LA MEDICINA MEDIEVALE Durante i primi secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente non esistevano istituzioni che garantissero una preparazione medica, chiunque poteva esercitare la professione l’arte della medicina era esercitata essenzialmente da praticoni che prescrivevano i loro rimedi e effettuavano piccoli interventi chirurgici in ambiente rurale •barbieri, chiamati barbitonsores o anche rasores, che utilizzavano il rasoio per praticare il salasso e per effettuare interventi di piccola chirurgia Decreto di Federico II (11941250) del 1231 volto a sradicare il ciarlatanesimo nessuno poteva chiamarsi medico se non avesse compiuto gli studi necessari Ma nel 1268 i barbieri si organizzarono in una Confraternita, posta sotto la protezione dei Santi Cosma e Damiano barbieri semplici, in genere analfabeti, che si limitavano a curare foruncoli, piccole neoformazioni cutanee e piccoli ascessi, o alle estrazioni dentarie i chirurghi barbieri che, pur sapendo leggere e scrivere, non conoscevano il latino e non avevano accesso a gran parte della letteratura in circolazione, e avevano imparato al seguito di un chirurgo esperto A partire dal XIV secolo gli iscritti alla Confraternita furono obbligati ad imparare il latino In Italia in questa categoria di chirurghi ˝pratici˝, molto noti erano i Norcini (di Norcia) e i Precini (di Preci) in Umbria Medicina astrologica stretta relazione tra il corpo umano e l’universo, che si esplicava in un’influenza dei pianeti nelle vicende umane uomo zodiacale lo stato di salute e di malattia, così come l’arrivo di pestilenze, sono messe in relazione con l’influenza della luna o con le congiunzioni dei pianeti Medicina magica le sue radici sono molto lontane nel tempo e attraversano tutte le epoche storiche Innumerevoli sono le prescrizioni a carattere magico di cui si trova testimonianza nella letteratura medica medievale Medicina monastica la trasmissione del sapere si ridusse drasticamente a pochi centri religiosi Scriptoria in cui venivano copiati i testi Prima scuola monastica copiatura e conservazione di testi antichi Montecassino, fondata da San Benedetto da Norcia (480-547) nel 529 coltivazione di piante medicinali a scopo terapeutico cura degli infermi La terapeutica era basata sull’uso di piante medicinali coltivate dai monaci nell’orto dei semplici, l’hortus sanitatis La figura preposta alla direzione dell’infermeria e alla preparazione dei rimedi era il monacus infirmarius, che forniva le cure dapprima ai confratelli ammalati e. in seguito, con un’apertura verso l’esterno, anche ai pellegrini e ai bisognosi che necessitavano di assistenza Monaci raffigurati mentre raccolgono piante medicinali Dalla tradizione benedettina presero origine, nel XII e XIII secolo, gli Ordini Ospedalieri Cavalieri dell’Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme Dopo la prima crociata divennero un ordine religioso cavalleresco cristiano preposto alla gestione dell’ospedale per l’assistenza ai pellegrini, che vi affluivano da tutto il mondo cristiano. Con il tempo l’ordine assunse sempre più un carattere militare per difendere con le armi i malati Per molti secoli la medicina fu appannaggio dei religiosi Tuttavia la Chiesa con il tempo venne definendo il proprio ruolo, e cominciò a mal tollerare l’attività medico-chirurgica dei propri membri, che dovevano dedicarsi piuttosto alla cura dell’anima A seguito di questi divieti la medicina monastica andò lentamente eclissandosi, mentre cominciavano a prendere vita centri di assistenza a carattere laico La scuola medica salernitana antesignana delle moderne università Ruolo importante della posizione geografica, al centro del mediterraneo e vicino al monastero di Montecassino Origini nell’Alto medioevo (IX-X secolo) leggenda dei 4 viandanti Apogeo tra l’XI e il XIII secolo: al bagaglio culturale greco-latino (Ippocrate e Galeno) si