sportiva In caso di disinserzione del ventre muscolare si deve ricorrere ad intervento chirurgico 63 INTRODUZIONE ALLA ANATOMIA DELLA TIBIO- TARSICA e del PIEDE La caviglia e il Piede le funzioni la struttura le componenti ossee gli elementi di connessione il movimento ; la componente muscolare Una visione d’insiem e sostegno del peso del corpo elemento essenziale per la locomozione orienta la volta plantare in tutte le direzioni per adattarla alle asperità del terreno 64 COMPLESSO ARTICOLARE DELLA TIBIO - TARSICA E PIEDE (RETRO PIEDE-MEDIO PIEDEAVAN PIEDE ) 65 Malleolo tibiale Malleolo peroneale 66 Malleolo peroneale astragalo Malleolo peroneale Malleolo tibiale astragalo Malleolo peroneale Malleolo tibiale astragalo calcagno 67 Mortaio tibio peroneale Troclea astragalica Piede 68 scafoide Articolazione medio tarsica Art tarso metatarsica Cuboide Articolazione sotto astragalica Cuneiforme md astragalo testa collo troclea scafoide calcagno tuberosità L’articolazione tibio- tarsica è una diartrosi definita anche ginglimo angolare dotata di un solo tipo di movimento ( sul piano sagittale ) 69 Articolazione tibio tarsica Articolazione talo crurale navicolare Articolazione metatarso falangea Articolazione interfalangea Leg. Tibio peroneale anteriore Leg. collaterale laterale Peroneo astragalico ant. peroneo calcaneare peroneo astragalico post posteriore 70 Leg. collaterale laterale Leg. Tibio peroneale anteriore Peroneo astragalico ant. peroneo calcaneare posteriore Leg. Deltoideo tibio astragalico ant tibio astragalico post tibio calcaneare tibio navicolare Leg. Deltoideo tibio astragalico ant tibio astragalico post tibio calcaneare tibio navicolare 71 Membrana interossea Leg. Tibio peroneale post. Leg. Peroneo astragalico post. Leg. deltoideo Membrana interossea Leg. Tibio peroneale ant. Leg. deltoideo Tre assi di movimento DEL PIEDE ASSE TRASVERSALE passa attrav erso i malleoli condiziona i mov imenti di FLESSO ESTENSIONE del piede ASSE LONGITUDINALE DELLA GAMBA condiziona i mov imenti di ADDUZZIONE ABDUZIONE del piede ASSE LONGITUDINALE DEL PIEDE condiziona i mov imenti PRONO SUPINAZIONE DEL PIEDE 72 ASSE TRASVERSALE ASSE LONGITUDINALE DEL PIEDE ASSE LONGITUDINALE DELLA GAMBA Flessione il mov imento che av v icina il dorso del piede alla faccia anteriore della gamba Estensione il mov imento che allontana il dorso del piede alla faccia anteriore della gamba Flessione Estensione 73 Flessione dorsale Flessione plantare Movim enti del com plesso articolare del piede Adduzione quando la punta del piede si porta in dentro si avvicina alla linea m ediana Abduzione quando la punta del piede si porta all’esterno si allontana dalla linea m ediana Linea mediana Adduzione Linea mediana Abduzione 74 Movim enti del com plesso articolare del piede La supinazione orienta la volta plantare verso l’interno La pronazione orienta la volta plantare verso l’esterno Eversione Supinazione adduzione Inversione 75 Sottoposti a tensione i leg. laterali Sottoposti a tensione i leg. mediali 76 Muscoli flessori della caviglia adbuttori pronatori Peroneo terzo Estensore lungo delle dita adduttori supinatori Tibiale anteriore 77 Muscoli estensori (flessione plantare) della caviglia Tricipite surale Peroneo breve Peroneo lungo Tibiale posteriore Flessore lungo delle dita 78 DISTORSIONI DI CAVIGLIA E PIEDE • Rappresentano il 15% di tutti gli infortuni negli atleti. • Sport coinvolti: pallavolo (56% ), basket (55% ), calcio (51% ), danza. • Il recupero è completo tranne nel 20-40% dei casi ove si hanno dolore ed instabilità cronica LESIONI DEL LEGAMENT O COLLATERAL E LATERALE CLASSIFICAZIONE GRADO 1: stiramento senza rotture. Non limitazioni funzionali. No instabilità articolare. GRADO 2: parziale rottura. Funzionalità parzialmente conservata. Lieve instabilità. GRADO 3: rottura completa. Funzionalità compromessa. Instabilità meccanica articolare. 