PROGRAMMA OPERATIVO MULTIREGIONALE Attività di sostegno ai servizi di sviluppo per l'Agricoltura MISURA 2 COMUNITA' EUROPEA Ministero per le Politiche Agricole e Forestali Fondo europeo di orientamento e garanzia per l'agricoltura Progetto STRUMENTI PER LA PROGETTAZIONE DI POLITICHE PER LO SVILUPPO DEI SISTEMI AGRICOLI LOCALI DI CALABRIA E PUGLIA Documenti e materiali per la divulgazione dei risultati -- --------------------------------------------- ------ ---------------------------- LA PUGLIA. ANALISI DELLE CARATTERISTICHE DEGLI AMBITI ECONOMICO-PRODUTTIVI SUBREGIONALI Dipartimento di ECONOMIA e STATISTICA ARCAVACATA DI RENDE, Dicembre 2001 -- --------------------------------------------- ------ ---------------------------- Istituto Nazionale di Economia Agraria La Puglia. Analisi delle caratteristiche degli ambiti economico-produttivi sub-regionali1 Maria Forleo 2 Il lavoro presenta i risultati di un’analisi delle differenze qualitative e quantitative dello sviluppo della Puglia a livello sub-regionale, e propone una ripartizione del territorio regionale in aree omogenee dal punto di vista dell’assetto economico-produttivo. Nella prima parte viene presentata una graduatoria della “forza/debolezza” dei comuni della Puglia sulla base di un indicatore ottenuto a partire da 18 variabili espressione dell'assetto economico-produttivo comunale. La seconda parte del lavoro presenta, invece, una ripartizione del territorio della Puglia in aree subregionali omogenee generata mediante una procedura di classificazione originale, ottenuta introducendo in una procedura di clustering non gerarchica (del tipo “k-medie”) un vincolo di “contiguità” fisica per i comuni appartenenti ad uno stesso gruppo. I risultati presentati nel lavoro mostrano come, in un quadro regionale contraddistinto nel suo insieme da una vivacità del tessuto demografico e socio-economico si possa individuare una molteplicità di sistemi produttivi locali differenziata sia nelle manifestazioni di debolezza sia in quelle di robustezza delle economie locali. Parole chiave: Puglia; Analisi economica sub-regionale; Aree omogenee; Analisi delle componenti principali; Analisi dei gruppi. 1 Introduzione Le caratteristiche socioeconomiche del territorio della Puglia sono state oggetto di studio di un'abbondante letteratura3 che ha evidenziato luci ed ombre del percorso di sviluppo regionale. Nel quadro meridionale consolidata è l'immagine di una regione considerata il Nord del Sud, che ha manifestato una forte vivacità delle strutture demografiche, sociali ed economiche. L’immagine di un'economia dinamica derivante dall'esame dei fenomeni aggregati a livello regionale è integrata da un quadro di fragilità che scaturisce da analisi sulle differenze negli assetti sub-regionali che hanno reso manifesti gli squilibri e le contraddizioni di uno sviluppo che ha interessato in modo ineguale il territorio regionale. Cause ambientali e storiche sono alle radici di un mosaico i cui tasselli propongono profili della Puglia differenti nella distribuzione della popolazione, delle strutture economiche, dei percorsi di sviluppo locale. L'individuazione dei sistemi territoriali pugliesi a differente livello di sviluppo, oltre che obiettivo di analisi descrittiva, dovrebbe essere una premessa necessaria qualora si vogliano porre in essere 1 2 3 L’analisi s'inserisce nell'ambito del progetto di ricerca su “Strumenti per la progettazione di politiche per lo sviluppo dei sistemi agricoli locali di Calabria e Puglia” finanziato dalla Misura 2 (Innovazioni tecnologiche e trasferimento dei risultati della ricerca) del Programma Operativo Multiregionale “Attività di sostegno ai servizi di sviluppo per l’agricoltura” e coordinato dal professore Gaetano Marenco. In particolare, l’analisi territoriale è oggetto dell’Azione 2 coordinata da Giovanni Anania; Giuseppina Damiana Costanzo (Università degli studi della Calabria) ha definito la procedura per l’analisi dei gruppi ed ha curato l’elaborazione dei dati. A tutti vanno i ringraziamenti dell'A. del quale rimane la responsabilità del presente lavoro. Dipartimento di Scienze Economiche Gestionali e Sociali, Università degli Studi del Molise ([email protected]). In bibliografia sono riportati alcuni dei contributi più recenti. 1 azioni mirate e selettive valutandone la congruità nel quadro regionale complessivo. Pertanto, tra le finalità delle analisi territoriali non si dovrebbe escludere una potenziale utilizzazione delle stesse a scopi programmatici al fine di orientare gli interventi di politica regionale in relazione alle specificità degli assetti socioeconomici e ambientali. Nella successiva analisi, le differenze e le specificità nelle manifestazioni comunali dei fenomeni indagati sono alla base della classificazione dei comuni della Puglia, dapprima secondo una graduatoria della forza/debolezza dell'assetto economico-produttivo, quindi in aree territoriali omogenee. I fenomeni analizzati interessano in particolare l'assetto produttivo e demografico, la struttura occupazionale, il livello dei redditi, alcune manifestazioni di consumo e sono rappresentati in base ad un set di variabili a livello comunale4. Nelle pagine seguenti si riportano in forma sintetica5 i risultati ottenuti al fine di consentire una lettura snella che agevoli l’inquadramento delle presente lavoro (Azione 2) rispetto alle altre azioni in cui si articola il Progetto complessivo circa gli strumenti per la progettazione di politiche di sviluppo . Obiettivo dell’Azione 2 è di “contribuire a definire l’insieme dei vincoli e opportunità esistenti per i sistemi aziendali che derivano dalla specifica caratterizzazione dell’ambiente socioeconomico in cui essi sono inseriti, fornendo al contempo indicazioni per la progettazione di politiche di ambito territoriale specifico” (oggetto dell’Azione 6). Il presente lavoro s’integra inoltre con l’identificazione dei sistemi agricoli rappresentativi (Azione 1) e con l’analisi della capacità competitiva delle principali filiere pugliesi di prodotto (Azione 3) nel definire il modello rappresentativo della realtà agricola regionale. Il lavoro è suddiviso in cinque paragrafi. Il paragrafo seguente presenta le 18 variabili utilizzate nell'analisi dei 256 comuni6 della Puglia, ne descrive le principali statistiche evidenziandone alcune grandezze significative e le modalità con cui si presentano sul territorio. Nel terzo paragrafo si procede all'interpretazione dell'indicatore di robustezza dell'assetto economico-produttivo e del livello dei redditi derivante dall'analisi delle componenti principali ed alla rappresentazione della graduatoria dell'indicatore a livello comunale. Il quarto paragrafo è dedicato alla zonizzazione del territorio regionale in 24 aree omogenee sotto il profilo economico-produttivo ed alla descrizione delle caratteristiche distintive dei singoli gruppi. Il quinto paragrafo svolge alcune considerazioni sul quadro complessivo degli ambiti economico-produttivi pugliesi che emerge dai risultati dell'analisi. 2 Le variabili utilizzate Le variabili utilizzate per descrivere le principali caratteristiche socioeconomiche dei comuni della Puglia sono 18 (nella tavola 1 tra parentesi è indicata la fonte dell’informazione utilizzata e l’anno cui essa fa riferimento). La prima variabile misura il grado di utilizzazione a fini produttivi agricoli della superficie territoriale del comune. Il valore medio della variabile nei comuni pugliesi è piuttosto elevato (71%) e con un coefficiente di variazione basso7 a testimonianza del fatto che la destinazione ad uso produttivo agricolo, oltre ad interessare una quota consistente della superficie territoriale dei comuni pugliesi, ha una forte omogeneità nella regione. 4 5 6 7 La scelta delle variabili ha tenuto conto della rilevanza dell'informazione nel rappresentare i singoli fenomeni, anche sulla scorta della letteratura esistente in merito; d'altro canto, le possibilità di scelta sono state condizionate dalla necessità di disporre dei dati a livello comunale. Per l’analisi di dettaglio si rinvia a Forleo (2002). Non si considerano i comuni di Isole Tremiti e di Statte per i quali la carenza di informazioni dettagliate a livello comunale dovuta ad una istituzione relativamente recente non ne ha consentito il trattamento statistico. Il coefficiente di variazione è dato dal rapporto tra la deviazione standard e la media. Mentre la deviazione standard è un indice di variabilità espresso nella stessa unità di misura della variabile (la qual cosa rende impossibile una comparazione diretta dei valori che essa assume per variabili di natura diversa, come nel nostro caso), il coefficiente di variazione è un numero puro indipendente dall’unità di misura della variabile. 2 La seconda variabile misura il peso della superficie agricola in aziende di grandi dimensioni sul totale della SAU. Altro connotato strutturale dell'agricoltura pugliese è la modesta presenza di aziende di grandi dimensioni (19%) ed una certa disomogeneità nella sua manifestazione su scala territoriale, diversamente da quanto rilevato per la prima variabile agricola -elevato grado di utilizzazione a fini produttivi del territorio comunale ed omogeneità tra i comuni-. L'incidenza delle aziende agricole part time, misurata dalla successiva variabile, è pari mediamente ad un terzo delle aziende agricole rilevate nei comuni pugliesi. La quarta variabile è la densità di popolazione per Kmq, variabile ampiamente utilizzata, seppure con diverse definizioni e con il concorso di ulteriori indicatori, nello studio delle caratteristiche urbano-rurali del territorio. Nella media dei comuni della Puglia la densità è pari a 281 abitanti8 e presenta una variabilità a livello comunale piuttosto elevata (da 12 a 2.870 abitanti/Kmq). Il valore di massima densità è presente, come atteso, nel comune di Bari (2.870 ab/Kmq), seguito da Triggiano (1.291ab/Kmq), Aradeo, Modugno, Molfetta, Valenzano (1.045 ab/Kmq), Capurso (964 ab/Kmq), mentre la provincia foggiana è l'area della regione con la minore densità demografica. Tavola 1 - Le 18 variabili utilizzate V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 V9 V10 V11 V12 V13 V14 V15 V16 V17 V18 Superficie Agricola Utilizzata (SAU) delle aziende / Superficie territoriale SAU delle aziende con più di 50 ha di SAU / SAU totale Numero delle aziende agricole il cui conduttore (o conduttrice) svolge la sua attività lavorativa prevalente non nella propria azienda / Numero delle aziende agricole Indice di densità demografica (Numero degli abitanti / Superficie territoriale del Comune in km quadrati) Iscrizioni anagrafiche negli anni 1995, 1996 e 1997 / Cancellazioni anagrafiche negli anni 1995, 1996 e 1997 (Popolazione residente di età inferiore ai 14 anni + popolazione residente di età superiore ai 65 anni) / Popolazione residente di età compresa tra 14 e 65 anni Popolazione residente in possesso di Diploma di Istituto superiore o di Diploma di Laurea / Popolazione residente di età superiore ai 24 anni Popolazione attiva residente / Popolazione residente Pop. residente attiva in agricoltura / Pop. residente attiva Pop. residente attiva nell’industria / Pop. residente attiva Pop. residente attiva nella Pubblica Amministrazione / Pop. residente attiva Popolazione femminile residente attiva non in agricoltura / Popolazione femminile residente attiva Numero degli addetti delle unità locali dell’industria (rami ISTAT: 2, 3, 4 e 5) / Numero delle UL dell’industria Consumi di energia elettrica per usi produttivi delle utenze / Popolazione residente (migliaia di Kwh per residente) Autovetture circolanti con una cilindrata superiore ai 2000 cc di proprietà di residenti / Popolazione residente Numero delle abitazioni costruite dopo il 1981 / Numero complessivo delle abitazioni Reddito imponibile ai fini del calcolo dell’IRPEF (migliaia di lire per r residente) Imposta netta pagata sui Redditi delle Persone Fisiche (IRPEF per residente, migliaia di lire) ISTAT: Censimento Generale dell’Agricoltura, 1990; Cens. Gen.le della Popolazione e delle Abitazioni, 1991 ISTAT: Censimento Generale dell’Agricoltura, 1990 ISTAT: Censimento Generale dell’Agricoltura, 1990 ISTAT, 1997 ISTAT ISTAT: Cens. Gen.le della Popolazione e delle Abitazioni, 1991 ISTAT: Cens. Gen.le della Popolazione e delle Abitazioni, 1991 ISTAT: Cens. Gen.le della Popolazione e delle Abitazioni, 1991 ISTAT: Cens. Gen.le della Popolazione e delle Abitazioni, 1991 ISTAT: Cens. Gen.le della Pop. e delle Abitazioni, 1991 ISTAT: Cens. Gen.le Pop. e Abitazioni, 1991 ISTAT: Cens. Gen.le della Popolazione e delle Abitazioni, 1991 ISTAT: Cens. Gen.le dell’Industria e dei Servizi, 1991 ANCITEL-ENEL, 1997 ANCITEL-ACI, 1995 ISTAT: Cens. Gen.le della Popolazione e delle Abitazioni, 1991 ANCITEL – Ministero delle Finanze, 1994 ANCITEL – Ministero delle Finanze, 1994. Altro fenomeno legato alla struttura socio-demografica della popolazione comunale è il saldo tra iscrizioni e cancellazioni anagrafiche nel triennio 1995-1997, quinta variabile del set di indicatori, che fornisce una misura del grado di attrattività/esodo che i comuni esercitano sui flussi di popolazione. In media il valore che tale saldo assume nei comuni della Puglia è di poco inferiore 8 L'indice di densità demografica della popolazione presente pone la Puglia in quarta posizione tra le regioni italiane preceduta nell'ordine dalla Campania (761 ab/Kmq), dalla Lombardia (460 ab/Kmq) e dalla Sicilia (306 ab/Kmq), mentre la media calcolata a livello nazionale è di 265 ab/Kmq. Tali dati sono relativi al valore medio comunale all'interno di ciascuna regione. 