aggiunsero i testi arabi, portati e tradotti da Costantino Africano I medici della scuola godevano di grande prestigio A Salerno confluivano, oltre che malati in cerca di guarigione, anche studenti provenienti da tutta Italia e dall’Europa, per apprendere l’arte della medicina Decreto emanato nel 1231 da Federico II: nessuno poteva esercitare la medicina se non dopo aver superato un esame presso la scuola L’insegnamento all’interno della scuola era basato sulla medicina teorica e pratica, che comprendeva anche l’anatomia e la chirurgia Interventi chirurgici per la cura • delle emorroidi (a sinistra in alto), • dei polipi nasali (a sinistra in basso) • e della cataratta (a destra) (da un manoscritto dell’XI secolo della scuola salernitana) Alfano (XI secolo) De quatuor humoribus corporis humani gettò le basi della letteratura medica medievale Matteo Plateario (XII secolo) più importante opera di botanica medicinale del Medioevo Nicolò Salernitano (XII secolo) Antidotarium, famoso trattato di farmacopea Ruggero Frugardo (XIII secolo) primo manuale di chirurgia Trotula de Ruggiero (XI secolo), ginecologa, si occupò principalmente di malattie femminili Una pagina dell’opera botanica di Matteo Plateario Una pagina dell’Antidotarium di Nicolò Salernitano Ma l’opera più autorevole della scuola è il Regimen Sanitatis Salernitanum (Regola sanitaria salernitana), nota anche come Flos Medicinae Salerni (Il fiore della medicina di Salerno) trattato a carattere didattico-didascalico, riferisce le indicazioni della scuola per quanto concerne le norme igieniche, la dieta, le erbe medicinali e il loro impiego (opera collettiva) comparsa del termine “medicus physicus” = dottore in medicina che ha seguito un corso universitario completo di studi in medicina e filosofia, diverso dal semplice “praticante” (sprovvisto di titolo!) A partire dal XIV secolo la Scuola salernitana cominciò a perdere di prestigio, entrando in un periodo di decadenza dovuta alla nascita di importanti università, come quella di Napoli, Padova, Bologna e Montpellier. Sopravvisse comunque ancora per diversi secoli, finché fu soppressa da Gioacchino Murat in occasione della riorganizzazione dell’istruzione pubblica nel Regno di Napoli nel 1811 Illustrazioni tratte dalla Chirurgia di Ruggero Frugardo da un manoscritto dell’XI secolo. British Library MS, Sloane 1977 Le Universita’ basso-medievali sorsero spontaneamente nel Basso Medioevo dalle scuole mediche preesistenti, soprattutto quelle laiche, in diverse città d’Italia e d’Europa, richiamando studenti da regioni vicine e lontane in molti casi è difficile stabilire una data precisa per la nascita di queste istituzioni si fa riferimento al momento del riconoscimento ufficiale la medicina riuscì ad inserirsi nel piano di studi universitari dopo essersi adeguata al metodo scolastico dialettico disputatorio La medicina insegnata nelle Università era essenzialmente basata sulle conoscenze classiche greco-romane, arricchite dal contributo arabo grande diffusione ebbe l’Articella, un canone di trattati medici riuniti in un unico volume nucleo costituito dall’Isagoghe di Johannitius , cui si aggiunsero altri testi classici (ad es gli Aforismi di Ippocrate), rimase la base degli studi medici per tutto il Medioevo. L’insegnamento pratico, invece, era piuttosto limitato Medicina laica Parigi (1100) Università con insegnamento di medicina Montpellier (1181) Bologna (1158) aristotelico Corpus di Autori ippocratico galenico Tecnica di insegnamento (XIII secolo) quaestio quaestio disputata (esposizione di un problema) (esposizione di argomenti pro e contro una tesi) fra: respondens e: opponentes determinatio registrazione scritta pubblicazione medico doctus atque peritus (dottore) (diverso dai praticanti occasionali!) Una lezione di medicina in un'università medievale; miniatura dalla Chirurgia di Ruggiero da Frugardo Bologna (1088) A