79 DISTORSIONE ESTERNA DELLA CAVIGLIA Trauma in adduzione - Sensazione di rottura, spesso percepita dal paz. - Dolore acuto costante - Impotenza immediata non sempre completa, il paz. può spesso riprendere un’attività dopo qualche minuto di dolore acuto - Una tumefazione esterna, somigliante ad un uovo, segna l‘ematoma, l'ecchimosi invece è più tardiva La palpazione trova dei punti dolorosi, in avanti e sotto il malleolo. Ricerca di una instabilità esterna con una mano, mentre con un dito si palpa l’interlinea RADIOGRAFIE DINAMICHE (misure comparative dei 2 lati) - 10 - 15° - 20 - 25° - 30° : rottura del peroneo-astragalico : rottura dei 2 fasci : rottura dei 3 fasci anteriore 80 MOVIMENTI DEL CASSETTO ANTERIORE Una mano impugna il tallone e lo tira in avanti, mentre l'altra spinge il terzo inferiore della gamba in dietro La ricerca del cassetto ant. si esegue in leggera flessione plantare La rottura di un solo fascio crea un piccolo cassetto. Esso aumenta se gli altri fasci del legamento esterno sono rotti Misura del cassetto: normalmente < 7 a 8 mm DIAGNOSI TILT ASTRAGALICO CASSETTO ANTERIORE 81 TRATTAMENT O • Bend ag g io ad esivo: contenzione sufficiente nelle d istorsioni b enig ne o med ie: 15 g g - 21 g g • Si utilizzano sp esso tutori rimovib ili (tip o "AIRCAST ") che p ermettono la marcia ed imp ed iscono i movimenti laterali • • Anti-infiammatori e fisioterap ia Il g esso (g amb aletto d a carico), p er le d istorsioni g ravi : 45 gg • Noi: tutte le d istorsioni d a med ie a g ravi sono trattate con emistivaletto g essato, scarico, arto sollevato, b orsa d el g hiaccio ed eventuali anti-infiammatori p er b occa; Successiva rivalutazione d el p aziente d op o 7 g iorni in amb ulatorio. Se p ersistenza d ei seg ni e/o sintomi, confezionamento d i stivaletto g essato d a carico p er ulteriori 2 settimane (almeno) TRATTAMENT O • FASE ACUTA: PRICE: Protezione, Riposo, Ghiaccio (Ice), Compressione, Elevazione. Utile anche immobilizzazione in posizione neutra (GRADO I e II tutore; GRADO III stivaletto gessato) • FASE SUBACUTA: Esercizi di rinforzo e appropriati esercizi di carico • FASE RIABILITATIVA (circa 3 settimane postlesione): Stretching controllato dei muscoli e dei movimenti articolari FASE I (fase acuta) Tempi • Distorsione di grado 1: 1-3 giorni • Distorsione di grado 2: 2-4 giorni • Distorsione di grado 3: 3-7 giorni Obiettivi • Riduzione della tumefazione • Riduzione del dolore • Prevenzione di una recidiva • Mantenere una situazione di carico adeguato Opzioni protettive • Bendaggio adesivo • Tutori funzionali • Stivale gessato amovibile (in alcune distorsioni di grado 2, nella maggior parte di quelle di grado 3) • Riposo (uso delle stampelle per promuovere la deambulazion e senza alterazioni dell’andatur a) 82 FASE I (fase acuta) Ghiaccio • Crioterapia a cuffia • Borsa del ghiaccio • Ghiaccio con altre fisioterapie (correnti interferenziali, stimolazione galvanica ad alto voltaggio o ionoforesi, ultrasuoni) Compressione leggera • Benda elastica • Calze TED (trombo embolici deterrente) Elevazione • Sopra il cuore FASE II (fase subacuta) Tempi • Distorsione di grado 1: 2-4 giorni. • Distorsione di grado 2: 3-5 giorni. • Distorsione di grado 3: 4-8 giorni. Obiettivi • Ridurre la tumefazione. • Ridurre il dolore. • Aumentare il ROM indolore. • Dare inizio al rinforzo. • Dare inizio all’allenamento propriocettivo senza carico. • Fornire un supporto protettivo, secondo necessità. FASE II (fase subacuta) Tecniche fisioterapiche per ridurre il dolore e la tumefazione • Ghiaccio o bagni di contrasto • Elettrostimolazione (stimolazione galvanica ad alto voltaggio o ionoforesi, stimolazione interferenziale) • Ultrasuoni • Massaggio trasversale (con cautela) • Ortesi morbida con cuneo laterale di 0,3-0,5 cm (se necessario) Carico • Carico progressivo in funzione dei sintomi • Da carico parziale a carico totale, se non vi sono segni di andatura antalgica. 