LE ORIGINI
DELLA MAGNETOTERAPIA
Testo di Marco Montanari
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Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 1 CAPITOLO I
IL PRECURSORE
L'Autore ringrazia per la gentile collaborazione il
Centro Ricerche Lakhovsky di Rimini Via Aquileia 17 – 47900 Rimini
www.centrolakhovsky.com
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 2 Eredi di un progetto
Ci riempie di gioia l'interesse che Marco Montanari ha nella ricerca sulla Magnetoterapia che svolge con competenza e serietà professionale. La sua richiesta di collaborazione è volta alla riscoperta di un Lakhovsky sempre attuale. L'analisi, al contempo storica e scientifica del suo operato, consente di affermare che Georges Lakhovsky precorse i tempi, il cui concorso contribuirà ad orientare in modo scientifico lo studio delle applicazioni dei campi magnetici in ambito profilattico e terapeutico. Noi proviamo una duplice responsabilità nei confronti di Georges Lakhovsky: ci sentiamo eredi di un progetto che consiste nel non disperdere una fatica veramente sofferta e di completarla a livello scientifico e tecnologico per le nuove generazioni; mantenendo vivo il suo ricordo, riconoscendolo capostipite di una Medicina che sarà ineluttabilmente, in futuro, una Medicina esclusivamente vibrazionale. Gianfranco Galvani
Presidente del Centro di Ricerca Georges Lakhovsky
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 3 INDICE
Pag:
5
LA PRIMA MAGNETOTERAPIA
7
IL MODELLO BIOFISICO LAKHOVSKYANO
9
DALLA DIATERMIA ALLA MAGNETOTERAPIA (AD ALTA FREQUENZA)
13
L'OSCILLATORE A LUNGHEZZE D'ONDA MULTIPLE
FU LA PRIMA MAGNETOTERAPIA AD ALTA FREQUENZA
19
IL CIRCUITO COME TRASMITTENTE A MULTIFREQUENZA
22
LAKHOVSKY TENTO' DI MIGLIORARE L'OSCILLATORE
A LUNGHEZZE D'ONDA MULTIPLE
25
IL FATTORE DI QUALITA' Q E IL LOOP MAGNETICO
33
I MODERNI EMULI DI LAKHOVSKY
LA TEORIA DEL LOOP ( IN PREPARAZIONE)
36
ELEMENTI BASILARI DI PROGETTO DI UN RINNOVATO
OSCILLATORE A LUNGHEZZE D'ONDA MULTIPLE
SECONDO LAKHOVSKY
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 4 LA PRIMA MAGNETOTERAPIA
Il primo apparecchio per magnetoterapia ad alta frequenza fu inventato dell'ingegnere Georges Lakhovsky; che nacque in Russia nel 1870 a Illia nel distretto di Vileuka (Minsk); il padre apparteneva alla classe intellettuale, era giudice a Minsk e professore di lingue orientali antiche. Georges Lakhovsky, per fuggire dalla persecuzione nazista riparò in America. Morì nel novembre del 1942 a New York investito da una Limousine [1].
Georges Lakhovsky
(Riprodotto per concessione del Centro Lakhovsky di Rimini)
Nel 1894 si laureò in ingegneria ad Odessa e, desiderando perfezionare gli studi universitari si recò a Parigi. Il fisico e fisiologo Jaques­Arsène d'Arsonval (n. La Porcherie, 8/6/1851 – m. Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 5 Parigi 13/12/1940) fu suo insegnante e successivamente ne divenne amico fraterno. D'Arsonval dal 1882 al 1894 si interessò delle reazioni muscolari indotte dalla corrente elettrica anche ad alta frequenza [2]. Il medesimo effettuò il primo esperimento di stimolazione magnetica del sistema nervoso; nel 1896 descrive la percezione dei fosfeni da parte di soggetti aventi la testa immersa in un campo magnetico variabile [13]. Fu anche un fanatico collezionista di ogni apparecchiatura elettrica, in particolare dei primi elettromedicali e Lakhovsky ne usufruì in modo esclusivo.
Nel 1890 d'Arsonval scoprì l'azione termica delle correnti pulsate (burst 10 KHz) ad alta frequenza nei tessuti biologici e nel 1899 presso l'ospedale Hôtel­
Dieu di Parigi effettuò i primi esperimenti terapeutici in collaborazione col neurologo austriaco Moritz Benedikt (1835 ­1920). In uno di quegli anni Nicola Tesla si recò in Europa e incontrò d'Arsonval che lo mise al corrente circa la produzione della febbre artificiale. Inizialmente Tesla si appassionò all'argomento [3], ma poi se ne disinteressò, oberato da ben altri problemi sia scientifici sia economici.
L'ipertermia ottenuta secondo i criteri di d'Arsonval fu chiamata Darsonvalizzazione, ma dopo il 1920, quando gli impulsi di corrente ad alta frequenza furono sostituiti da quelli continui e in isofrequenza (primariamente ad opera di Lakhovsky e successivamente in Germania da Schliephacke (Giessen) ed Esau (Jena), l'ipertermia ottenuta mediante onde corte fu chiamata Diatermia. D'Arsonval riconobbe nell'amico Georges le doti del perfetto ricercatore ed ebbe un ruolo fondamentale nell'indirizzarlo allo studio delle apparecchiature in grado di produrre e controllare la febbre artificiale ed i relativi effetti biologici.
Nel 1923 presso la Clinica Chirurgica del Salpêtrière, Lakhovsky iniziò gli esperimenti con un oscillatore ad alta frequenza di sua progettazione sufficientemente stabile, composto da due triodi in configurazione astabile e con reazione induttiva che chiamò radio­cellulo­oscillatore [6] in grado di generare onde sinusoidali con frequenza variabile manualmente da 30 a 150 MHz e con potenza di 10 ­ 12 W.
Con questa apparecchiatura fece esperimenti sulle piante di geranio (Pelargonium Zonatum) inoculate col Bacterium tumefaciens [5], ma la maggioranza della sperimentazione fu attuata direttamente sull'uomo, in particolare sui malati affetti da cancro [4].
La valutazione di fenomeni inaspettati e sorprendenti che andava osservando, rivoluzionarono totalmente l'idea che egli aveva della diatermia (vedi oltre).
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 6 IL MODELLO BIOFISICO LAKHOVSKYANO
La Fisica del tempo era in grande fermento, ma ufficialmente ancorata alla teoria ondulatoria secondo Maxwell che comprendeva l'esistenza di un etere anelastico. “Dal punto di vista pratico, avendo osservato che la malattia risulta dallo squilibrio oscillatorio cellulare, ho studiato di ristabilire attorno all’organismo il campo d’onde nel suo valore normale, creando generatori locali di oscillazioni. […] ( Lakhovsky )
Lakhovsky ipotizzò e sposò una spiegazione biofisica, olistica e minimalista della dimensione biologica sia macroscopica sia microscopica, basata unicamente su due principi fisici dell'oscillazione elettromagnetica. Secondo Lakhovsky la risonanza e l'interferenza elettromagnetica condizionerebbero l'intera biochimica e, in funzione delle modalità operative, risonanza e interferenza promuoverebbero effetti farmacologici sia profilattici sia terapeutici oppure unicamente iatrogeni.