partire dall’XI secolo Bologna ospitava un’importante scuola giuridica, nata come organizzazione tra studenti; la fondazione dello Studium si fa risalire al 1088, data che rende Bologna la prima università del mondo occidentale Ugo de’ Borgognoni da Lucca (1180-1258) si dedicò alla chirurgia sostenitore del trattamento antisettico delle ferite contestando le teorie galeniche secondo le quali era necessaria la suppurazione (pus bonum et laudabile). Teodorico de’ Borgognoni (1206-1298) Praxis chirurgica già attestato in epoca romana, della spongia somnifera riprese l’uso, Fu ad opera di queste personalità che lo Studium di Bologna decise di creare una facoltà medica, istituzionalizzata da papa Onorio III nel 1219 Taddeo Alderotti (1215-1295) fu il primo insegnante ufficiale di medicina dell’Ateneo, traduttore di Aristotele e celebre commentatore delle opere di Ippocrate; scrisse il primo trattato di medicina in volgare, Sulla conservazione della salute, e dette vita ad una nuova forma letteraria medica, i Consilia, consistenti in una raccolta di casi clinici Miniatura dal Post Mundi Fabricam, codice francese, primo quarto del XIV secolo Il più celebre tra i maestri bolognesi fu Mondino de’ Liuzzi (circa 1270-1326), al quale si deve la ripresa della pratica della dissezione su cadaveri diede l’avvio ad una lenta opera di verifica e di critica nei confronti di Galeno e fissò un preciso protocollo. La sua opera più importante è l’Anathomia, pubblicata nel 1316, che diventò per secoli un testo di riferimento per gli studenti, nel quale spiegava i tempi e le modalità con cui effettuare una dissezione autoptica, fissando un preciso protocollo Padova (1222) La nascita dell’Università di Padova, la seconda in Italia dopo quella di Bologna, si fa risalire al 1222 un gruppo di studenti bolognesi, alla ricerca di una maggiore libertà accademica, si spostò a Padova, riunendosi in una libera associazione che chiamarono Universitas, dapprima dedicata agli studi di diritto intorno alla metà del XIII secolo fu aggiunto l’insegnamento della medicina. Gli insegnamenti di medicina comprendevano la medicina teorica, basata sulla lettura dei testi classici, la medicina pratica, che prevedeva la discussione di casi clinici scelti dai testi di Razhes e Avicenna, e la chirurgia, per la quale erano previste dimostrazioni di anatomia. il periodo di massimo splendore a partire dal XV secolo Bruno da Longobucco (inizi XIII secolo-1286) per la chirurgia della chirurgia araba, cui aggiunse contributi personali Magisteri Bruni Longoburgensis e Chirurgia parva promotore Chirurgia Pietro d’Abano (1250-1316 ca.), detto “l’Aristotele padovano”: la fonte di conoscenza deve essere il dato naturale, controllabile e confutabile. A Pietro d’Abano si deve la prima autopsia eseguita a Padova; fu bruciato sul rogo per le sue dottrine che rivendicavano alla medicina la libertà dai dogmi Montpellier (1289) Già nel corso del XII secolo erano sorte a Montpellier diverse scuole, tra le quali quella di medicina. Nel 1281 la scuola medica ricevette lo Statuto da Guglielmo VIII, signore di Montpellier, mentre la nascita dell’Università si fa risalire invece al 1289. L’Ecole de médecine acquisì in epoca medievale enorme prestigio in tutta Europa. Il primo insegnante della scuola di Montpellier fu Arnaldo da Villanova (1235-1312 circa), divenne un personaggio influente presso le corti europee, facendosi apprezzare come medico presso diversi papi. Fu professore a Montpellier, dove scrisse numerose opere e si distinse per le traduzioni in latino delle opere di alcuni autori arabi. Henry de Mondeville (1260-1320 circa) fu uno dei chirurghi più rinomati del suo tempo . Insegnò a Montpellier e poi a Parigi. Ha scritto una Chirurgia, che non riuscì a completare a causa della sua morte precoce, opera di carattere pratico nella quale riassume le conoscenze degli autori a lui