83 ALCUNI ESERCIZ I (fase II) A Elevazioni sulla punta dei piedi in posizione neutra, supinazione e pronazione Sollevamento delle dita dei piedi B ESERCIZI (fase II) «Aqua ankle». L’allenamento alla resistenza della caviglia viene effettuato utilizzando questo dispositivo in una vasca con acqua fredda ed in seguito tiepida Rinforzo in isometria. Pronazione contro un oggetto fisso (muro) con un cuscino come imbottitura. Esercizi di equilibrio. Da eseguire su una pedana circolare inclinabile per migliorare la propriocezione. FASE III (fase riabilitativa) Tempi • Distorsione di grado 1: 1 settimana. • Distorsione di grado 2: 2 settimane. • Distorsione di grado 3: 3 settimane. Obiettivi • Incrementare il ROM indolore. • Rinforzo progressivo. • Allenamento propriocettivo progressivo. • Aumentare le attività della vita quotidiana senza dolore. • Carico completo senza dolore e deambulazione non compensata 84 ESERCIZI (fase III) 1 2 3 1- Equilibrio monopodalico 2- Equilibrio monopodalico sul trampolino 3- Equilibrio monopodalico con una distrazione Supinazione, pronazione, flessione plantare, dorsiflessione contro Theraband. FASE IV (fase funzionale) Tempi • Distorsione grado 1: 1-2 settimane • Distorsione grado 2: 2-3 settimane • Distorsione grado 3: 3-6 settimane Obiettivi • Recuperare tutta la forza • Biomeccanica normale • Ritorno all’attività • Protezione e rinforzo contro ogni lieve residuo di instabilità articolare ESERCIZI (fase IV) Miglioramento della propriocezione 85 FASE V (fase preventiva) Obiettivi • Prevenire le lesioni Esercizi terapeutici • Esercizi funzionali • Attività su tavolette di equilibrio multidirezionali • Rinforzo preventivo (insistere sulla pronazione dei peronei) • Sostegno protettivo preventivo, secondo necessità FASE V (fase preventiva) Quali fratture, oltre quelle malleolari devono essere ricercate all’esame clinico ed alla rx grafie, in caso di distorsione di caviglia importante? 86 Quali fratture, oltre quelle malleolari devono essere ricercate all’esame clinico ed alla rx grafie, in caso di distorsione di caviglia importante? 87 Quali fratture, oltre quelle malleolari devono essere ricercate all’esame clinico ed alla rx grafie, in caso di distorsione di caviglia importante? • Fratture della base del 5° metatarso da distacco osseo dell’inserzione del peroneo breve • Soprattutto frattura osteocondrale della volta astragalica LESIONI ASSOCIATE Fratture osteocondrali della volta astragalica Polo super o-ester no m alleolo ester no : contatto con il Polo super o-inter no : contatto tibiale con il pilone 88 Le rotture esterne possono arrivare fino alla lussazione della caviglia Il trattamento delle lussazioni della caviglia • Gesso (gambaletto da carico): 45 gg. Scarico iniziale per 2-3 settimane La rieducazione è una tappa fondamentale del trattamento, per ritrovare una buona stabilità. La rieducazione propriocettiva della caviglia inizierà dopo il periodo di immobilizzazione, quale che sia la gravità della distorsione e qualunque sia il trattamento adottato 89 TRATTAMENT O CHIRURGICO • E’ a volte preferito al gesso nelle distorsioni gravi, soprattutto nei soggetti giovani e sportivi • Consiste nella sutura dei fasci rotti allo scopo di favorire una cicatrizzazione migliore delle fibre • L'immobilizzazione in gesso segue l’intervento, come per il trattamento ortopedico EVOLUZIONE • Favorevole, spesso, con un trattamento adatto e ben condotto • Le sindromi algo-distrofiche sono una complicanza che si vede raramente se il recupero funzionale è precoce • La sindrome d'instabilità cronica e dolorosa è frequente dopo distorsioni inveterate o mal curate: quadro di distorsioni recidivanti • La rieducazione propriocettiva ben condotta permette di stabilizzare buona parte di questi casi, se no: chirurgia • Parecchi interventi sono stati proposti. I