3 all'unità con una variabilità molto contenuta dei valori a livello comunale, segno della prevalenza di situazioni di riduzione della popolazione, per cause naturali e socioeconomiche. La sesta variabile è denominata della "dipendenza demografica" in quanto pone a rapporto la popolazione delle classi di età estreme non attive (anziani e adolescenti) con quella delle classi centrali in età lavorativa dalla quale dovrebbe venire il sostegno -materiale e non- delle prime. In media nei comuni della Puglia vi è un rapporto di 2 a 1 e la variabile in discorso presenta la maggiore omogeneità a livello territoriale tra le diciotto variabili rilevate. Il valore presente in Puglia è il più basso di quelli che la variabile assume in media nei comuni delle singole regioni meridionali ed è in linea con il dato medio nazionale (0,5). I comuni con valore della dipendenza maggiore di 0,6 sono lungo l'arco preappenninico, mentre valori maggiori della media sono presenti in tutti i comuni capoluogo, lungo la fascia costiera barese, nell'intorno di Gallipoli e di Otranto, nei comuni lungo l'asse Lecce-Ugento. La settima variabile legata alla struttura socio-demografica della popolazione misura il peso di coloro in età superiore a 24 anni che hanno conseguito almeno un diploma di scuola superiore, peso pari al 19% nella media dei comuni della Puglia, non diversamente dalla media calcolata su tutti i comuni italiani. Le successive quattro variabili (dall'ottava all'undicesima) descrivono la struttura della popolazione attiva9 in primo luogo con la misura del tasso generale di attività (V8), quindi con tassi di attività riferiti al settore primario (V9), al settore industriale (V10) e alla pubblica amministrazione (V11). Il tasso d'attività dipende da due determinanti: la struttura per età della popolazione residente nel comune, da cui discende l'articolazione in fasce di attivi e non attivi; il mercato del lavoro locale, il cui sviluppo e la cui dinamica determinano l'ingresso e la fuoriuscita di forza lavoro dalla condizione attiva. La variabile in discorso è nella media dei comuni della Puglia pari al 39%; con un coefficiente di variazione prossimo allo zero, il tasso d'attività ha la maggiore omogeneità tra le variabili rilevate10, variando tra il 32% (a parte il valore estremo del 24% di Volturara A.) ed il 47%. La nona variabile misura il tasso di attività in agricoltura pari nella media dei comuni della Puglia al 21%, una percentuale in linea con altre regioni meridionali (Sicilia e Basilicata, ad esempio) ma notoriamente più elevata rispetto al dato nazionale (13% medio su tutti i comuni italiani). Il tasso d'attività nel settore industriale, decima variabile del set originario, è nella media dei comuni della Puglia pari al 15% e presenta un coefficiente di variazione di valore contenuto. Se sotto questo profilo la Puglia è la regione del Mezzogiorno con il più elevato tasso d'attività industriale calcolato nella media comunale, uno scarto considerevole si nota quando la percentuale è calcolata su tutti i comuni italiani (26%). L'undicesima variabile descrive il tasso d'attività nella pubblica amministrazione, mediamente dell'8% nei comuni della Puglia, con percentuali comprese tra il 3% e oltre il 20%. La dodicesima variabile, che misura l'incidenza delle attive non in agricoltura sul totale delle residenti attive, è una grandezza generalmente caratterizzata da valori elevati in ambienti economici sviluppati che offrono alla forza lavoro femminile possibilità d'impiego in settori extra-agricoli. Nei comuni della Puglia la variabile assume mediamente soltanto un peso del 47% (contro una media nazionale del 74%) e presenta una variabilità relativa molto bassa. Oltre ai comuni capoluogo, la presenza femminile in settori diversi da quello agricolo è superiore al 60% in aree con elevato livello di sviluppo relativo in ambito regionale come in provincia di Bari -quasi nella sua totalità-, ed in maniera abbastanza diffusa in quella di Lecce, soprattutto nella zona meridionale. Un indicatore delle dimensioni strutturali del settore industriale presente all'interno dei comuni è rilevato dalla tredicesima variabile che misura il numero medio di addetti per unità locale industriale. La variabilità di tale indicatore su scala comunale è la più elevata tra tutte quelle rilevate (il coefficiente di variazione è pari a 1,2). 9 10 La popolazione attiva, come noto, è definita come la somma degli occupati, dei disoccupati e delle persone in cerca di prima occupazione, mentre la popolazione non attiva è data dalla popolazione con meno di 14 anni, dalle casalinghe, dagli studenti, e dalle persone ritirate dal lavoro per anzianità o in quanto fuoriuscite dal mercato del lavoro. Nell'intervallo tra il 36% ed il 42% del tasso di attività (ovvero la media -/+ la deviazione standard) è compreso il 74% dei comuni della Puglia. 4 La successiva variabile, i consumi elettrici pro capite a fini produttivi, fornisce un'indicazione di massima della rilevanza dell'attività produttiva svolta in un comune. La variabile è presente in maniera non omogenea sul territorio come mostra il valore elevato del coefficiente di variazione (0,98). Le ultime variabili del set complessivo sono riferite ad alcune manifestazioni di consumo (V15 e V16) e di reddito (V17 e V18). La variabile V15 misura la diffusione per residente di auto circolanti di cilindrata superiore a 2000 cc. Il suo valore è determinato da due fattori quali il livello e la distribuzione dei redditi all'interno del comune: in altri termini sarà elevato non solo in presenza di alti redditi medi pro capite nel tessuto cittadino ma anche, a parità di redditi, nei casi in cui la loro distribuzione risulti fortemente concentrata11. La variabile V16 indica il peso delle abitazioni esistenti alla data del 1991 e costruite nel decennio precedente rispetto al complesso del patrimonio abitativo comunale. La domanda di abitazioni oltre ad essere determinata da flussi residenziali in ingresso in un comune è anche legata al livello dei redditi e dei risparmi a disposizione dei residenti. Mediamente nei comuni della Puglia il patrimonio di costruzione successiva al 1981 incide in percentuale del 12% sul complesso delle abitazioni esistenti. Il valore medio del reddito imponibile ai fini IRPEF per residente (V17) nei comuni della Puglia è di poco superiore ai 6,5 milioni di lire annue nel 1994. Tale variabile, non diversamente da quella successiva riferita all'IRPEF pro capite, presenta una variabilità molto contenuta nelle manifestazioni comunali. Ai vertici della graduatoria figurano i comuni di Bari, Lecce e Taranto con oltre 10 milioni pro capite, seguiti da Maglie, Foggia, Putignano, Martina Franca e Acquaviva delle Fonti con oltre nove milioni pro capite. Ultima variabile è l'IRPEF pro capite riferita al 1994. I primi comuni in graduatoria sono quelli già visti con riferimento al livello del reddito imponibile pro capite: Bari, Lecce, Taranto, Foggia, Maglie. 3 Un indicatore sintetico della “forza/debolezza” dell’assetto economicoproduttivo e del livello dei redditi e dei consumi dei comuni della Puglia Per “sintetizzare” l’informazione contenuta nelle 18 variabili si è fatto ricorso all'analisi delle componenti principali12 che consente di costruire un numero più contenuto di macro variabili -le componenti principali, appunto- che hanno la proprietà di essere tra loro indipendenti ed in grado di spiegare la maggior quota possibile della variabilità delle 18 variabili originarie. La prima componente principale riassume circa il 30% della variabilità presente nelle 18 variabili originarie e le prime quattro componenti sarebbero da sole in grado di sintetizzare poco meno dell'80% dell'informazione contenuta nel set complessivo di variabili; la misura dei coefficienti con cui le 18 variabili originarie contribuiscono all'estrazione della prima e più significativa componente principale consente di interpretarne il significato (tabb. 2-3). 11 12 E' probabilmente alla seconda determinante che occorre rifarsi per comprendere la presenza di comuni come Porto Cesareo, Ordona, Orta Nova, Pietramontecorvino, Stornara ai vertici della graduatoria per valore della variabile, comuni cui segue Lecce ove invece si ritiene operi anche il primo fattore. Dopo aver diviso ciascuna variabile per la sua media, le componenti principali sono state ottenute a partire dalla matrice delle varianze e covarianze. L’analisi delle componenti principali, puntando ad individuare le combinazioni lineari ortogonali delle variabili analizzate, è assai sensibile all’ordine di grandezza ed alla scala di misurazione delle variabili stesse. Per una presentazione introduttiva di questa tecnica di analisi dei dati si veda, ad esempio, Jolliffe. La natura eterogenea delle variabili utilizzate, espresse in unità di misura diverse, ha reso necessaria una loro normalizzazione. Dividendo le variabili per la loro media, e derivando le componenti principali dalla matrice delle varianze e delle covarianze delle variabili così trasformate, si è voluto eliminare la distorsione dovuta alle diverse unità di misura ed al diverso ordine di grandezza delle variabili, preservando però al contempo le differenze nella loro variabilità (e, quindi, il peso attribuito implicitamente a ciascuna di esse nell’estrazione delle componenti principali) dovute alla variabilità tra i comuni della Puglia dei fenomeni specifici che esse misurano. Una procedura alternativa per l’eliminazione delle distorsioni dovute alla diversa scala di misurazione delle variabili avrebbe potuto essere data dal calcolo delle componenti principali a partire dalla matrice dei coefficienti di correlazione delle variabili originarie (o, il ché è la stessa cosa, a partire dalla matrice delle varianze e delle covarianze calcolate, però, sulle variabili standardizzate). In questo caso si sarebbe eliminata la distorsione dovuta alla scala di misurazione delle variabili, ma, al contempo, si sarebbe perso il contenuto di informazione dato dalla variabilità di ciascuna variabile non meramente dovuto all’unità di misura utilizzata. Per una discussione di questa questione specifica si veda Anania e Tarsitano (pp. 109 e segg.). 5 In relazione a tali coefficienti, la prima componente può essere interpretata come un indicatore sintetico della robustezza relativa dell'assetto economico-produttivo e del livello dei redditi pro capite nei comuni della Puglia. Il valore più elevato di correlazione tra componente e variabile si rileva, infatti, con le dimensioni medie in addetti delle unità locali industriali; positive sono anche le correlazioni con le altre variabili che misurano fenomeni settoriali, come il tasso d'attività nel settore industriale, i consumi pro capite per usi produttivi, il tasso di attività femminile in settori non agricoli. La robustezza dell'assetto economico-produttivo va intesa prevalentemente come presenza nei comuni di una struttura di tipo industriale; tuttavia, l'indicatore dimensionale, che si ribadisce essere quello che più di ogni altro caratterizza la componente, non consente di parlare certamente di tessuto industriale diffuso, potendo comprendere anche il caso di comuni con una struttura industriale fortemente concentrata, al limite con poche unità locali di grande dimensione (situazione che si verifica concretamente, come si vedrà di seguito). L'aspetto urbano-demografico colto dalla prima componente è evidenziato dal legame positivo con l'indice di densità demografica, seconda variabile per grandezza del coefficiente con la componente principale, e a seguire con il grado d'istruzione ed il saldo anagrafico; positivo è anche il legame con il peso di abitazioni costruite dopo il 1981. La componente riflette anche il livello dei redditi pro capite giacché entrambe le variabili imponibile e IRPEF- hanno coefficienti di correlazione di segno positivo, anche se più elevato è il legame riferito all'imposta. Pochi i legami di segno negativo con la componente principale. Di una certa rilevanza sono solo i legami con le variabili riferite al settore agricolo in termini di tasso d’attività settoriale e d’incidenza delle aziende con oltre 50 ettari di SAU13. Verificando