Lakhovsky assimilava gli organuli cellulari (cromosomi e mitocondri) a dei ricetrasmettitori accordabili mediante onde elettromagnetiche provenienti anche dall'esterno come quelle generate dal suo radio­cellulo­oscillatore, oppure da onde di origine cosmica o tellurica (il medesimo preconizzò i precursori sismici elettromagnetici dovuti all'effetto piezoelettrico). Questo modello biofisico implica l'esistenza di un'autonoma euritmia elettromagnetica cellulare che, similmente al procedere regolare del rumore di un qualunque motore, manifesta o meglio comunica ai viciniori la propria condizione di benessere o genericamente di funzione. “Il genere di vita che conduciamo, congiunto con le predisposizioni della nostra natura, vince lentamente, ma sicuramente, la resistenza del nostro organismo, logorando la parte più debole della macchina.” (Lakhovsky)
Va da sé che tutte le anomalie di funzione sarebbero disritmiche, per cui il ritorno all'euritmia si otterrebbe risintonizzando ripetutamente la struttura biologica (cellula e tessuto) mediante un radio­cellulo­oscillatore di adeguata potenza. Col “senno di poi”, si deve rammentare che tutte le spiegazioni minimaliste sono contemporaneamente paradosse; in quanto tali, mostrano comunque un aspetto oggettivo della realtà fisica, ma sono generatrici di molti interrogativi. Lakhovsky, associava ad ogni organulo cellulare una struttura fisica ricetrasmittente a sua volta immersa in un “bagno elettromagnetico” Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 7 costituito dall'insieme dei singoli campi; similmente ad un circuito elettrico in cui l'insieme dei componenti e dei collegamenti lo rende ricetrasmittente al pari di un Access Point che costituisce un singolo elemento di una gigantesca rete wireless. Ogni organulo è dunque in grado di comunicare con gli altri che hanno analoghe dimensioni e proprietà. In questo modello le comunicazioni elettriche, elettromagnetiche e biochimiche si equivalgono, vale a dire che la rimozione o la promozione di una delle tre, qualunque essa sia, determina la cessazione o l'incremento delle altre.
In quest'ottica tutte le anomalie strutturali (a livello prima cellulare poi tessutale) sono associate a delle variazioni del campo elettromagnetico locale, ma sono ipotizzabili anomalie più generiche o di basso livello, come l'aumento della resistenza elettrica endocellulare. Sempre col “senno di poi” oggi tutto ciò appare interessante, in quanto non è più un mistero l'aumento della conducibilità elettrica interstiziale (extracellulare) in particolare nei tessuti affetti da fenomeni infiammatori [9, 10], in parte correlata con l'arcinoto aumento locale della temperatura (calor). Per contro è ancora da definire il ruolo diagnostico e prognostico delle variazioni di conducibilità endocellulare e/o l'anisotropia del contenuto cellulare ambedue previste da Lakhowsky [6]; infatti egli riteneva che i tessuti sani fossero composti da cellule il cui contenuto apparirebbe omogeneo, in particolare si riferiva alla distribuzione dei mitocondri.
Georges Lakhovsky
Dipinto ad olio
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 8 DALLA DIATERMIA ALLA MAGNETOTERAPIA
( AD ALTA FREQUENZA )
Il modello biofisico lakhovskyano che sembrava risibile, attualmente si presta ad essere rivisitato e riformato ad opera di fisici esperti di meccanica quantistica.
Per chiunque si occupi di biologia, la dimensione biologica cellulare e tessutale e le relative strutture e funzioni sono totalmente costituite e dipendenti da molecole biochimiche e dai potenziali elettrici di membrana o più in generale dall'elettrochimica; invece secondo Lakhovsky il bios dipenderebbe in toto da una miriade di onde elettromagnetiche tra loro interferenti e se la condizione di risonanza viene rispettata, le onde elettromagnetiche svolgerebbero un formidabile e vasto ruolo terapeutico compreso quello antitumorale.
La necessità di accordare in frequenza o far risuonare o sintonizzare i cromosomi e gli organuli cellulari lo spinsero alla ricerca di oscillatori con frequenza sempre più alta e nel 1924 brevettò in Francia ed in Germania i primi oscillatori ad alta frequenza con componenti attivi (triodi) e passivi (L, C, R) integrati in un unico tubo a vuoto. Successivamente Lakhovsky lasciò deliberatamente decadere i brevetti “....in dominio pubblico, con finalità scientifica, affinché nessuna rivendicazione di brevetto potesse ostacolare ricerche disinteressate nel campo della profilassi radiotecnica e, in particolare, del cancro” [5].
Lakhovsky rammenta che la longevità, facilmente osservabile negli animali sottoposti ad un campo magnetico pulsante, nell'uomo richiede il concorso di ben altre condizioni soprattutto interiori:
I metodi di terapia oscillatoria da me proposti consentono di realizzare nuovi progressi nel campo della medicina e dell’igiene ed aumentare la longevità, questo però non basta: bisogna vivere nella pace del cuore e nell’equilibrio morale che conferisce ad ogni uomo il sentimento della giustizia e della buona volontà. […] ( Lakhovsky )
Il fatto che alcune strabilianti guarigioni dal cancro fossero ottenute utilizzando onde elettromagnetiche con lunghezza d'onda da 2 a 10 metri, Lakhovsky ne attribuiva la causa alle frequenze armoniche, ma non si preoccupò di produrre un'adeguata dimostrazione. E' necessario rammentare che il radio­cellulo­
oscillatore era un vero apparecchio diatermico certamente in grado di attivare l'apoptosi delle cellule dei tumori cutanei non infiltrati che così potevano essere Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 9 effettivamente guariti, analogamente all'attuale terapia diatermica capacitiva applicabile ai melanomi ed epiteliomi.
Sul piano puramente scientifico, la ricerca del Lakhovsky fu certamente utopica, ma non si può dire altrettanto sul piano pratico, in quanto egli era un ricercatore empirico e pragmatico dotato di grande intelligenza.
Similmente, anche Albert Bruce Sabin riuscì a mettere a punto una teoria inizialmente considerata del tutto inaffidabile, ma di fatto attuò l'eradicazione della poliomielite mediante la profilassi vaccinica per via orale, utilizzando un virus debitamente “attenuato” che ottenne in modo empirico, poiché tra l'altro, nel 1955 nessuno era in grado di conoscere la forma e la struttura molecolare del virus il cui capside fu osservato solo nel 1985.
Dobbiamo a Georges Lakhovsky il merito di avere per primo incluso nel bios la dimensione elettromagnetica che, unitamente alla biochimica ed all'elettrochimica, costituiscono un'unità funzionale che vediamo operare nelle cellule e nei tessuti.
Il passo seguente oggi appare profetico:
Centenari diventano coloro i quali riescono a conservare lungamente l’armonia necessaria tra tutte le facoltà fisiche ed intellettuali, cioè a mantenere intatto l’equilibrio oscillatorio risultante da tutto il loro organismo. […] L’emanazione dei corpi viventi può essere perfettamente identificata con la radiazione elettromagnetica dovuta all’oscillazione cellulare”. ( Lakhovsky )
Il 26 luglio 1924 Georges Lakhovsky, unitamente ai professori A. Gosset, A. Gutmann, J. Magrou presentò alla Società di Biologia la comunicazione: Saggio di terapia del cancro sperimentale delle piante, riguardante la sperimentazione effettuata utilizzando il radio­cellulo­oscillatore.
Lakhovsky continuò ad occuparsene fino al 1926 e in una sua pubblicazione [7] annunciò l'intenzione di costruire un rivoluzionario apparecchio diatermico total body per la cura dei sifilitici, ma nel 1929 improvvisamente decise di abbandonare lo studio della diatermia ritenendola troppo pericolosa.
“Ed è perciò che nel 1929 ho rinunciato ad utilizzare le onde corte ad effetto termico, emesse su una lunghezza d'onda unica. D'altra parte ho pensato che si poteva ottenere un risultato migliore dando una scossa (choc) oscillatoria nel medesimo tempo a tutte le cellule dell'organismo. Una tal scossa (choc) assai Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 10 corta, prodotta da onde elettromagnetiche ammortite, non provocanti l'effetto termico e prolungato non rischia di bruciare le cellule vive. Ho dunque cercato di provocare una scossa (choc) oscillatoria artificiale per far oscillare aperiodicamente la cellula malata o morta”[5]. ( Lakhovsky )
Fu così che Lakhovsky cominciò la ricerca teorica che condusse all'invenzione dell'oscillatore a lunghezze d'onda multiple [8] che realizzò nel 1930.