più utilizzati sono quello di WATSON JONES e quello di CASTAING che utilizzano il tendine del peroneo breve • Rieducazione propriocettiva prima e dopo l’intervento • I risultati sono in generale soddisfacenti 90 Caviglia – distorsione Trattamento kinesiterapico Caviglia – distorsione Trattamento kinesiterapico • Recupero ROM • Rinforzo muscolare • Rieducazione propriocettiva ROM Caviglia Motion Ankle plantar flexion Ankle dorsiflexion Foot inversion Foot eversion Normal 45 20 35 25 ° ° ° ° Functional 20 10 10 10 ° ° ° ° 91 ROM Caviglia • Esercizi di mobilizzazione attiva e passiva • Idrochinesiterapia • Kinetec per la caviglia (MPC) Muscoli Flessori plantari Dorsiflessori • Gastrocnemio • Tibiale anteriore (anche inversione) • Soleo • Estens. lungo dita • Tibiale posteriore (anche inversione) • Estens. lungo alluce • Flessore lungo delle dita • Flessore lungo alluce Muscoli Eversori del piede Inversori del piede • Peroneo lungo • Tibiale posteriore (che • Peroneo breve agisce anche come flessore plantare) • Tibiale anteriore (che agisce anche come dorsiflessore) 92 Rinforzo m uscolare Un buon trofismo dei muscoli riduce il rischio di lesioni recidivanti e permette al paziente di riprendere a pieno regime le attività che svolgeva prima dell’incidente Esercizi per il potenziamento muscolare: - dorsiflessori della caviglia - flessori plantari - peronei (eversori) Mobilità articolare / stretching Flessioni del piede d a st azione er etta con la punta su un contro una par et e a rialzo o ginocchio est eso. Con la punta e met at ar so di un piede su un opportuno ri alzo o contro una p ar ete, spost ar e a vanti il corpo in ma ssi mo modo da flett er e la gamb a sul piede. al I mus coli m aggiorm ente int er es s ati sono i flesso ri plantari della caviglia. Flessioni del piede d a s eduto su panca a Manten endo affe rr ar e con ginocchio la est e so. ginocchio le mani este so, punt e e met at ar si del pied e ed e se rcit ar e una trazione ce rc ando di flette re il piede. I mus coli maggior m ente int er es sati sono i flessori plantari della ca viglia. 93 Flessioni dei piedi da st azione er ett a con le punte su un rialzo a gino cchia l egge rm ente fles se. Con le punte e i met ata rsi dei piedi su un ri alzo di 6- 8 c m., pieg ar si progre ssi va ment e sulle g amb e spo stando il corpo per a vanti-b as so in modo da flettere al ma ssi mo il piede sulla gamba. I muscoli maggior ment e inter es sa ti sono i flessori plantari della ca viglia. Fanno ec ce zione i gem elli che, a c aus a della se mifle ssione d el ginocchio, si trov ano con i capi di inserzione estremi ravvicinati. Flessioni del piede d a s eduto su panca a fles so. ginoc chio legger m ente Mant enendo la ga mba se mifle ss a, affe rr ar e con le mani la punta e il metat ar so del piede ed es er cita re una tr azione c er cando di flette re il piede. maggior ment e I inte re s sati muscoli sono i fles sori plantari della c aviglia. Fanno ec cezion e i gem elli che, a c aus a della se mifle ssione trov ano con del i ginocchio, capi si di inserzione estremi ravvicinati. Esten sioni del pied e da s eduto su panca a ginocchio legge rm ente fles so. Manten endo la il ginocchio fles so, affe rr ar e con le mani la punta e il metat a rso del piede ed es er cita re una fl es sione planta re d el piede. I muscoli maggiorm ente intere ss ati sono i flessori dors ali della caviglia. 