l'ordine con cui i comuni della Puglia sono in graduatoria rispetto al valore in essi assunto dalla prima componente principale (tab. 4), è possibile trarre alcune considerazioni circa il grado di robustezza relativa dell'assetto economico-produttivo di ciascun comune. Ai vertici di tale graduatoria accanto ai principali centri urbani capoluogo di provincia vi sono alcune grosse realtà produttive della regione: tra i primi dieci comuni seguono nell'ordine Bari, Modugno, Taranto, Casarano, Brindisi, Margherita di Savoia, Binetto, Valenzano, Triggiano e Barletta. La rappresentazione cartografica dei comuni ordinati in base al valore della componente consente una lettura più allargata dei fenomeni che la prima componente principale sintetizza (fig. 1). I comuni di Foggia e Brindisi appartengono alla classe di valore più elevato dell'indicatore di robustezza ma appaiono isolati rispetto alle aree contermini. In altri termini, il tessuto socioeconomico provinciale circostante i due capoluoghi non sembra aver beneficiato di un effetto di diffusione del grado di robustezza produttiva e del livello dei redditi pro capite riscontrati nei centri capoluogo ed anzi si pone nelle classi in cui il valore dell'indice relativo assume segno negativo. Per il capoluogo tarantino si ritiene valga la medesima considerazione, anche se in misura meno marcata rispetto alle due precedenti realtà provinciali. Per converso, è evidente una prima area di diffusa robustezza del tessuto economico locale e di elevati livelli di reddito pro capite lungo la costa alto barese -da Margherita di S. fino a Triggiano-, una sorta di prosecuzione della direttrice adriatica dello sviluppo individuata lungo tutta la penisola italiana e interrotta dalla provincia foggiana. Un buon livello dell'indicatore caratterizza anche una fascia di comuni che dal territorio a ridosso dei comuni costieri dell'alto barese si estende a sud della provincia intorno al nucleo Putignano-Gioia del C. fino al limite del tarantino. 13 Anche il grado di utilizzazione a fini produttivi agricoli della superficie territoriale del comune ha un legame di segno negativo con la componente ma il suo valore è piuttosto modesto per contribuire significativamente alla sua interpretazione. Non è da ritenersi in contrasto con il significato attribuito alla componente il coefficiente negativo del legame -comunque basso- con l'incidenza delle auto circolanti di grossa cilindrata poiché tale variabile, come anzi detto, riflette nel suo valore anche l'effetto della concentrazione dei redditi e non è necessariamente espressione di un livello di redditi diffusamente elevato. Coerente con l'interpretazione della componente è anche il fatto che la terza variabile agricola, ovvero l'incidenza delle aziende part time, abbia segno positivo -diversamente dalle altre variabili agricole- ma di debole intensità. 6 Foggia Debolezza Robustezza Bari Taranto Brindisi Lecce Figura 1 - Comuni della Puglia ordinati per valori crescenti dell'indicatore di "robustezza" relativa dell'assetto economico-produttivo e del livello dei redditi pro-capite Legenda <-1.0 -1.0 < -0.5 -0.5 < 0.0 0.0 < 0.5 0.5 < 1.0 > 1.0 7 Nel Salento, oltre alla corona di comuni intorno alla città capoluogo, si notano alcune aree con un buon livello dell'indicatore di robustezza economico-produttiva: in particolare, si tratta di tre nuclei collocati nella zona centrale e nel basso Salento, rispettivamente lungo l'asse Galatina-Maglie, nell'intorno di Casarano-Matino e nel nucleo Specchia-Tricase. All'estremità opposta della graduatoria, i comuni della Puglia con valore negativo della componente che risulterebbero caratterizzati da un assetto economico-produttivo relativamente più debole e da un minore livello dei redditi pro capite sono prevalentemente comuni interni della regione che, per condizioni di svantaggio naturale e per scarsità di collegamenti, sono relativamente periferici rispetto ai centri regionali di maggiore dimensione e ricchezza: tali i comuni del versante preappenninico posti lungo il confine regionale ed i comuni del Promontorio del Gargano. Nel territorio regionale si riscontrano altri tre nuclei di relativa debolezza del tessuto economico ed industriale: la parte alta dell'arco tarantino (intorno ai comuni di Laterza e Palagianello), le pianure del brindisino (Carovigno, Erchie, San Pancrazio, Leverano nel leccese), la fascia interna a ridosso della costa d'Otranto (lungo l'asse Vernole-Caprarica-Cannole). 4 Le aree socio-economiche omogenee in Puglia. L’identificazione delle aree sub-regionali omogenee dal punto di vista della caratteristiche socioeconomiche descritte dalle variabili utilizzate è stata ottenuta mediante una procedura originale di clustering del tipo k-medie14. La soluzione ottenuta è rappresentata nella figura 2; la tabella 5 presenta i valori medi delle variabili15 in ciascun gruppo, mentre la distribuzione dei comuni tra i gruppi è data nella tabella 6. La soluzione prescelta si caratterizza per la formazione di 24 gruppi di comuni, numero di gruppi indubbiamente elevato in rapporto ai 256 comuni esistenti in Puglia, ma che consente di far emergere e costituire come gruppo a se' stante singole realtà comunali - 8 gruppi dei 24- che presentano caratteri estremamente peculiari e di evidenziare con un elevato grado di dettaglio le aggregazioni comunali omogenee. Di tali gruppi e delle loro specificità si tratterà distintamente nel seguito interpretando la natura omogenea delle variabili misurate sulla base dei risultati dell'analisi e di altre conoscenze qualitative dei territori in oggetto. Il Promontorio del Gargano Il gruppo comprende 11 comuni che dalla costa si estendono verso l'interno del promontorio garganico. L'area corrisponde al territorio su cui è stato istituito nel 1991 il Parco Nazionale del Gargano (l. n. 394/91). L'orografia del Promontorio non sorprende della bassa utilizzazione agricola della superficie territoriale (55%) unita alla presenza di aziende con SAU maggiore di 50 ettari. 14 15 Per una classificazione degli algoritmi del tipo “k-medie” si vedano Hartigan, e Hartigan e Wong, mentre per una descrizione puntuale della procedura di clustering utilizzata si rimanda a Costanzo. L’algoritmo utilizzato individua gruppi omogenei sotto il duplice vincolo che la somma dei quadrati delle distanze euclidee tra i comuni all’interno dei gruppi sia minima e che, contemporaneamente, sia garantita la “compattezza” dei gruppi ottenuti, cioè che i comuni appartenenti ad uno stesso gruppo risultino tra loro contigui. Il numero di gruppi di comuni che è stato considerato è quello compreso tra 10 e 30, inclusi tali estremi; allo scopo di ridurre i problemi determinati dal fatto che la procedura di ricerca della soluzione ne garantisce l’ottimalità locale, ma non quella globale, per ciascun numero di gruppi sono state considerate soluzioni generate a partire da 5 configurazioni iniziali -“semi”- differenti, considerando “ottima” la classificazione cui è risultato associato il valore del criterio obiettivo più basso. Con “semi” si intende qui un insieme di Comuni, in numero pari a quello dei gruppi che si vuole ottenere, utilizzato per generare la zonizzazione iniziale, che costituisce il punto di partenza per la procedura di minimizzazione del criterio utilizzata. Il numero dei gruppi scelto, 24, è stato ottenuto sulla base dell’andamento al variare del numero dei gruppi della differenza tra il valore del criterio di ottimizzazione associato alla soluzione “ottima” ottenuta per quel numero di gruppi e quello relativo alla soluzione per il numero di gruppi immediatamente inferiore. Si tratta delle variabili trasformate -ottenute dividendo quelle originarie divise ciascuna per la propria media- rispetto alle quali si descrive la caratterizzazione dei gruppi. 8 Le caratteristiche della popolazione dell'area sono evidenziate da due variabili che presentano nel gruppo valori tra i più bassi rispetto alle altre 23 aggregazioni omogenee: la densità demografica, mediamente solo 97 ab/Kmq; l'indice di dipendenza pari a 0,5 nella media dei comuni, in altri termini un carico di un individuo appartenente a classi di età non attive per ogni due residenti in età attiva. L'assetto economico-produttivo si qualifica in generale per un tasso di attività di poco inferiore alla media; per quanto concerne l’articolazione settoriale il gruppo di comuni presenta il più basso tasso di attività industriale tra tutte le aggregazioni omogenee (6%) ed un indice di dimensione delle unità locali piuttosto contenuto (2,2 addetti/UL). Negli altri settori rilevati, agricoltura e pubblica amministrazione, i tassi di attività sono superiori alla media ma in misura non particolarmente significativa. Il tessuto produttivo del nucleo appare dunque piuttosto debole alla luce delle variabili settoriali impiegate per descriverlo e non si caratterizza in maniera significativa. In realtà, il quadro economico dell'area si basa sulla dotazione di risorse naturali, forestali e marine, grazie alle quali gran parte dei comuni del gruppo è meta di forte attrazione turistica soprattutto nella stagione estiva. A conferma di ciò si consideri che le imprese classificate dall'ISTAT alle voci alberghi, campeggi, ristoranti e bar (gruppo 55 della classificazione delle attività economiche) rappresentano circa il 15% del totale delle imprese16 rilevate nel gruppo. Da ultimo, il gruppo è caratterizzato da valori tra i più bassi per le variabili relative ai consumi ed ai redditi pro capite. Dalla costa alla fascia preappenninica Il secondo gruppo che s'incontra lungo la costa settentrionale pugliese è composto di 19 comuni che coprono un'area che dalla costa di Lesina si estende nel Tavoliere di Puglia fino a lambire la parte alta dei Monti della Daunia. La realtà demografica dell'area non si discosta significativamente da quanto rilevato nel gruppo precedente: una densità di abitanti per Kmq ancora più bassa (60 ab/Kmq) ed un elevato indice di dipendenza. A queste manifestazioni di fragilità della componente demografica dell'area si aggiunge anche un valore del saldo anagrafico nel triennio 1995-1997 che pone il gruppo ai minimi livelli rilevati, evidenziando mediamente una tendenza all'esodo dai comuni del gruppo. La struttura del settore agricolo nei comuni rivela un valore superiore alla media per quanto concerne il grado d'utilizzazione agricola della superficie territoriale e la presenza di aziende agricole di grandi dimensioni; anche il tasso di attività in agricoltura, pur non essendo il più elevato tra i 24 gruppi, ha un valore significativamente maggiore della media. D'altro canto, il gruppo si estende in una delle aree della Puglia - il Tavoliere - con la più forte caratterizzazione agricolozootecnica, come sarà più specificamente rilevato dall’analisi degli ambiti agricoli omogenei subregionali. Per quanto concerne le altre variabili relative all'articolazione settoriale della struttura produttiva e del mercato del lavoro, si riscontrano valori inferiori alla media sia per il tasso d’attività nella pubblica amministrazione, sia per gli indicatori industriali (tasso d’attività e dimensioni in addetti). Infine, se gli indicatori di reddito hanno un valore medio piuttosto basso, maggiore della media è il parco circolante di auto pro capite di cilindrata maggiore di 2000 cc, indice probabilmente di una distribuzione concentrata dei redditi più che di un loro livello diffusamente elevato. Castelnuovo della Daunia, Motta e Volturara, Deliceto Trattasi di tre formazioni distinte di gruppi costituite da comuni localizzati nella zona dei Monti della Daunia che presentano per alcune variabili dei valori tanto distanti da quelli medi da essere isolati in gruppi individuali. A parte tali caratteri peculiari, di cui si dirà in seguito, la loro descrizione congiunta si deve al fatto che in detti comuni i fenomeni rilevanti per l'assetto comunale, in primo luogo quelli di natura demografica, possono essere sì graduati nella loro intensità ma senza che sia modificata in modo 16 Il totale fa riferimento a tutte le voci della classificazione delle attività economiche rilevate dall'ultimo Censimento dell'industria ad esclusione dei gruppi da 1 a 5, attività connesse a quelle agricole, silvicole e della pesca. 