Ultimo tipo di oscillatore a lunghezze d'onda multiple che assorbiva da 2 a 4 Ampere, regolabile in base a tre livelli di potenza: basso – medio – alto. Il Centro Ricerche George Lakhovsky di Rimini possiede alcuni modelli di oscillatori da cui è possibile ricavare le specifiche di funzionamento.
Dal 1931 l'oscillatore fu impiegato come mezzo terapeutico sperimentale in diversi ospedali di Parigi: Saint Louis, Val de Grace, Calvaire, Hopital Necker, Dispensaire franco­britannico e nei laboratori della Federazione Nazionale dei feriti ai polmoni e nell'istituto de Physique Biologique. Il 20 gennaio 1933 l'apparecchio fu presentato alla Société Médicale des Praticiens.
Lakhovsky ricevette numerose comunicazioni in merito all'efficacia terapeutica dell'apparecchio che fu sperimentato anche in Italia, Spagna, Belgio, Olanda, Svezia e negli Stati Uniti. Nel luglio del 1937 partecipò al Congresso Internazionale delle onde corte in fisica, biologia e medicina che ebbe luogo a Vienna. Suo portavoce fu il Prof. Vittorio De Cigna dell'Accademia di Medicina di Genova con una relazione dal titolo: Terapia per mezzo Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 11 dell'oscillatore a onde multiple Lakhovsky. Il 16 luglio 1937, i congressisti unanimi riconobbero a Lakhovsky il merito di essere stato nel 1923 l'iniziatore della diatermia mediante il radio­cellulo­oscillatore, ma egli tornò in Francia con l'assoluta certezza che non si sarebbe mai più occupato di diatermia, poiché fu prodotta una preoccupante casistica di danni permanenti e decessi, causati da vari livelli di “cottura” dei tessuti attraversati dalle correnti ad alta frequenza; detta casistica confermava ed ampliava notevolmente quella a lui nota. Lakhovsky, nel progettare l'oscillatore a lunghezze d'onda multiple, si preoccupò di soddisfare l'assioma farmacologico del “primum non nocere”, perciò sosteneva che l'esposizione permanente dei malati al suo oscillatore non avrebbe mai causato danni, ma esclusivamente dei benefici. In pratica le applicazioni (una al giorno) duravano circa 15 minuti.
La soprastante fotografia celebra una famosa guarigione di una malata di cancro attuata da Lakhovsky (secondo da destra) presso la Clinica Chirurgica del Salpêtrière, ma per la nuova terapia e per il suo inventore non furono sempre rose e fiori. L'oscillatore a lunghezze d'onda multiple era affetto da errori progettuali che Lakhovsky ebbe modo di comprendere solo parzialmente, poiché la tecnica del tempo non gli consentiva di progettare un valido circuito eccitatorio che gli avrebbe consentito di concretizzare l'idea geniale di usare per primo i risuonatori di Hertz in funzione trasmittente. Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 12 L'OSCILLATORE A LUNGHEZZE D'ONDA MULTIPLE
FU LA PRIMA MAGNETOTERAPIA AD ALTA FREQUENZA
Primo modello di oscillatore a lunghezze d'onda multiple. In questa fotografia Georges Lakhovsky mostra la posizione del corpo durante l'uso
In “Scienza e Felicità” Capitolo IV (1930) Lakhovsky sintetizza le fondamentali caratteristiche progettuali dell'oscillatore a lunghezze d'onda multiple:
“In seguito a numerosi esperimenti che ho fatto durante sette anni al servizio chirurgico della Salpêtrière, ho potuto constatare il potere nocivo di queste onde continuate termiche, sulla lunghezza d'onda unica. In quel momento ho dunque avuto l'idea di creare un oscillatore a lunghezza d'onda multipla, che funzionasse a onde ammortizzate senza effetto termico e che desse oscillazioni elettrostatiche su quintilioni di lunghezze d'onda differenti. Dal 1923, anno in cui ho cominciato alla Salpêtrière i miei esperimenti col mio radio­cellulo­
oscillatore che produce un campo da 2 a 10 metri di lunghezza d'onda, (150 – 30 MHz N.d.A.) l'applicazione terapeutica delle onde corte ha preso uno sviluppo considerevole in tutto il mondo.“
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 13 L'oscillatore a lunghezze d'onda multiple avrebbe dovuto avere le seguenti caratteristiche:
1. Le onde elettromagnetiche erogate dall'apparecchio non dovevano generare effetti termici.
2. L'assenza degli effetti termici sarebbe ottenibile impiegando brevi treni di impulsi (burst) in successione a bassa frequenza (alcuni KHz).
3. Il generatore, a partire da alcune onde elettromagnetiche fondamentali smorzate (“onde ammortizzate”), in ogni burst dovrebbe produrre contemporaneamente il numero più grande possibile di armoniche .
4. Al fine di ridurre ulteriormente il rischio di generare effetti termici, Lakhovsky decise di impiegare impulsi di corrente ad altissima tensione perciò usò l'infelice espressione: “oscillazioni elettrostatiche”, ritenendo che gli effetti biologici di tipo terapeutico fossero ampiamente indipendenti dalla potenza elettrica erogata dall'oscillatore.
Fotografia tratta dal sito: http://tesladownunder.com/
La precedente fotografia oscilloscopica rappresenta un'onda smorzata simile a quella a cui Lakhovsky fa riferimento che doveva essere prodotta dallo spinterometro e, con altra frequenza, dai Loop coassiali. La fotografia seguente è un prototipo dell'oscillatore a lunghezze d'onda multiple. Si osservano chiaramente undici risuonatori di Hertz coassiali e l'effetto corona o effluvio al quale Lakhovsky attribuiva un ruolo terapeutico accessorio, essendo generatore di rumore elettromagnetico ad altissima frequenza (GHz ed oltre). Georges Lakhovsky, all'inizio valutò la possibilità Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 14 di progettare un oscillatore a valvole, ma poi scelse di utilizzare il risuonatore di Hertz ed il relativo circuito di eccitazione che di fatto costituì un eccellente connubio di assoluta semplicità ed efficienza potenzialmente in grado di dar corpo alle suddette specifiche progettuali. Lakhovsky fu il primo ricercatore ad impiegare il risuonatore di Hertz in un sistema trasmittente a multifrequenza. Attualmente in elettronica, con l'espressione LOOP MAGNETICO oppure semplicemente LOOP, si identifica un'applicazione del risuonatore di Hertz come antenna solo ricevente o solo trasmittente o con entrambe le possibilità. Quando un Loop entra in risonanza, irradia nello spazio che lo circonda un prevalente campo magnetico (vedi oltre), dunque l'oscillatore a lunghezze d'onda multiple fu la prima magnetoterapia ad alta frequenza, di cui di seguito si riporta lo schema elettrico annesso al brevetto che successivamente Lakhovsky modificherà (vedi oltre). Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 15 Schema elettrico dell'oscillatore ad onde multiple tratto dal brevetto:
Patented June 12, 1934 1,962,565 ­
UNITED STATES PATENT OFFICE ­ APPARATUS WITH CIRCUITS OSCILLATING UNDER MULTIPLE WAVE LENGTHS Georges Lakhovsky, Paris, France
Application November 13, 1931, Serial No. 574,907
L'Autore prosegue descrivendo il funzionamento del circuito di eccitazione dei Loop coassiali (a, b, c, d, e, f) e successivamente analizzerà il circuito come trasmittente a multifrequenza. PREMESSA
L'apparente semplicità del suddetto circuito può motivarne la costruzione a scopo sperimentale, ma l'Autore avverte chiunque sia privo di adeguate conoscenze teoriche e pratiche di elettronica che il suddetto apparecchio può essere causa di gravissimi danni anche permanenti e, oltre al rischio di rimetterci la salute, per evitare di buttare anche tempo e denaro, l'Autore consiglia vivamente di assimilare la base teorica del Loop hertziano o Loop magnetico e successivamente approfondire il capitolo introduttivo: Elementi basilari di progetto di un rinnovato oscillatore a lunghezze d'onda multiple secondo Lakhovsky.