94 Esten sioni del pied e da st azione er etta a ginocchio fles so con una mano alla c a viglia. Mant enendo le cos ce allineat e, flette re un ginoc chio e affe rr ar e con le mani la punta del piede. Quindi est ensione plantar e). d el I ese rcit ar e piede mus coli una ( fles sione maggior m ente intere ss ati sono i fles sori dor sali della caviglia. Esten sioni dei piedi da posizione in ginocchio seduto sui talloni. Col dorso dei piedi a te rr a, es er cita re una pres sione sulla ca viglia col peso d el co rpo. I mus coli maggior ment e inte re ss ati sono i flessori dorsali della caviglia. Circonduzioni del piede da seduto su panca a ginocchio Mantenendo il afferrare con semiflesso. ginocchio semiflesso, le mani la punta e il metatarso del piede ed esercitare delle circonduzioni rotazione. I lente nei due sensi di muscoli maggiormente interessati sono tutti quelli che agiscono nella mobilizzazione del piede in tutte le direzioni. Con il ginocchio semiflesso fanno eccezione i gemelli che, a causa della semiflessione del ginocchio, si trovano con i capi di inserzione estremi ravvicinati. 95 Flessione plantare e dorsale con elastico Inizialment e con poche ripetizioni, poi aument ar e progr e ssiv a ment e il nume ro delle suc ce ssi va ment e, ripetizione e, au ment ando il carico Intra- ed extra-rotazioni con elastico Important e pe r la sollecit azione d ei comp ar ti lega mento si che si t rov ano, infatti, sopra ttutto all’e ste rno dell’articolazione Gli stessi e se rcizi possono e ss er e es eguiti con la palla di spugna. Se mpr e da seduti, ponendo la palla a cont atto con una par ete, si pos sono es eguir e movi menti di fles sione plantar e e dorsal e ponendo la pianta del piede sulla palla. Con le ste ss e mod alità si possono e segui re mo vim enti di intra- ed ext r a-rot azione, ponendo que sta volta a cont atto con la palla l’interno o l’esterno del piede. 96 Standing and sitting calf Solo quando il soggetto ha r ecup er ato dalla zoppia e senz a a ccu s ar e dolore, allor a è pos sibile proporr e es er cizi a carico completo Leg press Estend er e le ga mbe cont ro la re sist enza r egolabile d ella macchina. Nelle sue va rianti, us ar e un solo a rto, oppure d ei cu scini proprioce ttivi da appo rr e tr a la piant a del piede e l a pedana fis sa, in modo tale da sti molar e la propriocettività insieme alla forza. Rieducazione propriocettiva Dopo un tr aum a com e una distorsione o una fr attur a non è sufficient e r ecup er ar e l'el asti cità e la forza inferiori: mus colar e bisogna degli arti migliora re l'equilibrio e il controllo posturale stati co e dina mico pe r e vita re recidive. 97 Rieducazione propriocettiva Si esegu e m anten endo posizioni o svolgendo degli eser cizi utilizzando degli attrez zi che r endono difficoltoso il mant enim ento dell'equilibrio; in questo modo si pr epa ra il corpo ad aff ronta re le condizioni instabili che capit ano nella vit a quotidiana e dur ante l'attività sportiva. Appena si può appoggia re l a m et à del prop rio peso sulla ca viglia infortunata, la pri ma t er apia da svolge re è co stituita da es er cizi proprioce ttivi a t e rr a, sulle t avolet te ins tabili o sui cus cini morbidi. Rieducazione propriocettiva Esercizio di equilibrio sul cuscino morbido Rieducazione propriocettiva Mantenere la posizione in piedi con un solo piede sul cuscino gonfiato ad aria è molto più difficile rispetto al cuscino morbido. 98 Rieducazione propriocettiva Mantenere la posizione di equilibrio su un solo piede con una zavorra su una sola mano. Rieducazione propriocettiva Giocare con la palla in piedi su una sola gamba sul cuscino gonfiato ad aria. Rieducazione propriocettiva Gli esercizi sulla tavoletta propriocettiva rotonda sono tra i più difficili. 99 Rieducazione propriocettiva Rimanere in piedi tenendo l'altra gamba con una mano appoggiando su un solo piede. Rieducazione propriocettiva Fase iniziale In questa fase gli esercizi sono eseguiti da seduto, ad arto quasi completamente "scarico". Esercizio – Appoggiando il piede leso su una ta volett a tipo Free m an a mez zelune (con un solo asse di movim ento), si esegu e il movi mento di fles so-e st ensione ( mez zelune ad orient am ento longitudinale) della caviglia, mant enendo un range angol ar e in cui non sia pre sen te dolore. Il mo vim ento è lento, gr aduale e controllato p er tu