9 consistente l'interpretazione del quadro generale: un quadro in cui i valori molto contenuti delle principali manifestazioni del tessuto demografico e produttivo e del livello dei redditi configurano la marginalità delle realtà territoriali interessate. I tre gruppi presentano, infatti, un tessuto demografico alquanto fragile come evidenzia la densità di abitanti (da 31 a 55 ab/Kmq), il valore dell'indice di dipendenza superiore alla media (da 0,56 di Castelnuovo a 0,85 di Volturara A.) e, per converso, il tasso d'istruzione generalmente basso. I consumi elettrici pro capite per usi produttivi raggiungono in questi comuni valori di gran lunga superiori al valore medio unitario (Deliceto ha il valore più elevato tra tutti i comuni della Puglia). Il peso delle abitazioni di costruzione successiva al 1981 è particolarmente basso (dal 3% di Castelnuovo al 6% di Deliceto). Il tasso d'attività in agricoltura è più elevato della media in tutti i comuni, ma raggiunge una percentuale particolarmente elevata nel comune di Deliceto (35%). Nonostante le sopradette caratteristiche comuni ai tre gruppi è possibile individuare alcune peculiarità che ne hanno determinato la configurazione come gruppo a se' stante. Castelnuovo della Daunia, oltre agli aspetti sopra indicati, ha una specificità rappresentata dalla più bassa incidenza delle aziende agricole part time. Se questo carattere lo accomuna a Motta e Volturara, diversa è l'incidenza delle aziende di grandi superfici, elevata a Castelnuovo e Deliceto e inferiore alla media negli altri due comuni. Basso è anche il tasso di attività nel terziario pubblico pari al 5% della popolazione residente attiva. Le variabili di reddito pro capite hanno nel comune di Castelnuovo valori inferiori alla media tanto per l'imponibile quanto per l'IRPEF; gli altri comuni presentano invece valori che si mantengono di poco sopra il valore medio comunale. I comuni di Motta e soprattutto Volturara hanno un tasso di attività che li pone in basso nella graduatoria comunale: in particolare, a Volturara vi è la percentuale più bassa tra tutti i comuni pugliesi (solo il 24%). Per converso, il tasso di attività nel terziario pubblico è più di tre volte superiore alla media dei comuni pugliesi: i due comuni sono, infatti, ai vertici della graduatoria dei 256 comuni per incidenza del tasso di attività nella pubblica amministrazione (del 22% in Volturara A. ed addirittura del 27% in Motta M.), variabile che sicuramente ha avuto un peso rilevante nella configurazione della micro-aggregazione. Il tasso di attività industriale e le dimensioni medie in addetti delle UL hanno in questi comuni valori che li pongono al fondo della graduatoria di tutti i comuni della Puglia. Nei due comuni vi è anche una bassa percentuale di abitanti con livello di formazione superiore a quello della scuola dell'obbligo. Deliceto, diversamente dagli altri comuni, ha un'elevata incidenza di auto circolanti pro capite con cilindrata superiore a 2000 cc. Nel comune vi è anche un'elevata percentuale di aziende agricole part time. Da ultimo nel comune vi è un basso tasso di attività femminile in settori extra-agricoli. La fascia subappenninica 11 i comuni localizzati nella fascia subappenninica che compongono il gruppo. Le caratteristiche della popolazione dei comuni del gruppo sono leggermente migliori dei gruppi sopra descritti ma le variabili di densità, di dinamica e di dipendenza configurano comunque realtà comunali con tessuto demografico debole ed inferiore al quadro medio comunale. A ciò si aggiunga che solo il 13% -la percentuale più bassa tra tutte le aggregazioni omogenee- della popolazione di età superiore a 24 anni ha conseguito almeno un titolo di diploma. Il peso demografico di questo gruppo è molto modesto in rapporto alla popolazione residente nelle regione se si considera che gli undici comuni contano poco più di 17.700 abitanti. Il tessuto economico produttivo è contraddistinto da una forte presenza di attivi nel settore agricolo che mediamente supera di oltre il 75% il valore medio comunale e si attesta su percentuali del 37% degli attivi. A fronte di tale peso dell'agricoltura vi è un'incidenza di molto inferiore alla media nel settore industriale, sia come tasso di attività settoriale che come dimensione in addetti delle UL; il gruppo ha anche il più basso rapporto tra consumi elettrici per usi produttivi e popolazione residente nell'ambito delle 24 aggregazioni territoriali della Puglia. Completa il quadro produttivo il tasso d’attività femminile in settori extra-agricoli con un valore in media alquanto basso, pari a poco meno di un terzo della popolazione femminile attiva. Infine, valori tra i più bassi di tutte le 10 aggregazioni comunali presentano le variabili reddituali, in particolare la variabile IRPEF pro capite di oltre il 30% inferiore alla media complessiva. Gli insediamenti industriali nel foggiano Il quadro di fragilità delle realtà comunali della provincia foggiana variamente composte nelle aggregazioni omogenee sopra descritte è interrotto da due raggruppamenti territoriali, quello caratterizzato dalla presenza di insediamenti industriali, il gruppo in discorso, e quello agricolo della pianura ofantina, descritto al punto successivo. L'area degli insediamenti industriali è composta di 5 comuni, tra cui il capoluogo provinciale. La qualificazione industriale data a questo gruppo non sembra potersi intendere nel senso che l'area presenti un tessuto industriale diffuso e fortemente caratterizzante il suo assetto produttivo; infatti, al contenuto valore del tasso generale di attività nei comuni del gruppo si associa un tasso di attività industriale comunque inferiore del 20% alla media comunale. Piuttosto, la caratterizzazione industriale sembra legata alla presenza di insediamenti con dimensione in addetti superiore alla media, soprattutto nei comuni di Foggia, Manfredonia e Monte Sant'Angelo. Alcuni di tali insediamenti sono il frutto della politica industriale per lo sviluppo del Mezzogiorno che è intervenuta nell'area con investimenti nei settori chimico e petrolchimico. In tal senso si ritiene possa spiegarsi anche l'elevato valore dei consumi elettrici per uso produttivo espresso in termini pro capite. D'altro canto, nei comuni del gruppo il settore agricolo ha un peso alquanto modesto nell'assorbimento di popolazione attiva, mentre il tasso d'attività nella pubblica amministrazione si colloca nei valori medi. Sotto il profilo demografico il gruppo ha un livello d'istruzione più alto del valore medio ma l'area è caratterizzata da movimenti demografici in uscita che non compensano le iscrizioni anagrafiche; al riguardo, il comune di Monte Sant'Angelo è ultimo nella graduatoria della dinamica anagrafica di breve periodo, preceduto da Manfredonia e a poca distanza dagli altri comuni del gruppo. Si tratta, comunque, di grosse realtà urbane il cui peso demografico è nel complesso pari al 6% della popolazione residente in Puglia nel 1998. Le variabili di reddito pro capite -imponibile e IRPEF- sono entrambe superiori alla media, sebbene lo scarto non sia particolarmente elevato. Il sistema agricolo ofantino 12 comuni posti nella valle tra i fiumi Carapelle e Ofanto, una sorta di cerniera tra le province di Foggia e Bari. Il tessuto economico-produttivo del gruppo è senza dubbio caratterizzato dal settore primario, come evidenziano i valori elevati del tasso d'utilizzazione agricola della superficie territoriale ed il tasso di attività in agricoltura. Per entrambe le variabili il gruppo presenta i valori medi più elevati tra quelli rilevati nei 24 gruppi omogenei: l'84% in media della superficie territoriale è destinata ad usi agricoli ed il 37% della popolazione attiva è iscritta nel settore. Anche la percentuale di aziende con SAU superiore a 50 ettari, pur non essendo quella più elevata tra tutti i gruppi, è di un terzo superiore alla media comunale. Gli altri tassi d'attività settoriale -industriale, terziario pubblico e femminile extra-agricolo- sono tutti significativamente inferiori al valore medio comunale. Tra gli indicatori demografici si segnala in particolare un valore piuttosto basso del tasso d'istruzione. Per quanto concerne gli indicatori di consumo e reddito pro capite i valori assunti mediamente nei comuni del gruppo sono contrapposti: nel gruppo vi è il massimo valore medio della variabile riferita alle auto pro capite di grossa cilindrata ed il minimo valore relativo al reddito imponibile e all'IRPEF pro capite. Un ultimo aspetto significativo dell'aggregazione comunale è il maggior valore dell’incidenza delle abitazioni di costruzione successiva al 1981, anche se l'indice del movimento anagrafico calcolato sul periodo 1995-1997 si mantiene di poco al di sotto della media. L'alto barese: densità-dinamica anagrafica e forte tessuto industriale 11 i comuni del gruppo disposti lungo la costa dall'area ofantina fino a Bari. 11 Con il presente gruppo si delinea un profilo dell'assetto socioeconomico pugliese diverso da quello emerso nei gruppi precedenti, la Puglia dell'urbanizzato e dell'industrializzazione diffusa, e che caratterizza con diverse sfumature e intensità i comuni della Puglia centrale (soprattutto i successivi gruppi 17, 19 e 10). La descrizione delle specificità del territorio dell'alto barese sono da ricercare dunque nelle caratteristiche demografiche e del tessuto produttivo locale. Per quanto riguarda il primo aspetto, è da considerare il fatto che il gruppo riunisce 11 comuni la cui popolazione residente nel 1998 nel complesso rappresenta il 14% della popolazione della Puglia17. L'area è tra quelle (gruppo 14 e soprattutto gruppo 10) in cui il movimento anagrafico della popolazione fa registrare un saldo netto positivo delle iscrizioni più elevato della situazione media nei comuni pugliesi. Elevata è anche la densità di abitanti per Kmq e il tasso d'istruzione. Insieme al territorio dell'agricoltura ofantina (gruppo 4) e dei comuni posti lungo l'asse Bari-Taranto (gruppo 10) è qui che si riscontra la più elevata percentuale di abitazioni costruite dopo il 1981. Tra le caratteristiche del tessuto produttivo locale, si rileva che gran parte dei comuni del gruppo è ai vertici della graduatoria dei comuni pugliesi per l'incidenza del tasso d'attività femminile in settori extra-agricoli, pari al 70% (a fronte di una media comunale di circa il 47%). Inoltre, a seguire il comune di Modugno e l'area che si estende dall'interno verso la bassa costa adriatico-salentina (gruppo 8), nel gruppo in discorso si raggiungono valori molto elevati del tasso d’attività industriale e delle dimensioni in addetti delle unità locali. Coerente con questo quadro produttivo si considera la presenza di aziende agricole part time a fronte di una rilevanza alquanto modesta del tasso d’attività nel settore primario, settore che risente in tutte le sue manifestazioni della competizione delle altre attività produttive e della forte urbanizzazione dell'area. Nel quadro regionale il Nord barese è identificato come l'area con la maggiore vocazione industriale sia per la forza del tessuto produttivo sia per la diffusione delle iniziative imprenditoriali in ambito territoriale e settoriale18. L'articolazione delle attività economiche nel gruppo deve al settore manifatturiero il 21% delle imprese complessivamente presenti nell'area19, con una spiccata specializzazione nel comparto tessile-abbigliamento-calzature. Ciò peraltro emerge anche in rapporto al dato regionale: infatti, per la gran parte degli aggregati settoriali delle attività economiche si rilevano elevati rapporti percentuali tra le imprese per comparto presenti nel gruppo e quelle esistenti nella regione: in particolare il 19% delle imprese manifatturiere ed il 37% di quelle del ramo tessile-abbigliamento-calzature presenti nella regione. La zona interessata da questo gruppo è altresì inserita in una rete di infrastrutture di collegamento -autostradale, ferroviario, portuale- che è tra le più ampie e diversificate nel quadro regionale. Un ultimo tratto di questo gruppo che si può rilevare concerne le variabili di reddito imponibile e IRPEF pro capite i cui valori mediamente elevati nei comuni del gruppo rivelano la presenza di un buon indice di ricchezza. Modugno, Bari Bari e Modugno: due comuni-gruppo in cui molti dei fenomeni oggetto della presente analisi presentano intensità tali da giustificarne la costituzione come gruppi distinti. Prima di affrontare le specificità che contraddistinguono le singole realtà comunali, è bene considerare gli aspetti che le accomunano configurando un aggregato urbano-industriale con una forte funzione polarizzante nell'ambito provinciale e regionale. Cominciando dunque dalle caratteristiche urbano-demografiche, Bari e Modugno presentano un indice di densità che li pone ai vertici della graduatoria dei comuni pugliesi: Bari è al primo posto con 2.870 ab/Kmq (pari ad oltre l'8% della popolazione residente nella regione nel 1998) e Modugno segue al quarto posto con 1.154 ab/Kmq. 17 18 19 Per rendere l'idea, si consideri che, in particolare, nei comuni di Andria e Barletta la popolazione residente è pressoché della stessa entità del capoluogo brindisino e di poco inferiore a quella di Lecce. Nei comuni del gruppo si contano circa 5.200 imprese del ramo manifatturiero (il 19% del dato regionale), un rapporto di circa 10 imprese per 1000 residenti. Si veda nota 16. 