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 16 ELENCO DEI COMPONENTI IL CIRCUITO DI ECCITAZIONE DEI LOOP
E DESCRIZIONE DEL FUNZINAMENTO
+ e – indicano il collegamento ad un generatore a bassa tensione (6 – 12 V CC).
T = trasformatore o Rocchetto di Ruhmkorff (1851) o rocchetto di induzione
P = avvolgimento primario S = avvolgimento secondario (alta tensione da10 a 40 KV)
V = vite di regolazione della frequenza di commutazione dell'interruttore elettromeccanico
C = condensatore di livellamento tipo bottiglia/e di Leyda (20nF ­ 150nF)
E = spinterometro singolo (molto meglio se multiplo)
L1 – L2 = rispettivamente primario e secondario del trasformatore elevatore (Tesla coil)
Tutti i componenti ad esclusione di L1 ed L2 erano disposti all'interno di un contenitore metallico verniciato a smalto. Il primo elemento da prendere in considerazione è l'assenza del condensatore di smorzamento in parallelo ai contatti dell'interruttore elettromeccanico, per cui quest'ultimo è sede di intenso e rumoroso scintillio. Certamente Lakhovsky, alla maggiore durata dell'interruttore, preferì un'elevata frequenza di eccitazione del rocchetto di Ruhmkorff che velocizza la carica del condensatore di livellamento (bottiglia di Leyda). Prima dell'avvento dei rettificatori di potenza, per ottenere alte tensioni continue si usavano ingombranti macchine elettrostatiche oppure il rocchetto di Ruhmkorff che, potendo produrre impulsi fortemente asimmetrici, è in grado di caricare un condensatore. Il rocchetto di Ruhmkorff ha un basso rendimento sia a causa della modalità costruttiva sia per il modo con cui viene ottenuta l'induzione elettromagnetica; fattori che riducono al 20% la potenza elettrica trasferita alla seconda parte del circuito di eccitazione dei Loop; un vero disastro. Per contro, il circuito oscillante composto da C – E – L1 è decisamente interessante e, se i componenti e il circuito sono costruiti con elevato fattore di qualità, può tranquillamente reggere il confronto con le moderne soluzioni circuitali allo stato solido.
Spinterometro: http ://tesladownunder.com/ Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 17 L'aria ha una rigidità dielettrica che varia da 2,4 a 3,2 KV/mm in funzione della pressione, umidità e ventilazione; se si considera una rigidità dielettrica di 3 KV/mm (aria secca e pura) e se il condensatore si carica a circa 35 KV le punte dello spinterometro si posizioneranno alla distanza minima di 11 mm (in spagnolo: distancia esplosiva), onde ottenere l'innesco delle oscillazioni. Se il manovratore venisse accidentalmente a contatto con questa parte del circuito subirebbe una grave elettrocuzione. Georges Lakhovsky non ne fu immune; mentre lavorava col suo radio­cellulo­
oscillatore nel 1924 subì una prima elettrocuzione con una scarica di 1000 V che gli causò un'ustione ad una mano. La seconda volta, ai primi di luglio del 1925 fu vittima di un incidente molto più grave; una scarica di 1600 V lo paralizzò per due mesi con dolori atroci ai muscoli che si erano lacerati e rimase ricoverato al Salpêtrière per tre mesi. Una eccellente dimostrazione di cosa sia possibile ottenere con poco materiale elettrico e meccanico reperibile ovunque, è osservabile nella seguente fotografia oscilloscopica in cui è rappresentata un'oscillazione smorzata ad alta frequenza (circa 100 KHz) ma di elevata qualità, reperita ai capi di un oscillatore spinterometrico a cilindri, componente di un di un Tesla coil sostanzialmente identico a quello disegnato da Lakhovsky.
Oscillazione smorzata: http://www.teslacoil.it/
Risultato del restauro di un Tesla coil ottocentesco.
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 18 IL CIRCUITO COME TRASMITTENTE A MULTIFREQUENZA
Gli avvolgimenti L1 ed L2 erano contenuti nel tubo di cartone bachelizzato che fungeva anche da sostegno dei Loop coassiali.
Se si osservano con attenzione gli effluvi emergenti dal Loop esterno, si può desumere che Lakhovsky modificò il modo di eccitarli rispetto allo schema allegato al suo brevetto. Lakhovsky, sempre intento a semplificare, non aveva preso in considerazione la possibilità di eccitare in modo indipendente i singoli Loop, quindi cercò in tutti i modi di portarli tutti in risonanza per via induttiva tramite la variazione di flusso del campo magnetico generata dal Loop più esterno. A dirlo sembra facile, ma farlo è tutt'altra cosa. Non lo preoccupava il fatto di accumulare perdite su perdite, avendo previsto l'uso contemporaneo di due oscillatori indipendenti e contrapposti, posizionati a pochi centimetri dal sistema ricevente (corpo umano); era infatti convinto che per ottenere gli effetti terapeutici era sufficiente un'esigua potenza elettrica. Fortuna vuole che nell'unica fotografia dell'oscillatore ad onde multiple in funzione, è raffigurato un primo modello ancora sperimentale che all'Autore consente di illustrare come non può funzionare un oscillatore la cui taratura era decisamente problematica. L'Autore presuppone che certamente Lakhovsky dovette modificare la forma e il funzionamento dello spinterometro, altrimenti in tutto il mondo non si sarebbero verificate le numerose guarigioni che molti medici e pazienti gli riconobbero in modo esplicito. Nel 1930 nei riguardi della teoria fisica del Loop magnetico hertziano (monospira) non si sapeva molto di più di quanto già noto ad Augusto Righi ed a Guglielmo Marconi. Il Loop sia monospira sia multispira da sempre è componente indispensabile dei radiogoniometri. I Loop multispira, quindi non classicamente hertziani, vennero usati solo in ricezione nei radioricevitori per onde lunghe e medie, quando non era possibile installare una classica antenna esterna filare marconiana. Successivamente i Loop con nucleo in ferrite ad elevata permeabilità magnetica costituirono le antenne contenute in tutti i ricevitori portatili. Solo negli anni Ottanta del secolo scorso alcuni radioamatori americani cominciarono ad utilizzare (con grande successo) il Loop magnetico monospira in trasmissione e, di conseguenza, la teoria fisica del Loop venne completata al pari di tutte le altre antenne che per definizione sono tutte reversibili, vale a dire che se funzionano in ricezione devono funzionare anche in trasmissione. Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 19 Per merito di Marconi quest'ultima nozione era nota al mondo scientifico e il cosiddetto “accordo di aereo” era ed è tuttora fondamentale per una buona ricezione e lo è nel modo più assoluto in trasmissione.
Fotografie tratte dal sito: www.pianetaradio.it/tecnica/loopmagnetica.htm
Franco IZ1MKE ­ [email protected]
Le scatole contengono il condensatore di sintonia variabile comandato a distanza.
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 20 LAKHOVSKY TENTO' DI MIGLIORARE L'OSCILLATORE
A LUNGHEZZE D'ONDA MULTIPLE
Schema elettrico originale del modello di oscillatore ad onde multiple in possesso del Centro Lakhovsky di Rimini. (Immagine riprodotta per concessione del Centro Lakhovsky di Rimini)
Lo schema elettrico dell'oscillatore a lunghezza d'onde multiple presentato da Lakhovsky con la domanda di brevetto del 1931, venne decisamente stravolto. La figura soprastante ne rappresenta lo schema. La tensione alternata di rete di 220V nel secondario del trasformatore di alimentazione viene elevata a 9000V; sui due rami si osservano due impedenze di blocco dell'alta frequenza (Z = 72 ohm) che si genera mediante la scarica elettrica oscillante presente tra gli elettrodi dello spinterometro (vedi fotografia seguente). In alta frequenza il circuito si chiude localmente solo in parte mediante il condensatore da 350 pF. La medesima alta frequenza circola soprattutto nel circuito costituito da un condensatore da 15.000 pF e la prima sezione di solenoide (indicata in schema con rapporto di elevazione di 7/350) a sua volta si collega in serie all'altra armatura del condensatore identico al precedente. (N.d.A. Una volta si usava la lettera H per indicare il moltiplicatore per 1000 oggi sostituito dalla lettera K).