tto l'ar co di e se cuzione. Si eff ettuano 10 -2 0 ripetizioni. L'ese rcizio si ripete v ari ando l'as se di movim ento (orienta re le mez zelune d ella t avol etta tr as ve rs alm ente, con obliquità a destra e poi a sinistra). Si introducono così i movi menti di prono- supinazione e inv er sione- ev er sione pe r poi pas sa re all'u so della tavolett a a bas e se misf eri ca che pe rm ett e movi menti combinati ( cir conduzione). Le es er cita zioni vengono effet tuat e dall'atl eta an che ad occhi chiusi, per es alta re le qualità propriocettive non più coadiuvate dall'apporto visivo. 100 Delos postural system Rieducazione propriocettiva Fase intermedia a carico limitato In questa fa s e gli ese rcizi proposti in pre ced enza vengono es eguiti dall'atl eta in piedi, con il piede sano poggiato al suolo e quello infortunato trau matiz zato vien e sulla ta volett a. aum enta to Il carico sul progre ssiv a ment e piede se mpr e comunque in un range di assenza di dolore. Rieducazione propriocettiva Si può iniziare il lavo ro in a cqua do ve grazie alla spinta idrodina mic a, possibile anticipa re gli ese rcizi è in ortostatismo a pieno carico. A tal proposito e cco alcuni e se rcizi da eseguire in acqua 101 Rieducazione propriocettiva Ese rcizio - Inizialmente s e mplici affondi e/o piegamenti e distensioni sugli arti infe riori, a o cchi chiusi, dov e le pi ccole instabilità ch e si gene rano dur ante l'e se cuzione (proprio a cau sa dell'a ss enza d ella vision e) sono in grado di stimola r e la rispo sta dei propriocettori. Ese rcizio - Si effe ttuano gli ese rcizi vi sti prim a sulle ta volett e di Free m an ( cost ruite in alluminio per l 'uso in acqu a), in c arico stavolta bipodalico e con gli occhi prima aperti e poi chiusi. Rieducazione propriocettiva Fase finale A questo punto vengono proposti esercizi con carico sugli arti inferiori sempre maggiore e introdotti esercizi dinamici, dove oltre ai movimenti attivi e precisi eseguiti in precedenza, viene chiesto al soggetto di mantenere l'equilibrio in situazioni di sempre maggiore "instabilità”. Si ripetono gli esercizi sulle tavolette sia in appoggio bipodalico che monopodalico, eseguendo, oltre ai movimenti attivi della caviglia, anche dei piegamenti sugli arti inferiori, cercando in questo caso di mantenere orizzontale la tavoletta stessa durante il piegamento. Le tavolette utilizzate hanno una superficie d'appoggio sempre minore e quindi aumenta l'instabilità e quindi la difficoltà dell'esercizio che, se eseguito ad occhi chiusi raggiunge livelli di impegno molto elevati. Rieducazione propriocettiva Ese rcizio - L 'atl eta in appoggio monopodalico su una tavole tta, dev e man ten er e la posizione ad occhi chiusi, ment re il te rapist a imp rim e piccole spinte de st abilizzanti sul soggetto, d a dive rs e dir ezioni; l'e se rcizio si ripet e a vari gradi di piegamento degli arti inferiori. 102 Rieducazione propriocettiva Esercizio - L'atleta in appoggio monopodalico su una tavoletta semisferica, mantiene l'equilibrio a gradi diversi di flessione del ginocchio, quindi esegue esercizi con l'arto superiore (ad esempio lanciare una palla contro il muro e riprenderla). Oltre all'effetto destabilizzante, si distoglie in tal modo l'attenzione dall'arto infortunato automatizzando le risposte neuromuscolari. Esercizio - L'atleta esegue alcuni balzi prima con atterraggio su due piedi e poi su un piede solo, sul tappeto elastico e sulle tavolette; il balzo viene eseguito da varie direzioni in avanti, in direzione obliqua, di lato e così via. Per ultimo vengono effettuati dei percorsi composti da tavolette diverse e tappeti elastici, nei quali l'atleta balza da una superficie all'altra. per una corretta rieducazione propriocettiva.. • Bisogna aver raggiunto un buon tono muscolare • Bisogna aver recuperato la mobilità articolare • Gli atleti nece s sitano di questo tipo di ese rcit azioni non solo per r ecup er ar e da un trau ma, ma an che com e prev enzione degli e venti di stor sivi molto fr equenti in sport come la pallavolo, il calcio, il basket... 