12 Inoltre, a fronte di una ridotta superficie territoriale dei due comuni, l'area urbanizzata ha raggiunto un'estensione tale da coprire gran parte del territorio di competenza comunale. I due comuni sono anche tra i primi nella graduatoria di altre variabili demografiche. Infatti, in entrambi i comuni è significativamente basso l'indice di dipendenza, mentre particolarmente elevato è il tasso d'istruzione. Un aspetto ulteriore che accomuna le due realtà è il saldo anagrafico inferiore alla media comunale e di segno negativo. Diverso è invece il peso dell'edificato di costruzione successiva al 1981, che si colloca nella media nel comune di Modugno (12%), mentre è in valore inferiore alla media nel comune di Bari (9%). Per quanto concerne l'assetto economico-produttivo, in entrambi i comuni le variabili espressione del settore agricolo hanno un ruolo del tutto marginale. Alcune differenze emergono relativamente al tasso d'attività industriale e nella pubblica amministrazione: entrambi sono superiori alla media nel comune di Modugno, ma è soprattutto il tasso relativo al settore industriale che se ne discosta in maniera significativa20, come già nel gruppo alto-barese. Al contrario, come atteso, nel caso di Bari mentre il tasso di attività industriale è inferiore alla media21, la pubblica amministrazione assorbe forza lavoro attiva in percentuale piuttosto elevata; rilevante è comunque tutto il settore terziario22. In realtà, il comune di Modugno condivide alcune caratteristiche con il gruppo alto-barese, altre con il comune di Bari: a grandi linee si può affermare che il comune di Modugno è più prossimo alla realtà del capoluogo regionale soprattutto sotto il profilo dell'urbanizzazione, mentre condivide con il gruppo alto-barese il profilo dell'industrializzazione. Infatti, Modugno è il secondo comune della Puglia (dopo Taranto) per dimensione in addetti delle unità locali industriali e terzo comune per consumi elettrici pro capite destinati a fini produttivi; nel caso di Bari le variabili hanno valore superiore alla media ma non raggiungono i livelli rilevati a Modugno. In entrambi i comuni è rilevante l'incidenza dell'occupazione femminile in settori diversi dall'agricoltura, incidenza che probabilmente nel comune di Bari risente anche dello sviluppo del terziario. Bari è ai vertici della graduatoria dei comuni della Puglia per numero pro capite di auto di grossa cilindrata, mentre nel comune di Modugno la variabile risulta inferiore alla media. Bari è anche il comune ove la variabile IRPEF pro capite raggiunge il massimo valore tra tutti i comuni della Puglia, mentre è seconda a Taranto per livello di reddito imponibile pro capite; Modugno segue comunque a poca distanza il capoluogo regionale per entrambe le variabili. Dal basso barese verso il tarantino: dinamica anagrafica e diffusione industriale Il gruppo più numeroso tra le 24 aggregazioni omogenee conta trenta comuni che coprono il territorio che dalla zona costiera meridionale di Bari, attraversa i comuni della Valle d'Itria e si protende verso alcuni comuni a ridosso del capoluogo tarantino. Il carattere emergente del gruppo si può ricondurre all'attrattività che questi comuni esercitano nei flussi demografici: infatti, nella graduatoria dei 256 comuni della Puglia ben 10 dei comuni di questo gruppo compaiono nelle prime 20 posizioni al vertice sia in base alla variabile relativa al saldo anagrafico sia per l'incidenza delle abitazioni di costruzione successiva al 1981. Gli altri indicatori demografici rivelano la presenza di un buon tessuto caratterizzato da un tasso d'istruzione 20 21 22 Si tenga presente che nel comune di Modugno su una popolazione residente di 36.537 abitanti (probabilmente di gran lunga più numerosa è la popolazione che gravita nel comune per motivi di lavoro) risultano 350 imprese del ramo manifatturiero (circa 10 imprese per 1000 residenti). E' forse superfluo rilevare come il fatto che nel comune di Bari il tasso di attività industriale sia inferiore alla media riflette l'assorbimento di forza lavoro attiva nel settore, ma non è certamente indice di un modesto sviluppo del tessuto produttivo industriale. Considerando soltanto il ramo manifatturiero nel comune risultano infatti circa 1.900 imprese, il 6,7% di quelle complessivamente rilevate in Puglia; una presenza significativa vi è solo per il settore rivolto alla fabbricazione di apparecchiature meccaniche ed elettroniche. In particolare, nei rami di attività economiche relativi alla consulenza professionale, all'informatica e alla finanza, nel solo comune di Bari vi è la percentuale massima di imprese rispetto agli altri gruppi oggetto della zonizzazione. 13 ed un indice di densità che, sebbene non raggiungano valori eccezionalmente elevati, sono comunque superiori alla media. Per quanto concerne il tessuto produttivo dell'area le variabili rappresentate presentano valori moderatamente superiori alla media, nello specifico per il settore industriale e per quello pubblico. Come già rilevato per il nord barese, anche in questo gruppo più numeroso di comuni la numerosità delle imprese nel gruppo per comparto economico rispetto al totale regionale è elevata in molti settori produttivi: nell'ambito del settore manifatturiero è particolarmente sviluppato il comparto dell'abbigliamento. Uno scarto positivo più rilevante rispetto alla media presenta il tasso di attività femminile in settori diversi dall'agricoltura. Quanto a quest'ultima, il modesto peso nell'articolazione settoriale degli attivi si contrappone ad una percentuale media di utilizzazione agricola della superficie territoriale che è tra quelle più elevate dei 24 gruppi; molto modesta è la presenza di grandi aziende agricole. La forza del tessuto produttivo in buona parte dei comuni del gruppo deriva anche dallo sviluppo del settore turistico. La dotazione di risorse ambientali (il mare, il paesaggio collinare, le grotte) e le testimonianze storico-archeologico-architettoniche (i trulli, le masserie fortificate, i muretti a secco23, le chiese rupestri, i centri storici), di cui è ricca l'area interessata da questo gruppo di comuni, offrono molteplici attrattive per diverse tipologie di turismo (culturale, balneare, ambientale). Da ultimo si rileva che anche le variabili relative ai consumi pro capite sono nella media comunale, mentre le variabili di reddito sono indicative di un livello di ricchezza piuttosto elevato nei comuni del gruppo. Questo aggregato di comuni rappresenta probabilmente una delle aree della regione in cui lo sviluppo industriale e terziario è avvenuto in maniera abbastanza equilibrata e non ha intaccato la valorizzazione delle aree urbane e rurali di alto pregio paesaggistico e culturale presenti nel suo territorio. Le Murge dal barese al tarantino Il gruppo comprende 19 comuni posti nella fascia interna della regione nella zona delle Murge dal barese all'alto tarantino su una superficie di oltre 300.000 ha (il 16% di quella regionale). Per molte delle variabili utilizzate nell'analisi i valori medi rilevati all'interno del gruppo non si discostano in maniera significativa dalla media che le medesime variabili presentano su tutta la base comunale. Gli aspetti che qualificano il gruppo sono da ricercarsi in tre ambiti. Quello agricolo. Nei comuni del gruppo risulta mediamente un'incidenza delle aziende agricole con superficie agricola utilizzata superiore a 50 ha che è di circa il 70% maggiore della media (in percentuale pari ad un terzo). Inoltre, l'utilizzazione agricola della superficie territoriale dei comuni è di circa l'80% superiore alla media, anche se la percentuale non è la più elevata tra i 24gruppi. Nella media è invece il tasso di attività in agricoltura. Quello industriale. Tra le variabili che misurano alcuni caratteri strutturali del settore industriale, nei comuni nel gruppo ciò che rileva è il tasso di attività nel settore, che supera il valore medio comunale, mentre non è significativamente elevata la variabile dimensionale delle unità locali. Si può, tuttavia, rilevare che nei comuni risulta una percentuale di circa il 9% delle imprese del settore manifatturiero censite in Puglia24. Quello anagrafico. La struttura anagrafica dei comuni si uniforma al profilo medio comunale della Puglia. Valore superiore alla media del 20% ha la variabile che misura il peso delle abitazioni di costruzione successiva al 1981. Nonostante la popolazione residente nei 19 comuni sia abbastanza 23 24 Nell'ambito della Misura 3 del PSR Puglia 2000-2006 e dell'azione 3.2 "Cura del paesaggio naturale" viene concesso un premio per il ripristino dei muretti a secco in pietra calcarea a delimitazione dei terreni agricoli e/o a sostegno di terrazze e scarpate. Una priorità nella localizzazione degli interventi è riconosciuta alle imprese agricole ubicate nei comuni che ricadono nel comprensorio dei trulli e delle grotte, comuni in gran parte inclusi nel gruppo omogeneo in discorso. Particolarmente rilevante è il numero di imprese nel ramo della fabbricazione di mobili, soprattutto nella produzione di divani che ha il fulcro nel nucleo Altamura-Santeramo in Colle. 14 numerosa (364.406 abitanti, il 9% della popolazione regionale), la densità sul territorio è piuttosto bassa. Ginosa Caratteristica del comune è in primo luogo quella legata ai consumi ed ai redditi pro capite: mentre i consumi di energia elettrica pro capite a fini produttivi, l'incidenza di auto di grossa cilindrata e il tasso di nuove abitazioni hanno valori significativamente elevati, è altrettanto evidente come gli indicatori di reddito imponibile e di IRPEF si attestino su valori più bassi della media comunale. Il tessuto economico-produttivo del comune si articola in un tasso di attività industriale nella media, in un tasso di attività nel terziario pubblico alquanto basso, mentre elevata è la percentuale di attivi nel settore agricolo, settore caratterizzato anche dalla presenza di grandi aziende. Le variabili relative alla popolazione sono generalmente inferiori al valore medio soprattutto la densità ed il movimento anagrafico; il comune, tuttavia, presenta un alto tasso d'istruzione. Gli aspetti sopra rilevati con riferimento all'assetto economico e demografico si comprendono alla luce del fatto che il comune è una delle località dell'arco ionico-tarantino interessato da più intensi flussi di turismo sia di tipo residenziale, sia di tipo occasionale, che unitamente allo sviluppo agricolo sono gli assi portanti dell'economia comunale. Taranto e il suo intorno: terziario pubblico e industria Dei 28 comuni che compongono la provincia di Taranto il presente gruppo ne aggrega 9, il comune capoluogo e otto comuni di cintura del nucleo tarantino25. I comuni del gruppo si caratterizzano per una densità demografica abbastanza elevata e nel complesso vi risiede il 7% della popolazione pugliese alla data del 1998 (tenendo presente che solo nel nucleo tarantino, seconda città della Puglia per popolazione residente, vi è oltre l'80% dei residenti nel gruppo). Mentre la variabile che misura il movimento demografico di breve periodo si attesta su valori nel gruppo inferiori alla media, elevata è la percentuale di abitazioni costruite dopo il 1981. La struttura economico-produttiva dei comuni dell'area si basa sui settori industriale e terziario pubblico. Sotto il profilo industriale il gruppo risente del ruolo predominante assunto dal capoluogo ionico sin dagli albori della politica dell'intervento statale nel Mezzogiorno con l'insediamento del Centro siderurgico a ciclo integrale. La caratterizzazione industriale del gruppo non deriva solo dalla dimensione in addetti delle unità locali, in media superiore al valore normalizzato soprattutto per la presenza nel gruppo del nucleo di Taranto -cui nella graduatoria della variabile seguono a distanza Crispiano e S. Giorgio I.-, ma anche dall'incidenza del tasso di attività settoriale - Crispiano è terzo comune nella graduatoria comunale pugliese con un tasso del 31%-. E' tuttavia inferiore alla media il tasso di attività in settori diversi dall'agricoltura della componente femminile della forza lavoro attiva. Un'abbondante letteratura ha evidenziato gli effetti sugli assetti socio-economici ed ambientali preesistenti che il Centro ha causato nel periodo culminante dello sviluppo siderurgico in Italia ed in quello di crisi che da qualche decennio investe il settore e l'intera area ionica. Tra l'altro ciò è dovuto al fatto che l'insediamento siderurgico non ha rappresentato una leva per rafforzare il tessuto produttivo locale preesistente, di ben altra natura e dimensione, e determinare consistenti effetti moltiplicativi. Di tale circostanza, si ritiene possa dare conto l'aggregazione del presente gruppo stretta intorno al capoluogo urbano-industriale cui i comuni di cintura sono legati prevalentemente da flussi residenziali. 25 Si ricorda che il comune di Statte, derivante dallo scorporo di parte della superficie territoriale di Taranto, essendo di recente istituzione non è considerato nell'analisi a causa della carenza dei dati disponibili a livello comunale. 