precedenti, ma correggendone alcuni errori e aggiungendo osservazioni personali Medicazione di una ferita ad un braccio (dalla Chirurgia di Henry de Mondeville) Guy de Chauliac (circa 1300-1368) fu uno dei più importanti maestri di chirurgia del Medioevo. Una nobile, che ricevette le cure di Guy de Chauliac dopo una caduta da cavallo, in segno di riconoscenza gli finanziò gli studi. Fronteggiò la pestilenza del 1348, migliorando le conoscenze sulla malattia grazie alle autopsie. Scrisse la Chirurgia magna, frutto di una raccolta di materiale durata per anni, rappresenta uno dei trattati più autorevoli del Medioevo, nel quale vengono descritte tutte le principali operazioni chirurgiche Malati che si recano dal medico in un’illustrazione della Chirurgia magna di Guy de Chauliac, da sinistra: • un uomo con problemi ad una gamba • uno con una benda su un occhio • uno con una frattura al braccio Anatomia La riluttanza a praticare studi anatomici su cadaveri umani era legata a motivi religiosi primo rinnovamento degli studi anatomici (Cofone, studi sul maiale) Scuola medica salernitana Durante le Crociate manipolazioni dei cadaveri erano permesse solo per rimuovere gli organi interni e consentire la conservazione e il trasporto del corpo in patria Prime dissezioni ufficiali scuola di Bologna Mondino de’ Liuzzi (1315) effettuò la prima dissezione pubblica su un cadavere, introducendo lo studio sistematico dell’anatomia nel curriculum medico seguiva una procedura ben precisa: cranio, torace, addome Mondino riprese molti errori derivanti dalle autorità del passato (rete mirabile, setto interventricolare pervio, ecc.) Presto l’esempio di Mondino fu seguito da altri studiosi Il primo insegnamento ufficiale di anatomia introdotto presso l’Università di Padova nel 1368, cui fecero seguito le Università di Montpellier e Parigi Allievo di Mondino fu Guido da Vigevano (1280-1350), che diede un contributo originale arricchendo il suo Anathomia designata per figures, pubblicato nel 1345, di tavole anatomiche, il cui scopo era di dimostrare la tecnica settoria e l’anatomia per mezzo di tavole sistematiche Apertura dell’addome di un cadavere in una tavola di Guido da Vigevano Il professore di anatomia, seduto su uno scranno elevato, leggeva un brano tratto da un testo classico, a cui forniva il commento; la dissezione veniva eseguita da un chirurgo chiamato incisore o demonstrator, mentre un ostensore o ostensor mostrava i visceri asportati con la dissezione L’autorizzazione da parte delle autorità ecclesiastiche a praticare autopsie risale alla seconda metà del XV secolo, quando papa Sisto IV (1471-1484), con la bolla del 1472, riconobbe l’anatomia come una pratica utile all’insegnamento e alla pratica medica, nonché alle arti Mondino de’ Liuzzi presiede alla dissezione di un cadavere Terapia e chirurgia Nel Medioevo università e ospedali erano paradossalmente due entità separate: nelle prime si formavano i medici, ma in assenza di malati, e, viceversa nei secondi, si assistevano i malati, ma non vi erano medici. L’incontro del medico e del malato avveniva solitamente a casa del malato, se questo era abbiente, oppure nella dimora del medico. Visita medica: osservazione degli escreti palpazione del polso uroscopia (forniva informazioni sugli umori interni) Durante tutto il Medioevo imperò la dottrina umorale di origine ippocratica. Terapeutica: improntata al galenismo (uso di erbe e piante medicinali fortuna degli erbari) Rimedio popolarissimo nel Medioevo: la teriaca, il cui ingrediente fondamentale era la carne di vipera Figura dello speziale distinta dal medico Oltre alla farmacologia la terapeutica era basata sulla dietetica e sulla chirurgia. Uroscopia dall’Hortus sanitatis e classificazione delle urine in base al colore Consulto medico con uroscopia Visita medica al letto del malato Una Farmacia medievale dove si vendeva anche la triaca (dalla Rogerina) La chirurgia era considerata inferiore alla medicina, a causa del suo carattere pratico (poco decorosa per la classe medica) e dell’avversione della Chiesa, che la riteneva un’arte sanguinaria e crudele. Praticata dai cerusici, separati dai medici fisici, i medici veri e propri. La Chiesa proibì ai religiosi la pratica chirurgica, che passò così nelle mani di empirici, che comprendevano i chirurghi ambulanti, i barbieri e i conciaossa. Chirurghi ambulanti: i più esperti e praticavano le operazioni più complesse, come il trattamento delle ernie, della cataratta e dei calcoli vescicali. Pratica del salasso da un manoscritto medievale Barbieri (la categoria più numerosa), costituita da praticoni che si occupavano di piccoli interventi come la cura di ascessi, fistole, ferite, lussazioni, fratture, e in particolare praticavano il salasso. Si riunirono in collegi, che vennero col tempo regolamentati da statuti che imponevano una preparazione. Conciaossa: si occupavano del trattamento di ferite, distorsioni e lussazioni. Estrazione di un dente da un manoscritto medievale Accanto alla grande varietà di chirurghi empirici, la disciplina era esercitata da pochi professionisti che avevano studiato nelle Scuole e nelle Università. I chirurghi ufficiali perciò si limitavano ad eseguire le operazioni più semplici, demandando la “grande chirurgia”, più rischiosa e impegnativa, all’opera dei chirurghi empirici. La dicotomia tra medicina e chirurgia si mantenne fino al XVIII secolo. L’ospedale nel medioevo le prime forme di istituti preposti alla cura e all’assistenza non solo dei malati, ma anche dei pellegrini e dei viandanti, sorsero in ambiente bizantino (xenodochi), adottati anche nel mondo arabo, dove assunsero il carattere di veri e propri ospedali infermeria dei monasteri benedettini: si limitava ad un dormitorio comune, dove i monaci con qualche conoscenza di medicina prestavano cure basate sulla somministrazione di erbe medicinali coltivate nell’orto dell’abbazia. Alto Medioevo ospizio, che sorse lungo le vie dei pellegrinaggi, ancora legato al monastero : luogo preposto all’assistenza di poveri, malati, bisognosi ed emarginati di ogni genere assistenza dei viandanti, dei bisognosi e degli ammalati, non una vera e propria cura sanitaria, gestiti prevalentemente dagli ordini religiosi Ospedale medievale. Manoscritto francese del XIII secolo cominciarono a comparire i primi grandi ospedali dei comuni: anch’essi luoghi di accoglienza per orfani, anziani, poveri, pellegrini . Sebbene l’intervento terapeutico fosse previsto, in questi istituti non era prevista ancora l’opera del medico, mentre l’attività era svolta da laici o religiosi Il concetto di infirmus (debole) era strettamente legato a quello di pauper (povero) espressione pauperes infirmi, con cui si designava una categoria composita, rappresentata da individui che necessitavano di assistenza e che nello stesso tempo si trovavano in una condizione di indigenza economica (vagabondi, mendicanti, ciechi, folli, vecchi e orfani). Basso Medioevo La mancata distinzione tra malattia e povertà perdurò per tutto il Medioevo, e l’ospedale rimase per lungo tempo una struttura a scopo caritatevole. Con il XII secolo l’ospedale cominciò a configurarsi come centro di cura, che accoglieva coloro che erano affetti da una qualche patologia, ma che non avevano la possibilità economica di curarsi privatamente. Si verificò l’inizio di un processo di secolarizzazione della struttura ospedaliera e cominciarono a comparire anche i medici L’ospedale Hôtel-Dieu in un’incisione della fine del XV secolo. Si vedono letti singoli e letti a due posti; le suore prestano le cure ai malati e avvolgono i morti nei teli funebri (sudari) Le epidemie nel Medioevo Durante il Medioevo si diffusero terribili pestilenze, che decimarono la popolazione europea Peste (“morte nera”) flagellò l’Europa