103 IL PIEDE DEL CALCIATO RE IL PIEDE DEL CALCIATO RE Patologia che colpisce generalmente calciatori professionisti, o con alle spalle diversi anni di carriera agonistica, caratterizzata dalle lesioni delle strutture capsulo legamentose dell’articolazione tibio-tarsica e del piede IL PIEDE DEL CALCIATO RE SI DISTING UONO 3 FORME PRINCIPALI: 1. SINDROME ANTERIORE 2. SINDROME POSTERIORE 3. SINDROME DEL PRIMO DITO 104 IL PIEDE DEL CALCIATO RE SINDRO ME ANTERIO RE E’ caratterizzata dalla sofferenza della porzione anteriore della capsula articolare e del tendine del muscolo tibiale anteriore. In flessione dorsale infatti queste due strutture collidono ed entrano in conflitto. IL PIEDE DEL CALCIATO RE SINDRO ME ANTERIO RE DISTACCO OSSEO DEL BORDO INFERIORE DELLA TIBIA LEGATO AL CONTINUO CONFLITTO TRA TIBIA ED ASTRAGALO. COLLISIONE TRA COLLO ASTRAGALICO E MARGINE ANTERIORE DELLA TIBIA DURANTE LA DORSIFLESSIONE. OSTEOFITA ESTREMITA’ DISTALE ANTERIORE DI TIBIA (ARTROSI TIBIOTARSICA) IL PIEDE DEL CALCIATO RE SINDRO ME PO STERIO RE E’ caratterizzata dalla sofferenza della porzione posteriore della capsula articolare. In flessione plantare si ha collisione fra l’astragalo e la tibia. 105 IL PIEDE DEL CALCIATO RE SINDRO ME DEL 1° DITO E’ caratterizzata dal continuo stress esercitato sul 1°dito dall’atto del calciare. Questi continui microtraumatismi a lungo andare ledono la prima articolazione metatarso falangea IL PIEDE DEL CALCIATO RE Importante in questi casi è localizzare il dolore per capire da quale sindrome è affetto l’atleta Controllare poi l’articolarità del piede e dell’articolazione tibio-tarsica Eventuale esecuzione di esami strumentali IL PIEDE DEL CALCIATO RE Fondamentale in questi casi è la prevenzione, dal momento che la clinica si manifesta solo agli stadi più avanzati. E’ comunque indicata l’astensione dall’attività agonistica per circa 2-3 mesi, l’utilizzo di terapia anti-inf iammatoria ed eventualmente la rimozione di tessuto infiammatorio o di osteofiti mediante procedure chirurgiche. 106 IL PIEDE DEL CALCIATO RE Durante il periodo di riposo è indicato eseguire: - esercizi di stretching e mantenimento ROM - esercizi isometrici di potenziamento muscolare - esercizi per migliorare la propriocezione IL PIEDE DEL CALCIATO RE Durante il trattamento riabilitativo post-chirurgico è indicato: - tutore - es di stretching e mantenimento ROM - es isometrici di potenziamento muscolare - es per migliorare la propriocezione - cyclette - massoterapia TURF TO E (dorsifle ssione de lla MTF) La distorsione della prima MTF (turf toe) può produrre una menomazione e una disabilità significative nei corridori. Il termine turf toe descrive una serie di lesioni del complesso capsulolegamentoso della prima MTF. 107 TURF TOE (dorsiflessione della MTF) La distorsione della prima MTF (turf toe) può produrre una menomazione e una disabilità significative nei corridori. Il termine turf toe descrive una serie di lesioni del complesso capsulolegamentoso della prima MTF. ANATOMIA I MTF TRATTAMENT O TURF TOE In questi casi si consiglia il riposo in fase acuta, ghiaccio locale ed anti-infiammatori, utile il massaggio per prevenire la rigidità dell’articolazione. 108 RECUPERO FUNZIONAL E I MTF Può essere utile eseguire attività quali il Cross training, attività in acqua e ciclismo per la forma aerobica. RECUPERO FUNZIONAL E I MTF Successivamente risulta utile l’applicazione di un bendaggio adesivo di protezione o di un tutore per alluce e la scelta di scarpe idonee. ESERCIZI PER LA RIABILITAZIONE DEL PIEDE Accartocciare l’asciugamano con le dita. Dorsiflessione del dito e della caviglia da posizione seduta. Afferrare con le dita un piccolo oggetto. 109