Il circuito che segue potrebbe apparire come un'applicazione particolare della bobina elevatrice di tensione che Tesla definì magnifier in cui l'elevatissima tensione alternata ad alta frequenza visibile in forma di grande e caldissimo effluvio (chi ne viene a contatto si ustiona) si ottiene sfruttando la risonanza dell'induttanza con la propria capacità distribuita (risonanza propria di una Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 21 induttanza). Questa configurazione offre un maggiore rendimento in tensione rispetto al Tesla coil classico, ma è necessario che a valle del magnifier sia presente una corrente alternata la cui frequenza sia identica a quella di risonanza propria dell'induttanza. Tale evento nel suddetto circuito è altamente improbabile, per cui quest'ultimo è assimilabile ad un autotrasformatore (configurazione Oudin) con rapporto di elevazione 7/350 avente in parallelo un altro secondario. A questo punto l'analisi del circuito si complica, poiché quest'ultima induttanza può contemporaneamente entrare in risonanza di tipo serie col condensatore da 15.000 pF che lo precede; in questo modo si ottiene un sistema oscillante simile al magnifier in cui la frequenza di risonanza può al massimo essere di qualche decina di KHz soprattutto a causa dell'elevata capacità del condensatore (15.000 pF ). L'effluvio ad alta frequenza che fuoriesce dal vertice di un magnifier ha la caratteristica di erodere anche un elettrodo di acciaio che in alcuni casi può fondere rumorosamente con vistosa proiezione di lapilli.
Spinterometro con otto elettrodi (quattro scariche in serie) e con distanza esplosiva regolabile.
(Immagine riprodotta per concessione del Centro Ricerche Lakhovsky di Rimini)
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 22 Il Centro Ricerche Lakhovsky di Rimini, è in possesso di due coppie complete e usate di loop componenti due singoli oscillatori ad onde multiple in cui il loop più grande (quello eccitatorio) ha il bordo esterno ricoperto di erosioni. Quest'ultimo reperto può giustificare l'ultima ipotesi qui formulata. Lo schema in oggetto non è frutto di ragionamento, ma piuttosto sembra ottenuto in modo empirico. Lakhovsky erroneamente attribuiva all'altissima tensione e all'alta frequenza del circuito eccitatore un ruolo determinante che solo apparentemente aveva un logico compendio negli effluvi. Nel suddetto schema lo spinterometro lavora in modo continuo e, ad essere molto ottimisti, al massimo può produrre frequenze di alcuni MHz ben lontane dalla frequenza di risonanza del primo Loop magnetico che è di circa 231 Mhz; essendo continuo l'inviluppo delle frequenze, viene a cessare la condizione necessaria per attuare la risonanza aperiodica dei loop, ma è ancora possibile la risonanza nei riguardi di un'armonica, ma quest'ultima dovrà coincidere con la frequenza di risonanza del loop. Solo facendo affidamento sulla notevole instabilità dell'oscillatore spinterometrico, si può ipotizzare che sia possibile indurre nel primo loop magnetico una instabile risonanza ma che, per aumentare in ampiezza, necessiterebbe di ulteriori e frequenti agganci in accordo di fase (vedi oltre).
Lakhovsky riteneva che il paziente fosse attraversato dalle onde elettromagnetiche “rimbalzanti” (beato Lakhovky !) tra i loop, ma a quel tempo nessuno sapeva che nel loop hertziano l'onda spaziale o di propagazione (la vera e propria onda elettromagnetica) si forma dopo diverse lunghezze d'onda, quindi a distanza più o meno grande dall'antenna, poiché in vicinanza del loop il campo preponderante generato è esclusivamente magnetico. L'ultima ipotesi che potrebbe dare origine alla risonanza di più loop magnetici in forma di treno d'onde relativamente persistenti è quel complesso fenomeno che oggi prende il nome di “risonanza stocastica”.
La complessità dell'inviluppo eccitatorio che contiene molto rumore elettromagnetico, quindi a carattere casuale, è all'origine del suddetto fenomeno che, in modo quantistico, può indurre la risonanza di un sistema comunque predisposto. Tutto ciò avviene senza un particolare dispendio di energia, contrariamente a quanto è richiesto nella risonanza aperiodica. Quanto detto dovrebbe accadere con lo spinterometro molto aperto, ma Lakhovsky non poteva saperlo, quindi nessuno era in grado di regolare l'oscillatore ad onde multiple in modo da rendere ripetitibili gli effetti terapeutici. Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 23 IL FATTORE DI QUALITA' Q E IL LOOP MAGNETICO
Premesso che nella Scienza il verbo spiegare da solo non ha senso perché deve sempre essere associato al verbo riprodurre (si è in grado di spiegare un fenomeno, in quanto si sa come riprodurlo) e, qualora si attribuisca onnipotenza all'effetto placebo con cui spiegare le molte guarigioni attribuite all'oscillatore ad onde multiple, in ogni caso rimane sempre la necessità di riprodurre le medesime guarigioni con l'onnipotente placebo. Un anonimo Professor X (ex allievo e collaboratore di Henri Poincaré) nel 1930 omaggia a Lakhovsky il “Compendio teorico sulla risonanza”, pubblicato in appendice in “La materia” [5]. Questa trattazione matematica della risonanza è tuttora valida e il fantomatico Professor X dichiara di condividere con Lakhovsky la possibilità di indurre nelle cellule viventi sia oscillazioni persistenti che aperiodiche (smorzate) e Lakhovsky dimostra di sapere come si stimola aperiodicamente un sistema oscillante, in poche righe ripete infatti ben tre volte le parole: scossa (choc) [5], riferendosi alle cellule viventi o addirittura morte (?) qualora vengano sottoposte alle onde elettromagnetiche impulsive emesse dal suo oscillatore a lunghezze d'onda multiple.
Si direbbe che, al pari di una profezia, il segreto dell'azione terapeutica dei campi magnetici sia ancora contenuto e nascosto in queste ultime parole.
Lakhovsky era convinto che l'interazione terapeutica fosse dovuta alle onde elettromagnetiche in toto (campi elettrico e magnetico), ma in campo vicino è attiva solo la componente magnetica che nel Loop risonante hertziano è preponderante, per questo motivo oggi si chiama loop magnetico. L'oscillatore a lunghezze d'onda multiple, rivisto alla luce delle attuali conoscenze, è certamente un apparecchio trasmittente in multifrequenza Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 24 che nei singoli Loop coassiali genera oscillazioni aperiodiche di campo magnetico ad alta frequenza che, secondo Lakhovsky, a loro volta dovrebbero evocare analoghe oscillazioni smorzate nelle cellule viventi, ma a diversa frequenza.
Se costruito ad arte, il loop magnetico hertziano è qualcosa che può rasentare la perfezione e, solo in questo caso, tutte le variabili della “perfezione” sono rappresentate nel fattore di qualità che si indica con la lettera Q.
All'epoca dell'invenzione dell'oscillatore ad onde multiple il Q si intuiva, ma non era ancora stato codificato. A cominciare da Marconi, seguito dai principali costruttori di apparecchi radio, tutti rincorrevano una perfezione sia estetica che di funzionamento; in realtà cercavano sia il Q di ogni componente sia il Q dell'insieme. Il Q del Loop si potrebbe definire con le seguenti aride parole: Q è un indice della capacità di un circuito ad immagazzinare energia rispetto alla possibilità di dissiparla nella resistenza.
Con questa pur vera definizione si afferma solo una piccola parte di quanto vi sia di vero annesso al Loop magnetico. Nel caso particolare del Loop si può allargare il concetto all'insieme di tutti i possibili fattori di qualità:
Il Q ideale (il migliore fattore di qualità in assoluto) è una concatenazione di cause ed effetti intrinsecamente perfetti; ma questa definizione introduce l'osservatore in una dimensione metafisica !.