tra il 1348 e il 1352, e ritornò con ondate successive, fino al XVIII secolo stravolse l’assetto sociale ed economico di diverse regioni Prima pandemia = peste di Giustiniano (VI-VIII secolo d.C.) Seconda Pandemia = 1348 favorita da notevole crescita demografica (sviluppo urbano, con conseguente sovraffollamento e cattive condizioni igieniche), abbassamento temperatura (diminuzione produzione agricola, con episodi di carestia) Contagio attraverso il morso della pulce, vettore del batterio il cui ospite è il ratto Sintomi: febbre, tosse, cefalea, debolezza, dolori, tumefazioni linfoghiandolari La medicina medievale non aveva nessuna nozione di contagio e ricorreva a rimedi essenzialmente non sanitari per affrontare l’epidemia, ritenuta una punizione divina, quali preghiere, penitenze, processioni e pellegrinaggi. Si diffuse la teoria del “soffio pestifero” Ricerca di capri espiatori: untori Partita dall’Asia centrale, arrivò a Costantinopoli e poi a Messina, raggiungendo tutta l’Europa La peste nera a Tournai (1349) Ergotismo Intossicazione dovuta ad un fungo (Claviceps purpurea) parassita di alcune graminacee, tra cui la segale L’intossicazione provoca vasospasmo, con necrosi secondaria Ergotismo convulsivo, caratterizzato da debolezza e formicolio alle estremità, forti dolori, spasmi e contrazioni muscolari culminanti in convulsioni e coma Ergotismo cancrenoso, in cui si verificano ingrossamento e infiammazione delle estremità, fino alla comparsa di una cancrena dita di mani e piedi, orecchie e naso perdita di sensibilità e amputazione spontanea I paesi più colpiti: Germania, Francia e Fiandre L’ergotismo, le cui cause erano ignote nel Medioevo, veniva considerata una malattia contagiosa; veniva denominato “fuoco sacro” o “fuoco di Sant’Antonio” In onore di Sant’Antonio si organizzavano anche pellegrinaggi, durante i quali i malati effettivamente guarivano Lebbra I lebbrosi assumono un aspetto particolarmente ripugnante (chiazze e modularità, da un naso incavato, perdita delle dita delle mani e dei piedi, cecità e laringite cronica). Comparsa nel Vecchio Mondo già a partire dal III secolo a.C., probabilmente importata dalle truppe di Alessandro Magno, nei primi secoli della nostra era la lebbra divenne endemica e, seguendo la conquista romana, raggiunse molte zone dell’Europa. Con l’avvento del Medioevo la documentazione sulla presenza della lebbra in Europa si fa più abbondante (picco intorno al 1200). XII e XIII secolo le Crociate facilitarono l’arrivo della lebbra dall’oriente in Europa. Verso la metà del XII secolo fu fondato a Gerusalemme l’Ordine di San Lazzaro, che aveva come primo scopo quello di prendersi cura dei malati di lebbra; in un secondo momento l’ordine assunse anche un carattere militare. La diagnosi di lebbra comportava una vera e propria morte civile per il malato, obbligato a portare particolari abiti e campanelli ed emarginato nei lebbrosari. Nell’Alto Medioevo bordella leprosorum. Con l’acme dell’epidemia il controllo dei malati venne istituzionalizzato in luoghi preposti alla loro segregazione, i lebbrosari; nell’XI secolo è attestata in Europa la costruzione di ben 19.000 lebbrosari. Si riteneva infatti che questa malattia fosse estremamente contagiosa, mentre invece oggi è ben noto che il germe della lebbra è caratterizzato da una bassa infettività. Lebbrosario dalla miniatura di un manoscritto del XIII secolo A partire dal Basso Medioevo invece si assiste ad un declino nella diffusione della malattia in Europa. Questa regressione è da ritenere spontanea e sarebbe da mettere in relazione con l’avanzare dell’urbanizzazione, che avrebbe favorito la diffusione della tubercolosi “immunità crociata”. È anche possibile che, dopo secoli di esposizione alla malattia, la popolazione avesse sviluppato una maggiore immunità nei suoi confronti. Lebbroso con campanello, da una miniatura del XIV secolo