15 FOGGIA BARI La Puglia in 24 gruppi di comuni omogenei contigui Gruppi Il promontorio del Gargano Dalla costa alla fascia preappenninica Castelnuovo della Daunia Motta e Volturara La fascia subappenninica Deliceto Gli insediamenti industriali nel foggiano Il sistema agricolo ofantino L'alto barese: densità-dinamica anagrafica e forte tessuto industriale Modugno Bari Dal basso barese verso il tarantino: dinamica anagrafica e diffusione industriale Le Murge dal barese al tarantino Ginosa Taranto e il suo intorno: terziario pubblico e industria (continua) Gruppi Brindisi e il suo intorno Il sistema agricolo dalla costa brindisina a Murge tarantine e alto Salento Lecce e il suo intorno Da Nardò verso l'interno: terziario pubblico e moderata industrializzazione Un nucleo interno del basso Salento:attrattività anagrafica e media industria Piccola "industria" lungo la bassa costa ionico-salentina Dalla costa adriatica verso i nuclei dell'industrializzazione diffusa nel basso Salento BRINDISI LECCE L'alta fascia adriatico salentina: l'agricoltura di piccole dimensioni Calimera, Caprarica, Castri TARANTO 16 D'altro canto, è significativo come una seconda componente importante nell'articolazione settoriale del tasso di attività è quella della pubblica amministrazione che tra le 24 aggregazioni omogenee è in questo gruppo che presenta il massimo valore: con riferimento al valore medio della variabile originaria (8%) sui 256 comuni della Puglia, uno scarto di oltre il 5% caratterizza il tasso di attività nel settore pubblico nei comuni di Pulsano (13%), Monteiasi, Monteparano, Taranto e S. Giorgio I. (17%). Il gruppo presenta, inoltre, un peso significativo delle attività di tipo professionale. Basso è mediamente il tasso di attività in agricoltura con percentuali che vanno dal 2% di Taranto al fondo della graduatoria regionale- e 5% di Leporano al massimo nel comune di Monteiasi (16%). I comuni presentano mediamente buoni livelli degli indicatori di reddito imponibile e IRPEF pro capite. Brindisi e il suo intorno Come già il gruppo precedente, si è qui alla presenza di un altro gruppo stretto intorno al capoluogo provinciale, Brindisi nel caso in discorso. In questo nucleo di comuni particolarmente debole appare la dinamica anagrafica con un valore medio che ci riporta alla situazione presente nei gruppi dell'area pre-appenninica pugliese. L'incapacità di attrarre nuove residenze -confermata da un valore contenuto delle abitazioni di recente costruzione- è in parte compensata da un quadro strutturale demografico che non rivela situazioni critiche sotto il profilo della dipendenza e che anzi presenta un tasso d'istruzione superiore alla media normalizzata. Questa si ritiene sia la caratterizzazione aggregante dei tre comuni del gruppo, gruppo che invece per altri fenomeni si identifica essenzialmente con la città di Brindisi e meno convince dell'aggregazione con gli altri due comuni. D'altro canto ciò è suggerito dalla circostanza che molte delle 18 variabili considerate nell'analisi sono prossime al valore medio standardizzato. Infatti, gli indicatori di reddito pro capite sono in questo gruppo moderatamente superiori al valore medio ma ciò risente fortemente della presenza di Brindisi. Un'ultima variabile che si discosta dalla media è, come atteso, l'elevata dimensione media in addetti delle unità locali industriali che anche in questo caso è determinata dal comune di Brindisi. Anche per questo gruppo, quindi, si possono avanzare considerazioni del tipo di quelle relative al nucleo tarantino circa il ruolo polarizzante della grande industria e la dipendenza monosettoriale dell'economia locale dal settore petrolchimico. Il caso brindisino è forse reso ancora più evidente dalle ridotte dimensioni del gruppo e dal fatto di essere isolato dal contesto circostante caratterizzato generalmente da manifestazioni socio-economiche e produttive di debole intensità e di diversa natura strutturale. Il sistema agricolo dalla costa brindisina a Murge tarantine e alto Salento Il secondo gruppo per numerosità dei comuni tra le 24 aggregazioni del territorio pugliese i 27 comuni del gruppo coprono l'area che dai comuni costieri del brindisino si estende fino al versante delle Murge ionico-tarantino e alcuni comuni dell'alto Salento. Il gruppo deve la sua omogeneità alle variabili riferite al settore agricolo, le uniche a presentare valori superiori alla media normalizzata. In particolare, il tasso di attività in agricoltura supera del 40% la media normalizzata e si attesta in una percentuale del 30% degli attivi. L'attività agricola interessa inoltre il 78% della superficie territoriale dei comuni. In proposito, si deve rilevare che, tranne alcuni comuni lungo la costa brindisina e le Murge tarantine che presentano un'altimetria di bassa collina, la restante parte del territorio è pianeggiante. Ciò ha favorito la vocazione agricola dell'area che unitamente a forme di piccolo artigianato, sono la struttura portante di questi comuni, soprattutto di quelli della zona interna del brindisino e della parte settentrionale della provincia salentina. All'attività agricola è legata la presenza di un tessuto di imprese agroalimentari che ha un peso non trascurabile nel quadro economico del gruppo, per altri aspetti non particolarmente robusto. 17 Una nota positiva del gruppo si rileva con riferimento al tasso di attività generale (41%) che pone la realtà in discorso tra i primi tre nell'ambito dei 24 gruppi in cui è ripartito il territorio della Puglia. Tutte le altre variabili forniscono un quadro del territorio alquanto debole sotto il profilo demografico e produttivo: infatti, valori piuttosto bassi presentano le variabili di tipo demograficoanagrafico ed il tasso d'istruzione. Basse sono altresì le variabili relative all'articolazione settoriale del tasso di attività, industriale e pubblica amministrazione, così come il tasso di attività femminile in settori diversi da quello agricolo che nel presente gruppo si pone ai minimi valori normalizzati tra le 24 aggregazioni territoriali dell'assetto socio-economico della Puglia. Particolarmente contenuti sono il valore dei consumi elettrici pro capite per fini produttivi e le dimensioni medie delle unità locali industriali. Infine, inferiore ai valori medi normalizzati è il livello di tutte le variabili che si riferiscono ai consumi ed ai redditi pro capite. Lecce e il suo intorno Il capoluogo salentino ed i comuni ad esso adiacenti compongono questo gruppo i cui caratteri sono propri di realtà urbane. La densità demografica risulta pari al doppio della media normalizzata: da Lecce e Arnesano la densità di abitanti per Kmq aumenta fino ai comuni di Monteroni e San Cesario, ottavo e nono comune nella graduatoria pugliese con oltre 800 ab/Kmq. Anche la dinamica anagrafica ed il tasso d'istruzione confermano il profilo dell'urbanizzazione degli undici comuni del gruppo. Il tessuto produttivo del nucleo, a fronte di un tasso di attività generale di poco superiore alla media, presenta una caratterizzazione agricola alquanto modesta, mentre la presenza industriale è significativa soprattutto nei comuni limitrofi di Surbo-Trepuzzi e Monteroni-San Pietro in Lama. Si tratta tuttavia di un tessuto industriale le cui unità produttive non raggiungono dimensioni elevate come conferma da un canto la specifica variabile della dimensione in addetti (con valore nella media), sia il livello pro capite dei consumi elettrici per usi produttivi (inferiore alla media normalizzata sui 256 comuni della regione). La struttura economica del nucleo è basata più sul terziario che sulle attività manifatturiere: in particolare, sul totale delle imprese del gruppo26, le attività di tipo professionale27 pesano per il 14%, mentre quelle manifatturiere per il 12%. Il tasso di occupazione femminile in settori extra agricoli è coerente con il quadro urbano del gruppo (Lecce è il nono comune della graduatoria pugliese della variabile). Da Nardò verso l'interno: terziario pubblico e moderata industrializzazione Il gruppo composto di sette comuni si sviluppa dall'intorno leccese in direzione di Copertino e Nardò. Il settore agricolo, che nell'area non presenta particolare rilievo essendo in esso attivo il 30% in meno del tasso medio normalizzato, è caratterizzato da una bassa incidenza di aziende con superficie agricola utilizzata superiore a 50 ettari. Le variabili demografiche non si discostano in misura significativa dalla media e rivelano l'esistenza di un'attrattività anagrafica moderata unita ad una struttura della popolazione che non risente della dipendenza delle fasce estreme di età da quelle centrali in condizione potenziale di attività. Il tessuto produttivo non pare caratterizzarsi fortemente sotto il profilo industriale essendo modesto il valore del tasso di attività; tuttavia, le dimensioni delle unità locali, i consumi elettrici a fini produttivi ed, infine, il tasso di attività femminile extra-agricolo rivelano la presenza di attività settoriali nell'area -soprattutto nei comuni di Lequile e Nardò- anche se l'intensità dei fenomeni è di poco maggiore del livello medio. Una certa rilevanza presenta l'indicatore di attività nella pubblica amministrazione che pesa soprattutto nei comuni del nucleo interno di Sternatia, Soleto e San Donato. 26 27 Si veda nota 16. Le attività di tipo professionale sono rappresentate dal gruppo 74 della classificazione delle attività economiche, mentre quelle manifatturiere risultano dall'aggregazione dei gruppi 10-36. 18 Le variabili reddituali sono in linea con la media normalizzata, mentre elevato è il peso delle auto di grossa cilindrata in rapporto al numero di residenti. Il nucleo interno del basso Salento: attrattività anagrafica e media industria Il gruppo composto di 10 comuni localizzati nella zona interna del basso Salento ha due caratteristiche peculiari. La prima caratteristica è da ricercare nelle variabili demografiche e, segnatamente, nel saldo anagrafico di breve periodo che raggiunge in media il più elevato valore tra le aggregazioni territoriali omogenee dell'area salentina ed il terzo tra i 24 gruppi della Puglia. Anche gli altri indicatori tipici di realtà urbanizzate presentano valori elevati sia in termini di densità di abitanti che di tasso d'istruzione. La modesta rilevanza del tessuto agricolo da' conferma ulteriore a questo quadro. Si tratta, dunque di comuni di medie dimensioni tra i quali sicuramente sono da collocare i comuni di Galatina e Maglie. Il tessuto produttivo dell'area si basa sulla presenza di un settore industriale che oltre ad essere quello che assorbe un tasso di attività maggiore della media -diversamente dal settore agricolo e dalla pubblica amministrazione-, non è di dimensioni trascurabili. Ciò si deduce sia dal numero medio di addetti per unità locale, maggiore della media, sia e soprattutto dai consumi elettrici per fini produttivi espressi in termini pro capite, che hanno un valore molto elevato. Il quadro produttivo dell'area è, inoltre, caratterizzato dal peso delle attività di tipo professionale coerente con la dimensione urbana media dei comuni del gruppo. Le variabili reddituali sono nella media normalizzata, mentre più deboli appaiono le variabili riferite alle auto pro capite di grossa cilindrata e l'incidenza delle abitazioni di costruzione più recente. Piccola "industria" lungo la bassa costa ionico-salentina I 20 comuni del gruppo disposti prevalentemente lungo la bassa fascia costiera ionico-salentina presentano una densità demografica abbastanza elevata a fronte della quale l'incidenza delle abitazioni costruite dopo il 1981 è piuttosto bassa. Sotto il profilo produttivo il settore industriale, che pure assorbe manodopera attiva in misura superiore alla media normalizzata, non presenta unità produttive di grandi dimensioni: infatti, l'indicatore dimensionale in addetti ha nel gruppo uno dei valori più bassi tra i 24 raggruppamenti pugliesi, così come l'entità dei consumi elettrici per fini produttivi si attesta su una fascia di intensità contenuta. D'altro canto, i comuni del gruppo nella graduatoria della dimensione media in addetti delle unità locali industriali si pongono nella fascia compresa tra 2 e 5 addetti28. Le attività manifatturiere hanno un peso consistente nel tessuto produttivo del gruppo (19% del totale delle imprese nel gruppo), soprattutto nei comparti tessile-abbigliamento-calzature ed in quello della lavorazione del legno e derivati. L'attività agricola si caratterizza per una bassa incidenza delle aziende con oltre 50 ha e per la presenza di conduzione part time in misura più elevata della media normalizzata. Nonostante il tessuto produttivo non emerga in maniera forte, il tasso di attività nei comuni del gruppo è in linea con la media dei comuni della Puglia. Vi è anche da considerare che molti dei comuni del gruppo sono meta di un intenso flusso turistico balneare nella stagione estiva che rappresenta un'importante fonte di sostegno delle comunità locali e che compensa la debole struttura produttiva generale. Il valore assunto dagli indicatori di consumo e di reddito pro capite è piuttosto modesto rispetto alla media normalizzata. Dalla costa adriatica verso i nuclei dell'industrializzazione diffusa nel basso Salento I 21 comuni del gruppo coprono un'area che dall'estrema costa adriatico-salentina risale verso l'interno in tre direzioni: Specchia, Casarano-Matino e Muro Leccese. 