Paradossalmente, in questo caso la matematica non è esplicativa, in quanto parzializza il concetto e non illumina come una descrizione al limite tra il faceto ed il filosofico. Tutto ha un Q; segue una rappresentazione matematica di uno dei possibili Q del Loop magnetico che è direttamente correlato con la banda passante, ma contemporaneamente associato al fattore di sovratensione, a sua volta in relazione col rendimento in ricezione ed in trasmissione: Q = f0 /Δf
ma il Q l'hanno anche i santi:
Q santo = Ʃ virtù * Ʃ
ampiezza virtù / Ʃ vizi * Ʃ ampiezza vizi
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 25 Ma nessuno, santo o peccatore, vorrebbe essere riconosciuto tale in questo modo, analogamente nessuno afferma che il Q di un Loop monospira sia sempre rappresentabile con la formula precedente; infatti, il Qtotale del Loop monospira contempla contemporaneamente tutti i seguenti fattori di qualità: ●
●
●
Qualità della risonanza:
ridotto fattore alfa (se l'oscillazione è smorzata), elevato fattore di sovratensione, ridotta banda passante.
Qualità della costruzione associata alla Qualità della forma del loop e al Rendimento in trasmissione:
bassa resistenza elettrica della spira, qualità dei metalli, qualità delle saldature, qualità dei collegamenti elettrici, qualità della disposizione dei componenti, qualità degli isolanti.
Dimensione metafisica: è particolarmente evidente in tutti i prototipi.
Per esperienza si sa che il Q contiene anche l'Amore che è un autentico valore aggiunto dedicato all'oggetto da parte del suo costruttore.
A questo punto i “puristi ” possono storcere il naso con un Q elevato. Gli argomenti suddetti distinguono nel Qtotale l'apporto esclusivamente tecnico e scientifico (i primi due) da quello sapienziale (ultimo punto), per cui la Qualità in assoluto (Qtotale) è la misura della Scienza e della Sapienza con cui si progettano, si producono e si usano tutte le cose; vale a dire che per fare le cose veramente bene non sono sufficienti la scienza e la tecnica; infatti se i progetti sono “tecnicamente perfetti”, tutte le inevitabili correzioni sono “sapienti”. Quanto esposto è un invito alla meditazione rivolto al neofita ed allo sperimentatore come introduzione allo studio della Teoria del Loop e non solo !.
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 26 Se ancora una volta si osserva la fotografia che ritrae il prototipo dell'oscillatore a lunghezze d'onda multiple mentre è in funzione, gli effluvi emergenti dal Loop esterno richiamano delle ulteriori considerazioni relative al funzionamento dei Loop magnetici. In modo schematico, il precedente disegno rappresenta un Loop circolare composto dalla capacità C e dalla singola spira. La linea nera seziona idealmente il Loop in due parti uguali, simmetriche solo per comodità grafica e Luogo delle correnti e Luogo delle tensioni traducono per i non addetti ai lavori rispettivamente i concetti di costanti concentrate (L e C). Se il Loop è in risonanza, la spira (L) è percorsa esclusivamente da intensa corrente elettrica alternata e sinusoidale (esattamente come il moto di un pendolo) che a sua volta produce solo un campo magnetico alternato e sinusoidale, per cui nel settore a bassa impedenza non devono e non possono esistere gli effluvi quali effetti visibili della presenza di un intenso campo elettrico. Gli effluvi nel settore a bassa impedenza sono la prova che il Loop non è in risonanza, mentre quelli presenti sulle armature del condensatore rappresentano delle ingenti perdite, ma non precludono l'esistenza della risonanza.
Nel progettare l'oscillatore ad onde multiple, Lakhovsky si era ispirato all'opera scientifica di Augusto Righi che viene riassunta nei due disegni seguenti [11], certamente visti ed approvati dal Righi medesimo :
I Loop erano costituiti da un induttore ad anello con in parallelo una piccolissima capacità le cui armature, formate da una piccola sfera e da una punta, quest'ultima posta ad una frazione di millimetro dalla sfera.
Nel disegno (Fig. 2) punta e sfera sembrano collidere (M), ma così non è.
Il Righi, con l'aiuto di una lente, osservava al buio le scariche tra le armature del condensatore e le poneva in relazione all'orientamento spaziale del Loop. Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 27 La figura precedente chiarisce come si evidenziava la risonanza del Loop, ma la medesima è eccessivamente schematica nei riguardi della sua eccitazione. Analogamente ai risuonatori di Hertz, la capacità di accordo o di sintonia era composta dalla capacità distribuita del Loop più la capacità tra sfera e punta il cui valore totale si valuta molto piccolo (dell'ordine del picofarad) per cui la frequenza di risonanza era inferiore a quella di un Loop chiuso ad anello, ma con identica circonferenza. Un Loop ad anello o con altra forma, ma senza capacità di accordo, risuona ad una frequenza la cui lunghezza d'onda è uguale al perimetro, ma se è prevista una capacità di accordo, la frequenza di risonanza è molto prossima a λ/4 o λ/8 (vedi oltre); ad esempio se un Loop ha una circonferenza di 10 cm le possibili frequenze di risonanza indicativamente sono:
nel primo caso:
f = 300 / 0,1 (in metri) = 3000 MHz negli altri casi:
f = 300 / circonferenza * 4 f = 300 / 0,4 = 750 MHz
f = 300 / circonferenza * 8 f = 300 / 0,8 = 375 MHz
In realtà le reali frequenze di risonanza si discostano di poco da quelle previste.
I Loop potevano essere tranquillamente maneggiati o fissati ad un manico isolante o metallico che obbligatoriamente deve essere collegato in posizione diametralmente opposta al condensatore, vale a dire nel settore del Loop a bassa impedenza che, come si può osservare nei grandi Loop ritratti nelle precedenti fotografie, sono direttamente saldati al palo di sostegno.. Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 28 La figura soprastante rappresenta una pietra miliare della fisica sperimentale con cui fu possibile dimostrare l'identità tra le onde elettromagnetiche e la luce.
In questa trattazione si pone l'accento sull'attenzione che il Righi pose nel progettare sia il sistema trasmittente (parabola a sinistra) sia quello ricevente (parabola a destra). Augusto Righi aveva l'assoluta certezza che per ottenere le migliori onde smorzate doveva ridurre al massimo la durata della scarica nello spinterometro visibile a sinistra (E) e ciò coincide con quanto afferma Lakhovsky quando ripete “scossa (choc)” come sinonimo di impulso o meglio ancora sinonimo di rapido fronte ascendente. Riguardo all'importanza di quest'ultimo concetto, il Righi ne era certamente più consapevole e ciò si comprende da come aveva fatto costruire lo spinterometro; in pratica aveva messo in opera tutti i mezzi a lui noti per smorzare più rapidamente possibile la scarica elettrica tra le sfere (E) mediante il dispositivo contenuto nella scatola circolare a soffietto. Negli ambienti scientifici era ben nota quest'ultima necessità e, come pare evidente, non era sfuggita a Lakhovsky, ma la fisica del suo tempo non gli permetteva di comprendere del tutto il funzionamento dell'oscillatore ad onde multiple che lui stesso aveva progettato. Attualmente possono emergere i fenomeni fisici del progetto ignoti a Lakhovsky. Nella figura seguente viene rappresentato il diagramma di irradiazione di un Loop circolare e in quella successiva si evidenzia l'estensione del campo magnetico nello spazio prospiciente il Loop.
Orientamento e diagramma di irradiazione del Loop (in orizzontale)
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 29 In azzurro si evidenzia l'irradiazione del campo magnetico del Loop
A volte le immagini sono più eloquenti di qualunque descrizione tecnica; infattappare del tutto evidente che la migliore posizione del Loop rispetto al sistema ricevente (corpo umano) non è quella attuata da Lakhovsky, ma è illustrata nella figura sottostante. i appare del tutto evidente che la migliore posizione del Loop rispetto al sistema ricevente (corpo umano) non è quella attuata da Lakhovsky, ma è illustrata nella figura sottostante. Corretto orientamento del Loop rispetto al corpo umano
per una migliore esposizione al campo magnetico.