28 Nel gruppo rientra anche il comune di Patù, in passato sede di un grosso stabilimento industriale del settore calzaturiero, che risulterebbe tuttavia dismesso negli anni recenti. 19 In quest'area l'agricoltura part time trova la massima diffusione tra i 24 gruppi pugliesi, mentre non è altrettanto rilevante il valore assunto dagli altri indicatori agricoli. L'economia dell'area evidentemente trova nell'agricoltura un'integrazione con l'attività industriale che caratterizza invece distintamente i comuni del gruppo. Il tipo di attività manifatturiera svolta mediamente nei comuni del gruppo è tale da contribuire significativamente all'assorbimento di forza lavoro attiva e presenta dimensioni considerevoli in termini di addetti; che non si tratti di industria pesante lo conferma da un canto il fatto che i consumi di energia elettrica per usi produttivi non sono elevati, dall'altro l'alto tasso di occupazione femminile che, pur essendo riferito in generale a settori diversi dall'agricoltura, si ritiene di poter attribuire in maniera rilevante al settore manifatturiero. In questo gruppo vi è mediamente un numero di circa 10 imprese del ramo manifatturiero per 1.000 residenti (circa il 19% del totale delle imprese). Il comparto calzaturiero e dell'abbigliamento sono notoriamente settori portanti dello sviluppo industriale dell'area che secondo alcuni29 avrebbe caratteristiche di tipo distrettuale, in particolare il nucleo calzaturiero di Casarano-Matino. Nonostante le variabili di reddito siano nella media, il gruppo è quello in cui l'incidenza pro capite delle auto di grossa cilindrata ha nel gruppo il minimo valore rispetto alle 24 aggregazioni territoriali della Puglia. L'alta fascia adriatico-salentina: l'agricoltura di piccole dimensioni Il gruppo, composto di 20 comuni, dal limite del comune di Lecce si sviluppa lungo la fascia costiera adriatico-salentina e comuni interni adiacenti. Si tratta di piccole realtà comunali che nel loro complesso hanno un peso demografico pari soltanto al 2% della popolazione residente nella regione. Nel Salento rappresenta un'area con forte caratterizzazione agricola in termini di tasso di attività settoriale forse anche favorito dalla bassa incidenza di aziende agricole di dimensioni rilevanti. Il gruppo comprende inoltre comuni come Otranto, Santa Cesarea e Castro ove intensa è l'attività turistica. D'altro canto, l'articolazione delle imprese per ramo di attività economica, a fronte di un 15% del ramo manifatturiero (soprattutto alimentare), fa rilevare una percentuale superiore all'8% per l'aggregato alberghi, campeggi, ristoranti e bar. La componente industriale non ha rilievo nell'area poiché tutte le variabili rappresentative del settore presentano valori modesti: il tasso di attività settoriale ma soprattutto le due variabili di dimensione in addetti delle unità locali e di consumi elettrici per impieghi produttivi. Contenuto è anche il tasso di attività femminile in settori diversi da quello agricolo. Ciò nonostante, come già nel precedente gruppo, il nucleo di comuni dell'area costiera adriatico-salentina rappresenta tra i 24 raggruppamenti territoriali della Puglia quello ove il tasso di attività generale ha in media il valore più elevato. Un ulteriore segnale positivo è il saldo anagrafico, più elevato della media normalizzata calcolata sui 256 comuni della regione. Le variabili di reddito sono pressoché in linea con il profilo medio normalizzato, mentre bassa è l'incidenza del parco circolante di automobili con cilindrata maggiore di 2000 cc. Calimera, Caprarica e Castri L'ultimo dei 24 gruppi, composto da tre comuni a ridosso dell'alta fascia costiera adriatico-salentina, è determinato nella sua configurazione da tre variabili i cui valori sono particolarmente elevati. Anzitutto, la presenza di aziende agricole con dimensioni superiori ai 50 ettari che è ai massimi livelli tra le 24 aggregazioni del territorio pugliese. Sempre in campo agricolo, è particolarmente rilevante la conduzione aziendale a tempo parziale. Il quadro settoriale non trova però conferma in un tasso di attività elevato che invece è in linea con la media normalizzata. E' il settore pubblico cui invece si riferisce un tasso di attività particolarmente elevato. 29 Cfr. Grumo e Novelli. Nel complesso delle attività economiche presenti nei comuni del gruppo, le imprese del ramo tessileabbigliamento-calzature ne rappresntano oltre il 6%, cui segue il ramo della lavorazione del legno e dei derivati. 20 La debole struttura produttiva dei comuni, oltre che dal peso del settore pubblico, è confermata dai valori degli indicatori industriali che sia in termini di tasso di attività, sia di dimensione in addetti, sono su livelli piuttosto bassi. Coerentemente con tale quadro si pongono le variabili riferite ai consumi elettrici per uso produttivo, il tasso di attività femminile in settori diversi da quello agricolo e il parco auto di grossa cilindrata. Sono, tuttavia, superiori alla media le variabili di reddito anche se in misura non particolarmente significativa. 5 Conclusioni I risultati presentati nel lavoro mostrano come ad un quadro regionale contraddistinto nel suo insieme da una vivacità del tessuto demografico e socio-economico corrisponda una molteplicità di sistemi produttivi locali differenziata sia nelle manifestazioni di debolezza, sia in quelle di robustezza delle economie locali. Sulla base dell'indicatore dell'assetto produttivo e del livello dei redditi, la realtà pugliese viene ripartita distintamente in aree con una relativa debolezza ed in zone con valori elevati del grado di robustezza produttiva e del livello dei redditi. L'immagine che ne emerge non sembra interpretabile soltanto nei termini della tradizionale contrapposizione tra rurale e urbano, o tra aree interne e costiere: da un canto, la presenza di grossi nuclei urbani con elevato valore dell'indicatore non si diffonde ovunque sul territorio; d'altro canto, alcune zone rurali presentano condizioni di diffusa robustezza del tessuto economico. La ripartizione del territorio in aree omogenee sotto il profilo socio-economico migliora la comprensione delle specificità che determinano condizioni di ricchezza o di debolezza dei sistemi locali. L'analisi fa emergere distintamente i centri capoluoghi di provincia che appaiono singolarmente o aggregati ai comuni di cintura. Ma l'aspetto più interessante è nelle parti di territorio circostanti i centri maggiori. La Puglia centrale è l'area con il più elevato livello di sviluppo nel quadro regionale al cui interno si definiscono aggregazioni omogenee con una caratterizzazione diversa dalla costa verso l'interno. La congestione del capoluogo barese ha probabilmente comportato la definizione di una gerarchia nelle funzioni del centro urbano trattenendo al suo interno le funzioni di livello superiore e trasferendo le attività non strategiche verso aree contermini -lungo la costa e verso l'interno- che comunque ne hanno tratto un notevole effetto di spinta dello sviluppo socio-economico locale. Non si può dire altrettanto degli altri capoluoghi di provincia, soprattutto Foggia e Brindisi, il cui sviluppo trova un limite nel confine comunale o nei comuni della prima cintura. Le aree circostanti, infatti, presentano condizioni socio-economiche che non sembrano essere state favorite dalla prossimità dei centri superiori che anzi esercitano ancora una forte azione polarizzante. La Puglia salentina si presenta come un mosaico composito sia per quanto concerne il livello che la tipologia dello sviluppo delle singole aggregazioni omogenee: grossi centri urbani tra i quali si configurano nuclei di piccola e media industria, aree con sviluppo del turismo costiero, agricoltura interstiziale. Ciò, nonostante l'area non sia certamente inserita in una rete d'infrastrutture di collegamento -autostradale, ferroviario, portuale e aeroportuale- ampia, diversificata e soprattutto adeguata alle condizioni di sviluppo che si sono determinate. La descrizione delle caratteristiche di omogeneità delle 24 aggregazioni del territorio pugliese consente anche di sovrapporre all'articolazione del livello di sviluppo socio-economico una griglia di lettura più composita sulla tipologia dello sviluppo. Accanto ad una Puglia industriale -dalla grande industria, all'industria diffusa e all'artigianato-, vi è una Puglia agricola -da condizioni di marginalità a situazioni di sviluppo intensivo- ed una Puglia del turismo costiero che probabilmente non hanno trovato un giusto equilibrio in tutte le diverse parti del territorio regionale. L'utilità di analisi come quella qui condotta è nel fornire una lettura puntuale ed aggiornata delle principali caratteristiche socio-economiche di ambiti sub-regionali del territorio della Puglia. A partire da tale fotografia ne derivano spunti interpretativi delle condizioni di complementarietà o di 21 discontinuità dello sviluppo che necessitano di essere integrati e vagliati con conoscenze qualitative su fenomeni culturali, storici e politici. Tale lettura sarà altresì integrata nell’analisi delle caratteristiche degli ambiti produttivi agricoli a scala sub-regionale che è stata condotta sempre nell’ambito del progetto da cui deriva il presente lavoro. L'importanza di un’analisi territoriale è anche nel bisogno di conoscere e rappresentare i fenomeni locali alla luce dell'orientamento, prima di tutto comunitario, che dalla zonizzazione del territorio fa discendere una differenziazione degli interventi secondo modelli di sviluppo basati sulla valorizzazione delle risorse e delle potenzialità locali. L'attenzione alle caratteristiche del territorio permea oramai molti ambiti dell'intervento dell'Unione che richiede agli enti decentrati di impostare i documenti di programmazione regionale tenendo conto delle specificità locali: per esemplificare, la valutazione delle misure di attuazione degli assi prioritari dei programmi operativi regionali (Reg. CE n. 1260/99) si basa, come noto, oltre che sul principio di coerenza degli obiettivi, anche sull'analisi della pertinenza dei criteri di selezione delle operazioni per le singole misure che viene definita, tra l'altro, sia in termini di obiettivi specifici sia in termini di priorità nella concentrazione territoriale. E' pertanto nella capacità di delineare e realizzare modelli di valorizzazione locali ma integrati in un disegno ampio che le regioni sono chiamate ad individuare le leve per proseguire lungo il sentiero di sviluppo futuro. Riferimenti bibliografici ANANIA G. E A. TARSITANO (1995): Tecniche di analisi statistica multivariata per l’individuazione dei “sistemi agricoli territoriali” in Italia, in G. Cannata, I sistemi agricoli territoriali italiani degli anni ’90. Contributi metodologici, Rubbettino, Soveria Mannelli, pp. 105-242 ANANIA G., CERSOSIMO D., COSTANZO D. (2001): Le Calabrie contemporanee. 