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 30 Un ulteriore miglioramento dell'esposizione del corpo umano al campo magnetico è rappresentato nella figura seguente:
Un riflettore diamagnetico deforma l'irradiazione del campo magnetico generato da un Loop
Una piastra di alluminio posta a destra protende il campo magnetico di sinistra.
A questo punto è del tutto evidente che il contatto corporeo intenzionale o accidentale con la parte ad alta impedenza di un loop magnetico, in particolare con una o ambedue le armature del condensatore di accordo, per il malcapitato può essere causa di gravissimi danni fisici o addirittura mortali; in quanto le alte tensioni ad alta frequenza producono gravissime ustioni. Tutti gli sperimentatori ora sono avvisati.
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 31 I MODERNI EMULI DI LAKHOVSKY
Se qualcosa di vero esiste nell'opera di Lakhovsky, anche se ne viene ignorata l'esistenza, col tempo qualcuno deve pervenire alle medesime conclusioni.
Il principio biofisico Lakhovskyano della scossa (choc) o dell'impulso o del rapido fronte ascendente che, tramite un'idonea interfaccia biofisica (Loop o bobina), viene trasferito nell'indotto biologico (corpo umano) che induce eccezionali effetti sia profilattici sia terapeutici, attualmente si ritrova propugnato tal quale da due Autori, ma con diverse modalità attuative e quest'ultimo fatto ne accentua l'importanza scientifica. Il primo è Marco Montanari (autore di questo articolo, proprietario e ideatore del sito www.fieldsforlife.org). Dal 1982 si dedica allo studio della magnetoterapia, ma solo da un anno è a conoscenza dell'opera di Georges Lakhovsky. ● L'Autore ha sperimentato su sé stesso per oltre settantamila ore impulsi con diversa potenza di campi elettrici, magnetici ed onde elettromagnetiche sia a bassa che ad alta frequenza ed ha compreso che la legge di natura relativistica dell'induzione elettromagnetica di Faraday – Neumann ­ Lenz è anche alla base della magnetoterapia. ● Ha studiato il minimo valore utile di potenza elettrica istantanea veicolabile a scopo terapeutico. ● Ha scoperto il fenomeno che ha denominato Blend and Drag ed ha confutato molti luoghi comuni attribuiti alla magnetoterapia; inoltre sostiene l'uso scientifico della magnetoterapia, ma aborrisce quello miracolistico e si impegna ad usare una terminologia specialistica che risponda alle esigenze della ricerca scientifica. ● Ha definito il diverso ruolo terapeutico dei campi elettrici e magnetici e la diversa suscettività di organi e tessuti. ● Ha scoperto e classificato i fenomeni soggettivi associati alla magnetoterapia; ne ha svelato la causa e il loro ruolo diagnostico. ● Ha scoperto un metodo innovativo per la terapia della depressione e si associa a coloro che preconizzano l'uso della magnetoterapia in ambito psichiatrico. ● Ha evidenziato che tutti i fenomeni terapeutici prodotti dalla Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 32 ●
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magnetoterapia sono causali e prevalentemente antiinfiammatori, vale a dire che nella magnetoterapia non esistono effetti terapeutici esclusivamente sintomatici.
Ha definito quando la magnetoterapia deve essere usata in ambito domiciliare e quando può avere applicazioni ambulatoriali.
Ha introdotto il concetto di idoneità terapeutica degli apparecchi per magnetoterapia annesso all'identificazione sperimentale della massima profondità dell'azione terapeutica ed al minimo residuale di malattia.
Al fine di accelerare il raggiungimento della massima profondità dell'azione terapeutica e per minimizzare o annullare il minimo residuale di malattia, preconizza lo studio dell'interazione della magnetoterapia con i farmaci che ha chiamato Magnetofarmacologia.
Il secondo Autore (ma non da ultimo), è il Prof. PANOS T. PAPPAS professore di Fisica presso l’università tecnologica del Pireo; è uno specialista internazionale nel campo dell’elettromagnetismo e dell’elettrodinamica, che ha lavorato in centri come il Center of Electromagnetic Research e la NASA. E' necessario fare riferimento al sito www.papimi.gr nel quale si possono osservare alcune fotografie dell'apparecchio da lui inventato; il PAP­IMI, che è ora approvato ed utilizzato in molti ospedali e centri negli Stati Uniti, Canada, Messico, Francia, Germania e in Italia. Il Professore dichiara di utilizzare formidabili impulsi di campo magnetico della durata di10­8 secondi e correnti di 10.000 Ampere unitamente a tensioni elevate. La forma dell'interfaccia biofisica che utilizza, lascia intendere che quanto dichiarato sia vero e lo dimostra con alcune fotografie di effetti pirotecnici (effetto Joule) prodotti dall'induzione elettromagnetica nei punti di contatto degli anelli di una catena metallica che elettricamente forma una spira chiusa posta a stretto contatto con la suddetta interfaccia biofisica. L'apparecchio ha forma e dimensioni simili al primo modello costruito da Lakhovsky.
Necessita una particolare menzione l'impiego di intensissimi campi magnetici (alcuni Tesla), in forma di impulsi di breve durata (al massimo un millisecondo), che in Italia si va diffondendo ad opera di alcuni ricercatori dell'Università “La Sapienza” di Roma in cui da tempo si studia la Stimolazione Magnetica Transcranica Ripetitiva (r­TMS). In Canada è stata approvata per il trattamento della depressione farmaco resistente e in USA ha ottenuto l'approvazione dalla Food and Drug Administration.
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 33 Un'altra applicazione della r­TMS è nel Disturbo Ossessivo Compulsivo.
L'intento dei ricercatori è quello di sostituire vantaggiosamente la stimolazione elettrica sia transdermica che endocranica. L'Autore ritiene che il percorso di ricerca basato sull'impiego terapeutico di grande o grandissima potenza impulsiva a bassa frequenza è suscettibile di miglioramento mediante l'impiego di bassa potenza impulsiva ad alta frequenza.
Al pari della terapia elettroconvulsivante le terapie basate sull'impiego impulsivo di altissime potenze elettriche e magnetiche, presumono una immediata o rapida risposta cellulare o tessutale, ma esiste la possibilità di indurre nel tempo (giorni o mesi) in ambito cerebrale e somatico grandi risposte terapeutiche con deboli impulsi di campo magnetico, ma ad alta frequenza. La causa che origina e governa i due metodi suddetti, all'apparenza opposti, è la dimensione quantistica sia dello stimolo sia della risposta cellulare o tessutale la cui interpretazione sarà all'origine di una medicina rinnovata e vibrazionale. Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 34 ELEMENTI BASILARI DI PROGETTO
DI UN RINNOVATO OSCILLATORE
A LUNGHEZZE D'ONDA MULTIPLE SECONDO LAKHOVSKY
Attualmente è improponibile la riproduzione in serie del circuito eccitatore progettato da Lakhovsky in quanto superato e totalmente privo di accorgimenti atti ad eliminare la propagazione a distanza di onde elettromagnetiche; a quel tempo non esistevano ancora i concetti di inquinamento elettromagnetico, quindi di compatibilità elettromagnetica.
In base a quanto sopra esposto, un moderno oscillatore ad onde multiple secondo Lakhovsky deve avere le seguenti caratteristiche:
1. Il campo magnetico ad alta frequenza erogato dall'apparecchio non deve generare effetti termici.
2. L'assenza degli effetti termici è ottenibile impiegando brevi treni di impulsi (burst) in successione a bassa frequenza (decine o centinaia di Hz).
3. Il generatore, a partire da alcune onde elettromagnetiche fondamentali smorzate (“onde ammortizzate”), in ogni burst deve produrre contemporaneamente il numero più grande possibile di armoniche.
4. Il sistema trasmittente (interfaccia biofisica) si deve posizionare in modo da offrire al sistema ricevente (corpo umano) la migliore interazione possibile col campo magnetico.
5. I Loop devono essere costruiti col massimo guadagno e si devono eccitare in modo da oscillare tutti contemporaneamente.
6. Il sistema trasmittente non deve emettere spurie elettromagnetiche nell'ambiente.
Nella tabella seguente si osserva come la forma del Loop possa influenzare il guadagno.
La forma migliore sarebbe l'ultima in basso a destra Ellittica con y/x = 3/1, ma la penultima a sinistra Rettangolare anch'essa con y/x = 3/1 si approssima molto alla precedente, ma è molto più semplice da costruire.
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 35 FATTORE DI FORMA DEL LOOP
Forme di Loops e loro guadagno rispetto al dipolo semplice isotropico[12]
Semplice circuito teorico in grado di produrre formidabili oscillazioni smorzate nei Loop rettangolari (y/x = 3/1) (Progetto dell'Autore)
Nel soprastante schema elettrico, l'alimentazione del Loop è applicata in parallelo al condensatore di sintonia (parte del Loop ad alta impedenza) Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 36 mediante delle impedenze di blocco dell'alta frequenza (L1 – L5), ma in pratica è meglio collegare il ramo comune in regione quasi equatoriale in modo che quest'ultimo costituisca anche il sostegno meccanico dei loop medesimi. La fotografia seguente è emblematica in merito al tentativo, da parte di Lakhovsky, di migliorare l'induzione della risonanza nei loop magnetici. In questa configurazione gli effluvi dovuti all'alta tensione si limitano al cerchio esterno che si comporta come antenna, ma con ciò non è detto che si garantisca l'innesco della risonanza sia aperiodica sia periodica in tutti gli oscillatori (esclusa la risonanza stocastica). Undici risuonatori di Hertz concentrici costituiscono gli elementi generanti il campo magnetico ad alta frequenza di un oscillatore ad onde multiple di Lakhovsky in ottimo stato di conservazione, e tenuto a scopo museale e di studio, presso Centro Ricerche Lakhovsky di Rimini. Lakhovsky intendeva portare in risonanza gli undici risuonatori di Hertz tramite il cerchio esterno. (Fotografia riprodotta per concessione del Centro Ricerche Lakhovsky di Rimini)
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 37 DIMENSIONE DEGLI UNDICI RISUONATORI DI HERTZ DELL'OSCILLATORE AD ONDE MULTIPLE
( Apparecchio conservato presso il Centro Ricerche Lakhovsky di Rimini )
LOOP
N°
DIAMETRO LOOP
( esterno )
mm
DIAMETRO DEL CONDUTTORE
mm
DIAMETRO DI OGNI SFERA
mm
DISTANZA
TRA LE SFERE mm
1
413
12
17
16,5
2
332
10
16
10
3
277
8
14
8,5
4
231
7
13
12
5
187
6
11,5
6
6
148
5
9,5
7
7
115
5
8,5
9
8
84
4
7
6
9
57
3
6
4
10
34
3
X
2,5
11
18
3
X
2
Gli ultimi due loop sono privi di sfere (armature del condensatore), ma se opportunamente eccitati, possono ugualmente entrare in risonanza. Il cerchio più grande (in fusione di alluminio) che serviva da eccitatore dei loop ha un diametro esterno di 515 mm e il conduttore ha il diametro di 13,5 mm. Lakhovsky utilizza dei classici risuonatori hertziani (anch'essi in alluminio), che non consentono la risonanza in λ/4 o λ/8, per cui in base a quanto esposto si può assumere la seguente relazione: λ ≅ 2πr
Vale a dire che la risonanza di ogni loop magnetico si verifica alla lunghezza d'onda che è prossima (per lieve difetto) alla loro circonferenza .
La frequenza di risonanza teorica (in MHz) si ricava mediante la formula seguente:
f = 300 / 2πr (in metri)
Nella tabella seguente sono elencate le lunghezze d'onda e le frequenze di risonanza di ogni loop magnetico.
Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 38 LUNGHEZZE D'ONDA E FREQUENZE DI RISONANZA
DEI LOOP MAGNETICI
LOOP
N°
λ (m)
f (MHz)
1
1,297
231,3
2
1,043
287,6
3
0,870
344,8
4
0,725
413,7
5
0,587
511
6
0,464
646,5
7
0,361
831
8
0,263
1140,6
9
0,179
1675,9
10
0,106
2830,1
11
0,056
5357,1
Le frequenze di risonanza sono decisamente elevate e dall'ottavo all'undicesimo loop sono addirittura superiori al Gigahertz. La moderna biofisica ha fatto passi da gigante, poiché ha introdotto in ambito biologico le mirabili scoperte della dimensione quantistica. Lakhovsky, apportò in Biofisica molto di più di un'intuizione circa il ruolo terapeutico delle onde elettromagnetiche che attribuì all'oscillatore ad onde multiple, per cui dalla Storia esce assolto dall'accusa di truffa per non avere commesso il fatto di avere propagandato una quack machine (apparecchio fasullo). Il funzionamento dell'oscillatore debitamente aggiornato, può rendere possibile l'evocazione della risonanza stocastica in ambito biologico; esattamente come quando si riuscì a costruire il diodo tunnel che rendeva reale e istantaneo ciò che dalla probabilità statistica era ritenuto quasi impossibile. Si conclude il presente articolo con la frase profetica di Gianfranco Galvani che riconosce in Georges Lakhovsky il “..capostipite di una Medicina che sarà ineluttabilmente, in futuro, una Medicina esclusivamente vibrazionale.” Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 39 Bibliografia
Il Popolo di Roma – Mercoledi, 18 novembre 1942, annuncia la morte di Georges Lakhovsky.
2. A. d’Arsonval: Recherches d’électrotherapie: la voltaisation sinusoidale. Archives de physiologie normale et pathologique, Paris, 1892, 5. Sér., 4: 69­80.
3. Tesla, N (1898 ) “High Frequency Oscillators for Electro­Therapeutic and Other Purposes,” The Electrical Engineer, Vol. XXVI, No. 550, Nov. 17, p.477
4. Lakhovsky, Georges. “Curing Cancer with Ultra Radio Frequencies,” Radio News, February, 1925
5. Lakhovsky, Georges. “La scienza e la felicità” 1930 – Pubblicazione a cura del Centro di ricerca Georges Lakhovsky – Rimini.
6. Lakhovsky, Georges. “La materia” 1930 – Pubblicazione a cura del Centro di ricerca Georges Lakhovsky – Rimini.
7. Lakhovsky, Georges. “Il segreto della vita” 1926 – Pubblicazione a cura del Centro di ricerca Georges Lakhovsky – Rimini.
8. Lakhovsky, Georges. “L'oscillatore a lunghezze d'onda multiple”
Pubblicazione a cura del Centro di ricerca Georges Lakhovsky – Rimini.
9. Keit A.Buzzel – Elliot Lee Hix – Irvin M.Korr “Fondamenti fisiologici della medicina osteopatica” Futura Publishing Society – 2001
10.Antonio Piccoli “Bioipedenza clinica. Analisi vettoriale e composizione corporea” Forum Service – 1999
11.Lavoro Amaduzzi “Onde eteree – Il fondamento della telegrafia senza fili” – Il Secolo XX – Anno I ­ (1902) pag. 429 e seg. 12.Rinaldo Briatta – Nerio Neri “Antenne direttive e verticali” EDIT FAENZA snc – Faenza 1998
13.L.A.GEDDES:”History of Magnetic Stimulation of the Nervous Sistem”; Journal of Clinical Neurophisiology, Jan.1991, 8 (1), pp.3­9.
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Articolo pubblicato il 04 marzo 2009 in forma incompleta. Articolo pubblicato il 06 ottobre 2009 in forma incompleta. Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 40 
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LE ORIGINI DELLA MAGNETOTERAPIA