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Variabile Descrizione sintetica V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 V9 V10 V11 V12 V13 V14 V15 V16 V17 V18 SAU/ST SAU >50ha/SAU TOT AZ PT/TOT AZ DENS DEM ISCR/CANC DIPEN DEM ISTRUZ ATTIVI/POP ATT AGR/ ATT TOT ATT IND/ ATT TOT ATT PA/ ATT TOT ATT FEM NON AGR/ATT FEM TOT ADD IND/UL IND CONS EE/POP AUTO >2000/POP ABIT >81/ABIT TOT IMPON /POP IRPEF/POP Media Minimo Massimo Deviazione standard 0,71 0,19 0,33 281,57 0,93 0,51 0,19 0,39 0,21 0,15 0,08 0,47 5,17 1,12 0,01 0,12 6531,58 0,94 0,20 0,00 0,01 12,00 0,37 0,41 0,08 0,24 0,02 0,03 0,02 0,17 1,00 0,35 0,00 0,01 2887,00 0,35 1,00 0,64 0,76 2870,00 2,44 0,87 0,37 0,47 0,62 0,31 0,27 0,78 82,92 10,80 0,04 0,40 12313,00 2,56 0,15 0,16 0,10 279,56 0,29 0,06 0,05 0,03 0,11 0,06 0,03 0,14 6,05 1,10 0,01 0,06 1295,25 0,30 Coefficiente di variazione 0,21 0,83 0,29 0,99 0,32 0,11 0,25 0,08 0,51 0,40 0,43 0,30 1,17 0,98 0,42 0,47 0,20 0,32 Tabella 2 - Autovalori della matrice delle varianze e delle covarianze, percentuale di varianza spiegata da ciascuna componente e percentuali cumulate. Componente principale 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Autovalori della matrice delle varianze/covarianze 1,62 1,16 0,93 0,57 0,33 0,22 0,19 0,16 0,09 0,08 0,07 0,06 0,03 0,02 0,02 0,01 0,00 0,00 Varianza spiegata % % cumulata 29,0 29,0 20,8 49,8 16,8 66,6 10,3 76,9 6,0 82,9 4,0 86,9 3,4 90,2 2,9 93,2 1,6 94,7 1,4 96,1 1,3 97,4 1,0 98,4 0,5 99,0 0,4 99,4 0,4 99,8 0,1 99,9 0,1 99,9 0,0 100,0 Tabella 3 - Coefficienti della prima componente principale. Variabile originaria V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 V9 V10 V11 V12 V13 V14 V15 V16 V17 V18 Coefficiente SAU/ST SAU >50ha/SAU TOT AZ PT/TOT AZ DENS DEM ISCR/CANC DIPEN DEM ISTRUZ ATTIVI/POP ATT AGR/ ATT TOT ATT IND/ ATT TOT ATT PA/ ATT TOT ATT FEM NON AGR/ATT FEM TOT ADD IND/UL IND CONS EE/POP AUTO >2000/POP ABIT >81/ABIT TOT IMPON /POP IRPEF/POP -0,030 -0,176 0,018 0,360 0,031 -0,026 0,060 0,003 -0,172 0,139 0,034 0,096 0,604 0,102 -0,016 0,062 0,052 0,098 24 Tabella 4 - Comuni della Puglia ordinati per valori decrescenti dell'indicatore di "robustezza" relativa dell'assetto economico-produttivo e del livello dei redditi pro capite. Patu' Bari Modugno Taranto Casarano Brindisi Margherita di Savoia Binetto Valenzano Triggiano Barletta San Cesario di Lecce Capurso Molfetta Monteroni di Lecce Foggia Giovinazzo Bisceglie Cellamare Tricase Lecce Specchia Noicattaro Tuglie Secli' Andrano Trani Surano Corsano Castrignano De' Greci Aradeo Matino Monteparano Soleto Putignano Pulsano Montemesola Galatone Monteiasi Zollino Diso Squinzano Nardo' Alberobello Noci Deliceto Ugento Ruffano Lizzanello Uggiano La Chiesa Campi Salentina Valore della prima componente principale 9,32 4,27 4,13 3,99 2,36 2,23 1,71 1,65 1,50 1,49 1,43 1,37 1,34 1,28 1,15 1,13 1,04 1,04 1,02 1,01 1,00 0,98 0,94 0,92 0,92 0,91 0,91 0,86 0,85 0,83 0,82 0,80 0,77 0,76 0,76 0,03 0,02 0,00 -0,01 -0,01 -0,01 -0,02 -0,02 -0,02 -0,02 -0,03 -0,05 -0,06 -0,07 -0,07 -0,08 San Giorgio Ionico San Cassiano Arnesano Bitritto Gioia del Colle Galatina Spongano Gagliano del Capo Maglie Alessano Adelfia Trepuzzi Surbo Melissano Castellana Grotte San Pietro in Lama Monopoli Carapelle Locorotondo Conversano Sogliano Cavour Martina Franca Cavallino Terlizzi Sanarica Corigliano D'Otranto Castro Bitonto Rutigliano Bitetto Tiggiano Massafra Parabita Taurisano Monte Sant'Angelo San Donaci Torre Santa Susanna Cutrofiano Turi Bagnolo del Salento Lucera Ostuni San Severo Ascoli Satriano Ceglie Messapica Minervino di Lecce Morciano di Leuca Grottaglie Spinazzola Mesagne Salve Valore della prima componente principale 0,69 0,68 0,65 0,63 0,63 0,60 0,58 0,58 0,55 0,55 0,54 0,50 0,50 0,50 0,49 0,49 0,47 0,47 0,45 0,45 0,45 0,44 0,43 0,43 0,43 0,43 0,42 0,42 0,42 0,41 0,40 0,38 0,37 0,37 0,36 -0,33 -0,33 -0,35 -0,35 -0,35 -0,36 -0,36 -0,37 -0,37 -0,38 -0,38 -0,39 -0,39 -0,40 -0,43 -0,43 Cassano delle Murge Novoli Poggiardo Mola di Bari Leporano Palo del Colle Santeramo In Colle Cisternino Torchiarolo Corato Montesano Salentino Acquarica del Capo Muro Leccese Ginosa San Donato di Lecce Nociglia Calimera Ortelle Carmiano Taviano Gallipoli Trinitapoli Cursi Collepasso Racale Presicce Sternatia Fasano S. Marzano di S. Gius. Acquaviva delle Fonti Supersano Alezio Martignano Miggiano Casamassima Castri di Lecce Casalvecchio di Puglia Avetrana San Paolo di Civitate Troia Ordona Carovigno Palagianello Lesina Bovino Leverano Vernole Mattinata Laterza Vieste Torremaggiore Valore della prima componente principale 0,33 0,32 0,31 0,28 0,27 0,27 0,25 0,24 0,22 0,22 0,20 0,17 0,16 0,16 0,16 0,16 0,16 0,13 0,13 0,12 0,11 0,11 0,10 0,10 0,08 0,08 0,05 0,05 0,03 0,03 0,03 0,03 0,03 0,03 0,03 -0,71 -0,72 -0,72 -0,74 -0,74 -0,76 -0,77 -0,79 -0,80 -0,82 -0,82 -0,83 -0,83 -0,83 -0,83 -0,83 segue tab. 4 25 Valore della prima componente principale Canosa di Puglia Copertino Rodi Garganico Lequile Crispiano Melpignano Altamura Francavilla Fontana Castrignano del Capo Neviano Biccari Lizzano Poggio Imperiale Botrugno Grumo Appula Sava Martano Carosino Ruvo di Puglia Sammichele di Bari Porto Cesareo Roccaforzata Otranto Apricena Scorrano Zapponeta San Pietro Vernotico Andria Faggiano Fragagnano Cellino San Marco Sannicandro di Bari Polignano A Mare San Vito dei Normanni Sannicola -0,08 -0,08 -0,11 -0,13 -0,13 -0,14 -0,14 -0,14 -0,15 -0,16 -0,17 -0,17 -0,18 -0,19 -0,19 -0,19 -0,21 -0,21 -0,22 -0,23 -0,23 -0,23 -0,24 -0,25 -0,27 -0,27 -0,28 -0,28 -0,29 -0,29 -0,30 -0,30 -0,30 -0,31 -0,31 Valore della prima componente principale Santa Cesarea Terme Oria Orta Nova Melendugno Manduria Alliste Villa Castelli S.Ferdinando di Puglia Manfredonia Castelnuovo della D. Minervino Murge Latiano Giurdignano Palagiano Anzano di Puglia Veglie Carpignano Salentino San Giovanni Rotondo Palmariggi Stornara Motta Montecorvino Mottola Castellaneta San Michele Salentino Giuggianello Guagnano Poggiorsini Toritto Salice Salentino Maruggio Stornarella Peschici Cerignola Gravina In Puglia Celenza Valfortore -0,43 -0,44 -0,44 -0,45 -0,45 -0,46 -0,47 -0,47 -0,48 -0,48 -0,48 -0,49 -0,52 -0,52 -0,52 -0,53 -0,53 -0,54 -0,55 -0,57 -0,57 -0,58 -0,59 -0,60 -0,61 -0,62 -0,63 -0,63 -0,65 -0,65 -0,66 -0,66 -0,67 -0,69 -0,70 Valore della prima componente principale Erchie Castelluccio Dei Sauri Ischitella Caprarica di Lecce Pietramontecorvino Monteleone di Puglia Cannole Orsara di Puglia S. Pancrazio Salentino Rignano Garganico Accadia Panni Candela San Marco La Catola Volturino Volturara Appula Vico del Gargano Faeto Chieuti Serracapriola Torricella Castelluccio Valmagg. Celle di San Vito San Marco In Lamis Carlantino Sannicandro G.nico Sant'Agata di Puglia Casalnuovo M. Rocchetta S. Antonio Carpino Cagnano Varano Roseto Valfortore Alberona -0,84 -0,84 -0,85 -0,85 -0,85 -0,86 -0,87 -0,88 -0,89 -0,90 -0,90 -0,91 -0,92 -0,93 -0,95 -0,97 -0,98 -1,02 -1,03 -1,04 -1,06 -1,07 -1,09 -1,10 -1,13 -1,13 -1,14 -1,22 -1,29 -1,29 -1,41 -1,44 -1,47 26 numero di comuni 11 0,77 1,91 0,95 0,35 0,90 1,07 0,92 0,94 1,11 0,38 1,08 1,00 0,43 0,91 0,73 0,83 0,86 0,82 19 1,07 1,47 0,81 0,21 0,73 1,07 0,96 0,94 1,24 0,67 0,89 0,87 0,63 0,93 1,11 0,85 0,88 0,83 1 0,78 3,97 1,08 0,25 0,84 0,73 1,04 1,77 0,15 0,11 0,71 1,10 1,02 0,95 1,26 0,83 0,64 0,90 Castelnuovo della Daunia 2 0,30 1,54 0,90 0,45 1,06 0,94 0,80 0,79 0,36 0,11 0,85 1,44 0,81 0,75 1,23 0,45 3,06 0,96 Motta e Volturara 11 0,42 0,57 1,09 0,71 0,86 0,69 0,96 1,13 1,06 0,17 0,79 1,30 0,68 0,96 1,76 0,48 1,00 0,69 La fascia subappenninica 1 0,47 9,66 1,32 0,48 1,10 0,96 1,11 1,42 1,11 0,20 1,01 1,19 0,92 1,01 1,64 0,82 0,91 0,66 Deliceto 1,56 1,75 0,95 0,93 1,09 1,24 1,06 2,73 0,66 0,45 0,72 1,01 1,29 0,90 0,69 0,80 1,06 1,07 5 1,03 1,05 1,75 1,54 0,79 0,69 1,18 1,33 0,97 0,43 0,90 1,05 0,86 1,02 1,74 0,65 0,70 0,75 12 Gli insediamenti industriali nel foggiano Il sistema agricolo ofantino 1,29 1,19 0,98 1,40 1,13 1,25 1,13 0,86 1,13 1,67 1,21 0,96 1,13 0,95 0,46 1,38 0,92 1,48 11 4,45 4,66 1,20 1,05 1,25 1,48 0,68 0,00 0,99 4,10 0,76 0,85 1,44 0,98 0,12 1,65 1,08 1,43 1 L'alto barese: densità-dinamica anagrafica e forte tessuto industriale Modugno 1 1,61 1,50 1,62 0,77 1,88 2,73 0,55 0,50 0,83 10,19 0,78 0,81 1,70 1,00 0,07 0,87 1,39 1,56 Bari 1,02 1,04 1,08 1,52 1,18 1,26 1,14 0,42 1,05 1,36 1,36 0,98 1,16 1,01 0,73 1,11 1,12 1,22 30 0,94 1,00 1,12 1,21 1,06 1,09 1,12 1,69 0,88 0,49 0,93 0,99 1,03 0,98 0,99 1,21 1,00 1,06 19 Dal basso barese verso il tarantino: dinamica anagrafica e diffusione industriale Le Murge dal barese al tarantino 1 0,72 7,94 1,28 1,18 0,89 0,85 1,03 1,47 1,05 0,42 0,86 0,93 1,13 0,97 1,23 1,04 0,77 0,79 Ginosa 1,25 0,75 0,93 1,25 1,22 1,23 0,96 1,22 1,05 1,84 0,90 0,94 0,98 0,92 0,55 1,22 1,62 0,91 9 Taranto e il suo intorno: terziario pubblico e industria 3 2,19 0,98 1,08 0,95 1,19 1,30 0,97 1,09 0,87 0,93 0,73 0,94 1,13 1,00 0,89 1,03 0,92 0,94 Brindisi e il suo intorno 0,72 0,57 0,98 0,83 0,95 0,91 1,10 1,10 1,03 0,76 0,86 0,99 0,87 1,06 1,40 0,82 0,77 0,69 27 1,07 0,76 1,14 0,97 1,08 1,17 0,86 0,63 0,83 2,00 1,13 0,94 1,11 1,03 0,57 1,21 1,02 1,19 11 Il sistema agricolo dalla costa brindisina a Murge tarantine e alto Salento Lecce e il suo intorno 1,08 1,02 1,25 0,89 0,99 1,02 0,87 0,75 0,84 0,79 1,09 0,92 1,01 1,02 0,71 0,99 1,21 1,07 7 1,15 1,59 0,83 0,86 0,96 1,00 0,89 1,28 0,95 1,29 1,20 0,94 1,12 1,00 0,60 1,11 0,90 1,10 10 1,47 0,81 0,82 0,76 0,89 0,83 0,82 0,53 1,13 1,50 1,02 0,96 0,98 1,02 0,95 1,24 0,79 1,02 20 Da Nardò verso l'interno: terziario pubblico e moderata industrializzazione Il nucleo interno del basso Salento: attrattività anagrafica e media industria Piccola "industria" lungo la bassa costa ionico-salentina 1,50 0,81 0,72 0,76 0,99 0,98 0,88 0,38 1,36 1,12 0,99 0,98 0,99 1,01 0,73 1,52 1,03 1,23 21 0,65 0,74 0,75 0,78 0,96 0,91 0,95 0,41 0,92 0,86 1,09 0,94 0,96 1,08 1,20 0,89 1,04 0,82 20 0,60 0,67 0,81 0,91 1,06 1,09 1,08 2,79 1,30 1,40 1,04 0,95 0,97 1,05 0,98 0,77 1,26 0,79 3 Dalla costa adriatica verso i nuclei dell'industrializzazione diffusa nel basso Salento L'alta fascia adriatico-salentina: l'agricoltura di piccole dimensioni Calimera, Caprarica e Castri Tabella 5 - Valori medi delle variabili originarie normalizzate1 e numero di comuni nei 24 gruppi di comuni omogenei contigui individuati. V1 V2 V3 V4 V5 V6 V7 V8 V9 V10 V11 V12 SAU/ST SAU >50ha/SAU TOT AZ PT/TOT AZ DENS DEM ISCR/CANC DIPEN DEM ISTRUZ ATTIVI/POP ATT AGR/ ATT TOT ATT IND/ ATT TOT ATT PA/ ATT TOT ATT FEM NON AGR/ATT FEM TOT ADD IND/UL IND CONS EE/POP AUTO >2000/POP ABIT >81/ABIT TOT IMPON /POP IRPEF/POP Dalla costa alla fascia preappenninica Ciascuna variabile è stata divisa per la propria media, quindi il valore medio di ciascuna di esse per il complesso dei Comuni della Puglia è pari a 1. V13 V14 V15 V16 V17 V18 1: Il promontorio del Gargano 27 Andria Modugno Bari Barletta Bisceglie Bitonto Corato Giovinazzo Molfetta Ruvo Terlizzi Trani Margherita di S. Bari Ascoli Candela Carapelle Cerignola Ordona Orta Nova Rocchetta V. S. Ferdinando Stornara Stornarella Trinitapoli Zapponeta Modugno Il sistema agricolo ofantino L'alto barese: densità-dinamica anagrafica e forte tessuto industriale Acquaviva Adelfia Alberobello Binetto Bitetto Bitritto Capurso Casamassima Cassano Castellana G. Cellamare Conversano Grumo Locorotondo Mola Monopoli Noicattaro Palo Polignano Putignano Rutigliano Sannicandro di Triggiano Turi Valenzano Cisternino Francavilla F. Grottaglie Martina F. S. Marzano Dal basso barese verso il tarantino: dinamica anagrafica e diffusione industriale Altamura Canosa Gioia Gravina Minervino Noci Poggiorsini Sammichele Santeramo Spinazzola Toritto Castellaneta Crispiano Laterza Massafra Montemesola Mottola Palagianello Palagiano Le Murge dal barese al tarantino Tabella 6 - La ripartizione dei comuni della Puglia in 24 gruppi omogenei contigui. Deliceto Motta e Volturara Apricena Foggia Manfredonia Monte S. A. Rignano G. La fascia subappenninica Motta M. C. Alberona Deliceto Volturara Anzano Castelluccio V. Celle S. Vito Faeto Monteleone Orsara Panni Roseto V. Sant'Agata di P. Volturino Castelnuovo della Daunia Cagnano V. Accadia Castelnuovo Carpino Biccari Ischitella Bovino Mattinata Carlanti Peschici Casalnuovo Rodi G. Casalvecchio S. Giovanni Castelluccio S. Marco in Celenza Sannicandro Chieuti Vico G. Lesina Vieste Lucera Pietramontec Poggio S. Marco la S. Paolo di C. San Severo Serracapriola Torremaggior Troia Dalla costa alla fascia preappenninica Il Promontorio del Gargano Gli insediamenti industriali nel foggiano 28 Carosino Faggiano Leporano Monteiasi Monteparano Pulsano Roccaforzata S. Giorgio I. Taranto Taranto e il suo intorno: terziario pubblico e industria Brindisi S. Pietro V. Torchiarolo Brindisi e il suo intorno Carovigno Ceglie Cellino Erchie Fasano Latiano Mesagne Oria Ostuni S. Donaci S. Michele S. S. Pancrazio S. Vito dei N. Torre S. S. Villa Castelli Campi Guagnano Leverano Salice S. Veglie Avetrana Fragagnano Lizzano Manduria Maruggio Sava Torricella Il sistema agricolo dalla costa brindisina a Murge tarantine e alto Salento Arnesano Carmiano Cavallino Lecce Monteroni Novoli S. Cesario S. Pietro in L. Squinzano Surbo Trepuzzi Lecce e il suo intorno Copertino Lequile Nardò Porto Cesareo S. Donato Soleto Sternatia Da Nardò verso l'interno: terziario pubblico e moderata industrializzazione Castrignano Corigliano Cutrofiano Galatina Galatone Maglie Melpignano Scorrano Seclì Sogliano Il nucleo interno del basso Salento: attrattività anagrafica e media industria Alezio Alliste Aradeo Castrignano Collepasso Gallipoli Melissano Miggiano Morciano Neviano Parabita Patù Racale Ruffano Salve Sannicola Taurisano Taviano Tuglie Ugento Piccola "industria" lungo la bassa costa ionico-salentina Acquarica Alessano Andrano Botrugno Casarano Corsano Gagliano Matino Montesano Muro Nociglia Poggiardo Presicce Sanarica S. Cassiano Specchia Spongano Supersano Surano Tiggiano Tricase Dalla costa adriatica verso i nuclei dell'industrializzazione diffusa nel basso Salento Bagnolo Cannole Carpignano Castro Cursi Diso Giuggiano Giurdignano Lizzanello Martano Martignano Melendugno Minervino Ortelle Otranto Palmariggi S. Cesarea Uggiano Vernole Zollino L'alta fascia adriatico-salentina: l'agricoltura di piccole dimensioni Calimera Caprarica Castri Calimera, Caprarica e Castri (segue tabella 6) Ginosa Ginosa 29